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Il principe maledetto deve vivere in un mondo di ritardati che ancora guarda Sanremo


06 Feb
THE INDIAN RUNNER, James Devney, 1991, ©MGM

THE INDIAN RUNNER, James Devney, 1991, ©MGM

Sì, gli anni passano, le malinconie aumentano, il reddito scarseggia, i morti viventi avanzano, le vecchie bacucche ancora continuano a trastullarsi da megere ben impellicciate, i ragazzi vengono spediti in cura perché troppo svegli rispetto a un mondo di dormiglioni, gli adulti cafoni insistono coi loro proseliti educativi, la processione funebre di tal umanità villana e tristissima, putrescente, avanza.

E la gente, con le pezze al culo, vivanda, si fa bella per ricevere la compiacenza ruffiana di tre amici più scemi di loro e cuccare la ragazza da consolare con una fornicata scacciapensieri.

Ma soprattutto, inamovibile, nella testa degli italiani, popolo inguaribili di arretrati, di campagnoli che si credono raffinati lord inglesi con la stessa faccia d’un mugnaio calabro-lucano, di stronzetti da bettole, di carnascialeschi bon vivant bevitori del peggio della vita, elevatori orgogliosi dello squallore miserabile della loro pochezza esistenziale, indefessa prosegue nel suo stiramento di coglioni.

Con l’elevazione in gloria della festivaliera idiozia per eccellenza, Sanremo. Ritrovo pacchiano di racchie che, urlando i loro dolori e le loro repressioni, in canzonette per donne più frustrate e brutte di loro, sperando di godere quei 15 minuti di godimento mai avuto. Dannandosi come delle ossesse sul palco o forse lacrimando patetismi romantici a mo’ dell’imbattibile scema per antonomasia, Giorgia, donna scheletrica, prosciugata oltremodo dalle sue ansie, dai suoi ansimi, dai suoi monologhi della vagina marcia, dalla sua anoressia oramai irrecuperabile, una donna insomma da ossario. Sì, potrebbe essere assunta come regina dell’armata delle tenebre…

E lo spettacolino della RAI vince sempre gli ascolti. Con la parrucchiera che, dopo pomeriggi da sciampista, pettegolezzi gelosissimi sui cazzi dei mariti altrui, d’invidie sbudellanti mescolate a una permanente arricciata nei suoi borbottii intestinali da coiffeur sempre imbevuta di amarezze peggiori del caffè senza zucchero della sua vita poco acconciata, massaggia i capelli di donne più (s)fortunate di lei che spera, fra una doppia punta e l’altra, che crepino, trafitte da un inestirpabile Cancro al seno.

E, dopo tanti radicali liberi, è sempre vivamente una patita del Partito Radicale.

Per quanto dovremo andare avanti con queste nenie, con queste lagnose pazzie da Cristicchi, con Cristine varie e amori catto-borghesi da falsi cristiani?

Rami Malek vincerà probabilmente l’Oscar per l’edulcorato, kitsch Bohemian Rhapsody e quel bellimbusto piacione di Bradley Cooper sarà seduto in prima fila con a fianco l’atipica bellezza androgina di Lady Gaga, una di ottimo culo ma irrimediabilmente una popolana alla Jennifer Lopez. Col naso più oblungo di Carlo Delle Piane.

Sì, madri scriteriate adoratrici di Milly Carlucci in brodo di giuggiole per queste melense esibizioni canore da sagra paesana. La Carlucci. Sì, mi ricordo che mi sparai una sega quando fu ospite molti anni fa di Gigi Marzullo ed esibì un paio di coscione da condire con l’aceto del mio formaggio, per un “penino”, no, panino abbrustolito.

Sì, per una buona sega gustata rosolante ci sta. Per il resto, vada a coltivare il granturco per altre pubblicità della pasta.

In Italia, abbiamo avuto e abbiamo ancora Gabriele Muccino con suo fratello “come te nessuno mai”, ebete invincibile che, col suo viso da angioletto bimbetto, forse però era meglio dell’Ovosodo del Virzì.

Ovosodo. Sì, c’è una scena con Claudia Pandolfi che me lo fece diventare duro. Tosto,marmoreo. Quando Edoardo glielo sbatte fra le gambe e lei lo avvinghia tutta sudata.

Io sono mister freddezza e una testa di minchia.

 

Non si era capito?

No, la gente è stupida. Pensa davvero che a me basti una fighetta per cambiare.

No, io rimango springsteeniano.

Vivo per i fatti miei e, se mi disturbi, divento un lupo molto cattivo.

 

E ti devasto.

 

di Stefano Falotico

Attimi di poesia, tutto il resto è noia e sesso avvilente


18 Feb

Over the Top

Oggi è domenica 18 Febbraio e ho riposato bene.

Mi son svegliato particolarmente ringiovanito, maggiormente rincuorato, più alla vita ancorato, anche accorato.

Al che, ho riletto una mail che ho inviato a una donna, l’altro giorno. Sì, penso che lei sia una donna, anche se credo che lei nutra dei dubbi se io sia un uomo. Un uomo alquanto bizzarro, che danza ballerino fra mille umori scostanti, e s’interrompe, riparte, gioca, piange, pagliaccesco cazzeggia.

Avete sentito Gattuso? Ha detto al suo pupillo di trovarsi una ragazza e fare l’amore. Schietto, ruspante, nel suo stile “ringhiante”; che incita a sentimenti semplici ma veri.

Mah, non so, mi ricordo che, dopo la prima volta, ero tutto inzaccherato e con le mani lerce, sì, non so come feci a sporcarmele in quel groviglio frenetico e singhiozzante, e cercai un bagno. Ma era notte fonda, i bar erano chiusi ma trovai un albergo e con faccia tosta, di cazzo appunto, entrai e sgattaiolai nella toilette. L’uomo della reception mi guardò male. Ma io mi pulii e tornai a casa con un sorriso idiota.

Devo dirvi la verità. Io non rimpiango mai il tempo ben utilizzato e nemmeno quello sprecato. E morirò con ancora tanti sogni mai realizzati, sepolti nel cassetto o solo gettati nel cassonetto.

Per due anni, andavo sempre dal mio amico cinese e mi sentivo uno di famiglia. Portava sempre la moglie e i suoi due bellissimi bambini in quel locale. E respiravo un’aria familiare che non avevo mai sentito. In mezzo a persone di un’altra cultura, calma, pacifica, contemplativa, come un libro di Mishima. Poi, all’improvviso, una brutta mattina il bar chiuse. E non so che fine hanno, o abbiano, fatto Ma conserverò nel mio cuore quei bellissimi momenti di pace e tranquillità.

No, non sono un vincente, sono un mezzo matto, e sbaglio sempre i toni, calco la mano sui soliti argomenti e potrei aiutare Paul Schrader in tante sceneggiature cristologiche, pietistiche, afflittive, fra deliri di onnipotenza, malinconie leggere e anche leggiadre, e poi istanti di estrema felicità, bambinesca.

Sì, nonostante tutto, io sono rimasto infantile. Si dice che i bambini siano i più grandi poeti del mondo, perché trasfigurano la realtà e sono lontani dallo squallore della quotidianità mendace e affaristica, pettegola e stupida. Sono candidi. No, non sono bambino da quando ho otto anni e sapevo che quel finale di Over the Top racchiude molte verità. No, non è un grande film, è ingenuo, sciocco e una volta che sei grande ci ridi sopra. Ma Lincoln Hawk è uno sconfitto, uno che è stato preso a calci nel culo, eppure non gioca mai di vittimismo, guida il suo camion e sogna di vincere un campionato di braccio di ferro. E quando cambia “marcia” e piega Bull Harley la commozione è molta.

Molti mi chiedono se guardo il Festival di Sanremo. No, ma la canzone di Barbarossa è di una delicatezza unica. Possiamo dirlo? È un capolavoro.

Ognuno ha la sua vita, e ognuno ha le sue spine, le sue rose, le sue ambizioni fallite e attimi di poesia.

Gran Torino

 

 

di Stefano Falotico

Il genio e l’artista devono essere folli, lontano dalla folla


07 Feb

Fuori orario

Col passare del tempo, capisci che la vita è una tribolazione. Non che prima non lo fosse stata. Insomma, si comincia da quando ti tolgono il ciuccio e ti dicono subito di non far la femminuccia.

Da lì inizia l’opera di svezzamento, che è tremendamente violenta, agisce a livello psicologico e sei preda, schiavo, vittima dei condizionamenti esterni. Si parte con l’asilo, ed è già un assillo, quindi con la scuola che ti fa studiare l’ABC dell’imbecillità e delle induzioni più manichee, inducendoti dapprincipio a falsi buonismi figli di maestre fallite, uscite dalle magistrali perché il loro piccolo cervello era irreggimentato nelle volenterose pedagogie da ragazzine tristi e adolescenti problematiche che, raggiungendo quel diploma “giusto”, si erano illuse di aver risolto i loro conflitti e anche, spesso, le loro disarmoniche forme sgraziate da bruttine schiacciate da un’età acerba spropositatamente faceta e scioccherella.

Quindi, ci sono i laureati, categoria da starci lontano. Altre persone estremamente disturbate che si sono illuse attraverso il pezzo di carta “autorevole” di aver appianato ogni cosa, seppellendola sotto la coltre di credenziali boriose e cattedratiche. Accademici solo del bel parlare sciolto e del saper dottamente argomentare, ma raffreddatisi nelle emozioni vere e veraci, oramai impigritisi in lavori impiegatizi, mercantilmente agganciati a una cultura di massa di apparenze stolte e “sagge” frivolezze. Scherzosamente antipatici, così li definirei.

Ecco, l’artista, e io naturalmente, senz’ombra di dubbio lo sono, è un tipo di persona assolutamente fuori da ogni schema, imprevedibile, umorale, caratterialmente “ingombrante” e ostico, difficile per via della sua complessa, sfaccettata emozionalità sempre suscettibile di dubbi. L’artista s’interroga sulla realtà e, prima di giudicare il prossimo, passa al vaglio tutte le opzioni possibili, senza lanciare sentenze affrettate. Mentre oggi siamo invasi da invasati, da tuttologi delle anime altrui, da classificatori delle genetiche, da idolatri del viver “corretto” che dunque, dall’alto presuntuoso delle loro saccenterie superficiali, eseguono “diagnosi”, anche psichiatriche, sul primo che incontrano per strada, perché non hanno tempo per approfondire, per entrarvi davvero in vivo, sentito, empatico contatto. E, in questa fiera delle tracotanti immodestie, ecco che trionfa la boria più vanesia e ciarliera, vince il pettegolezzo più atroce e abominevole da club delle prime mogli, e allora via col guardare culi e donnette discinte all’Isola dei Famosi, le cosce vellutate delle più sceme formose e burrose, odiose, già deformate in bellezze plastificate e televisive, e adesso puntualmente ci ammorbano con questa tradizione “popolare”, nel senso peggiore più credulone e tonto, del festival di Sanremo, sagra paesana trasmessa in diretta nazionale, con un Baglioni tanto “figo” da essere la controfigura di un manichino squagliato nella chirurgia più depravatamente, sì lo è, “cremosa”. Sì un cremino che sgocciola di pezzi di pelle tenuti su con l’Attack.

L’artista è un “cretino”, un idiota dostoevskjiano, uno che non ha capito un cazzo della vita e rischia, sbanda, caracolla, sente, patisce, poi euforicamente gioisce, quindi in maniera repentina, con mentali serpentine degne di uno Slalom Gigante, s’immalinconisce, si deprime, si abbatte, si penalizza da solo, quindi si rialza, ha delle strane idee che gli frullan in testa e allora ecco che spunta il colpo di genio che non ti aspetti, lo “svignarsela” nella creatività, la fuga vulcanica in una realtà da uomo del sottosuolo, che inghiotte il mondo nei suoi orrori e nella sua fantasia lo ricrea, in esso trasmuta, mutevole trasla le ovvietà in voli pindarici di estasiante meraviglia. Allietando le menti ottuse, assopitesi nella carnascialesca vacuità, nello squallore mortale, moralmente inappetibile per la sua mente da pasto nudo devastante.

Sì, è necessario un atto di forza!

Sì, il genio è sfigato, sfuocato, inculato e dunque alato.

Lasciamo pure che i “normali” s’imputridiscano e nella putrescenza riverberino le loro finte, rifatte facce da “beautiful”.

 

 

di Stefano Falotico

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Gli Oscar sono il calcolo delle probabilità


14 Feb

Ove ci si spartisce la torta, “YouTube”, invece, è l’inflazione “impennata” dei “pinnacoli” senza la “colada”… ma colando fra i collants

… Per “scrollarselo” d’ingollata, palleggiando di testo(ster-c-o)ne

La de-generazione di massa-ggiatori oggi socialmente “inappuntabili” di puntini “digitali” a puntare le “ballerine” di “YouTube” che danzan nel loro “schizzo” orgasmico-“igienico”… su(dato) punta di “pen’”

Il tempo trascorre e “tutto” s’alliscia, io non mi smentisco mentre i miei coetanei è da un po’ che son indementiti. Gli “adulti” stan messi peggio, “a pecora”. Masticandosi mentina fra le “linguette” rosicone, attizzano ormonalmente l’onanismo oggi “internettiano” da “gentleman” alla Nanni Moretti su “cappuccino” del “Mi scappello” al caro diario di loro “arie” da amatori nel Pollo Amadori che s’inebria da “Icaro”, “rubicondo” e iroso, nel “sognarle” nude per farsi del “ma(ia)le” senza “sachertorte” ma “insaccate”.

Sì, Pasolini non era uno da pisolini e aveva già profetizzato il porcile di questi “pisellini” da “fagioli” nei soliti ignoti di notti davvero “bucate”, di proprio “bucare” lo schermo fra lenzuola “bianche” come lo sperma autoerotico da veri “eroi”.

Sì, a tali uomini davvero “cresciuti”, dedicherò un libro mio prossimo “intimo” intitolato “La biancheria del banchiere nel suo branco nudo e crudo per t-ergerlo dinanzi a Kim Kardashian scudettata come la zebra juventina, il suo cowboy è nero, che sculetta sulla banchina da brava bambina”.

Sì, “YouTube” è oggi invaso da una “mole” di “monolitica” sessualità videoludica nella libido più “insospettabile” da spioni delle cosce-conduttrici, che lor “ammanettan di manette” nelle fantasie color “grigio-perla”, lo smutandarsi “boxer” del virile a patire una realtà frustrante e a “godere”, masochista, di “sparate sadiche” pen-s-ando, analmente, d’un fustigarla con le fruste dietro l’arma “invisa” del vispettin PC. PC, acronimo del “maschio” che “pascola” onomatopeico, tale e quale a Giovanni il poeta, nel cazz’ che fa “Lillona, sei Camilla e io, non calmo, vorrei che il mio fuscello in te entrasse come un Fusillo, mia bonazza bella che bevi e belerai il mio ef-fonderti-sfondar’”.

“Uomini” degni della nomea di topi, tanto che ambiscon a Miriam Leone per “mirarla” dal basso “in alto”, e anelan a “umiliarla”, riempiendo la pagina dei “Commenti” con “palle in buca nel catodico davvero carino”.

Ah, ne “carezzan” le gambe su occhi “sgranati” mentre “sgranchiscon” nel loro “gancio” di “tiro volatile”.

Sì, ma non pensate che sian solo dei puberali che ce l’han “su di giri(ni)”.

No, tali sconcezze, irriguardose del gentil sesso, “fiorenti” come la “crescenza che fila di mozzarella”, “vengon” da impiegati del ca-tasto con apparenze da casti, da industrialotti che ho colto in castagna mentre il “lor” era cotto su “smaltarlo” alla “castorina” Tomei Marisa nel “David Letterman” più in minigonna, da irreprensibili e “integerrimi” gendarmi-carabinieri dell’arma…

Sì, oggi il web permette a ogni (im)potente di “farsele” in “diretta”.

Le maggiori vittime di queste “freccette rosse al bersaglio” sono Ilaria D’Amico e “amichette” televisive varie, “in onore” all’Alba Parietti che (li) fu(mava) su sgabello oggi “presieduto” da Victoria Cabello.

Che “bellezza”, che roba eh? Che cos(c)e ha prodotto l’Italia, ove tutti son “signori” con tanto d’attestato e “testicoli” alla Briatore “testacoda” da magnamagna. Sempre il “maccherone”, sempre dei pastasciuttari!

Le donne, però, ci van vicino da “micine”:

– Ciao, mi chiamo Stefano.
– Ciao, mi “chiavo” Alessandra.
– Sei lesbica?
– No, ho “fatto” chirurgia anatomica.
– Insomma, prima avevi un “animale”, adesso una “selva forestale”.

Quindi, con me, eminenza imbattibile senza battone e senza mai le batterie scariche della mia centralina elettrica cervellotica, c’è poco da competere in merito agli Oscar. M’han soprannominato lo Zio, e metto zizzania al Kodak Theatre, “poltrendo” in poltrona e avendo già scommesso su tali cavalli vincenti, senza gli accavallamenti del fegato ma applaudendo a MacFarlane! Anche Al McFly! McDonald’s no!, son l’inaffidabile Duffy Duck!

Se vi recherete su lottomatica.it, ci son già alcune quote per il vostro allibatrore.

Basta donne coi “vibratori”, vibrate nel Cinema e non datevi all’affossarvela. Tuffatevi nella magia, finitela con questi “santini” tamarri dei vostri spogliarellisti edonisti per “equine” toccatine, bensì concentratevi su un attor degno di nota. Ecco, tirate fuori dal borsello il taccuino, il blocco note e smettetela a farvi il viaggio “notturno”. C’è una sola Notte, appunto (e virgola…), che dovete appuntarvi, puttane!

Gli americani anticipano Pasqua con quest’evento “resurrezionale”.
Mica come voi galline che v’indaffarate e accapigliate per il pelo migliore. Infatti, i vostri capelli son sempre “permanenti” lì, dalla parrucchiera. Vi conosco, eh? In quelle botteghe, sboccate, vi sfogate, adocchiate il garzone “sfigato” e gli conficcate occhiatine occhialute a espellerlo perché non gradite il suo peloso “rader” il pavimento dalle doppie punte della chioma fluente, fosforescente di tinture su tinta unita o doppia nel biondo-fuxia alla Pink, la cantantucola del rock “Bocca di rosa…”.

Ora, ho già piazzato 5 Euro su Il lato positivo, basta con questi lati B. Prendete la biro, pulitevi col bidet, non deridete il bidello, non sbudellatevi di pettegolezzi, e “incrociate” solo nella casella del film di David O. Russell. La finiamo con queste grida chiassose da gassosa? Che cazzo mangia quela sicula tanto sicura di sé? Una cassata siciliana? Allora, non scassasse la minchia!

Poi, scoppiate di flatulenza e pretendete il dimagrimento in palestra pilates ma, depilate, non siete lo stesso soddisfatte. Sfatiamo queste “fate”.

Già, la porcella-na Kidman Nicole non vincerà proprio niente di nulla.

Daniel Day-Lewis indossa il Butcher del Levi Strauss, il jeans più amato da Michael J Fox di Ritorno al futuro.
Infatti, prima del Parkinson, ci “dava” di power of love nei “Huey Lewis and the News”. Sì, la news sua fu che invecchiò prima del Tempo, io son ringiovanito, scoprendo il DOC del Christopher Lloyd, senza i suoi cuculo da disturbo ossessivo compulsivo. Vero?

A proposito di se “Qualcosa è cambiato”, Jack Nicholson s’è ritirato oramai, quindi non può vincere.

Vincerà De Niro, due come non protagonista e uno come principale, a differenza di Jack, due come protagonista e uno di voglia di tenerezza.

Il resto è una grandissima stronzata. Come dice Al Pacino di Profumo di donna.

Sì, e cos’è questa farsa che avete messo su?

Alla culla della leadership, preferisco il mio elevarlo. E tu levati di culo!

Sono come Roberto Baggio stasera a sfasare Fazio di dribbling coraggioso. Baggio subì un incidente gravissimo, non si rammollì e mi assomiglia perché, per essere un grande, ci vuole classe. E non la si acquista dalla Littizzetto o dalle mezze calzette.

A questi, solo un calcio, piazzato-in-crociato di palombella geniale.

Secondo il mio amico Ty di Facebook, la miglior canzone della storia del festival tricolore è “Mistero”.

Ci penso su, secondo me vale il primo Zucchero di donne du, tu, du, din don… simil Duran Duran.
Arrivò ultimo, poi cantò pure per il Papa.

Pollone, stavolta non siamo in sintonia d’onde di frequenza. Questa canzone, uscì quando mi “diplomai” d’Ottimo, naturalmente, nel periodo in cui frequentavo le medie. Ti racconto quest’aneddoto. Un pomeriggio, i miei compagni mi chiamarono per un’uscitella con le squinzie della terza “aula-aiuola-ahi ti voglio bene ma fottimi più soft, ascolto ancora Baglioni Claudio, non strapparmi la fina, sii fine eppur sfiniscimi di fiuto annusante fluidific(c)ante”. Alcune, però, eran già dotate di quarta, la crescita inversamente proporzionale del seno che si sarebbe poi “inserito” nel “superiore” istruirle. Ah, ne vennero “imboccate”. Come Nanni Moretti, indeciso se acconsentire, uscire o rintanarmi nella lettura d’un Garzanti da ganzo intellettuale Bignami senza ‘sta scassapalle odierna Mondadori della Bignardi Daria, optai per un “Fuck” sul mio diario, un Sega Mega Drive di “Mortal Kombat”, sparandomi un cazzone-segone al calcio rotante di spaccata alla Johnny Cage. Alla radio, passava “Mistero”, e io urlai “Enrico Ruggeri è come quella dei Matia Bazar!”. Scusate, quella è (di) Ruggiero Antonella. Da allora, la mia vita è un enigma. Sempre meglio del Cage Nicola. Gli ho funambolicamente preferito Van Damme e un sincero “Dai qua, donna, non rendermi un carpiato, capiscimi, non pisciarmi in testa, semmai renditi corpulenta ché, nell’andamento lento alla De Piscopo Tullio, capirai tutto senza Catullo Gaio…”.

Vieni appresso a me, non far la depressa, dai dai! Senti come spinge, come pompa questa musichetta!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento (1983)
  2. Gli amici del bar Margherita (2009)
  3. Happy Days – La banda dei fiori di pesco (1974)
  4. Maradona by Kusturica (2006)
  5. Daria, l’autunno è già arrivato? (2000)
  6. I diari della motocicletta (2004)
  7. Mortal Kombat (1995)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)