Posts Tagged ‘Public Enemies’

Un sabato su Internet, video geniale di capture della mia mente


05 May

31944749_10211229599758667_4584299095039934464_n160829_joe_chinatown_00037_ywnrh_whynot_3867

Condividiamo spesso il nostro mondo interiore, con la pretesa che una massa di analfabeti sappia leggerlo.

(Goethe)

Io, a differenza del Faust di Goethe, appunto, mai vendetti l’anima al diavolo eppur mi piace piluccare il “desktop” delle mie emozioni trasfuse, fra trailer esaltanti, attori carismatici, donne con le gonne da farti sobbalzare, cosce da mille e una notte, figli d’arte di Tognazzi ben inferiori al padre, e visioni coming soon.

Vabbe’.

Avete notato che nei film, quando mostrano uno che chatta, che ne so su Whatsapp e affini, su Facebook o su Instagram, i messaggi che visualizziamo da spettatori sono perfettamente digitati con tanto di punteggiatura a postissimo?

Irrealtà pura. La “messaggistica” è spesso incasinata, nessuno scrive da letterato in uno scambio di battute fra amici, ed è per questo che nel mio video, se noterete bene, digito una è al posto della p. Perché sono umano, non sono un film formalmente ineccepibile. E nemmeno vorrei esserlo.

Evviva la caotica umanità. Ora, ballare e offro da bere io.

Speriamo che con una bella donna possa “venire” meglio. In maniera più vocalmente, diciamo, sentita… reciprocamente condivisa. Comunque, ricordate, se una donna urla durante l’amplesso, o siete John Holmes oppure finge spudoratamente.

 

“Cyber” di Michael Mann, primi dettagli della trama


01 Oct

From Bestmovie.it

Chris Hemsworth finalmente svela alcuni dettagli su Cyber, il nuovo e attesissimo film di Michael Mann dopo il lontano Public Enemies.

Era da un po’ che non avevamo notizie di Cyber, il nuovo progetto da regista di Michael Mann con Chris Hemsworth protagonista. Ora arrivano buone nuove proprio dalla star di Thor: The Dark World. Durante l’intervista ad un sito web tedesco, Filmfutter.com, in occasione della promozione in Germania di Rush, l’attore ha aggiornato sullo stato del film: «Abbiamo appena finito le riprese. È ambientato nel mondo del terrorismo informatico. In pratica, qualcosa di simile al Chicago Board of Trade (ossia la camera di commercio di Chicago, NdR.) viene hackerato e ciò dà inizio ad una serie di eventi in tutto il mondo che bloccano il mercato finanziario. Il mio personaggio, che si trova in prigione per crimini informatici, è colui che ha progettato il codice usato per l’hackeraggio, quindi si accorda con l’Fbi e il governo cinese per aiutarli a trovare il colpevole». Il film spazierà in diverse location, da Chicago ad Hong Kong e Jakarta: «La storia inizia a Chicago, poi si sposta a Kuala Lumpur, Hong Kong e Jakarta: è una specie di heist thriller che si basa sul gioco tra il gatto e il topo». In ultimo, Hemsworth ha aggiunto: «Non sapevo niente di quel mondo, è stato affascinante. Sono incredibili gli effetti che può avere il terrorismo informatico, capace di far crollare griglie energetiche di intere nazioni. Nel nostro film, ad esempio, il villain spegne il sistema di raffreddamento ad acqua di una centrale nucleare, creando il caos generale. È qui che realizzi quanto sei vulnerabile in realtà».

“Nemico pubblico”, recensione


13 Nov

Ultimo “Manhattan” fra i “gangster” dei propri demoni

Il Cinema energico, poderoso, folgorante di Michael Mann, stavolta s’inerpica nell’imbrunito volto dei tramonti che si cosparsero di vital linfa trasgressiva.
Intonata a battiti di ciglia, nerissimi, come gli occhi dall’abisso “candido” di Johnny Depp, arrochiti nei tagli cristallini, turbinanti, “digitali” di spari e spasmo laconico, spalmati di limpida acquiescenza “assorbita” nelle vene drogate delle lisergiche calme apparenti, a detonar scattanti su, sopra, dentro sventranti, meticolose, furiose, “lancinanti”, infiammate rapine a rapirsi proprio l’anima per saccheggiarne il valore o, forse, elevarlo a trono di ribalda sfacciataggine “scont(r)ate” nelle regole assurte a insostenibile modello di “stile”. La vita dei (propri) processi alla morte d’esorcizzare nella perenne fuga assurda, appunto, che risorge a ogni smaltato fucile della chimera polverosa, abba(gl)iata di schizzi esangui, affranti ma mordaci con gaglioffe spavalderie frantumate, ecco, nella putredine che annebbiò gli squarci visionari della lirica mistica all’increspato ora romanticismo ferito nel ventre d’una levigatezza a destarlo poi nell’abisso del vortice della Luna più melliflua e “incatenata” all’incanto perduto.

Dream perito, strada piovigginosa di vetri affumicati, d’una battagliera rivalsa a istituzioni che legifereranno, ferocissime, a imbrigliar caudine la morigerata “castità” del te già divelto, svelto però a sfoderar il “grilletto”, come un gringo del solitario, assolatissimo West, era remota, scomparsa nella tua riapparizione da fantasma più vivo delle ombre che perseguitano la tua, “assediano” e bloccan lo sterno del tuo deviar dello sterzante, feral sferrar attacchi al brado, disumano lor morirsi dentro nei boschi sempre più foschi d’una menzognera “dolcezza”, apnea galleggiante delle temperature “equilibrate”, stagn(ol)e. A cucir claustrofobiche, e di fobia a impaurire, a iniettare la leguleia osservanza del loro, sì, cupo eclissarsi e tetro, stridulo occultarsi cadaverici dietro (s)coperte, “rinomate” nomee.
“Egide” di stelle di latta graffianti da sceriffi monolitici come J. Edgar.
Un Edgar che sbircia i suoi passi “robotici” per avvolgere l’America nell’illusione solo automatica delle calibro. Sì, “calibrata” nel t(u)ono soffuso, plumbeo e dentro burocratiche archiviazioni per un catalogo di plastica dalla compostezza tanto “filigrana” ad attenuar l’anima da incenerirla nella “pulizia formale” d’una asettica” virtù “bibliotecaria” del proprio volto legnoso. La setta dei corpi segreti…
Un Edgar manichino, scarnito negli zigomi obnubilati, “nubili”, tanto nobili anche da spezzarsi nel “cuoio” inespressivo d’una sagoma “virginale” del Billy Crudup obliato nel bianco più “cerone” e ceruleo, che (non) c’è. Come un ruolo “secondario” di demiurgica, ieratica, orripilante presenza inamovibile.

Michael Mann azzarda nel noir camuffato da “poliziesco”, un urlo raschiato d’una Storia nota quanto “banale” e senza “guizzi”.

La “vera” avventura di Dillinger, già un inganno. Perché Johnny Depp, anche se all’anagrafe più vecchio del “reale” Dillinger, appare etereo d’immarcescibile giovinezza senza Tempo, una proiezione svecchiata dunque, rinvigorita nell’efebica diafanità angelica di Depp stesso e altro(ve), smacchiata dal John “biografico” dei documenti ingialliti.
Ove le poche foto dell’FBI ce lo “dipingono” canaglia e sporco, Mann “immedesima” Depp nella sua iconica statura decadente da eroe bellissimo.
Come l’adorante primo piano iniziale, martellante di colonna sonora da “biglietto da visita” del suo innato carisma.

Come tutti i capolavori, e soprattutto come in Michael Mann, la trama è “stupida”. Buoni osservatori della “legge”, senza sfumature psicologiche, contro i “malvagi” banditi “mascherati”.
Gatti coi topi e viceversa. Fra evasioni a cui basta “schioccar le dita” per organizzare la propria liberazione, dall’angoscia ancora di sé, d’un viaggio già schiantato e cosciente della sua “intrepida”, tenera vigliaccheria.
Duelli metropolitani da spadaccini con le pistole, appunto un western “in costume”. Anni ’30 sbiaditi, o ancor più lucenti delle praterie, rasoi e creme da barba più affilate e dissanguanti delle lame dei coltelli, macchine lussuose e firmati “occhiolini” più coraggiosi delle cavalcanti città coi saloon, aperitivi morbidi e “harmony”  più “scostumati” e smargiassi delle birre stronze nelle tavole calde.

Un Christian Bale titanico, senza sonno, missionario della “giustizia”, freddezza implacabile, un Depp asmatico e malinconico che sa quando e dove morirà, aspetta la sua fine proprio nello “schermo” del suo “melodramma” (in)glorioso.
A issare, brindare nel suo Cuore le gioie, i rimpianti, i rancori, la rabbia, l’amore e la Bellezza.
Una Cotillard sfuggente, peccaminosa anche solo quando terge d’acqua erotica pruriginosa, in vasca da bagno, col suo piede “scosciato” e stuzzicantisismo, il feticismo nervoso d’un leone combattivo ma fratturato, arso fra il vivere o morire da re(o) delle errabonde, “erronee”, sbavate, “brave” e “bevute” notti.

(Stefano Falotico)

 

Omaggio all’immenso Johnny… Depp!


20 Apr

 

Qui con Manson…

In foto fresche fresche…

 

 

Johnny Depp, Uomo “freak“, Uomo da (ri)farsi i baffi, “strano“, come esigiamo che, io, sia…

 

(Stefano Falotico)

Siamo “nemici pub(bl)ici” delle nostre “Man(n)i” romantiche


24 Oct

 

Gli occhi circospetti, e il mio Sguardo che “noleggia” anche un porno per spassarsela fra qualche passerotta che non è inibita, ancor meno lo è l'”attore” che “affonda” senza troppe (s)cortesie.

 

Se voglio pensare a un fondoschiena che mai mi stancherei d'”ammirare”, mi salta in “mente” quello di Naomi Russell, pornostar di “desueto” usarlo.

È da un po’ che non lo fa vedere, ma le memorie son “giocose”.

Ma sì, meglio una così di tante pazze isteriche “indaffarate” in tanti affari molto più sporchi, ché poi non lo fanno neanche, “arrembano” di tacchi & giuocan a “scacchi”.

Meglio John Dillinger di Michael Mann, uno che va da una ragazza e le dice, senza fronzoli, che vorrebbe “infronzolarla”, perché il Sol(e) sia sempre in fronte.
Quando uscì, due anni fa, questo Nemico pubblico fu bersagliato da una critica feroce, che non risparmiò attacchi pesanti, definendo “manieristico” lo stile di Mann, e anche un tantino sdolcinato nei suoi “favoleggiamenti” troppo “sbaciucchianti” da romanzetto Harmony.
Invece, è un capolavoro, e sfido qualsiasi fesso che si crede un capoccione, o un Capone, a sostenere le sue tesi (in)fondate. A proposito di “fondi”.

 

 

Un libro che Mann ha trasformato in dinamica poesia, un film futurista, sì, lo è.

 

Firmato il Genius

 

 

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)