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Finalmente la copia limited edition di Bronx, le copie del mio libro su Carpenter, il mio quartiere e lezioni di seduzione del signor Falotico


14 Sep

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Ebbene sì, verso le 14, cioè alle due del pomeriggio, hanno suonato all’unisono al mio campanello due postini differenti.

– Chi è?

– Sono il postino. Corriere…

– Devo scendere io a ritirarlo?

– Sì, ovvio.

 

Ebbe’, ai postini fa sempre male il culo. Tranne quando nell’appartamento, tutta sola, c’è Jessica Lange e Jack Nicholson che suona due volte. Drin drin, che trombata…

Mentre penso ciò, afferro le chiavi, chiudo la porta, aspetto l’ascensore (anche a me fa male il culo scendere le scale) e arrivo al piano terra, al pianerottolo dell’entrata del palazzo, cosicché mi trovo due uomini anziché uno solo.

– E lei chi è?

– Sono il postino.

– E lei invece?

– Sono il postino.

– Siete entrambi qui per me?

– Sì, abbiamo un pacco, doppio pacco.

– Anche il contropaccotto come nel film di Nanni Loy?

– No, non amiamo il cinema – rispondono in contemporanea tutti e due.

– Ora, io aspettavo dei pacchi proprio molto inerenti il Cinema, con la C maiuscola.

– Be’, non sappiamo cosa ci sia qua dentro. Ci hanno detto di consegnarli a lei. È lei Falotico?

– Sì, sono io, anche se a volte dimentico di esserlo.

– Firmi qui.

– Firmi qui.

– Un attimo, prima firmo una ricevuta e poi l’altra.

– Ecco la penna.

– Ecco la penna.

– Posso sceglierne una per entrambe le firme?

– Sì, la mia è meglio.

– Sì, la mia è meglio.

– Sono ottime penne, sì. Scelgo questa, così, a occhio mi sembra avere più inchiostro.

 

Bene, torno nel mio appartamento e scarto i pacchi, sperando che non m’abbiano tirato un pacco. Anche perché ho pagato anticipatamente per entrambi i pacchi e il pagamento non è retroattivo. Dunque, se dentro quei polistiroli non c’è quello che aspetto, è come quando fissi un appuntamento con una donna. Fremi per incontrarla, per scartarla e toglierle il cellophane della sua maschera da borghese troppo sulle sue, e poi scopri che non è una donna. Sì, è un uomo grande e grosso, è Sylvester Stallone de I falchi della notte. Ma tu, quindi anche io, non sei/sono Rutger Hauer, cioè uno psicopatico, sei un povero sfigato di merda e quello è solo un transessuale che per mesi, sotto un falso profilo, si è spacciato per donna. Tutti i tuoi sogni amorosi sono andati a puttane in un nanosecondo agghiacciante. Sì, gli piacevi, non ebbe il coraggio di rivelarti la sua vera natura sessuale e ci provò… ma gli andò male, molto male.

Comunque sia, nei pacchi ci sono il Blu-ray di Bronx col mio nome e cognome stampato sul retro, assieme agli altri 500 che si sono aggiudicati la copia limitatissima da collezione speciale, e le mie due copie personali del cartaceo su Carpenter.

Sì, ho ordinato solo due copie. Una da tenere immacolata come una reliquia, l’altra da sfogliare con delicatezza e imbrodarmi del mio talento recensorio.

Un tempo, ordinavo più copie personali per donarle a parenti e a amici. Ma non lo faccio più per due ragioni. Innanzitutto, se vogliono un mio libro, se lo devono comprare, ché di fare Babbo Natale e San Francesco mi son rotto i coglioni, poi la maggioranza dei miei parenti non capisce un cazzo di Cinema. Neanche di Letteratura, e prendono i miei libri, quando glieli regalo, solo per arredare la mensola della biblioteca. Una biblioteca poverissima e impolverata. Di amici non ne ho molti, pochissimi, e i pochi che ho… sono invidiosi e non vogliono darmi soddisfazione. Potrei anche aver scritto, come probabilmente è, un libro da premio Nobel e mi direbbero che è una schifezza perché distrutti nel fegato spappolato da rosiconi. Maledetti bastardelli, ah ah!

 

Sì, la mia vita è stata sempre contrassegnata dall’invidia. Appena titubai a livello istituzionalmente scolastico, il mio amico delle scuole medie, che ha sempre saputo di essere molto meno sveglio e bello di me, andò a calunniarmi con l’ex professoressa di matematica. Che, peraltro, abitava e abita ancora proprio nel mio palazzo.

– Lo sa che Stefano vuole farsi i cazzi suoi e crede che la matematica non gli servirà a niente?

– Davvero? Ma che mi dici?

– Sì, è così. Pare che si sia ammalato di Bob De Niro, guarda tutti i suoi film. E pensa di essere Travis Bickle.

– Be’, allora è un davvero avanti, mio caro Gabriele. De Niro è il mio attore preferito. Tu guardi ancora i film con Paolo Villaggio?

– Sì. Ah sì?

– Sì, stronzone. A te che cazzo frega diffamare il tuo ex migliore amico?

 

Sì, Gabriele lo prese nel culo. E da allora, essendo io venuto a sapere delle sue maldicenze sul sottoscritto, si vergogna profondamente del suo atto sconsideratamente malizioso. Tant’è vero che gli offrii l’amicizia su Facebook, due anni fa, e mi bloccò. Per paura del confronto.

Non vale un cazzo.

Sì, nel 2004, su per giù, io feci qualcosa di mostruosamente geniale, uno di quei colpi bestiali sfacciatissimi. Dopo essermi ibernato sessualmente durante la mia (non) adolescenza, contattai una su un sito d’incontri. Mi piaceva, adesso per niente.

– Ciao. Mi piaci. Voglio scoparti.

– Tu chi sei?

– Voglio scoparti, ripeto.

 

A quel punto, voi lecitamente vi chiederete… be’, non t’ha mandato a fanculo?

No, mi sono sverginato con lei.

Così, alla prima, e fui appunto diretto, sfrontato come Pacino di Scarface con Michelle Pfeiffer. Fascino di carisma incommensurabile.

Sì, con lei non parlavo molto prima dello sverginamento. Ma lei diceva ch’emanavo sex appeal impressionante e mi sbranò come una tigre.

Sì, ve l’ho detto che da allora non mi sono del tutto ripreso dalla botta? L’uccello ha funzionato alla perfezione da quella serata in poi, il cervello molto meno.

In realtà, sono un enorme bugiardo. Ciò che avete letto sino a questo momento è l’allucinante, purissima verità. Ciò che leggerete nel mio libro su John è un’immensa genialità.

E questo è il mio quartiere.

Attenzione. Non vi dico in quale punto ma, per un attimo indistinguibile, la mia faccia appare riflessa simil Profondo rosso.


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Il mio quartiere

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

 

Al che faccio leggere questa mia monografia su Carpenter a un professore del DAMS.

– Dottor Falotico, mi complimento con lei. Davvero molto bella, le sono sincero.

– Grazie mille, ma io non sono dottore.

– Non mi prenda per il culo.

– No, non sono dottore.

– E lei dove ha imparato tutte queste cose?

– Io sono il Genius. È sempre stato così…

– Capisco.

 

Tornando invece a Bronx, no, non è un capolavoro ma, ribadisco, un signor film. Un esordio alla regia del mitico Bob con un’opera sincera, sentita, figlia delle sue origini. E non ha voluto strafare, sapendo di non girare un’opera immortale, consegnando a Chazz Palminteri il suo ruolo più bello di sempre. Che splendida amicizia! Dammi retta: se non si allunga verso lo sportello a togliere la sicura per farti entrare, significa che è una grande egoista, e quello è solo la punta dell’iceberg. Mollala, e mollala alla svelta.

Io avrei aggiunto anche: è pure una grande troia.

Fidatevi, io la realtà la conosco. Siete voi che sbandate.

E questo, come direbbe Moretti, è vero pus underground!

Lunga vita ad Artù!

 

 

di Stefano Falotico

A Star is Born: che voce, la mia, che recita il bellissimo incipit del mio John Carpenter


29 Aug

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In Italia non è vero che non esistono serie scuole di Cinema, non esistono i coraggiosi e i prince of darkness


01 Jun

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Rimango basito quando si parla di Cinema italiano, come se ancora esistesse, e come se, appena escono un paio di film dignitosi, gridando tutti al miracolo, sperassero in cuor loro che questa rinascita sia finalmente avvenuta. Si tratta spesso di casi isolati, di film miracolistici, appunto, semmai giusti nel periodo in cui sono usciti, e allora tutti in giubilo credono che il Cinema italiano possa ritornare ai fasti di un tempo. Fellini, l’ho detto più volte, anche con una certa personale, motivata acredine, penso sia sopravvalutato, ma gli va riconosciuto, a prescindere dai più o meno opinabili gusti, il merito di aver varcato i confini nazionali. Anche se poi, a ben vedere, i suoi film maggiormente apprezzati all’estero, soprattutto negli USA, quelli oscarizzati, mitizzati, son stati quelli in cui esportava, a mo’ di cartolina un po’ piccolo-borghese, la nostra italianità. Bellezza da esportazione come la Fontana di Trevi de La dolce vita, ed esaltazioni anche grottesche, che agli americani piacciono tanto (vedi Sorrentino e The Great Beauty), di Roma e della sua sporca, triviale o storica monumentalità quasi turistica.

Sì, gli americani in fondo di Fellini amavano solo questo. Non possedevano il background culturale, il retroterra perfino mitteleuropeo, mediterraneo e peninsulare per poterli amare nella loro pienezza.

Tant’è vero che noi agli Oscar abbiamo poi vinto proprio col mediocrissimo Mediterraneo e con Nuovo Cinema Paradiso, film, non me ne vogliate, assai patetico e paesano…

Allora ci son rimasti due nomi forti su cui puntare per il nostro futuro. Sorrentino, del quale non ho visto Loro e certamente non lo vedrò presto, perché una “biografia”, sebbene delirante e sovrabbondante, su Berlusconi, è quanto ritengo di più lontano possibile dal Cinema che io bramo, amo, abbraccio. E la sua operazione, interessante o meno che sia, geniale quanto si vuole, non m’interessa.

E Matteo Garrone!

Sì, perché posso lodare Dogman ma è un Cinema che non mi appartiene quello di Garrone. La vita è già spesso triste di suo perché ce ne ammorbiamo con le sue variazioni à la Gomorra in salsa disperatamente suburbana, ché ho già la “tragedia” di portar avanti la mia carcassa per potermi dolere delle disgrazie altrui.

Posso emozionarmene perfino ma nella mia anima non scatta la scintilla inconsciamente fiammeggiante che mi possa far urlare al capolavoro.

Sogno un regista italiano che abbia il coraggio di scendere, sì, tra le periferie nostre abbandonate, ma semmai di raccontarci un horror metafisico come Il signore del male. Che abbia le palle di scarnificarsi con temi immensi come l’ambiguità della spiritualità, senza pesanti ore di religione alla Bellocchio, che sappia infondermi paura e brividi acuti, imponderabili, che sappia stupirmi in una chiesa diroccata e sconsacrata ai confini della follia, nelle notti turpi dell’agghiacciante condizione umana, con zombi mendicanti in stato catatonico, con ombre sul selciato, con suspense che scampanella nelle nostre vene come una guglia gotica di un’abbazia medioevale piena di mistero che squilla dai sepolcri delle nostre umanità recondite.

Che sappia, insomma, non uscire dal teorico, astratto DAMS e non si metta a girare film con la Angiolini

Voglio un film di angeli e demoni, ma che non sia quella baracconata del film di Ron Howard con Tom Hanks, ottimo attore, per carità di Dio, ma ve lo vedete Tom in un film cazzuto di John Carpenter?

Tom Hanks è il classico tipo da DAMS, corretto, pulitino, bravo bambino, un bel simpatico soldatino.

Ma ci vogliono jene per fare Cinema che varchi i limiti della prevedibilità e delle scolastiche ottusità da libretti e manualetti.

di Stefano Falotico

Il signore del male di Carpenter è un capolavoro assoluto e io ogni giorno voglio spararmi ma poi desisto a fini “metafisici” da salvatore della minchia, come dico io


26 May

Pleasence il Signore del male

Ora, appena la gente mi dice che non so cosa sia il dolore, immagino la scena di Cape Fear con De Niro quando in barca si fa squagliare la cera ardente, e non gli fa né caldo né freddo.

Io sono la quintessenza del dolore fattosi carne martoriata, afflizione perpetua, cartina tornasole epidermica di ogni fottuto deragliamento mentale sano e vivaddio puro. Ricordo quando, nello strazio dei miei tormenti mistici, a sedici anni stetti tutta la notte sveglio col rosario in mano e, se non recitavo bene l’Ave Maria, se m’ingarbugliavo con le parole, iniziavo daccapo, in una fatica di Sisifo interminabile che in quella notte mi rese simile a Giovanna d’Arco. Sì, anni fa un mio amico mi disse… credi di essere Lèon di Luc Besson ma invece dovresti darti al Cinema di Bresson. Ah, Le Diable probablement…

Infatti, a tutt’oggi mio padre mi chiama affettuosamente il diavolicchio, uomo semi-angelico con sguardo diabolico ma sostanzialmente, stringi stringi, un mezzo cazzone.

Non so se avete letto il mio post con la foto di Orson Welles de Il terzo uomo. Un must. Spesso però, anche questo va ammesso, dico delle stronzate assurde, per figure di merda peggiori di Gianni Canova, esteta della Settima Arte sopraffino, che si fa le foto con Susanna Messaggio (guardatele su Instagram), quella delle televendite di Mediaset sempre con la parlata alla Berlusconi, dopo che con tutta probabilità Silvio le “vendette” una vasca-idromassaggio e villa con piscina su “spruzzate idriche” ipertermali.

Ipertermale: in idrologia medica, detto dell’acqua termale che sgorga a temperatura superiore ai 40 °C.

Sì, Silvio si scaldava con Susanna su materassi Eminflex, ribollendo… più Silvio spingeva e più sapeva, Susanna, che la sua carriera in tv sarebbe salita.

Detto questo, non son letti su cui dormirei con una coscienza pulita. Ma comunque con Susanna non dormirei affatto. Ah ah. Sì, l’ho trovata sempre arrapante, nonostante il suo accento da bauscia. Pare anche che abbia due lauree, una in pedagogia, e con lei fingerei di regredire alla pubertà per farmi educare di “bontà”. Ah ah.

Sì, son stato sempre gerontofilo. A tredici anni guardavo quelle di trenta, a trenta quelle di quaranta, adesso guardo sia quelle di venti che quelle di cinquanta. Perché no? Non si può? Invece sì. Mica guardo quelle di quindici, non le ho mai cagate.

La donna matura mi ha sempre eccitato in maniera duratura… quelle sode consistenze formose e giunoniche, quelle curve poderosamente robuste che sanno accogliere ogni tua fragilità tosta e allisciante, tutta entrante, possibilmente il più tardi possibile schizzante…

Sì, bando alle ciance. Mica volete diventare degli uomini nella pace dei sensi che costruiscono orologi a cucù? L’uomo, così come la donna, non deve mai rinunciare ai suoi impulsi primordiali e deve saper abbinare alla faccia di cazzo qualcosa di veramente “speciale”. Sì, sono l’unico uomo dal sex appeal mostruoso che può apprezzare immensamente Il signore del male.

Il signor Paolo Mereghetti è un po’ lento. Prima, pur lodandolo, gli aveva appioppato tre stellette, ora è passato a quattro. C’è arrivato finalmente! E lo considera una delle massime opere di Carpenter, così come infatti è. Ecco, ragazzini che guardate horrorini da quattro soldi, so che a voi apparirà mortalmente noioso e dal titolo vi aspettavate truculenze e facce maciullate. Non è questo il film. Un film metafisico eccezionale. Se esiste l’anti-materia perché non può esistere il Diavolo? E dunque anche Dio? E se fossero in verità due facce della stessa medaglia? Riflettete, fratelli, quando la donna che pensavate di amare vorrà vedere una fiction con Vanessa Incontrada, e voi l’accontenterete, guardandola assieme, solo perché quella sera non ve la vuole dare e vi consolerete con le tette di Vanessa. Per puro piacere non materico.

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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