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Scusate se persi il cervello, lo ritrovai qualche mese fa, stava su una mensola del ripostiglio e quest’anno sarò al Festival di Venezia da critico con tanto di papillon


15 Jul

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Ovviamente, burini e bovini, suine e malandrini, avete visto il film Papillon con Dustin Hoffman e Steve McQueen? Macché. Voi non solo non vedeste mai questa pellicola di Franklin J. Schaffner ma nemmeno il remake di due anni fa con Rami Malek. Avete fatto bene, fa cagare.

Chi invece sostiene che il rifacimento sia meglio dell’originale, ecco, lo andiamo a prelevare da casa subito, lo carichiamo in macchina, lo leghiamo al sedile con tre cinture di sicurezza e cinque camicie di forza, dunque arriviamo tutti insieme appassionatamente a Riccione e lo gettiamo, senza sciogliergli nessun nodo, in aperto mare.

Sì, tale malfattore stroncò l’originale e noi lo lasciamo affogare col peso delle sue stronzate micidiali. Si dice che gli stronzi galleggino. Certo, ma lui no. Lui appartiene a una categoria rara, speriamo in via d’estinzione. Ovvero lo stronzus deficientis, catalogabile anche al genere, degenerato qual è, dei Phylum Plathelminthes, cioè ai vermi piatti.

I vermi si distinguono in due categorie: i vermi innocui, la cui vita libera, sebbene da imbecilli, ci risulta innocua, e i vermi parassiti. Quei vermi solitari che attentano al nostro fegato poiché malati d’invidia. E divorano ogni felicità altrui in quanto esseri profondamente infelici. I quali sono talmente poveretti che, augurandosi con le loro cattiverie di farti male, esultano poi del mal comune mezzo gaudio.

Ah, sai che allegria.

Ci sono. Impazzano. Si chiamano stalker. Sono coloro che, se tu ti rassereni un po’, vivi semmai solo estemporaneamente un istante felice di leggero successo o di normale sesso, cazzo, ti ricordano che loro sono nascosti nel vapore della nuvoletta di Fantozzi, pronti a rovinare te, appunto, che ti stai facendo il viaggio. Cosicché, ogni sogno evapora e ascolti poi Fiorella Mannoia, I treni a vapore, cavallo di battaglia anche di Ivano Fossati. Insomma, questo losco individuo vuol farti credere che tu sia solo un sognatore che cade dalle nubi. E desidera la tua mente annuvolare. Ah, fuori è nuvolo. Evviva Lucio Dalla e Nuvolari!

Ora, Malek invece a mio avviso, come ampiamente da me già scritto, ha meritato l’Oscar. Bohemian Rhapsody è un film dichiaratamente agiografico, un biopic all’acqua di rose, innestato sul buonismo e l’elegia poetica più caramellosa, ma Malek ha saputo ricreare Freddie Mercury con originalità e affascinante personalità.

Ecco, ci sono poi le persone che, distrutte da una vita che bruciò ogni loro speranza melodiosa, adesso s’identificano nel babau Freddy Krueger e attentano alle giovinezze altrui poiché ingorde delle loro purezze.

Ci sono anche quegli adulti tromboni che però, al posto degli artigli di Freddy/Robert Englund, hanno solamente le unghie lunghe poiché, non essendo amati oramai più nemmeno dalla loro donna, hanno trascurato perfino la manicure. Sbatteteli in cura.

Costoro, possiamo senza dubbio annetterli invece al folclorismo della loro rabbia verde. Sì, essendo incazzati a morte in quanto, appunto, hanno la panza piena e sono sovrappeso, si sono trasformati nella versione negativa dell’Incredibile Hulk.

Vogliamo bene a trogloditi così. Uomini che oramai non tanto chiavano ma usano la clava contro le gioventù da loro mal sopportate.

A me invece, in questa vita da rinato, da ex meno(a)mato, menomale è successa la metamorfosi inversa. Prima ero timido, ora sono Lou Ferrigno.

L’altra sera, ad esempio, m’ha contattato anche Chiara Ferragni. Donna che però mi fa venire… il latte alle ginocchia, emblema incarnato della scema arricchita senza un grammo di cervello e, secondo me, senza neppure un milligrammo di qualcos’altro. Visto che suo marito, Fedez, non vale un cazzo.

Ah ah.

Sì, il mondo si divide fra uomini con le palle come Steve McQueen e gente che preferisce isolarsi come Hoffman.

Fra uomini che sono illusoriamente contenti e felici nel loro porto apparentemente cheto, uomini che si proteggono negli alibi e nelle scuse perché hanno paura di prendere il largo, uomini cioè che si barricano nelle consolazioni utopistiche delle loro esistenze da nudisti, in quanto hanno perso tutto ma non vogliono rivestirsi, preferendo sbandierare pateticamente ai quattro venti le loro sfighe, cercando dunque solidarietà miserevole e pietistica, e uomini che l’hanno preso in culo come più non potevano, appartenenti, possiamo dirlo, al sottoscritto.

Cioè un uomo che non ama molto i cinecomic ma, al Lido di Venezia, famosa isola dell’unica, vera città sul mare, in quanto Amsterdam invece ha solo i canali e le canne fumarie dei libertini drogati bestiali, senza dimenticare ovviamente Comacchio, località peraltro piena di donne racchie più disgustose delle alghe, ecco… al Lido sarò forse pure incravattato. Con tanto di abito firmato, griffato in tua sorella.

Libidine, doppia libidine, libidine coi fiocchi.

L’ultima volta che andai al Festival fu qualche anno fa. Vidi Birdman.

La storia della mia (non) vita.

Da quando ebbi il mio colpo di Genius, l’imprevedibile virtù dell’ignoranza, sì, molti mi spaccarono il setto nasale, mi suicidai molte volte ma continuo a volare alto.

Perché, sostanzialmente, sono sia Michael Keaton, ovvero Batman, che Edward Norton, Hulk.

Mi spiace per gli stronzi farabutti che continuano ad accusarmi di doppia personalità. No, non sono schizofrenico, quello lo è Norton di Schegge di paura.

Sono, diciamocela, solamente un coglione cazzoncello dal fascino pagliaccesco che mette i brividi. Soprattutto alle donne. Brividi di calore. Perché, appena mi vedono, allagano tutta Venezia.

Guardate, sì, non è colpa dello scioglimento delle calotte polari se Venezia soffre dell’alta marea.

È colpa mia. Mi assumo ogni responsabilità di quest’inondazione alluvionale e vi penso, orsù, sempre io a riscaldare l’ambiente.

Sì, vi lascio con una battuta da clown:

– Ah, secondo me, Falotico ha un solo problema. Non crede al suo cervello.

– No, non è vero. Non crede invero a quello suo che fa rima con ottimo cervello. E, da questo scollegamento, parte tutto il resto.

– Dici che sia così? Come fai a saperlo?

– Ho appurato ieri notte la mia teoria. In pratica, io e Falotico abbiamo trombato.

– E quindi?

– Mettiamola così. Birdman è un brutto film in confronto al Fallo…

 

Morale della fav(ol)a: sono un uccello libero come un gabbiano su Venezia. Nessuno mai più riuscirà a ingabbiarmi. Forse a farmi incavolare, questo sì. Ci sta. E io, incazzato, dimenticherò ancora il cervello nel credermi un supereroe.

Ora, scusate, devo pulire il tinello.birdman keaton invito veneziabirdman

di Stefano Falotico

Perché Rami Malek ha vinto l’Oscar per Freddie Mercury e Val Kilmer per Jim Morrison assolutamente no


11 Mar

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Io avevo profetizzato, in tempi non sospetti, la vittoria di Malek. Era ovvio e prevedibilissimo che avrebbe facilmente vinto lui, diventando uno degli attori più giovani, anche se non giovanissimo, a vincere la statuetta, checché se ne dica, ambita da ogni Actor, appunto.

È stata una vittoria a furor di popolo, come si suol dire. In parte immeritata perché, se vogliamo essere obiettivi, senza lasciarci trasportare dal fanatismo, credo doveroso, verso il mitico Freddie Mercury, l’Oscar doveva intascarselo Christian Bale.

Ciò non è successo e invece, come tutti noi sappiamo, l’Academy Award è finito nelle mani di Malek.

La sua, più che un’immedesimazione nel personaggio, è stata un’interpretazione vincente sui generis.

Malek è magrolino, possiede un viso infantile e quei denti posticci da castoro che gli son stati appioppati sono spesso ridicoli, soprattutto nella prima mezz’ora della pellicola. Ove, sì, Malek, più che assomigliare a Mercury, assomiglia a Bugs Bunny.

Però il film poi, pur romanzando e semplificando la complessa personalità di Mercury magnificandola oltre il necessario, si lascia vedere amabilmente. Perché Malek, malgrado sia dissimile nella forma fisica rispetto a Mercury, bisogna essere altrettanto oggettivi, ha saputo infondere una tenerezza commovente al suo Freddie, reinventandolo in maniera stupefacente. E le scene del concerto finale sono state girate in modo prodigioso. Semmai, nel video originale della storica performance di Mercury, il cameraman aveva ripreso un campo largo e invece nel film vediamo un primo piano. Ma poco importa. L’effetto sortitone è stato di sicuro impatto. Emozionale ma anche attendibilmente veridico rispetto alla realtà. Una “cover” cinematografica che ha eccome il suo perché.

Bohemian Rhapsody, no, non è affatto un grande film. Ma nessuno avrebbe preventivato un successo simile. Spiegabile per il fatto che Bryan Singer, fregandosene altamente delle iperboli romanzate e retoriche, ha realizzato un film palesemente così “fake” da diventare paradossalmente un bijou. Io la penso così.

E io me lo sono accattato in Steelbook. Sì, sì, sì! Ah ah.

Perché me lo rivedrò al PC, con le gambe comodamente accavallate, sorseggiando le mie memorie adolescenziali tra una sigaretta liscia e un caffè buono, cazzo, davvero buono.

Invece, mi sa che sin al giorno della mia morte non vedrò mai più quella schifezza di The Doors del signor Oliver Stone. Una vaccata tremenda.

Morrison, dalla sua leggendaria tomba, spesso di notte, al pallido plenilunio, come dice il Joker, cioè il sottoscritto, ah ah, ripensando a questa monnezza di film, bestemmia e poi spacca tutto, resuscitando come Jan Valek/Thomas Ian Griffith di Vampires. Sì, come Marilyn Manson nei suoi temp(l)i d’oro.

Cammina poi tutto lercio col giubbottone di pelle nera sin ad arrivare a un motel ove Sheryl Lee, anziché riguardarsi Twin Peaks, ha messo su appunto il film di Stone.

E lì parte il morso del vampiro. Con Jim che le urla:

– Ehi tu, biondina, che stai facendo?

– Oh, sei Jim. Big Jim.

– Sì, ma tu non sei la mia Barbie. No, non sei Pamela Anderson e neppure la mia ex, Pamela qualcos’altro. Stai diventando uguale a quella smorfiosa di Meg Ryan. A forza di rincoglionirti con questa robaccia.

Sì, il film di Stone è stato sbagliato fin dalla scelta degli attori. Partiamo da Meg. L’attrice più stupida e stronza del mondo. Insopportabile, tutta moine e smorfie. Roba che quando voi, adulti maliziosi, andate da una bimba-minchia a dirle che deve crescere, costei vi dovrebbe rinfacciare la vostra ipocrisia, gridandovi:

– Ehi tu, lurido, C’è posta per te. Non sei simpatico come Billy Crystal di Harry ti presento Sally, e non sei un uomo buono come Tom Hanks. Sei un figlio di p… a da Bugie, baci, bambole e bastardi.

Dunque, se vuoi dare regole di vita a me, diverrò molto femminista come In the Cut, non ti donerò nessun French Kiss e cresci semmai tu. A San Valentino, anziché accontentare tua moglie, nel guardare assieme a lei City of Angels, ché aspetti solo che finisca per esserle Insonnia d’amore, invero di poco cuore ma di frustrato calore, sparati Wim Wenders. Su, mascalzone, abbi Il coraggio della verità!
Detto ciò, Meg Ryan secondo me aveva poco a che vedere con la compagna del Morrison. Ma soprattutto Val Kilmer è stato vomitevole nei panni di Jim.

Ma che è?

Aspe’, ci torneremo con calma. Ora passiamo a Oliver Stone. Regista indiscutibile dal talento magistrale. Ma anche quanti film orribili nel suo carnetPlatoon è una stronzata, JFK, diciamocela, un documentario bellissimo, girato da Dio e montato da un extraterrestre, ma col Cinema vero ha da spartire ben poco.

E naturalmente il suo film peggiore in assoluto è appunto questo biopic a c… o di cane su Jim.

Io conosco benissimo Jim. Ho tutti i suoi album.

Jim era un pazzo conclamato ma anche un’anima pura, talmente pura da essere trasgressiva. Angelica e demoniaca allo stesso tempo.

Stone invece lo trasforma in un puttaniere debosciato con tanto di scena raccapricciante con la giornalista interpretata da Kathleen Quinlan che fa gridare allo scandalo. Ma non perché sia sessualmente abbastanza spinta. Semplicemente perché Jim Morrison, appunto, viene trattato come un ingordo assatanato maniaco.

Jim faceva sesso, sì, come tutti. Ma qui Oliver Stone lo dipinge come un ubriacone delirante, un guitto d’avanspettacolo. Da Alexander.

Val Kilmer… Cosa? Mi dite che somiglia a Morrison? Ma de che?

Innanzitutto Jim Morrison aveva i capelli castani, non biondi tinti sul corvino finto. Jim non era un parruccone, Val qui lo interpreta, appunto, come se non fosse stato dal parrucchiere, Jim aveva il viso affilato, smunto, quasi malato. Val Kilmer invece, oh, guarda che parrucchino e che belle gote. Sembra Marlon Brando de Il padrino.

Ma non ha classe questo qui! Val, ma vai! Mai avuta. Ripensiamo a Heat. È manesco, irruento e manda a farsi fottere Ashley Judd. Ci rendiamo conto? Ma questo è un burino da bettole, dai. E alla fine Ashley Judd lo perdona pure. Adesso capisco perché Ashley sia andata con Harvey Weinsten. Sì, devono esserle sempre piaciuti gli uomini che non hanno rispetto per niente e nessuna!

Poi, Val era già abbastanza cicciottello all’epoca.

Val Kilmer, attore mediocre, ma in The Doors è stato davvero pessimo.

Oliver Stone non ci ha capito nulla. Il messaggio di Jim era chiarissimo. Voleva liberare le coscienze dalla schiavitù borghese della cosiddetta vita tranquilla, invero soltanto triste e noiosa.

Stone invece lo eleva a santino del puttanesimo, del pervertimento, infilandolo in una storia da figli dei fiori più finta di un orto botanico da Blade Runner 2049.

E quindi, se amate questo The Doors, non dovete poi lamentarvi se, dopo una giornata di lavoro spossante che, oltre ai soldi, non vi ha dato niente nell’anima, vi sfogate su Facebook coi vostri patetici mal di pancia.

Volevate “normalizzare” il mondo e livellare tutto.

Jim Morrison non era livellabile, era di un altro livello. Non era il tipo che si accontenta di fare il bidello, di tornare a casa, stare con la moglie e riscaldare i fornelli, non era uno che voleva mangiare un buon tortello, lasagne con la besciamella e poi a letto far il “torello”.

Non sapeva che voleva dalla vita. Come dovreste non saperlo voi. Finché vi è curiosità e alterità vi è bellezza e infinità, quando la ricerca finisce, tutto diventa una squallida routine di cazzate e idiozie in quantità.

Ora, vi racconto questa.

È verissima, com’è vero iddio che io sono ancora vivo.

Una quindicina di anni fa, andai a giocare a calcetto con degli amici. Una tizia, che allora mi aveva conosciuto, si autoinvitò per vedermi giocare…

– Siamo sicuri che tu sappia giocare a Calcio?

– Perché?

– Mah, mi dai l’idea di essere un pachiderma.

– Ah sì? Stasera ti passo a prendere…

 

Al terzo mio palleggio, mentre sudavo in campo, di sfuggita incrociai il suo sguardo sudatissimo. Stava già, in cuor suo, pensando a come palleggiare con me…

La riaccompagnai a casa. Era notte fonda.

– Be’, non scendi?

– Sai, è ancora presto. È una bella serata, c’è una luna meravigliosa. Oh, guarda le stelle. Facciamo due chiacchiere, su. Hai fretta?

– No.

– Sai che assomigli a Tim Robbins di Mystic River?

– Non è quello che si dica propriamente un complimento.

– No, non lo è. Ma assomigli anche a Sean Penn dello stesso film. Guarda che pettorali, che sguardo da lupo solitario…

Ecco, sai che significa per una ragazza trovarsi sola in macchina con uno così? Timido, spaurito come Tim e col fisico di Sean?

– No, che significa?

– Bello mio. Ho visto che giochi a Calcio davvero bene. Sono rimasta estasiata. Ma non devi conoscere altri giochi…

– Che vorresti dire?

– Credo che tu sia poco consapevole di quello che sei.

– Ah, cosa sono? Un pazzo come Jim Morrison?

– Eh no, credo proprio di no. Sai, ti sento molto giovane, in realtà ti sento e basta.

 

Dopo tre secondi, nel buio più totale, sentii la sua mano impudica e tremolante carezzarmi le gambe, ancora in mutandoni da calciatore malandato.

La sua mano, delicatamente, scivolò sul ginocchio e poi su. Sempre più su.

 

Fu in quel preciso istante topico che capii di essere un uomo.

E impazzii del tutto.

Comunque, nonostante la crescita… continuo a conservare questa faccia da pirla.

 

 

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Insomma, ce la vogliamo dire?

Sono veramente un Genius.

Sono uno che, A prima vista, lo ammetto, ne sono cosciente, sì, sembro proprio un bel deficiente, ma ho il mio perché.

Quale sarebbe il perché? No, non sono John Holmes, ci mancherebbe, ma non sono nemmeno un Saint.

Questa vita non è Wonderland e non sono Alice nel paese delle meraviglie.

A volte sono un bianconiglio, a volte mi piacciono le conigliette alla Jessica Rabbit, a volte le conchigliette come in Demolition Man, uh, Sandra Bullock, a volte mi fate ancora brutti scherzetti ma non sono una facile ochetta né un maghetto, nemmanco un orchetto o un cretinetti, quando inizio a parlare io, tutti si ammutoliscono.

E forse è giusto così.

 

di Stefano Falotico

Tu chiamale se vuoi emozioni, ho visto Cristiano Ronaldo dal vivo, è quasi più bello di me, ah ah, e riflessione sulla vittoria di Malek all’Oscar


24 Feb

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Sì, cazzo, non sto scherzando. Ero in giro in macchina. Dalle parti di Casalecchio di Reno, amena frazione provinciale di Bologna. Anzi, Casalecchio è una cittadina. Abbastanza rinomata. Popolata da molti cinesini. Sì, io vado d’accordo coi cinesi.

Alcuni dei miei registi preferiti sono cinesi. O comunque orientali.

Vado d’accordo anche con le loro gatte, tutte pechinesi. Adoro però fare sesso a due, quindi a tre, in maniera siamese.

Con tanto di “maionese”.

Sono un lupo comunque addomesticato. Cagnesco, latrante, sbraitante, ululante quando mi trasformo in Wolf Man.

Sì, gli amplessi io li gusto in posizione a garrese. Oggi faccio l’amore con Agnese, domani con una giapponese, poi con una coreana, una rumena, una statunitense e, perché no, anche con una russa.

Sì, continuate a russare, voi.

E non fate i moralisti. Ma che volete moralizzare? State sempre lì a giudicare. Col dito puntato, tutti intirizziti, sofisticati della minchia, eppure mai rizzanti. Vi vedo sull’ammosciato andante. Siete spenti. Sapete?

Io sono un uomo superiore. Va detto, va ammesso. E va messo anche quando lei ti domina e tu vieni inculato metaforicamente fornicando. Sì, lei ti usa da inferiore, ti umilia. Non è male però come umiliazione.

Nella vita, bisogna essere fottuti. Diciamocela.

Solo allora, nel momento topico dello stupro da Demi “topa” Moore di Rivelazioni, quando lei ricatta Michael Douglas e lo usa per i suoi porci comodi, Mike capisce che è un uomo “promosso”.

O no?

Funziona così. A te non funziona? Non ti sei piegato al sistema? Il sistema, se non vuoi farti fottere, è ricattatorio. Tu rilasci un favore, e anche qualcos’altro, che comunque è sempre ben accetto, sì, goduto pienamente, dunque dalla società troia apprezzato, ed ecco che sua signor(i)a borghesia ti spalanca le porte del piacere e anche di un lavoro più soddisfacente. Poi, basta solo prenderla… come viene.

Sarai svuotato ma almeno ti sarai “elevato”.

Goditela, che cazzo stai a pensar troppo? Non penare, impenna di pene. A chi non si adatta. Che avevi capito? Ah, ho visto della malizia in te, curati! Sennò ti diranno che sei, oltre che pensoso, davvero penoso.

Prendete quel Cristiano di Ronaldo. Sì, il Bologna ha giocato con la Juventus. Mi trovavo dalle parti dello stadio. Che palle. Un traffico della madonna.

Al che, avvisto a pochi metri di distanza dalla mia autovettura, il pullman zebrato. Con tanto di polizia a far da guardaspalle ai giocatori scendenti dalle scale eppur, in questa società meritocratica, ascendenti, no, già ascesi al paradiso.

E guarda un po’ chi vedo? Ronaldone. Col tutto il suo gel e la sua faccia da zabaione.

Indubbiamente, un bell’uomo. Come infila lui le palle, nemmeno quel centravanti di sfondamento di Manuel Ferrara.

Nel suo carnet di zoccole di ottimo “livello”, ci sono donne magnifiche. Sì, sembrano Daryl Hannah di Blade Runner. Delle androidi. Fisicamente perfette, con gambe chilometriche, movenze stupende, bacini tonici, culi stratosferici.

Sì. Ma dopo aver fatto goal alla domenica, Ronaldo, quando è a casa con la sua Georgina che, per rilassarlo dallo stress, gli rifila un massaggino… d’impuro relax, che cazzo fa oltre alla spremitura del limone?

Insomma, il succo di questo mio discorso qual è?

Sono personaggi miliardari ma vuoti. E voi li avete eletti a eroi.

Avete abdicato. Avete davvero creduto che in questo mondo possa esistere gente che, per tirare… a calci una palla e soprattutto il vostro stipendio, possa spassarsela di più. E ancora e ancora e ancora.

No, non sono populista. E nemmeno un invidioso qualunquista, retorico e nichilista.

Sono un vero realista fottutamente buonista.

Cinico perché nessuno a questo mondo merita di guadagnare più di mille persone normali messe assieme, neppure se fosse realmente Dio, e dunque io non gli dirò mai bravo. Anche se dovesse alzarsi a tre metri sopra l’erba e sforbiciare un pallone scagliatogli, di cross calibrato, a 300Km/h, infilandolo, spiazzando il portiere, nell’angolo alto dei vostri coglioni.

Sì, che viziatone, Ronaldo! Ed è pure vizioso. Ozioso forse no. Oh, si allena come una bestia…

Anche io lo sono, viziatissimo. Ma solo quando ordino il dvd di Fuga per la vittoria e, per colpa di una spedizione mal imballata, mi arriva una confezione tutta spappolata. Ah ah.

Sì, cazzo. Lì divento molto capriccioso e infantile. Cristo, ho speso venti Euro per ricevere un cazzo?

Potevo contattare l’amica di Georgina e aggiungere solo altri dieci Euro. Sì, l’amica di Georgina, per trenta Euro ti mette al tappeto.

Ma io la pago… sempre eppure non pago nessuna. Soprattutto non le plagio.

Non è normalissimo tutto ciò, no? Infatti è scandaloso! Vergogna! Andate a confessarvi, su, da bravi bambini!

Sono talmente moralmente retto da fare schifo veramente a Dio.

Sì, Dio ha peccato varie volte. L’olocausto degli ebrei e anche quello atomico, sì, devono essere stati dovuti a un attimo di pericolosità sociale del nostro creatore dei fessi.

E degli stronzi.

Dio non è stato, in questi casi, accusato d’infermità mentale e sottoposto a una cura riabilitativa? No, per chiedere, eh. Ma chi è stato quel genio del suo avvocato difensore? Buddha?

Sì, il Buddha dev’esser andato dal giudice dell’universo e deve avergli sbolognato una patacca. Pura new age di puttanate del nirvana… e del perdono cosmogonico. Grazie a una corruzione interplanetaria davvero galattica. Roba di un altro mondo.

Ecco, dicevo. Sono cinico e al contempo buonista. Cinico perché se un idiota vuole farmi credere che nel Cinema e nella Letteratura è meglio di me solo perché ha più soldi del sottoscritto nel conto in banca, no, non credo. Anche perché sono ateo. Ancora peggio se mi vuole ricattare psicologicamente, appunto, dicendomi che lui è laureato e le mie conoscenze me le posso ficcare dove dico io.

Buonista perché comunque non spetta a me convincerlo delle sue presuntuose convinzioni. E dunque sono per il motto vivi e lascia vivere. Solo se la merda non lascia vivere me, gli spacco il culo.

 

Se volete dire che avete sbagliato tutto, è così.

Se poi mi volete dire che forse sono bello più di Ronaldo e ho molto più cervello di lui, ovviamente ciò è chiarissimo.

Però allora Dio qui ha sbagliato ancora una volta.

Se volete dirmi che Rami Malek è stato più bravo di Christian Bale, no, non è così.

Se invece mi dite che ha vinto l’Oscar perché ha interpretato in maniera ottima, per carità di Dio, non lo metto in dubbio, Freddie Mercury, un idolo amato da grandi e piccini, e la sua vittoria farà lievitare ancor più alle stelle le pre-ordinazioni del Blu-ray di Bohemian Rhapsody, è così.

Anche perché sono sicuro che il patron degli Academy sia forse amico del direttore della 20th Century Fox.

Potrebbe vagamente essere così?

Sì, cazzo, è così.

Detto ciò, ho già pre-ordinato gli steelbook sia di Bohemian Rhapsody che di Vice.

Perché io sono Dio. E ho tutto…

Ah ah.

Sì, ho detto tutto…

– Oh, vedo che una “sana” curetta ti ha fatto crescere tanto. Oh, però attento a non diventarmi De Niro di Cape Fear. Sono contento. Hai seguito dunque la notte degli Oscar.  Che forza. Non cambi mai tu, eh? Coi tuoi ideali, le tue utopie. Sei un sognatore. Sei un grande. Sai, mi stai convincendo. Anzi, mi hai convinto. Sei un genio.

Complimenti, adesso sei pure un bell’uomo.

– Anche quindici anni fa lo ero, caro Nick Nolte.

Scusami ma, al pari di Nick Nolte davanti a Elia Kazan, nella notte degli Oscar, quando De Niro e Scorsese, ahimè, consegnarono la statuetta onorevole a Elia, no, io non posso salutarti.

Mai, mai più.

– Perché?

– Guarda, al più posso stimarti per il tuo lavoro. Ma come uomo sei un maiale che ha distrutto tante vite. Con me, però, non ci sei riuscito.

Ma fottiti lo stesso.

E se vuoi spaventarmi… ti potrei fare qualcosa che non ti piacerebbe per niente, qui, adesso.

 

di Stefano Falotico

L’Oscar mi sa che se lo cuccherà Malek, tu non ti cuccherai niente e ancora abbasso Muccino, “tecnicamente impedito”, io sono Ala(di)no


22 Feb

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Sì, l’Oscar se lo contenderanno Malek e Bale. Gli altri tre, Cooper, Mortensen e Dafoe che cazzo si presenteranno a fare al Dolby Theatre? Tanto per fare la faccina sconsolata quando sentiranno pronunciare il nome del vincitore? Che non sarà il loro. E far buon viso, è il caso di dirlo, a cattiva sorte?

Sì, se poi aggiungiamo il “figurone” dello smoking e i parties che verranno dopo, sì, andrei anche io a Los Angeles.

Capace che, fra un cocktail e l’altro, Willem Dafoe di mano liscia “pennelli” alla van Gogh il culone di Lady Gaga. Tradendo Giada Colagrande in un espressionismo colante suo facciale da vero cinico con tanto di spruzzata d’acrilico e acquerello di glande penna schiumante. Sì, GLANDE penna. Pura natura morta da pittore con tanto di sua risata sardonica da angelo diabolico.

Willem, il grand guignol fatto carne.

Oh, Lady Gaga è buona, molto buona. Infatti non gli rifilerà un mal rovescio e accetterà, a malincuore, la toccatina del volpone Willem. Che comunque, come detto, rimarrà a mani vuote come un coglione.

Ma, aspettando la Notte degli Oscar, io ritornerei sul Muccino. In parole povere, ha detto che Pier Paolo Pasolini era cinematograficamente un impedito a livello tecnico.

Sì, perché Muccino, considerata la limitatezza del suo cervello, è un diversamente abile. Come si suol dire, non ci arriva e dunque ha dei problemi di testa non trascurabili.

Ne ho conosciuta di gente così.

Ma mica normalissime persone con problemi veri. Definiti superficialmente dai borghesi mucciniani come degli interdetti e degli handicappati. Eh sì, questi mucciniani sono borghesi finissimi! Sono anche architetti! Costruiscono ville dorate e sanno, da stronzi patentati, decostruire gli “sfigati”.

Mettono su mattoni su mattoni, considerando chi non la pensa come loro un pazzoide. Sì, una mattanza contro gli immaginari matti. A Muccino permettono di darsi alla celluloide, ammorbandoci con donnette frust(r)ate con la cellulite. Roba da pazzi.

Torniamo su questi impediti tecnicamente.

Sto parlando di gente abilissima che si fa passare per invalida.

Gente che sbraita da mattina a sera. Persone indignitose come Gabriele. Prima splendono dietro maschere rispettabili, oscurando le loro personalità marce, quindi spendono ogni sera mille euro con un puttanone, dunque rimangono in mutande e gridano che non hanno un lavoro e a livello tecnico la società non ha permesso loro che potessero farsi una vita. Come no? Ogni sera, come detto, se ne fanno tante… ragazzi di vita!

Non so da dove spuntino quei mille euro a botta, ma sputano pure. Oltre che in bocca alla zoccolona, da accattoni, anche sul piatto loro da cialtroni. Tutto uno sbavare, uno sbrodolare, uno sconcio salivare, delirare e farneticare senza sconti, fornicare e inculare senza mai pagare il conto.

Questi cazzeggiano, cazzo. È gente cazzuta, questa, direbbe Al Pacino di Heat. Fottuta, no?

Sì, ce l’hanno con tutti. Con Berlusconi, accusandolo di averli rovinati. Berlusconi è il re dei puttanieri, è risaputo, ma che c’entra Silvio se a questi hanno offerto un lavoro come lavapiatti e loro invece volevano una vita da Cenerentola? Povera ragazza, invece questi sono bravi cazzi. E poi spengono mille cicche di sigarette sul posacenere, contattando una damigella su Instagram che, dalla faccia, non pare che sia proprio una pischella ma una donna “matura” che gradisce freschi uccelli e soprattutto offre i suoi buchi come le ciambelle a chi paga meglio di zucchero a velo fragrante. Sì, son ricchi come Agnelli ma recitano la parte degli agnellini. E regalano pure anelloni!

Sì, questi parlano e s’incazzano ma i soldi ce li hanno. Hanno giri loschi, troiai infimi e, grazie ai loro imbroglianti intrighi lerci, in un modo o nell’altro campano. Eccome. Anzi, sempre la scampano e un’altra si scopano.

C’è ad esempio quello del terzo piano del mio palazzo. Non è propriamente uno stacanovista. Ma ha il macchinone e carica un tanto al chilo (di droga?) varie zoccolone.

A lui girano davvero le palle…

A questo giro come butta? Quale buttana?

Sì, quello del terzo piano è uno che sa il fallo, sì, il fallo suo.

Mi dà l’impressione che, dopo tante prostitute, torni a casa e metta su, da “pusher” del lettore elettronico, il dvd di Sette anime.

Per un’ipocrisia appunto mucciniana.

Sì, Gabriele, per il film “verità” La ricerca della felicità, non ha mica scelto Marco Ceccinelli, ragazzo senza carisma che fa il bidello, ma Will Smith. U nerone bello bello. Per soldi bellissimi.

Uno che qualsiasi cosa tocchi la trasforma in oro.

Che poi manco è brutto del tutto questo film.

Una sorta di analisi pasoliniana, pauperistica del mondo c’è.

E ho detto tutto.

Bando alle ciance.

Ce la vogliamo dire?

Io non sono il Genie di Aladdin ma il Genius reale, in carne e ossa.

Ora, esprimete un desiderio e farò sì che si avvererà.

– Stefano, vorrei scoparmi Jada Pinkett. L’ho vista in Collateral.

– Uhm, qui non posso soddisfarti.

– Perché?

– Ora, la tua scopata con Jada sarebbe anche fattibile. Ma, se lo viene a sapere Will, saranno palate per te ma soprattutto per me.

Ce li hai i soldi per l’avvocato?

– Eh no.

– Nemmeno io.

 

Mi sarebbe davvero piaciuto essere il principe di Bel Air. Ma comunque vi faccio sempre ridere. Ripeto, andate a farvi fottere. Cazzo, ma questa è Arancia meccanica. No, solo un orange gustoso.

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di Stefano Falotico

 

Essi vivono: molta gente si crede Freddy Krueger e odia Freddie Mercury, confonde Malek con Malick e Malachia con chicchessia


15 Feb
LARRY CROWNE, from left: Julia Roberts, Tom Hanks, Rami Malek, 2011. ph: Bruce Talamon/©Universal Pictures

LARRY CROWNE, from left: Julia Roberts, Tom Hanks, Rami Malek, 2011. ph: Bruce Talamon/©Universal Pictures

Notare lo sguardo di Hanks sullo sfondo. Par che pensi: adesso Julia o gliela dà o gli fa pelo contro pelo. Questa è cazzuta.

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Scusate se mi ripeto. Se persevero. Se insisto. Se ancor infoiato mi energizzo. Mi scateno, scalmano ma vi compatisco.

Sì, veramente. La dobbiamo smettere coi luoghi comuni. Cioè che Freddie Mercury ed Elton John li ascoltano e ascoltavano solo i froci, che Maria Callas è la cantante degli sfigati e dei malati, che Bon Jovi è un parrucchiere per signore, che Bruce Springsteen è amato dai cafoni.

Veramente, non se ne può più. Tom Waits invece, per voi, è il cantante dei duri e David Bowie un ex mezzo transessuale che piaceva a Keanu Reeves. Un uomo Matrix e piccolo Buddha che amò il profumo del mosto selvatico ma si fece fottere Winona Ryder da un Dracula/Oldman nel senso proprio di vecchio. Old-man. Sì, questo decrepito che riesce a ringiovanire perché ha letto tutto Proust e dunque sgomma nei cunicoli del tempo e sgattaiola lupesco nelle notti infinite d’un suo Benjamin Button straordinario.

Capolavoro!

Mi sembrate come la barzelletta di Montesano:

– Lei di che sesso è?

– Io sono bisex.

– Nel senso che c’ha du’ cazzi?

 

Siete indecisi, dovete optare per qualche cazzo. E sia soltanto uno. Non chiedete troppo, donne. Non ci sono cazzi che tengano. Nessuno oramai più di 5 minuti riesce a tenere. Tutti patiscono l’eiaculazione precoce. Uno tu ne beccherai ed è già troppo. Abbi fede. Quindi, vai a confessarti, zoccola.

Sì, in questa società oramai andata a puttane, e qui pontifico, sì, moralizzo come Stanley Kubrick, non siete più né carne né pesce. Il vostro pesce è venduto al mercato assieme ai granchi che continuate a prendere. Anziché andare avanti col cervello, andate all’indietro, pigliando il vostro uccello e ficcandovelo da solo in masturbazioni mentali che hanno perduto il tripudiante amor perfino per sé stessi.

Ah, ogni giorno oramai mi sparo le comparisons, cioè le comparazioni, fra il vero incommensurabile, dunque incomparabile e non impanabile Mercury e Rami Malek sul palco di Wembley. Mi emoziona, dà carburante al mio spingere.

Sì, io spingo… soprattutto perché spesso sono stitico. Ma pur sempre meglio delle vostre cagate.

L’altra sera ho parlato con una ragazza. Non soffre di asessualità, codesta, io qualche volta sì. Vedo Emily Blunt in bikini e faccio finta di non vedere. Zuccherando, supercalifragilistichespiralidoso, la voglia di naufragar con lei in maree libidinose, schiumanti nel cantare da Mary Poppins con tanto di brindisi e spumante. Speriamo fra le sue poppe. Ma questa qui sta peggio. Anche se vede tre uomini nudi, continua a cantare con Raf, ma a suo dire è pansessuale.

Anche tal termine ora va di moda? Pansessuale. Mah, di mio conosco il pane integrale, il pan Lariano, il panettone, i penosi. E il pene toscano e tostato. Sì, il pene tostato è buono. Va infilato, a mo’ di toast, appunto, sopra e sotto due fettine di carne magra, sì, con tanto di mozzarella fumante.

Oh, cazzo. D’altronde, una delle massimi fantasie maschili è fare sesso con due donne in contemporanea.

E non l’ho mai capita. Perché due? Non è meglio una cinquantina? Ercole se ne fece 50 in una sola notte. Io posso arrivare a 51, tu invece a 47 morto che parla. Sì.

Ma sì, abbondiamo. Basta con le codardie da Don Abbondio. Si castrò lui nella vigliaccheria e voleva castrare pure Renzo. Dando retta ai bravi.

Sì, Don Rodrigo aveva una relazione proibita con l’Innominato, un flirt innominabile, così come Salvini con Berlusconi, ma questo il Manzoni non lo scrisse perché altrimenti doveva lavare i panni (sporchi) in Arno e, anziché unificare la Lingua italiana, avrebbe appoggiato quelle malelingue dei leghisti. Da Bisanzio a Salerno ci unisca un solo motto! Andiamo in moto nello stivale con tanto di sgommate a chi invece scarica la sua benzina nelle pompe di quelle dei viali con gli stivaloni.

Date quest’Oscar a Malek e non scassate i coglioni.

Basta, cos’è questo casino? Che fa quell’altro? Si fa mantenere dallo Stato ma vuol fare l’amore con le impiegate comunali. Quello invece inneggia al nazional-popolare e va con le provinciali. Tu, invece, giri per il mondo ma nessuna te ne giri. Sì, i cattivi ti raggirano ma tu, facendo spallucce, sbuffi da snob della minchia, fai finta di fottertene ma, secondo me, sei solo fottuto.

Uno ha detto che The Mule è un film lento. Questo è un demente. È lui lentissimo.

Ha visto, prima di entrare in sala, la locandina, no? Si presume, almeno che…

A cosa pensava di assistere? A un film con Van Damme? Che il signor Jean-Claude gli spacchi la cap(r)a con tanto di sforbiciata carpiata su spaccata aerobica del suo culo spappolato.

E basta anche con Alessandro Gassman e Jasmine Trinca.

Di mio trinco perché mi piace ubriacarmi e sono solo Gas-Man. Cioè uomo gasato, completamente fuso, frizzante quando beve l’Uliveto e rizzante se vede una donna orgogliosa di esserlo senza veto.

Volete pormi altri divieti? Ancora mettermelo nel didietro?

Andate a farvelo dar nel cul!

E cazzeggio ininterrottamente. In quanto bon vivant, metto su la musica di Vivaldi, basta coi vandali e coi frati e i loro sandali, basta anche coi facili soldi.

Qui io non mi svendo. Ma se lo volete, donne, sebbene pagherete cara la pelle, ve lo sventolo.

Scusate: ma voi davvero credete a tutte le cazzate che vi rifilo?

Ah sì? Fate benissimo. Meglio le mie cazzate di quelle del novanta per cento della gente. E di quelle che vi sorbite dalla tv.

Le mie cazzate sono cazzute, non sono castrazioni, castronerie, porcate da cazzari. V’inducono a svegliarvi, trimoni! Tromboni!

Son cazzate di classe. Cazzate che hanno il gusto dell’uomo giusto che sa mordere un panino con tanto di buon vino e arrosto di te, donna, condita col bruciante dito.

E, se non ti vanno a Genius, ancor t’aggiusto.

In quanto oggi Ludovico Ariosto e domani rustico, fra un po’ sarà Agosto ma stasera mi mangio un’aragosta.

Costi quel che costi. Dammi anche quella costoletta. Va spolpata.

Cammino e, camminando, talvolta inciampo. Ci son sempre delle merde in giro e raramente riesco a schivarle.

Bisogna schifarle.

La profezia di Malachia disse quel che predisse. Evviva Ulisse! Oh, issa.

Ora, parte la rissa!

Ribaltiamo questo sistema fascista d’ipocriti e ricordate il giuramento d’Ippocrate.

Ogni malato, a prescindere da razza, religione e cultura, così Ippocrate disse pressappoco, va curato.

Anche se è un criminale. Voi lo siete, malfattori e ignominiosi, bugiardi traditori.

Ma io vi curerò dalle vostre malie e malattie, mentali e non, regalandovi un mondo migliore.

Così sia scritto, così sia fatto.51753180_10213069602397583_886365835533221888_n

 

di Stefano Falotico

Il western esiste ancora? Killers of the Flower Moon lo dimostrerà. Voglio solo Buster Scruggs di qualità!


15 Feb

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Non voglio più sentire baggianate. Perché guardate i film in maniera prevenuta e oramai non sapete più distinguere un film bello da uno brutto.

Ribadisco, a costo che mi crocefiggiate in piazza con la gente accalorata da un odio bestiale a scagliarmi pietre appuntite, Bohemian Rhapsody è un bel film. Perché, al di là della sceneggiatura un po’ infantile, delle puerili sviste anacronistiche, Rami Malek è stato davvero grande. E, ripeto, chi l’ha considerato una macchietta, ah ah, è meglio che badi a non fallire per colpa delle sue fallaci idiozie, altrimenti, poco fallico ma effeminato da una totale coartazione dei suoi pochi spiccioli, ridotto in mutande, conciato come Freddie Mercury, troverà solo un lavoro come badante nella magione di un pornoattore, cantando I Want to Break Free a palla, soprattutto a sue trucidate palle. Scopando come la ragazza dell’est del mio stabile. Che, comunque, considerando le potenzialità del suo culo, credo che scopi bene anche in senso carnalmente spolverante tutti i tamarri che la corteggiano il sabato sera. Mentre costui spazzerà via anche il godimento di ogni residuo acaro del suo cervello auto-inchiappettato che, a forza di stroncare tutto, ha in particolar modo troncato l’arbusto sensibile del suo underground del cazzo.

Sì, Malek vincerà l’Oscar è glielo spazzerà, no, piazzerà nel culetto in maniera non macchiettistica bensì smacchiante, ficcante.

Perché We Are the Champions e hanno veramente scassato i coglioni questi coglioncelli che inneggiano soltanto al Cinema brutale e cinico. E poi invece, nel privato, so’ più sentimentali di Heidi.

Basta, davvero. Tutto per loro dev’essere pessimistico.

No, no e no.

In questo Malek ho intravisto visto echi del Nosferatu/Kinski di Herzog. Un uomo solo, innamorato da sempre della sua bionda. Quella Adjani era mora. Fa lo stesso. Sempre una bella passerina. Praticamente Falotico. Ve l’ho detto che io ho avuto un solo, imbattibile amore nella vita? Biondissima. Anche buonissima. Tanto buona che non m’ha mai cagato. Da quella delusione immane, la mia (s)figa ha vagato nell’interzona burroughsiana di deliri e fantasie. E diventai De Niro per molto tempo. Soprattutto quello di Taxi Driver. Guidando nelle intermittenze dei miei bui e del mio laconico sbattermene.

Poi, tutti hanno cercato d’incularmi, di dissuadermi dal mio romanticismo ante litteram, volendomi (in)castrare nella contemporaneità masturbatoria dei cazzi loro. Fra sodomizzazioni a raffica, prese per il culo smodate, smaniose indagini alla mia anima, sbudellamenti, trivellamenti vari e bisturi scappellanti il mio prepuzio per colpa di zie manipolatrici poco malleabili ad accettare un “diverso” straordinario come me che se n’è sempre fottuto.

Basta, un calcio piazzato bene con tanto di punizione alla Mariolino Corso sotto l’incrocio dei loro peli, delle loro pellicce e di codeste consigliere fraudolente che volevano deflorare e dunque defraudare le mie ferite esistenziali con buonismi e penicilline, trattandomi da Pollicino. Pollice giù a queste e pollice a smanettarle, fregandole.

Dico a tutti voi. Beccatevi questa video-recensione e ammutolitevi!

Adesso, da qualche mese a questa parte, abbiamo anche il vegliardo Roberto Leoni col suo canale YouTube fuori tempo massimo. Con tal vecchione da San Silvestro che mette sullo sfondo tomi da topo da biblioteca che secondo me manco ha letto ma li ficca tanto per darsi un tono da intellettuale.

Le sue pronunce dei nomi degli attori sono di un inglese perfetto come quello di Ignazio La Russa. Ah ah. Sì, Leoni e Ignazio assomigliano a questi…

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State veramente molto, molto male.

Attendo The Irishman come un bambino che aspetta Babbo Natale. E a fine anno Scorsese girerà Killers in the Flower Moon.

Sono un Devil in the White City?

Anche un angel in the black cat.

E ho detto tutto.

Via da questa casa le zoccole. Andassero nelle cantine dove ci siete voi che le tracannate!

 

di Stefano Falotico

Oscar a Rami Malek assicurato, il Falotico invece ha oramai la statuetta dorata tutta ibernata. Ma è poi vero?


12 Feb

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Sapete che io sono un istrione-battutista. Mie battone.

E dunque sparatevi questo Falotico romantico con capello moscio, il giubbotto vellutato, lo sguardo dolce e sofisticato, l’occhio deniriano o da semplice sfigato, la barbetta incolta da pensatore solitario, più che altro da sciagurato con le sue memorie e il suo patetico diario, la smorfia provocantemente deliziosa, che va a braccetto con la Germanotta, donna indubbiamente passerotta che, in questa foto, veste un po’ da mignotta ma ha una voce che spacca il culo ai brocchi e a chi all’inizio le tirava addosso moralistici pistolotti.

Sì, gigioneggio. E la dovrei finire con queste bischerate. Ma si sa, son un cazzone spesso di qualità. Ah ah.

Video-recensione seria.  Silenzio! Ah ah! Dopo la minchiata, ora esigo serietà. Fratelli, qui riuniti nel nostro cineclub, beccatevi questo!

 

Rami Malek è un grande

Oramai è chiarissimo, salvo colpi di scena dell’ultima ora, l’Oscar lo vincerà Rami Malek. Assodato.

Nessuno avrebbe creduto sino a due mesi fa che Rami Malek potesse davvero farcela.

Ma Bohemian Rhapsody, nonostante le critiche controverse, nonostante in molti l’abbiano definito soltanto una cover ben realizzata con la riproposizione in scala cinematografica del mitico concerto di Wembley e poco più, ha fatto comunque centro.

Questo biopic sui Queen, fortemente voluto da Brian May, come sapete, ha avuto una gestazione infinita.

Era da più di dieci anni infatti che si voleva realizzare una “biografia” su Freddie Mercury. Credo che mancasse lui all’appello. Su tutte le altre grandi rockstar, infatti, a prescindere dagli esiti a mio avviso nefasti (vedi l’inguardabile The Doors su Jim Morrison del pomposo Oliver Stone) o più o meno riusciti, con tante variazioni interessanti sul tema (vedi invece a tal proposito Last Days su Cobain di Van Sant), erano stati realizzati film e via dicendo.

Sul grande Freddie praticamente nessuno, vero e proprio.

La genesi di questo film, come detto, è stata interminabile. Si sono avvicendati registi come Tom Hooper e Stephen Frears, poi scartati, sceneggiatori vari, e doveva essere l’istrionico, folle Sacha Baron Cohen a incarnare Mercury.

Alla fine, si è scelto Bryan Singer. Sostituito, a due settimane dall’inizio delle riprese, da Dexter Fletcher, non accreditato però come co-regista ma solamente citato nei ringraziamenti.

E ovviamente si è andati a parare su Rami Malek. Uno che non gli avresti dato un soldo bucato. Distante anni luce, fisicamente, da Freddie. Che, sì, era omosessuale ma uno di quegli omosessuali non effeminati e checca, bensì un gay da Village People alla Crusing.

Non vorrei che fraintendeste, come vostro solito, le mie parole. La mia non è stata un’offesa sugli omosessuali né tantomeno su Freddie.

È solo per chiarirci. Freddie Mercury, a vederlo così nerboruto, villoso, atleticamente possente, non avresti mai immaginato che fosse appunto omosessuale.

Rami Malek, sì. Ah ah.

Infatti, la sua non è stata una vera e propria immedesimazione carnale, per così dire, se non nelle posture e nei tic copiati alla perfezione. Piuttosto una sua reinterpretazione dell’icona Mercury.

A prescindere che il film sia piaciuto o meno, Malek, a dispetto appunto della sua prova distonica rispetto al reale Mercury, n’è comunque uscito vincitore alla grande.

È stato davvero bravissimo.

Willem Dafoe è stato messo nella cinquina tanto per… Bradley Cooper, che sembrava uno dei favoriti per la vittoria finale, ha subito un tracollo improvviso negli ultimi giorni.

Viggo Mortensen è stato strepitoso in Green Book ma non ha una sola chance realistica di fargliela.

A questo punto, la finalissima, diciamo, è fra Rami Malek e Christian Bale.

Con tutta la stima per Bale, la cui prova è stata egregia, mi sta più simpatico Rami.

E vincerà.

E forse se lo sarà meritato.

 

Intanto, adesso indosso il mio giubbotto e me la tiro… da duro.

Sono un uomo auto-ironico, cazzuto, un uomo che, senza battere ciglio, se ne fotte. Mah.

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di Stefano Falotico

Nonimation al Best Actor 2019: dico la mia, come sempre, tu, dammi la tua


16 Jan

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Intanto, nei commenti Facebook, mi attaccano come una bestia, come un caprone, ah ah, per la mia recensione di The Witch, da me reputato un buon film ma nulla di trascendentale, niente di che.

Insultato come fossi una bitch, è un gran divertimento replicare alle offese e alle ingiurie “recapitatemi”, opponendo ai vili assalti il mio quieto aplomb da uomo che, fra attacchi isterici, appellativi appioppatimi tanto per volermi far incazzare, tra nomee repellenti e repulsive affibbiatemi per puro diletto denigratorio, fra improperi scagliatimi contro con cagnesca malignità omicida, ah ah, beve il suo caffè e intanto risponde a una donna ben più interessante di questa screanzata villania. A cui spera di far ber qualcos’altro, ovvero, non pensate cose sozze, il (f)rutto caldo del nostro peccato. Ah ah.

No, non torno sui mie passi. The Witch non è un capolavoro. La mia disamina è impeccabile. Ho detto che è un film sopravvalutato, non ho mai scritto da nessuna parte che è brutto. La dovreste finire di delirare. Attenetevi al testo e non andate fuori tema.

Sì, andiamoci molto calmi. Prima di definire Eggers un genio, aspettiamo almeno che abbia diretto quattro cinque filmoni. Poi, potremo forse, e dico forse, acclamarlo come tale. O quasi.

Mi state profondamente antipatici. Basta che arrivi uno e se ne salti fuori con qualcosa di leggermente superiore alla media, e gridate al miracolo!

Acchetatevi, rabbonitevi, voi, uomini offensivi, castrate… le vostre ire funeste, anzi, castratevi del tutto così tutte le donne saranno mie, invece siate sempre più buone voi, donne appunto bone che, fra questa mondiale castrazione, verrete con bontà da me per venire con enorme facilità. Io mai pecco di fallacia, tu invece lo prendi in culo in quanto poco fallace, no, fallico. Ah ah.

Invero, c’era un solo refuso nella mia recensione e mi son corretto anche nel video, tagliandolo un po’, sul mio canale YouTube. Dicevo che è originale e, dieci righe dopo, che manca di originalità. Scusate, si è trattato di una classica svista. Di una ripetizione che è una contraddizione in termini. Ho adesso aggiustato in… non del tutto originale. Va bene così?

Uno scrive che è il miglior horror degli ultimi dieci anni. E io gli replico: – Ah, grazie al cazzo. Non ce ne sono stati altri. E, se ci sono stati, fanno schifo anche a tua sorella.

 

No, in verità ce ne son stati. Ma, soprattutto, tua sorella è una che ci sta con tutti, a prescindere se siano orridi o no. Ah ah.

Ecco, sparatevi questo.

And the Oscar goes to me, to moi, un uomo al di là di te, di noi, di essi e forse anche di sé stesso.

 

 

di Stefano Falotico

The 2019 Golden Globes Winners List


07 Jan

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Best Motion Picture – Drama

Black Panther

BlacKkKlansman

Bohemian Rhapsody

If Beale Streat Could Talk

A Star Is Born

Best Motion Picture – Musical or Comedy

Crazy Rich Asians

The Favourite

Green Book

Mary Poppins Returns

Vice

Best Actor in a Motion Picture – Drama

Bradley Cooper (“A Star Is Born”)

Willem Dafoe (“At Eternity’s Gate”)

Lucas Hedges (“Boy Erased”)

Rami Malek (“Bohemian Rhapsody”)

John David Washington (“BlacKkKlansman”)

Best Actress in a Motion Picture – Drama

Glenn Close (“The Wife”)

Lady Gaga (“A Star Is Born”)

Nicole Kidman (“Destroyer”)

Melissa McCarthy (“Can You Ever Forgive Me?”)

Rosamund Pike (“A Private War”)

Best Actor in a Motion Picture – Musical or Comedy

Christian Bale (“Vice”)

Lin-Manuel Miranda (“Mary Poppins Returns”)

Viggo Mortensen (“Green Book”)

Robert Redford (“The Old Man & the Gun”)

John C. Reilly (“Stan & Ollie”)

Best Actress in a Motion Picture – Musical or Comedy

Emily Blunt (“Mary Poppins Returns”)

Olivia Colman (“The Favourite”)

Elsie Fisher (“Eighth Grade”)

Charlize Theron (“Tully”)

Constance Wu (“Crazy Rich Asians”)

Best Director – Motion Picture

Bradley Coop – A Star is Born

Alfonso Cuaron – Roma

Peter Farrelly – Green Book

Spike Lee – Blackkklansman

Adam McKay – Vice

Best Actor in a Supporting Role in any Motion Picture

Mahershala Ali (“Green Book”)

Timothee Chalamet (“Beautiful Boy”)

Adam Driver (“BlacKkKlansman”)

Richard E. Grant (“Can You Ever Forgive Me?”)

Sam Rockwell (“Vice”)

Best Actress in a Supporting Role in any Motion Picture

Amy Adams (“Vice”)

Claire Foy (“First Man”)

Regina King (“If Beale Street Could Talk”)

Emma Stone (“The Favourite”)

Rachel Weisz (“The Favourite”)

Best Screenplay – Motion Picture

Alfonso Cuaron (“Roma”)

Deborah Davis and Tony McNamara (“The Favourite”)

Barry Jenkins (“If Beale Street Could Talk”)

Adam McKay (“Vice”)

Peter Farrelly, Nick Vallelonga, Brian Currie (“Green Book”)

Best Original Score – Motion Picture

Marco Beltrami (“A Quiet Place”)

Alexandre Desplat (“Isle of Dogs”)

Ludwig Göransson (“Black Panther”)

Justin Hurwitz (“First Man”)

Marc Shaiman (“Mary Poppins Returns”)

Best Original Song – Motion Picture

“All the Stars” (“Black Panther”)

“Girl in the Movies” (“Dumplin’”)

“Requiem For A Private War” (“A Private War”)

“Revelation’ (“Boy Erased”)

“Shallow” (“A Star Is Born”)

Best Motion Picture – Animated

“Incredibles 2”

“Isle of Dogs”

“Mirai”

“Ralph Breaks the Internet”

“Spider-Man: Into the Spider-Verse”

Best Motion Picture – Foreign Language

“Capernaum”

“Girl”

“Never Look Away”

“Roma”

“Shoplifters”

Best Television Series – Musical or Comedy

“Barry” (HBO)

“The Good Place” (NBC)

“Kidding” (Showtime)

“The Kominsky Method” (Netflix)

“The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)

Best Television Limited Series or Motion Picture Made for Television

“The Alienist” (TNT)

“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story” (FX)

“Escape at Dannemora” (Showtime)

“Sharp Objects” (HBO)

“A Very English Scandal” (Amazon)

Best Television Series – Drama

“The Americans”

“Bodyguard”

“Homecoming”

“Killing Eve”

“Pose”

Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television

Amy Adams (“Sharp Objects”)

Patricia Arquette (“Escape at Dannemora”)

Connie Britton (“Dirty John”)

Laura Dern (“The Tale”)

Regina King (“Seven Seconds”)

Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television

Antonio Banderas (“Genius: Picasso”)

Daniel Bruhl (“The Alienist”)

Darren Criss (“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story”)

Benedict Cumberbatch (“Patrick Melrose”)

Hugh Grant (“A Very English Scandal”)

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television

Alex Bornstein (The Marvelous Mrs. Maisel)

Patricia Clarkson (Sharp Objects)

Penelope Cruz (The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story)

Thandie Newton (Westworld)

Yvonne Strahovski (The Handmaid’s Tale)

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television

Alan Arkin (“The Kominsky Method”)

Kieran Culkin (“Succession”)

Edgar Ramirez (“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story”)

Ben Whishaw (“A Very English Scandal”)

Henry Winkler (“Barry”)

Best Performance by an Actress in a Television Series – Musical or Comedy

Kristen Bell (“The Good Place”)

Candice Bergen (“Murphy Brown”)

Alison Brie (“Glow”)

Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)

Debra Messing (“Will & Grace”)

Best Performance by an Actor in a Television Series – Musical or Comedy

Sasha Baron Cohen (Who Is America?)

Jim Carrey (Kidding)

Michael Douglas (The Kominsky Method)

Donald Glover (Atlanta)

Bill Hader (Barry)

Best Performance by an Actress in a Television Series – Drama

Caitriona Balfe (“Outlander”)

Elisabeth Moss (“Handmaid’s Tale”)

Sandra Oh (“Killing Eve”)

Julia Roberts (“Homecoming”)

Keri Russell (“The Americans”)

Best Performance by an Actor in a Television Series – Drama

Jason Bateman (“Ozark”)

Stephan James (“Homecoming”)

Richard Madden (“Bodyguard”)

Billy Porter (“Pose”)

Matthew Rhys (“The Americans”)

 

Rami Malek sarà Freddie Mercury


06 Nov
MR. ROBOT -- "br4ve-trave1er.asf" Episode 106 -- Pictured: Rami Malek as Elliot Alderson -- (Photo by: David Giesbrecht/USA Network)

MR. ROBOT — “br4ve-trave1er.asf” Episode 106 — Pictured: Rami Malek as Elliot Alderson — (Photo by: David Giesbrecht/USA Network)

Secondo l’eminente Deadline, la star di Mr.Robot, Rami Malek, sarebbe nelle trattative finali per interpretare la compianta e mitica icona del rock mondiale Freddie Mercury nel biopic a lui dedicato che la GK Films sta approntando da anni. Progetto di lunghissima gestazione a cui si son avvicendati, per la regia, i fastosi nomi di Stephen Frears e Dexter Fletcher e per il quale, come attore principale, erano stati opzionati prima l’irriverente Sacha Baron Cohen quindi il valente Ben Whishaw. Adesso, pare che a spuntarla sia stato appunto Rami Malek e dietro la macchina da presa dovrebbe esserci Bryan Singer. Oltre alla GK Films, a cui dovrebbe unirsi la Tribeca di Robert De Niro, a occuparsi della produzione ci penseranno la 20th Century Fox e la New Regency, mentre la sceneggiatura, giù più volte revisionata, sarà affidata ad Anthony McCarten, candidato all’Oscar per il copione de La teoria del tutto. Le riprese, stando sempre a quel che vien riportato, dovrebbero iniziare nell’immediato, esattamente nei primi mesi del prossimo anno. Vi terremo naturalmente aggiornati su altri eventuali e inevitabili sviluppi.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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