Posts Tagged ‘Roxette’

L’episodio n. 1 di Black Mirror 5 è un capolavoro: la vipera che morsicò mia suocera morì avvelenata


08 Jun

02380803

Fa ridere, no?

Questa frase oserei dire tremenda più di Vipera di Sergio Citti (da non confondere con Franco e ora state zitti) è una massima incisa in una piastrella nella casa sgarrupata di mia nonna paterna. Un fatiscente tugurio anticamente affascinante. Puro modello pregiato di antiquariato raffinato. Sì, certo…

Gli altri miei nonni, compreso suo marito, sono tutti purtroppo morti.

Un aforisma degno del carattere irascibile di mia nonna. Donna che ama tuttora le telenovele argentine e conosce tutti gli attori ispanico-brasiliani a memoria. Mia nonna non ha mai imparato nessun ballo latino-americano ma va matta pure per Ballando con le stelle. Ho detto tutto…

A proposito, campa ancora Grecia Colmenares?

Mah, io son sempre stato invece un tipo da C’era una volta in Messico. Come Sly Stallone di Cobra, vado da una donna come Brigitte Nielsen e, con sguardo provocante al massimo, le dico di stare attenta perché quelle patate affogano nella salsa

Vero?

A mia nonna piaceva Julio Iglesias e voleva essere da lui messa incinta. Invece a me è sempre piaciuta Hero del figlio.

Un videoclip capolavoro ove anche un eterosessuale convinto non sa se innamorarsi, appunto, di Enrique, di Jennifer Love Hewitt oppure del solito strepitoso gigione Mickey Rourke.

Chiariamoci, Mickey Rourke ha carisma da vendere. Guardatelo in questo video. Questo tamarro da Man on Fire di Tony Scott, da Domino che la scena domina, fingendo di saper suonare il pianoforte, scioglierebbe Salma Hayek di Dal tramonto all’alba senza aver bisogno di tatuarsi come quel fake di George Clooney.

Lo sapete, no, che la prima scelta di Tarantino per il suo Stuntman Mike di Death Proof fu Mickey?

Mickey rifiutò la parte, andata come sappiamo a Kurt Russell, perché il ruolo del maschilista puttaniere disse che gli stava stretto.

Ah ah, questa è bellissima!

Ma chi vuole prendere in giro? Mickey non sa niente di Musica. L’unico pianoforte che conosce è il ritmo basculante che offriva alla sua ex, Carré Otis. Un allegro vivo da Vivaldi con tutte le sinfonie di orgasmiche corde vocali e letti strapazzati più di una chitarrina di Jimi Hendrix.

Erano amori fra loro da Orchidea selvaggia, schifezze da filmacci quasi pornografici come tutta la produzione, artisticamente censurabile, di Zalman King.

Ma che fascino, però, il Mickey.

Non dimenticherò mai la sua smorfia di delusione nella notte degli Oscar quando perse la statuetta. A mio avviso sottrattagli ingiustamente dal manieristico Sean Penn di Milk.

Sì, uno scandalo di proporzioni ciclopiche. Mickey, in questo caso, pregustò davvero la vittoria tanto agognata. Vinse da poco il Golden Globe, battendo proprio Penn. E, sebbene gli allibratori azzeccarono la previsione, avendo alla vigilia posizionato proprio Penn come pretendente numero uno per intascare lo zio, Mickey, diciamocela, ci fece un pensierino.

De Niro presentò Penn. E Mickey pensò: questo De Niro mi ruberà l’anima un’altra volta come il suo Louise Cyphre di Angel Heart.

Per un attimo infinitesimale, può darsi pure che gli barcamenò questa folle, irrealizzabile idea: no, Bob, farai la fine di Louis Gara di Jackie Brown, povero coglione. Penn è anche amico mio.

 

Purtroppo per lui, da grande attore qual è, dissimulò la tragedia di questa sconfitta epica, sorridendo come dire… tanto me ne fotto.

In cuor suo, in quel momento si sentì come il personaggio del suo cammeo ne La promessa.

Detto ciò, mie vipere, la vita è come Street Fighter, un videogame arcade.

Pensa te. Credi di essere un tipo da Roxette, un mezzo effeminato e invece scopri di essere uno che deve solo ascoltare il suo combattivo cuore da Lionheart, sì, Listen To Your Heart.

Chi ha visto l’episodio numero uno di Black Mirror 5 sa a cosa io stia alludendo.

Con questo che voglio dire? Che vorrei segretamente fare sesso spinto col mio migliore amico?

No, gli do un pugno se farà ancora lo stronzo e vorrà fottermi.

In realtà è il mio più grande fan.

Parimenti a Citti (Franco o Sergio) al Maurizio Costanzo Show – Uno contro tutti, sa benissimo chi sono.

E pensa: ti stanno prendendo tutti per il culo platealmente ma io credo in te visceralmente. Perché come Pasolini e come Carmelo Bene sei un genio.

 

Man on Fire. Come in Vipera, c’è Giancarlo Giannini.

Vi ricordate cosa gli dice Christopher Walken?

Dunque, all’ennesimo colpo basso vigliacco, poveri codardi, sappiate che non saprete a che ora, a che minuto, a che secondo arriveranno i miei colpi.

C’è una sottile differenza fra me e voi. Io, dopo tutte le batoste prese, mi rialzo sempre.

Voi no. Non fatevi male.rs20-2

 

di Stefano Falotico

13 Settembre, domani, buon compleanno a un uomo unico, magico: parafrasando Mario Brega, prima ce sto io, poi ce sta De Niro, spending my time da Angel Heart


12 Sep

Angel Heart Rourke

Eh sì, domani sarà il compleanno del sottoscritto, indubbiamente una delle più grandi teste di cazzo che l’umanità abbia mai avuto.

Ma fortunatamente anche uno che delle regole piccolo-borghesi se n’è altamente fottuto, vivendo a modo suo. Ché gli obblighi, le prescrizioni, i falsi precetti moralistici, le reprimende, il pensar comune, le ideologie fasciste non mi sono mai piaciute, e sempre le disdegnerò, boicotterò, le fuorvierò, incanalandomi nei meandri sognanti delle mie magiche, sublime perdizioni. Perderò tutto ma ne sarà valsa la pena…

Ripescando dalle memoria lo stupendo Angel Heart di Alan Parker. Che poesia in questo film. L’incontro, al crepuscolo, fra Mickey Rourke/Johnny Favorite e De Niro/Louis Cyphre profuma di nostalgica immensità. Ambientato in un palazzo semi-diroccato, fatiscente, ove la notte si tinge di satanica bellezza, come uno dei migliori, perlacei libri dell’orrore. E un signore vestito di nero, ghignante, sardonico, con la faccia di un Bob d’antologia, sussurra a Mickey che ha un conto in sospeso con Johnny.

Cinema di un’altra epoca, della mia generazioni, non le cagate platinate e furbette di oggi.

Johnny, Johnny il bello, come me.

A cui la malignità e l’ipocrisia ha voluto combinare tanti scherzetti e farmi credere, con ipnosi subliminali, che dovevo dimenticare la mia anima, ripudiarla, azzerare tutto e iniziare tutto, riprendendo studi scolastici da quattro soldi.

Non siamo mica in Siberia, come affermava lungimirante il mio alter ego di Carmelo Bene. Sfacciato, impudico, irriverente, cattivo, strafottente, come solo i geni possono essere e permetterselo.

Io non ho bisogno di lauree, di titoletti formali, la mia anima è la poesia fattasi carne metafisica. E viaggerò eternamente sulle onde emozionali dei miei battiti cardiaci.

Prendetela voi la donna politically correct, laureatasi in Scienze della Formazioni e altre stronzate caramellose, buone alle smancerie falsissime di una vita impostata, noiosa, che devi avere paura anche di prenderla da dietro come Michael Douglas di Basic Instinct con Jeanne Tripplehorn (che fondoschiena nudamente maestoso, forse controfigura di una patonza ancora più gnocca di Jeanne) ché poi potrebbe denunciarti e farti il lavaggio del cervello, anche dell’uccello soprattutto, educandoti a leggere un libro Harmony e ballando con lei, al plenilunio, su una canzone dei Thegiornalisti. Appunto, andasse a dar via il culo, ché di banalotte così non sa che cazzo farmene.

Non sono misogino ma una donna deve profumare di donna perfino troia e ardertelo, attizzartelo, non deve piluccare una penna stilografica… e non sgridarti se sbagli un congiuntivo. Che palle!

Ci sono quelli che si laureano in Medicina. Sì, quando mi dovrò curare da un’eventuale appendicite, andrò a farmi operare. Ma conoscere l’anatomia del corpo umano non m’interessa tanto, mi attrae molto di più la dinamica esistenzialista dei cori, non la vivisezione dei corpi.

Avevamo anche i teenagers che si eccitavano con quel frocio di Eddie Vedder e avevano l’orgasmo quando, su MTV, guardavano il video di Jeremy. Giocando al game Diablo. Meglio Pelù con El Diablo! E sognavano di farsi fare un pompino da una tonta il sabato sera quando, finalmente, i loro genitori cattolicamente repressivi li lasciavano puttaneggiare, dopo aver svolto il loro “bravo” dovere da studentelli imbecilli e schiappe.

Ma che è Footloose? Quel reverendo Shaw Moore/John Lithgow dovrebbe farsi una trombata con la moglie, fidatevi. Ché l’unico Lithgow che adoro è quello un po’ stronzo e pazzo di Doppia personalità.

Puro genio il De Palma che, come mio padre, è nato l’11 Settembre. Ora, chiariamoci. Quasi tutto De Palma è magnifico, quasi tutti i suoi film sono capolavori. Ma, se vogliamo stilare classifiche, i suoi veri capolavori sono Carrie, Vestito per uccidere, Scarface, Omicidio a luci rosse, The Untouchables, Carlito’s Way.

Al che l’idiota di turno:

– Sei capolavori sono pochi per poterlo definire un genio.

– Ah sì? E quanti ne doveva girare? Cinquemila? Vedi tu, piuttosto, di non girarti i pollici, coglioncello.

 

Oggi, nella maggior parte d’Italia, sono iniziate le scuole. Mamma mia, poveretti questi ragazzi. Saranno rincoglioniti nei loro anni migliori con pappardelle, latino e greco (non siamo più nella Roma imperiale e ad Atene, e comunque meglio Spartacus di Sparta), storie di guerre dei cent’anni e partigiane resistenze.

Non lamentatevi poi se un uomo, a trent’anni, conosce il giorno esatto in cui è morto Napoleone ma non sa che la sua ragazza si scopa uno più basso del Bonaparte. Un uomo formalmente impeccabile ma carnalmente andato a puttane…

Un mio amico ha letto il mio penultimo libro, Dopo la morte e, col cuore, quello che molti di voi hanno oramai perduto irrecuperabilmente, vi ha scritto una recensione estremamente calzante, l’unica possibile:

Dopo la morte, la vita.

Una vita sempre condita dal tipico delirio falotichese, quello che ti inebria di ricamate ridondanze (da lui stesso annuite) e si autobiografa con tutto l’ardore che può tracimare dal suo voluttuoso amarsi, fisico e cerebrale.

Il suo perenne bilico, tra il soccombere e l’esaltarsi, veleggia spedito per tutto il libro, accompagna e sostiene una vita controcorrente, in sgarbo alle convenzioni, alle ipocrisie, alle rabbie convulse, alle impotenze di fronte ad un mondo malmostoso, nano e misero.

Una “recalcitrante riluttanza” lo mette contro il mondo intero, anche se poi saranno due categorie che personalmente aborro (e che non sarò io a rivelarvi), ad emanciparlo contro le brutture, a vaccinarlo verso le mostruosità.

Quasi quarant’anni di apnea mentale: un concentrato di esplosioni represse, di eruttazioni sofistiche, che dall’alto dei miei quasi sessanta (di armi ormai deposte), comprendo proprio in virtù della rivoluzione che mi attese, frenetica e scomposta, al varco, superata quella fatidica soglia.

Falotico la sta per varcare ma – paradossalmente – rinasce ora a vita vergine, un “dopo la morte” che già lo (ri)anima e lo rende ribelle per antonomasia come in un’improvvisa (e falsa) bonaccia metereo(il)logica.

Il mio confrontarmi con lui è puerile, perché io vagai nel buio fino a quei quaranta, mentre egli imbracciava mille lance contro i molteplici mulini dello scempio umano.

Ferito dal cinismo, magicamente intriso di libri e cinema, era già un “rumble fish” ferito e ruspante, rispetto al mio vagare in acque protettivamente ovattate.

Per questo nutro fascino e rispetto verso le vite sfilacciate e dissolute, ed il loro aggrapparsi feroce, il “deflorarsi” quasi inconscio, quel rodersi di rabbia implosa, l’ambire ad una “sopravvenuta leggiadria armonica” in realtà sempre e solo sfiorata ed a margine di un costante “putiferio emotivo” che sconquassa sogno e desiderio.


La vita, dopo la morte di un‘esistenza che si agghinda e spaccia spesso a “turbinosa e dissennata”, ma ancor più volentieri – nelle corde sensibili di Stefano – non può far a meno di apparire lirica, come “foglia screpolata nel vento”.

Ma lo attendo ora (io lo so), ad una guerra ancor più folle, se possibile.

 

I Roxette hanno fatto tante canzoncine buone solo per bimbette col “bagno facile” fra le mutande, ma questa è bellissima:

 

 

di Stefano Falotico

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)