Posts Tagged ‘Qualcosa è cambiato’

Non seguo più la cerimonia degli Oscar come un tempo, un tempo mi tiravo a lucido, quasi in smoking, e mi docciavo per essere al top durante la visione, neanche se fossi stato io il winner… o Peppino Lo Cicero


04 Mar

lo cicero servillo

Sono particolarmente legato al film 5 è il numero perfetto di Igort.

Lo vidi, in anteprima, al Festival di Venezia dell’edizione stravinta da Joker. Proiettato, peraltro, proprio in quegli stessi giorni.

Fu stroncato ma io l’amai subito. In quanto, l’incipit con Servillo dal naso adunco e posticcio, mi ricordò la caricatura di Bob De Niro in Ronin. Quest’ultimo, nel film di Frankenheimer, scendeva le scale di una scalinata (per forza, le scale fanno parte della scalinata, non credo della Scala di Milano, ah ah) di Parigi, passeggiando torvamente per poi addentrarsi in un bistrot frequentato da spie forse losche, forse bazzicato da Natasha McElhone. Diciamocela, una gran gnocca.

Inizialmente, De Niro fu corteggiato per la parte andata poi, dopo molte vicissitudini produttive, a Toni Servillo, definito il De Niro italiano. Ora, con buona pace di Toni, se lui è il De Niro italiano, io sono il Daniel Auteuil del bassifondi felsinei.

La vita va avanti, a volte va indietro. Credo che sia giusto così, in fondo…

Sì, credo che un tempo fossi una persona migliore con enormi ambizioni. Credevo fermamente che un giorno avrei vinto l’Oscar. Ma divenni un Toro scatenato. Infatti, nella domenica mattina della nottata a venire dell’edizione degli Oscar, che si tiene dopo la mezzanotte, ora italiana, entravo in ansia e mi lavavo imperterritamente per trovarmi in splendida forma spumeggiante, quasi schiumosa al Neutro Roberts, per tifare contro Julia Roberts, donna da me mai sopportata, sentendomi più che una celebrità, diciamocela, un uomo pulito e immacolato da disturbo ossessivo-compulsivo di natura maniacale-igienica tendente al carnato mio di pelle chiara, oserei dire candida e smaltata più d’una bella statuina dorata.

Mi ricordo comunque che non poco m’identificai col vincitore Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Ah ah. Ah, che annata. Vinse tutto Titanic, tralasciando Helen Hunt…

Qualcosa è cambiato è una vera, soprattutto realistica, storia d’amore, altro che il film di Cameron.

Non uccidetemi per questa mia affermazione: il Cinema di James Cameron è inferiore a quello di Mario Camerini. Comunque, Kate Winslet è più figa rispetto ad Helen Hunt.

Andiamo ora avanti. Non facciamo della dietrologia per queste mie asserzioni banali. Che volete? La banana?

Oggi come oggi, debbo ammettere di essere cambiato in qualcosa? No, quasi in tutto. A quindici anni fui Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Sì, fui preso per pazzo solamente perché disertai il liceo. Non mi pento di tale mia scelta. Gli altri facevano occupazione mentre i professori facevano un po’ i disoccupati. Quindi, io sono stato coerente.

Se non vi sta bene, denunciatemi al sindacato di Jimmy Hoffa di The Irishman, miei mafiosetti e ragazzine smorfiosette. Ho delle belle fossette, dunque più di tanto non mi affosserete.

Peppino Lo Cicero, Peppino De Filippo, Peppino Impastato e Carlo Buccirosso as Totò o’ macellaio. Di mio, preferisco Antonio de Curtis di 47 morto che parlaE ho detto tutto…

Suvvia, guaglioni, non fatemi una Smorfia, neppure napoletana. Non ho bisogno di interpretare i vostri sogni per giocarmeli al Lotto. Voi, dalla nascita, vi siete fottuti il cervello. Quindi, i vostri sogni sono aria fritta come quelli di Iaia Forte nei panni di Madonna. Scusatemi, compari, ma non era Veronica Ciccone la… Madonna?

State messi male. In Italia, pensano che Sergio Castellitto sia un grande attore e che sua moglie, Margaret Mazzantini, sia una grande scrittrice. Sì, la Mazzantini vinse il premio Strega. Siamo sicuri che fosse della letteratura?

Castellitto è un mediocre. Lo apprezzo solamente nel film di Vincenzo Terracciano dal titolo Tris di donne & abiti nuziali.

La sua faccia infatti mi puzza di stronzo. Basti vedere le sue scene vergognose ne La carne con Francesca Dellera e il suo metodo molto sentito con Claudia Gerini in Non ti muovere.

Invero, di notte registravo tutte le puntate di Playboy Late Night Show. Durante la giornata, leggevo più di Dennis Hopper di Una vita al massimo. A eccezione della Notte delle Stelle in cui, possedendo io solo un videoregistratore ai tempi delle VHS, non essendo tale apparecchio dotato della possibilità di registrazione multipla a più canali, per una notte non mi distraevo con Marliece Andrada, futura star di Baywatch, fingendo spudoratamente, anzi, con estrema pulizia e pudicizia da Academy Award, per l’appunto, di essere un topo, no, un tipo che necessitava di starsene buono e zitto, amando donne bastarde eppur di gran classe come Louise Fletcher. Infatti, la parte di Fletcher in C’era una volta in America co’ De Niro fu tagliata…

Devo esservi sincero, Jack Nicholson ha recitato con attrici bravissime. Fra cui Diane Keaton, Meryl Streep, Faye Dunaway e via dicendo. Ed è stato sposato per anni con un’attrice meravigliosa ma, indubbiamente, oggettivamente bruttissima, cioè Anjelica Huston.

Nel tempo libero, fra una lite e l’altra con Morticia Addams, a mo’ di 3 giorni per la verità del suo amico Sean Penn, autore di Lupo solitario, col quale Jack avrebbe recitato pure ne La promessa, pur conservando omertosamente, a mo’ di mafioso bugiardissimo, L’onore dei Prizzi e l’impeccabile reputazione della “famiglia” alla Marlon Brando de Il padrino, non aveva prezzo quando segretamente sfilava le calze col pizzo di Amber Smith. O no?

Come si suol dire, Wolf – La belva è fuori? No, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Sì, Jack è sempre stato un vizioso e non è affatto vero il detto fariseo… l’ozio è il padre dei vizi.

Di mio, per esempio, ho sempre oziato eppur non soffro de Il vizietto con Ugo Tognazzi. Non sono omofobo, non so neanche se sia io un uomo. A volte, comunque, mangio le uova. Le donne ovulano e i maschi amano spesso le galline spennacchiate. Molti uomini sono dei galli cedroni. Be’, fatemi bere ‘na cedrata.

Per via dei miei innocui vizi pubici, no, pudici, fui accusato di essere uno sfigato come Ugo Fantozzi. Sì, i miei coetanei mi sfottevano a sangue. Si sa, erano e sono immaturi e strafottenti. Loro se ne fottevano…, ancora se ne fottono.

Io accettavo ogni presa per il culo senza battere ciglio? No, senza battere. Sì, molti adolescenti della mia età invece già battevano senza darlo a vedere…. Stavano sempre a cazzeggiare e a limonare in qualche pub(e). No, non erano delle prostitute di bassa lega. Meglio non fare una sega? No, farsene molte… Questi pubescenti venivano… foraggiati dai genitori d’alto bordo che li mantenevano agli studi di ogni lingua, straniera e non, scandinava, spagnola o semplicemente “poliglotta” affinché si sviluppassero… con qualche tamarra già molto “esperta”, sebbene prematura con scapp… mento a destra? No, maturanda presto laureanda bravissima agli orali… Molte di queste donne, ex universitarie da Conoscenza carnale di Mike Nichols, adesso sono diventate Anne Bancroft de Il laureato. Sì, per mantenere la facciata di brave signore moralmente integerrime, sono regolarmente sposate a un uomo laureatosi alla Bocconi, poi nel privato, forse solo nel club privé, amano un Piccolo grande uomo alla Dustin Hoffman da attrici “navigate” come Brenda James, Julia Ann, Brandi Love. Finito ciò, ritornano a fare le donne di casa da maionese Calvé. Attenti, mariuoli, queste vi rigirano come un calzino e vi fanno impazzire.

Sì, queste attrici da me appena menzionate, sono specializzate alla boc… hini ai ragazzini? Forse, diciamo, che non sono Jodie Foster di Sotto accusa e de Il silenzio degli innocenti? Direi di no.

Be’, diciamo che i tempi sono cambiati. Dobbiamo aggiornarci, non essere bigotti. Nel sessantotto, si combatté per la libertà sessuale, poi arrivò il 69, adesso le Anne Bancroft dei “tempi d’oro” sono diventate Jodie Foster di The Dangerous Lives of Altar Boys.

Essendo un po’ in là con gli anni, tifano per Ragazzi fuori, no, per ragazzi puri come Ethan Hawke di Paradiso perduto. Eh già. Che cazzo possono fare, d’altra parte? Come si suol dire, nemmeno Francesco Benigno se l’inc… a. Cioè, sono passate dal bramare John Lennon e Paul McCartney dei Beatles a parteggiare per il protagonista biondino de L’attimo fuggente.

Ah, per forza. Vecchie decrepite come sono, possono solo recitare la parte delle filantrope. Sono passate dal credersi Ava Gardner al ballare nel giardino delle loro great expetactions perdute per colpa della menopausa più cavalcante di un Cowgirl – Il nuovo sesso con l’ex di Hawke? Sì, Uma Thurman ma queste qui non “thurmano”, no, non mi turbano. Onestamente, sono già state fottute da parecchio. Che si fottano. Riguardassero Ethan Hawke in Prima dell’alba e poi, se ancora sentiranno qualcosa, rivedessero il loro Prima del tramonto?

Che volete farmi per queste battone, no, per queste mie battute? Sono nato nel ‘79 e, parafrasando il buon Eastwood con E.G. Marshall in Potere assoluto, sono troppo vecchio per raccontarvi puttanate.

Il nostro mondo ha perso. Meritava di vincere come quando fu candidato Al Pacino agli Oscar per …e giustizia per tutti ma Al fu battuto, ingiustamente, da Dustin Hoffman di Kramer contro Kramer.

Quest’anno, tiferò per Nomadland. Tanto per dimostrarvi che non sono misogino. Sì, ci sono ancora le grandi registe donne dopo Jane Campion.

Ma mi sorge, qui, spontanea ora una domanda. Come ca… è stato possibile che Gran Torino di Eastwood non sia stato candidato a nulla? È semplicemente uno dei tre quattro film per cui valga la pena di vivere. Vedo gente che litiga perché è in disaccordo su un film. Vedo uomini che ammazzano le loro donne solo perché hanno scoperto che esse amano Jodie Foster. Da quando nasci, t’insegnano che sei una brava persona se fai lo schiavo che lavora come un negro e vive di messe e compromessi. Mentendo sempre a sé stesso per avere tanti amici e tante stronze. A un certo punto però, in questo mondo che non crede a nulla ma crede che siano giuste le quarantene dovute al Covid, come dice Eastwood/Walt Kowalski, avete presente che di tanto in tanto si incontra un tizio che è meglio non far incazzare? Beh, quello sono io… Sì, mi spiace che, a fine maggio, Clint Eastwood compirà 91 anni. Non penso che girerà molti altri film. Come dicono a Napoli, cè pecchet’! Cioè, che peccato! I geni non devono morire mai, i geni non devono stare con la gente normale. La gente normale è formata da ladri, da bugiardi, da guappi, da cornuti e traditori, da gente che di mattina mangia un cornetto e poi prega col cornetto affinché tu possa morire d’un male impietoso. È gente che crede a dio, è superstiziosa. Pensate, molti credono pure al diavolo, uno con le corna in testa… Crede davvero che un attore sia meglio di un altro perché a differenza dell’altro ha vinto l’Oscar. Appena alla gente sputi in faccia la verità, ti dicono che sei delirante. Be’, non ho bisogno più dei figli di bottana. Poiché, come sostenne Nietzsche, l’uomo all’apparenza più debole è invece il più forte. Un tempo, inoltre, la Critica cinematografica era formata da uomini in gamba. Adesso, tengono banco Frusciante e victorlaszlo88. Il primo è uno che, nella sua monografia su Carpenter, sostiene che dovremmo lavorare un’ora al giorno, massimo, e goderci la vita. Parla, parla, parla ma sta sempre a fare un cazzo, chiede soldi per “lavorare” a mini-recensioni di 2 min. Il secondo, a furia di vedere film e non farsi una trombata con Valeria Golino, sta diventando Victor Frankenstein.

Come sosteneva Clint, il mondo si divide in due categorie. Quella degli umani e quella dei nani. Voi siete nani. Continuate con l’onanismo. Ciao ciao.

 

locandina 5 numero perfetto servillo

di Stefano Falotico

 

La malattia mentale esiste davvero non soltanto nel Cinema e in True Detective? Oppure è una fandonia creata appositamente dalla psichiatria a mo’ di spauracchio per chi odia i geni che non credono all’eugenetica della mi… a?


28 Jun

van gogh schnabel dafoe

Inizio spiritoso per poi arrivare al finale malato… di metafisica.

Ora, che c’entra True Detective? C’entra eccome.

Nella prima stagione, così come le altre due, scritte da Nic Pizzolatto, Rust Cohle/Matthew McConaughey è malato di mente. La sua non è però una malattia mentale socialmente pericolosa, anzi, tutt’altro. È lui che, grazie al suo fiuto da tartufo, in virtù del suo pessimismo cosmico da Giacomo leopardi ante litteram e, forse, rispetto a lui meno letterato ma probabilmente più lettore dei libri di criminologia non scritti da egregi, noiosissimi dottori, bensì da provetti, privati investigatori alla pari di lui espertissimi di assassini seriali, perfino rispetto a lui più intuitivi e migliori, in maniera prodigiosa riesce a catturare lo psicopatico pedofilo e a smascherare non soltanto il maniaco sessuale, bensì anche le false congreghe di ciarlatani affetti da manie religiose.

Rust non è un fanatico, non è neanche un esaltato. È proprio un gran figlio di puttana nella sua accezione più figa di Michelle Monaghan e di Alexandra Daddario.

Invece, il suo “partner” esclusivamente lavorativo, Marty/Woody Harrelson, non soffre di nessuna patologia mentale, non è uno psichico, tantomeno uno da internare in un centro psichiatrico.

Però, a vederci chiaro, è in effetti malato del seno della Daddario. Mentre Rust sodomizza sua moglie e poi scatta la rissa fra i due amici/nemici che si danno più colpi di quelli rifilati a Rachel McAdams da Ray Velcoro/Colin Farrell nella seconda stagione.

Anche Ray è malato.

Difatti, è tanto certosino e impeccabile nel suo lavoro quanto borderline e facile alle botte da dare non solo a Rachel, bensì a ogni ragazzino bullo, indubbiamente disturbato, che fa lo sbruffone con suo figlio “ritardato”.

Vince Vaughn, invece, è manesco, è un puttaniere conclamato ed è un fesso mai visto.

Sì, sua moglie è una fessa incredibile, nel senso meridionale del termine (fessa infatti, al sud, significa gran pezzo di patonza che, a sua volta, si dice in Toscana, maremma maiala!), eh già, Kelly Reilly.

Oramai specializzata in ruoli da mangiatrice di uomini, “rinomata” nella parte della bagascia di bell’aspetto che può cavalcare sia Kevin Costner, ovvero MrBalla coi lupi, di Yellowstone che un nerone come Denzel Washington di Flight.

Nonostante ciò, Vaughn la tradisce con delle meretrici di bassa sega, no, lega.

In ciò, va detto, assomiglia a Stephen Dorff. Uno che, alla pari di Bret Michaels, riuscì a fottere Pamela Anderson.

Mentre, in Somewhere, Stephen inchiappettò Laura Chiatti. Secondo me, non solo nella finzione.

Con buona pace del cornuto di Marco Bocci.

In True Detective 3, Stephen interpreta la parte, per l’appunto, del tipo piacione un po’ coglione e, nel finale, molto panzone ubriacone.

Stephen, in questa serie, non è malato di mente. Di bionde, nel senso stavolta di birre, sì.

Ha pure la parrucca biondissima!

Mentre Mahershala Ali diviene progressivamente demente e non ricorda più quasi niente.

Vi garantisco, comunque, che Carmen Ejogo è una passerona che non si dimentica facilmente.

Ora, perdonatemi. Non ho più voglia di scherzare e sdrammatizzare.

Avverto un blackout dietro di me, qualcosa di enormemente bergmaniano.

Negli ultimi anni, quasi tutte le persone a me care, purtroppo, sono morte.

E anch’io non mi sento bene.

Più che malinconico, sono nostalgico.

Ma forse qualcosa è rimasto, qualcosa echeggerà eternamente.

La mia anima vivrà per sempre.

Non è un testamento funebre ma una presa di coscienza lapidaria.

Ecco, detto questo, elenchiamo dei film ove i protagonisti sono, in un modo o nell’altro, dei pazzi.

Blown Away – Spazzato via:

Ecco che si riforma la coppia formata da Corey Feldman (identico nell’aspetto a un mio ex amico delle elementari e delle medie, Marco Trasatto) e dal compianto (da chi?) Corey Haim.

La loro patologia consiste in questo: perdono la testa per la stessa donna, cioè Nicole Eggert. In tale thriller erotico girato col culo. Un film, diciamocelo, del cazzo.

Non guardatelo, scaricatevi solo le clip in cui Nicole si mostra più e più volte generosamente ignuda.

Comunque, a Nicole Eggert e a Pamela Anderson, ho sempre preferito Marliece Andrada. Anche lei bagnina bagnatissima di Baywatch e sicuramente una che, come Alexandra Paul, soprattutto di Christine, può trasformare un nerd come Keith Gordon in Flash Gordon.

Proof:

qui, Anthony Hopkins, dopo essere stato il celeberrimo cannibale de Il silenzio degli innocenti, interpreta la parte di un genio matematico impazzito. Il quale non riesce neppure a capire che sua figlia, incarnata da Gwyneth Paltrow, la diede a Brad Pitt.

Dire, cazzo, che Anthony e Brad girarono assieme Vento di passioni. Anche Vi presento Joe Black.

Pare che Pitt e Claire Forlani non abbiano mai avuto alcun tipo di relazione sessuale e/o sentimentale.

Sì, questo lo andranno a dire a quella zoccola di Angelina Jolie.

Andiamo avanti…

Qualcosa è cambiato:

qui, Jack Nicholson interpreta la parte di un misantropo che scrive romanzi d’amore. Ma che significa?

Allora, odia l’umanità o non gliela fa? Lo sa Helen Hunt.

Per riuscire a farcela…, Jack prende le pastiglie, cioè gli psicofarmaci.

Molti di voi, invece, non abbisognano di pasticche come il Viagra.

Non gliela fate manco con questo/e. Ah ah.

Joker:

non so se ne siete stati informati. Questo film è la storia della mia vita.

La mia esistenza è stata plagiata da Todd Phillips e da Scott Silver.

Ho chiesto il risarcimento danni all’Infortunistica Tossani. Ma come? Ho pure vinto l’Oscar come miglior attore protagonista? No, l’ha vinto Phoenix.

Insomma, ‘na tragedia. Ah ah.

Rambo:

qui, Stallone, dopo essere impazzito a causa degli orrori del Vietnam, dà di matto.

Sicuramente meno, comunque, rispetto allo sceriffo e ai suoi scagnozzi fottuti. Non solo nel cervello.

Risvegli:

una malattia chiamata encefalite letargica. Un miracolo inaspettato. Peccato che duri pochissimo. Quasi quanto la corta durata di Stand by Me di Reiner. Una magia e un magnifico ricordo che finiranno solamente nel brevissimo, impercettibile tempo di un’estate bellissima.

A Beautiful Mind:

discreto film, assai retorico. Nemmeno una donna bella come Jennifer Connelly riesce a salvare un genio dalla follia.

Neppure il suo amore riesce a curarlo dai suoi demoni…

E che se ne fa John Nash del Nobel?

Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità:

forse l’arte, la fantasia, l’immaginazione salveranno il mondo da ogni aberrazione e da ogni ipocrisia.

Forse, la forza della grandezza artistica permetterà a Vincent di essere un grande uomo come il Pasolini descritto da Abel Ferrara. Ancora una volta, strepitosamente aderente al viso cristologico del leggendario Willem Dafoe.

di Stefano Falotico

Post scioccante: BASTA CHE FUNZIONI, sì, in effetti funzionò, fu per questo che non ha funzionato, Qualcosa NON è cambiato


17 Nov

larry david basta che funzioniSì, passo dal passato remoto al passato prossimo.

Conobbi una, poi passai a quella dopo.

Il detto non c’è due senza tre è una balla messa in giro da chi non ama il numero perfetto.

È il 3? È il 5 come nel film di Igort?

No, per me, dopo le prime due, tornai allo zero assoluto.

Ora, vi spiego tutto.

Se mi presterete fede, qui mi confesserò di Atto di dolore, ah, fatemi il piacere, basta che non sia quella nuziale o quella religiosa.

Sono ateo, lo sono diventato quando ho capito, anzi capii che la maggior parte della gente crede a dio, dunque all’amore.

L’amore, a mio avviso, è un modo romantico per disconoscere la masturbazione.

I cristiani, infatti, pensano che la masturbazione sia un peccato poco veniale. Non è vero, io me ne sveno.

A volte però non vengo, svengo e basta.

Sì, a volte pure fare l’amore con me stesso mi fa (s)venire.

Per esempio, guardo un film pornografico. All’inizio sto per venire. Poi, appena l’amante della tizia nel video, ecco, sta per arrivare al dunque, capisco che lei è una troia.

Dovevo capirlo/a prima. Oramai è troppo tardi.

Sì, lei è stata con un animale e non posso fare molto se non starmene con le mani in mano.

Come no? Se volessi ucciderlo, lei, essendo oramai innamorata di lui, chiamerebbe la polizia.

Ah, non mi preoccupa però, più di tanto, la prigione. Tanto, ripeto, pur essendo un uomo libero, per me la vita reale è Alcatraz.

Le persone che stanno là fuori, così come i neri che te lo mettono dentro sotto quelle docce col gioco della saponetta, t’inculano. Fidatevi.

La gente è malfidata.

Meglio incularsi da soli.

Sì, se uccido quel bastardo, lei si dimostrerà nei miei confronti più bastarda di quel che fu ed è ancora.

Vorrà inchiappettarmi, perfino (in)castrarmi, cazzo.

Non la vedo bene. Anzi, è meglio che questa donna non la veda più.

Sì, prima di fare l’amore con lei, io ero molto religioso. Anche lei lo era. Credeva che ce l’avrei fatta se mi avesse fatto credere alla figa. Sì, lei si considera una dea.

Ora infatti, come avrete capito, è una pornoattrice.

Adorata da tutti gli uomini del mondo. Il 90% di loro non vedono l’ora che esca su Netflix il film I due papi.

Sì, le loro (r)esistenze sono andate a puttane ma, quando vedono il papa, ipnotizzati dal loro retroterra religioso insanabile, per me assolutamente imperdonabile, riescono a perdonarsi.

Figurarsi quando ne vedranno due.

M’immagino anche il mattino dopo la sera in cui avranno visto il film.

Vedranno ancora più porno di prima. Tanto, questo film è servito a discolparli per l’eternità.

Mentre loro infinitamente, be’, non esageriamo, almeno sino al momento della loro morte, non vedranno l’ora di eccitarsi dinanzi alla donna da me eccitata, no, sovreccitata, semplicemente da tutto il mondo inculata che, nonostante tutto, no, malgrado tutti, non vede invece l’ora di scoparvi.

Ho detto tutto.

Sì, molta gente pensò che andassi spinto a sverginarmi.

Così sarei cresciuto. Che fosse/i cresciuto, lo sapevo già alla pubertà. Già all’epoca scrivevo cose spinte e ficcanti. Che la mia futura lei, con cui mi sverginai, fosse mal cresciuta, l’ha saputo solo quando l’è entrato in culo. Metaforicamente, ovviamente, mica da me. Dal mondo che tutti fotte. Senz’eccezione alcuna, a volte il mondo, sapete, se ne sbatte anche se il Presidente degli Stati Uniti, l’uomo più potente, soffre di mancanza di erezione. Prima o poi c’arriverete. Ora è presto. L’amante della mia ex amante, nel porno, è ancora ai preliminari. Fra mezz’ora, gliela farete. Sì, solitamente, un ragazzo non vede l’ora di scopare per la prima volta. La mia prima lei lo sapeva. Infatti, a sangue m’inculò. Peccato che non avesse previsto che, dopo la prima volta, me ne sarei fottuto alla grande. No, per me il sesso reale, condiviso, è stata una porcata. Prima di allora, vedevo i film di Woody Allen ed ero convinto di essere misantropo e anche misogino come lui. Adesso ho capito che, infatti, lo sono ma, a differenza di Allen, fra le gambe sono molto più dotato. Un bel guaio, cazzo, essere misantropo e misogino combinato così… Sì, tutte le donne mi vogliono. Gli amici invece, essendo invidiosi, desiderano ficcarmelo in quel posto. Così, mi trovo costretto a vivere da eremita. Poiché, non potendo soddisfare tutte le donne del mondo, ho paura che qualcuna possa poi prendersela e farmi dello stalking. Tanto il bullismo l’ho già subito, sì, per quanto riguarda i rapporti interpersonali, a prescindere da quelli sessuali, sono stato per molto tempo passivo. Me lo sbattevano tutti lì, cazzo, questi uomini socialmente attivi, più che altro malati di mente e pervertiti. Poi, reagii e la gente volle ficcarmi in manicomio. Insomma, rimpiango i tempi in cui soffrivo del DOC; il disturbo ossessivo compulsivo di cui è affetto il personaggio di Jack Nicholson in Qualcosa è cambiato. Almeno, tenevo sotto controllo l’ansia con le manie igieniche e ritualistiche. Del resto, me ne fregavo altamente. Poi, le persone vollero sporcarmi e ora ho perso pure la mia sana, pulitissima follia.  Insomma, una tragedia. Come dice Larry David, sapevo che un uomo della mia grandezza, sensibilità e profondità, non doveva farsi fottere da un’umanità stupida come Evan Rachel Wood. D’altronde, l’umanità vuole che tu sia Superman, ovvero Henry Cavill. Cioè un uomo apparentemente perfetto con un lavoro da miliardario, un uomo dal corpo di dio greco come in Immortals, bellissimo e infallibile.

Soprattutto infantile.

Joker è meglio. Ha il coraggio di dire la verità. Tanto non è Donald Trump. Non deve imbellettarsi per leccare il culo al mondo. Insomma, voi pensavate di farmi il festone e invece il festino da Maschera de la morte rossa di Edgar Allan Poe ve l’ho fatto io. Sono un “mostro?”. Certo, con una sua lodevole dignità. Ma questo lo sapevate già. Perché, dunque, avete fatto di tutto per portarmi a credere che sarei diventato un demente come voi?

No, funzionò. Non ho mai avuto dubbi riguardo i cazzi miei. Sui vostri, invece, sì.

Infatti, ora non avete più le palle per attaccarmi. Andate a messa e che la Madonna v’accumpagni.

Comunque, prima di lasciarvi, voglio essere The Punisher.

Un’ora fa, ho fatto un giro notturno da Batman con l’armatura interiore di RoboCop.

Parcheggio vicino al solito bar ove, a mezzanotte, bevo il caffè.

Al che avvisto, dentro il locale, un burino con una tizia tutta scosciata al suo fianco.

Entro…

– Il solito, grazie.

 

Il tipo mi tocca la spalla e mi chiede:

– No, dimmi, secondo te questa qui ha 46 anni?

– Sì, perché?

– Ma dai. Ma che cazzo dici? Non metteresti la firma per arrivare alla sua età così? No, dico. L’hai vista bene? Questa ha firmato un patto con il diavolo.

Che gran donna.

– Scusa, è la tua donna?

– Ah, magari – intanto strizza l’occhiolino alla quarantaseienne.

– Secondo te, io quanti ne ho? – gli chiede nel frattempo la barista cinese.

– Non saprei, signora. Se li porta bene. Anche lei è una donna stupenda. Ma come fa? Non avrei mai detto che ne ha 46.

– Infatti, ne ho tredici di meno.

 

GAFFE devastante del cretino.

Dunque, io mi permetto di chiedere alla tipa di 46 anni:

– Scusa, ma per caso questo qui ci sta provando con te?

– Ovviamente.

– E a te fa piacere?

– A tutte le donne fa piacere essere corteggiate. Basta che non si spinga oltre.

 

Il tizio ci rimane come una merda.

E dire che non ho avuto bisogno neanche di spaccargli la faccia. Ha fatto tutto lui.

Esco dal bar e racconto questa storia a uno su Facebook:

– Stefano, fammi però capire bene. A questo punto, sei stato tu a provarci con le due.

– No.

– Come no?

– Ho bevuto il caffè e sono tornato a casa.

– Lasciando quel maniaco sessuale solo-soletto con due donne indifese in un bar sperduto?

– Sì, perché? Tanto le donne vogliono quello…

 

Che posso farvi?

Sono lebbroso, penoso, poco focoso, odioso, umanamente poco caloroso.

Contro di me, non potete farcela.

Semplicemente perché potete pure picchiarmi, massacrarmi e, per l’appunto, incularmi.

Non ne verrà un cazzo.

Ora, distrutti, pronuncerete la vostra classica… dio che tristezza.

Sì, lo è.

Ma è sempre meglio di fare finta di essere felice così che possiate pensare che lo sia davvero.

Praticamente, quello che mi avete obbligato a recitare per quindici anni perché avevate paura di un diverso.

Più chiaro di così, si muore.

Infatti.

Finale:

Un tempo, la gente era pudica, faceva l’amore e non lo sapeva nessuno. Al massimo, se due persone erano sposate, lo potevi facilmente dedurre. Se non avevano figli, poteva venirti qualche dubbio.

Sì, se sua moglie non ti avesse confidato che è sterile, potevi credere che suo marito avesse l’amante.

Altrimenti, che cazzo stavano assieme… a fare?

Oggi invece, la situazione è cambiata.

La gente si premunisce. Appena inizia un flirt, le nuovissime coppie inseriscono il selfie a mo’ di annuncio.

Con la faccia di lui, ebete sorridente, quasi a dirti: forse, me la faccio. E lei, assorta in adorazione del babbeo, come a dire… finalmente, ho trovato uno che forse mi scopa, speriamo che ce la faccia.

Peccato che, quando divorziano, non inseriscono un altro selfie di loro due in tribunale.

Col loro figlio piccolo che li osserva e i genitori: – Scusaci, è stata una stronzata.

E il figlio: – Ma almeno una volta l’avete fatto. Sono nato io.

I genitori: – Purtroppo, hai ragione. Ora sono cazzi nostri. Al massimo, se non ce la faremo, il giudice ti sbatterà da qualche parte.

 

Insomma, devo prenderla tutta con filosofia. Non è male, in fondo. Sei pure intellettuale, possiedi dunque il fascino di colui che può rimanere misantropo e misogino e, pur sparando cinismo a iosa, rischia di prendere pure il Nobel.

Il Nobel, comunque, è come la vita. Puoi essere premio Nobel ma non serve lo stesso a un cazzo.

 

 

di Stefano Falotico

 

Quanta retorica, quanta ruffianeria, quanto buonismo programmatico, ma anche quante emozioni


08 Mar

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Basta, capolavoro #asgoodasitgets #jacknicholson #helenhunt #oscar Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

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Col passare del tempo, mi sono accorto che le affermazioni di Gianni Canova sono quasi sempre vere. Cioè che anche i capolavori assoluti presentano delle inevitabili pecche e, di contraltare, anche i film non perfetti, semmai perfino oggettivamente brutti, hanno delle scene davvero straordinarie.

Pensiamo a quel polpettone de Il gladiatore. È innegabile che al di là dell’insieme, a mio avviso, retorico oltremisura, storicamente inattendibile, il film oscarizzato di Ridley Scott possa vantare un Russell Crowe magnifico. E possa fregiarsi di scene indubbiamente potenti, mastodontiche, in un aggettivo emozionanti.

Stesso discorso dicasi per queste quattro pellicole che menzionerò qui sotto. Perdonate se, nel “riversamento” su Instagram, abbia dovuto tagliare qualcosa. Ne son stato costretto per ovvie ragioni di copyright.

Partiamo da questo… la vendetta di Salazar. Che recentemente ho pure recensito.

Si tratta di un film bambinesco e fiacco. Figlio di una saga partita benissimo e poi incespicatasi nella ripetizione più scontata e priva di mordente.

Ma che scena! Commovente, amici.

E ne vogliamo parlare del Frankenstein di Branagh? Il tanto ridicolizzato… era mio padre, per via del doppiaggio un po’ ruspante del pur grande Ferruccio Amendola, è invece stupendo.

E Bob De Niro è Bob De Niro, anche sotto tonnellate di latex.

Il dottor Frankenstein, il padre “artificiale”, un mostruoso pazzo geniale che ha messo al mondo, anzi, ha rimesso al mondo un mostro. Rifiutato, emarginato, obbligato dalla cattiveria degli uomini a vivere eternamente nella sofferenza psicologica più inaudita.

Ma era suo padre. Senza questo padre sui generis, la creatura non avrebbe avuto neanche il magico, divino privilegio di respirare il profumo del vento, di sentire l’odore fragrante della rugiada e la capacità di amare secondo la sua alterità.

Che scena!

Poi Flight di Robert Zemeckis. Un film con molti errori, tanta retorica. Eppure, signore e signori, lui è Denzel. Che attore, ragazzi.

Qui interpreta un alcolizzato marcio, un puttaniere bastardo, un incallito stronzo.

Ma se quella mattina non avesse bevuto, l’effetto del drogante effetto alcolico dei suoi “gingerini”, nella sua impavida spericolatezza assurda, non avrebbe mai sortito il salvataggio di tante preziose vite umane.

Ciò naturalmente non lo salva comunque dalle pesanti accuse giudiziarie.

Il suo avvocato e il suo amico John Goodman provano a salvarlo dinanzi alla commissione d’esame. Lui sta mentendo per pararsi il culo e poter continuare quindi nella sua carriera di pilota.

Oramai è fatta, basta che Denzel dica sì e può tornare tranquillamente al suo lavoro.

Ma, appena sente che, al posto suo, vogliono accusare una brava donna, fa sorprendentemente dietrofront.

E confessa spietatamente la verità.

Sì, ho bevuto quella mattina perché io sono un alcolizzato. Io sono colpevole!

E, davanti ai detenuti come lui, racconta la sua storia.

Sì, vero, ho/a salvato la vita di tanta gente che quella mattina, se non fosse stato per la mia azzardata manovra pazzesca, sarebbe crepata.

Ma sono, malgrado ciò, colpevole.

Quindi, finiamo con quella che a mio parere è una delle scene più belle di tutti i tempi.

Qualcosa è cambiato, immenso gioco attoriale fra Jack Nicholson ed Helen Hunt. Entrambi giustamente premiati con l’Oscar.

Che classe! Che sottile recitazione fatta di sguardi complici, schivi, ritrosi dinanzi alle loro emozioni che poi si aprono all’improvviso a un sorriso. Alla lucentezza delle loro anime nitidamente rivelatesi.

Questo è forse il più bel complimento della mia vita…

 

Insomma, come dire… James Blunt è un fighetto stronzetto. Ma questi sono due capolavori, non si discute.

 

E poi…

Ma che scena è questa? Quando due “grandi” teste come quella di Michael Ironside e quella del “malato” Stephen Lack si scontrano in un duello all’ultimo sangue.

E Stephen, spiazzando il cattivone di turno, lo distrugge.

Capolavoro!

di Stefano Falotico

 

Per un mondo migliore, il 4 Marzo vota la lista Falotico, uomo contro ogni luogo comune, insomma, uno non da comunali e pettegole comunelle


13 Feb

Pop Bowie Mosca

 

Ecco il mio programma elettorale. Bando alle ciance.

Innanzitutto, la sera prima delle elezioni, riguardate i film di Jim Jarmusch e, incantandovi in minimalista poesia amabile, il vostro cuore ne gioverà e sensibilmente, toccati emotivamente nell’animo da istanze più positive e romantiche, andrete alle urne rinnovati, dunque saprete ove mettere la crocetta. Prima, fate un esame delle urine!

Ora, mi presento, sebbene alcuni mi conoscono bene, o forse fingono di conoscermi.

La mia strada, spesso solitaria, è stata travagliata quanto un parto dalla sofferenza acutissima, eppur mai mi arresi dinanzi alle false illazioni sul mio conto. In quanto, nel bene e nel male, son amante del coito, con buona pace dei miei detrattori che sostengono che sappia amare solo me stesso. Devo dire la verità. Amo meglio da steso. Sì, quando sei sdraiato a schiena all’ingiù, lei ti cavalca e tu devi solo avercelo duro. Sì, a me far fatica non è mai piaciuto. Dunque, per una società che se la goda, propugno l’emancipazione da ogni tipo di lavoro fustigante, castrante e anchilosante. Viviamo in una società ove l’avanzamento tecnologico permette a chiunque di usare la mente, e dunque basta con questi lavori manuali, aprite la coscienza e scrivete storie fantastiche. Non addoloratevi in quest’immensa falsità dell’inserimento lavorativo. Dobbiamo smetterla di guardare al prossimo come un “elemento” produttivo, ché già la parola elemento elementarizza invero la complessità delle nostre grandiose potenzialità. Non siamo nati per produrre “industrialmente”, ma per vivere piacevolmente, gustando la lietezza del nostro passaggio in questa Terra per far fruttare la meraviglia d’idee brillanti. Dunque ben vengano i “pazzi”, i sognatori, coloro che non si pensano e penano come automi e pezzi di una catena di montaggio frustrante, che logora i nostri io profondi e ci appiattisce in dimensioni squallidamente mortificanti, in cui veniamo giudicati, valutati e quindi livellati solo secondo la nostra “efficienza” capitalistica. Stringiamoci le mani e rimbocchiamoci le maniche soltanto per rendere la vita un’esperienza irripetibile. Non si nasce per lavorare come coglioni, per sposarci con una donna che non amiamo solo perché gli altri possano dire che siamo “brave” persone, si nasce per essere. Dunque esplorate il vostro sangue, fatelo schizzare, issatevi in progetti che magnifichino la bellezza del contemplare, l’estasi madornale dello stare e non del ricattatorio “fare”. Non è una cultura, la mia, né negazionista del sistema e neppure nichilista, neanche fancazzista. È la visione sana del mondo. Anche un po’ santa. Quanti giovani ancora dobbiamo far soffrire dietro false induzioni meramente scolastiche, dietro indottrinamenti fascisti, tesi solo a voler oscenamente controllare le stratificazioni splendenti del nostro sentire vivo, del nostro patire, ripartire, emozionarci con calore e puro candore?

Quello che ho capito è che la gente che ti vuole male ne avrà sempre una per demoralizzarti, per spegnere le tue pulsioni, per castigare la nostra spontaneità, per irreggimentarla in facili giudizi legati soltanto all’apparenza e all’orrendo culto dell’esteriorità. Semmai, da adolescente, eri ritroso e rifiutavi la compagnia dei tuoi coetanei perché indubbiamente erano dei cretini. Così ti prendesti le peggiori e più derisorie patenti, ti dissero che eri afflitto da fobie sociali, che eri inetto, e non sapevi affrontare la realtà.

La realtà, amici cari, la costruiamo noi. E se la realtà dei nostri padri è stata una realtà piena zeppa di regole assurde, demagogiche e stupidamente “pedagogiche”, ben vengano gli artisti, che fan cambiare le mentalità, che si prodigano e si sacrificano per ideali superiori, per volontà ecumeniche di pace ed eguaglianza. Perciò, se qualche stronzo vi darà del fallito, del mentecatto, dello sfigato e del perdente, c’è una sola soluzione con una merda di questo genere. Mandatelo a fanculo e, se preferirà un film di Muccino a Heat di Michael Mann, chiamate un centro di salute mentale e curatelo a base di pellicole di William Friedkin.

Voi, che avete creduto di essere diversi, non avete mai pensato che la vostra diversità è un privilegio, una forma mentale e psichica elevata, superiore all’andazzo carnascialesco e puttanesco di un mondo porcellesco? E che le vostre malinconie sono solo l’avamposto di un punto di vista più sofisticato? Meno aderente alla putrescente realtà figlia di puttana?

Edgar Allan Poe era “pazzo”, Martin Scorsese è “aggressivo” nei suoi film, e perfino David Bowie preferiva scoparsi una nerona piuttosto che una scema col cervello proteso alle smancerie e alle melensaggini figlie della dolcezza più finta.

Insomma, leggete qualche mio libro. Alla fine della lettura, la vostra mente avrà esperito sensazioni che avranno dilatato la coscienza, così come Lynch ha reso il mescolar realtà e finzione qualcosa di stupendamente delirante.

Il resto è questo critico che andrebbe preso e sedato!

E ricordate: Qualcosa è cambiato è secondo me un capolavoro. Che classe quel “matto” di Nicholson!

E, tornando ai programmi elettorali, io una bella botta a Tiziana Panella gliela darei.

Il resto sono chiacchiere paracule.

 

di Stefano Falotico, incurabile, non inculabile, sostanzialmente unico

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Tiziana Panella

Il miglior complimento, “componimento” che possiate ricevere è di essere un po’ matti


28 Jun

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L’appellativo di “cappellaio matto” è quanto di più “elegante” un uomo, anche una donna, possa ricevere in vita sua. Non gli si è detto che è scemo, ma di “soffrire” di qualche “turbamento” mentale di troppo. Insomma, si viene paragonati ad Artaud, a Burroughs, a Jack Nicholson, a David Lynch, una bella compagnia di uomini barfly.

Se oggi arriva la notizia che appunto Nicholson tornerà in “scemo”, scena, per il rifacimento di Toni Erdmann, avete di che gioire uomini “picchiatelli”. Non venite omologati alla massa né annessi a quei porcellini che hanno solo la fighella in testicoli, in testa. Un’umanità, questa, alquanto repellente e cagionatrice di false competizioni. D’altronde, l’indottrinamento alla cosiddetta, triste normalità avviene sin dalla più tenera età, quando quei “batuffoli” di bambini, col loro carico di tenerezze, vengono redarguiti, sgridati, “ammoniti” da insegnanti boriosi, presuntuosi, arcigni, maligni, uomini e donne con una vita logorante alle (s)palle, che svolgono il loro lavoretto “punitivo” per portar a casa la pagnotta. Pane e pene, insomma…

Di cosa io mi occupo? Di disoccuparmi. Sebbene gente malvagia voglio incasellarmi in sche(r)mi comuni, non mi mummifico in tali arbitrarie etichette, e viaggio per lidi lindi di pure nostalgie, di fantasie prelibate, semmai anche alate, ben conscio di essere geniale e di aver sorpassato molti precetti, ricette e “ricotte” del vivere normale. Adesso è il tempo, in quest’estate vanagloriosa, in cui l’uomo medio si reca al mare a farsi il bagnetto, se è una lei sognando di farsi il bagnino. Sì, questi si bagnano sempre, invece io sono un corvo in cui piove per sempre.

Molta gente, non dandosi una ragione di come spesso io (s)ragioni, sebbene faccia dei bei ragionamenti, vorrebbe rendermi un ragioniere. E, quando “fallo”, mi dà patenti fantozziane. Insomma, sono uno scapolo e non un ammogliato, e spesso non “lo” metto a mollo, mollandone qualcuna quando non “la” digerisco.

Uomini mediocri, siate infelici nelle vostre istruzioni per l’uso, di farmaci antidepressivi pure abusate, mentre io ordino un altro caffè, facendovi le corna mentre mangio un saporito cornetto.

di Stefano Falotico04070423

Se DiCaprio non lavora, la Winslet se lo cucca, memore del Titanic che fu, e intanto io bacio la “tettonica”


17 Apr

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DiCaprio si sa, da due anni non fa un cazzo, girovagando nel mondo “a bordo” del suo carisma indistruttibile, accumulando chili sull’addome e dormendosela bellamente, mentre Ridley Scott sogna un altro film con lui. Eppure è stato paparazzato, anche spaparanzato, assieme alla Winslet con cui pare che di lingua abbia dato vogliosamente il suo calore italo-germanico-americano “al bacio”, gustando poi un gelato al pistacchio su limone “capriccioso” della fragolina di Kate.

Sì, DiCaprio è uomo piccante, che tutte si fa “a briglia sciolta”. Mentre il grasso lo “corrode”, elargisce labbra voluttuose all’aroma di caffè con la “schiuma” e la panna montata dei suoi capelli oleosi di biondezza “ficcante”.

Insomma, Leo è un volpino, io rimango uno con molte scosse nel fegatino, eppur non mi smuovo. Pensando a una scogliera ove il mio cor(po) riposerà meditando le nevrosi del mio ego smisuratamente navigante nel “revenant” delle mie idiosincrasie verso un mondo a cui mi pongo come Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato, immaginandomi oggi come Kinnear carezzante il suo cagnolino, domani “giocante” con la gattina. Sappiatelo, uomini di “poppa”, quando la pru(gn)a vi chiederà altra amarezza.

E al largo mi allargherò, non tanto “allungherò”, mentre lei mi “allagherà”. Di sputi in faccia.

Eppur non le alla(r)ga. Come si fa?

Si fa, si fa, si va.

 

di Stefano Falotico

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Discorso di fine an(n)o del Presidente, cioè Falotico, detto anche l’uomo del mar ionico, forse solo Ronin


31 Dec

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Ebbene, un altro anno di merda, fratelli della congrega, sta giungendo finalmente alla “fune”, alla fine, e so che state leccandovi le ferite in attesa di leccare, stasera, qualche “feritoia”. Sì, molte ragazze influenzate si stan facendo belle per voi bulli e io me ne sbudello, ridendo nel mio eremitaggio secco come un caffè “zuccherato” di nevralgia e più forte misantropia. In codesto anno solare, per me non tanto, ho pubblicato vari libri, tutti prodotti dal mio esser libero e dunque dettante legge superiore alla moltitudine ammassata nei luoghi comuni e ammaestrata in lavoretti schiavizzanti che detronizzano le vostre potenzialità. Sì, impotenti, avete patito le ore dietro la scrivania e sognate stasera le orge. Per non par(l)are di quelli sottomessi a lavori sudanti la schiena spezzata in qualche orto e poco oro. Ma poco ne “verrà” e sappiate che io molto varrò, in quanto io var(i)o. Dopo questa stronzata, passiamo a cos(c)e serie. So che state fremendo affinché i 365 giorni dell’anno a venire, sì, non è bisestile, illuminino le vostre teste e vi rendano amara-mente spensierati come il sottoscritto, il cui “patimento” maggiore è riordinare i dvd in che si son accumulati nel mio letargo cinefilo. Sì, colleziono “cimeli” e amo la cima di rapa con le orecchiette, cari ricc(hj)oni. Detesto le compagnie sociali perché mi par gente asociale, che sta dietro il pettegolezzo, la burla sadica, la chiacchiera cattiva, l’uso nazista e fascistoide d’una mentalità cretina che vorrebbe tutti assoggettarci a meccanismi di competizione falsa e frivola, ove “vince” chi ce l’ha più “duro”. Me ne frego e della mia fregiatura me ne fregio. Anche un po’ lo sfrego, in un fregolismo da trasformista, da “equilibrista” di pene, di danzatore delle mie enfiate vene. Svenatevi in leccate di culo tanto la vita avrà da darvi sol un paio di cazzi fritti. Ricordatelo, donne, quando vostro marito, dopo una giornata spossante, vi chiederà il bis e voi volevate solo un sano “biscotto”. Sono preso da interessi che non stressino, dal mio cervello che ha poco da spartire con i vostri uccelli, sono più che altro “rappreso”. Eppur apprendo, al chiodo appendendomi, vestito di pelle da uomo degli an(n)i settanta, un po’ cruising e un po’ qualcosa (non) è cambiato. E qui De Niro aveva un carisma che vale più di 2017 premi Oscar.

 

di Stefano Falotico

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Cerchiamo tutti mondi nuovi alla Neffa, avvolti dalla (malinco)n(o)ia, Qualcosa (non) è cambiato, vai di Neffa e Nicholson Jack, che fu anche Hoffa, uffa


21 Apr

Qualcosa è cambiatoHoffa Nicholson

“I mercenari 3” sono io, io sono la Legge!


26 Aug

Un Mondo laido di mercenari, evviva il mio “lucernario” da Lucifero”. Dio renda grazie… alla Luce, Dio abbia in gloria l’onore dei miei odori, mai però mercific(c)ati, a cerniere di…

“Cola la cera della candela!”

La nostra è una società di falsi Pater Noster, di minestroni, megere e analfabetismi che, frivoli, la prendon alla  “legger”, di putride sconcezze senza leggi e di acconciature che chiudon la mente e apron la “cena”

Fratelli della congrega, esemplifico ciò che non “figo” reputate “odioso”. In quanto analizzo e mai anal son vizioso! Quindi, preso a testate, anche dai giornalisti privi di testicoli, ripudiato e sputato! Ma chi siete voi per giudicarmi? Sono io che vi macchio!
Di croci tramutate presto in “letizie” per poi altre finta impudicizia ove simulate afflizione per castigar, ipocriti, il vigliacco vostro dentro più bestiale. Che camuffa antri orgiastici e si pavoneggia da “santo” a gastrite con tanto di radiografie e cancrene di “lastra”.
Invero, meticolosamente moralisti, “inquisite” per poi smentirvi nella coscienza. Arrabattandovi in vite arrangiate ove tira… il vento dell’opportunistico carnaio che mutate in metafisiche quando invece vorreste spacciarvi per savi, nel batter la fiacca di facciate “sane”. Sì, per voi la sanità è la bifronte disonestà morale. Tacete i peccati e denudate soltanto l’ambizione sfrenata di mostrarvi “giusti” e “corretti”. Siete mostruosi. Falsità! Evviva sua Maestà! Io!
Amputando invece i valorosi, gli “eretti” e la retta via che proprio io non smarrii neppur nelle “selve”. “(O)scura” tu in quanto oscurantista bugiardo, io schiarisco i dubbi di questa collettiva dissipazione nel dar voce all’umile eppur punitrice “benedizione”. Maledirmi, e di maldicenze, inveir contro di me, non sortirà il sortilegio dell’estrarmi, come desiderate maligni, il sorriso. Incancellabile è schietto e, di franchezza, freme e non lo frenerete.
Rivoltando le verità a uso e “costume” dell’abusarne di “potere” odierno. So che tu sei impotente, eppur t’agghindi nel “lucente” gaudio. Qui, dinanzi a te, l’Uomo che nessun dolore scalfirà. Roccia anche vanitosa e di Luce ariosa.
Ave ai miei felici alveari. Miele son ape e sgranocchio le donne di dolcezza che snocciola poetiche notti calde in sapor mescolante di corpi esasperanti. Al limite del più vertiginoso (s)venir nostro come sempre sverginarci a rinnovati palpiti. Ella che, mordace, inguaina il pen vorace, lo annette al nettare che le “dissanguo” mentre, avvinghiante, succhia fin ai nostri unti “ori” colanti. Barcollante, appena disgiunto, poi “crolla” esangue il mio “bisonte”, stanco di tanto spronarlo, spremuta è in Lei imbevuto. Ubriachezza! Ella s’abbevera alla mia fonte dilettevole, lecca il frutto “proibito” e lo incastra fra voi castrati e colmi di pudore nel tagliarvi sesso aberrante, lordo e senz’affetto da inetti all’origine adamantina dei cuori puri. Noi siamo gli “agnelli”. Eppur abbiamo il bianco uccello! Di-vino! Fra vigne e vive vulve! Evviva!
Ella vien con me che, encomiabile, la domo, la inondo e di lode ancor alluderà per ululanti amplessi sinché Luna giammai albeggi. Aurora o aureola!? Aureo argenta, di lamenti, per cento e una Notte discinte a mio firmamento lucidato!. Sottil, “ingarbugliato”, rosso nel nitrito e nitrato nell’adirarlo vorticoso e rosse ad arrossir. “Appanno” l’Uomo in diluirlo mansueto, di libidini a caramelloso budino, cari bovini. Ah, svaccate ma Lei non vi dona la “spaccata”, ché sa quanto non l’amate eppur volgari la bramaste.
Vi brucerete se sol di Sesso lercio non arderà la fiamma eterna della Passione, come querce secolari radicate a cosce sue che squadrate ma poco atterrate. Scolorirete e nessuna ve lo s-colerà. Eppur d’onanismo vi “colorate” nelle fav(olett)a d’ovatta e fazzoletti, neanche un letto ma, “lieto lieto”, il “flauto” canta da solo nel grigio arcobaleno addolorato, stinto, afflosciato, di cazzo masturbato. Non attecchisce il vostro coltivar futile e, al primo “colpo di fulmine”, abbattuti tutti venite colti da un coitus interruptus proprio quando stava per “tuonare”. Che lutto! Che (a)dorabile!
E non tornerà… fidati. Non “torreggerà” e, a breve, non lo sorreggerai…, mio “pappagallo”.
Ripeti a memoria le pappardelle apprese ma da me sol lo prendi e finirai pappone delle paperine a mangiar la pappina, fra un altro mio dartelo nel popò e il tuo “Papa” a pregar per sperar che “ascenda”. Nessuna pappa il tuo.
Ah, sta sol che scendendo… e il tramonto s’annuncia Notte fonda in nessuna in cui “affondarlo”. Dammi rettamente la schiena e t’entrerà rettilissimo nel retto. “Udirai” un dolor provenir dal ventre, diciam pure che ti sventro.
E ne svesto una per poi “ricoprirla” al massimo dei carati e della cascata fluente di “gioielli” miei a erezion della top(ic)a eiaculazion’. Si chiama adrenalina con in bocca l’acquolina. Tu datti a Jolie Angelina e ad applaudire al tuo Brad Pitt virtuale ma molto di “toccasana” rituali. Che applauso, che st(r)appo al suo brindisi. Mi scocci, non la scosci, e da me uno “scrosciante” d(or)arti.
Rammemorate miei fratelli della congrega. Innamoratevi e siate come me, Al Pacino de L’avvocato del diavolo.
Sono nato figlio di puttana, meglio dei poveri cristi. La loro madre non ha goduto. Porca M… donna!
Lubrificano anche i sogni più ottusi con fantasie a base di oro e di dollari finché ogni essere umano diviene un aspirante imperatore, il suo proprio Dio! E a questo punto dove si va?! E mentre noi ci arrabattiamo da un affareall’altro, chi è che tiene d’occhio il pianeta? L’aria si inquina, l’acqua imputridisce, perfino il miele delle api ha il gusto metallico della radioattività e tutto si deteriora sempre più in fretta. Non c’è modo di riflettere né di prepararsi. Si comprano futuri si vendono futuri dove non c’è nessun futuro. Siamo su un treno impazzito figliolo!

Per quanto mi concerne, mi congedo con questo patto demoniaco: “Meglio la mia patta dei patti chiari e l’amicizia di un amico che l’allungherà nel tradimento da Giuda”.

 

I miei rapporti “sessuali”

“Ciao cara, vorrei leccarti il collo, anche quella vicina al culo, posizionata opposta, circumnavigarla e di solletico nell’inguine esserti lingua a svilupparlo”.

Lei mi dà subito il numero di telefono, io non le do proprio nulla. Le fornisco solo la bolletta del telefono.
Mi aveva contattato per far due “chiacchiere eccitanti”.
Eh sì, la bolletta sale, il bollore non tanto se “lievita” la cornetta. Intesa non nel senso del marito, di parole cornificato, ma del conto di ENEL.
Sì, sono come la “Luce”. Interrompo e lascio al “buio” tutte. All’improvviso. Effetto blackout. Poco gatta nera, molto cazzi amari. Il “mio” si elettrifica, la figa va su tutte le furie. Insomma, tutto si scalda, e finisce con “Buonanotte”.

Lei: – Cazzo, perché fai così? Non si fa. Mi hai illuso! Sei una merda!
Io: – Così è, così la vedo io. Non vedrai quel che volevi vedere. Ciao. Rimani con gli occhiali, servono in caso di perdita di “gradi”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Qualcosa è cambiato (1997)
    Nulla, solo più seghe, non solo mentali e romanzi mielosi.
  2. Elysium (2013)
    Mi son tagliato i capelli a 3mm come Matt Damon.
    Sembro più inespressivo di Damon. Sono stato bravissimo.
  3. Red 2 (2013)
    Al posto di Morgan Freeman, Anthony Hopkins.
    Non vale un cazzo nero.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)