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Frusciante e il problema con GENE HACKMAN, SHOWTIME, Chiara Caselli & KIM ROSSI STUART + PINOCCHIO! Steven Van Zandt vs Roger Van Zant!


28 Oct

Shatner De Niro Showtime

fichtner heatNon me ne voglia il buon Fruscio. Abbia Fede! Si scherza e il Fruscio è, tutto sommato, un bravo guaglione. A differenza di quel povero ignorante e gran cafone di Balanzone. Io lo sbugiardo sempre e smentisco ogni sua vile cattiveria, in quanto io sono bello e lui, invece, è un misero porcello. Purtroppo, mi spiace per lui se è uomo di maschera carnevalesca da me struccato, sì, Balanzone è nel cervello peraltro assai toccato ed evviva anche Gli intoccabili. Alla faccia di ogni panzone molto trombone e ottuso. Altro che (Al) Capone, costui è proprio un lestofante testone. Eh sì, un troglodita assai bambinone. Mi spiace, anche ripetermi, eh eh, è da tempo immemorabile morto altresì nel cuore e, per salvarsi da tutte le figuracce da imbroglione, non gli basta oramai più fare il pagliaccio untore e presuntuoso. Ah, che bisonte unto e bisunto che è Balanzone, il volpone! Nella vita vi è chi confonde William Shatner di Star Trek con William Fichtner di Heat & Il cavaliere oscuro. Vi è chi scambia David Fincher per David Lynch, chi fa confusione fra Fichtner/Roger Van Zant di HEAT con Steven Van Zandt della E Street Band di Bruce Springsteen, vi è gente cazzuta come Al Pacino e chi invece tenta di emulare Robert De Niro ma recita peggio di Mitch Preston. Costui, dicasi boomer e vecchio rimbambito. Non mi stupisco che il figlio sia un malato mentale dei più irredimibili e precocemente invecchiati. Oh oh! Stavolta, ho colpito troppo forte, miei campioni? Ah ah.

Kim Rossi Stuart

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Steven Van Zandt, guitarist for Bruce Springsteen's E Street Band, NYC, 1980. (Photo by Andy Freeberg/Getty Images)

Steven Van Zandt, guitarist for Bruce Springsteen’s E Street Band, NYC, 1980. (Photo by Andy Freeberg/Getty Images)

SHOWTIME: il lupo non perde manco il pelo, anzi, è pure più vizioso, capriccioso, è un Piero Pelù


10 Nov

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Sì, io sto veramente ridendo come un matto. Oddio, fermatemi. Sì, datemi un calmante.

Ieri notte impazzii per la millesima volta in vita mia.

Sì, io abbraccio la teoria di alcune frasi magistrali coniate da Charles Bukowski.

Ovvero le seguenti. Peraltro, io già in tempi non sospetti dissi le stesse cose di Charles senz’aver ancora mai letto un cazzo di suo.

“Il matrimonio, Dio, i figli, i parenti e il lavoro. Non ti rendi conto che qualsiasi idiota può vivere così e che la maggior parte lo fa?”.

“Alcune persone non impazziscono mai. Che vite davvero orribili devono condurre”.

“A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte ne sono sicuro”.

 

Sì, stamane, dopo una feroce nottata insonne, scrissi sul mio taccuino ciò:

ieri notte ebbi degli scompensi acuti, non solo psicologici. Una crisi acustica. Il mio cuore batté infatti d’amore perduto, una donna mi mandò delle foto di lei molto sexy e mi disse di scoparla ma lei abita lontano ed è stata una bestiale sofferenza indicibile. A che sarebbe servita una pippa? Ah, che bile, cazzo.

Per fortuna, mi contenni. Altrimenti, dopo non essermela sbattuta poiché non possiedo il teletrasporto, se avessi spaccato tutto di brutto, i vicini di casa, i quali forse in quel momento stavano trombando paciosamente, disturbati dal trambusto dei miei ululati da lupo robusto, avrebbero chiamato la polizia municipale o forse, a causa dei miei bollori simili a un incendio doloso, anzi solo doloroso per il mio cor(po) già esploso da foresta amazzonica, sì, non mi rado nemmeno lì, m’avrebbero ricoverato in un centro psichiatrico.

Ove ti sedano in culo talmente tanto che non solo non riesci più a farti le pippe ma non riesci nemmeno ad avere i riflessi pronti per fermare e denunciare un dottore con la pipa, cioè uno psichiatra della minchia, che sta sodomizzando un’apprendista infermiera troppo pudica, virginale e linda.

Sì, la psichiatria fa così. Se sei un uomo che fa la donna angelica e pia, cioè se non diventi uno stronzo come tutti, te lo sbatte in quel posto così come fece Jung con Sabina Speilrein.

Sì, se hai superato la maggiore età e sei fanatico di Scanners e di Videodrome ma sei vergine, ti dicono di fare l’uomo maturo e di trovare una figa come Keira Knightley di A Dangerous Method.

Sì, altrimenti ti dicono che sei socialmente pericoloso poiché potresti anche essere un genio ma il tuo operato, diciamo, non si addice alla società da Essi vivono. Ove per avere amici e amore devi, per l’appunto, consumare, obbedire e soprattutto farti il culo. Ah ah!

Sì, ieri notte, in preda a una ribellione devastante uguale, se non maggiore, a quella di Arthur Fleck/Joker, no, non mi feci una pippa ma venne fuori… il mannaro lupo.

Innanzitutto, erano mesi che subivo prese per il popò da certa gente ma, a forza di farmaci repressivi, mi resero un agnellino innocuo e dunque non potei, a tempo debito, nemmeno mandare a fanculo tanti figli di puttana che non valgono uno sputo.

Cosicché, azzannai uno in chat. Sì, tre mesi fa mi permisi di affermare che C’era una volta a… Hollywood del Tarantino è una cagata pazzesca. A questo punto, lui mi aggredì e mangiò vivo, definendomi uno scemino.

In chat gli urlai che lui non è Brad Pitt e, a differenza di Tarantino, non è un cinefilo malinconico, bensì uno sfigato cronico.

Un tale Luvstig, invece, un anno fa mi definì penoso. Andai dalla sua ragazza e lei comprese che Luvstig è, rispetto a me, assai meno peloso.

Sì, sono molto permaloso, ho i capelli quasi rossi, sono odioso ma soprattutto focoso. Mi va subito il sangue al cervello. Per quanto riguarda il sangue invece da un’altra parte, ovvero nei vasi dilatatori dei corpi cavernosi, se davanti a me c’è una racchia animalesca, non diventa duro affatto. Sì, la vedo durissima.

Non ci sono cazzi, come si suol dire, che tengano.

Quando lasciai gli studi, tutti pensarono che fossi un debole e un malato di mente. Al che, a mo’ di sfottò, mi cantarono Francesco di Francesco Tricarico.

Di mio, ho sempre preferito Non è Francesca di Lucio Battisti.

No, non sono il santo d’Assisi ma nemmeno un uomo che, a forza di stare con una frustrata da Vasco Rossi, ascolta Santa Chiara. Ah no, scusate, volevo dire Albachiara.

Io sono esperto di tutte le albe poiché vivo nel crepuscolo. E sapete che vi dico?

La Parietti non ha oramai più le gambe di una volta. Sì, vent’anni fa, un tipo alla Wolfman la vedeva, anche solo binocolo, ah ah, e voleva succhiarle il collo come (in) Dracula di Bram Stoker. Sperando che poi lei gli succhiasse qualcos’altro.

A proposito di Brad Pitt, posso dirvi solo questo. Sono il Leo DiCaprio italiano. Sì, Leo è biondo, io castano-moro tendente, come detto, al rosso. Ma al semaforo passo solo col verde.

E sto sempre più subendo una metamorfosi da Benjamin Button.

Sì, gli altri alla mia età sono già pecora. Brutti, soprattutto nell’anima. Anche se, tornando al cinismo di Bukowski, non è che me ne freghi molto dell’anima. L’importante, nella vita, al di là delle canzoni mielose di Ed Sheeran, è avere culo. Il resto è una grande porcata.

Sì, guardate, nella mia vita ne vidi tante, mica tanto. Vidi uomini di cinquant’anni che, visto che nessuno se l’inculò e tuttora incula, per darsi un tono cominciarono a parlare di Cinema senza saper filmare nemmeno l’8mm della comunione dei figli, cioè non ebbero e non hanno nemmeno il coraggio di ammettere che quei figli non sono loro ma dell’amante della moglie.

Sono froci? No, manco questo. Non sono e basta.

Molte donne criticarono aspramente la biografia di Fabrizio Corona in cui il bel tamarro Fabrizio dedicò un intero capitolo alle donne che inchiappettò. Donne che, a differenza di quelle inchiappettate da Fabrizio, essendo oramai fottute, invidiano gli uomini e li (s)fottono.

Di me, tutti ne dissero tante. Soprattutto che mento e che sono un falso. Al massimo, posso prendere il poster di Showtime con De Niro e Murphy, ficcando la mia faccia al posto di quella di Bob. Di vero deepfake con tanto di look da Fabrizio Corona. A differenza di lui, devo ammetterlo, non sono abbronzato e non ho i soldi per pagare un ghost writer per un capitolo di FIGHE che scriverebbe meglio, fra l’altro, un ragazzo di dodici anni. Sì, quando uscì Showtime, avevo già superato ogni mia crisi. Stavo da dio. Qualche anno prima, Sasha uscì con If You Believe e io stavo uscendo con una lupa.

M’avete fatto solo perdere tempo perché volevate appurare se sono matto o sono un genio. Sono entrambi, quindi ora vedete d’andare tutti a fan-LUPO!

 

 

di Stefano Falotico

Falotico scatenato, un Raging Bull a cui nessuna camicia di forza riuscirà a contenere il suo Genius esplosivo!


12 Jan

 

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Pindarico, egli s’insinua tra la folla mattutina, entrando in un bar con far smargiasso, scolandosi un cappuccino su occhio cremoso e capelli schiumosi, sì, appena docciati con shampoo carezzevole su alopecia leggermente accennata di stempiatura sexy indubbiamente affascinante.

Con carisma da Sean Connery, figlio di un’epoca romantica e medioevale, il Falotico al bar si beve gli oscurantismi della gente bigotta e ubriaca la cameriera con un gioco inaudito di accigliate sopracciglia smodatamente ammiccanti per indurla a “bevande” sovreccitanti. Affinché la donzella estragga la sua “spada nella roccia” e la conficchi morbidamente dura e scintillante in mezzo alle sue gambe fragranti senza cinture di castità ammorbanti. Egli pietrifica le donne col suo sguardo suadente e le rende morbidamente arrapate, sciogliendo ogni lor dubbio moralistico grazie al suo infallibile, forse anche fallico, fiuto da cavaliere a volte senz’arte né parte eppur sempre galoppante per altre cavalcate imbizzarrite da uomo irrefrenabile.

Alza il ponte levatoio della donna arroccata nelle sue ansie ermetiche e le leva tutto, elevandola in gloria rocciosa e semmai a qualcun altro dandola in sposa. Sì, prima lui la spossa ma poi, come un altezzoso signorotto, non gliene frega un cazzo di averla come regina e, irredento e sotto i baffi ridenti reo, è sempre più un principe cerca moglie con la sua voce da Tonino Accolla. E dotato più d’un nero Eddie Murphy.

Sì, stanno preparando il seguito di questo film di John Landis, ancora i vili miserabili mi perseguiteranno ma orsù, donne, per altri sogni poetici ed ero(t)ici di amori prelibati seguitemi a fiotti in altre fiorite e fiorenti lande. Lontano da me però le mignotte! È pungente il mio fioretto, pungente nel tuo grilletto e or vi do dentro da fur(b)etto con un orgasmo schietto. Tutto ritto e lì diretto, il Falotico guarda un filmetto e poi mangia un buon filetto. Finito che ha di fare il gagà, sublima una scopata mai avuta con Lady Gaga, fottendosene altre a gogò. Egli non è mica uno squallido gigolò ma un uomo che sa donar calore a ogni ore senza mercificarsi, a differenza di voi, da fetido puttanone e da cinico senza core.

Egli ama, non ama, forse è solo l’incarnazione di un Mah…

Dunque, ritorna a occuparsi di Cinema con classe elegante dopo il suo corteggiamento galante.

Imprendibile, corre nei suoi neuroni belli e impossibili, elucubrando teorie sulla Settima Arte e allestendo pensieri proibiti e inconfessabili sulla vicina di casa dalla quarta abbondante, artisticamente poco elevata ma donna che tira su un uomo con rozze eppur toste piluccate scoppiettanti. E, bagnando di qua e di là, piove a voi e in te, donna, ancor spiovve liquidamente in una notte di gran alcova fottutamente penetrante in cui, cogliendotela in (de)flagrante, m’hai ancor nuovamente reso brillante!

Giammai arresosi, il Falotico è proprio una testa di cazzo inarrestabile e pimpante, pompante, talvolta farneticante e blaterante eppur sempre aitante.

Se non è un Genius questo, ertamente non lo sei tu, faccia da culo devastante.

Insomma, diciamocela, non solo ha uno strepitoso glande ma è in verità proprio il più grande.

E ricordate:

 

– Chi? Falotico? Non lo voglio più vedere – disse l’uomo invidioso del suo talento.

– Chi? Falotico? Glielo voglio ancora vedere, sentire e toccare – rispose la donna ancor memore di tanto godimento.

 

di Stefano Falotico

“Showtime” – Recensione


24 Oct

Lo show del buddy-cop movie “real(ity)”

Ora, andai due volte, “di filata” al cinema d’una opaca Rastignano, “inetrzona” limitrofa della Bologna “casinara” di multisale troppo affollate. Adiacente a una discoteca di cocchi, s’erge in “pompissima” un altro multiplex, però meno provinciale seppur ficcato nella “frazione”.

La coppia De Niro-Murphy da sé fa per tre. Infatti, il terzetto, non so se vincente, s'”accomoda” nelle cosce della Rene Russo ancora “bombastica“. A malincuore è oggi invecchiata, ma il suo fascino rosso fu indiscutibile. Donna da “lustrar” versandole del vino, “spizzicando” dai suoi capezzoli furentissimi come Nutella fra le mammelle.
Arma letale di Mel Gibson, fatale per Brosnan, madre statuaria e torrida “matrigna” di Thor, il Dio vichingo per questa valchiria d’amare senza “varichine”.

Tom Dey chi è?
Uno che ha girato una sciocchezza con Wilson e Jackie Chan. E qui s'”adopera” di genere “pericoloso”, “contaminante”, unendo di nuovo la strana “coppietta” che si fa i dispetti.
Un De Niro che, pasciutamente grassoccio a mo’ di “bacon” del suo pan(c)ino, assomiglia a Bud Spencer, il “piedone”, con tocchi pigri del “neo” claudicante e disilluso da Marlowe “bighellone”, Muphy ricicla le sue 48 ore da Beverly Hills Cop, mentre Rene spacca le tue “re(di)ni” anche se non indossa calze a rete, ma invece un “silicone” balconcino da “bacini”.

Rene Russo è Chase Renzi, stangona produttrice di “programmi in diretta”, filmati e “firmati” sul “luogo dell’audience” cavalcante come le sue gambe da cavalla.
Il suo network sta semifallendo, e nessuno se “la” fila. I suoi colleghi giocano in ufficio, di “cazzeggio” libero quanto sull’orlo del licenziamento. Allora, la scaltra Chase s’inventa un balzano “esperimento”. Riprendere, dal vivo, le imprese “eroiche” dei poliziotti e mandarli in onda a (ri)getto continuo.

Ottiene il “visto” facilmente, e si mette subito a caccia di due protagonisti che possan “guidare” la vicenda. Abbisogna di tipi tosti che “bucano” lo schermo.
La scelta, “ardua”, ricade su Trey Sellars, “mimo”-attore ridicolo senza “ruolo”, un buffoncello “nerone” di carisma “decollato”, salvato sempre dalle risatine di Tonino Accolla.
Trey è senza un “soldo” di lavoro, e accetta volentieri la (busta) paga.
Non vede l’ora di tornar alla ribalta, il nostro gaglioffo simpaticone.

Poi, Chase “si fissa” su Mitch Preston, appunto “piedipiatti” piatto di cervello e “attore cane”, al cui confronto l’impresentabile T.J. Hooker/William Shatner fa la figura del “the greatest actor of all time“.

Nonostante qualche “accoppata” e i “No” decisi di Mitch, riuscirà ad accoppiarli. Ma non sarà solo una “passeggiata” di ordinarie “amministrazioni”.
A complicar la vicenda, un cattivone vero, Caesar Vargas, l’incarnazione delinquentissima e murder proprio d’una “innovativa”, detonante lethal weapon.

Il film (tra)scorre ed è garbato. A voi garberanno le idiozie, questa è “scemenza” intelligente, che attinge a mezza Storia della celluloide da “Dio li fa e poi li accoppia”, appunto.
Che scorpacciata di due scoppiati.

De Niro ricorda Ernest Borgnine di Poliziotto superpiù.

Non è un capolavoro e non è Walter Hill.
Ma si merita, comunque, il “Pollice su”.
Che vi vada giù o meno.

(Stefano Falotico)

 

Le sette attrici dal cognome omonimo che ancora stimolano il mio omen


06 Oct

Non gli somigliano pe’ niente!“.
Per fortuna

Sono delle fighe plurime dal nome “appaiabile” (ma chi le appaga “queste” qui? Un quaquaraqua, ah, o uno che dà la “paga a tutte”?, capisco, un pappone) che hanno avuto varie volte modo e “minutaggio” per spogliarsi, mostrando tutto il “bellissimo… vedere”
Eteree, diciamo. Chi le ha fottute, ha un sederone!
Lo ebbe. “crebbe”.

E, come Johnny Depp, con lo “stecchino” piglio tutte per le sottane.
Tanto, sono più misogine di me.
Infatti, si sposano con dei “minchioni”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Fuoco cammina con me! (1992)
    Shery Lee vs Bruce Lee.

    Sì, inutile che “armeggi” quel cinesino magrolino che “sgattaiolò” d’addome piatto.

    Io mi sarei preoccupato, di più, molto di più, di “appiattire” Sheryl sul letto. Che gattona. Che miagolio.
    Dal “ca(l)mino” con furore. Dalla cagna con ardori.

  2. Stone (2010)
    Sharon Stone? No, Edward Norton. A cui Milla “fa” la festona.
    Milla, una che a Luc Besson “la” diede nel quinto elemento.
    Infatti, Luc per molti anni divenne un demente e girò “cazzate”, non “usandolo” molto…

    “Eccola”, resident evil.

  3. Boxing Helena (1993)
    Nicolette Scorsese vs lo “Zio” Martin.

    Be’, dopo tante malinconie di Marty, un culo così mette di buon umore.

    Pare che anche “Il Mereghetti” abbia avuto il “ritaglio” dai suoi “impegni”, per “impegnarlo” d’onanismo.
    Tanto, più masturbatorie delle puttanate che scrive, gli mancava solo il “pisello” con la panna, condito con delle “farfalle”.

  4. 9 settimane e 1/2. La conclusione (1997)
    Angie Everhart vs Erik Everhard, il più grande puttaniere della “storia”, quasi alle origini del primitivo nel superomismo da gorilla. Il “big boy“. Sì, come Jim con le Barbie.

    Angie è l’unica che non s’è scopato.
    Comunque, Angie se li è fatti tutti, compreso Joe Pesci.
    Per tal “morbidezza” della Everhart, Everhard ha lasciato “stare”.

    Quando costui morirà, scriveranno: “Partì da Tera Patrick e da allora non s’è mai ammalato di sifilide. Come c’è riuscito? Innanzitutto, tutto tutto era sempre lì, scompariva… poi Erik, qui sotto (prima s-tette un po’ ovunque) che giace, dopo aver tanto giaciuto, era un maiale che s’accertava della profilassi. A differenza di molte donniciole che si fidarono della pillola ritardante…, e si scoprì che erano le sue zoccole”.

    Da come è “messo a novanta” Mickey Rourke in questa robaccia, capiamo quanto ha faticato Aronofsky a scommettere sul suo wrestler, “pompandolo” di nuovo.

  5. Ronin (1998)
    Natasha McElhone vs Kyle Machlan. Uno che non ha avuto s(ucc)esso perché nessuno si ricorda esattamente come si scrive lo “scioglilingua” del suo cognome del cazzo.

    Quell’Uomo è uno scemo.
    E il Bob lo sapeva.
    Infatti, lo lascia col suo “fantasma“.

    Twin Peaks, e Lui invece si mangia il Twixt con Natashona sulle strade parigine del bacio “Perugina”.

  6. 10 (1979)
    Bo Derek vs l’ispettore Derrick.

    Ah, quello era un tedesco, la Derek di Long Beach. Infatti, in quella “spiaggia”, era “lunghissimo” per Bo, che non è la provincia di Bologna, ma una “mortadellona”.
    Da “infilare” col salame.

  7. Showtime (2002)
    Rene Russo vs la Russia.

    A Rene piace il “rosso”, ed Eddie Murphy, il “nero”, spinge.

    Il Bob mondiale, intanto, allieta l’interraziale, plasmando l’argilla d’una carriera che stava andando “in puttanissima”.
    Appunto.

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