Posts Tagged ‘stand-up comedian’

Lui è POP! Voi fate popò?!


13 Apr

Falotico commediante faloticoVi è piaciuta la Nutella?! Vi racconto una favola evangelica, pasquale, benefica, ah ah: Che cosa saltò in mente, a Dio, quel giorno, per creare John Rambo? Rambo è ascetico, è ieratico, Rambo è pazzo, non è normale, non è carnale. Ma può diventare sanguinario. Se lo fate arrabbiare, diventerete presto animali da macello. I cattivi pensarono di averlo (in)castrato e distrutto, dopo 5 min., però, iniziarono a comprendere. Si trovavano di fronte a Dracula. E fu per loro una fine devastante da Apocalypse! Topolini, facciamo la guerra? Ora, qual è il vostro piano Z? Ah ah ah. Vi fornisco un aiutino, come si suol dire, per avvantaggiarvi leggermente, cioè il seguente. Io non ho nessun piano, nessuna regola, nessun limite. Siete pronti? Siete finiti! Una storia biblica. Muore Sansone ma muoiono anche tutti gli altri. Un massacro, qualcosa di epico, di mai visto, di agghiacciante, di cattivo come Satana! Come Mosè quando ammazzò tutti i figli del Faraone, disintegrando le loro donne e lasciandole nel pianto eterno, dopo aver sommerso chiunque. Soprattutto la loro stirpe. Rambo non farà questo. Farà peggio. Prendetevi i vostri filmetti, i vostri figlioletti e stanotte pregate il vostro Dio perché Dio non esiste. Esisto io. E voi non più. Naturalmente, è sol una pura allegoria innocua? Nevvero? E chi lo ha detto? Amici, giochiamo a Funny Games? Suvvia, scherzetto, dolcetto o Michael Myers?sol avvenire moretti poster francese Caro diario poster Moretti

di Stefano Falotico

Te la do io la terapia, meglio la mia ironia, che gol(iardi)a!


17 Jan

De Niro Crystal Analyze ThisDeNiro AnalyzeThis Robert De Niro Terapia e pallottole

JOKER: anteprima mondiale il 31 Agosto, uscita nelle sale italiane il 3 Ottobre, sì, ma dove lo piazziamo THE COMEDIAN con De Niro?


12 Aug

the comedian

Eh già, non è una battuta. Come dice Nanni Moretti in Palombella rossa.

De Niro ha davvero recitato in un film intitolato The Comedian. Ho scritto vari pezzi su questo film. Secondo me assai sottovalutato dalla Critica americana. Uno strano oggetto misterioso a metà strada fra le atmosfere newyorkesi assai malinconiche di Woody Allen, l’istrionismo ben temperato, come diceva il compianto Morando Morandini, di un De Niro gigionesco e assai burlesco, irascibile, misantropo e grande amante delle donne. Cioè il sottoscritto.

Sì, la mia tragedia da Steve Carell di Benvenuti a Marwen l’ho buttata a ridere.

Da tempo immemorabile, son innamorato di una bionda. Sì, appena rimembro i suoi dolci occhi come quelli di Leslie Mann, durante le mie notti insonni, ricordo altresì che in quei giorni di primavera, al calar della sera, volevo solo darle una botta sincera.

Sì, in The Comedian, De Niro è un comico in stile Don Rickles. Aggredisce i suoi spettatori con battute al vetriolo a raffica.

Ci va, diciamo, giù pesante. Tant’è che, all’inizio del film, un suo spettatore obeso ha da ridire in merito a un’uscita un po’ troppo provocatoria pronunciata dal personaggio interpretato da Bob, ovvero Jackie Burke.

Jackie, a sua volta aggredito da tale mascalzone villano, gli si avvicina, inizia un breve alterco fra i due, al che partono le botte.

E Jackie spacca il naso al panzone.

Jackie viene chiamato a rendere atto del suo gesto, diciamo, un po’ scriteriato davanti al giudice.

Jackie giunge a un accordo, cioè a ciò che in diritto civile si chiama patteggiamento. Cioè promette di pagare la multa all’uomo da lui aggredito.

Dunque, si volta verso di lui e nota che l’uomo gli porge una smorfia di derisione. Spiazzando tutti, dice al giudice che ha cambiato idea e non ha alcuna più intenzione di pagare il danno.

Il giudice, una donna nera, stupefatta e incredula rimane scioccata quanto tutti gli altri presenti in aula.

Jackie continua indefessamente, aggiungendo che preferisce un mese di carcere piuttosto che dare i soldi a uno che si meritava il pugno in faccia. Cioè, praticamente sono io. Sì, le persone maligne attentarono alla mia castità, provocandomi ripetutamente con battute di dubbio gusto che vertevano sempre sulla mia verginità e sulla prevedibile da lor presunta omosessualità.

Sì, classica gente bigotta e arretrata. In Italia, se hai vent’anni e ancora non hai usato con una il salsicciotto, son così tutti ideologicamente indietro che pensano… ah, questo lo butta o se la fa buttar nel didietro da un gaio. Tutta gente che merita il mio disprezzo. Gente da prendere e sbattere nel pollaio.

E da me non riceverà mai nessuna scusa. Me ne combinarono di tutti i colori, obbligandomi forzatamente anche a trattamenti sanitari obbligatori per colpa della loro mentalità distorta da malati di mente. Sì, sono uno stronzo. Che potete farmi? Se uno sta con una racchia ed è pure mio amico, cazzo, sì, se costui mi chiedesse un consiglio sulla sua ragazza, domandandomi se, a mio avviso, è bella, gli dico la verità.

Ovvero:

– Ecco, potrei leccarti il culo ma alla leccata del tuo…, ecco, deve pensarci una migliore di questa qui. È brutta, depressa e con le sue lagne sta rendendo brutto anche te.

Lasciala subito. Vuoi passare la vecchiaia a rivedere, abbracciato a questo puzzolente cesso che ti sarai sposato, Mariti e mogli?

– Perché? È un bel film.

– Sì, se sei sposato.

Di mio, adesso devo lasciarti.

– Dove vai?

– A scopare tua moglie.

– Ma io ti denuncio!

– Tua moglie no, però. Sappi dunque che se chiederai il divorzio finirai sotto i ponti. La casa è intestata a te.

– Sì, ma io comunque ho un lavoro.

– E che cazzo te ne fai? Scusa, tu hai sempre lavorato mentre io scopavo, nel frattempo, tua moglie.

Non hai mai pensato di darti al volontariato?

 

di Stefano Falotico

Perché questa generazione aspetta in maniera febbricitante il Joker con Joaquin Phoenix?


19 Apr

fleck joker

La risposta è facilissima.

Ora, sappiamo invero ancora poco, nei dettagli, della trama. Il Joker con Phoenix, diretto da Todd Phillips, è esplicitamente ispirato alla graphic novel The Killing Joke.

Molto vagamente però. In questa storia fumettistica, si narra che il Joker, prima di diventare tale, cioè il Principe del Crimine, era uno standup comedian di bassa categoria, costretto a esibirsi in bettole e locali di quart’ordine.

Ora, lo sceneggiatore Scott Silver è troppo in gamba perché possiamo pensare che abbia copiato alla lettera il fumetto.

Infatti, già dal trailer e, peraltro, come già anticipato da precedenti rivelazioni, siam venuti a sapere che il Joker si chiama Arthur Fleck e vive con la madre. Che lui cura da un brutto male. Almeno questo è ciò che abbiamo inteso.

Non abbiamo però compreso se la madre sia malata di tumore, di depressione grave oppure d’invalidanti turbe psichiche.

La madre è interpretata da Frances Conroy. Attrice notevole dai lineamenti inquietanti.

Già maniaca religiosa in Stone con De Niro.

Ed ecco che Silver inserisce proprio Travis Bickle di Taxi Driver, Rupert Pupkin di Re per una notte. Per omaggiare De Niro stesso e il suo anfitrione Martin Scorsese. Scorsese, che inizialmente veniva accreditato come producer di questo Joker, invece adesso è scomparso dai credits e non sappiamo se verrà annoverato come finanziatore della pellicola. Staremo a vedere.

Todd Phillips… uhm, è un autore? Troppi pochi film per poterne essere sicuri. Sicuramente è un regista abile e comunque di talento. Uno che in questo progetto vi crede molto. Fermamente.

Poi, abbiamo Murray Franklin/De Niro nei panni di un Mike Bongiorno misto al David Letterman più bastardo.

Per inciso, The Comedian di Taylor Hackford, appunto, con Bob De Niro perché nessuno lo distribuisce in Italia?

Guardate che, a dispetto della media recensoria assai bassina della Critica statunitense, è un signor film. Una commedia dolceamara in stile Woody Allen. Anche se meno acuta.

Voi mi chiederete… Dove l’hai visto? Io vedo tutto. Ho anche il Blu-ray acquistato da Amazon.

Ora, De Niro in questo film pare che incarnerà e rappresenterà, involontariamente, la causa scatenante della pazzia del Joker.

Insomma, un personaggio televisivo paragonabile al Jack Lucas/Jeff Bridges de La leggenda del re pescatore. Con una piccola, importantissima variante. Bridges, in preda al gigionismo, nel suddetto film di Terry Gilliam, aveva incitato un radioascoltatore a spararla grossa.

L’uomo, travisando (torniamo a Travis…) le sue parole scherzose, in una distorsione interpretativa assurda, compiva realmente una strage. Uccidendo a sangue freddo la moglie del professore interpretato da Robin Williams. Il quale, in seguito alla tragedia, impazziva.

Insomma, Bridges era stato l’indiretto responsabile della follia di Williams. Cioè aveva reso Williams un interdetto.

Franklin/De Niro, invece, chiama nel suo talk show Arthur Fleck. E, dopo averlo ripetutamente umiliato con battute sprezzanti di dubbio gusto, Arthur crolla.

Uhm, troppo presto per dire se De Niro sarà la sola causa della follia di Arthur. O se, invece, come quasi sempre accade in questi casi, sia stata solamente la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Se cioè, oserei dire invero, Arthur già soffriva di forti fragilità psicologiche e, dinanzi all’ennesima batosta potente, abbia perso il cervello completamente.

Un uomo buono, Arhur. Ma non credo affatto tonto. Premuroso e speranzoso, semmai.

Uno che, parafrasando Loredana Bertè, ci credeva, sì.

Credeva, nella sua utopia sognante da eterno adolescente, che davvero in questo mondo chiunque potesse e avrebbe potuto vivere felice, lontano da una realtà squallida, volgare, violenta e misera.

E poteva accontentarsi della sua forza fantasiosa, della sua poesia malinconicamente dolce e forse finanche romantica. Struggente e un po’ patetica, certamente, ma meravigliosa.

Il mondo invece è crudele. Non lascia scampo. Perseguita chi non sta ai patti sociali fatti di competizione, suprematismo e, diciamocelo, orribile edonismo.

Quelli della mia generazione ne sanno qualcosa.

Ha sempre impazzito, no, impazzato l’osceno termine sfigato.

Per sfigato, genericamente parlando, s’intendeva e ancor s’intende una persona iellata, di scarsa fortuna. A cui non ne va dritta una.

Secondo invece il modus ragionandi degli adolescenti, ahinoi anche di molti adulti deficienti, sfigato è colui che non possiede una vita sessuale e affettiva. O, se ce l’ha, è comunque molto esigua e frustrante.

Dunque, quest’appellativo, spesso tutt’ora lanciato a destra e a manca, soprattutto dai destrorsi, con bacata, arbitraria, scriteriata, microcefalica faciloneria balorda, con stoltezza incommensurabile e vanagloriosamente cretina, oserei dire ripugnante, già la dovrebbe dire molto lunga su che razza di società noi abbiamo vissuto e, purtroppo, continuiamo a vivere. Mi stupisco che anche voi, voi che vi dichiarate colti e intelligenti, ancora abbocchiate a questi idioti luoghi comuni.

Una società filonazista da Benvenuti a Marwen.

Una società senza valori.

Che basa i rapporti interpersonali, appunto, sul primato di grandezze superomistiche assai effimere.

Una società di primati, scimmiesca.

Una società bruciata come un fiammifero.

Porca, lercia, puttanesca.

Per questo le persone migliori di questa generazione aspettano con ansia, forse anche con attacchi di panico, eh eh, il Joker.

Perché, come Arthur Fleck, hanno capito che quasi tutto ciò che ci avevano insegnato, ovvero l’educazione civica, il reciproco e solidale rispetto, i valori come l’amicizia, l’amabile convivenza fraterna, l’amore e il romanticismo sono oramai concetti ridicoli e superati, anacronistici in questo mondo d’imbecilli stronzissimi.

E che la cultura non è niente se non è finalizzata ai soldi e al procacciarsi la carne da mangiare…

Un mondo ove tu puoi essere Dostoevskij ma devi sapere che un pornoattore analfabeta con un fisicone da toro se la gode da matti. Alla faccia tua. Tanto bellina.

Perché è nato ricco. Oppure semplicemente non gliene frega un beneamato c… o di nessuno.

Questa è la base del tradimento del comunismo. Il bacio di Giuda…

Dunque, in una società di farfalloni straviziati e viziosi che dicono agli altri pagliacci, mi pare giusto che, dirimpetto a tali sorrisi falsi, qualcuno non si sia adattato all’andazzo.

Che abbia avuto il coraggio di dire, no, non cresco… poiché sono io quello cresciuto, siete voi invece i nani buffoni. E andreste tutti internati in manicomio.

Sono personaggi come Balboa di Rocky V.

Uno che accetta tutto. Accetta ad esempio che dei bambagioni gli dicano fallito e coglione.

Ma non accetta che si vadano a toccare persone che non c’entrano niente con queste sozze bassezze.

E allora lì diventa una furia.

Sono personaggi come Viggo Mortensen di A History of Violence. Come si suol dire, teneroni, buoni e cari perché portano rispetto. Signorili e gentiluomini.

Ma tu, bifolco, sei entrato in questo bar per fare un macello, hai toccato la mia famiglia, e mio fratello non lo sarai più.

Mai più.

È una lezione di vita pesantissima, atroce.

Sacrosanta.

La lezione di vita che questa disturbata società ha prodotto. Una società schizofrenica, marcia, malata.

Dobbiamo riscoprire i nostalgici nostri sentimenti forse non del tutto perduti.

di Stefano Falotico

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