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THE IRISHMAN | Trailer finale? Cercasi edicola per il numero di FilmTv sul capolavoro di Scorsese


19 Nov

SPLASH, Daryl Hannah, 1984

SPLASH, Daryl Hannah, 1984

lauren cohandaryl hannah avventure uomo invisibile

 

Prefazione che c’entra come i cavoli a merenda ma serve a dare pepe alla rivelazione: Daryl Hannah è davvero autistica?

Ieri pomeriggio, conclusi la scrittura del mio nuovo libro. Che spero di pubblicare entro Natale. Cosicché, potrò essere per voi, per l’appunto, Kurt Russell di Qualcuno salvi il Natale. Film di cui, in gran segreto, pare che si stia girando il seguito.

Ce la vogliamo dire? È una stronzata colossale ma Kurt, grazie al suo carisma indubbio, riesce ad ammantare tale pellicola per bambini di qualcosa di speciale.

Grazie al potere dei suoi personaggi del passato, il mitico Jena Plissken e Jack Burton in primis, riesce a farci dimenticare di essere oggi un simpatico nonnetto sposato a una donna a me mai piaciuta, ovvero Goldie Hawn.

Ma torniamo al mio libro, miei uomini liberi. Trattasi, ovviamente, come sempre di capolavoro assoluto della letteratura mondiale. Sarà, al solito, comprato da dieci persone. Due delle quali i miei genitori.

Ma io non dispero e offro perle ai porci. Inserendo, come vedrete, in copertina un’altra figa straordinaria. Che, modestamente, conosco e voi no. Ah ah.

Detto ciò, mie renne, un tempo la radiocronista Rosaria Renna mi fece drizzare le antenne e avrei voluto scartarla sotto il mio albero con tanto di luminose palline incandescenti.

Facciamo i seri, non lasciamoci prendere dal goliardico ormone dei nostri adolescenziali turbamenti. Sì, Rosaria oggi è ingrassata e forse, il 6 Gennaio, fa la calza…

Ah ah, ma vecchia gallina fa buon brodo e non si butta via niente.

Così come Daryl Hannah non è più la mega-gnocca stellare d’una volta, cioè quella di Blade Runner e di Splash.

Ora, chiesi alla modella del mio nuovo libro, di prossima pubblicazione, se parteciperà in futuro a una mia eventuale presentazione. Lei, meravigliosa e sorprendentemente pudica, mi disse con estremo candore e superba gentilezza, che parteciperà assolutamente ma non vorrebbe parlare in pubblico poiché è molto timida.

– Davvero? E come fai a fare la modella? Sì, capisco, basta la bellezza e tu ne hai da vendere ma pensa a Monica Bellucci. Ora, a mio avviso, non imparò mai davvero a recitare ma, una volta divenuta famosa come mannequin, ricevette proposte cinematografiche a iosa e dovette cogliere l’occasione al volo, frequentando dunque corsi di recitazione per migliorare pure la dizione.

– Stefano, si vedrà. Se son rose fioriranno.

 

Al che, contattai un mio amico:

– Sì, Stefano, è vero. La ragazza della tua prossima cover è magnifica. Come si suol dire, lascia senza fiato e senza parole. Dunque, potrebbe anche essere muta. Lei posa per le fotografie, non c’è bisogno che parli. La sua venustà parla da sola.

Per esempio, lo sai che Daryl Hannah è autistica?

– Autistica? No, non credo. Ha recitato in tantissimi film e l’ho vista in tantissime interviste. Non mi pare autistica. M’informerò. Se mi dici che lo è, perché non dovrei crederti?

Esistono però vari livelli di autismo. Sicuramente, Daryl non è la versione femminile di Dustin Hoffman di Rain Man.

Secondo me, potrebbe tutt’al più essere affetta da una forma particolare di autismo.

Esiste anche l’autismo schizofrenico, “malattia” che ti potrei illustrare perché io ne soffrii. Cioè, mi chiusi talmente tanto da diventare quasi muto, parlando a fasi e dando a tutti l’impressione di essere ritardato e un tontolone.

La matassa, ora, è stata sbrogliata. Diciamo che, ricevendo puntualmente l’insistita, mai redenta indifferenza altrui, non essendoci comunicazione di alcun tipo fra me e gli altri, si crearono nella mia psiche dei meccanismi inconsci di difesa per sopperire alle carenze persino affettive.

Appena mi sbloccai, successe uno zibaldone. Appena baciai la prima ragazza, tutto eccitato, come se avessi mangiato lo zabaione, le persone sospettose vollero farmi il festone.

Accadde un casino della madonna.

– Sì, è vero, Stefano. Credo che sia esattamente così. Conosco la tua storia.

 

Daryl Hannah, come volevasi dimostrare, io non sbaglio mai, soffre della sindrome di Asperger.

Al momento io, invece, soffro solo della sindrome della pipì da asparagi.

Sì, se doveste andare a letto con una donna, non mangiate prima gli asparagi. Poiché provocano l’alito cattivo e se, dopo l’atto sessuale, andrete in bagno per effettuare una minzione, potreste appestare tutto l’ambiente con un cattivo odore bestiale da puzzoni.

La vostra lei vi reputerà dei topi di fogna. Prima si riscaldò col vostro ardente tizzone ma, dopo che la mungeste, no, mingeste nel tazzone, vi prese a calcioni nel culone.

Sì, già dapprincipio, amico caro, ti considerò un minchione. Poiché anche se, al primo appuntamento al buio, non spiccicasti parola ma lei volle assaggiarti lo stesso in un sol boccone per via del tuo fascino da affascinante coglione irresistibile della situazione, constatando con mano e non solo che sei molto dotato, dopo aver depositato nel suo bagno tutto quel fetore, eh già, ti diede del minchione in senso (s)figurato, cioè ti prese a pedate nel culo e ti cacciò via dalla sua abitazione.

Ma, dalle mie avventure da uomo invisibile, che io mi ricordi, Daryl non mi parve proprio tanto chiusa, il protagonista di D.A.R.Y.L., eccome. Diciamo robotico, un Falotico.

Ecco, se continuerò di questo passo, no, non farò la fine di Berlusconi ma io stesso diventerò un manichino esposto degli ex centri commerciali Aiazzone.

Azz’, che sorpresone!

Lasciamo stare adesso, però, le belle donne e la mia prima donna, parliamo invece di Ed Sheeran, il cantante romantico. No, di Frank Sheeran, suo lontano, ingrato parente dinastico…

 

Ogni irlandese è uno scarrafone

Sì, da poche ore, possiamo ammirare il nuovo entusiasmante trailer di The Irishman. Un trailer oserei dire liscio come l’olio, in splendido, roboante HD che m’eccita non poco.

Mi eccita quanto l’attrice Lauren Cohan. Attrice dalle caviglie morbide, dai piedi delicati, donna che non saprà mai recitare come dio comanda ma l’importante è che sappia, con raffinatezza arrapare, come dico io. Io sono meglio di dio, è ovvio.

Bene, sono convinto che, se la Cohan si spogliasse totalmente ignuda dinanzi a me, riuscirei a farle vincere l’Oscar, insegnandole a recitare alla grande, sì, perché la recitazione nasce dall’anima, dunque, più l’anima è accalorata e senziente più, godendone a dismisura, ne verrà anche di superiore, egregia, brillante dizione, perciò sono altresì sicurissimo che The Irishman sia uno dei film più belli della storia.

Ecco, a differenza della Critica statunitense, totalmente concorde nell’esaltare giustamente quest’intoccabile capolavoro, molti critici nostrani, anziché scrivere sui quotidiani nazionali, sarebbe meglio che andassero a coltivare le cicorie, vendendole poi al mercato rionale.

Poiché, stroncare The Irishman, per puro diletto e per presa snob di posizione, così come fece Francesco Alò, equivale a dire, in maniera direttamente proporzionale, che Lauren Cohan non sia una passera enorme soltanto perché non ve la potete permettere.

Sì, torniamo alla storia della volpe e l’uva.

Giacché non siete Scorsese, lo criticare per gelosia.

Anch’io, essendo oramai scrittore inarrivabile e d’inoppugnabile grandezza esemplare, sono preso di mira da tempo immemorabile da gente che non soltanto non sa scrivere neppure con la stilografica, bensì la Cohan la vede solo col binocolo.

No, io giammai feci all’amore con la Cohan né forse lo farò. So però che la commessa della Coin in centro a Bologna, eh sì, si chiama Laura e forse con lei sarò Conan… il barbaro.

Sì, l’arte per me è stata basilare.

In tempi di magra sessuale, se non mi fossi appassionato a Scorsese e a De Niro, avrei fatto una strage come Travis Bickle di Taxi Driver.

Sì, molte metropoli sono dei porcili. Vige a tutt’oggi la prostituzione minorile, alcuni si vogliono candidare a sindaco e molte donne analfabete vogliono ascendere in Parlamento per dettare legge istituzionale.

Mi parve già allora che stessimo esagerando.

Oggigiorno invece impazzano gli hater.

Ieri mattina, condivisi il link della vendita di un mio libro su un gruppo letterario. Al che, un fake mi coprì d’infamie, spacciandosi per esperto editoriale.

Contattai la casa editrice per cui tale malfattore dichiarò, nelle info, di lavorare.

A quanto pare, non c’è nessun col nome fittizio da lui inventato chissà secondo quali strani ragionamenti bacati, che lavori per questa casa editrice della quale, in tale sede, non mi pare opportuno rivelare il nome.

Perciò, altra denuncia al “villain”. Ne collezionò già tre da fine agosto a metà novembre. Veramente un genio, questo qui, non c’è che dire.

Ah, la gente non ama Lauren Cohan, non ama The Irishman, non ama non solo il prossimo suo ma non possiede nemmeno dignità e amor proprio.

Tali persone dicasi poveretti.

Gente che, come si suol dire, senz’arte né parte, sa solo offendere, criticare, stroncare gli altri.

Ma, se fossi in costoro, vale a dire degli impostori, all’FBI delle loro coscienze sporche, eh già, finalmente confesserei la verità.

Tanto, la loro vita è emozionalmente finita, a che servirà fare quindi come Bob De Niro di The Irishman che, nemmeno in punto di morte, volle, anzi vuole confessare a un innocuo prete il suo crimine mostruoso?

Insomma, è gente mafiosa questa, questi qua non saranno mai pentiti ma li metteranno, quanto prima, alla protezione animali.

Sì, attaccano il prossimo perché, anziché fare il barista, fa l’artista e dunque, a loro avviso, non è una persona umile ma un porco.

Sì, visto che a loro piacciono i lavori “sporchi”, a forza di comportarsi da malavitosi ipocriti, li vedremo pulire le latrine… però dei volatili.

Sono delle orche! Fidatevi, a questi preferirò Orchidea selvaggia. Film di merda ma sicuramente meno merdoso di tali merde.

Di mio, ho poco da discolparmi. Furono gli altri ad accopparmi. Sì, gli altri, per via del fatto che s’accoppiarono e io no, vollero pure, come se non bastasse, prendermi a ceffoni.

Non ho rimpianti anche perché, a differenza di Bob De Niro/Sheeran, direi che sono ancora un bel guaglione.

Potrei fare la fine di Sean Penn, sciupafemmine mai visto, celeberrimo ex della signora Veronica Ciccone.

Come direbbe Renato Pozzetto: eh, la Madonna…

Tornando invece a Daryl Hannah. Sì, Joe Pesci, dopo anni di ritiro, in The Irishman fu nuovamente una rivelazione.

Poiché Pesci sa che i pescioloni abboccano.

E con Angie Everhart usò il pesciolone…

 

 

di Stefano Falotico

 

Qualcuno salvi Kurt Russell, eccetto Tarantino, e qualcuno salvi il mondo d’oggi falsamente natalizio


02 Nov

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TANGO & CASH, from left: Kurt Russell, Sylvester Stallone, 1989, © Warner Brothers

TANGO & CASH, from left: Kurt Russell, Sylvester Stallone, 1989, © Warner Brothers

Ieri, per la cinquemillesima volta, ho rivisto Ronin. La scena in cui Michael Lonsdale illustra a Sam/De Niro la leggenda appunto dei 47 Ronin è molto bella, stupenda.

Lonsdale gli dice che i ronin hanno scelto la gloria, hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito. E De Niro, con enorme sfacciataggine cinica, replica che hanno scelto male.

Perché è tutta una questione di soldi…

Spero mi possiate e soprattutto vogliate seguire nel mio ardito, labirintico ma esaustivo ragionamento.


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Da Jena Plissken a rincoglionito Babbo Natale il passo è breve

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Stamattina, invece, molto scoglionato, ho guardato sfrontatamente un porno in cui un ragazzino, appena maggiorenne, si scopa di sana pianta una milfona dal culo enorme e magnifico. Quindi, in preda a insanabili sensi di colpa, ho riguardato il trailer integrale di Qualcuno salvi il Natale con Kurt Russell in versione Babbo Natale, con tanto di renne simil E.T. che volano nella Luna e Kurt che, alla fine, diventa Billy Bob Thornton di Bad Santa. Ecco, guardare il filmato promozionale di tal zuccherosissima pellicola per famiglie non ha ripristinato la purezza mia perduta da tempo immemorabile, andata a farsi fottere. E, come spesso mi accade dopo un onanismo sfrenato, son diventato una creatura da Cinema di Paul Schrader, una sorta di Ethan Hawke di First Reformed, dilaniato dai suoi dubbi, dalla sua fede invero agnostica, turbato, sconsideratamente spaccato in due fra la mia parte capricciosamente irrequieta e la mia anima spesso metafisica e trascendente. No, son giunto alla conclusione che la verità del mondo non sta né in uno squallido porno ove un ragazzo poco più che pubescente si tromba una gnocca da paura, per eccitare gli arrapati, bavosi o(r)moni ai quali, nella scelleratezza della mia madornale masturbazione lasciva, mi annessi svergognatamente, né nel Natale can(dido) e da canditi. Una festa originariamente stupenda, al solito traviata… dalle esigenze commerciali di un mondo occidentale orrendo ove il 25 Dicembre siamo tutti buoni e prendiamo per mano la vecchietta claudicante, fermiamo il traffico e, come dei cani pastori tedeschi, l’aiutiamo ad attraversare le strisce pedonali. Dunque, lasciato che lei s’incammini verso casa, ci fermiamo a una gelateria e offriamo un buon gelato al bacio a un bambino sgridato dai genitori, addolcendo sia figlio che suoi procreatori con cinque minuti di leccata… gustosa. Poi, una volta nel nostro appartamento, nonostante la nostra vita sia oberata da casini insormontabili e siamo nella merda da sabbie mobili più lerce e inculanti, accendiamo la tv e ci commuoviamo per l’ennesima volta con James Stewart e La vita è meravigliosa. Aspettando la notte di San Silvestro ove, oramai cresciutelli, non andremo più in giro a far bagordi ma, annoiati e più porci, rideremo amaramente con Una poltrona per due. Sempre più consci che non possiamo fare niente per cambiare il mondo e ha vinto, come volevasi dimostrare, il qualunquismo, hanno vinto gli idioti, quelli che si son parati le chiappe. Che fanno un mucchio di baiocchi alla faccia dei fessi, dei poeti, delle persone sognatrici, sognanti e immaginifiche, pigliandoli per il popò e urlando loro che, se finirono male, è perché sono dei Lucignolo da Paese dei balocchi. Sì, esatto, scusate la ripetizione… che non abbiamo voluto apprendere “niente” perché recalcitranti ai falsi buonismi pedagogici, al fascismo ideologico, alle regole bacate del pensar comune presuntuoso e stronzo. Sì, Baiocchi! Uomini panettone che mai spenderanno un soldo coi cinepanettoni. In fondo, che cosa possono darci film come Hard To Be a God? Sì, un tempo guidavo la Panda e ora continuo a mangiare il Pandoro. Sono un uomo da WWF in via di estinzione, una razza “speciale”, un mammifero della famiglia Ursidae o forse solo di quella degli Addams. Così, sulla destrorsa R 101, adesso la sera abbiamo L’ora del Teo, programma radiofonico per bacucchi pasciuti ove il “veterano” Teocoli, non sapendo più che pesci pigliare, dopo aver smaltato il fondoshiena di Berlusconi in maniera an(n)ale, sfrutta la passione nazional-popolare degli anziani pensionati, il Calcio (!), sputando nel piatto in cui mangia nello scimmiottare, con le sue patetiche parodie, gli stessi personaggi che appartengono al suo ricco mondo vizioso e laido. Nelle sue caricature, Ancelotti è un tortellone e Ronaldo un puttanone. Lui invece cos’è? E vomita populismo tristissimo da uomo fintissimo e deficientissimo. Recuperando dal suo “cilindro” il giammai morto Felice Caccamo. E, dieci minuti dopo, deride invece gli stessi “napoletani”, gridando apertamente che è un popolo di falsi invalidi che sfrutta biecamente lo Stato per non fare un cazzo da mattina a sera. Se lo dice lui, che è di Taranto e invece ha lavorato come un negro in sketch comici di scosciate e Mediaset, è credibilissimo. Non vi pare? Con l’oca giuliva, Silvia Notargiacomo, che gli dà pure ragione e asseconda i suoi miserabili sfottò, intercalando con “meraviglioso!”. L’Italia è questa. Qui son tutti santi, guai a dire loro che, fra una predica e l’altra, vanno a notte fonda sui viali per un pompino “extracomunitario”, dopo che hanno votato Salvini. In Italia sono tutti artisti e attori, creativi e grand’uomini. Anche grandi donne. In Italia sono tutti virtuosi. Se vai da una e, come nell’epico sessantotto, dopo averla amabilmente corteggiata, le dici… be’, si è capito che voglio leccarti la figa? Lei ti darà un mal rovescio e ti bloccherà subito anche se le piaci da morire e in realtà è già bagnata perché, appunto, lei è donna di classe e non andrebbe mai da un ragazzo, sul quale in vasca, si masturba, a dirgli che vuole succhiargli il cazzo. Fa molto, molto male. Ha sostituito il sesso grandiosamente libero, come appunto negli anni settanta da Woodstock, col moralismo fradicio e ipocrita da Maurizio Costanzo. Nel sesso normale fra due persone adulte non vi è niente di peccaminoso e osceno. È giusto che cominciate a prendere confidenza con la vostra sanissima natura umana. Invece che mascherarvi nelle agghiaccianti santità imbecilli. Che poi le suore… Se invece il figlio di Benetton le dice che vuole leccargliela… pur di fare la comparsa nel nuovo film con De Sica, accetta pure di leccarlo al produttore… e servirgli perfino la colazione a letto con tanto di “cornetto alla crema” a suo marito, dapprima fottuto! Ben vi sta. Ben sta a quelli che pensavano che studiando da mattina a sera sarebbero ascesi alla nobiltà e invece, come tutti, son stati fregati e al massimo hanno rimediato un lavoretto da pennivendoli, ben sta a quelli che han voluto il reddito di dignità, passando le giornate ad ascoltare Alessandra Amoroso e a scopar… le zoccole dalla cantina. Ben sta anche a quelli di Sinistra che si son ridotti solo a giudicare i film, a cazzeggiare da recensori della mutua e, nel quotidiano, leggono solamente i marxisti quotidiani, prendendolo appunto, comunque, nell’ano. Son tosti questi ma non sanno chi è Tolstòj! Ben sta a me che mi sono ribellato ai bullismi e ne sono uscito ancor più massacrato, ben sta a quelli che facevano gli adulti a vent’anni, andando da quelli “deboli” e sbeffeggiandoli nel mandare loro Antonacci con Liberatemi, maltrattandoli da poveri cristi, anzi diavoli, ben sta ai cosiddetti intellettuali che hanno soltanto creato, con le loro demagogie e le loro assurde prese di posizione, un mondo ancor più bugiardo di prima e malsano, dolcificato e bigotto, filisteo e corrotto. No, io non sono un “grande” perché si dice in giro che sia un puro, altra parola da aborrire. Ché ai buoni selvaggi di Rousseau non ho mai creduto e avevo letto già troppi libri a tredici anni per essere Massimo Troisi. Tornando a Ronin… un mio amico mi ha vivamente sconsigliato di pubblicare il mio racconto in un’antologia in cui saranno pubblicati, su un migliaio di candidature, solo venti, selezionati testi, fra cui il mio. Perché mi ha detto che non ci guadagnerò niente e la gloria non è più di questo mondo. Io non sono mai stato di questo mondo. E sono sufficientemente pazzo per non volere una lira. Sulla mia lapide, un giorno, scriveranno: qui giace Babbo Natale e San Francesco Falotico. Sempre meglio della scritta qui giace Kurt Russell, un uomo molto arrabbiato da Jena Plissken, polemico contro i potenti, che a forza di stare con Goldie Hawn è diventato barboso prima che barbuto.   Fatto sta che Qualcuno salvi il Natale io lo vedrò. E mi sa che rivedrò anche quel porno… Eh sì. Perché non sono un falso. Adesso, scusate, mi scappa di cagare. La mia merda puzza come quella del Papa. La vita è un pugno allo stomaco, sostanzialmente una pugnetta. Anche quando puoi permetterti di essere come Kurt Russell. Perché sì. Un tempo, Teocoli prese in giro due poveri vecchietti, definendoli tragicomicamente Tango & Cash. Con tutte le stronzette dello studio che si scompisciavano dal ridere. Che maiale. Benvenuti nel regno della razza umana. Sono molto giovane.  Lascio ai cretini e ai tromboni le certezze del cazzo. Sono molto giovane. Ero ingrassato. Spero che questi pantaloni mi calzino a pennello come le vostre imbecillità da teste di minchia. Altra presa per il deretano. Sì, così mi piaccio. A te no? Me ne sbatto.    

 

di Stefano Falotico

 

 

 

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