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Adoro Nic Cage, non mi picchiate – The Unbearable Weight of Massive Talent


27 Sep

nic cage wild at heartAdoro Nicolas Cage, per noi, suoi fan, detto Nic. Così, infatti, auto-ribattezzatosi nello strambo biopic in fase d’allestimento e di riprese immediate intitolato The Unbearable Weight of Massive Talent.

Sì, Antonello Venditti andò matto per Milan Kundera e il libro di quest’ultimo più citato dagli italiani, ovvero L’insostenibile leggerezza dell’essere.

L’italiano medio cita a sproposito libri dei quali ha sentito “dire” ma di cui non ha letto nemmeno una sola parola.

Conosce almeno il lessico o solo il cane Lassie?

Molti italiani, peraltro, tifano per l’Inter e non sanno neppure chi sia Kundera. Venditti invece, ovviamente, tifa per la Roma e ha letto, no, a letto, una sua ex amante non più segreta, Monica Leoffredi, tifò per lui in maniera accalorata, diciamo.

Voi invece avete mai visto The Unbearable Lightness of Being di Philip Kaufman?

Ecco, per un uomo sanamente eterosessuale, è difficile rimanere impassibile dinanzi a Juliette Binoche ignuda. Sì, assolutamente impossibile. A meno che non siate Daniel Day-Lewis al suo minimo storico, cioè tragicomico come nel film Fergus O’Connell – Dentista in Patagonia oppure quello di My Beautiful Landrette. Se invece siete il Daniel de L’ultimo dei Mohicani e di The Boxer, eh sì, la vedo dura che non vi diventi d… ro.

A dirla tutta, qualsiasi maschio normodotato, dirimpetto a Juliette, non può essere Nic Cage di Adaptation.

Cioè uno sfigato come Charlie Kaufman. Eh sì, i gemellini… Anche se foste a pecora, come si suol dire, vale a dire fortemente demoralizzati, Juliette subito vi tirerebbe su e ringalluzzirebbe “a bestia” a mo’ di Donald.

Sì, per molto tempo fui identificato col Nic Cage di Matchstick Men.

Invero, scoprii di essere Sailor Ripley di Cuore selvaggio. Irrequieto, pazzo scatenato nel senso più romantico del termine e adoratore di Elvis.

Adoro Gran Torino di Clint Eastwood e anche Joe di David Gordon Green. Eh sì, si fa presto a dirmi boomer.

Quando mi girano, ecco, sono capace di sfoderare monografie dedicate, per l’appunto, a Nicolas.

Come questa: https://www.ibs.it/nicolas-cage-attore-vampiro-libro-stefano-falotico/e/9788891136107

Ora, Federico Frusciante, gestore e proprietario della nobile, mirabile Videodrome di Livorno, sostiene che Cage sia un incapace e un cane. E che qualsiasi uomo possa essere un grande attore se riesce/a a fingere di non venir… arrapato dalla Binoche? No, che possa risultare bravissimo a recitare se diretto da cineasti come Brian De Palma, Ridley Scott, David Lynch e/o Scorsese.

Adesso, non diciamoci puttanate. Che Nic sia stato raccomandato più del figlio di Umberto Bossi, il Trota, lo sanno anche a Bernalda, cittadina dell’entroterra lucano ove mia cugina Laura di Pomarico, paesino vicino Matera, no, la cugina di Cage, Sofia, la regista de Il giardino delle vergini suicide, si sposò con tanto del Padrino di suo padre, vale a dire Francis Ford, più il testimone Nicolas Cage che, fra un lauto primo e un ricco secondo a base di ostriche, champagne, prosecco e caviale, intrattenne l’allegra compagnia, riunitasi a desinare fino al tramonto, cantando peggio che in Via da Las Vegas.

Ora, se Achille Lauro azzecca una canzone su dieci, in forma quasi parimenti direttamente proporzionale, Nic Cage indovina un’interpretazione su quindici film da lui interpretati. Essendo, Nic, assai stacanovista, girando cinquemila film (vai di iperbole) all’anno, mi pare ovvio che sia un grandissimo.

Scusate, la matematica non è un’opinione. Ah ah.

Oh, su 30 film, quattro sue performance sono di certo memorabili. Ah, cavolo, non solo non leggete libri. Neppure avete mai aperto un libro di algebra.

Nic Cage interpretò di tutto. Girò con Giuliano Montaldo, assieme a Ricky Tognazzi e Giancarlo Giannini, Tempo di uccidere, tratto da Ennio Flaiano.

Alla fine delle riprese, Montaldo urlò a Nic: – Sparisci, lebbroso!

Mentre, in Nato per vincere, Nic incarnò la parte di uno dei fratelli campioni di canottaggio, sì, gli/l’Abbagnale, con una faccia da salame peggiore di Sylvester Stallone nel terzo Rambo e un’espressione da pesce lesso maggiore rispetto a quella da lui stesso esibita in Con Air.

Sì, a livello di physique du rôle, Nic c’è tutto. Nulla da dire, gran fisico. A livello di “figo”, non sempre.

Di mio, che posso dirvi?

La mia attuale lei è più bella di Patricia Arquette ma, soltanto da un anno a questa parte, conduco Una vita al massimo.

Durante tutta l’adolescenza vissi come Nic Cage di Birdy. Diciamo, non propriamente un’esistenza esaltante.

Feci per la prima volta all’amore, comunque, con una ragazza più bella di Jennifer Beals di Stress da vampiro. Difatti, impazzii per lo scompenso psicologico dovuto alla botta pazzesca ricevuta e datami dopo anni interminabili di castità madornale e divenni così stupido da farmi piacere anche Flashdance.

Ora come ora, la situazione è stabile.

Dunque, se vogliamo dire che Nic Cage, in Ghost Rider, faccia schifo, è vero.

Se vogliamo invece affermare, falsissimamente, che costui (sotto mostratovi) non sia un grande scrittore, è meglio che non vi azzardiate a fare i grandi attori.

State mentendo spudoratamente, non siete affatto credibili nel dirmi che non sia vero.

Adesso, diciamo che posseggo un certo fascino alla miglior Nic Cage di sempre.

Sono un uomo, infatti, da Falò delle vanità. Anche se Omicidio in diretta è meglio.

E De Palma, ribadisco, è un genio.

Se non vi sta bene, vi offro da bere e una torta Saint Honoré.

Per piacere, non fatemi però la fine di Nic Cage nel remake, firmato da Werner Herzog, de Il cattivo tenente.

Film in cui Nic filmò una scena disgustosa con Stephanie Honoré.

Sono un uomo di gusto e giusto. Se voi volete invece essere degli schifosi, lasciatemi perdere.

Altrimenti, perderete ancora di più. Ah ah.
Insomma, non sono un uomo soltanto da pizza e Il mandolino del capitano Corelli, cari fratelli e care sorelle. Ah ah.

 

di Stefano Falotico

 

Nicolas Cage potrebbe essere il mostro di Firenze? Macché. I mostri fanno parte del mio mestiere


14 Feb

nic cage

 

Ora, se volete, leggete quest’articolo: https://www.nme.com/film-interviews/nicolas-cage-interview-color-out-of-space-2608157

Che ovviamente tradurrò per voi. Poiché, miei pelandroni, fate tanto gli esterofili ma, in fin dei conti, credo che non abbiate manco letto un libro in perfetto italiano dalla prima all’ultima parola, arrivando sensatamente alla parola fine. No, non voglio finirla qui, voglio appena iniziare.

Non sarà un’arringa ma forse, dopo aver scritto questo mio pezzo, aprirò il frigorifero e gusterò una fredda eppur cremosa meringa. Lei invece, signora calda da balli latinoamericani, la finisca con la Merengue.

Non faccia la piaciona, lei non piacerebbe neanche a Pietro Pacciani e Mario Vanni, i quali furono denominati, dalle autorità (in)competenti, compagni di merende.

In verità vi dico che vi fu un solo mostro di Firenze, cioè Hannibal Lecter di Hannibal. E lo scrittore Thomas Harris s’ispirò non poco al tristemente celebre Monster of Florence per allestire fantasiosamente, senza nessun riferimento (eh, come no) a persone, fatti ed eventi realmente accaduti, la figura cannibalesca del celeberrimo, succitato psichiatra killer.

Sì, quel Pacciani lì altri non fu che un povero cristo, altroché. Lo sa George Clooney, il quale da anni intende realizzare un film sulle macabre gesta dello Zodiac italiano. Cito apposta Zodiac poiché, così come strepitosamente descrittoci nel capolavoro omonimo di David Fincher, l’identità di questo folle tizio non fu mai scoperta. Costui, a mio avviso, in prima adolescenza avrebbe dovuto guardare Saint Seiya, ovvero I cavalieri dello Zodiaco e innamorarsi, con la testa fra le nuvole, di Martina Stella, una povera cretina abbonata sicuramente all’oroscopo Astra. Sì, sarebbe stato uno stupido qualsiasi.

Ora, chiariamoci, Ad Astra di James Gray è il suo film più brutto. Vorrebbe essere un incrocio fra 2001 di Kubrick, Apocalypse Now nello spazio e Il pianeta delle scimmie quando, nell’astronave del bell’uomo Brad Pitt, non compare un Alien di Ridley Scott ma una sorta di King Kong da Peter Jackson che sicuramente non sa che il nome della navicella del film, ovvero Nostromo, con a bordo la super figa che fu, Sigourney Weaver, donna che all’epoca poteva rendere un uomo primordiale, stimolando con le sue mutandine striminzite i più arrapati, invoglianti istinti maschili maggiormente primitivi da uomini di Neanderthal, ecco dicevo… quell’Adriano Celentano scimpanzé certamente non sa che Nostromo è anche il titolo di un libro di Joseph Conrad.

Ma che ne volete sapere voi, donne da quanto viene il pomodoro alla Conad, eh già, di Cuore di tenebra?

Vi credete sexy come Eva Mendes de I padroni della notte ma, a mio avviso, non solo non cuccherete mai Joaquin Phoenix e Mark Wahlberg ma non vi fila neppure l’oramai matusalemme Robert Duvall.

Insomma, siete donne che fanno venire solo du’ pall’. Invece io, non soltanto adoro Heart of Darkness ma anche Wild at Heart. Ed eccoci dunque arrivati a Nicholas Kim Coppola, sì, il nipote più famoso del mondo.

Altro che il folle tenente colonnello Bill Kilgore interpretato, per l’appunto, da Robert Duvall nell’opera magna coppoliana.

Nic Cage batte tutti i più grandi matti della storia. Che sia lui il mostro di Firenze? Mah, potrebbe pure essere.

Sì, Nic venne in Italia a girare quella schifezza di trasposizione tratta da Ennio Flaiano, diretta da un moscissimo Giuliano Montaldo, Tempo di uccidere.

Sì, è Nic il mostro di Firenze mai catturato.

Adesso, a parte gli scherzi, traduciamo il pazzo, no, il pezzo:

dopo una salita al potere, diciamo, da meteora durante la metà degli anni novanta, che include anche il suo Oscar nel 1996, Cage divenne una caricatura (di è stesso?). Rinnovatosi come animale da party e per aver dilapidato le sue fortune (o sua fortuna) in ogni cosa (o dappertutto), dalle teste rimpicciolite sino alla casa dei fantasmi di un serial killer a New Orleans.

 

Ah, vedete che ho ragione allora io? È Nic il mostro di Firenze, nascostosi a New Orleans ove girò pure Il cattivo tenente di Werner Herzog.

Nic è comunque un grandissimo. L’unico attore della storia del Cinema capace di passare da un film di Scorsese a Mandy.

Molti di voi, invece, a forza di seguire quel matto di Salvini, fate oramai discorsi di questo tipo:

– Stefano, l’altra sera ho fatto l’amore con un’extracomunitaria. Sono malato.

– Perché mai? Fu una prostituta che non usò precauzioni?

– No, una brava ragazza mulatta incontrata in un pub. Adesso, dopo il nostro incontro pubico nel bagno di quel locale pubblico, credo di essere stato contagiato. Sono malato, ho la malaria.

– Perché mai?

– Le donne di un altro colore sono delle lebbrose.

– Veramente? Da quando in qua?

– Anzi, Stefano, ti dirò di più. Gira voce che tu sia malato di mente e paranoico.

– E questo chi te l’ha detto? Una scema o una scimmia?

– Non me l’ha detto nessuno. Nei tuoi video fai delle strane smorfie.

– Ah, solo per questo? Quindi, a tuo avviso, sono ebefrenico-schizofrenico e forse pure malato di fobia sociale, giusto?

Non è invece che tu sei ritardato, vero?

– Perché dici questo?

– Sai, assomigli a un tizio che incontrai, per mia sfortuna, molti anni fa.

– Ah sì? E questo che fece?

– Ecco, di punto in bianco mi disse una cosa mostruosa. Facendomi credere che l’avesse detta altra gente?

– E quindi? Che vuoi dire invece tu?

– Ecco, questo qui aveva e ha ancora un allevamento di cani. Una sera, appena uscii dal mio stabile, tale instabile si presentò sotto la mia casa con un alano. Dicendomi che se non avessi scopato e non mi fossi laureato, mi avrebbe fatto sbranare dal suo mastino. Io entrai in psicosi.

– Invece tu sei ascetico come John Rambo e John Wick. Ora, vuoi vendicarti.

– No, stai sbagliando. Lo perdonai. Anzi, devo ringraziarlo. Involontariamente m’illuminò.

– Continuo a non capire.

– Sai perché il novanta per cento degli assassini seriali non vengono acciuffati? Perché anche i commissari e i poliziotti possiedono una cosiddetta vita normale. Sono troppo presi dai figli, dall’arrivare a fine mese, semmai hanno anche delle segreti amanti.

Io sono una delle poche persone al mondo che, sbattendosene altamente, può essere Matthew McConaughey di True Detective.

La mia mente è fredda, analitica. E, priva di distrazioni, può seriamente concentrarsi su ciò che altri non possono. O forse non ne hanno il tempo.

 

di Stefano Falotico

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