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TROY! TROY… con Brad Pitt, Falò con la sua opus straordinaria e la sua versione… di THE GHOST OF TOM JOAD!


20 Jun

TROY… con Brad Pitt, Falò con la sua opus straordinaria e la sua versione… di THE GHOST OF TOM JOAD!

Poveri mentecatti e baccalà che frequentate solo due gattine e forse un cane, io canto, scrivo e sono ficcante.
Prendetemi pure per il c… lo o per un uomo farneticante e molto delirante. Me ne sbatto, fottutamente. Mica come le fallite maestrine dementi e falsamente educande che educarono, giustappunto e per modo dire, i figlioletti assai cretinetti a precetti piccolo-borghesi non edificanti, bensì aberranti, oso dire mortificanti. Anzi, aggiungo io fieramente, terrificanti veramente. Lo so, sono un grande cantante e un ottimo writer, non necessito d’alcun reddito di cittadinanza e mi permetto perfino di obiettare sul 1° Articolo della Costituzione italiana. Voi davvero credete alla sua vetusta “intestazione-istituzione”, moralisticamente insostenibile e decisamente ridicola? Ovvero… L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro?

Ciò non è assolutamente vero.

In tale frase orribile è già, infatti e dati di Falò, no, fatto alla mano, insito un significato, anzi, un cupo significante tetramente oscurantistico, fascista e retrogrado che non inneggia al libero pensiero, bensì punisce il “fancazzismo” più artistico, appoggiando lo schiavismo becero e alienante di quei poveri illusi ingannati totalmente, poveri cristi che credono veramente a un Signore altissimo. Spaccandosi la schiena e recitando le preghiere al fine di tradire il prossimo quando a loro (con)viene.

Ma per l’amor di dio! Basta con tale oscena ipocrisia immonda che non se po’ senti’ né più veder…

Il Falò, a tutti questi idioti, lo ficca nel p… po’, lui è il commissario. Suvvia, siamo seri, dinanzi a me lo pigliate tutti nel s… ere.

Non permetterò mai più a gentaglia degenerata di tale livello di ricattare, psico-fisicamente in modo tremendo e mostruosamente fariseo, i giovani “mantenuti” da mamma e papà quando ancora, quest’ultimi, mica come voi, ultimissimi e per niente utili, solamente futili, non erano dotati… di libero arbitrio e, dunque, capziosamente si volle decretarne la fine troppo presto, terrorizzandoli perfino con storie di “arresti”. Giovani brillanti che, semmai, avevano solo vent’anni quando iniziò l’inenarrabile, oso dire omerico, cari sumeri, aztechi e greci, uomini non da Iliade e poco idilliaci, lo spartano schifo orrifico, partorito da gente più ritardata di un asino e mulo dell’Argentario.

Dinanzi a certe me… de, il Falò è intransigente e continuerà sempre, interminabilmente, a internarle nella prigione della verità più cattiva, più genialmente vendicativa. Impietosa e crudele, così come doveva essere, spietatamente.

Così sia scritto, così fu e sia, sarà fatto a suffragio e plebiscito universale dell’unico Ver(b)o vivente, cioè il Falò.

Buonanotte e salutatemi a soreta.

Ora, per piacere, andate a pulire i cessi, cioè voi stes(s)i.

E ricordate: nella vita, ci furono i Fichi d’India, duo comico che faceva ridere solo tua sorella, e ci sarà ancora, per molto tempo a venire…, un figo nero con India Summer.

Questa è la verità, da cui il detto… non fare l’indiano, fatti perlomeno India. Tanto manchi solo tu all’appello.

Lei, ogni notte, si china e si redime, come no. Dunque, come si suol dire, tanto di cappello!? Non credo…

Scappellatevi.

Comunque, io scrivo eternamente bene, raramente sbaglio. Ho scritto cappello, non pensate male, dai.

 

di Stefano Falotico

LETTER TO YOU: che io mi ricordi, sono sempre stato fan di Bruce Springsteen e di Asbury Park, di City by the Sea e del mio fantasma nella notte


16 Sep

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Ora, non so perché mai, dopo la tragica caduta delle Torri Gemelli, Bruce Springsteen compose l’album The Rising. Per far sì che, assieme appassionatamente, dalle ceneri d’una tragedia senza pari, gli Stati Uniti risorgessero collettivamente, cingendosi in preghiera, a raccoglimento d’un musicale giubileo ove qualsiasi cittadino della Nazione a cinquanta “contee” forse chiese perdono a dio per essere stato un peccatore o, probabilmente, per essersi sentito involontario responsabile di qualcosa di terribilmente nefasto che non poteva comunque essere evitato.

Dinanzi alla morte per mano altrui, rimaniamo infatti pietrificati, scioccati, oserei dire solamente costernati.

Non fu colpa di nessun americano poiché l’attentato terroristico scagliato contro le Twin Towers fu architettato, diciamo, nei minimi dettagli studiato e orchestrato dalla mente diabolica di Osama bin Laden, appoggiato nella sua imperdonabile, esecrabile malefatta aberrante dai suoi adepti radicalizzati.

Ma forse tutto ciò ebbe inizio a causa della coscienza sporca del guerrafondaio Bush. Che, in Medio Oriente, permise che i soldati statunitensi trucidassero innocenti a raffica, propugnando un osceno culto bellico figlio della più mostruosa, oceanica distruzione delle culture non appartenenti all’edonismo reaganiano. Oggi tornato di moda, a livello planetario, con lo spopolare di Instagram ove chiunque esibisce svergognatamente la sua carne in scatola, anzi in scatti selfie e stories che si autodistruggeranno come le vite di chi le crea a mo’ della fuggevole, stolta vanità estemporanea del suo capriccioso implorare 15 minuti, anche meno, di celebrità warholiana, svendendosi nel suo prodotto da macelleria, mercificando la sua anima in cerca d’un patetico, clemente Mi Piace in più. Elemosinando l’autostima più meschina e vile, pusillanime e priva d’una benché minima, personale dignità, nell’inscenare la nudità del suo essersi disumanizzato ed animalizzato in un prosciutto vivente offerto allo sguardo godereccio e porcellesco di chi, consumandolo, ne trarrà godimento cannibalistico dei più parimenti parassitari. Oramai sono radicale anche se non mi stette mai simpatico Marco Pannella e giammai ne voterò il partito omonimo. E, a tutt’oggi, reputo scandalosa e di cattivo gusto la premeditata mendicità di Marco, ritenendo raccapriccianti i suoi sciocchi scioperi della fame. Un modo forse più puttanesco della prostituzione per accattonare voti elettorali in forma ricattatoria delle più capziosamente orride. Postulando la falsità della povertà, sputando nel piatto di chi non poté davvero mangiare.

Detto ciò, per miracolo mi avvicinai a Springsteen. Dopo che, essendo scomparso durante l’adolescenza nella morte della mia anima forse già ultraterrena, forse solo assai tenera, ne ascoltai al massimo due canzoni, ovvero Streets of Philadelphia e The Ghost of Tom Joad

In data 8 Giugno 2003, come già scrissi, mi recai allo stadio Artemio Franchi di Firenze ad assistere a un suo concerto storico. Io, poco amante dei ritrovi canterini, io, cantore solo delle mie malinconie, ecco che fui in tribuna ad ammirare la folla in delirio, una folla più folle di me.

E, già come Joker, incitai la foll(i)a al ritmo del mio essere Nothing Man.

Peraltro, nel 2002 uscì un film che piace solo a me, ovvero City by the Sea.

E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia…

Perché forse, in quel momento, potevo davvero essere salvato come James Franco. Ma, da allora, invece non mi sentii più giovane, gagliardo e veramente romantico come il Boss di The River. Malgrado, di enorme, monumentale resilienza, stia curando l’editing di un libro di 249 pagine esatte per la Kimerik Edizioni, intitolato La leggenda dei lucenti temerari.

In quanto, prima di morire, voglio citarvi un pezzo celebre di Shutter Island: ricordatevi di noi, perché anche noi abbiamo vissuto, amato e riso.

Aggiungo io, ricordatevi di me. Perché io non ho saputo vivere da idiota come quasi tutti, non ho amato tre donne, sì, solo tre, come un maiale qualsiasi, non ho riso come un pagliaccio.

Perché io sono io. Bruce Springsteen è dio ma anche Jim Morrison non scherza poiché è Satana.

E, quando si arrabbia uno così, il re Lucertola, fatevi il segno della croce.

È arrivato l’Anticristo.

Così come non dimenticherò mai il finale di True Detective.

Errol Childress sostiene di essere molto cattivo.

Dinanzi a lui però ha Rust Cohle.

di Stefano Falotico

Nanni Moretti uscirà presto con Tre piani, peccato che dalla nascita non sia uscito dal suo Super Io da Henry – Pioggia di sangue, anche di romantiche lacrime


10 Jan

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Basta!

Pensavo si fosse affiliato a Di Maio, il Nanni. Pensavo che avesse preso il reddito di cittadinanza, chiedendo a Salvini di censurare Henry. Credetti, ma sbagliai, che avesse pagato magnanimamente gli zaini della Invicta degli 80 Euro di Matteo Renzi a Jasmine Trinca, da lui scoperta, oddio, ne La stanza del figlio.

Sì, Jasmine è ancora schizofrenica come ne La meglio gioventù, come la ragazza di faccio cose, vedo gente di Ecce Bombo. Dunque, deve tornare a “squola” con la q per divenire un quadro aziendale di tale società che non ama più i pasticceri trozkisti.

Sì, Jasmine va rieducata e riprogrammata come Kate Winslet di Holy Smoke.

Kate Winslet, nell’appena menzionatovi film di Jane Campion, riuscì a depistare il percorso rehab da John Lone de L’ultimo imperatore di Bertolucci, regista che fu amatissimo da Moretti, poiché si spogliò dinanzi a Sport/Harvey Keitel di Taxi Driver. Il re dei papponi. E, come dice Travis Bickle, dei ruffiani, dunque degli ipocriti.

Kate, in una notte calda di cosce e zanzare alla Luciano Ligabue, si mostrò ad Harvey tutta ignuda e Harvey, dinanzi al suo seno, certamente più sodo e grosso di quello piattissimo di Margherita Buy, al buio gustò tutta la Winslet buona, animalizzandosi come un bue.

Insomma, la matta Kate lo fotté in ogni senso, in tutto il suo seno. Harvey perse il senno, qui parafraso Alessandro Bergonzoni, perciò si rivelò solo un grosso porcellone assai presuntuoso, molto unto, bisonte e cafone.

Poiché volle reprimere la giovinezza d’una figlia dei fiori nel (de)moralizzarla da tutor della minchia.

Sì, spesso anche a me succede soventemente d’incontrare, lungo YouTube, persone che vorrebbero bocciarmi, bloccarmi, imboccarmi, intubarmi e trombarmi.

Gente che, gelosa della mia libertà e della mia florida bellezza, mi dà del troll quando invero mi piace giocosamente viaggiare per il mondo con il trolley.

Visitando città a me ancora ignote che vanno da Noto, in Sicilia, sino a Milano, poi arrivano a Mirano, in provincia di Venezia, cittadina natia di Federica Pellegrini, campionessa di nuoto per cui sarei rana, poi principe di stile libero da vero sessuale pellegrino per tuffarmi in lei con salti carpiati da Tania Cagnotto.

Sì, cerco un centro di gravità permanente, eh già, cantò Nanni Moretti, no, scusate, cantò E ti vengo a cercare di Franco Battiato quando fu ancora bellamente autarchico… in Palombella rossa.

Un Nanni politicamente scorretto e controcorrente che a me piacque un sacco bello…

Poiché agguerrito polemista, incazzato anche sano fancazzista schierato apertamente contro un mondo d’ingiustizie. Delirante, sfigato mai visto, uno capace di leccare, insonne, un barattolo intero di Nutella, struggendosi per Laura Morante e sospirando nella sua anima, nel plenilunio alto, Con il nastro rosa di Lucio Battisti.

Comunque, adesso ho un po’ paura, adesso che quest’avventura sta diventando una storia vera, spero soltanto che tu sia sincera…

Di mio, che posso dirvi?

Inseguendo una libellula in un prato, un giorno che avevo rotto col passato quando già credevo di esserci riuscito, son caduto.

E non vorrei aver sbagliato la mia spesa o la mia sposa…

Sì, quando m’innamoro, non so più gestire le mie emozioni e divento come Stefano Accorsi, sì, sempre de La stanza del figlio.

La mia Laura Morante mi fa uscire di testa come Stefano/Dino Campana di Un viaggio chiamato amore.

Ma devo ringraziarla… i miei pezzi migliori li scrivo quando sono Innamorato pazzo come Adriano Celentano. V’è una forza, una disperazione, una potenza emotiva da lasciare stordito anche me.

Di cui si può dire tutto tranne che non possegga un Segni particolare, bellissimo.

Quando m’innamoro, divengo, poche volte vengo, un personaggio larger than life come il miglior Cinema di Lars von Trier.

Sono capace di seguire lo stream of consciousness delle mie Onde del destino.

Sì, l’amore rende ciechi e allora ballo con Dancer in the Dark.

Anche Dancing in the Dark alla Bruce Sprinsteen di I’m on Fire.

Molte persone invece s’istupidiscono come in un film e libro di Moccia con Riccardo Scamarcio e non possiederanno mai il carisma malinconico di John Wick 2.

Insomma, si castrano come Stefano Dionisi di Farinelli.

E sbraitano come Carlo Verdone di Maledetto il giorno che t’ho incontrato.

Nanni, comunque, il miglior film sulle tre stanze del figlio, no, istanze della personalità rimane Mulholland Dr.

Mah, di mio, che io mi ricordi, mi dissero a tredici anni che ero un genio.

Non diedi mai retta a una puttanata del genere.

Al che, ieri sera, feci ascoltare l’audiolibro, da me recitato, del mio nuovo romanzo a una platea di amici.

– Vai, spingi play.

 

Alla fine, tutti quanti mi picchiarono a sangue. Perché, purtroppo, lo sono ancora…

Se siete curiosi di ascoltare tutto l’audiolibro, dovete aspettare. Occorreranno giorni e ancora giorni affinché possiate ascoltarlo in forma integrale e ottimale. Se invece, nel frattempo, volete comunque leggerlo, anche in digitale, digitate La prigionia della tua levità su Amazon, IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dunque accattatevelo! Se invece non vi piace leggere, nemmeno le anime delle persone, e pensate che la vita sia un lavoretto e un sabato sera per far bisboccia, onestamente, potete anche andare a prendervelo in culo. Non m’impedirete di fare l’artista, no, non ho bisogno di essere medico, non m’indurrete al suicidio come fece il ragazzo poeta de L’attimo fuggente.

Dunque, nessun (rim)pianto, nessun pilifero impianto, mi sono ricresciuti i capelli. Abito al quarto piano e quella del settimo non ce la fa a prendere l’ascensore con me perché arrossisce e rimane imbarazzata poiché è l’unica super figa del quartiere che non riesce a rendermelo rizzo.

Su questa faloticata, vi lascio e ci sentiamo domani. Tanto, ce n’è sempre una. Ah ah.

Comunque, i tempi sono cambiati. Anche io, come no?

Per anni, fui Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Poi, mi accorsi che esistono i pazzi. Sì, nella clinica di Qualcuno volò sul nido del cuculo, incontrai, oltre al d.o.c., ovvero il disturbo ossessivo-compulsivo, anche DOC di Ritorno al futuro. Vale a dire Christopher Lloyd.

Sì, Christopher mi disse che le mie mani non tremano più. Sì, mi curai dal Parkinson come Michael J. Fox.

Al che, chiesi a Chris se potesse spedirmi indietro ai tempi in cui Elisabeth Shue era più giovane e pure io.

Lui mi disse che la macchina del tempo esiste solo nei libri di Marcel Proust, a livello metaforico, e nel succiato film di Bob Zemeckis.

Mi consigliò però di dare lezioni di scrittura creativa a Danny DeVito.

Me la tirai da Billy Crystal di Getta la mamma dal treno.

L’avete mai visto questo gioiellino? Billy interpreta la parte del professore d’italiano che dà lezioni neanche se fosse Alessandro Baricco. Era ricco quasi quanto lui ma la moglie gli portò via tutto. E Billy, distrutto, si chiuse a riccio.

Al che, si trovò a insegnare a degli studenti peggiori di quelli di Paolo Villaggio di Io speriamo che me la cavo e di Michele Placido di Mery per sempre.

Prende su parola un tizio col suo elaborato, sicuramente una disamina degna del Nobel e del Pulitzer, certo…

Il suo romanzo s’intitolò Cento donne che vorrei scoparmi.

Non sto scherzando, guardate il film.

Sì, il mio prossimo romanzo sarà proprio intitolato così. Non siete curiosi di leggerlo?

Già, non sarà solamente una lista della spesa o del vorrei che fosse la mia sposa…

Credo che partirò da Sharon Stone. Dunque, in medias res della sua figa, no, della sua filmografia, ovvero partendo da Basic Instinct, cioè dalla sua, appunto, scrittrice Catherine Tramell, ripercorrerò in anale, no, in psicanalisi, no, in analessi il suo excursus di donna desiderata non soltanto da un maniaco voyeurista come William Baldwin di Sliver, bensì anche da Sam Rothstein/De Niro di Casinò.

Michael Douglas, in Basic Instinct, si chiama Nick Curran. De Niro scopò Milla Jovovich in Stone, appunto, di John Curran.

Poi, chiederò a un altro Michael, Michael Caton-Jones, il regista di Scandal e di Voglia di ricominciare, come mai girò il sequel orribile, Basic Instinct 2 ma pure un film malinconico più di Luigi Tenco, Colpevole d’omicidio, un film su un’ingiustizia, una pellicola dal titolo italiano che non rende giustizia al belllissimo titolo originale, City by the Sea. Ambientato, perlopiù, ad Asbury Park, la patria dei sogni perduti di Bruce Springsteen. Asbury Park, ove i fantasmi luccicano nelle notti più cupe e ove La messa (non) è finita. Poiché Nanni Moretti è bravo, molto bravo ma Tom Morello ancora di più. Cammino per istrada con aria sconsolata e, fra le stelle della luna alata, i vampiri mi chiamano the poet… Perché, che vi piaccia o no, i cani offendono ma i cantori esistono. E non vi è alcuna spiegazione razionale possibile.

 

 

di Stefano Falotico

 

La telefonata di Silvio alla Belena è da purissima volpe che non può competere con la pulizia intoccabile del mio Ghost of Tom Joad


03 Aug

Ho detto tutto.

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Bruce Springsteen, Tom Joad Ghost


20 Apr

 

Gradita mia congrega, ai miei servigi, innalzo la poesia a valore inviolabile, e già scrissi di tal masterpiece a voi donato di mia immensità. Grazie

Se copiar vorrete, sapete anche che tale estratto è già depositato per nuovi pezzi di miei altri capodopera!

 

Il vampiro e il tuono!

Recidivo al cigno nero, professo la mia misantropia irriguardosa e cinica dinanzi all’egemonia delle anime e, fulmineo, svezzo gli svelti, lapidari giudizi. Aff(r)ettando la lama in gola!

Polsi recisi, pulsazioni ribelli, bollenti dignità rubate dalla prostituzione del mercimonio d’animali sociali, “bardati” di frenesia corporea e plebiscito a brusio degli arbitrari fischietti .
Libere scelte amputate e lesioni d’una circospezione dai cani(ni) incisi lor “densi” e ad addentar, “a puntino”, il sangue di chi odora nel proprio immondo, pugnace, vilissimo Cuore.

Un urlo si scaglia “blasfemo” e famelico dirimpetto ai loro visi massacrati.
Annichiliti, stremati, piangono dell’infamia con cui s’affamaron d’azzannato indagare e ledere con golosa indole sempre rabbiosa, nascosta in “eleganza” di “rinomato” lor gridare “amore”.

Attacco, estenuarli, assaggiar il “manto carezzevole” dell’onta a ferali loro “appetiti”, e gustoso lord-o “schiamazzar’” in porpora d’innaffiate vendette ferree come un coltello roboante dalle disossate vene “sacre” e spellate d’ogni altro “intimo” arpionare.

Flagello!

Erotismo furioso ad apice di sfoderata rabbia nelle ferite federe del “lento” inturgidire l’adirato dagli “sbadigli” e dal “dormirvi” d’oppressione

Gretchen Mol, seno che ballavi in spiaggia d’un velo sventrato dal consanguineo mio taglio finissimo nel permeare la tua figa con sopraffine penetrazioni ondose all’oceanica tua divina Donna sacrificale nel ventre d’un armonioso baldacchino sospirato in sudati, enormemente goduti amplessi emozionali durante la fresca freccia delle brezze e snodata a propulsiva torsione d’anfratti cheti fra gocce respiranti un crepuscolo estivo di cavalcanti maree.

Così ti scopai, femmina di mia Creatura al titanio del Re Nettuno, forcone slacciato in aguzzo scarnificare la vergine pura del magico supplizio genuflesso a supplicare altri morsi dai fremiti passionali.

Polly Walker, il tuo culo incantò le mie catene e slegò l’Uomo, vertiginosamente protesa ai neri precipizi di chi ottenebrò, oscurantista, la selvatica mia sete d’ogni forma tua ansimata in schiene nostre perfette e arcuate di fulgido divellerci.
Nel tuo culo, con la dolce aberrazione dell’erta e virile erosione, tersi la brace contorta del mio pene mordace e, morendo lascivo nel vagito tuo superbo, innalzai un altro orgasmo sul raschiare la tenera tua alcova di sussulti e l’insulto falso al mio incalzante gioco, invero tua delizia e non frenarti a pantera bianca dalle perverse, savie macchie dai, dai, dai torridi baci intonati nei labirinti slabbrati, profumati, decadenti del tuo arroccar l’Uomo ed effonderlo a (e)liso cazzo “morbido”.

Monica Bellucci, i tuoi capezzoli sbranarono il Peccato e te ne saziasti, graffi alla mia schiena “putrida” nel satanico putiferio di violente gambe e tatuaggio dell’avvinghiato accogliermi in floreale “stupro”.

L’orco, paralizzato e fulminato nella sua blindata certezza “scremata”, è un forno crematorio di paura claustrofobica alle asfissie che lo stan soffocando con “calma” apparente dal terrore “slanciato” a suspense della tensione!

Questa è la mia giusta lussuria, scagliata a tuo ossario.

M’ammainai ché, nell’ammutolire ogni rosea e metempirica visione, le scimmie depredarono le mie spade, con “affinate” armi!

La mia lussuria si scaglierà terribile di veemenza arsa a vostra finta sapienza.
La mia lussuria è un vampiro che lacererà le tue menzogne, seppellirà il morto che tu non vivesti da puro, e distruggerà ogni tua sanità!

Donna, apri il tuo fuoco!

Ora, amami e ascoltate tali parole, ché acquistare il mio è un ordine di Dracula!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’ultimo dei Mohicani (1992)
  2. Rocky (1976)
  3. Colpevole d’omicidio (2002)
  4. Le due verità – Forever Mine (1999)

Boss nel Tempo


21 Mar

 

Genius, legend!

In occasione dell’uscita del nuovo, particolarissimo album di Springsteen, “Wrecking Ball”, un personale omaggio a uno dei grandi cantastorie dell’America.

Quella che molti (non) vogliono sentire, nelle regioni, o solo ragioni, troppo profonde del Cuore.

 

 

Lyrics-heggiando“, echeggiamo…, aleggiando.

 

 

Alle radici “alpine” del sonno, fra i Grand Canyon dell’anima, degli uomini veri.
“Sporchi”, sudati, “sbagliati”, innamoratissimi, dall’umor che va in malora, con le ore fuori “chrono“(metria), “tifoni nel termo”, “malfermi”, attorcigliati, “cespugliosi”, belli, bruttini, fra “puttane” e birra, senza Red Bull ma con ipertrofica forza, poetica, letteraria, “paesaggistica”, saggi(a), che han già piluccato l’assaggio di chi non li massaggiò, Cuori ribelli nella tempesta, dei dolori, quelli che tieni nascosti e che (ti) fottono, bugiardi per onore a chi è mercenario, a chi, anche se è Dio, non si darà mai troppe arie, senza didattiche presunzioni, senza retoriche di “storie” scolastiche, “infilato in culo” alla vita, con una Donna che ti lecca e forse t’ha già ferito, ma brancola con te senza più i branchi di cattive compagnie, senza quella pestilenza e le “penitenze”, e pigia, accelerato” nelle strade, senza appestar neanche gli impostori e i loro assalti predatori, o solo quei vigliacchi, bastardi pestaggi, quei peti d’una flatulenza invidiosa, quel macello di carne abusata, esposta, “lubrificata”, “(a)dorata”, “impatentata”, etichettata, “mercanteggiata” al market, al parcheggio del porco.

Nel suo Drive… In & On, talvolta “off“(line), mai allineati, “iellati”, “Elah-tici nella valle” di Golia e David, Tommy Lee Jones delle “rughe” del sangue, del segreto della Bellezza, personale, pittata e dipinta ancor meglio in altre notti, in altri amplessi, sul petto, nel “plettro” del diapason sonante, assonnato, serpentello a sonagli, ah, sì, “ragli”, ma non lo taglierete, non lo sminuirete né sminuzzerete, ah, potete solo “aizzarlo” ma sempre “drizza”, cavallo vincente, stallone puro di vene, di pene, di martirio, di te che la apri, la godi, mi (s)tendo, tendini nervici, ah, l’alta tensione, lacerazioni, eccitazione su di me che ti pretendo così come sei, senza girarci attorno troppo o girandoti, per un (di)dietro le quinte da “Fantasma” dell’Opera, “paperi” ma non “quaquareggiamo“, acquosi c'”illimpidiamo”, di “lipidi”, di libidine, di questo Sole splendente, roventissimo sulle pietre già “macerate”.

Ti voglio!

Cavalchiamola, nel Rio Bravo.

Bravi!

Estratto “romanzesco”.

Capolavoro!

 

Ballata ruvida, “nel Nordest dell’Ohio“, alla “matrice” d’una prateria dell’antichissimo West, di “dances with wolves“, per il nostro… Range.

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)