Posts Tagged ‘Soldi’

Lezione di nichilismo e religione: Asia Argento e Fabrizio Corona sono quelli che sono, ma anche voi non siete meglio, anzi


08 Nov

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PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION

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Asia Argento e Fabrizio Corona pregano col COR-ano?

Sì, vicino a casa mia c’è una moschea. L’ho già detto e lo ridico. I musulmani, ogni venerdì, dopo l’ora di pranzo, dalle 13 e 30 alle 14 e 30, vanno a pregare Allah. Mentre io sono in quel momento in macchina e li osservo, con in bocca una caramella della Dufour, la Elah.

Ah sì, Nella valle di Elah. L’ultimo bel film di Paul Haggis. La storia di un padre, un grande Tommy Lee Jones, che cerca giustizia perché gli hanno massacrato il figlio. Ma, alla fine, accettata l’ingiustizia immane, alza la bandiera americana come in Salvate il soldato Ryan. Mah…

Fare una strage non servirebbe a niente e indietro non si può tornare.

Vicino a quella moschea, per gli occidentali che credono al potere salvifico della psichiatria, ci sono due vie, Via Basaglia e Via Freud. Non mento, controllate, sono vicine all’università d’ingegneria. Limitrofe a una bellissima gelateria ove la commessa, se le dai dieci Euro in più, ti lecca tutto il cono con tanto di “cremeria”. Sì, uomini depressi, non affidatevi alle cure mentali, ché impazzirete del tutto, strapazzate al bacio il vostro mascarpone con riscaldante “gelato alla fragolina”. Con tanto di cucchiaio e succhiatina.

Fabrizio Corona invece, dopo essere stato in carcere e venir sbattuto ai servizi sociali, ancora grida che ha subito delle sevizie. Mah, di mio so soltanto che praticava il suo “esercizio” con molto vizio. Era corrotto fino al midollo e si è permesso di entrare nella privacy altrui senza averne alcun diritto. Che tipo dritto!

Fabrizio è sempre stato un zacquaro. Ho già spiegato che significa zacquaro. In italiano diremmo tamarro, bifolco, un australopiteco di Neanderthal pieno di tatuaggi d’iguane oltre ai suoi passati guai da viscido serpente. I tatuaggi sono belli solo sulle donne, piazzati nelle attizzanti zone erogene, come le caviglie. Sui maschi sono un pugno nell’occhio.

Il zacquaro è un essere ignorantone, che parla per frasi fatte e si agghinda di crocefissi e anelloni manco fosse Tony Montana/Pacino di Scarface. Sì, Fabrizio infatti, del film di De Palma voleva farne un remake con lui protagonista.

Io ho sempre sperato che potesse realizzarlo. Nella parte di quello che lo trivella alle spalle con la mitragliatrice… il sottoscritto, con tanto di occhialoni a inchiappettarlo da negro.

E dire che, quando Fabrizio annunciò questa fake news, voi pensaste fosse vera.

Fabrizio ha sempre esercitato un enorme fascino nei confronti delle donne. Sì, le donne più sono sexy e più sono zoccole. Perché in un uomo guardano al portafogli. Fabrizio poi non è male come uomo, a parte la sua cultura medioevale. Sì, la Rodriguez sapeva che, dietro il suo gel, ci poteva essere un ottimo uccello con tanto di “piscina”. Uno con cui costruirsi un futuro, soprattutto tre ville in montagna. Ove si respira aria pulita…

Adesso è la volta di Asia Argento. Un’altra bagasciona che, pur di avere il suo ruolo in B. Monkey – Una donna da salvare, l’ha da data a quel gorilla di Weinstein, uno che scopava come una scimmia.

Poi l’ha denunciato perché Weinstein, secondo lei, è solo un porco pachidermico, un rinoceronte che deve finire nella giungla a mangiare le banane.

Asia è una delle suine più vendute nelle macellerie. Ma non è una figlia di puttana. La madre Daria Nicolodi forse non era argentea pura, ma era rispettabile. Ah, è vero, Dario è stato il regista de L’uccello dalle piume di cristallo…

Asia però non è nata virtuosamente cristallina. Asia ha definito sua madre una fallita. Invece lei è una donna “fallica”. Lo sa che quell’idiota di Morgan, uno che si è sempre creduto David Bowie e invece ha scritto le canzoni per Giovanni Veronesi. Manuale d’amore…

Questi qua però sono tutti ricchi e trombano come ricci. Qual è l’X Factor del vostro cervello di merda che permette tutto questo?

Quali bacati cromosomi down sono impiantati nella vostra genetica?

Non è colpa vostra. Miei poveri cristiani, sfruttati, umiliati e fottuti, lavorate come cani tutta la settimana per aspettare la domenica e il mercoledì di Champions, urlare in curva che Mourinho è stato partorito da una meretrice e vi esaltate dinanzi alla volée di Ronaldo Cristiano!

E poi piangete perché avete perso per autogoal.

Non vi siete mai ribellati al sistema perché, tutto sommato, il gioco valeva la candela. Sì, quella del candelabro delle vostre lagne da bruciati.

Il potere lo sa e vi piglia per i fondelli. In radio passa Ramazzotti, vita ce n’è, ancora… ripartiremo assieme.

Che non è neanche brutta. Figuratevi le sue altre degli ultimi vent’anni. Ah ah.

E figuratevi la vostra vita fra trent’anni se già a venti accettate ogni stronzata, ogni canzonetta, e riempite la panza delle mezze calzette.

Paolo Sorrentino ha sbagliato tutto con Loro. Già il titolo fa schifo. Doveva intitolarlo… Mi persi in un Silvio oscuro ché Veronica Lario retta era smarrita…

Vediamo se ci arrivate?

Davide contro Golia, contro il moloch…

Sì, è la paura di perdere già il vostro piccolo mondo nano. Paura che, se vi azzardate a combattere per la verità, chi sta a capo di tutto vi distruggerà. Paura di perdere i vostri amici che vi leccano e che compiacete per non turbarli, paura di perdere quella scema inaudita della vostra compagna perché, comunque, almeno due volte a settimana tenete caldo il pistolino… e poi ci ammorbate coi moralistici pistolotti!

Vi professate comunisti ma siete i primi capitalisti. Sfruttate da parassiti la cosiddetta cultura, parola della quale vi riempite la bocca, ché fa intellettuale figo, e poi aspettate al vostro video due visualizzazioni in più per sbarcare il lunario. Dunque, siete degli approfittatori, degli arrivisti come quelli che aspramente criticate.

È proprio vero. E lo diceva quel mafioso di Andreotti… il potere logora chi non ce l’ha.

E la retorica, aggiungo io, serve solo alla donnetta che legge Novella 2000 e assume cinquanta gocce di Valium al giorno perché è triste…

 

di Stefano Falotico

Qualcuno salvi Kurt Russell, eccetto Tarantino, e qualcuno salvi il mondo d’oggi falsamente natalizio


02 Nov

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TANGO & CASH, from left: Kurt Russell, Sylvester Stallone, 1989, © Warner Brothers

TANGO & CASH, from left: Kurt Russell, Sylvester Stallone, 1989, © Warner Brothers

Ieri, per la cinquemillesima volta, ho rivisto Ronin. La scena in cui Michael Lonsdale illustra a Sam/De Niro la leggenda appunto dei 47 Ronin è molto bella, stupenda.

Lonsdale gli dice che i ronin hanno scelto la gloria, hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito. E De Niro, con enorme sfacciataggine cinica, replica che hanno scelto male.

Perché è tutta una questione di soldi…

Spero mi possiate e soprattutto vogliate seguire nel mio ardito, labirintico ma esaustivo ragionamento.


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Da Jena Plissken a rincoglionito Babbo Natale il passo è breve

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Stamattina, invece, molto scoglionato, ho guardato sfrontatamente un porno in cui un ragazzino, appena maggiorenne, si scopa di sana pianta una milfona dal culo enorme e magnifico. Quindi, in preda a insanabili sensi di colpa, ho riguardato il trailer integrale di Qualcuno salvi il Natale con Kurt Russell in versione Babbo Natale, con tanto di renne simil E.T. che volano nella Luna e Kurt che, alla fine, diventa Billy Bob Thornton di Bad Santa. Ecco, guardare il filmato promozionale di tal zuccherosissima pellicola per famiglie non ha ripristinato la purezza mia perduta da tempo immemorabile, andata a farsi fottere. E, come spesso mi accade dopo un onanismo sfrenato, son diventato una creatura da Cinema di Paul Schrader, una sorta di Ethan Hawke di First Reformed, dilaniato dai suoi dubbi, dalla sua fede invero agnostica, turbato, sconsideratamente spaccato in due fra la mia parte capricciosamente irrequieta e la mia anima spesso metafisica e trascendente. No, son giunto alla conclusione che la verità del mondo non sta né in uno squallido porno ove un ragazzo poco più che pubescente si tromba una gnocca da paura, per eccitare gli arrapati, bavosi o(r)moni ai quali, nella scelleratezza della mia madornale masturbazione lasciva, mi annessi svergognatamente, né nel Natale can(dido) e da canditi. Una festa originariamente stupenda, al solito traviata… dalle esigenze commerciali di un mondo occidentale orrendo ove il 25 Dicembre siamo tutti buoni e prendiamo per mano la vecchietta claudicante, fermiamo il traffico e, come dei cani pastori tedeschi, l’aiutiamo ad attraversare le strisce pedonali. Dunque, lasciato che lei s’incammini verso casa, ci fermiamo a una gelateria e offriamo un buon gelato al bacio a un bambino sgridato dai genitori, addolcendo sia figlio che suoi procreatori con cinque minuti di leccata… gustosa. Poi, una volta nel nostro appartamento, nonostante la nostra vita sia oberata da casini insormontabili e siamo nella merda da sabbie mobili più lerce e inculanti, accendiamo la tv e ci commuoviamo per l’ennesima volta con James Stewart e La vita è meravigliosa. Aspettando la notte di San Silvestro ove, oramai cresciutelli, non andremo più in giro a far bagordi ma, annoiati e più porci, rideremo amaramente con Una poltrona per due. Sempre più consci che non possiamo fare niente per cambiare il mondo e ha vinto, come volevasi dimostrare, il qualunquismo, hanno vinto gli idioti, quelli che si son parati le chiappe. Che fanno un mucchio di baiocchi alla faccia dei fessi, dei poeti, delle persone sognatrici, sognanti e immaginifiche, pigliandoli per il popò e urlando loro che, se finirono male, è perché sono dei Lucignolo da Paese dei balocchi. Sì, esatto, scusate la ripetizione… che non abbiamo voluto apprendere “niente” perché recalcitranti ai falsi buonismi pedagogici, al fascismo ideologico, alle regole bacate del pensar comune presuntuoso e stronzo. Sì, Baiocchi! Uomini panettone che mai spenderanno un soldo coi cinepanettoni. In fondo, che cosa possono darci film come Hard To Be a God? Sì, un tempo guidavo la Panda e ora continuo a mangiare il Pandoro. Sono un uomo da WWF in via di estinzione, una razza “speciale”, un mammifero della famiglia Ursidae o forse solo di quella degli Addams. Così, sulla destrorsa R 101, adesso la sera abbiamo L’ora del Teo, programma radiofonico per bacucchi pasciuti ove il “veterano” Teocoli, non sapendo più che pesci pigliare, dopo aver smaltato il fondoshiena di Berlusconi in maniera an(n)ale, sfrutta la passione nazional-popolare degli anziani pensionati, il Calcio (!), sputando nel piatto in cui mangia nello scimmiottare, con le sue patetiche parodie, gli stessi personaggi che appartengono al suo ricco mondo vizioso e laido. Nelle sue caricature, Ancelotti è un tortellone e Ronaldo un puttanone. Lui invece cos’è? E vomita populismo tristissimo da uomo fintissimo e deficientissimo. Recuperando dal suo “cilindro” il giammai morto Felice Caccamo. E, dieci minuti dopo, deride invece gli stessi “napoletani”, gridando apertamente che è un popolo di falsi invalidi che sfrutta biecamente lo Stato per non fare un cazzo da mattina a sera. Se lo dice lui, che è di Taranto e invece ha lavorato come un negro in sketch comici di scosciate e Mediaset, è credibilissimo. Non vi pare? Con l’oca giuliva, Silvia Notargiacomo, che gli dà pure ragione e asseconda i suoi miserabili sfottò, intercalando con “meraviglioso!”. L’Italia è questa. Qui son tutti santi, guai a dire loro che, fra una predica e l’altra, vanno a notte fonda sui viali per un pompino “extracomunitario”, dopo che hanno votato Salvini. In Italia sono tutti artisti e attori, creativi e grand’uomini. Anche grandi donne. In Italia sono tutti virtuosi. Se vai da una e, come nell’epico sessantotto, dopo averla amabilmente corteggiata, le dici… be’, si è capito che voglio leccarti la figa? Lei ti darà un mal rovescio e ti bloccherà subito anche se le piaci da morire e in realtà è già bagnata perché, appunto, lei è donna di classe e non andrebbe mai da un ragazzo, sul quale in vasca, si masturba, a dirgli che vuole succhiargli il cazzo. Fa molto, molto male. Ha sostituito il sesso grandiosamente libero, come appunto negli anni settanta da Woodstock, col moralismo fradicio e ipocrita da Maurizio Costanzo. Nel sesso normale fra due persone adulte non vi è niente di peccaminoso e osceno. È giusto che cominciate a prendere confidenza con la vostra sanissima natura umana. Invece che mascherarvi nelle agghiaccianti santità imbecilli. Che poi le suore… Se invece il figlio di Benetton le dice che vuole leccargliela… pur di fare la comparsa nel nuovo film con De Sica, accetta pure di leccarlo al produttore… e servirgli perfino la colazione a letto con tanto di “cornetto alla crema” a suo marito, dapprima fottuto! Ben vi sta. Ben sta a quelli che pensavano che studiando da mattina a sera sarebbero ascesi alla nobiltà e invece, come tutti, son stati fregati e al massimo hanno rimediato un lavoretto da pennivendoli, ben sta a quelli che han voluto il reddito di dignità, passando le giornate ad ascoltare Alessandra Amoroso e a scopar… le zoccole dalla cantina. Ben sta anche a quelli di Sinistra che si son ridotti solo a giudicare i film, a cazzeggiare da recensori della mutua e, nel quotidiano, leggono solamente i marxisti quotidiani, prendendolo appunto, comunque, nell’ano. Son tosti questi ma non sanno chi è Tolstòj! Ben sta a me che mi sono ribellato ai bullismi e ne sono uscito ancor più massacrato, ben sta a quelli che facevano gli adulti a vent’anni, andando da quelli “deboli” e sbeffeggiandoli nel mandare loro Antonacci con Liberatemi, maltrattandoli da poveri cristi, anzi diavoli, ben sta ai cosiddetti intellettuali che hanno soltanto creato, con le loro demagogie e le loro assurde prese di posizione, un mondo ancor più bugiardo di prima e malsano, dolcificato e bigotto, filisteo e corrotto. No, io non sono un “grande” perché si dice in giro che sia un puro, altra parola da aborrire. Ché ai buoni selvaggi di Rousseau non ho mai creduto e avevo letto già troppi libri a tredici anni per essere Massimo Troisi. Tornando a Ronin… un mio amico mi ha vivamente sconsigliato di pubblicare il mio racconto in un’antologia in cui saranno pubblicati, su un migliaio di candidature, solo venti, selezionati testi, fra cui il mio. Perché mi ha detto che non ci guadagnerò niente e la gloria non è più di questo mondo. Io non sono mai stato di questo mondo. E sono sufficientemente pazzo per non volere una lira. Sulla mia lapide, un giorno, scriveranno: qui giace Babbo Natale e San Francesco Falotico. Sempre meglio della scritta qui giace Kurt Russell, un uomo molto arrabbiato da Jena Plissken, polemico contro i potenti, che a forza di stare con Goldie Hawn è diventato barboso prima che barbuto.   Fatto sta che Qualcuno salvi il Natale io lo vedrò. E mi sa che rivedrò anche quel porno… Eh sì. Perché non sono un falso. Adesso, scusate, mi scappa di cagare. La mia merda puzza come quella del Papa. La vita è un pugno allo stomaco, sostanzialmente una pugnetta. Anche quando puoi permetterti di essere come Kurt Russell. Perché sì. Un tempo, Teocoli prese in giro due poveri vecchietti, definendoli tragicomicamente Tango & Cash. Con tutte le stronzette dello studio che si scompisciavano dal ridere. Che maiale. Benvenuti nel regno della razza umana. Sono molto giovane.  Lascio ai cretini e ai tromboni le certezze del cazzo. Sono molto giovane. Ero ingrassato. Spero che questi pantaloni mi calzino a pennello come le vostre imbecillità da teste di minchia. Altra presa per il deretano. Sì, così mi piaccio. A te no? Me ne sbatto.    

 

di Stefano Falotico

 

 

 

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Ronaldo mi fa un baffo, e preferirò sempre il mio magro stipendio a questo robot impettito, sono cos(c)e della vita


17 Jul

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De Niro The Fan

 

Attendo il mio sogno con ansia, emozione | poi applaudo e mi sbraccio per la mia formazione. | È la prima giornata e la mia fedeltà | è premiata da un senso di gran voluttà, | ritorna il mio eroe ed illumina il giorno | dei miei guai per un poco si sfuma il contorno, | egli è grazia, armonia, che esalta lo stadio | e riporta i miei giorni e di orgoglio m’irradio. | Sono un fan che del baseball coglie ogni finezza. | Io giocavo, capite, e sarei ancora all’altezza. | Una volta ho battuto una palla alle stelle, | fui portato in trionfo, non stavo più nella pelle. | Sì, ce l’ho dentro il sangue e questa passione, | l’ho trasmessa a mio figlio, futuro campione. | Certo, lui è piccolino ed ancora maldestro | ma lasciatemi il tempo e sarò un buon maestro, | con un po’ di fortuna, ci sono ad un passo, | sistemo le cose e poi mi rilasso, | aiuterò la mia squadra a riavere la gloria | con un tocco imprevisto alla solita storia. | Dice oggi l’atleta: “Io gioco per me”, | ci sto male a sentirlo e mi chiedo: “Perché?” | Non è il fan, il tifoso che paga il biglietto | a far ricco e famoso il suo prediletto. | Se gli parlo, lui sente ma, in realtà, non mi ascolta, | mi dimostra freddezza per l’ennesima volta, | è attaccato al denaro in un modo inaudito. | No, così non va bene, io rivoglio il mio mito!

(il grande Bob De Niro in The Fan!)

La realtà è così spesso abietta, piccola, puttanesca e miserabile che è un dovere morale distanziarsene!

Presto, prima che combini altri danni e poi vomiteremo tutto lo schifo di quest’umanità tristissima.

Sì, io ho sempre vissuto la realtà. Ho giocato a Calcio fino alla maggiore età! Checché ne dicano le malelingue e chi vuole, per pur diletto invidioso o calunnioso, dipingermi come un “clown” che vaga nell’interzona ai confini di Lovecraft. Ed è proprio, vi dico, il mio estremo averla esperita, mal digerita, deglutita a fatica, respinta, osteggiata e sovente ripudiata, ad avermi sempre più spinto verso l’isolazionismo pop, ove la mente puoi piacevolmente dissipare nel ghermirla di sogni e visioni incantate, laddove all’uomo comune, troppo preso dalle sue meschine rivalse competitive, non è permesso entrare e giovarsene. No, solo gli eletti hanno accesso all’immaginazione più fantasiosa, mentre ai comuni mor(t)ali solo troioni (di)letti. Ah ah, me ne beo!

E voi, pecoroni, belate. Sì, me ne sbellico e più passa il tempo e più divento bello. Questo è inconfutabile. Spesso Dio, dall’alto, mi fa degli scherzi cattivi per demoralizzarmi e imbruttirmi ma lo fotto con enorme savoirfaire un po’ da stronzo. Sì, che classe che ho, e me ne vanto, nel mandarlo a fanculo con totale, screanzata altezzosità da uomo che non vuole rotture di coglioni da parte di chi fa il burattinaio di quest’umano, anzi disumano, squallido gioco. Io faccio il mio e questo basta. Che sono queste pretese? Dico, che cazzo vuole questo Dio che pregate a messa e poi due ore dopo ripudiate per acclamare miliardari che delle vostre vite supplizianti se ne fottono “altamente?”.

Sì, non è populismo affermare, in tutta vanagloria dignitosa, che Cristiano Ronaldo è un pagliaccio. Lo è, e la dovrebbe smettere di camminare “intirizzito” come se gli avessero ficcato una traversa nel deretano. Di legno massiccio. Quest’uomo, datemi retta, è fritto e così abbronzato pare pure un immigrato!

Non sarò mai Cristiano Ronaldo né voglio esserlo. Che palle e che stress micidiale essere al centro dell’attenzione, coi riflettori puntati anche quando vai a pisciare. E, se ti siedi sul water, devi aver paura che un paparazzo possa esser nascosto nel buco del bidet per scattarti una foto nel momento “topico” dell’evacuazione, nell’attimo magnifico in cui, dopo una giornata di allenamenti sui prati, di palle roteanti, finalmente il tuo addome placido rilascia ogni escrementizia cagata che hai dovuto sorbirti.

E che sono quei finti sorrisi? Abbiamo assistito, ieri, alla caduta dell’Occidente. Con questo Massimiliano Allegri, a cui rideva pure l’ultimo pelo del buco del culo, allegrissimo a farsi fotografare col Pallone d’Oro.

Cinque volte, mica una! Dico, questo ha le palle, è cazzuto questo.

Ecco, perché a questo Cristiano Ronaldo non facciamo fare la fine di Mel Brooks in Che vita da cani?

Hai visto che cosce che ha Ronaldo? Che quadricipiti! Visto che portamento, che slancio, che stacco di uccello?

Di mio, sono un uomo pulitissimo e ti faccio anche il sorriso, con un po’ di dentifricio.

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di Stefano Falotico

Riflessioni natalizie e deflessioni da “zio”, altro che Babbo Natale


25 Dec

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Eh sì, alto e ribaldo il Sole, nel cielo di questa Bologna che ancor dorme dopo i bagordi della sera prima, toccheggia nel sonante darmi il buongiorno lieto, perché ancor gaudente rido dinanzi alle sfighe, care fighette, con indubbia sfacciataggine in quanto uomo che se ne frega delle dabbenaggini. Ah, uomini taccheggianti, ah, donne ninfomane sui tacchi… io ho uno speciale “tocco”, essendo toccato eppur poco “succhiato”. Ah ah. Sì, molti mi deridono ma io conosco quei pomeriggi soffici in cui la mia mente, vagante e non come la vostra vacante, per panorami scoscesi di questa città (s)fiorita, d’immaginazione viaggia, libera dalle forche caudine della gente pettegola e maligna, reo di aver commesso solo un enorme sbaglio nella vita, lo sbadiglio dinanzi alle persone ipocrite. Sì, l’indifferenza fa male e punisce dall’alto di una stronza prosopopea che allieta soltanto la gente di panza, compiaciuta della propria arroganza. Gente buona a parlare, a socializzare con volontà, con quei modi perbenistici e minuscoli di una visione della vita falsa e buonista. Ah, siete tutti ossessionati dalla socialità. Fin da piccoli v’inculcano (eccome, se v’inculano…) questo retaggio che “educa” fintamente all’obbligo di stare nelle compagnie, a sorbirsi ogni cagata di questi “agglomerati” di gente che beve, mangia e, nel molto tempo libero, lavora “sodo” per esser sempre cazzuta e “dura” nella competizione di massa. Duri, siate teneri, avrete come regalo un bacio Perugina e una presa per il culo da parte delle donne “birichine”. Che masso, che macigno. Almeno, siete uomini puliti, e non lavate i panni sporchi con la varechina.

Le compagnie sociali stimolano in me pensieri repulsivi, oh sì, ripugno di tutto punto, dando molti pugni e facendomi le pugnette, queste personcine che fan finta di stare bene con gli altri, e si animano per discussioni politiche, vanno al cinema assieme appunto a qualcun altro perché da soli pare che non possan fruire del film. Ne fruirebbero molto meglio, invece si accomodano alla convivenza più becera delle loro emozioni, rinnegando il loro sguardo, masticandolo negli occhi erronei di chi, peraltro come loro, non capisce un cazzo. E in questo leccarsi il culo fraintendono il senso della vita e la imborghesiscono alla mentecatta, puttanesca ideologia occidentale che ha perso la voglia di fare una foto al tramonto. Eppur montano… Nel cul(t)o smanioso delle loro manie. Ah, io di manie ne ho tante, e me le tengo, poiché uomo disciplinato alla maniacalità più elegante d’un compulsivo essere raffinatamente misantropo. Non sono eccentrico, ma sono proiettato a una vita lontana dall’idiozia “concentrica” che restringe la vita a un qualunquistico “godersela” E, non accentrandomene, mi accentro senza andar in centro, ma sapendo usare gli accenti nel mio periferico essere uno scrittore di alto bordo che sa usare i bordi, care cocotte che amate i ricottari. Mi accendo… anche gli accendini, per sigarette fumanti della mia noia galoppante. Non si dice di alto borgo, ignorante mio di “volgo”. Ah ah. E su questo dubbio ermetico lasciatemi eremitico.

Ti dicono di star sempre sul col morale, di non essere umorale, ma soffrono di scemenze tumorali, loro, e io non li soffro. E a questa gente non mi offro. Preferirò sempre soffrire di misantropia e cinismo, quel cinismo san(t)o che mi rende un romantico che ha sempre preferito a una scopata “reale” una sega, non solo mentale, imperiale. Io sono il Re!

Sì, auguri a tutti, tranne ai cretini. Ed, essendo la maggior parte degli scemi, auguri a pochi. A quegli eletti, non gente di porcelleschi letti, che nelle solitudini il loro animo dilettano, sognando di sbatterlo in quel posto “fisso” a Diletta, donna “arrivata” per cui varrebbe la pena un peto e non un letto. Ah, pene… d’amor perdute e, immaginandola nuda, “perderlo” nel “soave” disgustare un amplesso tangibile, ma fantasticare di una più sincera “stretta di mano”. Ah ah. Sì, nella “cordialità” del nostro onanismo, di qualsiasi natura esso sia, l’uomo vero ritrova il vero congiungimento carnale con la sua (meta)fi(si)ca, nell’enfiar i vasi dilatatori si dà calore al muscolo pneumatico del proprio “mattarello”. No, matterello. Sì, perché sposarsi con una che poi fa la sfoglia quando era così bello le margherite sfogliare e, in quel vuoto sentimentalmente idealista, esser ancor verginelli fiori, senza penali “fori?”. Sì, poi ti chiederà il divorzio e gli avvocati lucreranno sulla condivisione dei beni “CONDOM-iniali”. Datevi invece alla pura profilassi, eviterete la malattia coniugale delle corna, e non vi “evirerete” nello svenarvi di soldi per il mantenimento di un figlio che si masturberà dalla mattina alla sera, facendosi i cazzi suoi nello smarrire di occhi strabuzzati le sue cornee. Sì, non è dotato… eppur è dotatissimo, possedendo tre organi genitali da pippaiolo non voler essere geniale ma “ingegnoso” di fai da te senza le pippe di gente più “Pippo/a” di lui. Donne che siete leopardate, sì, leggete Leopardi e basta con quelle pellicce di ghepardo. Non curatevi dal lardo ma mangiate come delle luride ludre, tanto la “gattina” lo stesso ci lascia lo zampino. Ah, fra poco si fa lo zampone, vero Silvestro? E Titti come sta? E quella che si vuol rifar le tette? Sì, anche se sarete grasse, ne troverete uno “grosso” lo stesso. Basta che siate donne in carriera. Ah, ci sono anche le donne “in corriera”, sì, fanno le pendolari, “pendendo”, essendo dipendenti, da un direttore molto per loro “(e)rettore”. Ah ah. Sì, vi conosco, “care” segretarie. A me potete dirmelo, e naturalmente non darmela, il vostro “capo” sa come farvi fare… gli straordinari… segretarie, non tenete dentro questo fraudolento segreto, siate sciolte, tanto rimanete delle “bone” merde liquefatte, continuando a mentire alla vostra coscienza di bon ton e alle vostre cosce “toniche”.

Di mio, stamattina ho fatto la “sciolta”, appunto, non “appuntita”, dopo che ieri mi abbuffai da cioccolataio dei miei “insani” appetiti così ben nutriti…

Come regalo di Natale, mi son fatto un altro Dizionario dei film.

Te, fatti un altro “azionario” di birignao. Sì, donne stolte, amate gli uomini malati di leziosaggine, artificiosi e non delle sentite emozionalità “artificieri”. Amate gli uomini “focosi” di quella “cosa” rosa… chiamata “coito” in banca. La famosa parcella, mie porcelle! E basta con le piastrelle di porcellana! Andate a farvi controllare le piastrine…, ah, la sifilide. Sì, fidatevi…

Altro che bombe sexy, siete solo donne cannone del suo “cannolo”. E “tirate” su di cannuccia… ah ah, quanto siete “carucce”. Amate gli uomini cari, d’altronde. Di mio, sono un po’ cariato, altro che carati!

Insomma, anche questo Natale per me non è una “cannonata”, ma una cazzata.

 

Guardate un film di Capra, mie capre. A me ha stancato pure DiCaprio!

 

 

di Stefano Falotico

Com’è che Edward Norton ha comprato un’altra villa a Malibu e io posso accontentarmi solo di guardar tette di Jennifer Lawrence? Ah ah


14 Sep

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Eh sì, la vita è ingiusta, infausta e preme sui “deboli” come me che poi si accasciano e non si accasano! Edward Norton, apprendo che ha comprato una villa lussuosissima in quel di Malibu, dotata di “vetri” retrovisori affaccianti sul mare ove può rimembrar i suoi orgasmi in pace contemplativa di un’onirica visione miliardaria, beneficiando della brezza “alcolica” dei suoi parties in non remissione dei suoi esagitati soldi. Sebbene, a giudicare da IMDb, lavori pochissimo e ha in cantiere solo il film d’animazione di Wes Anderson, in cui farà la voce di un cane? Porca cagna!

Eh sì, mi “consolo” guardando questo trailer in cui una Lawrence, inespressiva al massimo in fatto di recitazione, però riuscì a stimolare il mio “pipino” grazie a un fotogramma in cui appare in costumino. Donna di siffatta “levigatura”, meglio della Pellegrini e possibilmente più intelligente, “venuta” per il mio “bagnasciuga”. Sì, sono giorni in cui, confuso, arranco e alla “bona” mi arrangio, cercando di “incentivare” il mio “coso” che si sta ammosciando, cari debosciati. Fluttua in una zona “malickiana” di trasfigurazioni fantastiche da thin red line in cui non so se c’è, se è ancor pulsante come quando si erigeva issato a corpi cavernosi del miglior maschio che fui, e poi si spegne, solleticando il tramonto in sogni in cui è sceso a poppa. Eppur “lo” spolpo e qualche volta, comunque sia ben “(in)teso”, fa il suo (s)porco dovere, e dinanzi alla Lawrence, seppur timido, “arrossisce”. Ah ah.

Intanto, scopro un nuovo idolo su YouTube, il “professore” di Calcio Donato Inglese, uno che coi suoi discorsi dialettali sul “pallone” fa migliaia di visualizzazioni alla faccia di chi della vita non ha capito un cazzo.

di Stefano Falotico

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