Posts Tagged ‘Sylvester Stallone’
Sì, Ferruccio Amendola è stato uno dei peggiori doppiatori italiani di sempre, Sorry.
Ne sento di cavolate e di doppiaggi pessimi. Con tanto di accento romanesco da se famo du’ spaghi. E che fine farà Mario Draghi? Sì, non appartiene al Sacro Ordine dei Dragoni come Il divo di Paolo Sorrentino? No, come Gary Oldman del Dracula di Bram Stoker? This Must Be the Place, clown alla Fellini.
L’Italia è come ne La dolce vita. In cui apparve Adriano Celentano. E, dopo mezzo secolo, a quando il nuovo programma televisivo con la rediviva Raffaella Carrà? Ah ah.
Dinanzi a me, siete come Sbirulino. Necessitate del rinforzino. Forza, dateci dentro. Oh, miei bambini, nani e cretini. Inetti, incapaci totali, retrivi, conformisti, tradizionalisti, nostalgici, pessimi imitatori copioni da Tik Tok, ignorantoni e furfanti, lestofanti e uomini elefanti. Mangiate delle caramelline Tic Tac. E voi, sì, voi, donne stupide, piccoline e sciocchine, mostrate minigonne e bikini, oh, mie birichine, continuate ad osannare Il conte Tacchia e ora alzate i tacchi. Parla THE MASTER.
Ove un grande Philip Seymour Hoffman “curò” Joaquin Phoenix con un rivoluzionario metodo alla Dario Fo. Ma la “scienza ufficiale” non volle dargli retta. Volle, metaforicamente, infilarlo a entrambi nel retto. Perché, si sa, la “rettitudine” e lo schiavismo alle istituzione farisee, eh già, rendono l’uomo infelice e poco libero. L’uomo “vero”, è ovvio, ah ah, si sente appagato se è un demente come quasi tutti.
Poi, Phoenix, in Joker, impazzì di nuovo. Ah, ma assomiglia costui al Falò.
Non vuole stare zitto e buono come un bravo ragazzino e ottuso soldatino. Sembra anche Michael Shannon di Revolutionary Road. Eh già. Se volete la verità, questa è. Se volete gli “idioti”, a voglia… quanti ne troverete. Che “amici”, “se ride e se balla”, se fanno du’ canne(lloni) e ‘an vedi quanto so’ bon’.
di Stefano Falotico
JOKER 2, riprese confermate ma colpo di scena: non tornerà Joaquin Phoenix, bensì De Niro, inoltre corteggiai le figlie di Sylvester Stallone, Sly volle menarmi ma, ridotto male, gira or I mercenari 4 e le monografie di Frusciante
Sì, Production Weekly riporta che Joker 2 non è un miraggio né una fantasia creata dai fan del capolavoro di Todd Phillips. Sì, lo è, un masterpiece. Non date retta a Federico Frusciante, il quale parla di Cinema con la stessa protervia da Ed Harris di The Rock, firmato dal suo “amatissimo” Michael Bay. Secondo il Frusciantone, Bay fa caaare. Forse è vero, forse no. Quello che so per certo è che Frusciantone vide, comunque sia, Transformers 3. Alla vista di Rosie Huntington-Whiteley, comprese che non è figo come il suo compagno, Jason Statham. Il Fruscio ce l’ha col capitalismo ma sa benissimo che Mark Wahlberg, non di Pain & Gain – Muscoli e denaro, bensì di Boogie Nights, è uno a cui non può piacere Il filo nascosto. Ah ah. Si scherza, eh. Non è che per queste mie goliardiche e innocue provocazioni, il Fruscio, assieme ai suoi Bad Boys followers, dicasi altresì leccaculo sfigati mai visti che, pur di ottenere due visualizzazioni in più grazie alla “comunella” col Fruscio, sarebbero capaci di lanciarsi in sfide suicide a mo’ di Bruce Willis di Armageddon, ah ah, scatenerà contro di me una nuova tragedia da Pearl Harbor?
Che vi debbo dire? Il mondo si divide in due categorie. C’è chi, essendo Ben Affleck, nella finzione scopa Kate Beckinsale e Liv Tyler, nella vita reale invece J. Lo, Ana de Armas e chi più ne ha più ne metta.
Girando pure grandi film da regista come The Town e vincendo l’Oscar come sceneggiatore per Will Hunting.
C’è chi odia Zack Snyder ma è più morto vivente degli zombi di Romero.
Detto questo, non perdiamoci per strada e soprattutto non tiriamocela. La sto tirando per le lunghe. Ebbene, come da titolo del post, Joker 2 è ora una realtà e non più un rumor.
Però Joaquin Phoenix non tornerà nei panni del principe della notte di Gotham City. Pare che non voglia più dimagrire, difatti, trenta chili per rivestire i “panni” di Arthur Fleck. Mentre Robert De Niro, alla soglia d’ottanta primavere assai stagionate, essendo il re dei camaleonti per antonomasia, interpreterà di nuovo Murray Franklin. Com’è possibile ciò? Non era morto ammazzato da Joker?
Sì, verissimo. Ma Joker altri non è che Rupert Pupkin, alias The King of Comedy.
Non vi ho fatto ridere? Scusatemi, allora significa che devo resuscitare Jerry Lewis. Ah ah. So bene che, tramite Instagram, ci provate con le figlie di Stallone. Sono tutte fighe, avete ragione. Non posso biasimarvi né farvene una colpa. Dunque, a proposito di geni della comicità, che ne pensate del sottovalutato Oscar – Un fidanzato per due figlie di John Landis?
Ah, non dovete prendermi seriamente. Io sono burlesco come John Belushi. Dovete sapere, infatti, che i miei haters mi danno la caccia come Carrie Fisher di The Blues Brothers.
Quando sono sull’orlo di ammazzarmi, io mi genufletto dinanzi a loro e imploro a codesti perdono:
– Stefano, perché ci hai tradito?
– No, vi prego. Non uccidetemi. Dico sul serio. Ero… rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!
Invero, voglio dirvi tutto onestamente. Mi sono ribellato a tutti in quanto volevate ammazzarmi soltanto perché non ero un figlio di puttana come voi. E, piuttosto che andare con le ragazzine, preferivo guardare i film con Robert De Niro e Stallone. Mi avete fatto passare per malato di mente. Vi posso giurare che sono normalissimo. Anzi, sono più dotato di un pornoattore. Non mi piace però Megan Fox, è una troia. Volete castrarmi perché Megan è indubbiamente più puttana di Rachel Starr che s’è scopata il suo “amore?”. Dai, non fate i cazzoni.
di Stefano Falotico
ll comeback del più grande attore di Cinema del mondo, Brendan Fraser (non esageriamo e non è lui, ah ah), ed evviva i festival di Cinema da amare con brillantezza abissale
Sì, periodo lieto, il mio. Tendente al falotico con tocchi di morbidezza sobria e amorosa, da gustare personalmente come un gelato prelibato molto zuccherato. Oserei dire da leccarsi i baffi in modo delicato.
A quanto pare, Brendan Fraser, per molti recenti anni osteggiato, boicottato, diffamato e ridicolizzato, in forma è tornato. Era a dismisura ingrassato, adesso è dimagrito e forse non è più drogato e alienato. Discriminato e dalla Hollywood che conta, eh già, in malo modo fu scriteriatamente allontanato.
Adesso, è di nuovo un toro scatenato…
Lo vedremo nel nuovo film di Scorsese con De Niro e il bel (mai quanto me, eh eh) Leo DiCaprio.
Nel frattempo, gli haters impazzano e dinanzi a me impazziscono, si perdono soldi e il portafoglio, quelli del partito dei Verdi vogliono un Green Pass più verde rispetto a quello elargito consuetamente, la gente va al mare a mostrare le chiappe chiare oppure in montagna e sulle valli verdi, da non confondere con le scarpe Valleverde che furono pubblicizzate da mr. Balla coi lupi, alias Kevin Costner, a me viene concesso il pass (una passera, no?) per la prossima Mostra del Cinema di Venezia in quanto oramai è assodato, sono diventato critico rinomato e assai ricercato, oltremodo forbito, non so se furbo o ancora leggermente spostato. Oramai il mio posto in sala, a Venezia, è prenotato, non spostatemelo, miei spostati.
Di certo son amante raffinato di quel capolavoro sconfinato, ahimè ancora enormemente sottovalutato, che è Open Range.
A proposito, inoltre, di alienazioni mentali e vite reclusesi, Brenda Fraser interpreterà praticamente sé stesso nella nuova opus di Aronofsky. Regista da non confondere con Bukowski e coi cristalli di Svarovski. A proposito di western, Fraser sarà anche presente in Killers of the Flower Moon.
Mentre il qui presente-assente in passato ingiustificato, perfino stigmatizzato e ingiustamente attaccato, ovvero il sig. Falotico non so se azzimato, ovviamente acculturato, si presenterà al Festival di Venezia, affrontando come Sylvester Stallone di Over the Top tutti i più bravi critici del mondo. In effetti, Lincoln Hawk mi assomiglia parecchio. Quando le persone mi screditano e mi fanno davvero arrabbiare, cambio marcia, cambio anche faccia, come il miglior De Niro, non del Grande Match, eh eh, assestando di stilografica feroce e tagliente dei pugni potentissimi e ottimamente ficca(n)ti.
Per finire, a proposito di Stallone, vi piacque in Cop Land? E in Cliffhanger?
John Lithgow! Anche John sarà presente nel film di Scorsese con DiCaprio & De Niro. Vi ricordate la sua celeberrima freddura nel film di Renny Harlin appena citatovi?
Parafrasandolo: – Stefano, in tanti vogliono conoscere il suo segreto. Qual è?
– Fai la fila, prima ci sono io. Tu non solo ti fai i film, li vedi anche nei posti peggiori. Nella prossima vita, dovrai essere più bravo. Adesso, stai calmo e fai il bravo.
Ebbene, non credo sinceramente che i critici di Cinema siano affascinanti come De Niro. Non sono neppure versatili.
di Stefano Falotico
Sylvester Stallone, col passare del tempo, è diventato un buon Samaritan ed è ora identico ad Andrea Roncato
Sì, il tempo aggiusta le cose? Macché. Le peggiora.
Anzi, dobbiamo essere più chiari. Sì, chiarifichiamo i muscoli e le cosce come stanno. Le cose…
Aveva ragione il Liga? Si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose. Non va più via l’odore del sesso che hai addosso. Si attacca qui all’amore che posso, che io posso?
Ecco, in italiano comprensibile per chiunque, che cavolo significa l’amore che posso?
Poi, che dice? Rimanere MANIA? Ah no, malia…
Ah, uomo ermetico il Luciano Ligabue. Uomo burino al massimo. Uomo veramente tamarro. Però, alle donne è sempre piaciuto questo bovaro. Ah ah.
Nel finale della sua hit epocale, ululò anche. Auhhhhh.
Sì, Liga ha sempre cercato d’imitare Bruce Springsteen di I’m on Fire. Ma per piacere, come direbbe Sgarbi Vittorio, vada a dar via il c… o! Ne vogliamo poi parlare di Federico Poggipollini? Da anni quest’uomo mi turba. Più che altro, turbava e turberà sempre le sbarbine…
Così come il Ligabue, eh già, dio li fa e poi li accoppia, Federico è uomo dallo sguardo che fa sex su chitarra “stuprata”. Questo Federico dallo sguardo lupesco, un uomo che ti guarda in cagnesco e che arrapa ogni donna per via del suo fascino da bel faccino felsineo che fa anche tanto uomo da Bologna la grassa, uomo sudicio, sudaticcio.
Stallone, prima di diventare famoso, era un uomo che, ingrugnito, camminava ingobbito a mo’ di Rocky Balboa pre-chirurgia nasale del terzo capitolo della saga. Ho detto saga.
Barcollando in modo vacillante su semi-paresi facciale da uomo che, appena lo guardi, capisci subito che può impietrirti con una sola espressione accigliata, più che altro arrabbiata perché colui che la possiede non ha una gamma espressiva degna di Jim Carrey.
Stallone è amico di Mickey Rourke e I mercenari docet. Entrambi da giovani curarono molto l’aspetto figo, no, fisico. Anche ora mangiano solo carboidrati con pochi lipidi e tutti e due hanno certamente eseguito la liposuzione. Comunque, furono amanti delle milf e, in passato, eseguirono non poche suzioni mammarie. Sì, uomini infantili, mai cresciuti, afflitti dal complesso di Edipo.
Mi… hia tanta, no, mica tanto.
Sì, Stallone in Jimmy Bobo è evidentemente piallato. Non è palestrato, è rifatto di addome piatto, più che altro succhiato, prosciugato!
Secondo me, Stallone è anche pelato ma, oltre a rivolgersi settimanalmente a un centro estetico per l’uomo duro che non deve chiedere mai (per forza, coi miliardi che ha, essendo per di più lui famoso, gli offrono tutta la ceretta su brutta cera che c’era…, senza bisogno di assegni, donandogli anche un massaggio “gratis et amore” da parte di una donna in carriera, in cerni… ra, in carne e in cal… re, anch’ella attenta alle calorie), ecco…
Dicevo, oltre al tupè, Stallone dev’essere sempre stato un bel marpione. Mica come quel cog… ne di Rourke, oramai trombato, dopo Carré Otis e Debra Feuer, pure dal fisico a pera, no, dal fisco consumante un attore strafatto, bollito più delle pere che si faceva…
Ah, per Mickey son oramai terminate le tempie, no, i tendini, no, sono del tutto finiti i tempi in cui, essendo piacione, mandava in brodo di giuggiole (forse anche di squirt) tutte le donne diffamate, no, di lui affamate, no, molto lì toccate, no, altolocate che per lui prendevano la cosiddetta cotta. O era ricotta? Boh, voi siete esperti di queste cazzate.
Dai, suvvia, non dobbiamo infierire.
Stallone è ora uguale ad Andrea Roncato, pover… to, no, provetto in materia di “peluche”. Quale? Dei capelli?
Sì, gli sfigati se ne tirano, no, non possono manco tirarsela mentre gli “arrivati” che forse non valgono una sega, eh già, possono fare i gigolò e i gagà. Mica sono dei quaquaraquà.
Sono uomini con le palle, cazzo. Sono degli dei, dio bono! State bonini!
Ce la vogliamo darcela tutta, no, dircela? Andrea Roncato è il vero Rocky. Altro che Stallone. Sì, Roncato, lo stallone italiano. Soprattutto con la sua ex, la Orlando!
Andrea ancora ci dà che ci dà… Sì, ancora spinge di brutto oppure tira, come si suol dire?
Non lo so.
di Stefano Falotico
Nomination agli Oscar 2021, evviva la Musica e il vero Cinema: forse sono MANK, fui impoverito come Frances McDormand di NOMADLAND e fuori, si fa per dire, come Anthony Hopkins di THE FATHER, w ROCKY!
Ho una certa impressione che, col passare del tempo, si sta acuendo e solidificando. I perdenti che non combattono più per i loro sogni cominciano solo a essere cinici. Cioè falliti.
Il quarto capitolo della saga di Rocky è stato spesso ridicolizzato. Soprattutto quando Ivan Drago/Dolph Lundgren pronuncia, nel nostro doppiaggio finto russo, Ti spiezzo in due.
Frusciante, critico (forse) youtuber di Cinema e Musica, almeno ciò è sostenuto da lui, credo che non abbia capito una scena apparentemente esagerata e cretina come questa.
A me Stallone piace, mi spiace se Fruscio non ha lo stesso fisico.
Il mondo è pieno di hater. Io e il mio redattore di Daruma View Cinema abbiamo da poco rimosso, per esempio, un commento offensivo che è stato già segnalato alle autorità.
La gente, dietro un pc, pensa di poter attaccare chiunque. Persone poverette, mi spiace per loro che della vita non hanno capito nulla.
Perseverano in lotte e rivalità patetiche. Dimostrandosi inette quando devono lottare davvero.
Sapete, quando si è belli e io indubbiamente lo sono, sebbene non sia superbo, solamente oggettivo, quando si possiede un talento letterario notevole e una voce magnifica, ci si attira le invidie di chi non può permettersi mai di vincere.
Parlerà solo di Cinema e di Musica in trincea. Ma non combinerà nulla, non saprà neanche amare la madre, figurarsi una donna.
Sono molto triste sapendo che esistono scemi del genere.
Detto questo, ecco le mie considerazioni sugli Oscar e le mie prove atletico-vocali.
Aggiungo inoltre che vincerà Boseman ma Anthony Hopkins è un gigante.
Un gran signore, che classe.
Da brividi (la ripropongo) la sua vittoria agli Oscar.
Jodie Foster (anche lei vincitrice) ebbe un orgasmo, sebbene sia lesbica.
Per finire, se uno è più bello e bravo, vince lui. Ciò è inevitabile. Prima perderà totalmente come Rocky. Poi, come Rocky, vincerà di nuovo.
di Stefano Falotico
5 è il numero perfetto? Chi nasce tonto non può morire (in)quadr(at)o, forse farà l’impiegato o cassaintegrato, emarginato e frustrato, chi nasce ROCKY BALBOA non può morire sfigato…
In questa tetraggine indotta dal Covid-19, mentre la gente sta crollando, arriva uno strano tipo che è rispuntato dal nulla. Dio bono. Ma che roba è? Fa pure il figo con quella faccia da pesce lesso. Le espressioni sono da migliorare, è espressivo come il peggior Sylvester Stallone. Ma cos’ha? Una paresi?
Sì, è uno scemo, lo scemo del villaggio. Un povero disgraziato maledetto con un “gancio sinistro” che fa però paura. Credo che nessun uomo abbia preso così tanti pugni in vita sua, metaforici e non. Cavolo, pare “cerebroleso” come Rocky dopo l’incontro con Ivan Drago. È lento, abulico, è finito, è malato…
È un disgraziato malandato, un “pazzo” accertato e acclarato, perfino diagnosticato. Caspita, capito?
È una facile preda, non sa muoversi, è ridicolo e imbarazzante, che tristezza, fa pena. Ah, inutile dargli più addosso. Sarebbe come sparare alla croce rossa. Che mezzo uomo, mio dio. Va compatito, oramai è partito. Ma è un gran pagliaccio, dai. Ma ha almeno non un briciolo di dignità per sé stesso? Che vergogna!
Invero, costui comincia a saltellare come Cassius Clay, sta cominciando ad accelerare in maniera vertiginosa, George Foreman non capisce più niente, vacilla mentre Muhammad Ali gli balla attorno come Michael Jackson, che diavolo sta succedendo?
Il detto dice che a frequentare gli zoppi s’impara a zoppicare. A forza di farsi prendere in giro dagli idioti, invece, ci si convince di essere sbagliati.
Trovando la persona o le persone giuste, tutto ciò in cui avevate falsamente creduto va a farsi fottere in un istante. È come quando uno pensa di essere un gigante ma viene all’improvviso destabilizzato da un colpo di genio devastante. Il gigante è ferito, non è possibile. Urlava a tutti di essere dei nani e di avere il cervello piccolo, gridava entusiasticamente di aver capito tutto. Cavolo, ne era sicuro senza neppur battere ciglio. Si credeva un comunista, invece è un capitalista al limite dell’edonismo più esecrabile. Non è che assomiglia al “critico” youtuber Federico Frusciante? Solo lui sa tutto, non solo di Cinema. Non crede a Netflix e allo streaming. Poi, nelle descrizioni, sotto i suoi video, inserisce i link per acquistare i dvd da Amazon.
Ah, capisco, odia pure Prime Video… Bene… è molto coerente… di una credibilità disarmante…
Il gigante riceve una lezione di vita impressionante, memorabile. Scusate, offritegli una tisana, lo vedo sull’agitato. Sta bene? Che fa? Delira come un bambino di dodici anni? Ma allora è un infante!
Chiamate l’ambulanza, la sua situazione psicofisica è preoccupante, dategli almeno un calmante.
Cavolo, faceva tanto l’arrogante brillante e ha rimediato invece la figura del demente. No, non parlo di Frusciante, Frusciante semplicemente non crede a Netflix solo perché, altrimenti, senza la videoteca, finirebbe in mutande? O no? Non raccontiamoci stronzate, ah ah. Abbiate Fede…, ah ah.
Mi riferisco a un altro, un imbattibile gigante? Invero, fu sempre un gran cafone assai ignorante. Davvero, credetemi, un deficiente sesquipedale. Ammazza. Ancora diffama la gente… questo squallido mostriciattolo che abbisognerebbe solamente di psichiatriche cure pesanti?
Eh sì, a volte arriva uno che ogni certezza dei cretini annienta in un sol frangente, grazie alla sua forza illuminante. Un uomo considerato patetico e malinconico, da manicomio, invero raggiante più del Sole che sorge a Levante. Insomma, questo Falò è veramente uno che guarda il mondo da una prospettiva distorta e sbagliata, non sa leggere, non sa scrivere, non sa argomentare, direi che è proprio ineludibilmente così. Insindacabilmente!
Che dite? Siete d’accordo? Non si può vedere… ma sentitelo, quante incertezze che possiede, s’intravedono e scorgono visibilmente delle oscene timidezze insanabili. Per caso, è Adriano Celentano? Suvvia, fa ridere i polli. Sì, è al mille per mille, indiscutibilmente, un tonto. Be’, se lo dite voi…, si capisce…
A dircela tutta, la gente calunnia il prossimo in quanto incapace. Racconta fandonie.
Non sa affrontare la realtà, non capisce nulla di Cinema, di donne e della vita.
Finalmente, il Falò ha fatto capire a tutti come si sta al mondo.
Sì, per anni fui screditato. Mi accusarono di fobia sociale e varie malattie mentali, pensate.
Sì, andavo a Venezia per vedere solo gli attori. Frequentando nel frattempo, come il grande Depp con Brando, gente che aveva il doppio della mia età.
Sapete, i libri che scrivo, ah ah, non li ho scritti io. Certo! E gli accrediti da critico ufficiale di due riviste di Cinema, ah ah, me li danno perché sono un tonto a cui fare i regalini.
Certo, imbecilli!
https://www.ibs.it/libri/autori/stefano-falotico
di Stefano Falotico
La nobile arte del doppiaggio spiegataci da Pino Insegno e i metodi Stanislavski e Lee Strasberg “impartitici” da Stefano Accorsi
Su suggerimento di un mio amico, ho guardato ed ascoltato molto volentieri le interviste del celeberrimo Marco Montemagno rivolte rispettivamente a Pino Insegno, doppiatore oramai provetto e fortunato ex marito della bella e sexy Roberta Lanfranchi, oggi sposato con l’altrettanto pimpante e sgambettante, no, sgambata e non so se in gamba, Alessia Navarro, e a Stefano Accorsi, famoso testimonial indipendente, no, pagato in modo davvero rimarchevole, forse un po’ da marchettaro, indimenticabile nel Maxibon ché two gust’ is megl’ che one, detto in cadenza strascicata alla bolognese di s alla James Bond/Sean Connery menzionato da Insegno, celebre Dino Campana sui generis di Un viaggio chiamato amore per la regia di Michele Placido. Dino, uomo per nulla placido, abbastanza turbolento, molto simile invero all’Accorsi de La stanza del figlio di Moretti Nanni. Dino, non quello di dammi un Crodino ché mi devo rifare la bocca di un altro sport, no, spot degli anni novanta arcinoto, quasi da circolo Arci, Dino, molto poco campano, infatti fu di Marradi in provincia di Firenze, “pazzo” alla stregua del pittore Giuseppe Arcimboldo, assai meno banale di Massimo Boldi, Dino, da non confondere con Dean Martin e con George Clooney del Martini. Ah ah. Comunque, a Lisa Snowdon, ex di Clooney, preferisco Colombari Martina.
Stefano Accorsi, protagonista popolare di Radiofreccia, interprete di Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enza Negroni. Ho detto Negroni, da non confondere con l’illustre, oserei dire egregio signore, no, esimio cocktail dello stesso nome. Che piace molto alle signore così come l’Accorsi, ragazzo dai sani valori, più che altro da Antica Gelateria del Corso con limonate e peperonate servite in modo macchiato caldo alle sue ex donne più gustose d’un frappè al cioccolato.
Ho detto Jack Frusciante, fra l’altro. Non Federico Frusciante, gestore della videoteca Videodrome di Livorno che omaggia il capolavoro omonimo di David Cronenberg, ho detto Jack Frusciante, da non scambiare con John Frusciante, straordinario chitarrista epocale dei Red Hot Chili Peppers.
Ho detto Red Hot, da non confondere con hot–dog, da non scambiare per una chat erotica.
Comunque, molta gente è tarda di comprendonio e, per anni, confuse Hotmail per un programma, in tarda serata, con Manuela Falorni, detta Venere Bianca. Ho detto Venere Bianca, da non confondere con la Black Dahlia, da non scambiare con David Bowie, detto il Duca Bianco.
Tornando a Nanni Moretti, bisogna avere gusto a tagliare il Mont Blanc, forse anche a digerire chili di Nutella da una confezione gigantesca in Bianca. O no? Oppure inevitabilmente ti viene il fegato amaro se vieni puntualmente snobbato da Laura Morante della quale sei da sempre innamorato.
E non c’è verso che lei ti caghi anche se le dedichi i migliori, più alti, poetici, deliziosi e squisiti versi. Sei un tipo introverso, forse, a lei forse piace Enrico Lo Verso.
Accorsi con Lo Verso girò Naja, Laura tanti ne girò, non te la dà e ti dice solo: stai buono, anche se sei maxi-bono come Stefano, vai a nanna.
Ho scritto Red Hot Chili Peppers. Da non confondere con Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, da non scambiare con gli anfibi Dr. Martens.
Stefano Accorsi, ex marito di Laetitia Casta. Scritto senz’accento sulla a di… ammazza quanto sei bona.
Laetitia, donna tanta, donna però non tanto castana naturale. O forse è davvero bionda e casta? Lo sa Louis Garrel. Se fossi in Louis, la lascerei subito. Una così attizza mille sguardi e non so come faccia, il Garrel, a non essere ancora impazzito come Dino Campana.
Stefano Accorsi, ora sposato con Vitali Bianca.
Ecco, interviste molto belle quelle di Montebianco, no, di Montemagno e risposte garbate dategli dai suoi intervistati. Uomini più fortunati di chi, per dirla alla Lino Banfi di Al bar dello sport, ha vinto il Montepremi.
Però, non esageriamo nell’autoglorificazione. È vero, sì, Pino Insegno ha fatto la gavetta e ora, dall’alto del suo apprendistato e del suo rimarcare vanagloriosamente che è/sia un professionista (nell’intervista l’avrà ripetuto ed evidenziato, con voce stentorea, almeno diecimila volte), vada giustamente orgoglioso dell’essere cresciuto esponenzialmente come doppiatore dopo la sua parte da “Oscar” di Roberto Vacca nel “capolavoro” Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone con Andrea Roncato, bolognesissimo, ma m’è parso troppo imbrodante quando ha modulato la voce nel farci sentire come s’impostino le corde vocali per recitare un audiolibro con delicati, romantici melliflui toni toccanti.
Di mio, su Audible, vi sono miei tre audiolibri da me recitati. Presto, saranno quattro e non mi sono avvalso della compagine tecnica di Pino. Non sono così ben attorniato. Non ho neanche come strumentista Pino Donaggio. Sapete che farò? Andrò alla gelateria Pino e gusterò un cremino, forse mal digerendo il mio essere spesso un cretino.
Pino che, nel ri-doppiaggio di De Niro nel secondo Padrino, a dircela tutta, fa sinceramente un po’ schifino…
Per quanto concerne Accorsi, che dirgli? Come Primo Ministro in The Young Pope di Sorrentino, be’, è meno credibile dell’attuale Presidente del Consiglio quando sostiene che non vi saranno altri lockdown e, nel mentre, dietro di lui assistiamo al volto da sfinge assai bugiarda del Casalino…
Accorsi, Il giovane Casanova, ci vorrebbe far credere che, per interpretare Made in Italy, utilizzò i metodi Stanislavski e Strasberg.
In tal caso, è meno credibile di Al Pacino come psichiatra forense in 88 Minutes.
E di De Niro in Nascosto nel buio. Poiché dubito che il Bob, per la parte dello psichiatra specializzato nell’infanzia che vuole fare sesso con Elisabeth Shue, la co-protagonista di Karate Kid e allo stesso tempo di Via da Las Vegas, educando una ragazzina in questo film più brava di lui, Dakota Fanning, abbia adottato un metodo recitativo d’immedesimazione alla Raging Bull. Rivolgendosi, per lo studio del personaggio, a qualche psichiatra del reparto SPDC dell’Ottonello dell’Ospedale Maggiore di Bologna ove, probabilmente, saranno ricoverati ragazzi con insanabili disturbi paranoici e deliranti, affetti da fobia sociale e maniaci depressivi con gravi tendenze al suicidio a mo’ di Angelina Jolie di Ragazze interrotte o della figlia di Meryl Streep, assieme alla sanissima, non proprio santa, Amber Heard, quest’ultima nei riguardi di Depp stronzissima, in The Ward di John Carpenter.
Una volta, un bolognese d.o.c., sì, di origine controllata, non Accorsi, nemmeno Andrea Roncato, neppure io, nato al Sant’Orsola, ovvero Pier Paolo Pasolini, soprattutto nella versione di Abel Ferrara con Willem Dafoe, disse:
l’inferno sta salendo da voi.
Ecco, non sono Pasolini, non sono così esaltato da credermi un chitarrista come Frusciante…, a malapena infatti so suonarmele da solo quando mi flagello perché sono troppo bello per non essere emarginato, traducibile letteralmente con indiavolato, no, invidiato, sono molto autoironico in merito alle mie epiche sfighe passate ma non desidero che Insegno m’insegni a recitare il ruolo che mi sono cucito addosso più delle stigmate di Padre Pio. Non amo le false zie e le donne fintamente pie.
Quale sarebbe questo ruolo? Quello di Dafoe ne L’ultima tentazione di Cristo? No, quello di Sylvester Stallone in First Blood.
Traducibile in… tutti pensano che io sia un povero pazzo coglione.
Ecco, in effetti Rambo è lo scemo del villaggio. Infatti, Pino Insegno e Stefano Accorsi non sanno recitare Dante. O forse sì. Secondo me, sarebbero bravissimi.
Ma li reciterebbero a modo loro. Il modo Falotico è un altro. A dirla tutta, non m’identifico in Rambo. Tipo troppo cattivo. Facilmente permaloso oltremodo.
Sono uno sfigato come Rocky Balboa. Me ne sto per i falliti, no, fatti miei. Non voglio però essere provocato da nessun Ivan Drago o da qualche fanatico di Stalin. Neppure dal nuovo Charles Manson o da Mason Dixon. Sapete com’è. Qualcuno… potrebbe prenderla a male, si potrebbe arrivare alle mani e io potrei prenderne davvero tante… Sì, mi macellerebbero. Avrei la faccia fracassata. Ma anche loro tornerebbero a casa con le stampelle. Sono un rompiballe? Citando Vasco Rossi, spesso sovreccitato, no, sovrastimato e troppe volte, a sproposito, citato:
Forse non lo dici, però lo sai, e non andrai in para… diso
Forse non lo dici, Però lo fai… E questo non è mica… bello
COME STAI, Stefano? Bene, grazie, si tira a Campari. Sì, un Campari è meglio che campare.
Come state, compari? Non è che avete sposato una comare?
A parte gli scherzi, Accorsi è parecchio migliorato. È cresciuto. Non era difficile. Stando con Laetitia, crescono tutti…
Pino Insegno è un maestro del doppiaggio.
Io invece sono esperto di doppiette.
Come dice il grande Terence Hill in Lo chiamavano Trinità…
Non c’hai capito niente, eh? Te lo rifaccio, se vuoi.
Lo chiamavano Bambino come Bud Spencer ma, a essere sinceri, senza girarci attorno, centrando appieno il bersaglio, sta diventano molto, molto duro.
Insomma, passano gli anni, sono rimasto un volpino o forse solo sempre più col pigiamino…
E pensare che molti credettero che fossi Michael Douglas di The Game.
Mi piacerebbe avere un fratello come Sean Penn. Almeno lui è ricco, nella realtà.
Di mio, sono come Gaetano Rino.
Sì, è bruttissimo essere figlio unico. È bruttissimo anche essere fratelli, oppure gemelli.
Se sei figlio unico, ogni botta che prendi, eh già, devi condividerla con la tua immagine allo specchio.
Si spera che non sia quella dell’agente Cooper dinanzi al fantasma di Bob… De Niro?
Se hai un fratello, forse tuo fratello andrà con nostra sorella. E se nostra sorella fosse Gianna? Se sei gemello omozigote, forse il tuo gemello è comunque diverso, in una cosa, da te. I suoi gemelli sono più grossi. Forse aveva ragione Loredana Bertè. A un certo punto della tua vita, batterti contro ogni Bull Harley della Letteratura è una sfida che puoi indubbiamente perdere. Ma c’è un però. Di solito, tutti gli scrittori sono monotematici. Dostoevskij, per esempio, era pessimista. Edgar Allan Poe era fuori come un cavallo. Lovecraft credo che non abbia mai mangiato una sottiletta Kraft. Di mio, penso di cambiare sempre registro. Cambio la presa come Lincoln Hawk.
Apollo Creed aveva ragione, invece, ad avere paura. Aveva capito subito che Rocky era più forte. Facendo lo stronzo, voleva suggestionarlo ma gli andò malissimo.
Anche a me, anche a te, anche a noi. Se v’illudete che non sia così, ne prenderete molte…
Beati voi.
di Stefano Falotico