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Festival di Cannes: provocazioni? Il finto scandalo di quel “cretino” di Verhoeven con Benedetta, Sean Penn boomer oramai alla frutta, a Venezia vi fu Persécution di Patrice Chéreau, Charlotte Gainsbourg e ho detto tutto…


11 Jul

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Virginie+Efira+Dior+Dinner+74th+Annual+Cannes+qaauIM68kgNxA quanto pare, pur non trovandomi io alla Croisette, neppure alla montée des marches, non trovandomi però neanche alla Montagnola, famoso ritrovo serale di pusher e drogati del bolognese, pur non essendo Nick Nolte/Montagnet di Triplo gioco – The Good Thief, remake di Neil Jordan del capolavoro polar Bob il giocatore di Jean-Pierre Melville, quest’ultimo da non confondere con Herman Melville, autore letterario di Moby Dick, Triplo gioco a sua volta da non confondere con l’omonimo film di Peter Medak, in originale Romeo is Bleeding, con un Gary Oldman più strafatto del suo Norman Stansfield di Léon di Luc Besson con Jean Reno che non guida una Renault ma, in Costa Azzurra e a Parigi, in BMW girò Ronin con De Nirò (no, l’accento francese non ci sta, ah ah)… De Niro che, con Besson, filmò Cose nostre – Malavita in Normandia, più precisamente a Verneuil-sur-Avre, non molto distante da Mont Saint-Michel, film nel quale vi è Pfeiffer Michelle… oddio, a Cannes è passato Stillwater (famoso fenomeno de La Mer di Charles Trenet, no, umano e à la Il principe delle maree, ah ah) con Matt Damon e Camille Cottin, la quale forse, in House of Gucci, abiterà a Roma in una maison antica piena di pietre preziose studiate dall’ex geologo e orologiaio, no mineralogista Pierre Louis Antoine Cordie. Villa ove pedagogizzerà i figli secondo i metodi di Pierre de Coubertin, profumandosi di Chanel Preston, no, Chanel n.5 oppure sfilando tutta odorabile in passerona, no, passerella da prêt-à-porter di Jean Paul Gaultier…

Dai, basta coi baci alla francese. Date i baci Perugina anche al pan di Spagna con tanto di zuppa inglese pure alle portoghesi che amano la Marsigliese per una vera rivoluzione non francese, bensì sessuale, mai avvenuta col 69, no, col ‘68, mai attuatasi concretamente con Robespierre.

E che sono queste P.R,? Cosa? Sono esperte di pub. iche relazioni?

Ci vuole Liberté, égalité, fraternité così come insegnò Marlon Brando a Maria Schneider in The Last Tanga, no, Tango in Paris. Evviva The Dreamers di “Bernarda” Eva Green, no, di Bertolucci Bernaldo.

A Cannes stanno passando porcate a non finire.

Paul Verhoeven, dopo averci regalato RoboCop (grande film ma non un capolavoro) e Atto di forza, dopo aver visualizzato il sogno di ogni uomo virile alla Michael Douglas (un pover’uomo, comunque, stalkerizzato sia in Attrazione fatale sia in Rivelazioni), mostrandoci quella di Sharon Stone in Basic Instinct e quella di Liz Hurley, no, della Berkley in Showgirls (stronzata oggi considerata bellissima, dai, su), dopo aver usato la più bella controfigura mai vista per Jeanne Tripplehorn, dopo averci deliziato con Elle, interpretato da Isabelle Huppert, adesso c’ha ammorbato con Virginie Efira. Anche lei già presente in Elle. E da tempo immemorabile poco vergine. Ma quale Virginie e virginale! Ve lo dico subito. Se non siete stati fra quelli presenti a Cannes per l’anteprima di Benedetta, non vi siete persi nulla. Basta che noleggiate Un amour impossible e Tutti gli uomini di Victoria e capirete che Virginie è quasi Nymphomaniac come Charlotte Gainsbourg. Vera donna da Antichrist, ah ah.

Nell’appena eccitatovi, no, succitato film di quel cazzone di Lars von Trier, la Gainsbourg sembra Chanel Preston e Liza Del Sierra (oramai ritiratasi ma li tirava) nei film di blacked.com. E ho detto tutto. La Gainsbourg, alla pari della madre, Jane Birkin (birichina, eh eh), è specializzata in scene da Chloë Stevens Sevigny (è nata negli Stati Uniti) di Brown Bunny. Ove Vincent, non Cassel, fa un po’ troppo il Gallo.

La Gainsbourg, nonostante si sia data… molto, ha girato un solo capolavoro, cioè Persécution di Patrice Chéreau.

Detto questo, Sean Penn, oramai idiot savant totale, dopo averci ammaliato con le prime quattro sue opere da regista, dopo aver rovinato Jean Reno (un missionario poco pratico della missionaria) nella pellicola Il tuo ultimo sguardo, dopo essersi recentemente sposato con una ragazzina divina che ha quasi la stessa età della figlia, cioè Leila George, dopo essere stato assieme all’unica donna decente (Robin Wright) del suo curriculum da tro… ne, tombeur de femmes della Madonna (cioè, la Ciccone), cioè dopo aver avuto indicibili flirt con topone però che fanno rima con zoc… one, in Flag Day recita la parte di un padre pieno di sensi di colpa da coglione. Certamente, è credibile quasi quanto Jack Nicholson di 3 giorni per la verità quando vuole farsi perdonare da Anjelica Huston. E ho detto tutto un’altra volta.

Ora, la donna francese col più bel lato b non è Laetitia Casta, bensì Charlotte. Chi? La Gainsbourg? No, Charlotte Le Bon. Ah, per forza, a Bologna direbbero a mo’ di Stefano Accorsi: socmel se l’è bona. Maxibon! Ah ah. Comunque, Le Bon è canadese. Ah ah.

Presto, concorrerà a Cannes anche Nanni Moretti. Il quale, dopo Caos calmo con Isabella Ferrari, è credibile nei panni di un uomo “duro” che non tradisce mai le istanze della personalità da Tre piani, eh già, quasi quanto Michael Rooker del suo odiatissimo, in Caro diario, Henry…

Che posso dirvi di me? Credo che Shannon Tweed abbia tradito Gene Simmons nel film Singapore Sling. Penso di essere, anzi sono David Wissak di Twentynine Palms per la regia di Bruno Dumont. Con l’unica differenza che la mia lei è molto più bella di Yekaterina Golubeva. Povera la Yekaterina. Russa e morta alla sola età di 44 anni a Parigi.

Comunque, la dovreste finire anche col Cinema del polacco Andrzej Żuławski. Uomo da Femme publique come Valérie Kaprisky, uomo da Sophie Marceau de Il tempo delle mele, no, di Mes nuits sont plus belles que vos jours & Amour braque – Amore balordo.

Sapete, pur non essendo io bisessuale e non soffrendo di AIDS, adoravo il film Notti selvagge (Les nuits fauves) di e con Cyril Collard e Romane Bohringer. La donna dal seno più bello di sempre.

Quindi, se l’Italia vincerà contro l’Inghilterra, non voglio nessun Margheritoni/Andrea Roncato che, a Isabel Russinova, cantò Toto Cutugno. Buongiorno Italia, buongiorno Maria con gli occhi pieni di malinconia…

Basta con gli italiani medi. Vogliamo un genius vero. Qualcosa di veramente spaventoso. Io sono un autarchico, non Moretti! Sino a qualche anno fa era impensabile poter girare un film da Lav Diaz con un cellulare Samsung di 140 Euro. Oggi, si può girare un film di 140 ore. Migliore di Femme Fatale di Brian De Palma e con un piano sequenza più spettacolare dell’incipit de Il falò delle vanità. Anche perché, a proposito di Ronin, credo di essere l’unico uomo del 2021 a sapere chi sia, cari cinefili da mercato ortofrutticolo, John Frankenheimer. Uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Vi dovete solo vergognare. E voi, voi che dite che Verhoeven è un genio come David Cronenberg. Per piacere, basta! Mi ha fatto morire Francesco Alò, Ha definito Benedetta un Giovannona Coscialunga alla Ken Russell. Detto questo, a Leos Carax, preferisco Lilli Carati. Uh uh.

Ebbene, cari gobbi di Notre Dame, no, uomini Klaus Kinski di Per qualche dollaro in più, cari pervertiti come Gian Maria Volonté in tale film, (Volonté non è francese, ah ah) ché violentate perfino donne purissime come Nastassja, oltre ad andare con bagasce come Deborah Caprioglio, se qualche stronzo vuole distruggervi, arrivo io e dico:

Sei stato poco attento, vecchio. Colonnello, prova con questa. Indio, tu il gioco lo conosci.

Mi sa che conoscete poco il Cinema, poco gli uomini e le donne, avete letto pure pochi libri e siete moscissimi.

Ricordate: sono il più grande artista del mondo, non abito a Montmartre ma sono il re dei martiri. In vita mia, fumai solo una canna. Scusate, Cannes è il plurale inglese di quella che vi fate voi? Sì, esiste Il tempo delle mele ma anche quello delle pere. Di mio, non sono un drogato e non ho il fisico a pera. Conoscete ogni unità di misura Ampere? Ah sì? Però, qualcosa sapete. Scusate, alle pere preferisco le pesche.
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di Stefano Falotico

UPDATE:

Monday, July 12, 2021 – Vinciamo gli Europei, Nanni Moretti presenta un nuovo capolavoro, cade la regina, le ignobili débâcle di Verhoeven e Sean Penn, aveva ragione John Lennon

Amici, son invecchiato anche io. O forse sono ringiovanito ma gli altri non possono sapere chi io sia, chi sono. Non lo so neppure io.

Per la prima volta in vita mia, ho avvertito di essere percepito in maniera giusta dal prossimo.

Sì, purtroppo o per fortuna, a Settembre compirò 42 anni.

Anche se me ne sento 16, al massimo 20. Perché, per tante circostanze avverse, mi sono mancati, mi mancarono tanti anni di vita.

In un passato oramai remoto, mi auguro superato anche se non del tutto rimosso, lo sapete, gravemente mi ammalai.

Si trattò di una patologia piuttosto pesante. Divenni un film di Bergman. Inutile stare a spiegare, perfino a me stesso, cosa (mi) successe in maniera imponderabile.

Non fui mai davvero malinconico, fui semplicemente altrove. Chissà dove. E, quando mi ripresi, la gente pensò che avessi mentito loro.

Ma non voglio condannare nessuno per i suoi errori ed orrori, tantomeno me stesso.

I miei occhi hanno riacquistato la luce della vita. E sento, dentro di me, una forza spaventosa.

Nessuno mi ha, sino ad oggi, mai visto così. Nemmeno io, ah ah.

Infatti, le possibilità sono due: o sono impazzito del tutto oppure sono stato illuminato da qualche dio miracoloso. Io, nei confronti di me stesso, non sono misericordioso.

Non mi sento triste, anzi. Mi fa solo tristezza, appunto, sentirmi giovanissimo e invece essere visto come uno di mezza età.

Al che, ordino un caffè al bancone e il barista dice alla barista: – Che cosa aspetti? Servi il signore.
Il signore sarei io. Poi ordina alla stessa ragazza: – Quel ragazzo aspetta la sua ordinazione da quindici minuti. Servilo. E fai in fretta. Ah, hai servito o no questo signore?
Il signore, ripeto, sarei io.

Non ho rimpianti. Perché le parole mi escono dalla bocca con una semplicità disarmante. Sì, ho letto molti libri ma certamente meno rispetto a gente che sa parlare peggio di me. Ah ah.

Abbiamo vinto gli Europei? No, hanno vinto. Oramai è trascorsa qualche ora da questa vittoria storica. E, stamane, inizierà per me e per molti di voi una nuova giornata senza miliardi da calciatori pieni di oro.

Voglio fluttuare, navigare nella mia anima come un impavido pirata delle mie emozioni sprigionate, del tutto liberatesi dei tormenti esistenziali del mio ignoto tempo senza vita e senza spazio. Non ho voglia di pensare al domani. Gioirò di tutto, morendo nel mio cuore a ogni ora per poi rinascere allo spuntare di un nuovo giorno pieno di calore e colore.

Sono in fase oramai calante? Forse sì. Dietro di me vi sono grandi libri da me scritti. Sì, lo sono. E forse un dì, quando sarò io morto da un millennio, qualche ragazzo li leggerà e vivrà, attraverso le mie parole, quel che io vissi quando li scrissi. Sentendosi, come me, allegro e scanzonato, poi arrabbiato e disperato, depresso e tormentato, sfigato e poi fortunato, amato e ripudiato, odiato e invidiato, vilipeso e oltraggiato, ferito e poi resuscitato. Ma è la vita.

Il resto è sovrastruttura che la gente, attraverso libri inutili di scuola e di Storia scritta dai vincitori, impara a menadito. Ripetendo cioè la pappardella a memoria per far contenti amici e parenti.

La mia vita fu sbagliata, sbiadita, clamorosamente inaudita. Da me stesso non concepita, negata e poi riabbracciata.
Sto scrivendo un altro romanzo, provvisoriamente intitolato Bologna POLAR.

Forse farà schifo, forse sarà bellissimo, forse non lo finirò, ah ah. Oppure, poche ore prima di dare il visto si stampi per la pubblicazione, per strada incontrerò un assassino e questo qui mi ammazzerà. Poi la mia casa brucerà e il libro non più esisterà, ah ah.

Voglio prenderla con Filosofia, con armonia, perché no, anche con Biologia. Ah ah.

Credo di conoscere molto bene il Cinema, gli uomini e le donne.

Una volta John Lennon cantò… immagina un mondo senza religione…

Senza bigotti moralismi e oscurantismi, aggiungo io.

Voglio ora divertirvi, giocare, giocare con le parole.

Perché son un menestrello, sono brutto o forse bello, son un porcello o solo un cesso.

Non voglio il successo e non so cosa mi sia successo.

 

 

Buon compleanno a Paul Verhoeven, genius quasi quanto Cronenberg, indubbiamente inferiore a me: i suoi tre film migliori, perlomeno i più fighi quasi quanto Casper Van Dien di Starship Troopers


18 Jul

paul verhoeven

Mentre la gente confonde Betlemme con Gerusalemme e Bruxelles con Amsterdam poiché, non solo ad Amsterdam, bensì pure a Comacchio, si fa le canne, anche le racchie, a Nantes sta bruciando la cattedrale gotica. Siamo o non siamo dei romani, no, dei romantici? Dunque, ci vogliono soltanto le fiamme… della passione!

Di mio, in passato fui altrettanto “bruciato” come Notre-Dame, divenni gobbo ma poi rividi Fuoco assassino di Ron Howard e la finii di essere Ombra/De Niro. Abbasso il tricticlorato, è meglio mangiare dei carboidrati, fidatevi.

La polizia francese sta cercando il piromane che appiccò l’incendio doloso. Secondo me, fu Donald Sutherland, oppure Scott Glenn, interprete peraltro del Man on Fire originale senza quel Nerone di Denzel Washington.

Dopo queste freddure che riscaldano l’atmosfera estiva, già di per sé più rovente di Maria Sharapova super osé in topless, osanniamo un regista più bravo, con le sue trame contorte, di Marco Van Basten, il più grande centravanti dei Paesi Bassi, il più forte di tutti i tempi. Il quale, grazie alle sue rovesciate e alle sue volée migliori dei colpi di rovescio del tennista Paolo Canè, segnò il goal più spettacolare della Storia nella finale degli Europei di Calcio del 1988. Non ve lo ricordate? Ma che volete sapere, voi? Non siete uomini da parabole balistiche come quelle del sottoscritto. Diciamocela, siete solo dei ballisti senza palle.

Sì, oggi è il compleanno di Paul Verhoeven. Regista olandese come l’attore suo pupillo, da lui oserei dire “scoperto”, ovvero il compianto Rutger Hauer. Invero, Verhoeven, oggi tenuto molto in auge dall’intellighenzia critica, la quale rivalutò ampiamente anche il suo Showgirls, all’epoca bistrattato e malvisto da Paolo Mereghetti, tranne nelle scene ove Liz Berkley si denudò con enorme generosità, inducendo Paolo a guardarla, no, a rivederlo meglio, ecco… non fu molto cagato fino a tempi recenti, per l’appunto.

Perlomeno, prima di Black Book e di Elle. Il prossimo anno, dovrebbe uscire con un film tremendamente ambiguo più della monaca di Monza, ovvero Benedetta. Sarà un film maledetto?

Mah, di mio, so per certo che possiedo la versione integrale di Basic Instinct. Film che, come tutti gli altri di Paul, non di Paolo, fu decisamente sottostimato. Dunque messo a novanta dalla Critica che lo stroncò con giudizi più lapidari e freddi di un tritaghiaccio. Michael Douglas se ne fotté e oggi, superato il Cancro, pare che fotta ancora la Zeta-Jones. Andiamo avanti. Ecco la lista dei tre film più belli di Verhoeven. A volte faccio il piacione, altre volte sono indubbiamente un coglione. Non sono Van Dien ma soventemente sparisco dal mondo come Casper il fantasmino. Malgrado ciò, a dispetto di tutte le prese in giro, sì, ricevute nel cul… no, sono più duro di Schwarzenegger, detto anche Ercolino.

Atto di forza: Schwarzy recita peggio di un culturista su Instagram. Capace solo di esibire pose plastiche.
Capolavoro! Basic Instinct: tutti si distrassero, eccitandosi dinanzi a Sharon a gambe aperte. Non si vede un c… o, comunque. Douglas non si mostra infatti totalmente ignudo, eh sì.

Invece rivisto col seno, no, senno di poi, è un buon thriller girato coi coglioni. RoboCop: cioè la storia della mia vita. Ero buono, mi macellarono e divenni un super uomo che, dopo aver perso la memoria, non credette alla seconda legge di Murphy: se qualcuno può andar male, lo farà.

Meglio il Falò. Non è un incendio pericoloso, è un uomo incendiario. Perciò, prima di sparare a zero sulle persone, imparate a leggere e a scrivere. Poi ne riparliamo. Altrimenti, mi sa che farete la fine di quel tizio che voleva stuprare, in tale pellicola, una dolce signora e rimase senza una min… a.

 

di Stefano Falotico

RoboCop: la situazione raccapricciante del Cinema e della società odierna


11 Jun

lambrenedetto

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Premetto questo: non voglio sembrare disfattista e misantropo, oppure misogino.

Io credo eccome nell’amore e nei rapporti umani.

Sono molto romantico. Non mi credete? Sì, ero innamoratissimo della mia lei. Così come Silvio Pellico, con Le mie prigioni, scrisse col sangue sulla carta igienica, io scrissi la mia lettera amorosa sulla carta degli affettati da banco.

In quelle righe, vergate mentre mangiai in contemporanea una salsiccia, tra la forchetta e una fine stilografica, v’era contenuta tutta la mia mascolinità sanguigna. Tutta rosolata, fra l’altro. Da spedire a lei e offrirgliela in un elegante piatto d’argento.

Ah ah.

La dovreste finire di definirvi uomini carnali oppure, peggio, leopardiani. Al massimo, se proprio vi andrà grassa, potrete essere venduti assieme a quell’altro coniglio del vostro amico che continua a magnare lo speck, fumandosi il crack, facendo la bella figa che non ha mai guadagnato una coppa.

Più che Silvio Pellico, nonostante vi siate imprigionati da soli per colpa delle vostre inibizioni, vi occorre il pronto soccorso. Be’, non esageriamo, basterà un po’ di penicillina e allieveremo ogni pene d’amore.

Ah, scusate, ho scritto pene, non va bene. Volevo scrivere… pena. Quella che fa l’umanità. Quella lì invece se li fa tutti e non si accontenta mica soltanto dei comuni terroni, no, terreni e terragni. Ah, vuole l’intero universo.

In tutta franchezza, la spedirei nello spazio.

Sì, non sono un moralista ma un uomo (im)morale. Ostilmente incaponito a inseguire i miei sogni. No, non sono insaponato nelle vostre lobotomie da pulizia mentale. Anzi, polizia.

I miei sogni non verranno più macerati, macellati e infranti, infangati da criminosi fascisti e fangosi (s)mascherati dietro la perbenistica parvenza della rispettabilità sociale di una fasulla, innocua acquiescenza.

Questa è la gente peggiore. Gente che si nasconde nel folclore. A cui io do il mio cloro e il fosforo poiché queste persone, sì, costoro paiono fosforescenti ma sono, in verità, solamente impostori e dementi. Io sono una voce fuori dal coro e dai tonici corpi. Miei daltonici.

Io sono un uomo distonico, il quanto falotico e distinto. Non mi abbasso ai vostri beceri istinti e non coloro i capelli con le vostre un(i)te tinte.

Credo davvero che abbiamo toccato il punto più basso e disumano della nostra civiltà.

Una spropositata vetrina animalesca di esibizionismi edonistici, di persone egoistiche che incorniciano i loro successi solipsistici in selfie magnificanti la loro apparenza di plastica più sconsolante.

È una società di svastiche. Anche di mucche. Vacca troia.

Sono un adoratore della bellezza femminile e m’entusiasmano queste gambe lunghe, iper-chilometriche che, inguainate in collant attizzanti, sguinzagliate in abiti succinti, volteggiano ribalde nel pullulante fiorire di donne fisicamente perfette che espongono, senza vergogna, le loro vergogne e, disinibite, le loro grazie armoniose in pose statuarie e arrapanti. Ove glutei sodi e marmorei si accordano leggiadramente a seni esorbitanti, strizzati in body sudati onestamente eccitanti che svettano nel perlaceo splendore di palestre toste e sfiancanti. Per amori ficcanti!

Queste donne so’ proprio tante…

Caviglie lisciamente sottili a prolungamento… di piedini smaltati con dolcezza e la levità venosa di cosce depilate con rasoi avvolgentemente elettrici si stagliano nel panorama glabro d’un mondo vano e avaro.

Evviva Vitali Alvaro!

Qui sembro il mitico Giuseppe Simone…

Uomini impettiti, effeminati in vanità offerte al ludibrio carnale di occhi ingordi delle sconce carnalità invereconde, parimenti a queste donne apparentemente impeccabili, inappuntabilmente c’elargiscono sorrisi di finta felicità. Ove la serenità smodata, vivandata, sputtanata pare il motto pronunciato dalla mono-espressività robotica dei loro (al)lineamenti affilati. Ché vorrebbero essere raffinati e invece pacchianamente sono soltanto leziosi e affettati. Come prosciutto servito in macelleria dal garzone da cui loro si riforniscono, mangiando a sbafo sulla sua dignità poiché gli urlano che non deve farsi il fegato amaro se è sfilacciato e sfigato mentre loro divorano costolette di maiale e mortadelle magrissime come i loro addominali piattissimi. Ma soprattutto come i loro cervelli prosciugati da deficientissimi.

Essi vivono… si fotografano bellamente e imbellettati assieme a compagnie che sembra che si divertano un casino, gironzandolo in spiagge caraibiche e città straniere ove le guglie gotiche stonano dinanzi a tanto barocchismo volgare da cubiste intonate alle discoteche dell’allegria mortifera.

Ecco, tutto questo prologo, quest’arrabbiato, screanzato, urlato preambolo incazzato da uomo di/a voi scazzato, m’è servito a introduzione di un discorso esegetico-cinematografico ancora più infoiato e sbandierato. Sì, quest’enorme, destrorso, distorsivo paese dei balocchi nasconde invero, ha ragione Vittorino Andreoli, insanabili disagi psicologi al cui confronto il morbo virale-antivitale, da evitare ed evirare, de L’ombra dello scorpione è solo una macchia d’olio sulla gamma delle vostre foll(i)e camuffate da ilarità spedita a tutta velocità, come un buco nella gomma pneumatica di una station wagon nel deserto dei vostri buonismi da film per famiglie di risma.

Che significa quello che ho appena scritto? Un cazzo. Non significa nulla, è un lessicale, forse dislessico, epilettico e oserei dire ellittico divertissement, un calembour quasi identico al vostro sterile carnevale di burle e bulli, di pupe e poppe.

Siamo sprofondati nell’idiozia più profonda. Immonda!

Mi auguro di non sbagliare nel credere che il Joker con Phoenix sarà un tonitruante pugno allo stomaco scagliato veementemente contro questa società all’apparenza intonsa, invero sbagliata e stronza. Una società che è una puttanata mille volte più oscena della miglior puntata platinata di Beautiful. Un’enorme, interminabile cagata.

Altro che società progressista e liberale.

No, io non credo al consumismo ma neppure al comunismo e non sono iscritto al Partito Radicale.

È tutto uno schifo, diciamocela.

Vittorio Feltri parla da nababbo ma sembra una scimmia, una mummia, Salvini onestamente è spuntato dall’utero di Nonna Papera, Salvini è un down sovrappeso.

Sì, aveva ragione Totò. Salvini non può essere un onorevole.

È un ignorante e si deve informare riguardo al fatto che, nel suo DNA da decerebrato, vi è una terza copia del Cromosoma 21. Anche la seconda copia di Elisa Isoardi. Sì, visto che non riesce più a scoparsela, quest’uomo lardo ha chiamato Robert De Niro di Godsend. Elisa l’ha rigenerata in vitro.

O forse l’ha ricreata come Kenneth Branagh del suo Frankenstein. L’è venuta fuori un mostro come Helena Bonham Carter nel finale.

Ogni giorno, Salvini clona troiate a tutt’andare. E la gente abbocca a questo panzerotto deforme e mal sfornato. Sì, Salvini è un panzerotto. Non lo sapevate?

Se andate a Ferrandina, cittadina lucana ove i panzerotti vanno forte, sopra ogni panzerotto scaduto, i baristi, certamente meno bari di lui, ed evviva anche Lecce, mettono sopra Matteo la scritta:

svendiamo di saldino per pochi soldini un Salvini. L’involucro è delizioso ma la sua panza, soprattutto mentale, è solo formata da mozzarella filante da povero cazzone puttaneggiante.

Dopo aver deglutito Salvini, salvatevi.

Pensate alla salute, salvemiei burini.

Abbasso i tortelloni come Salvini, uomo vomitevole peggio del burro con l’ammuffita salvia.

A proposito di cibi stomachevoli e di ricette culinarie, adesso Vittorio Sgarbi, anziché recensire un’opera pittorica, gira video per il suo canale YouTube ove sta a capotavola nelle trattorie degli agriturismi, celebrando il ragù.

Viaggia per tutta Italia. Da Palermo a Siracusa, da Torino e Domodossola, lui dice che nessuno adesso potrà più dargli addosso. Poiché è in pensione e non ha da chiedere scusa alla Chiesa e a chicchessia.

Dunque, scoreggia ignominiosi escrementi ideologici, stando seduto sul cesso. Ma soprattutto continuando a stare a tutti sul cazzo.

I critici cinematografici invece non sono critici dell’unica cosa che dovrebbero (ri)guardare con oculatezza e maggiore oggettività: la loro vita.

Sono passatisti, esaltano solamente il Cinema di quarant’anni fa visto che, in effetti, Quel pomeriggio di un giorno da cani è una spanna sopra l’episodio 2 di Black Mirror 5Un mondo perfetto rimane sempre imbattibile e ogni speranza di rinascita, in questa società marcia che non perdona ed è diabolica nel perseverare dell’ancora ottusamente errare e commettere orrori devastanti, si rivela puntualmente un’infinita utopia marcescente contro cui non può niente nemmeno la più sofisticata scienza. Figurati, scema.

Sì, ve ne siete accorti? Il Cinema e le serie tv contemporanee sono quasi tutte incentrate sui problemi di anoressia, bulimia, sulle psicosi, sulle depressioni galoppanti di un mondo che, a prima vis(i)ta, pare che vada a gonfie vele e invece è scoppiato da un pezzo. Un mondo pazzo di pupazzi.

Quindi, non voglio sembrare Adriano Celentano. Ma tutta questa contentezza io non la vedo. Pregherò per te e per voi.

Si rimane circoncisi, scusate, volevo dire circoscritti nella canzonetta, nella retorica da mezze calzette, nel populismo d’accatto(ni). Oppure, di contraltare, nell’idolatria di quell’altro ritardato di Harmony Korine col suo The Beach Bum.

Ad Harmony Korine preferirò sempre l’intramontabile Trettré, trio comico che dinanzi a questo Harmony e ai romanzetti rosa, dirimpetto a tale suo film falsamente scandaloso e hipster, avrebbe(ro) detto: a me me pare ’na strunzata.

 

Sì, anni e ani di evoluzione ma è oramai Estate e siamo comunque sempre (im)mobili alle galline che sculettano in bikini a Gabicce, allo zoo scimmiesco di bombastiche cretin(at)e televisive ove le bagasce, da prendere a colpi di robusta ascia, mettono in mostra solo le bocce per una società dolciastra da miele di acacia. I ragazzi bocciati si tirano su, segandosi da soli, marinando ancora.

I maniaci sessuali son sempre a caccia.

La donna, laureata al Politecnico di Milano con super specializzazione in trigonometria spaziale della sua figa galattica, ecco che dimentica ogni Enrico Fermi ed esibisce il perizoma per maschi come Christian De Sica e Vieri, detto Bobo che tutte le bomba, che non sanno chi sia Peter Weller de Il pasto nudo e, spingendo a torso nudo e pet(t)o in fuori, cantano:

sotto ’o sole la pelle brucc’

Beach on the Beach

quante signorine very nice

fanno uscire pazzi tutti i boys

Con Sabrina Salerno che è in mutande, no, immutabilmente bona.

No, non è cambiato nulla.

Bruce Springsteen rimane la migliore rockstar di tutti i tempi, Clint Eastwood il più grande e tua madre la solita esaltata che, dopo cinquemila libri filosofici, non se l’incula nessuno ma continua a spacciarsi per donna superiore che ha insegnato alle superiori e che tutti vuole trombare. Ah, per forza, visto che è più racchia della signorina Silvani, l’ha buttata sulla cultura della minchia.

Ho detto tutto.

La vita è una dura avventura. Lo sa bene il pornoattore Bruce Venture.

Marco Montemagno magna e straparla, dicendo ai disoccupati che devono quanto prima inventarsi un lavoro. Lui l’ha fatto.

Certo, non lavora e i poveretti lo riempiono di soldi, credendo ai suoi consigli per l’acquisto del suo libro.

Il panzuto youtuber lambrenedettoxvi urla allo stesso mo(n)do che il lavoro è soltanto sfruttamento. E con le migliaia di visualizzazioni, ottenute grazie ai clic dei miserabili, mette nel suo canale lo sfondo principesco dei castelli della Loira.

Mentre Beppe Grillo rimane la versione clownesca e fake di Linda Hamilton di Terminator 2- Il giorno del giudizio.

Sostiene che i robot sostituiranno gli uomini e quindi la gente non sarà più costretta, appunto, a lavorare.

Ma si fa scarrozzare con la Mercedes.

Ho detto tutto.

Io sono cambiato, voi no.

Che continuate a guardarmi così…

Alla prossima smorfia compassionevole, coglione, ti sparo nelle palle.

 

di Stefano Falotico
robocop

Meglio una vita da cani che Gatta(ca) ci cova


26 Jan

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No, non mi piace la felicità: la felicità non va bene, la felicità non dura. A me piace la depressione: la depressione dura di più, non ti tradisce…

 

È bello essere vivi! Ci sono tante cose che non si possono fare da morti!

 

Dal film di Mel Brooks.

 

Sollevate sempre dei polveroni, dovreste amare di più i film di Paul Verhoeven… e anche le cosce di Sharon Stone. In quel basic instinct, uomini, attingerete al piacere puro del bervi una bionda…

 

Amate la vostra vita così come un imprenditore ama i suoi affari. Sì, siate loschi e costruite abusivamente, tanto pagano gli altri… voi guadagnerete in ricchezza.

 

Gli avvocati sono diversi dalle prostitute. Ti “liquidano” anche se ti hanno (in)castrato.

 

Il mondo si divide in due categorie, quelli che sono dritti e quelli che non capiscono un cazzo, cioè gli eunuchi. Le donne sanno sempre invece come prenderti per il culo anche quando lì lo pigliano.

 

Sabrina Ferilli è come il buon vino. Più invecchia e più diventa rossa. La sua parrucchiera sa come far ubriacare i suoi capelli. Insomma, una donna osé molto rosé.  Usa poco il rossetto ma, davanti alle sue tette, arrossisci come lei.

 

I laureati pensano di essere arrivati. Sono invece soltanto all’inizio della disoccupazione. Nel frattempo, si spacciano per intellettuali.

 

I medici ti curano se hai bisogno. Se non hai bisogno, ti lasciano morire di fame. Al che, intervengono gli psichiatri e l’assistenza sociale. E le loro cure, vi garantisco, vi fanno perdere anche i capelli.

 

L’uomo è un essere semplice. Si accontenta di un lavoretto e di qualche scopata. Le donne più “raffinate” invece vogliono farsi mantenere. Nel tempo libero, fanno un lavoro “duro” con l’amante.

 

Woody Allen è stato accusato di aver abusato della figlia. Pensavo avesse abusato solo del suo cervello. Vabbe’, lui aveva già confessato la verità in Tutto ciò che avreste voluto sapere sul sesso… ma i giornalisti hanno osato chiedere.

 

La masturbazione non è un male. È un male se non hai le mani. E poi “viene” fatta coi piedi…

 

 

Aforismi del Falotico, uomo oggi normale e domani come Norman/Richard Gere.

 

 

Amate la vostra vita, non fatevi clonare, altrimenti dovrete gestire le emozioni di un’altra testa di cazzo. E, voi donne, non fate le gatte morte. Fate solo quelle in calore. Sono un uomo inimitabile, molti hanno provato ad assomigliarmi ma hanno sofferto di troppa genialità, e hanno preferito la loro follia.

 

E ricordate: fra me e un altro, scelgo una donna che mi scopi.

 

 

di Stefano Falotico

“Robocop” reboot, il primo Trailer


06 Sep

Ecco il primo filmato ufficiale targato Columbia Pictures e Metro Goldwyn Mayer del reboot di Robocop.

Nonostante credo che la versione originale di Paul Verhoeven sia imbattibile (è uno dei miei personali capisaldi della fantascienza moderna), sono rimasto sorprendentemente stupito dalle immagini firmate Padilha.

Poi, un cast straordinario, fra cui citerei il ritrovato, grande Michael Keaton, rende la miscela molto esplosiva.

Non ci resta che attendere perché la buona prospettiva offerta, anche con inquadrature affascinanti, si riveli davvero migliori di quel che potevamo appunto preventivare in partenza.

(Stefano Falotico)

“Basic Instinct”, recensione


30 Jan

L’istinto primordiale è l’orda dell’orca assassina nella sua scia profumo ghiaccio

Trama ridotta all’osso, carnale, appiccicata a pelle erogena di brividi caldi secondo l’erotismo “scandalistico” di maniera dei modaioli “scoop” anni ’90. Ove ci s’incendiava per ormoni attoriali d’esibizionismo macho su fascino Michael Douglas e, soprattutto, per una scena “incriminata” d’uno degli interrogatori più celebri del Cinema, nel bene, nel male, nella malia d’una icona elevata diva solo per aver accavallato le gambe nella “trasparenza” molto intima, Sharon Stone, eburnea bionda dagli occhi smeraldo, cristallo di capelli dal fruscio levigato nell’atletica statua d’ebano d’una “smagliatura” elegante su tailleur taglienti “intinti” nei punteruoli innalzati a tacchi d’ogni vertiginosa tachicardia virile.
Sharon, solo un capolavoro all’attivo, Casinò, ma nessuno osa scalfirne la Bellezza eterea d’osé, immortalata proprio allusivamente da Paul Verhoeven in tutto il suo peccaminosissimo, malizioso, splendido equatore dellozenit lussurioso alle libidini dell’uomo che “sorseggia” la sua cravatta nel doppiopetto ansimato dentro, di denti, lo scollacciato reggiseno flessuoso d’indagini ad alto tasso “alcolico” e nelle segrete alcove, ove il lupo Mike azzarderà per azzannarne i prelibati capezzoli succosi.

Una scrittrice di gialli viene accusata di assassinio. Il suo nome, Catherine Tramell, evoca germanica algidità, forse, di Marlene Dietrich.
Uno sbirro viene incaricato d’indagare ma, scovando fra le “mutande nell’armadietto” dei suoi sudati vizetti, s’invaghisce della sospettata, e inizia un gioco assai pericoloso, tramico appunto di “tiramisù” ché, se te ne “fai” scorpacciata, potresti esser divorato da chi tiu sciupa non solo di slurp.
I suoi slip allupano il fedele già traditore della sua “fidanzata” Jeanne Tripplehorn, dottoressa anch’ella in calore che il nostro Nick “Douglas” Curran sodomizzerà troppo manesco in un’esplosione repentina d’aggressivo fuoco “intirizzito”.
Ecco la scintilla della prima botta che fa scattare la molla dell’animale Nick. Un turbamento eccessivo, cambiacruisinghianamente, ringhiantissimo, nel “mostro” che (non) t’aspetteresti a giudicarlo dal suo inappuntabile stile.
Nick forse annusa il profumo di Donna e sfida il suo fiuto. A costo di “venir” scorticato dalla mangiatrice Catherine.

Film “evento”, a suo modo epocale. D’una sensualità permeata di plastici come la calibrata sceneggiatura al gontacocce-clessidra (im)prevedibile del fanatico, iperp(l)ag(i)ato Joe Esztherhas nella fotografia liquidissima di Jan De Bont, poi regista speed a sparirci di torno.
Film spirali, d’amplessi respirati quanto di Sesso espiato dei singhiozzanti pettorali d’un Douglas eccitato, turbolentissimo, frenetico a tastarla, a leccare, ad avvoltolarsi nel misfatto “bianco” scopato in lenzuola insanguinanti, nell’inguine da mandrillo che strilla con Sharon coccolata, burro impetuoso a cui “abboccarono” i fanciulli risvegliati nelle loro “adulte”, non sverginate vogliettine da volpe e l’uva.

Film sopravvalutato, che va svalvolato solo nello zoom di Sharon da dominare.

Anche ora che è matura, Sharon attizza.
E ogni Douglas può fingere, Lei di più.

(Stefano Falotico)

Anche(ggiando) Neil Armstrong era dop(pi)ato, sì l’oppio che l’allunò nel total recall


26 Aug

A Neil preferisco il nulla.

“Memoriando” le imprese memorabili dei ricordi di tutta una vita, fra una meteora che ti saluta, allietando il blu dipinto di blu e la NASA forse col “bugiardino” delle “istruzioni per l’(ab)uso” d’un naso che mentì, allungandosi come Leslie Nielsen de L’aereo più pazzo…, spupazzando il satellite (che s-a-etta satanica) su cui una bandiera americana “sciovinista”, di nazisti “monopoli” capitalisti, piantò le radici del suo sfruttamento e dello schiavismo, opponendosi ai sogni lunatici dei russi con una guerra fredda a base d’eruzioni missilistiche e “aviazioni guerrafondaie-fondamentaliste” (qui, “c’azzecca” Ignazio La Russa, comunque) per il fondamento che affondò i “valori” della società “odierna”, “millenaristica” nel “puttanesimo” globale con le stelle di Hollywood tra festini e Tom Hanks di Apollo 13 che arranca nel seno di Rita Wilson, perché ora è un big (boss man?)si va in rampa(nte)…
Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata.

Sì, in seguito a complicazioni al “cuore”, è morto il primo ”uomo” sulla Luna. Una persona a cui van le mie condoglianze perché capì, come Kurt Russell di Stargate, che questo Mondo non val la pena soffrirlo, altrimenti se ti ribelli alle “tragedie” ti dan quella “capitale”, con tutta l’“America” ad aspettar l’attimo “inderogabile”, fino a prova contraria, della tua morte in diretta, ripresa da videocamere “piazzate” in culo, per la “gioia” di Homer Simpson nella sua villina a schiera, con la birra a urlare: “La mia panza se ne frega, ammazzate subito chi osò sfidare la mia scemenza!”. Sì, impazzano porno in Internet che non richiedono l’iscrizione, il tuo estratto conto di “strozzinaggio” sì però (capperi!), peggio delle violenze mascherate di queste gran fighe sfruttate a mo’ del “manubrio” guardone che un po’ è reattivo e un po’ rallenta la corsa del rutto va in vacca.

Ieri sera, conversai con un mio amico al telefono:

Lui: – Stefano, sei mai stato in un cinemino a luci rosse?

Io: – Ora, il mio nick è Travis Bickle ma mi tocca “igienizzare” già le poltroncine dei tamarri di The Space Cinema, “famoso” ritrovo di villici che “friggono” il pop corn, di cornee cornutissime, del “ragazzo” d’ordinanza, “ordinatissimo” a sbevazzar fra un film di cui capisce il suo cazzo e una tastatina nella sua patta un po’ “distratta” dalla visione, anzi “visibilissimo” ché, mentre “lei” smuove le palle, “lui” sbuffa “Pallosa questa roba”. No, solo sedermi su quelle “sedie”, ove porci e animali hanno appena consumato “chilometri” di sperma, mi costringerebbe a un bagno “caldo”, praticamente bollente, senza patata ma abrasivo dopo che “fu” corrotto.

Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità.

Sì, questa leggendaria impresa è sotto gli occhi di tutti. Infatti, dai grandi sogni, l’umanità “inte(g)ra” è passata a Luana.

Che non gira attorno alla Terra ma ti “rigira”, atterrando sulla tua “propulsione”. “Sparato” con tanto di video privato da “YouTube” casareccio.
Bello, eh? Sì, più che “darlo” a questa qui, “piissima”, scelgo di “darmelo” come sempre a gambe, in gambissima, e alla “negrona” metto su i Negrita, gruppo musicale italiano che viaggia davvero nello spazio della fantasia.

  1. 2001. Odissea nello spazio (1968)
  2. Capricorn One (1978)
  3. Apollo 13 (1995)
  4. Moon 44. Attacco alla fortezza (1990)
  5. Stargate (1994)
  6. Mission to Mars (2000)
  7. Atto di forza (1990)

Evviva la stanchezza c(h)ronica


05 Jul

 

Felicemente “spossato”, son qui, in questo Mondo spaesato, in mezzo a paesani che m’accolgono a braccia aperte e a donne di “buona” accoglienza, insomma, un’accolita di “colite”

Sì, me ne frego, fra voi che avete paura d’amare e poi “ritmate” d’autoradio per la musica che “grandina” nelle vostre piogge malinconiche. Io “accendo” il “pi(s)tone” e “spingo” senza recedere, “incenerendole” del mio cratere fra voi ruderi che siete “cele(b)ri” anche lì, già “bruciati” nel motore a scoppio che scopa e accalappia poco. Non “pippate”, suvvia.

Sì, giro ignudo per strada, “intimando” l’intimidita polizia a “deumidificarmi” mentre mi spruzzano addosso “chilometri” di “fumogeni” per “allucinarmi” nelle loro teste da tutori rigidi dell’ordine ma mosci del loro “flessore”, flebilissimo senza idraulica “leva”.

Uno psichiatra vorrebbe lobotomizzarmi ma, dopo 30 “primi” dei miei occhi netti, lo ammanetto in zona “Cesarini” obbligandolo ad addolcirsi di pillole ben “assestate” da ingerire nel suo tubo digerente che non digerì il mio girarlo “ranocchiandolo” come un girino e infangandolo da rospo che sputerà senza le “principessine” delle sue segretarie molto “sbaciucchianti“, un po’ “succhianti” con del Chianti “rosso”.
Poi, ne ammorbidisco i neuroni spedendolo all’orfanotrofio celeberrimo, chiamato, come saprete “Caro il mio dottore ammalato mentalmente, tenga ben a mente che la civetta sul comò sì è fottuto tua figlia accomodandolo-ardimentandolo in modo smagliante”.

Dopo essere fuggito su una moto scassata come il suo cervello rotto e “incerottato”, predispone un T.S.O perché ha ben “a cuore” l’S.O.S. del mio naso che non è stato Lasonil.

E io: – Cosa sarebbe quest’ingiuzione? Leggo qui “Trattamento sanitario obbligatorio”. Io non m’attengo a nessuna Legge Basaglia, mi abbasso le brache e rimarrà abbagliato. Si fida? Lei mi dà la puzza di essere un cane da tartufo. Io, invece, sono uno che morde di latrato sotto la tartaruga.
Badi come parli, sa?

Poi, mi “collego” a Rosamund Pike, la più grande figa di cui abbia memoria recente, e subito la “vita” assume sapori galeotti senza le galere e le gallerie dei vostri treni a vapori.
Senti che binario.
Senti com’è ferroviario!

Come “stantuffa”. Puffpuff, il “puffetto” imbianca la Donna!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Robocop (1987)
  2. Jack Reacher: La prova decisiva (2012)
  3. Topolino, Paperino, Pippo – I tre moschettieri (2004)

 

 

Genius-Pop

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