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In the Mouth of Madness: si scatena il pandemonio, io getto il sasso e tutti impazziscono di sesso, rimanendo ossessivi


23 May

Donne

Il seme della follia Sam Neill

Sì, è bastata una mia frase e si è scatenato il pandemonio, neanche avessi detto che vorrei fare il cunnilingus a Santanico Pandemonium, la più sexy Salma Hayek di sempre. Insomma, chi è che non vorrebbe farlo? Suvvia, uomini, sfacciatevi, volevo dire siate sfacciati, basta con queste sfaccettature e queste faccine, ah ah, siate onesti con voi stessi. Basta con queste reprimende e, se qualcuno ancora oserà interferire coi miei piaceri, proibiti e non, farò ammenda. So io come si sta al mondo senza starvi a modo, che il vostro modo è spesso ipocritamente perbenista e malato di un moralismo fetido e puzzolente. Sì, bisogna vivandare con euforia ogni nostra erotica leggiadria e scudisciarci fra donne anche virulente che sanno come addomesticare le nostre pulsioni voraci, veraci, da rapaci, perché siamo di “classe”, cioè quella Aves dei vertebrati, denominata “volgarmente” degli uccelli. Uccelli che van di qua e di là in migrazione e, liberi come libellule, conoscono le farfalle fiorite e alle api maie son magi nell’iniettar loro il nettare succoso…

Ah ah.

Noi, vertebrati che vertono, vertiamo, cari invertiti, verso la felicità e non vogliamo soffrire pene… dell’inferno come Werther. A proposito, Walter come sta? Ah, è andato in Germania, ha trovato lavoro lì. Non è che da bergamasco atalantino ora è un tifoso del Werder Brema?

È morto Philip Roth e ora chi accudirà i nostri lamenti di Portnoy? Forse lo farà Porthos, il moschettiere, oppure mi sarà amico quello col riporto. Donne, aprite la porta, fateci entrare, abbiamo chiesto persino permesso. Basta con queste messe. Che poi i veri porci combinano porcate nonostante quella “mano morta” la benedicano ogni domenica. Cristo Santo!

Sì, alcuni uomini su Facebook hanno sostenuto che abbia ragione da vendere. Sì, lo so, eppur questa mia ragione non riesco a venderla e morirò luminista da luminare che non ha i soldi neanche per il lucernario. E nella mia casa vi sarà l’invasione delle lucertole, animali a sangue freddo, miei nemici insensibili e glaciali a cui basta una mia parola storta perché ritorciate le verità e mi combiniate immani torti. Eccoti in faccia la torta!

Le donne si scaldano, una dice che mento, un’altra che ho una gran mente, perché le donne hanno ancora in grembo, come la Madonna, valori sacri. E non si può far di tutta erba un fascio. Sì, l’erba non fa i fasci. La maggior parte dei comunisti si fa le canne, quelli di Destra minacciano di ucciderci coi cannoni. E intanto, tra un festino all’altra, vai di Coca.

Sì, alcune se la prendono perché le ho toccate nell’intimo, e mi danno del toccato quando invero vorrei solo che lavassero i loro panni sporchi e non rinnegassero le lor corrotte biancherie intime.

Sì, adesso vado a vedermi un film intimista. E non intimiditemi più.

Benevenuti nel regno della razza umana…

Sì, son bastate tre righe per far succedere il manicomio, come si suol dire. Fra uomini che han tenuto la mia parte, donne che mi hanno aggredito, donne che coraggiosamente hanno asserito che ho le palle a sputtanare queste puttane, diatribe interminabili, follia pura sessista, moralismi esasperanti, mentitrici e meretrici che son uscite allo scoperto, e un’accanita lotta fra cagne e topi, fra conigli e rosiconi, fra roditori e uomini rudi.

Ah, cani di Satana, questa vita, diciamocelo, è un rudere. E io me ne sto nella chiesa barocca come Sutter Cane. Ah ah.

 

di Stefano Faloticosafe_image

In questo sociale marasma, com’è bello soffrir di “asma” e anche essere “diverso” di ansie “l(i)evitanti”, non evitatemi né eviratemi


02 Oct

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Inizia già difficile la giornata di oggi. Al solito, mi sveglio non sapendo chi sono e mi occorre una robusta forza morale per far sì che questa “perdita” momentanea d’identità mi sconvolga. In fondo, credo capiti a tutti. Dipende da cosa si mangia la sera prima, da come abbiamo dormito e devo confidarvi, eh eh, che stanotte ho avuto una polluzione. Eh sì, il mio liquido spermatico, dopo un sogno erotico in cui mi eccitavo per una strega dalle forme voluttuose eppur anche cangiante nella bruttezza più schifosa, attizzante però il mio “capriccio anomalo”, è uscito “leggero”, soffice, insufflando le mutande… Ah, una cosa rara, di cui non “pativo” da molti anni. Ma si stanno risvegliando gli ormoni, il mio “omone” ne risente e l’odor di donna sente, eccome, fra sogni indirizzati lì verso il lilla, “duri” e direi rizzati, che si rivolgono “innocentemente” verso quella cosa rosa… “a(l)itante”.

Ma lasciamo stare le polluzioni mie che non v’interessano e che per i lettori non “tirano”. Sebbene abbia il talento, credo, per scrivere romanzetti piccantelli che mi porterebbero in tasca tanti bei soldini. Ma non mi svendo e ancor alla “normale” vita puttanesca dei comuni immorali non mi annetto. Oh, me inetto, me che è afflitto da dubbi permanenti, incipienti quasi come la mia stempiatura avanzante nell’alopecia galoppante che curo di pilloline rinfoltenti non solo il bulbo ma anche i miei umori, fortunatamente non trasformatisi in tumori, eh eh, depressi. Ah, le compresse… sì, molte donne lo sono, si comprimono, reprimono e poi pigliano la pasticchina. Mangiando la domenica i pasticcini. Il colesterolo aumenta, il fisico si appesantisce, la mente scivola nella demenza. E si “cuccano” anche le mentine, dopo continui lamenti di vogliettine. Ah, queste donne son “mestruanti”, si arrotolano nella salsiccia per dimenticar la lor vita involuta. E in questi “involtini” scoppiano e poco scopano. Ma a terra sì, lustrando la casa per compensare i lor disordini neuronali. Alticce, alcune anche bassotte. Ah ah.

Meglio allora io che soffro la dannazione della mia “diversità” e alla veneranda età di 38 anni non mi capacito dei ritmi frenetici di queste vite isteriche. Vado al bar, e il mio cinese preferito prende per il culo un pensionato, accusandolo di aver fregato lo Stato, perché è andato in pensione con solo 32 anni di lavoro. Ma son “ingiustizie” che capitano, non a me che forse non lavorerò mai “normalmente”. Alzatevi tardi e “alzatelo” presto. Ergetevi! E poi detergetelo…

Eppur la mia mente va, ove non si sa, vado a prepararmi un uovo. E tante rabbie covo mentre la vostra vita è una gatta che (ci) cova. Sì, spesso mentite e alle banalità vi adattate, illudendovi di star meglio con le facili consolazioni e gli abbracci ruffiani.

Allorché, impugno il mio “scemo” e altre genialità nei vostri cervellini fritti insemino.

Sì, la polluzione, il seme…

di Stefano Falotico

Il seme della follia fece scuola e Carpenter è più grande di Van Gogh


23 May

L’arte nasce dall’impressionismo e forse la bellezza della vita è in the mouth of madness alla John Carpenter

di Stefano Falotico

Ora, vi racconto questa, fratelli della congrega.

Quando io frequentavo la terza media, erano tempi tanto “oscuri” quanto deliranti, infatti impazzava la serie Twin Peaks già di lost highway alla mia vita sbadata, sbadante, da donna che visse due volte, fra un amarmi hitchcockianamente da finestra sul cortile e poi notare che Patricia Arquette era doppiamente… più bella di tutte le bionde dei film a nere tinte di Alfred. Piani di livelli onanistici che Dio solo sa quanto e come soprattutto la guardavo al telescopio, ma furon grandi sogni, sì, microscopici. Menomale, ci sono. Non so però se quello è a posto. Dio spia, Dio è un voyeur.

Sempre di quei tempi, ecco, c’era l’ora di storia dell’arte. La nostra insegnante non era ortodossa e neanche ossuta, era molto grassa. Da cui i dipinti a “olio” dei quadri “sudati” con passione da Botero.

Le sue lezioni eran propedeutiche, quasi epidermiche per come ti schiaffeggiava di mani tozze, rimproverandoti di “bacchettona” che esigeva t’affinassi inversamente proporzionale ai suoi canoni da donna cannone sempre con in bocca il cannolo, ridendosela sotto i baffi da donna a me mai piaciuta. Uomo eroticus fa pelo sullo stomaco, donna attraente fa rima con lama. Più si depila, e più tira più di un carro di buoi. Sì, ti urlava “Sii più fine nei tratti quando fai un somatico ritratto, somaro, e tu, ebetuccia, finiscila di far il gioco della cannuccia con quel tuo fidanzatino ciuco, da me riceverete solo la condotta d’affrescarvi di sberle se disegnare con accuratezza non vorrete, le vostre vivaci pubertà da schizz(at)i non m’impressionano, siete ancora lontani dalla pazzia Van Gogh, lui sì un vero impressionista geniale. E sapete perché? Faceva i suoi lavori coi piedi, da cui il film Il mio piede sinistro, anche se quello era un altro pittore, e tu, scemo, beccati il mio destro a renderti il viso picassiano…”.

Una volta, mi diede un compito da svolgere in classe, con tanto di cronometraggio e clessidra da countdown, disponendo in cerchio tutti gli altri alunni perché faceva più “pressione”. Insomma, mi mise alla croce, come un Cristo dei migliori pittori fiamminghi.

Frastornato da tanti occhi spianti il mio pudore artistico, combinai un pasticcio.

La maestra urlò: “Che schifo di disegno, sei una merda! Però puoi migliorare. Ricorda l’impressionismo: non è bello ciò che, effettivamente, è un pugno in un occhio, infatti beccatelo, ma ciò che rende un lavoro personale”. Poi, mi diede un calcio nei “personali”, gridandomi “Avanti, sforzati, anche sotto sforzo! Prendi fiato, sfigato, respira! Spingi, quindi dipingi!”.

Al che ebbi un moto d’orgoglio, afferrai i capelli dell’insegnante, ne strappai una ciocca, e la usai intingendola nel mio “calamaio”. Quei capelli sfibrati, tinti, di mistura fra la paglia e la vecchiaccia spelacchiata, guidarono però, come per miracolo, la mia mano magicamente. Ed essa ritrasse la sua Gioconda, in tutta la sua ambiguità da per la Madonna di Lourdes! Mah, non è che fosse un quadro del museo del Louvre, chiariamoci, ma faceva la sua porca figura.

Lei, distrutta da sindrome di Stendhal dinanzi a tale sfogo beatificante, vide la follia imprimersi sulla tela. Rimase incantata e disse: “Da oggi, sarò la tua musa, chiamami Jena”.

In quel momento, capii il seme della follia e divenni un cacciatore di vamp(ires).

Ho molte amanti come la Venere di Botticelli. Ma preferisco bere dalla botte di vino piuttosto che sposarmele dopo una botta e via di pennello.

Il seme della follia

Chiese barocche, una collega allocca, Sutter Cane, saette, mostri, imbavagliamenti, manicomio, una gabbia di matti da morti viventi, uno che si crede Stephen King e non fa paura neanche a tua nonna, finisce al cinema, a tarda notte.
La storia della mia vita.

Fuga da Los Angeles

Come Jena, da piccolo mi sfidarono. Lui fece canestro da metacampo, io feci goal da porta a porta.
Sì, Bruno Vespa da me fu insaccato. Che salame.

Grosso guaio a Chinatown

Da giovane sembravo vecchio, da vecchio sembro più figa di tua figlia, che è una bionda niente male.
Da cui potrei inguaiarmi se la ingravidassi. Verrebbe fuori un mostro? No, verrei e basta. Non ho i soldi per abortire.
Il cinese sa. E ammicca di cis.
Ripulirà lui il fattaccio.

Le avventure di un uomo invisibile

Nel 92 sognavo Daryl Hannah, nel 2014 è ancora blade runner.

Distretto 13: le brigate della morte

Non ho mai vinto al totocalcio ma spesso ho i miei venerdì, non solo 17, mi ribello anche ai brigatisti, finirò come Aldo Moro.
Accerchiatemi!

Essi vivono

E tu?
Hai la faccia da morto, sarà colpa degli occhiali da sole. Non ti danno una bella cera, no, non ti donano.
Fanno più tetro di quel che già sei.
Chiama il becchino, fidati.

E beccati questa pala(ta)!

 
Christine, la macchina infernale

Questo film è ispirato alla mia vicina di casa, Cristina.
Da piccola, pensavano fosse ritardata. Ora, che è una tardona, è più indemoniata nei drivein di quando si sverginò a 30 anni suonati.

Sono un megalomane, me ne vanto e “lo” sventolo nel mio ventaglio da pavon!


23 Jul

 

Esteta, sexy come non mai, ambito da tutto il genere femminile, che “scimmiotto” in urla tarzanesche, vago di Donna in Donna nella loro “zona vacua”

Sì, la mia mente si sta ingigantendo in modo esorbitante, direttamente proporzionale alle “proporzioni” delle dimensioni disumane delle mie notti “stratosferiche”. “Globalmente” nel melting pot, sì, in cui “crogiolarlo”.
Ne afferro una e poi, saltando da una “lanosa” alle liane d’amori che non han il Tempo di sfilar i calzini di lino, mi “rintano” in un’altra che “accalda” le piogge “tropicali” della giungla selvaggia, fra unghie, graffi, “azzannarlo” e “impellicciarlo”.

Questo sono io, le insegnanti dell’oratorio saran “crocifisse” per giochini con le “freccette”. Con tutti i bambini a cantare: “La suora è or ascesa, e il nostro sale!”.

Il mio cervello si “arcua”, è impavido, fire che “schizza” nel vento, e “le” stende tutte, nel “battipanni”.

Come “le” attizzo io neppure Brad Pitt, scialbo che “imbionda” malissimo la Jolie, tanto ch’è ricoverata perché dimagrita di troppo desiderio.

Sì, sono io che impongo e tutte “le” capovolgo, son assiduo ad “assediarle”, nel seder “permearla”.

Chi non mi ama, non “lo” merita.
Ed è un simpatico ragazzin che piangerà i miei “bagni”.

Una vecchissima conoscenza, atterrita, mi sputa in faccia così: – Stefano, mi ero fatta un’idea diversa di te.
– Perché sei una racchia, e a te non l’ho mai mostrato. Dicesi “mostruoso”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il seme della follia (1994)
  2. Il nome della rosa (1986)
  3. Stone (2010)

Genius-Pop

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