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Provocazione di un cinefilo al deodorante, no, provocante: evviva Miami Vice, basta con le lagne di Paul Thomas Anderson e di quel rimbambito di Woody Allen


25 Mar

farrell miami vice

Ora, quando m’impegno e sono volenteroso, memore di essere un falotico, no, ancora un fanatico di quel tamarro di Jean-Claude Van Damme, che comunque definirei superbo dalle acrobatiche movenze assai eleganti in Senza esclusione di colpiKickboxer e Double Impact, muscolosamente molto amante di Mia Sara in Timecop, giustamente ricambiato da lei di amplesso avvinghiante in quanto Van Damme di brutto spingeva… in modo penetrante, oserei dire caliente gemellato non a suo fratello omozigote in uno degli eccitanti film sovreccitati, no, succitati… scusate, mi sono perso. Riprendiamo il filo di discorso o di Arianna? No, sfiliamo del tutto quello di Charlize Theron nella celeberrima, vecchia pubblicità famosa del Martini.

Dicevo, mi fate andare in bestia, zotici come Colin Farrell in Daredevil.

Ebbene, in forma e stato di grazia, sono Daniel Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani, più basso di 20 cm. Forse, però, più lungo di centimetri da un’altra parte. Questa è una battuta da ca(g)ne?

Fa… o sta che Daniel è un beniamino di Paul Thomas Anderson. Per cui girò Il petroliere e Il filo nascosto. Cioè quello della Theron?

Sì, dobbiamo essere sinceri, gli unici film notevoli durati nel tempo di Anderson e di Woody Allen sono rispettivamente Boogie Nights e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) al regista di Manhattan.

Anche perché non credo che Woody, con tutta la stima possibile per il suo essere sinceramente un tipo/topo che, al massimo, rimediò una bella tipa, no, una topona come Diane Keaton quando lei fu una dormigliona, sarà mai un Colin Farrell di Miami Vice con Gong Li. Per quanto riguarda un’altra sua ex famosa, vale a dire Mia Farrow, lasciate perdere. L’unico che la volle fu quel cornuto del diavolo in Rosemary’s Baby. Va detta senza peli sulla lingua. Polanski è un genio, Tarantino è or un cretino. Sì, s’è ammosciato in maniera horror. Comunque, se dovessi scegliere fra la Sharon Tate defunta, rinata bella come un tempo grazie a un miracolo divino, e la Sharon Stone dei tempi d’oro, la vedo dura. Diciamo che mi diventa duro. Sì, non posso mentire. Le scelgo entrambe. Per questa mia “scandalosa” e… ne, sì, esternazione e Bermuda Triangle, ah ah, vorreste sbattermi… in carcere come Charles Manson? Sì, lo so, non fatemene una colpa. Questo mio scritto è una mezza cazzata, una boiata. Però, diciamocela. Michael Mann spinge di più.

La dovremmo finire di essere dei sofisti come Allen. Ché, non essendo dotato di sex appeal, deve scrivere e dirigere un film per potergliela fare. Altrimenti, hai voglia a sognarsela di Midnight in Paris.

Esistono poche verità nel mondo, cioè queste due:

  1. Tutti i film del mondo più belli sono opinabili. Dunque a me. Anderson e Woody Allen appaiono meno attraenti di Pamela Anderson prima che arrivasse ai livelli di puttanesimo di Jennifer Lopez.
  2. Se non ti piace Jennifer Lopez, sei omosessuale.

 

Sinceramente, non ne vedo altre oltre alla mia lei. Non c’è mai due senza tre? Non ci provare… Assieme, io e lei guardiamo tutti i film di Mann, di Anderson e di Woody Allen. Se non vi sta bene e siete invidiosi, vi obbligherò a rivederli. Anzi, vi giudicherò rivedibili. Ci rivedremo. Intanto, non la vedrete, fidatevi. Secondo me, non avete capito niente del Cinema, della musica e anche di qualcos’altro. Insomma, vi vedo pallosi. Se non vi sta bene e non capite di essere pazzi, vi faccio strapazzare da Will Smith di Alì. Comunque, a parte gli scherzi, riguardatevi. Abbiate cura di voi. Non vi auguro però di avere culo perché tanto sarebbe un augurio inutile. Io vado dritto al sodo, non mi perdo in convenevoli del cavolo…

di Stefano Falotico

Il Falò – Origins: cronistoria di un supereroe, anzi antieroe alla Adrian o forse à la Joker innestato su malinconia, per fortuna, giustamente non arrestata


20 Jan

joker phoenix

 

 

 

Sì, in questo post elucubrante in merito alle memorie di un uomo che soffrì d’amnesia, sviscereremo in profondità le radici dell’albero genealogico che generò un personaggio erroneamente giudicato degenerato per colpa di pregiudizi da debosciati, il quale, rinato come l’araba fenice, mangia pure la faraona e non vuole arrendersi dinanzi a Yul Brinner de I dieci comandamenti.

Un uomo dalla morale più forte di Charlton Heston del capolavoro biblico appena menzionatovi, firmato da Cecil B. DeMille, divenuto oggi millenaristico grazie, si fa per dire, a idioti che lo trattarono da Cecil B. Demented.

Nomen omen, un omonimo cioè di Stephen Dorff. Interprete del film di John Waters sopraccitato, il quale anni fa s’eccitò con Pamela Anderson mentre il Falò andò matto pure per Marliece Andrada di Baywatch. Eppur venne considerato Keith Gordon di Christine.

No, a proposito di femminili acque, a me giammai piacque Alexandra Paul. Se proprio, in qualche puntata, non v’era l’Andrada, poteva starci anche con Carmen Electra.

Come dice il detto, non c’è due senza tre. Lo sapeva il ribelle Renato Zero col suo Triangolo ma io sarei affogato pure con le mie bermuda/e in Nicole Eggert tutta nuda.

Fu un mio ex amico a farmela scoprire al di là della sega, no, della serie di Baywatch. Mi chiese:

– Hai mai visto il film Blown Away? Be’, Stefano, diciamo che c’è una scema, no, una scena che vale tutto il pezzo, no, il prezzo del noleggio… una scena di scarso minutaggio e pessimo montaggio dove però v’è Nicole ottimamente montata, no, immortalata da un ragazzo con pelle di mortadella.

 

Invero, ne fui già aggiornato nelle mie notti più belle dei vostri giorni. Già vi dissi che, in tempi non sospetti, comprai tutti i film con Shannon Tweed. Una messa spesso a novanta, no, superbamente dotata di gambe scoscianti e rifatto petto, donna piccante per l’attuale Gene Simmons dei Kiss un po’ adesso arrugginitosi in modo poco spingente. Un uomo che un tempo amò Shannon con tanto di assorbenti e invece dovrebbe ora gettare la (s)pugnetta.

Sì, la mia tragedia partì molti ani, no, anni fa.

Quando, dopo essere stato il miglior studente delle scuole medie, m’innamorai di Bob De Niro di Taxi Driver. In questo capolavoro, Bob perde la testa per la stagista bionda. Se n’invaghisce e la idealizza.

Poi scopre, pur non scopandosi nessuna, che Jodie Foster è costretta a venderla per colpa d’un pappone mentre la Shepherd, pur di mangiare la pappetta, si scandalizza di fronte a un porno ma forse è più troia di Margot Robbie di The Wolf of Wall Street.

Sì, Vasco Rossì cantò… ehi, tu, delusa, attenta a chi troppo abusa.

Eh già, mie care e nuove ragazze da ex programma Non è la Rai, infatti, non penso che incontrerete uno bello e ricco come Leonardo DiCaprio.

Come Ambra Angiolini, non dovrete darla soltanto a Gianni Boncompagni, bensì anche ad Harvey Weinstein. Ambra sta con Allegri, che allegria!

Ad Ambra, infatti, io preferii Cristina Quaranta. Ancora la adoro. Le scrivo spesso su Instagram.

 

Ma che cazzo successe? Ecco, che cazzo!

Diciamo che m’accodai a dei nerd liceali che giocavano a Theme Hospital. Vale a dire dei Worms.

Avrei dovuto asfaltarli come in Carmageddon ma io sono un tipo romantico che perdona.

Loro si strussero per Liv Tyler e mi sfotterono, spacciandomi per la Liv di Io ballo da sola. Insomma, desiderarono distruggermi ma io sono Bruce Willis.

Mi dissero che ero fottuto nel mio castello dorato e di valore, insomma, Trappola di cristallo.

Fra l’altro, tornando a Shannon Tweed, avete mai visto il film Trappola d’acciaio?

Sì, possiamo dire che fui precocemente belloccio come Michael Paré ma, essendo troppo oltre le frivolezze adolescenziali, pensarono che fossi io invece Willem Dafoe di Strade di fuoco.

È meglio I guerrieri della notte.

In parole povere, tutti credettero che fossi schizofrenico.

Non capirono una minchia.

Quando, peraltro, mi rivelai, mi dissero che mi stessi inventando tutto.

Mi spiace deluderli e mi spiace anche dire la verità.

Malgrado abbia passato un incubo come Riz Ahmed di The Night Of, grazie al mio genio da Rust Cohle di True Detective, tutti furono smentiti.

Sì, ci sono i terroristi che vorrebbero murarti vivo come Caesar Vargas di Showtime.

Allora, ti bombardano di offese per suggestionarti e intimidirti.

Dunque, da solo non puoi farcela.

Io ho sempre amato i buddy cop movie, pure The Blues Brothers.

E mi spiace ancora una volta deludere…

Non sono Ray Charles ma non sono neanche John Belushi.

Non sono neppure Dan Aykroyd di Una poltrona per due.

Semmai tu, sì, sei una testa di cazzo che vive un’esistenza senescente, ascoltando La Mer e i cantanti degli anni cinquanta.

Mi pare sacrosanto che mi guardiate bene.

Ecco, diciamo che giocai a Calcio sino all’età di diciotto anni. Ora, la vedi bene questa pancia, no, panca di addominali? Incomincia a fare delle flessioni!

Uh, sei già stanco?

State già festeggiando l’anniversario di quel vitellone riminese del Fellini?

Mi date dello scemino perché non mi piace C’era una volta a… Hollywood?

Semplicemente perché siete vecchi e guardate solo indietro o magnificate una vita vostra passatista e nostalgica. M’illusi che foste più bravi. La verità è che siete tonti. E non vi è cura per la demenza.

E ricordate: il Falò. E ho detto tutto.

 

di Stefano Falotico

Il falò delle vanità: Everybody Needs Somebody, ballare!


20 May

blues brothers suora

Sì, quando siete nella merda, infognati e il mondo ce l’ha con voi, salite sul palco con tanto di Blu-ray del capolavoro di John Landis, no, coi Ray-Ban alla Dan Aykroyd e John Belushi. Due mattacchioni che hanno stile. Inforcando lenti pregiate comprate all’Ottica Avanzi. Uomini in effetti molto avanti.

Coi loro completi in giacca e cravatta di porca, impeccabile figura. Mica uomini da figuracce come voi, figuratevi. Voi siete sfigati e sfigurati dalla nascita, fidatevi. Due uomini che, anche nella sauna, conservano il loro inappuntabile look, non togliendosi mai appunto gli occhiali.

Voi, di stress e bollori manicomiali, frustratissimi solo perché la zotica segretaria non vi s’incula, vi dannate manco doveste riceverla in dono dalla Principessa Leila di Guerre stellari. Ovvero Carrie Fisher.

Ma sì, lasciatela stare. Non perdete tempo con queste fidanzatine perfettine, virginali e caste. Queste credono di essere le principessine sul pisello come nella celebre fava, no, favola di Hans Christian Andersen. Da non confondere con quel bambagione di Hayden Christensen, il pivello di Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni.

Un consiglio, miei conigli. Non rompetevi le palle per le ex conigliette come Pamela Anderson. Sognavate con lei una vita da stalloni e invece siete cascati dalle stelle alle stalle.

Da cui il capolavoro demenziale di Mel Brooks, Balle spaziali. Invece che idolatrare Christopher Nolan, dovreste girare un film molto più obiettivo riguardo le vostre vite, cioè L’attacco dei coglioni.

E attaccatevi al trans, no, al tram.

Sì, siete i nuovi Fantozzi che prendono l’autobus ogni santo giorno. Ma soprattutto lì, puntuale come un orologio svizzero, platealmente lo pigliano. Ve lo pigliate tutto. Ma chi vi piglia?

Ci vuole piglio, siate blues e non cantate con Domenico Modugno. Ma quale blu dipinto di blu. La vostra vita è terragna e assai grigia. E io darei pure una botta in testa ai Negramaro e a quel Sangiorgi. Meraviglioso?

Ma è uno scemo retorico a iosa.

Date un po’ di rhythm alle vostre Soul come il mitico Ray Charles. A proposito, Ray, visto che era cieco, usava montature speciali della Ray-Ban oppure i suoi occhiali neri li indossava solo per darsi un tono di sintomatico mistero da Franco Battiato?

E la dovreste finire di cercare perennemente il vostro irraggiungibile centro di gravità permanente. Recandovi dagli psichiatri. Dei tromboni che vi rifilano solo delle pippe e fumano tutti la pipa a mo’ di poseur e imitatori di Freud.

Non impressionano nessuno. Vi diranno che siete depressi quando invece, onestamente, siete solo dei cessi. E presto, se non vi darete una mossa, prevedo lungimirante da uomo che ha appunto la lunga vista, eh già, una vostra vita neppure pazza da Qualcuno volò sul nido del cuculo, bensì sanamente ficcata nel loculo con tanto di alberi cipressi ad allietare l’atmosfera funebre. Cioè, più che deprimenti, siete dei morti dementi.

Siate invece amanti dell’horror e delle super fighe come Anna Falchi con le sue bocce mastodontiche, siate spumeggianti, ancora naturali e, sboccati, sbocciate. D’altronde chi se ne frega se siete stati bocciati, siate investigatori dei vostri incubi come Dylan Dog, ovvero Rupert Everett. Dellamorte dellamore!

Non fate gli schizzinosi. Dateci dentro.

Conosco gente che si è rovinata da sola la giornata soltanto perché le si era otturato il bidet. Be’, tutto qua il problema, merdosi? Basta prendere l’Idraulico Gel.

E questi laureati che non sanno manco parlare in italiano? Parafrasando Totò, ah sì, avete carta bianca per dettare legge sulla gente debole? E spazzatevi il culo!

Non fatevi fottere dagli psichiatri. Questi sono degli ingannatori e vi gettano fumo negli occhi, oltre a imbottirvi di farmaci che provocano vostri spaventosi cali della libido.

Sì, abbasso quell’idiota di Salvini, abbasso i nazisti, i fascisti, gli edonisti.

Io sono uno scrittore che leggono dieci persone, tu un disoccupato? Tu sei avvocato e tu invece non sei altolocato?

Ricordatevi, luridi figli di puttana: la vita è una sola, non ci sarà nessun paradiso dopo la morte.

Evviva i Blues Brothers perché loro vogliono vederla secondo le loro teste di cazzo. Sono fratelli forse gemelli di Roddy Piper di Essi vivono mentre voi, sofisticati dei miei maroni, acquistate le lenti a raggi x per fare poi come Alvaro Vitali, cioè per adocchiare ciò che sta sotto la sottana delle vostre supplenti di religione con le lentiggini! Siete lentissimi. Continuate nella notte di San Silvestro a mangiare le lenticchie. Sperando che il prossimo anno andrà meglio. E in un ano dolce, forse di Titti, che va invece dritto, strepitosamente infilato il salato zampone filante. Polentoni! E impotenti!

Lo so, vi tengo d’occhio.

E il mezzo pervertito sarei io, ipocriti e porconi?

Avete proprio scassato la minchia.

Senza soldi come farete ad andare avanti? Intanto pensate al didietro. Ma non rimuginate sul passato che v’ha trombato.

In un modo o nell’altro ce la faremo. Eccome. Basta con le vostre menate! Andate a darlo via, ah ah.

Io invece, assieme a mio fratello, danzo bellissimo come un indemoniato focosissimo.

Sì, io ballo pure il twist e mangio il Twix.

Ti dà fastidio?

Evviva gli orfani, sono in missione per conto di Dio. Basta anche col catechismo e le finte suore!

Coi bacchettoni! Io mangio nel mio banchetto, libero da ogni sporco branco e da ogni falso bianchetto, io sbacchetto.

E non mi chiuderete il becco!

Questa vi dovete beccare.

Sennò ve le suono in maniera ficcante!

di Stefano Falotico

Follia, evviva! Super Sputtanation!


23 Jan

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Serialità metodica per salvarsi dai serial killer

Mi sto sparando in contemporanea sia The Punisher col mio idolo, il Bernthal, praticamente uguale a me, sia True Detective 3.

Ora, la sparo, invece, e basta. Secondo me, questa terza stagione, nonostante gli ascolti bassissimi, ha un fascino retrò che ficca di brutto. Un fascino mansueto come le dolci eppur raggrinzite mani di una nonna che, mentre ascolta musica country, accarezza una cassapanca nel suo negozio di antiquariato ove, da pensionata, svolge un lavoro in nero e si ricorda di come tradì suo marito col mandrillo della porta accanto. Sì, fu un amore selvaggio, clandestino alla Julianne Moore di Far From Heaven, furono amplessi di mogano ma lei, ora vecchia, fa la monaca, chinandosi solo vicino all’abside e non prostrandosi all’altare del suo amante per cui rifilava corna peggiori di Satana al marito, anima pia e angelica, e si reca a mangiar da San Gennaro assieme al prete della sua parrocchia, con tanto di pizza capricciosa servita loro da una cameriera parruccona che ogni giorno va a rifarsi la mèche dalla parrucchiera bigotta e pettegola, leggendo Novella 2000 e immaginando quello di Corona che tutto esc’. Ma le sue notti da rimbambita vintage sono in bianco più del suo vestito nuziale mai davvero immacolato, notti ambigue condite dall’olio piccante di sogni mostruosamente proibiti per giocare i numeri al Lotto, sperando di vincere la sua arteriosclerosi galoppante, galoppante quasi quanto quel nero che lei cavalcava imbizzarrita nella sua giovinezza wild. Ogni mattina si sveglia e si specchia, osservando la mozzarella della pelle lattiginosa delle sue gambe frastagliate da vene varicose che il prete accarezza a mo’ di rosario come quello del banco salumi quando la sua cliente preferita gli chiede prosciutto sottile. E lui, tagliando l’affettato, ammicca da salame.

Ecco, dopo questa stronzata, oh, a me piace un sacco cazzeggiare di puttanate, passiamo a cosce, no, cose serie. Nel terzo episodio non succede un cazzo ma si tira in ballo addirittura Einstein, Ali anziano è monocorde e al limite della demenza senile. Ma non si arrende e vuole vederci chiaro nonostante la cataratta.

Poi, il Dorff recita a culo come la sua faccia di cazzo e ha sempre il grugno da duro col parrucchino moscio. Ha una bella voce però questo Dorff. Sì, sì, sì. M’immagino quando stava con Pamela Anderson.

Pamela, sullo yacht, al solito mignott’, andava da Stephen:

– Mi spalmi la crema?

– Quale? Quella del pisello o quella protettiva?

– No, quella per coprire le rughe.

– Ah, capisco. Senti, zoccola, sto giocando a carte coi miei amici. Vedi di farti cremare dal becchino.

– Idiota, porco! Come ti permetti? Sono o non sono la tua donna? Ma che modi sono?

– Senti, Pamelona. Io sono un cazzoncello. Che vuoi da me? Te l’ho già dato. E non credo di essere stato il primo. Quindi, bagascia, fuori ora dai coglioni!

– Lo sapevo. Non dovevo mettermi con te.

– Anche io lo sapevo. Non dovevo mettertelo. Mi avrai trasmesso delle malattie.

– Malattie? Veneree?

– Certo!

– Per chi mi hai preso?

– Insomma, mi pare che tu sia venuta con centomila uccelloni, qualche dubbio mi potrebbe venire.

– Ora stai davvero esagerando! Screanzato, villano, ti faccio vedere io. Ti sputtano su tutti i giornali.

– Ah sì? E che andrai a dire?

– Che sei un uomo che sfrutta le donne. Un buzzurro maleducato. Un ignobile, merdoso maschilista osceno.

– Ma vai a dar via il culo! Non ti prenderà sul serio nessuno. Basta! Amici, buttatela in pasto agli squali. Che poi… manco se la mangeranno, è tutta di plastica. E non morirà manco affogata. Con tutti quei canotti! Ma chi cazzo me l’ha fatta fare?

 

Pamela saltò alla giugulare di Stephen, Stephen si divincolò dalla presa, mollandole una sberla.

Intanto, passò una motovedetta.

– Che cazzo sta succedendo?

– Niente, tranquilli. È solo un troiaio.

– Ah, ma lei è Dorff. Lei invece è Pamela Anderson.

– Sì, siamo noi.

– Perfetto, non cambierete mai.

 

True Detective 3.

Diciamocela. Non se la sta cagando nessuno. Invece è meglio della prima. Più matura, ancora più disperata, nichilismo devastante.

Ricordate, bambagioni: il Falotico una ne fa e mille ne pensa. Sarebbe meglio che ne pensasse una e se ne facesse mille.

E su quest’altro colpo di Genius vado ora a fumarmela.

 

E ora il momento tanto atteso, il monologo da sputtanatore totale

Sino a qualche anno fa, Nanni Moretti non mi piaceva e ancora ho dei dubbi riguardo quest’uomo, così come attestato dai miei recenti post.

Invero, chi mi vede ora, mi paragona a lui. Intransigente, morale e mai moralista, nevrotico, autarchico, puntiglioso, giusto e stronzo contro gli stronzi.

Ma come parla? Sì, le parole sono importanti!

Ieri sera, mi son rimesso a parlare con una tizia. Disgrazia delle disgrazie. Mai avrei dovuto concederle una seconda possibilità. Questa è laureata in Giurisprudenza, fresca di Laurea e con ambizioni a mille.

Io dovevo immaginarlo di avere a che fare con una troia. Una di queste donne già in carriera i cui unici valori sono far soldi e farsi leccare la passerina, campando sulle sfighe altrui che generano divorzi e faide piccolo-borghesi, e poi va in palestra a tonificarsi i glutei.

Al che parliamo. Lei sembra molto gentile. Mi chiede se può leggere un mio libro…

– Certamente. L’ho scritto affinché qualcuno lo legga. Non l’ho scritto per diventare ricco. Sono pochissimi gli scrittori in Italia che possono permettersi il lusso di campare con le vendite dei loro libri.

Forse Baricco, che secondo me non è granché, e tutti i giornalisti già affermati che non avrebbero neppure bisogno di scrivere puttanate politicizzate. Gli altri, no. Il nostro sistema non lo permette.

Ma io scrivo per trasmettere emozioni. E mi fa enorme piacere se al lettore ho potuto, empaticamente, comunicare la mia anima. Per creare sintonie, appunto, emozionali.

– Ottimo, comprerò il tuo libro.

 

Dunque, parliamo per un’altra ora. Molto affabilmente. E lei:

– Sai, mi piacerebbe incontrarti. Ci stai?

– Ah, così? Su due piedi. Ok, va bene.

– Che ne dici se ci vediamo il 30 Febbraio? Naturalmente se non hai impegni per quel giorno.

– No, credo di essere libero.

– Sì, peccato che Febbraio abbia 28 giorni. Quindi, coglione, prendi i tuoi libri e ficcateli nel culo. Sei un idiota. Un analfabeta funzionale!

 

Io, con la classe che mi contraddistingue, incasso discretamente bene il colpo, stacco la chat e vado a mangiarmi la barretta di cioccolato con le mandorle, Ritter. Per l’uomo sempre ritto.

Ma stamane, in preda forse alla cattiva digestione dovuta al troppo cacao, mi parte la brocca.

– Eccomi qua, Giulia. Punto primo, non è la prima volta che ti approcci al prossimo, e parlo in questo caso del sottoscritto, in tale maniera fredda e cretina. E il tuo modo d’interloquire, te lo dico subito, mi ha veramente rotto i coglioni. Sembra che sei stata educata in caserma e alla sciocca fanciullezza edonistica più superficiale. Quindi, fammi capire bene, tu misuri l’intelligenza di una persona da piccoli test “comportamentali” e su tale idiozia ti crei il disegnino stereotipato del prossimo? Cioè, vivi di una visione assolutamente faceta e imbarazzante del mondo, mi sembra che stai fra le nuvole. E rapporti tutto a metriche improntate all’efficienza più banale e a una bacata visione competitiva fatta di giochetti verbali, di battutine, di doppi sensi e sottili prese in giro? Ma come sei ridotta?

Punto secondo, ho soprasseduto mille volte dinanzi a questo tuo modo assolutamente scorbutico e vanitosamente frivolo di parlare e giudicare, ma mi hai veramente stufato. Quindi, se d’ora in poi, vuoi parlarmi, finiscila immediatamente con i tuoi test “attitudinali” e ripartiamo daccapo. Altrimenti, puoi anche mandarmi a fanculo, bloccarmi e sicuramente la mia vita non ne risentirà.

 

Lei, colpita, dice che chiama il suo ragazzo che mi farà il mazzo.

La mia risposta.

– Ok, andiamo a trovarlo assieme, stasera, al traumatologico?

 

Fine di una storia con la spastica.

Sì, è tutto sbagliato. Il mondo, intendo. Dalla A alla Z.

Quello che non capisce l’uomo occidentale è che la sua vita, sin da quando parte, è un orrendo condizionamento.

Questo l’ho imparato, leggendo filosofia orientale.

In Occidente, è tutto sbagliato. Siamo afflitti dal moralismo borghese, le donne sono insopportabili, quasi tutte.

Quando mescolano lo zucchero nel caffè, rimestano per circa dieci minuti. Una trivialità assoluta. Roba che De Niro di C’era una volta in America è, a confronto, un principe.

Poi, quel cazzo di caffè di merda dura un’ora. Un caffè si beve in 5 secondi netti.

Invece loro stanno tre ore con quella tazzina e lo bevono a sorsi incommensurabilmente lentissimi. Intanto, sognano il citrullo a cui lo smanetteranno.

Io odio la lentezza. A me piace andare fortissimo in macchina, a me piace essere reattivo come Al Pacino.

Odio Giorgia, Laura Pausini e tutte queste lagnose come Elisa e sceme varie.

Sì, non mi è particolarmente piaciuto Drive con Gosling. Cinematograficamente parlando.

Ma sostanzialmente mio cugino aveva ragione. Io e questo Gosling siamo identici.

Sono come lui, quasi “autistico” quando parlo col prossimo, tanto che posso sembrare ritardato. E forse lo sono, ma non me ne può fregare di meno.

Mi affeziono immediatamente alle persone. E mi dispiace quando a un mio amico succede qualcosa di triste.

Sono molto romantico. Ma non romantico come intendete voi. Voi siete poveri bovari che aspettate di trombarvi una, poi vi sciacquate l’uccello nel bidet. Domani, vi alzate da quel letto lercio e lavorate!

Lavoro, ah, si deve lavorare. È così.

Non è così. Prendete quel lavoretto che non serve a nessuno se non alla vostra panza e vedete di stare calmi.

Mal tollero gli abusi e le angherie. Come quando un troione va da una ragazza muta e la sfotte.

A quel punto, questo bell’angioletto che sono io, tanto buono e caro, diventa una furia.

Gli prendo quella testa di minchia e gliela frantumo.

Mi metteranno in manicomio ma gli ho spaccato quella faccia da porco.

 

Invece, ve lo dico subito.

Vi ho già parlato del Calzolari? Altro panzerotto assai vigliacco?

Sì, mi disse…: – La gente scopa, si diverte e va alle feste. Sparati. Quindi, o certe cose le fai anche tu o ti faccio sbranare dal mio cane.

Costui, deve augurarsi di non incontrarmi mai più. Sennò gli prendo le sue “uccellate” e gliele ficco dove sapete bene.

Ben vi sta! E soprattutto: De Niro in Mission è immenso. All’idiota che mi disse che non andava bene nella parte del gesuita, rispondo:

– Prenditi quei Nickelback (a proposito, esiste ancora quel loro cantante scimmione?) e vedi di continuare, come dicesti, beota, di volerti sbattere anche quelle che la domenica vanno a messa.

Che uomo!

Questo è un grande pezzo!

Follia! Evviva!

 

di Stefano Falotico

True Detective 3: requisitoria sociale contro i puttanoni alla Stephen Dorff, il ritratto dell’idiot savant


13 Jan

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Addentriamoci in questa stagione e inoltriamoci anche nella testa di questo Rust Cohle, ovvero il Falotico sottoscritto, oddio mio, Stephen Dorff, il troione per antonomasia.

Sì, appena vedo Stephen Dorff ho dei rigurgiti. Poi l’avete visto come sta combinato in questa serie? Con capelli posticci, un mezzo parrucchino impresentabile.

No, non sono un parruccone ma odio i parrucchieri. Sì, il mio barbiere, Franco, con me c’impiega cinque minuti a tagliarmi i capelli. Gli dico soltanto di farli più corti. Un’acconciatura decorosa senza look da bambocci.

Sì, Stephen Dorff è la nemesi del sottoscritto, il Falotico. Rappresenta la quintessenza d’un pornoattore che, un tanto al chilo di suoi addominali a tartaruga, grazie al suo stronzo agente cinematografico, riesce a incappare in qualche buona produzione.

Immagino sempre quando i produttori devono scritturarlo.

– Per questo film, si è candidato Stephen Dorff.

– Ma no. È un puttaniere conclamato. La qualità del film ne risentirebbe. Non ha l’allure di un uomo di classe.

– Lasciamici pensare. Uhm, be’, non abbiamo di meglio. Jude Law è impegnato al momento, McConaughey ha già girato True Detective, De Niro è troppo vecchio oramai, ci sarebbe quello lì disponibile. Sì, mi risulta che in questi giorni sia libero. Viggo Mortensen.

– No, Viggo chiede troppo. Dai, prendiamo Stephen.

– Ma fa schifo al cazzo.

– Sì, ma non vuole una grossa cifra. Tanto che te frega? Fa la parte secondaria. Poi non è male. Piace alle donne, alza l’audience. Sì, a tutte queste bimbette con gli ormoni a mille, malate di serie televisive, non interessa nulla della diegetica della storia e della messa in scena. A queste zoccoline in erba interessa solo un bel faccino. Le visualizzazioni aumenteranno.

– Mah, non sono convinto. Dorff non ha niente di affascinante. L’unica parte davvero adatta a lui è stata quella in Somewhere, cagata micidiale premiata da Tarantino a Venezia. Ma come cazzo ha fatto Quentin a premiare un film beceramente idiota come questo? Sì, Stephen è accettabile però, qui. Interpreta sé stesso, il burino arricchito, scambiato per star, che passa le giornate a fare il voyeur e a farsi spompinare da Laura Chiatti, andando a dire che ha recitato con Meryl Streep, tanto Simona Ventura di Telecaz’ è andata sempre avanti, lo sapeva bene Stefano Bettarini. Pezzo di marcantonio, un marcatore a zona delle palle nella mentecatta catodica simpatica come il culo.

– Be’, sappiamo che Quentin ha premiato quel film perché si scopava Sofia Coppola.

– Ammazza che orrore. Non sarei stato nella loro camera da letto manco se mi avessero dato venti milioni di dollari. No, Stephen Dorff è un bel ragazzo e come attore è una merda, ma vedere i freaks che s’accoppiano è roba da pervertiti.

– Guarda che Quentin è stato anche con Uma Thurman. Tanto brutto non deve essere. Un certo fascino ce l’ha, diciamo, un qualche ascendente sul gentil sesso.

– No, non è mica brutto. Sembra solo Boris Karloff di Frankenstein ma possiede una testa ottima. Comunque, Uma è stata con Quentin perché le ha dato il ruolo della Sposa in Kill Bill. E Uma, per ringraziarlo dall’averla salvata quando a Hollywood se l’inculava soltanto Ethan Hawke, ha ricambiato il favore in termini carnali. Quindi, quest’altra Uma la finisse di fare la femminista che ce l’ha con Weinstein. Se non era per Harvey, non avrebbe mai recitato in Pulp Fiction. Ah, tutte queste bagasce!

– La Thurman è stata anche con De Niro.

– Sì, aveva venticinque anni o giù di lì. Doveva pur succhiare l’uccello del più grande attore del mondo per fare carriera e spacciarsi come una “talentuosa”, no? Ah ah.

 

Ma torniamo a Dorff. Sì, nel suo carnet può vantare scopate e flirt da Soul Asylum, ah ah, proprio un “Religiavision”.

È stato con la bombastica più puttana di tutti i tempi, Pamela Anderson. M’immagino le loro giornate assieme. Stephen tornava a casa. Lei, con foglie d’insalata fra i denti, gli sussurrava che si era annoiata a fare la ceretta e gli preparava la “cenetta”.

Una vita elevatissima. Di salsicciotti e pollo arrosto. Con Pamela che, mentre glielo menava, stava attenta a non rompersi le unghie.

Sì, Stephen Dorff, l’incarnazione del tamarro par excellence diventato attore perché, fra una Lela Star fottuta dietro scontrino fiscale e una sua bevuta di s… a, no, di birra, guardava i neri dell’NBA che facevano canestro mentre stava già pensando a come far il bucaniere con un’altra gallina che l’avrebbe spennato.

Insomma, è credibile secondo voi uno con questa faccia da ganzo con a fianco la mignottona che gli sussurra nell’orecchio… no, non sei un ricchione, sei molto ricco però, tu sei il mio uomo, facciamogliela vedere. Scopiamo qui, davanti a tutti, come ricci, mio ciccio.

Sì, è identico a Pasolini, Dorff. Non credete, ah ah.

Tanto la madre delle baldracche è sempre incinta e va a nozze il lucky bastard. Ah ah.

Sì, non vi sopporto più. Avete la fissa del sesso. Lo mettete in bocca… dappertutto. Avete ribaltato tutto. I rockettari cafoni alla Tommy Lee sono dei grandi perché sanno di maschio zozzo, ruvido, porcello. E votate Salvini, continuando nei bullismi, nei più biechi fascismi, avete tutti la stessa faccia. Sembrate spuntati da Brazil di Gilliam, offendete chiunque, voi ve ne fottete, sapete come si sta al mondo.

Voglio ora parlarvi di un tipo di nome Calzolari. Uno sciroccato che incontrai, per mia disgrazia, molti anni fa. Dopo essere andati a vedere The Aviator di Scorsese, costui, in preda a un delirio co(s)mico, mi guardò con aria compassionevole. Mi chiese, a visione terminata:

– Cosa ne pensi, Stefano? Ti è piaciuto?

 

Gli dissi cosa ne pensavo con una disamina di circa trenta minuti mentre lui, non ascoltando nulla di quello che gli dicevo, stava a pistolare col cellulare, cercando di circuire una sgualdrina contattata in chat per “uccellarsela”, come diceva lui.

Al che, stufato dalla mia recensione “in diretta”, forse perché la tipa l’aveva mandato a farselo dare nel culo, mi vomitò queste esatte, lodabilissime parole da vero “studente” di Scienze Politiche e Amministrative.

– Mi hai rotto! Basta! La gente scopa, si diverte, va alle feste! Demente!

 

Ma costui in fondo è un poveraccio. Molto peggio quelli che per anni si son fatti scarrozzare, poi guardavano i peggiori blockbuster filo-fascistoidi di Roland Emmerich e puttanate affini. Sognando di farsi la guagliona puzzolenta dopo una settimana di genitori fustiganti e liberavano i loro alien(at)i in un cazzone Independence Day.

A canticchiarmi le loro derisioni nello sputarmi addosso il ritornello degli Jarabedepalo, Depende.

Sì, di solito, alle persone scambiate per Flavia Vento, si dice… ah sì, dipende dai punti di vista.

Peccato che anziché essere Flavia Vento assomiglio molto di più a Blade.

Vi sta venendo un forte dubbio. Avevate scambiato uno così per il Dorff di Cecil B. DeMented?

Credo proprio di sì. Non siete stati attenti a forza di pensare alle vostre donnette alla Melanie Griffith.

In Italia siamo messi male, abbiamo i romanzetti rosa, i gialletti, i galletti e Marco Giallini. Ho detto tutto.

Come dice il grande Lee Van Cleef in Per qualche dollaro in più: – Ragazzo, sei diventato ricco.

– Siamo diventati ricchi.

– No, tu solo. E te lo sei meritato.

– E la nostra società?

– Un’altra volta…

 

Che film ragazzi. L’Indio sta ammazzando Lee e spunta Clint.

Sei stato poco attento, vecchio.

Si alza la musica.

Colonnello, prova con questa. Indio, tu il gioco lo conosci

Continua la musica e a Gian Maria scende la lacrima e gli tremano le gambe. Che si può dire di me, invece? Sono un rigorista. I portieri pensano che voglia piazzare la palla in un angolo e invece si trovano sempre spiazzati. Alle volte, gli arbitri mi danno del pazzo, mi ammoniscono, talvolta vengo espulso, sto in panchina e quindi rientro in gioco. Faccio il difensore, il terzino, il mediano, l’ala fluidificante poco ficcante che sei tu e il centravanti coi suoi colpi di testa. Ficco le palle in buca ma non mi buco. E, in questo spiazzamento collettivo, mangio un gelato un piazza. Dopo una buona pizza. Ah, guarda quella. Calze col pizzo. Chissà se le piace il mio pizzetto. Sì, vorrei da quella un pizzicotto ma di me non è cotta, andasse a bagnarsela nella fontana, lurida bigotta. Ma sì, non pen(s)iamoci, siam pieni di mignotte.

Ehi, Biondo, la sai di chi sei figlio tu?

Direi di finire con C’era una volta in America.

Sì, facciamoci un bagno.

Adesso, scusate, devo andare a pisciare.

Il Monco: – Colonnello, ma tu… sei mai stato giovane?

Colonnello Mortimer: – Mh, sì… e anche incosciente come te. Fino al giorno in cui mi accadde un fatto… che mi rese la vita estremamente preziosa!

 

 

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di Stefano Falotico

Provocazione serale: ma voi non vi siete ancora scocciati di continuare ad andare al cinema? Necessitiamo di una visione animalista… da ragazze dark


04 Jun

Darkchylde

 

Sì, l’uomo divenne ben presto animista. Cosicché, dopo aver passato nella preistoria molto tempo a cacciare gli animali per ingroppare le donne, l’uomo si scocciò di questa sua visione animalesca, e cominciò a credere che ci fosse una realtà meno terragna a dominarlo. E nacquero le religioni. L’uomo alzò lo sguardo al cielo e pensò (male) che i disastri naturali che gli piovevano addosso erano da attribuire a qualche entità superiore. Nacquero i culti, e addio quei bei culi di quelle donne selvagge che, sotto il battito vorace delle piogge torrenziali, venivano modellati, come argilla pura, dall’acqua piovana. Sì, l’uomo cominciò a perdere il suo istinto primordiale e si smarrì nell’evoluzione. Prediligendo, rispetto alla sua parte carnale, ludica e godereccia, la parte spirituale. Ecco allora che i sumeri, che somari, innalzarono al dio An e alla dea Ki dei templi (si può dire anche tempi? Ah, mi scoppian le tempie!) ancor conservati nel tempio, no, tempo, e Roland Emmerich girò Stargate, ove il Re era Ra, un alieno nelle fattezze di Jaye Davidson, essere asessuato divinizzato dai poveracci.

I cristiani da quel po’ tengono in auge il Papa. Quando si dice… quello fa la vita del papa, per dire che non fa un cazzo da mattina a sera ma tutti i suoi “fedeli”, degli amici leccaculo, lo venerano appena apre bocca, neanche recitasse la Bibbia. Lui se le fotte tutte alla faccia di lor “signori” che aspettano la pausa-pranzo. Quando si dice… è uno che ha fame…

Qui in Italia la religione ha fatto danni immani. Ho visto giovani perdersi in deliri schizofrenici per eseguire la sacrosanta esegesi di The Young Pope che, ve lo posso dire col senno di poi, è una cagata micidiale. Avevamo bisogno di Sorrentino per sapere che, nella sua intimità, il Papa fuma ed è amante col pensiero, come tutti, di Ludivine Sagnier? Quella donna ha un seno che fa invidia alla terrazza di San Pietro.

Diciamo che è una con cui farei la comunione di sacra unzione, no, unione, non sono necrofilo.

Ecco, da questa visione distorta, che l’uomo ha sviluppato, sono sorti tutti i conflitti psicologici, le ritrosie, le guerre fra i popoli, le invidie, le ipocrisie, le omertà, i fondamentalismi, i terroristi radicalizzati, solo perché uno crede in Allah e invece uno tifoso del Liverpool crede in Salah. Ah ah.

Al che, la gente, per elevarsi spiritualmente, dice che va sempre al cinema a vedere film per arricchirsi dentro. Invero, son sempre meno i film degni della nostra elevazione. Siamo invasi da super minchiate, ogni giorno escono cinquemila trailer di film che nessun uomo mortale con una vita “normale” può vedere. Avrà pure il diritto di sputtanarsi su Instagram, no? Mettendosi l’effetto speciale delle orecchie da orso?! Abbiamo anche il seguito di Top Gun, tripudio elevato al quadrato del tonto Tom Cruise che, dopo aver fatto la pubblicità a Reagan, adesso ammicca a Trump. Ma ancora non hanno sparato a Tom Cruise? Mi chiedo. Secondo voi, è accettabile che bombardino in Siria e a Tom non facciano saltare la sua faccia da culo? Credo sia umanamente inammissibile uno schifo del genere. Poi, diciamocela, Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson è un film che, se soffrite d’insonnia, è più potente di tutti i sonniferi del mondo. E la prende, e la lascia, e la bacia, ricusa, cuce, stira ma non gli tira, lei non vuole più tirarsela, lui sì, perché non sa soddisfarla, è geloso, gelatinoso, elegante ma stronzo, assieme ammirano il tramonto, mano nella mano, aspettando la fine dei giorni col buonismo del prenderla come viene. E se non viene? Non è che poi ti chiederà il divorzio?

Sì, volevo come un matto che John Carpenter realizzasse questo film. La storia di una ragazza che s’incarna nelle creature dei suoi incubi. Ecco, questo è Cinema, altro che Wes e Paul Thomas. Ed è invecchiata pure Pamela.

– Guarda che Pamela Anderson era una zoccolona.

– Perché tu no?

– Ma, cazzo, possibile che tu riesca a vivere così senza darti pena? Credi all’amore?

– Sì, io come Dante vivo all’Inferno: Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

 

Adesso, fammi fare una scoreggina. Ciao.

 

E dire che lo sapevo che, di nuovo a contatto con questo mondo di merda, non avrei più sognato. Un incubo, amici, un incubo maledetto. Comunque, in caso di depressione acuta, non fatemi la fine di Michael Myers.

– Forte, Mike Myers, mi ha fatto morire… in Austin Powers.

– Io ti farei morire un’altra volta.

 

Ritorno dal mio amico:

– Allora, hai contattato quella là?

– Quella che t’ha bloccato?

– Sì, e chi, se no?

– Guarda che ci scambierà per due maniaci.

– Maniaco de che? E poi, secondo te, non siamo tutti maniaci?

– No, molti non lo sono.

– Perché mentono. Sono più maniaci degli altri. Basta vedere i soldi che hanno. Nella vita, se uno è miliardario, o è figlio di un pezzo grosso, oppure è corrotto. E corrompe.

Di mio, son solo uno che rompe.

 

In parole povere, l’uomo odierno è peggio degli animalisti che non sopporta. Si preoccupa se hanno ammazzato un cane per strada, ma non si preoccupa se hanno licenziato uno di sessant’anni col mutuo della casa.

 

di Stefano Falotico

È morto Hugh Hefner, Sean Connery gli è “vicino”, Alain Delon anche, e io sono il playboy delle brioche


28 Sep

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Ebbene, dopo una vita da puttanone e comunque “editore” molto “digitante” delle più plastificate del Pianeta “terragno”, è morto a novantuno anni, e molti più ani, Hugh Hefner, magnate e non magnaccia. Sì, era uomo “raffinato”, di gusto, citato anche dai più attenti sociologi, un uomo che non aveva bisogno dello psicologo perché, quando era giù di morale, qualcuna “glielo” alzava immoral-mente. Hefner se ne fotteva in gran quantità, arricchendosi sugli arrapati che compravano il suo “giornaletto”.

Non faceva porno ma erotismo, certamente… e tutti i commilitoni in guerra, dal Vietnam all’Iraq, addolcivano le loro ire nel “tirarlo” su quelle conigliette così stampate di masturbazioni allegre come un “grilletto” sparato a mo’ di (cer)bottana.

Eh sì, scompare un mito dello scorso secolo, colui che spogliò per primo la Monroe e aveva sempre caldi i “marroni”. Quasi tutte le più grandi zoccole contemporanee, in prima linea la bombastica Pamela Anderson, (di)venute “attrici” di “gioielli”, ah ah, da Hugh si son fatte sfondare per sfondare. Sì, Hefner avrebbe fatto invidia a Higuain, è stato lui il più grande “centravanti di sfondamento” delle palle. Ah ah.

Ma lasciamo stare i morti e anche il suo “maritozzo”, e preoccupiamoci invece della salute del Connery Sean. Fu 007 e adesso invece al bar non riesce neanche più a giocare a tressette. L’Alzheimer incombe mentre in Italia fa paura il morbillo. Connery claudica vistosamente “fragile”, sorreggendosi col carisma del “bastone” fra le sue gambe che fu. Lo sa Ursula Andress…

Anche Delon sta morendo. È stato operato al cuore e presto nell’aldilà raggiungerà la moglie, deceduta pochissimo tempo fa. Il divo francese è oramai andato. Sì, anche lui “ne” vide parecchie, e adesso è nel corazón scoraggiato. Più che un gattopardo, uno col cuor pieno di lardo. Sì, è colpa del colesterolo. E fu anche laido nonostante l’apparenza “impeccabile”.

Di “mio”, vado al bar quando la mattina, piacevole, mi rende “felice” come un “uccello” senza vincoli, che migra e i cornuti mira, mangiandosi tanti cornetti alla faccia della vostra “crème de la crème”.

Anch’io un giorno creperò, ma intanto mi ficco in bocca un’altra crêpe.

Sì, tutti quanti dobbiamo prima o poi morire. Tocca a tutti, “toccatevele” e, nel frattempo, inculatevi.

 

 

Sentite condoglianze da parte del vostro Falotico, uomo appunto non morto ma che mangia le more, anche la mortadella.

A proposito di vecchietti. Nonostante abbia replicato il suo replicante nel nuovo Blade Runner, pietra “tombale” della nuova fantafigata, anche Harrison Ford lo vedo presto alle “pompe” funebri. Ah ah.

Ah, bando alla tristezza. Vi lascio in modo cremoso, “affiggendo” in memoria dei posteri un’immagine mia “inequivocabile” in cui, di “buchi”, prendevo la vita molto più a culo.

E ricordate: sono bello, quindi pappo le (ciam)belle.
 
Miei papponi e (s)chiappe.

ciambella

 

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