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VENEZIA 76: come da mia profezia, ovviamente avveratasi, JOKER ha vinto il Leone d’oro!


07 Sep

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E se lo è meritato. Poiché è il film più importante degli ultimi dieci anni.

Sì, che emozione indimenticabile aver assistito all’esclusiva anteprima stampa di uno dei massimi capolavori del Cinema quanto mai odierno.

Lo dissi subito che era un capolavoro. Scrivendone in tempi record la recensione.

Ora, tempo fa rinominai il mio canale YouTube, ribattezzandolo JOKER MARINO.

Son uomo sensitivo? No, forse no. Sebbene il mio intuito sia indiscutibilmente sovrumano. Io percepisco cose e anche cosce, ah ah, che al comune mortale sfuggono. Poiché lui è appunto mortale, dunque ancorato a una visione terragna della vita, afflitto da perenni gelosie nei confronti del prossimo, ossessionato dai soldi e dal sesso. Dalla ricerca smaniosa, spesso anche egoistica, volgare e opportunistica di procacciarsi la materia prima…

Dunque, essendo auto-centrato animalescamente in tale suo scarnificarsi per addivenire ad attimi di felicità che poi manco si gode, preoccupato com’è affaristicamente dalle sue carnali, putrescenti ambizioni, ecco, talmente occupato dal suo miserabile lavoretto, dai deliri solipsistici del suo cervello piccolo, dalle sue fisse complottistiche per cui, ponendosi al centro dell’universo, si concentra soltanto sui suoi ragionamenti assolutamente protesi al soddisfacimento del proprio ego da padrone incontestato, oserei dire testone, del suo suprematismo da idiota incarnato, da idiot savant convinto di essere un genio inconfutabile, perde di vista la complessità del reale, non riesce a captare le sfumature, è mostruosamente manicheo, agganciato a (dis)valori scolastici e retrogradi in quanto, avendo lui ricevuto un imprinting (dis)informativo uniformato al suo stesso essersi irreggimentato nelle certezze dogmatiche, imprigionato com’è nell’improntare l’esistenza a sua immagine e somiglianza, afflitto dalla cosiddetta “vita sua”, espressione che potremmo tradurre col badare soltanto squallidamente ai cazzi propri, tirando a campare fra truffe e prese per il culo al prossimo, essendosi specializzato nell’arte d’arrangiarsi alla bell’è meglio, circondandosi solamente di amici che servono e riveriscono la sua leadership da testa di minchia, poveri diavoli che lui plagia a volere delle sue umorali voluttà, ecco, della vita non capì, non capisce e giammai capirà nulla.

Ridendo come un baccalà, come un quaquaraquà.

Costui, essere infingardo con la puzza sotto il naso, passa il suo tempo libero a denigrare chiunque gli capiti a duro, millanta d’essere superiore a tutti, offende qualsiasi persona che non la pensa/i come lui.

Accusa di pazzia il primo che incontra per strada, vede matti dappertutto.

Anzi, chiede agli altri di mostrarsi e di dimostrare perennemente qualcosa. Lui vuole appurare…

Sì, costui è un catechista, un Savonarola, un falso essere schifoso.

L’unico che però non guarda allo specchio è lui stesso. Poiché, credendosi costui al di sopra della legge, considerandosi boriosamente il re del mondo, dunque essendo tonto forte, non sa ancora che io l’ho denunciato.

E fra qualche mese gli arriverà una bella lettera di risarcimento. Poiché, non pago delle calunnie che sparse in giro, è pure inconsapevole della sua malattia mentale.

Cioè, è psicopatico ma dice agli altri di essere schizofrenici deliranti paranoidi.

Detto ciò, torniamo a Joker.

Un film importantissimo. Un devastante pugno allo stomaco.

Un colpo da Muhammad Ali.

Un colpo da Oscar… Wilde.

Wilde fu citato da Sergio Leone in Per qualche dollaro in più:

Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte, talvolta, lo sono.

Sarebbe come dire… com’è possibile che un uomo come Arthur Fleck sia diventato così forte?

Poiché Joker ama le odissee. Soprattutto di James Joyce e tutti i suoi sbagli furono l’anticamera della scoperta.

Gli altri ora sono rimasti dei bambini, mentre lui è adesso troppo veloce.

D’altronde, a produrre Joker è stato Bradley Limitless Cooper.

Ho detto tutto…

 

di Stefano Falotico

 

Le differenze di età: un uomo di 35 anni è moralmente lecito che stia con una diciottenne?


18 Jun

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Sì, molte persone ambiscono ad essere Dorian Gray. Dorian, sì, il protagonista di uno dei più famosi libri di Oscar Wilde. Dorian pattuisce (pattuisce è bellissimo) qualcosa col Diavolo, al che gli altri invecchiano, com’è normale e fisiologico che sia, lui invece rimane cristallizzato in una perpetua giovinezza. A livello estetico. Il suo viso non accusa i segni del tempo, resta immutabilmente bellissimo, di una bellezza dionisiaca, imperturbabile ed eterna. Ma nell’animo marcisce e spasmodicamente si corrompe. Tutte le donne lo desiderano, attratte dalla sua apparenza alla Johnny Depp. Eppur Dorian in cuor suo è un vecchiaccio malefico, indisponente, vanaglorioso e soprattutto accidioso. Sostanzialmente un mostro.

Una volta dissi a mio nonno che Dorian Gray era uno stronzo ma un gran bel figo e lui mi rispose:

– Stefano, soffri di problemi alla vista?

– Perché, nonno?

– Ah, Dorian Gray era un pezzo di gnoccona inarrivabile. Aveva un paio di gambe e di curve che nemmeno Indianapolis.

– Nonno, sei rincoglionito?

– Stefano, affatto. Guardala in Totò, Peppino e la… malafemmina. Quel povero Teddy Reno viene irretito da quella diavolessa, però lo stesso continua a studiare e a laurearsi, nonostante l’apprensione dei loro zietti. Capito, Teddy? Chiamalo fesso. Con una fessa (fessa, nel dialetto meridionale, significa tocco di ottima vagina…) del genere, anch’io avrei tenuto la testa a posto. Cioè in quella zona di Dorian. Ah ah. Stefano, la donna, come diceva Totò, è mobile e noi ne siamo mobilieri…

 

Sì, Dorian Gray era un’attrice molto bella, almeno per l’epoca, una femminona che ti faceva perdere la testa. Anche se poi, nella realtà, Teddy Reno si sposò con quel cesso inaudito di Rita Pavone…

Di mio, posso dire che più gli anni passano e più divento come Dorian, quello di Wilde. Con la differenza che, oltre a giovarmi fisicamente di una magnifica esteticità da far bagnare le donne anche a dieci chilometri di distanza, la mia anima, anziché liquefarsi nel marciume, diventa ancora più salubre, romantica, purissima come un uccello che, al mattino, allo “squittire” del dì, come si suol dire, dopo notti ingorde con le passerotte, canta sull’albero della cuccagna.

Ora, io non vi vedo niente di male in una relazione fra un trentacinquenne e una maggiorenne che, sino al giorno prima, era una minorenne. Oh, semmai questa è anche una maggiorata e, a maggior ragione, il “volpone” di 35 anni è sano e giusto che si dia da “fare” con una che sa il “fallo”, fatto suo.

Di solito, questo tipo di relazioni non possono sussistere per problemi prettamente logistici. Solitamente, infatti, le persone guardano a quelli o a quelle della loro età. Quindi, una diciottenne se la fila con i suoi coetanei, e può darsi (anche può darla) che, vista l’anagrafe, sia una studentessa appena “maturanda”, a proposito di maturità, e dunque desideri accoppiarsi con gente universitaria.

Ma ciò è vero soltanto in parte. Si dice che le donne, sessualmente, maturino più in fretta degli uomini. Sì, certamente… se sono come Laura, ex mia compagna delle scuole medie. Tutti noi studenti “medi” la corteggiavamo, perché a cosce codesta era un fenomeno. Ma lei voleva crescere… e, fra una lezione di Rivoluzione francese con Robespierre e una sulla Guerra dei cent’anni, “assaggiava” quelli di Massimo, meccanico che giocava sempre alla baracchina, leccandola di “gelato al limone” dopo tutto quel sudore in officina, e la “sporcava” di “olio”, e Marco il butterato, edonista palestrato soprattutto dei suoi “quartieri bassi”. Adesso, Laura, dopo tutte queste “dure esperienze”, canta a squarciagola J-Ax ma, comunque, come a quei tempi, già “geriatrici”, va sempre matta per quell’omone di William “Bill” Spencer Jr.

Sì, una donna “beautiful”, sognava la villa a Beverly Hills ma suo marito sta messo peggio di Javier Bardem di Biutiful. Piccola borghesia veramente “cazzuta”.

Di mio, mi piace molto il fotografo francese JR, autore del cortometraggio Ellis con Bob De Niro.

Sì, mentre quest’umanità di puttanazzoni va in giro carnascialesca, brindando alla frivolezza della loro pochezza, io fantasmatico vago per le stanze dei miei ricordi, con carisma à la De Niro ermetico.

Ora, è una società abbastanza ingannevole. Prendiamo questa foto.

Everhard

 

Ma sì, ci sta. Eccome se ci sta… la diciottenne, in piena crisi tardo-adolescenziale, stufa di condividere le sue emozioni con babbei della sua età, stravolti da turbamenti nerd, si mette con uno che ha il doppio della sua età. Perché lui sa… e la protegge. Soprattutto coi soldi.

Quindi, basta coi moralismi.

– Stefano, ma tu non sei invidioso se un vecchio sta con una giovane figona?

– No, gli invidiosi sono dei poveretti. Beato lui…
Nella vita, c’è chi prende il Sole, sperando di diventare più sexy, un idiota, c’è chi prende la sola…, chi invece piglia Lucila Solá. E chi, come Leo DiCaprio, sta con la figlia. Morrone, una che ti svuota i maroni…

Di mio, mi andrebbero bene entrambe. Non mi farei troppi “problemi”… e paranoie.

 

Ho detto tutto.

Secondo voi, perché Totò, come me, si faceva chiamare il Principe? Secondo voi, perché Totò, come me, si faceva chiamare il Principe? Non solo per motivi dinastici. Perché era oltre le piccinerie, i pettegolezzi, le cattiverie e le stronzate da nani.

 

 

Manglehorn+Premiere+71st+Venice+Film+Festival+uJjNchae1eFl

 

 

di Stefano Falotico

Al Pacino at Massey, Toronto Film Festival


14 Sep

Genius-Pop

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