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I più bei film romantici di sempre: ovviamente, sono per l’appunto solo dei film, mentre il più grande “film” del mondo è il nostro amore infinito che ha distrutto tutti i pregiudizi


13 Jun

femme fatale de palma

https://drive.google.com/file/d/15h0dMfu2wJ4-RB3lKEEdbjqhFT-yv-IK/view?usp=sharing

Ora, iniziamo con la prefazione semi-goliardica su freddura da Falò d’ordinanza. Puntuale, impeccabile, diciamo (im)prevedibile, sostanzialmente “inconcepibile” e impagabile, oserei dire ineccepibile, dunque di sinonimo, diciamo pure inappuntabile.

Molta gente pensa che, dopo tanti miei durissimi travagli esistenziali, dopo essermi arenato anzitempo e dunque dai miei coetanei soventemente inchiappettato notte e dì, a ogni ora e secondo delle mie uscite da Joker nel loro mondo da nerd, io covi atroci, recondite voglie vendicative assai patetiche e capricciose.

Sì, molti cretini, i quali ragionano col culo, sono fortissimamente convinti che, dalle sedate e poi rinate profondità del mio animo in passato sprofondato, riemergano or allarmisticamente dei segnali di preoccupante desiderio di revenge.

Ma smettiamola. Non siamo in Kill Bill.

Io non sono Russell Crowe/Massimo Decimo Meridio de Il gladiatore e neppure quello che scoperchiò tutte le verità nascoste dagli ipocriti à la Russell di Insider.

La mia attuale lei è decisamente più figa di Jennifer Connelly di A Beautiful Mind.

Ah ah.

Per molto tempo, va detto, mi coglionai da solo, diventando Nicolas Cage de Il genio della truffa. Il mio “miglior” amico si rivelò uno stronzo impari e alla fine, a mo’ di Sam Rockwell di Confessioni di una mente pericolosa, assolutamente convinto che io fossi Paul Walter Hauser di Richard Jewell, prima che quest’ultimo giustamente venisse scagionato totalmente da ogni falsissima accusa scabrosa, cazzo, rimediò una figura da white trash alla Rockwell di Tre manifesti a Ebbing, Missouri.

Devo esservi sincero, il mio ex amico mi considerò un malato di mente. Ah, molto intelligente costui. Se davvero io fossi stato matto, perché mai lui uscì con me per tantissimi anni?

Sì, direi che la parte di Jeff Daniels di Scemo & più scemo gli calza a pennello. Anche quella di Jeff Daniels di Debito di sangue.

Ah ah. E siamo giù alla seconda freddura devastante.

Di mio, sono Jim Carrey di Bugiardo bugiardo, di Yes Man, di The Truman Show e di A Christmas Carol.

Piaciuta la terza freddura?

Ah no? Ah, ma allora insistete, cristo!

Perché mi gridate che dovrei togliermi la maschera? Ok, la tolgo subito. Leviamoci The Mask dalle palle e pure Cameron Diaz. Da anni non gira una minchia ma, secondo me, se ne gira più di quando era al top della topa.

Siamo onesti, non cazzeggiamo, alla Cameron dei bei tempi avrei certamente offerto la mia faccia da culo, no, da lupo.

Ma io sono, invero, Nic Cage di Con Air e anche di Cuore selvaggio.

Quarta freddura. Quinta? Non lo so.

Nic Cage è da sempre fissato con Elvis Presley. Sposò pure sua figlia, Lisa Marie. Mentre Tim Burton scopò sempre Lisa Marie.

Allora, non facciamo del casino! Di quale cazzo di Marie stiamo parlando? Di quella di Mars Attacks!?

Oppure della semi-diseredata figlia, per l’appunto, del re del rock?

Allora, per evitare confusione, scegliamo Sarah Jessica Parker di Mi gioco la moglie… a Las Vegas?

Demi Moore di Proposta indecente o Elisabeth Shue di Via da Las Vegas?

Guardate, a scanso di equivoci, optiamo per Laura Dern. Quale? Quella di Wild at Heart?

No, quella di Twin Peaks: Il ritorno.

Invece, al Kyle MacLachlan/agente Cooper, scegliamo Matthew McConaughey di Killer Joe o d’Interstellar?

Ah, certo è che gli sceneggiatori di Hollywood hanno proprio poca fantasia. Sempre con questo cazzo di cognome Cooper.

Di mio, preferisco il protagonista di Mezzogiorno di fuoco.

Comunque, con Elizabeth Berkley di Showgirls io passerei ancora delle mezzanotti di acqua… e basta.

Ma quale Cooper e uomo cupo! Io, al massimo, sono Cary Grant di Un amore splendido ma non sono affatto un puttaniere come l’interprete principale di Love Affair.

Non sono neanche Eric Draven/Brandon Lee de Il corvo.

Non sono mica morto, eh? Anzi, il mio uccello va alla grandissima. Un “volatile” che volteggia nella notte da vero pipistrello come in un piano sequenza spettacolare di Alex Proyas. Sì, quello di Dark City. Ah ah.

Pare che Jennifer Connelly abbia scopato pure Rufus Sewell. L’unico che non ha scopato è Robert De Niro. Grazie al cazzo. Avrebbero denunciato Bob per aver violentato la minorenne Deborah di C’era una volta in America. Elizabeth McGovern, dopo lo stupro da Bob/Noodles orribilmente perpetratole e praticatole in macchina, avrebbe potuto sbatterlo in carcere come in Cape Fear. Ma s’innamorò, si fa per dire, di uno più corrotto di Nick Nolte…

James Woods! Quello che ci dava e ci dà di Cocaina…

Ora, lasciate stare i drogati. Non volete mica finire come James Woods di Casinò? Lasciate pure perdere Sharon Stone di Basic Instinct. Lasciate soprattutto perdere… Joe Pesci, anche di The Irishman. Lasciate forse pure perdere Carey Mulligan di Drive. Potreste innamorarvene alla follia, poi tornerà suo marito e voi diventerete il suo miglior amico. Ammazzeranno il vostro miglior amico e potreste vendicarvi come ne Il mucchio selvaggio. Dai, suvvia. Queste cose accadono solamente nei film. Nella vita reale, se ti vendichi in maniera violenta, ti sbattono in galera? No, in manicomio giudiziario. Ah, roba da matti! Amate invece una storia d’amore abissale. Che è già stata minuziosamente, straordinariamente narrata in un libro coming soon.

Vi piace la copertina? E invece la locandiera? No, volevo dire la locandina. È bellissima, è magnifica. Anche io lo sono. Se siete arrabbiati e volete fottermi, su Iris stasera ridanno il film Femme Fatale di De Palma. Ma per chi mi avevate preso? Per Black Dahlia? Basta con le puttanate. Sono molto più bello di Josh Hartnett. Anche assai meno ricco, però.

Sono però più giovane di Antonio Banderas.

Io e la mia lei, oltre che fantastici, siamo entrambi poco autoerotici ma molto autoironici.

Sappiamo prenderci per il culo sino allo sfinimento.

La adoro! La venero! La sbatto anche in cover. E lei mi sbatte tutto in faccia. Sì, questo è amarsi. Trovarsi, ingelosirsi, arrabbiarsi, vivere con intensità ogni emozione.

Se non vi piace, se non ce la fate, passerete tutta la vita a farvi i film. Solo quelli.

E sapete perché? Non valete un cazzo.
di Stefano Falotico

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Alla fine… se dovessi schizofrenicamente identificarmi in una rockstar, tra Freddie Mercury, John Lennon, Mick Jagger, Kurt Cobain, Jim Morrison, Bruce Springsteen e David Bowie, sceglierei sempre Elvis


19 May

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Elvis è il più grande, il più grande di tutti.

Ma voglio qui ironizzare. C’è poco da ridere e la situazione mia attuale non è, come si suol dire, certamente delle più eccitanti

In maniera oserei dire lapidaria e radicale, tanto simpaticamente mitica quanto eremitica, voglio qui stigmatizzare, di aforisma alla maudit testé coniato da irrimediabile testone spesso immalinconito o forse solo da irrecuperabile coglione inaudito, un triste pensiero che, in tali ore angosciose, a loro modo anche straordinariamente, pazzescamente armoniose, dilaniò la mia mente, aprendola a un colpo di genio magnifico e suadente. Diciamo vigoroso:

la frivola socialità è un compromesso meschino con la mediocre avidità, le preferisco la mia folle lucidità.

Asserito ciò, in totale orgoglio di me rinnovatosi dopo un imperituro, oserei dire infinito e sterminato tempo immemorabile di e da me stesso addirittura dimenticato, in quanto oggi sono rinato, direi di passare a qualcosa d’introduttivo e ficcante-piccante per prenderla un po’ a ridere in maniera strafottente.

Un tempo, esistette Telemontecarlo. Poi, dopo vari passaggi di proprietà, non so se legali (sarebbe da chiedere a Enrico Mentana), essa divenne l’attuale LA7.

Una tv locale divenuta nazional-popolare.

Ora, io vado matto per le gambe di Tiziana Panella, da anni. Sin da quando presentò, su sgabello da Alba Parietti di Galagoal, il mattutino “approfondimento” chiamato Coffee break.

Sì, fra un suo accavallamento e l’altro, dovetti fumare molte sigarette per rilassarmi e per acquietare la mia tendenza a dare in escandescenza di “tiramento” turgidamente incandescente poiché, in quegli attimi poco acquiescenti, bensì al cardiopalma ed effervescenti, contemplanti la sua Sharon Stone di Basic Instinct assai arrapante, Tiziana m’indusse a uno sguardo terribilmente voyeuristico e stetti io dunque per bruciarmi senza mutande, zuccherando ogni amarezza con mia schiuma da cappuccino rovente.

Ah, come ammirai, mirai le sue cosce vellutatamente inguainate in collant attizzanti su tacchi a spillo esaltanti! Sinceramente, tantissime me ne tirai, stravaccato sul mio divano da uomo che non se la tirò per niente.

Le sue cosce però, rispetto a qualche mese fa, sono meno parsimoniosamente esibite in maniera platealmente provocante. Anzi, da quando iniziò la quarantena del Covid-19, Tiziana fu persino più castigata per colpa del fallo, no, del fatto che utilizzò la “mascherina” per soffocare le sue vertiginose minigonne su pose sue scoscianti, indossando tailleur castigati poco degni di nota ma soprattutto di notti amanti… del mio L’ululato di Joe Dante o della mia mitica trasformazione da miglior amico del timido Griffin Dunne di Fuori orario, tramutatosi spaventosamente in Un lupo mannaro…?

Ah, che belle filastrocche, che gran gnocca e il mio… andò tutto fumante e filante.

Che prosa, che poesia rosata nel rimembrare quel tempo a me così arrossante e riscaldante. Onestamente, imbarazzante. Sì, fui uno che dinanzi a una donna, eh già, spesso arrossì e poco lo arrossò.

Di Tiziana, malgrado lei mi conduca (eh sì, è una conduttrice, ah ah) a stati di coscia, no, a stacchi di sue cosce, no, a stadi di coscienza anelanti la sua rosa cosa su mio far “brillante” stimolante il prepuzio roseo presto ardente, non so se di fellatio pure al dente, odio la sua voce disgustosamente roca e un po’ cavernosa. Quasi da donna deficiente. Odiosa!

Ah, comunque è venerabile ugualmente e io venero anche i miei corpi cavernosi stupefacenti.

Credo pure che sia una donna che usò più precauzioni della quarantena profilattica. No, non fu portatrice di malattie veneree piuttosto pericolose.

Uso il passato remoto poiché, oggi come oggi, Tiziana è sposata. Perciò, se non tradisce suo marito, penso proprio che solo suo marito glielo usi in modo penetrante e sanamente focoso.

Disprezzo però la sua falsità di donna fintamente posata, troppo compassata. Schierata palesemente nella Sinistra moderata quando invero dovrebbe darsi, per l’appunto, al Centro più accondiscendente e più pene-volente, no, benevolente di maggiore darvi dentro da ex proletaria incazzata, poi emancipatasi ambiziosamente per fare la bella figa di legno, sì, altolocata.

Ora che c’entra questa mia introduzione, non del mio coso fra le sue cosce anche nei giorni in cui ha le sue cose, con le rockstar?

Ecco, io sono pressoché platonicamente (mica tanto, ah ah) infatuato di tutte le donne che portano il nome Tiziana. Il nome Tiziana m’infuoca a prescindere… Anzi, tutto a salire.

Di falli, no, difatti, il mio primo, indimenticato amore d’età puberale si chiamò Tiziana. Mia ex compagna delle scuole medie. Si chiama ancora Tiziana. Mica è morta, cazzo.

Sì, col mio migliore compagno di b(r)anco delle scuole elementari è ora maritata.

Oddio, quanto sono sfigato! Ah ah. Un toccato!

Come si suol dire, il primo amore non si scorda mai.

Per lei avrei fatto follie. Ne fui così innamorato in modo romanticamente struggente, cazzo, che assurdamente nutrii nei suoi riguardi solo altissimi e delicati, oserei dire angelici pensieri poetici dei più elevati.

Sì, pur desiderandola da morire, anzi, a sangue, che io mi ricordi, su di lei non me ne sparai nessuna. Dunque, nonostante non me la feci, lei fece sì invece che io m’innalzassi spiritualmente, magnificandola e assolutamente non ficcandola.

Ma ne fissai, anzi, ne venni crocifisso.

Eh già, mi auto-castrai, beatificandola oltre ogni dire, fu tutto un mio ardere per lei senza mai elevarlo e, onestamente, ardentemente metterglielo lì in modo sano.

Oddio mio, che santo!

Sì, mi masturbai solamente di penose seghe mentali dolorose. Lei non mi diede mai modo di credere che non desiderasse da me qualcosa di più gioioso, forse grosso e caloroso ma, per timidezza, non ebbi mai il coraggio di farmi avanti. Cosicché, non me la fottei neanche da dietro. Anzi, lo presi in culo per intero.

Ma chi se ne fotte!

Ora, quando si è innamorati, si può diventare dei frustrati incommensurabili se, non contraccambiati in tale sentimento lirico, si sublima il tutto in maniera pateticamente onirica. Se invece si è ripagati, pur non nessuna pagando, sentimentalmente e sessualmente, si potrebbe finire, eh già, frustati. Se la vostra lei, infatti, è o si rivelasse un’amante del sadomaso più violento.

Di mio, con Tiziana fui sadomasochistico, poco machista e nient’affatto fancazzista in senso masturbatorio. Per lei giammai venni, bensì l’incarnazione di Johann Wolfgang von Goethe, per l’appunto, lacrimosamente e straziato divenni.

Col passare degli anni e del mio puntuale riceverlo dal gentil sesso solo nell’ano, dal Goethe de I dolori del giovane Werther, passai al suo protagonista di Faust. Non vendetti l’anima al diavolo ma trasfigurai Tiziana in Cybill Shepherd di Taxi Driver.

Per dirla alla Travis Bickle, mi orgasmizzai. Patendo pene. Sì, solo dell’inferno. Al che, approfondii tutta la Divina Commedia di Dante Alighieri.

A un certo punto, per contenere il dolore provocatomi dalle carenze affettive, anzi, per assenza di dolci carezze, scordai ogni voglia matta per quel seno, no, in quel senso, giacché per molto tempo neppure mi divenne rizzo. A Jessica Rizzo, comunque, preferii rizzarlo per quelle meno ricce.

Mi ammalai, paradossalmente, di manie ritualistiche da sofista senza una donna nel sofà a mo’ compensativo del vuoto dovuto al non riempirla come dio comanda e sa.

Al che, sia Matt Dillon di di Rusty il selvaggio che de La casa di Jack, autodefinitosi Mr. Sophistication, mi fecero un baffo. Christian Bale di American Psycho, invece, amante di Phil Collins, l’avrei sbattuto al muro in men che non si dica. Altro che Bateman redentosi in Batman. Avrei tagliato subito il suo pipistrello e il suo psicopatico irredento.

Non fui misogino ma abbastanza misantropo… sì. Anche molto topo senza topa. Rimediai, mettendoci delle toppe. Sì, qualche volta spaccai i pantaloni senza volerlo pur assai volendola in modo tremendo.

I miei amici credettero che fossi invece Matt Dillon di In & Out.

Segui appassionatamente tutte le notti degli Oscar e spesso ballai da solo davanti allo specchio, indossando alla pari di Kevin Kline, eh già, un giubbotto di pelle nera da Village People.

E dire che scoprii di essere Mark Wahlberg di Boogie Nights, ex modello per Calvin Klein.

Al che, dopo non averne viste manco per il cazzo, rividi Cruising con Al Pacino e compresi di non essere né omosessuale né omofobo.

Neanche un serial killer come Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti. Uno che mi stette sempre sul cazzo. Per quanto ne sappia, comunque, Jodie Foster stette sul cazzo solo di Russell Crowe. Jodie è lesbica ma pare che, con Russell, Jodie non abbia finto alla maniera di Meg Ryan di Harry ti presento Sally. Peraltro, dopo la separazione da Dennis Quaid, Meg Ryan non finse per nulla. Sempre con Russell, famoso sciupafemmine toro, no, Il gladiatore.

Jodie Foster invece, a tutt’oggi, non si sa che cazzo voglia. Ah, lei, la bambina dello spot Coppertone.

Come disse Michael Madsen de Le iene (Reservoir Dogs) a Mr. White:

Continuerai ad abbaiare a lungo, cagnolino, o comincerai a mordere?

Sì, Harvey Keitel, in Taxi Driver, la traumatizzò.

Ne Il silenzio degli innocenti, Jodie ebbe la sua vendetta. Ma non fu un film di Tarantino con Uma Thurman nei panni della sposa. Né il finale dii Kill Bill vol. 1. Ah ah. Ecco…

In Sotto accusa, Jodie fu stuprata.

Sia per Sotto accusa che per ll silenzio degli innocenti, vinse l’Oscar. Non lo vinse per due ani, no, per due consecutivi anni ma poco vi mancò.

A seguire, vi ecciterò… no, vi citerò invece un attore che vinse l’Academy Award per due volte di seguito.

Sì, prima di arrivare… bisogna farsi il culo. Ah ah.

Al che, distrutta psicologicamente, divenne muta come in Nell. Poi, da femminista cazzuta, si sfogò ne Il buio dell’anima, pigliandosela contro ogni cazzone non rispettoso delle purezze virginali da The Dangerous Lives of Altar Boys.

Cadendo però in una forte depressione peggiore di Mr. Beaver. Cazzo, dire che un tempo persino un figlio di puttana come Mel Gibson, un ipocrita più baro di Maverick, riuscì a farle credere di essere Monica Bellucci de La passione di Cristo.

Ora, Monica Bellucci è sempre molto bella. Anche ancora molto scema. Come attrice “pura”, non è buona ma fa veramente schifo, sì, non vale una beneamata minchia. Diciamo che induce ad atti impuri, essendo solamente bona.

Jodie invece è bella e molto intelligente. Così intelligente da risultare antipatica. Ma non importa.

È fermamente convinta delle sue posizioni dure…

Tanto, anche se a un uomo duro risultasse simpatica, tralasciando Russell Crowe, lei non gli sarebbe empatica.

Eccoci dunque arrivati a Kurt Cobain, maestro dell’empatia e al contempo dell’agonia, dell’apatia, della malinconia e di tutte le vite talmente senzienti da essere precocemente volate via.

Celeberrima è la sua lettera. Cioè, da Kurt scritta pochi attimi prima di farla finita.

Riproponiamola:

«A Boddah.

Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po’ vissuto che preferirebbe essere un bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti della scuola base del punkrock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, come l’etica dell’indipendenza e della comunità, si sono rivelati esatti. Non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole. Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento alzarsi forte l’urlo del pubblico, non provo quello che provava Freddie Mercury, che si sentiva inebriato dalla folla, ne traeva energia e io l’ho sempre ammirato e invidiato per questo. Il fatto è che non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti né nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente è quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%. A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo (e l’apprezzo, Dio mi sia testimone che l’apprezzo, ma non è abbastanza).

Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo coinvolto e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Sono troppo sensibile.

Ho bisogno di stordirmi per ritrovare quell’entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fan della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e credo di amare troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile, ingrato, pezzo dell’uomo Gesù! Perché non ti diverti e basta? Non lo so. Ho una moglie divina che trasuda ambizione ed empatia e una figlia che mi ricorda di quando ero come lei, pieno di amore e gioia.

Bacia (Frances, ndr) tutte le persone che incontra perché tutti sono buoni e nessuno può farle del male. E questo mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l’idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall’età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perché io amo e mi rammarico troppo per la gente. Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono un bambino incostante, lunatico! E non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.

Pace, amore, empatia. Kurt Cobain.

Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.Ti prego Courtney tieni duro, per Frances.

Per la sua vita, che sarà molto più felice senza di me.

VI AMO. VI AMO».

Amore!

La compagna di Kurt, si sa, fu Courtney Love. Una donna forse più troia della pornoattrice Brandi Love.

Infatti, dopo aver intascato l’eredità da Kurt, Courtney scopò Edward Norton. Conosciuto sul set di Larry Flint.

E ho detto tutto…

Vedete? Potrete inseguire il vostro Buddha, cercare il Nirvana ma troverete una troia che vi metterà in croce.

Sì, Kurt non fu Gesù. Non fu il messia di nulla. E io non vado più a messa. Invece, voi andate a messaline.

Jim Morrison, d’altro canto, morì di overdose. Oppure, probabilmente morì in quanto Meg Ryan di The Doors (glie)lo rese troppo sensibile.

Bob Marley, cantore dell’amore libero, non avrebbe avuto rispetto del dolore di Jim, dovuto al troppo amore. L’avrebbe trattato da femminuccia, cantandogli No WomanNo Cry.

Comunque, Marley non sarebbe mai andato con Brandi Love. Invece, Freddie Mercury fu Tom Hanks di Philadelphia e, poco prima di morire, alla maniera del personaggio interpretato da Tom, forse cantò Maria Callas.

Che tragedia. Pochi istanti prima di esalare l’ultimo respiro, si assume un’espressione da Forrest Gump.

Bisogna, malgrado tutto, credere all’amore. Insomma, The River e Tougher Than the Rest sono due delle canzoni più belle di tutti i tempi.

Frank Sinatra fu ribattezzato The Voice. Sì, fu anche un mafioso, però. The Rat Pack!

Dunque, il più grande rimane Elvis. Anche se China Girl è una canzone di un altro pianeta.

Tornando a Telemontecarlo, all’epoca passò la pubblicità di una cinematografica retrospettiva dedicata, settimanalmente, a Robert De Niro.

Questa pubblicità finiva con l’annunciatore, di voce caldissima, che recitava:

il più grande, il più grande di tutti.

Cioè Robert De Niro?

No, io.

Ah ah.

Sì, riguardandola sotto un’altra prospettiva, senza retrospettive e lagnose retrospezioni, dopo una torturante altrui ispezione sui miei coiti, no, sul mio conto, debbo ammettere che Massimo Troisi di Non ci resta che piangere è un grande. Yesterday…

Comunque, a John Lennon, preferirò sempre Al Pacino de La canzone della vita – Danny Collins. Rod Stewart, invece, è un cretino.

Ah ah ah!

Sono sia cinico che romantico. No, non ho perso le parole come Luciano Ligabue. D’altronde, ho una bella voce. Anche qualcos’altro.

Su questa potentissima freddura, vi lascio, sperando che non cazzeggiate oltre il lecito consentito.

La dovreste finire anche con quei commenti più scontati delle colonne sonore da du’ soldi… sei bellissima, sei illegale!

Altrimenti, chiamo Hannibal Lecter.

Ah ah.

Sì, adoro Simpathy for the Devil.

Ah ah.

Ah, per tutta la vita la gente non comprese il mio mood. E me le suonò, urlandomi: ma perché ridi?! Che tristezza!

Di mio, me la suono e me la canto quando cazzo mi pare e piace.

Se non ti piaccio, alla mia lei piace, eccome.

Dunque, fatemi il piacere…

elvis

di Stefano Falotico

Poesia di un uomo che fu cupo, forse anche lupo e ora è di nuovo, magicamente, benvoluto


15 Apr

93411662_10216242810925813_5288001521957470208_oLa futilità del tempo aromatico ancora nel mio cuore si staglia e io, riesploso nella solare vita amorosa, non più melanconico, dopo che nel buio ermetico giacqui, come Dracula di Bram Stoker soavemente rinacqui. Nella vita, vi è chi starnazza, c’è chi volgarmente strepita, chi rimane un asino e raglia e chi, come un Falò, calorosamente ancor abbaglia. Ah, quello lì abbaia, quella là latra e sta pure nella latrina.

Io fui un uomo che, nella tristizia, ululò spaurito.

Poi, ancora di vita riposseduto, in mezzo agli spari degli invidiosi e degli accidiosi, nel chiasso di cattivi uomini gelosi e non più di donne golosi, per fortuna sparuti o perfino finalmente spariti, di mio cuore ertosi in gloria marmorea, non so se in gola di voce rosea, decanta la beltà mia e forse della mia amata giammai perduta.

Presto di fortissima passione ancora baciata e incontaminata.

Come me non vi è nessuno, per fortuna o per (dis)grazia ricevuta, ridatemi il benvenuto e facciamoci assieme una bevuta.

Sono l’idolo assoluto?

Non lo so.

Quel che so è che m’addormentai, persi il senno e molti seni ma in verità vi dico che sono un dio quando voglio e soprattutto se la mia lei mi vuole.

Un Falò angelico e diabolico.

Non più la mia anima si duole, non più dorme, oh, che bell’homo…

 

Firmato
Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)