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Mank di Fincher, che film! Il fascino di Gary Oldman e di Orson Welles e la classe non è acqua, infatti è meglio la Coca-Cola


05 Dec

oldman mank

Insomma, questo Fincher è un bel provocatore. Quasi alla pari di David Cronenberg che nutrì riserve nei riguardi di Shining. Fincher critica Orson… Soffre di blasfemia?

Be’, nella mia vita non ho combinato nulla di buono. Non c’è che dire. Se vossignoria volesse recarsi su Amazon, IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dati alla mano constaterà che stiamo parlando (utilizzo il plurale maiestatico da buffone di corte e scemo del villaggio…) di una persona, cioè il sottoscritto, che nella sua inutile, “improduttiva”, fallimentare (in)esistenza anodina, “anti-emotiva”, asociale e accusata di essere affetta da chissà quali strane, psichiche turbe irrisolvibili da parte di gente “rispettabile” che sa come si st(i)a al mondo, ha scritto pochissimi libri… la cui quantità può rivaleggiare con l’ipertrofica verve letteraria, non so se lessicale, di Stephen King.

In tale mio annotabile excursus bibliografico-autobiografico-esistenziale spaventosamente abissale, non so se da annotare in qualche atto notarile o apprezzato dalla bella società di animali, sciacalli delle emozioni altrui che loro spolpano a mo’ di sanguisughe importanti a livello sociale, rilevanti nella gerarchica scala piramidale da squallida catena alimentare, spuntano libri altamente polemici contro i falsi apparati psichiatrici e para-istituzionali. Dopo la morte insegna…

Un libro “doccia fredda” a mo’ di J’Accuse à la Roman Polanski.

Compaiono altresì saggi monografici, anche tradotti in inglese, su Scorsese, il succitato Cronenberg e John Carpenter. Sono ravvisabili opere noir erotiche che certamente infastidiranno le persone bigotte che rideranno in modo ipocrita sulle modelle da me inserite nelle rispettive cover, dando loro la patente di mign… te.

E risalta un mio libro che ovviamente leggeranno quattro gatti, cioè La leggenda dei lucenti temerari.

Ah, che coraggiosi…

Mentre, in questi giorni, assieme al mio editor personale st(iam)o lavorando a Bologna insanguinata.

Be’, debbo ammettere che, specchiandomi, rividi me stesso (non tanto messo bene o troppo superiore agli altri per potermi rispecchiare nelle loro deficienze bruttissime), denudato di ogni falsa maschera appioppatami. E rinvenni, anzi riesumai il mio viso, ringiovanito di colpo, similmente a Gary Oldman del Dracula di Coppola. Una donna mi vide camminare per strada. Non le succhiai il collo, al massimo le guardai il c… lo, ma lei, quasi (s)venuta dinanzi alla mia beltà da “miserabile”, dirimpetto alla mia rinnovata, ancora molto bella età, volle vampirizzare qualcos’altro…

Oh me, povero tapino, oh, uomo meschino. Che ci fa in questa società infida e cretina?

Costei, non rimanendo fatta da me, bensì solo stupefatta, se la fece nelle mutande? Stupita, stupida o forse da me non cagata? Non lo so. Ah, sono un pis… letto.

Sono un uomo fedele e non posso tradire la mia lei.

Come sapete, la Universal realizzò molti film sui grandi “mostri sacri” non della recitazione come Oldman, vero attore monstre, bensì sulle creature orrifiche più fighe della storia, il cosiddetto Monster Universe.

Di mio, ho un emotivo universo da proteggere. Non c’è verso che qualcuno sappia scrivere meglio di me, maestro di tutti i versi. In passato, onestamente, fui solo… molto introverso. Alla mia lei dedicai e dedico tuttora poesie molto più delicate di quella eccitata, no, citata dall’Oldman di Mank, da lui recitata dinanzi ad Amanda Seyfried. La cui pronuncia esatta è “saifred”. Come per dire, donna, se hai freddo, ti scalderò col mio mantello.

E, giocando di associazioni “linguistiche” e di rime baciate, assai eccitanti e stimolanti, anche con quello… A Marion Cobretti, Brigitte Nielsen offrì la sua bellezza. E Stallone di Cobra seppe bene che le patate potevano affogare nella salsa. Forse anche nella Lambada. O no?

Ah, Stallone, uomo allampanato, assai invecchiato, incartapecorito e un po’, forse, in Rocky… un finto ritardato. Uomo pallido però palestrato, forse solo mentalmente appannato, che andava spronato o forse solo abbronzato al tepore di una lampada caliente. Ah, il calore! Stallone starebbe bene anche ossigenato, uomo proletario giammai patinato. Ma al Cinema spesso appare platinato. Gary Oldman è un attore esagerato.

Dopo aver furiosamente litigato con Uma Thurman e con Isabella Rossellini, pazza conclamata più del suo fu David Lynch, più violenta di alcune scene di The Irishman di un altro suo celeberrimo ex, cioè Scorsese Martin, lasciò Gary per andare con un Paisà. Sì, poteva essere sposata a un attore magnifico ma preferì ritirarsi a vita bucolica, quasi da zotica, bagnando nel latte i Pavesini. Solo quelli, però. Ah ah.

Di mio, sono camaleontico come Oldman. Infatti, sono l’unico uomo che, nei momenti miei più allucinati e duri, riesce a delirare più di Gary di Léon, riuscendo però a mantenere intatto un carisma da Jean Reno. Sì, in quegli attimi orrendi, cado in stato catatonico. Raffrontabile alla recitazione mono-espressiva del co-interprete di Ronin. Comunque, non guido una BMW, neanche una Renault.

Il mio primo libro fu pubblicato quando ebbi venticinque anni. La stessa età in cui Orson Welles uscì col suo epocale Quarto potere. A differenza di Orson, patii un calvario ingiusto identico a quello passato da Tim Robbins de Le ali della libertà. Entrai nella mia Rita Hayworth e, sotto una pioggia liberatoria, compresi che molta gente dovrebbe lasciare perdere le compresse. Se è cascata nel tunnel non di The Shawshank Redemption, bensì della droga, io posso aiutarla.

Infatti, non ho mai fatto uso di stupefacenti. Sono stupefacente dalla nascita. Al massimo, me la tiro, fumo parecchio e adoro Dulcinea del Toboso del Don Chisciotte della Mancia. Insomma, dulcis in fundo, non sono Dracula. Forse Wolfman, detto anche lupus in fabula.

Sì, sono un favolista, un uomo favoloso. Dai tratti spigolosi eppur dolcemente schiumosi. Un uomo cremoso… Uomini, se litigherete con la vostra lei, regalatevi Intesa Pour Homme. Ci siamo intesi?

Che voglio dire? A me il dopobarba lo regala lei. Non sono omosessuale.

Dunque, fatevi i caz… i vostri. Oppure, fatevi una canna. Basta che non mi rompiate più la panna… Comunque, non voglio più appannarmi, nemmeno apparire Narciso… Lo sono.

Gary Oldman ed Orson Welles sono indiscutibili, invece. Beati loro. Di mio, metto sempre in discussione anche i miei libri più belli della sceneggiatura di Citizen Kane.

Sì, sono un critico di Cinema, soprattutto di me stesso. E rifletto sempre prima di riflettermi nelle altrui sceme(nze). Posso dirvi che se pensate di essere più bravi e belli di me, ne possiamo discutere. Sì, vi concederò trenta minuti al giorno in salotto. Siete felici? Nelle restanti ore, devo fare altro…

Debbo anche assistervi, no, asserire che, per un tempo infinito, amai Al Pacino e Bob De Niro alla follia. Non amai altro, neppure me stesso. Intanto, Al amò Diane Keaton e tante altre donne. Mentre De Niro pare che sia stato anche con Moana Pozzi durante le riprese di C’era una volta in America.

Non credo nei buonismi e nei buonisti. D’altronde, Non ci resta che piangere…

Sia Massimo Troisi che Roberto Benigni stettero con Moana. Ecco, se voi pensate che il direttore della RKO Pictures versò lacrime vere assistendo al funerale di un suo “amico” suicidatosi, non avete capito nulla della vita.

Nemmeno di Mank. Neanche dei monchi… che siete.

Comunque, se pensate che essere comunisti significhi il predicare banalità e bontà a buon mercato, accattivandovi le simpatie del popolo con video su YouTube in cui, facendo maieutica critica, v’illudete di essere dei divi, guadagnando soldi con le visualizzazioni, siete Mel Brooks di Che vita da cani! Cioè dei bastardi capitalisti. Se non conoscete invece la differenza fra socialismo e comunismo, ve la spiega Oldman/Mankiewicz nel capolavoro di Fincher. Fincher è uno stronzo e non è vero che Orson Welles fu immaturo. Va altresì però ammesso che Mank è un capolavoro. Non è al contempo Quarto potere.

Detto ciò, a Fincher preferisco David Lynch. E credo che, al posto di Peter Finch di Quinto potere, premiato postumo, avrebbe dovuto vincere De Niro di Taxi Driver.

Ora, se credete che Oldman sia più grande di De Niro solamente perché ha poco meno di vent’anni meno di lui e, a differenza di Bob, non ebbe la stessa fortuna, guardatevi Niente per bocca. Cosa voglio dire? Che avete, sinceramente, poco da giudicare le vite degli altri. E che De Niro rimane più grande di Gary. Sebbene entrambi siano doppiati da Stefano De Sando. Secondo me, se a doppiarli fossi io, tutt’e due sarebbero più grandi di Orson Welles. E ho detto tutto…

Amici, non è che mi farete la fine di Oldman in Air Force One? Più che un comunista arrabbiato e in lotta contro il capitalismo personificato dal Presidente degli Stati Uniti, Gary, in tale film, appare come un idiota che inserisce stories su Instagram in cui, atteggiandosi da mitico Oldman, pensava che sarebbe diventato un dio della recitazione grazie a due mi piace in più di qualche donna più deficiente della Rossellini. Cioè, il Gary identico alle donne e uomini che oggi imperano…

Vi do un consiglio da “coniglio” quale sono: i grandi attori e i grandi uomini, le grandi attrici e le grandi donne non si misurano dal ranking dei social network e dalla loro faccia da culo spiccicata a quella di Brad Pitt. Non so se di Fight Club… Ecco, di mio, se per qualche sfiga dovessi morire prossimamente, forse sui grandi schermi, la mia lei direbbe questo: a suo modo era un grand’uomo…

Comunque, la mia lei è più bella di Marlene Dietrich e io sono molto più magro dell’Infernale Quinlan.

Non riesco a capire per quale motivo sia rimasta affascinata da me. Non lo so. Credo che le piaccia Gary Oldman… E dire che pensavo di essere De Niro. Concludo con un piccolo grande uomo? No, aneddoto. Due mesi fa, un tipo grassottello alla Welles, insomma un ragazzotto pienotto con ambizioni da regista, mi contattò su Messenger:

– Lei è Falotico? Guardi, sono un futuro genio del Cinema. Le devo dire la verità, Falotico. Lei è uno sfigato come Mankiewicz. Ma ho letto alcuni suoi libri e vorrei che scrivesse la sceneggiatura del mio film d’esordio. Accetta l’offerta?

– No, grazie.

– Perché mai?

– Lei non è Orson Welles.

– Che modi sono? Le ho detto che io sarò un titano del Cinema.

– Va bene, lo credo. Al momento però non voglio rimediare altre figure di merda. Sa, non vorrei che venisse rovinato tutto…

– Guardi che lei è già rovinato…

– Non ha capito niente. Caro Orson Welles dei poveri, ho un breve messaggio. Glielo posso riportare? Amico, baciami il cu… il cuore…

Ora, non so se Quarto potere sia il film più bello del mondo. So solo che Non finirà di Enrico Ruggeri è magnifica. Penso che Shining non sia il capolavoro che si dice… questo, in work in progress, sarà più bello.

di Stefano Falotico

 

La “cultura” moderna: l’accanimento nello scrivere “news” di Cinema “accattivanti” con titoli ad effetto


01 Apr

 

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Una nuova, “bieca” tendenza sta spopolando, ahinoi, nel web. Nuovi gruppi “facinorosi”, perché “violenti” nella fretta…, di “scrittori” son pronti a “elargirvi” notizie “a sbafo” da internettologi dell’ultima ora, creando spesso titoloni “spettacolari” come specchietto delle allodole. E ciò quantomeno mi turba, mi mette ansia, mi angoscia. E, “funestato” da questo “guazzabuglio” umano di “notizionisti” d’arte d’arrangiarsi, voglio fare delle considerazioni. Mi capita, sovente, di capitare in rubriche online di Cinema ove vi è la consueta sezione delle notizie, categoria per la quale oggi tutti pare si sentano “ferrati”. Più che altro sono “efferati” nella lor smania modaiola quasi di volersi sostituire al regista o all’attore del progetto “in questione”, per come si fanno belli di paroloni su film che ancora devono realizzarsi e sui quali riversano, sembra, le lor frustrazioni da falliti, sperando che i film diventino i capolavori “annunciati” di cui (stra)parlano, spesso senza cognizione di causa. Imbarazzante. Per star sul pezzo, in mezz’ora scrivono pezzi appunto improvvisati, colmi zeppi di banalità e sostituiscono l’informazione con la didattica, perfino demagogica, più allucinatamente conformista alla retorica. Ecco che “discutono” di serie televisive da “pane quotidiano” di una mediocrità aberrante, senza prese di posizione ideologiche, tanto per parere appunto aggiornati e “colti”. Anch’io scrivo, non solo qui su FilmTv.it, per riviste internet, ma cerco sempre di essere coerente con la mia etica innanzitutto di scrittore unico, indivisibile, incorruttibile e soprattutto fantasioso, tentando di essere almeno originale, mai ripetitivo, mai prevedibile, mai “carta stampata”. Forse questo non pagherà, ma vale davvero la pena “sbizzarrirsi” in news tanto per prendere quattro euro ad articolo, compromettendo la propria onestà intellettuale “a favore” del più ripugnante, odioso “merchandising” dell’anima?

 

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di Stefano Falotico

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