Posts Tagged ‘The Good Shepherd’

Cybill Shepherd/Betsy (ex di Peter Bogdanovich) di TAXI DRIVER è sempre stata meno affascinante rispetto alla “lesbica” Jodie Foster/iris


11 Jan

Cybill Shepherd

Sono sempre stato un uomo complicato. Una contraddizione vivente come De Niro/Travis Bickle.

Ora, se andate da un uomo normale e gli chiedete chi sceglierebbe fra la Shepherd e la Foster, senza pensarvi su due volte, vi risponderà la prima, cioè Cybill.

Perché la Foster è lesbica? No, perché gli uomini “normali” scelgono le bellezze più canoniche, più à la Baywatch.

Infatti, pure Travis, pazzo “conclamato”, sbagliò in questo. Non soltanto perché Jodie fu minorenne in Taxi Driver. Quindi lui, non essendo giustamente pedofilo, rifiutò la proposta indecente di Robert Redford, no, offertagli dal pappone Harvey Keitel/Sport.

Salvandola invece da questo debosciato.

Semplicemente perché anche Robert De Niro è sostanzialmente un uomo banale. Da cui The Good Shepherd. Cioè la bona Sibilla?

Ah ah, no, il titolo della sua seconda regia. Buon film, comunque sia.

Il buon pastore.

Sì, cari sempliciotti. Voi vi accontentate delle banalità.

Gli uomini e le donne non si guardano e amano dall’apparenza e non si ammirano solo per via della loro più evidente bellezza.

È il fascino che fa la differenza. Ed è per questo che vi siete ridotti su TikTok.

 

di Stefano Falotico

foster

Secondo me, Leonardo DiCaprio e Matt Damon sono due gemelli eterozigoti, forse non sono neppure eterosessuali


24 May

03520539Pensate che bestemmi? Macché. Questo succede solo quando scarto il Blu-ray di Scoprendo Forrester e scopro che nel finale c’è il cammeo di Damon.

Sì, Damon è come il prezzemolo. Peraltro, un leccaculo mai visto. Una volta che infatti lavora con un regista, in questo caso Van Sant, poi torna a lavorarci pure nei cammei. Pensiamo alle pellicole di Terry Gilliam. Terry quasi sempre deve ficcarci l’apparizione di questo Matt. Di mio, mi ficcherei Monica Bellucci de I fratelli Grimm. Ah, una donna che ti strega, ti fa impazzire come il Joker/Heath Ledger.

Con Scorsese non è successo. DiCaprio e Damon recitarono la parte di due biondini semi-imparentati. Sì, uno fa di cognome Costigan, l’altro Sullivan, siamo lì, insomma. Questione di un paio di lettere, non sottilizziamo. Due quasi parenti, uno quasi da manicomio, l’altro con la faccia da Valium, sì, da facciale paresi, un duetto gemellare fra due uomini dai capelli ariani, nonostante DiCaprio, pur avendo una criniera da leone, sia di origini crucche e italiane. Fra l’altro, una volta lo vidi sotto i faraglioni di Capri a ballare con Peppino…

Damon, in quest’occasione, guardò lo spettacolo, seduto sulla poltroncina mentre tutti i pazzi nella piazzetta, pur stando muti, furono più espressivi di questo genio ribelle…

Sì, ho rivisto e recensito Will HuntingWill Hunting uscì nello stesso anno di Titanic. All’epoca, le teenager si divisero faziosamente tra il fanatismo per DiCaprio e quello per Damon. Queste ultime scelsero col culo da frust(r)ate. Di solito il fanatismo è tipico delle sfigate. Il sadomasochismo invece è caratteristico delle ragazze che, oltre a non essere cagate da nessun uomo, scelgono pure la persona sbagliata sul grande schermo. Contente loro…

DiCaprio, pur non essendo De Niro, rifiutò la parte da protagonista in The Good Shepherd. Al che De Niro opzionò Damon. La sua brutta copia. De Niro si riservò la parte di una spia chiamata proprio Sullivan. Ho detto tutto. Non è che sia Damon sia Leo siano stati partoriti da Uma Thurman quando De Niro stava con lei ai tempi de Lo sbirro, il boss e la biondaMah. Dovremmo chiederlo a Meryl Streep de Il dubbio.

Sia DiCaprio che Matt Damon hanno lavorato con Eastwood e con Brad Pitt.

Eh sì, non ci sono mai due biondi senza il terzo e senza il Biondo dei film di Sergio Leone.

Tutti e due hanno vinto l’Oscar. DiCaprio come Best Actor, Damon come miglior sceneggiatore. Damon, compresi Ford v. Ferrari di prossima uscita e le sue partecipazioni attoriali in sketch vari del Saturday Night Live, ha 82 credits all’attivo. DiCaprio invece quasi la metà, ovvero 44.

Damon ha da tempo trovato la sua dolce metà. DiCaprio sta ancora con Emma Marrone? No, Camilla Morrone?

Comunque, Leo è molto accreditato per i suoi “maroni” presso le donne. Pare che sia stato con 5000 femmine. Matt Damon invece soventemente, nei film da lui interpretati, fa la parte della femminuccia. Cioè di quello che lo prende in quel posto. Circola voce comunque che entrambi nascondano la loro omosessualità. DiCaprio è quello prestigiosamente più attivo sessualmente, Damon quello meno passivo cinematograficamente. Mi piace molto di più Leo rispetto a Damon. Ma, detta sinceramente, non è che m’inculi molto tutti e due.

Ricordate: se siete bellocci, potete ambire a Monica Bellucci.

Ve lo dice Danny DeVito, il fratello di De Niro di The Comedian.

 

di Stefano Faloticoup05 the comedian de niro devito

Matt Damon - Monica Bellucci

Matt Damon – Monica Bellucci

La vita è un frigorifero, ed è giusto che si mantenga fredda


28 Nov

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In questi giorni, mia madre si lagna perché il frigorifero è rotto e le cibarie si riscaldano nel buco dell’ozono di un Sole invero pallido che, in quest’autunno d’ultime foglie, scivola dolcemente annoiato sul Pasto Nudo dell’umanità.

Sì, che dubbio amletico “rilevante” quello di mia madre. E per tutto il giorno è preoccupata se scegliere un Indesit o un No Frost. Ma non sa su quale frigo optare perché uno è più conveniente e capiente ma ha un colore che stona col resto degli elettrodomestici, mentre l’altro è meno spazioso ma s’intona di più con l’arredamento rustico della cucina. Sì, come diceva Kevin Costner de Gli intoccabili, c’è una parte di mondo che si preoccupa del colore della cucina, appunto.

Sì, le donne son sempre casalinghe anche quando svolgono lavori “emancipati” che le imp(r)egnano a far le insegnanti. Sì, mia madre insegnava e io ho sempre aspramente criticato questa professione. Metodica, noiosa, ove per tutto l’anno s’inculcano, in quei ragazzi così vitali, programmi “educativi” ammorbanti, (s)fatti d’induzioni da imparare a memoria, e li si redarguisce, li si depista dalle loro vere, spassionate, appassionatissime potenzialità, indirizzandoli a un buon senso “raddrizzante” che possa (de)formarli come uomini. Uomini che diverranno appunto burocratici (f)rizzanti e s’imborghesiranno dietro logiche convenzionali solo al tirar a campare, prosciugando quelli che erano i sogni per cui erano (in)nati. Hanno da cambiare i pannolini solo ai loro neonati…

Sì, ho visto le migliori menti della mia generazione scivolare nella demenza di massa. Una volta che acquisirono le “credenziali” per attestare una presunta superiorità intellettuale, si avvelenarono di conformismo tristemente adatt(at)o al mondo squallidamente odierno che tanto criticano e a cui, per codardia dell’animo, abdicano in favore di un qualunquistico, meschino e ruffiano quieto vivere.

Le donne, appunto, si dividono fra lavori “ambiziosi” e amanti dagli amplessi “rincuoranti”, figliando una generazione di gremlins che oggi vengono definiti nerd.

Sì, sono stanco del femminismo, credo che il cosiddetto diritto alla parità sessuale abbia reso gli uomini meno (d)ritti. Spenti dalle femminilità che educano al bon ton mieloso, al calore domestico, alla vita tranquilla a cui le donne hanno sempre anelato, e che ben poco appartiene al sesso forte. Che, col passare del tempo, pur di rimediare delle scopate, ha ceduto a queste lusinghe, in un’agghiacciante, preoccupante effeminatezza delle virilità che furono. Ribadisco, pur di rimorchiare e venire… incontro alle esigenze delle donne, da robusti donnaioli gli uomini son diventati delle donnette. Al che li vedi andare al cinema mano nella mano a godere dell’ultimo film di Kathryn Bigelow, una che, sì, un tempo tifava anche per noi maschietti e girava film adrenalinici machi, improntati sull’amicizia ribalda tra figli di puttana, e oggi, dopo aver vinto l’Oscar, gira con sguardo appunto da “donna con le palle” dei discreti film di denuncia come Detroit, film di “negri” inculati, film acclamatissimi da una Critica dominata dall’intellighenzia alla Angela Merkel, per un Cinema documentaristico “serio e onesto”, privo però di guizzi e slanci davvero poetici, privo di quel pathos emozionalmente tipico di noi uomini che, mi spiace dirlo, care donne, siam sempre stati più fantasiosamente lirici, fiammeggianti, deliranti, in una parola più cazzuti. Questi film saranno pure finemente girati, scrupolosamente orchestrati, ma mancano della sincerità mascolina di Quel pomeriggio di un giorno da cani, anche se in quel film Pacino rapinava la banca affinché il suo amante diventasse una donna. Ah ah. Pacino sbraitava e “latrava” ma la sua rabbia cagnesca (in)castrarono…

Sì, ho molto da ridire sulle donne. Molte donne mi dicono che sono abbastanza misogino. Io toglierei quest’abbastanza che parzialmente screma la mia totale misoginia. Sì, vedi queste donne di oggi… hanno un lavoro in banca, Dog Day Afternoon docet, e poi sono preoccupate che il figlio diventi un bravo “guaglione”, che diligentemente studi per prendersi la LAURA, come diceva Totò, che abbia molti amici da leccare in socialità false da bevute nei pub, che evolva sessualmente sano dalla sua pubescenza, e che s’interessi di “cultura” con puro spirito pratico. Insomma, il ritratto perfettino di sciocchini che diverranno osceni giornalisti…

Sì, un tempo i genitori volevano che i figli diventassero medici o avvocati. Oggi, invece vogliono che siano persone di “valore” in ambito giornalistico. Ma i figli, essendo questo sistema molto competitivo, non vanno mica in trincea in guerra a far i reportage, scrivono invece articoletti di gossip sull’eterna separazione fra Brad Pitt a cui è stato offerto il ruolo di capo della CIA in un film intitolato Spia il maschio geloso che ti sparerà dietro le s-palle, e la Jolie, a cui invece è stato proposto ancora il ruolo della moglie rediviva e cornificata nel Buon Pastore 2, film di De Niro in cui Damon “pasturerà” con donzelle meno femministe e più attratte dalla sua “pistola”.

Chi dice danno, dice donna. Un proverbio vero come il mio uccello di prima mattina che si “scrolla” di dosso… le vostre puttan(at)e.

Sì, per quanto tentai indefessamente, molto da fesso, di ficcar delle “fesse”, ah ah, non ne godetti molto e la mia vita non ne giovò. Le donne son sempre state attratte dall’irremovibilità del mio maschio romantico ma polemico, dal mio Homo Eroticus di sexy beast a cui non frega niente di trombarle. E si diedero da fare per “sbloccarmi”, per farmi capire che doveva piacermi… sì, vedrai… una volta “svezzato”, la vita ti sorriderà. Di mio, so che la vita è meglio col proprio coglione. Anche se ne ho due e spero di conservarli in “frigorifero” finché non troverò un porno su cui lasciarli “scaldare”.

Scusate, ma se le donne sono provocanti, perché io non posso provocarle?

In una società che te lo fa nero, piacciono i neri.

E lo sa la Bigelow, una che era sposata con James Cameron e adesso gira con quelli del Camerun!

Ah ah.

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di Stefano Falotico

Matt Damon in “Interstellar”


29 Aug

Matt(o) Damon sta imperversando: adesso anche in Interstellar di Nolan. New entry delcast “stellare”.
Abbiamo finito di dar fiducia a questo robot?
Introduzione “veneziana”. Sfoglio un quotidiano che, come di solito si fa “gossip”, “scaraventa” in prima pagine la spettacolare linguaccia di Sandra Bullock, versione puttanella vicino a Clooney sul motoscafo.
Lui non la guarda di striscio nonostante i guardacostieri ma lei, oh sì lo intuisco dietro questa simpatica “smorfia”, ardisce a (pre)tendere l’oggetto “navigante” del desiderato beniamino di tutti: il bel Giorgione.
Manca la gommina da masticare. Di contro un patetico abbordaggio.
Sì, George gigioneggia sempre al Lido, riceve applausi scroscianti e al contempo-contento menefreghisti, riversandolo ammiccante su tutte le sue fan che vorrebbero proprio un Clooney rizzante a letto “caldeggiandolo” fra una calle del glande e la glassa, candeggina ruffiana dell’arruffarselo con far da (s)venduta.
Sì, Sandra ci prov(oc)a, mira d’orizzonti che già con George sognano un dolce, permeato e di Permaflex tramonto.
Ma George è fedele, non sporcherà il suo fidanzamento senza “nuziale” per oziar con la Bullock “spaziale”.
Sì, Sandra è apparsa in splendida forma, galattica di seno come il girovita formoso della Via Lattea. Effetto lucente, graffiante di nome Gravity.
Sì, ma deve accontentarsi dei “miseri” mortali a cui d(on)arla in lor “dorante” ammirazione.
Dinamica “virtuale” dei peccatini veniali a sua anodina figura dalla finta magra invero soda.
Ora, cosa c’entra tutto ciò con Matt Damon? C’entra eccome. Matt, innanzitutto, è presenza fissa a mo’ di prezzemolino in cinquanta film all’an(n)o. Non è un’iperbole ma le sue interpretazioni sono anonimie che svaniscono dimenticabilissime come bolle di sapone. La sua inespressività induce la nostra bile ad arrabbiarsi, c’irrita Matt eppur riesce a immettersi in ogni pellicola. Ove cambia sempre “pelle” nonostante rimanga uno stoccafisso.
L’ho presa “al largo”. Vi spiego ora perché ho citato Georgino. Egli è molto amico di Damon.
Infatti, come lecca il culo Matt neppure il peggior demonio. Compare “cameo” in tutti i Coppola, anche sol d’apparizione (sempre d’altronde) che non lascia il segno. Chi l’ha visto? Devi scorrere la sua filmografia su “IMDb” per annotare ove forse l’avevi notato. Varia da interprete “principale” di “filmoni” a cui avrei tagliato il protagonista nel recider nettamente di “montaggio” e montanti alla sua faccia “slogata”, sì, è un LEGO, a capolavori di Gilliam in cui “saltella” da “pupillo” nelle pupille penetranti quanto l’incisività “impressionante” del suo carisma sui nostri pugni in faccia. Appoggiatemi. Dai, Matt. Porgici le guanciotte.
Matt Damon, nato nel 1970. Ha già 64 titoli all’attivo. Ma siate onesti.
Uno con tal mole di credits è mai stato vagamente credibile almeno in un (sotto)titolo?
Mah, ho seri dubbi. Nel 1997, fra le ragazzine amanti degli efebici biondini, venne… scatenato un contenzioso da “strappar” i capelli… le adolescenti, in preda agli o(r)moni più confusi, si “spartirono” (non solo le acque da bagnanti…) tra un tifar DiCaprio di Titanic, appunto, e Matt di Will Hunting. Ah ah, sospiravano. Che ardimento alimentarsi così, eh? Ah ah!
All’epoca, ricordo che lessi su “Ciak” l’opinione di una fan del Damon.
Non posso riportarvi letteralmente la “letterina d’amore” per natural smemoratezza dovuta al “fallo” che non sono un database delle sceme innamorate, ma qualcosa mi vien… alla mente. Il suo “invaghimento” da demente femminuccia per questo maschietto ancor oggi ebetuccio. Si lamentava, infatti, che Matt non riscuotesse lo stesso s(ucc)esso di Leonardo.

Cara redazione,
carissima Piera Detassis. Son incazzatissima, al massimo delle agitazioni degli estrogeni impazziti d’eccitazione, perché tutte le mie compagne di b(r)anco van matte per Leonardo e non per Matt. Sono l’unica che vorrebbe il suo cazzo? Datemi una conferma. Vorrei essere l’infermiera di Matt, fermatemi! Non sono da mental infermità solo per colpa di Damon Matt?
Posso permettermi di scrivervi ciò? Non mi giudicate male, vero?

Spiegatemi se sono pazza. Trattate Damon da pupazzino, ma me lo spupazzerei più dell’altro. Anche di chiodi sull’altarino. Lui è di razza.
Sì, devo esservi sincera comunque. Mi piace molto anche Leonardo però, dato che nessuno dei sue si farà… avanti, son (co)stretta a scegliere la fantasia più 
ribelle. Devo giocoforza contenermi. Che rabbia! Fra i due bellocci, sicuramente opto per Matt. I suoi occhialetti spaccan la mia fighella cieca in ottiche (di)storte. Talora, dopo averlo… guardato per ore, mi sento distrutta. I miei occhi glielo (es)torceranno mai? Oh, mio Matt!
Lo voglio, lo voglio, voglio Matt che mi spalmi l’olio! Lo esclamo. Lo scorsi in passerella, la mia giuliva scottò di brace-padella in passerotta cottissima e desiderosa del “Non mi passerà il desiderio di quel passerone da olive fresche”.

Distinti saluti,
una conclamata, svergognata, senza peli… ninfomane… “a (s)venire”.


Ecco, fra i due litiganti, meglio che “goda” Leonardo. Ha più talento. Indubbiamente più fascino, mi spiace molto per le (am)miratrici di Matt, non vale un caz’.

Sì, sono come Nanni Moretti di Sogni d’oro. Do le perle ai porci da “professore” ma i miei studenti mi deridono a (ri)petizione. Mi criticano perché non so amare parimenti a loro (ar)dire. No, non ardo per il lardo.
Quindi, Laura Morante di noi altri, ah viviamo in tempi imbruttiti, mi “condanna”, dandomi… dell’arido.
Mi disprezza!
Anziché ammutolirmi come Nanni, uso la strategia più “maschilista” alla sua emancipata femminista…

Laura, son Uomo che se ne frega delle raccomandate lauree. M’ero raccomandato di non sfidarmi.
Lo so. Lo so… adesso sei passata dall’esser un cesso (eh sì, come ho fatto a innamorarmi di te a quell’epoca?..) alla Barbara d’Urso sempre ne Lo sguardo dell’altro. E dire che credevi alla tua sana, pura femminilità.
L’hai data poi di qua e di là, senza badar a spese. Sei di-venuta… la badante di tutti… attacchi il Cinema “infantile” di Tarantino, fai… comunella coi registi più furbetti, ma ti sarò obiettivo…
Ti leggo una mia poesia di “cuore”. L’ho scritta ieri dopo l’ennesima avance di una scaldata da “Avanti popolo, bandiera rossa e te la sventaglio arrossata”.

Ciao “cara”,
ti ho mostrato la copertina… in anteprima del mio nuovo capodopera letterario, “
Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne”. Un libro che mi è costato enorme sacrificio, quasi carnale. Ho divorato proprio la mia anima, scarnendola a indagine misteriosa dell’inconscio, mescendola a una sorta di remake in prosa di Angel Heart, unendo le suggestioni indotte dalla visione di Parker al “Faust” celeberrimo di Goethe. Son saltate fuori 180 pagine esatte vergate dal limpido mio sangue versato fra versetti altamente poetici e delirante, squisito esistenzialismo.
“Cara” Laura, questo è un libro dal romanticismo più vero.
In radio, per te, pass(er)a Alessandra Amoroso. Registrala e canta (come) tutte le “scrofe”.

Abbracci, non a braccetto, ti spezzo il braccio da lavandaia e bacini puliti. Baciamo le mani!
Firmato uno “stinto” sal(u)to da un Uomo “gentilissimo” col gentil sesso solo quando ca(r)pirà il sen(s)o della vita.
Oggi, tu mi scambi per dissennato, sto disseminando Cultura non troi(at)e
Non trovi? Volevi trombarmi?
Non contaminarmi di virus.

La migliore interpretazione di Matt Damon, da Oscar. Perché in questo film è identico alla sua “statuetta”

Nei panni di Edward Wildon è strepitoso. Il film è diretto da De Niro ed è magnifico, sia a livelli di regia e sia Matt.
The Good Shepherd. La storia della mia vita.
Un Uomo crede nell’amore ma sarà tradito anche da tutti gli amici.
Verso la fine del film, Matt finalmente manda a cagare Angelina Jolie e la lascia a Pitt.
Deciderà di sposarsi per credere di nuovo ai (ri)sentimenti.
Aspetta la sua bella ma, poco prima del matrimonio, gli spioni la gettan giù dall’aereo.
Doveva essere un bel momento. Finalmente Matt si era sbloccato e invece fu paralizzato.
Insomma, troppo serio e valoroso da meritarsi uno sguardo sulla realtà e lo (ar)resero da Valium.
Ho detto tutto…
Eh già…
Ecco Matt. Mi son sciolto come un ghiacciolo. Visto? Dinanzi a una merda come te, divento diarrea sciolta. Più che Damon il Demone!

Idiot!

Continua a piacermi la “religione” di Scorsese, c’è qualche problema fascista “moderno?”
Celebrate il grande Cinema e i grandi, non le scimmie che van a donnacce.

Evviva Frusciante, il fruscio e anche le plateali stronzate.

La vita è una pernacchia.

Abbiate fede e sarete ricompensate dal mio piatto di cime di rapa.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’uomo della pioggia (1997)
  2. The Monuments Men (2013)
  3. Il Grinta (2010)

 

CIA


29 Apr

Ribaltando così l’assunto del “Paradiso” terrestre, invero infernalissimo

Prefazione “meteorologica” con orologio da polsino-“pulsante” (rosso…) R(ol)ex, cane fedele ma rabbioso se vuoi fotterlo sul Tempo

Di questi giorni apatici, tendenti all’assottigliamento della Primavera nei primi intonanti scrosci dell’Estate “incipiente”, possibilmente prossima ad aderirvi di pelli abbronzate nel pene “scosciante” box-Er a PR marpiona-costumino “1, 2, 3, prova” sul solare scioglimento per le accoppiate ai moli del molliccio-“abluzione” “terse”-erse alla pinetina-colada-solstizio-solidific(c)ato Sol “caldo”, previo pedalò “al largo” d’orgasmi umidini “sott’acqua” dei tradimenti “profondi” con notaio a “metter mano” sudicia-leguleia di pratiche al divorzio “nudo” delle peggiori offese fra corna, cornetti in riva di “glassa” cioccolata succhiata, cucchiai “annegati” al caffè amarezza-brezze-bracciate e braccialetti “marocchini” d’alta marea Vendittivù cumpra’ fra un “bacio” e un’altra “leccatina”, leccornie “salsedine”, salatini dolci negli orifizi con l’orefice a regalar “lei” una “perla” colore “stella marina” e “buchi” del “galleggiante” a bo(i)a fra un calamaro “gigante”, una piovra eccitantissima con Fiorello a “stonare” di Karaoke reminiscenza al suo ex liceale scientifico poi “figo” e ora per le “foche” di chi vive, “chiava” nelle fogne dei (ri)sentimenti goliardici non più golosi di “crema” ma piovigginando sale sugli irti colli della Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare e non “viene” neanche con Fantozzi, in quanto più sfigata di “lui” impotente cronico eppur di similarità “anemica” poiché frigida “imbottigliata” alle depressioni-pastiglia Chrono con dei coni per la “fragolina” più pistacchio di vita “stracciat(ell)a” in limonata granita “profumo” grandinate-burrasche-burrocacao-tempeste “rinfrescanti” la fighella arida e deserto “oasi” tanto felice come uno “spompato” da Camel Trophy, “dura” (com)petizione per petomani fumatori incalliti-Marlboro “boreale” aspirato di striscio e “liscia liscia va l’esca del pescar tra gli abissi una biscia”…, non v’è cer(tezz)a che non possa esser “toccata”, struccata ché l’allocca va col cocco su docce di teste “noci”-amplessi scimmie e arachidi in bocche “bocca bocca” fra le “bocce”, detta anche respirazione dell’umanità con la bronchite, causa stress logorante-polmonare, delle branchie fra banchi di nebbie serali quando il Tirreno non è più “torrido” e uno del branco “ab-Branca-menta” una “medusa” demente tra-montata, cantandole a “crepa”… “palle”… un abatantuonesco Diego fra tuoni del Cielo-tormenta-(om)one:


sono un fenomeno…,
“s
prupurziunat’” per quanto riguarda le dimensioni.,
e se trovo la “
tonna” giusta, me la ciuccio come un’aragosta!

A Ferragosto e anche la Luna è un girarrosto!

Che schifo di società merdosa.

Per fortuna ci son (D)Io, Uomo di un altro Pianeta, profumo Terrence Malick metafisico e “scrutatore” delle vostre “urne”, intese come tombe “elettorali” al mio Dracula che “sfoglia” le sue “crocette” nei colli delle verginelle, strappando lor il tanga con tanto di Orango… Tango “latino” al loro allattarmi per donar sangue colorito pallido, (non) mor(t)o.

La CIAcentral intelligence agency di ques(i)to cazzo.

Ha fatto più danni “lei” del petrolio, altro che quel coglioncello arteriosclerotico di Rossi Vasco, fannullone guitto che “cinguettava” per le ignoranti a cui “rifilò” lo “sfilatino” su “concertoni” in “luci”-lucciole San Siro.

Ehi tu delusa, attenta che chi troppo abusa…

rischia poi di raschiare il fondo del barile, detto anche il “cantante” bidone-spazzatura-trash totale dei ritornelli alla “bona” per suo uccell’ “usignolo” di “USA e getta”, post salvietta e non “salvata”.

Anzi, ancor di più “inculata”.

“The Hollywood Reporter” annuncia un film della Paramount diretto da D.J. Caruso.

Quando mai i deejay fan i registi? Mah…, sarà un “discotecaro” con ambizioni “cineaste-melodramma” da Lucio Dalla:

Qui dove il mare luccica
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento
un uomo abbraccia una ragazza
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto:

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai

Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare
e la bianca scia di un’elica
sentì il dolore nella musica
si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza
quegli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima
e lui credette di affogare.

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
e scioglie il sangue dint’e vene sai (mi fa sangue!)

Potenza della lirica (e anche dei fianchi nella ficaaa!)
dove ogni dramma è un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
Ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fanno scordare le parole
confondono i pensieri.

Così diventò tutto piccolo
anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un’elica.

Ah si, è la vita che finisce
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva felice
e ricominciò il suo canto:

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai
Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
èuna catena ormai
che scioglie il sangue…

Dentro il “dente” della vagina “salendo!”.
Be’, torniamo a Spys’ Kid, da non confondere con l’altra stronzata Spy Kids di Rodriguez Robert, da guardare solo per farsi du’ seghe con le tettone di Gugino Garla in modo “spaghiElio e le storie tese…

Siamo o no dei Watchmen? Sì, ancor tirerà per le “bambine” con lo Swatch.

Come sempre avviene oramai con le pellicole su commissione, si scelgono gli attori prima che ci sia la sceneggiatura. Che idiozia è mai questa?

Robert De Niro e Shia LaBeouf hanno accettato i ruoli, ma lo script è “vacante”.

Comunque sia…, sarà un (suc)cesso.

Trattasi di una trama “orrenda” che narrerà i retroscena “Storia vera”-non veridicità (in)credibile di una ex spia (De Niro), arrestato per il “crimine” d’aver rivelato i fasci… coli e, dal carcere “ergastolante”, impartirà “lezioni” di “vita” al figlio “purissimo” come i suoi von Trier per le ninfomani.

A galla, adamantino!

Tre capolavori da “valutare” e guardare con più Hitchcock.

Occhio alla finestra sul cortile. Il complotto c’è, è un “binocolo” in mezzo alle gambe di quella piagnona-“compianta” di Grace Kelly, una che avrei afferrato per la chioma dopo una birra “bionda” e, da sbronzo, avrei “cazzeggiato” in maniera non tanto “paraplegica” nel suo vedo-non vedo per “farla” vivere Donna “due volte”.
Anche tutta la Notte.

Una “Principessa” sul pisello!

Psycho?

No, Gli uccelli!

Ap-punto e a capo di Kamasutra giravolte “calmi” contro ogni falso “capo”.

Anch’io, come De Niro, ho detto tutto.

Mi sbatteranno in galera ma almeno non mi sbatto, come voi, le puttan(at)e. Miro al “sodo” bersaglio non delle “facili” s(ol)uzioni.

Anzi, NO! Deciso, infiammato, a “bruciapelo” dei criminali in abiti “legali” e in ambiti “sociali” network. Anche gli psicopatici “assassini” (bianchi?) provan “empatia” per le “sparatorie” a Palazzo Chigi

Per quale motivo dovrei arrendermi in questa “tragica” eppur per me rinascente storia dell’orrore “degna” di Stephen King “impermeabile?”

Ieri, è avvenuta un’altra tragedia che fa “onore” al nostro MOSTRO “bel” Paese dei nani con diritto di “cittadinanza.”

Da “La Repubblica”:

Due carabinieri sono rimasti feriti davanti Palazzo Chigi a Roma dopo che un uomo in giacca e cravatta ha aperto il fuoco esplodendo numerosi colpi di pistola. I militari sono stati colpiti uno al collo e uno alla gamba. Uno dei due sarebbe grave, ma entrambi non sarebbero in pericolo di vita. Sono un appuntato e un brigadiere. Ferita di striscio anche una donna incinta che si trovava a passare…

Uno estrae una pistola e spara all’impazzata, già.

Poi un identico matto, fors’ancora peggiore (almeno quello ha il “coraggio” di essere “coerente” coi suoi squilibri mentali), piange o meglio finge, come al solito la sua notevole (senza “virgolette”) faccia di bronzo da suo blog Twitter (mi raccomando, vai a denunciarmi, sai che paura, ho le convulsioni) alla sua “testa(ta) giornalistica”, “emettendo” il coccodrillino ch’è. Fra le “palle” spunta qualcosina?

Subito dopo, infatti non avevamo dubbi in merito alla sua “emerita onestà morale”, si “reca” sulla tastiera e batte il suo “pezzo” da “integerrimo”, con testuale appunt(at)o frase che si dispiace per i parenti delle vittime.

“Regalando” il suo “cordoglio”. Nel frattempo, la sera prima è andato a troie, picchiandole pure, senza testimoni indiscreti che avrebbero potuto spifferare.

Ah, la soffiata.

Complimenti! Se prima però si specchiasse e vomitasse di fronte, anzi “bifronte”, alla sua personalità molto doppia, gliene sarebbe grato Saviano e la salvezza di “Stato”.

Costui, come tutti sanno e come abbiamo già ampiamente sputtanato, non molti anni fa cominciò a calunniare una “persona” (indovinate chi..?.), ex amico (nutriamo ora parecchie perplessità su tal “rapporto”) che conosceva dall’infanzia, per la sola “ragione” che all’epoca era “disoccupato (piuttosto che “lavorare” come “lui”, preferiamo tutta la vita…rella) e “vergine”.

Al che, “coadiuvato” da un teston’ testardo di padre, anch’egli circuito dal disegno omicida del figlio (la “natura” del tramandare il seme del Male?), di punto in bianco (vedi idiota che il tuo “articolo” è sempre conciso e preciso di “accerchiamento?”) intimò al suicidio, attentò alla dignità, all’incolumità altrui, “grazie” al nostro web.

Per combinarla sporchissima senza lasciar “prove”. Tanto basta un click e si smacchiano le macchioline, vero Matteino? Il cognome lo sapete.

E me ne frego! In platee! Tutti in piedi!

“Strumento” ar(m)atissimo col quale s’inventò profili falsi per nascondere il misfatto “profilattico”, molto d’ingegno “aguzzo” e coltello serpente affilato.

E, a tambur battente, perseguitò di offese, attacchi ignominiosi, minacce perfino di stupro a una ragazza… ché non “doveva” stare con uno che aveva “sofferto” soltanto di grave depressione (sempre comunque più viva dei porcili aggressivi della “compagnia fighissima” di tal “pantaloni” molto “taglienti” e “ficcanti”).

Al che, dopo reiterati abusi al decoro, al rispetto, a ogni patto di fedeltà da tal impostore orripilante vilipeso, traditi e arsi tutti i valori, una “persona” si ribellò platealmente. Come da tribuna precedente.

Scattarono denunce e contro querele.

In seguito allo shock devastante di questo “atto” (davvero “cristiano”) “pulitissimo”, la vittima fu scambiata per carnefice e sottoposta a trattamenti psichiatrici sedativi, tanto da andar vicinissima alla “lobotomia” che si vede nei film più spaventosi e da brivido…

La stessa persona che, dopo una sfrenata battaglia in tribunale, è oggi uno scrittore con quattro romanzi all’attivo, una reputazione untouchable e un altro capolavoro letterario da consegnare dentro, tutto dentro in cu(cu)lo alla sua “buchetta” delle “lettere”.

Eh sì, è “laureato” in “Scienze della Comunicazione” il nostro “scomunicatore” Savonarola da Inquisizione con lo “stendardo” del suo “Savoiardo”. Omuncolo Standa(rd).

Questo è il documento più “nascosto” della CIA, gran figlio di puttana!

Dai, prendi una rivoltella e fatti saltare le cervella, porco di merda!

Mi spiace, sono l’agente 007 Sean Connery.

Come nella scena dei nostri Gli intoccabili, in cui fa irruzione nella “tana” dei “lupi”, solleva uno scandalo e dà un “pugno allo stomaco”, mena un “coniglio”-fetentone, dunque ammicca allo spettatore e pronuncia: “Adesso come si sentirà, meglio o peggio!?”.

Voi che dite?

“Buttiamola” a ridere, dai, dai, dai!

Quando si “entra” in rehab, non “esce”, al massimo piscia e basta!

In clinica psichiatrica, si “vive malissimo”. Nel senso allusivo e “figurato”.

Almeno, se stai a casa “senza”, puoi masturbarti in “santa pace”. Lì,  (te lo…) “piazzano” anche con videocamere e “microspie”. Neanche in bagno è permesso “docciarselo”.

Sì, per quei quattro mesi in ospedale, l’astinenza sessuale mi uccise. Già ti “castrano” a livello psicologico, perfino il “Taglione” per “ammortizzare” lo “sfogo”. Che “cazzata”. A parte gli scherzi da “prete”, la figa non è mai morta. La foglia di “figo” è scomparsa.

A “prescindere”…, me la “tirai” lo stesso,  dicesi segona, previo altre due settimane di “controlli” all’“apparato” burocratico in quanto lo “temprai” ma non ottemperai alle regole “asettiche” dell’igiene…

Per le infermiere fu uno spasso guardar’ il mio “passero solitario”. I “dottori” andaron “dietro” al “mio”, incitando il casino generale del “trenino” con del vinello a “chiudere tutte le bocchin(ar)e delle schizofreniche “femminucce”.

Sì, se “perdi” un treno, guadagni in “trono”. In “Toto” ti tromba(no). Ti “elevano” eroe della “Patria” a benedire “ciò” ch’è finalmente stato “inserito” nell’“integrarsi” socia(na)lmente… per i cazzi degli altri.

Sì, l’Ottonello, reparto dei “malati” di mente bolognesi, è come la famosa qui esclamazione “Socmel’!”, un “ciucciotto”.

Se non l’avessi “(s)fatto”, si sarebbero perse una “gran cosa” e, fra l’altro, adesso “ce l’hanno (s)caricato” ad alleviare gli “stati” momentanei del lor sentirla “giù” da brave brad(ip)e. Le brache! Aprono VLC e si “piluccano” sopra il water, poi si puliscono streaming col VIM.

Assumevo vari milligrammi di neurolettici per farm(ac)i… smarrire la troppa voglia di letti. Sì, vollero che non “volasse” e mi “violarono” nell’“effervescenza” più spontanea e “spuntato”.

Sì, passò di “patata bollente” su tutti i monitor formato gigante “Maxischermo” con espressione Valium da scemo.

Uno “spettacolo”.

Ce “lo” vogliamo dire?

Sono un VIVIN C, da usare con “candela” durante i sintomi premestruali “andropausa”, previo effetti collaterali di controindicazioni nell’“incapsularlo” ai sintomi “febbrili” dei feromoni femminili “influenzabili” da una cura nel popò di depot con “fottuta” annessa e neuroni di spappolati “coglioni”.

In fondo in fondo, sto messo bene ma dove lo misi?. A pecora, come si suol dire. Eh sì, se non hai i soldi, non hai un cazzo. Neanche il tuo. “Piegato”. Chiara la spiegazione!?
Ho degli istanti di perdita mnemonica e anche di perso… Perdo peso e “lui” smagrisce mentre il panzone riccone tutte le “ingrassa”. E il bello è che lo vende all’“in… grosso”.

Che grassa opulenza! Eminenza, faccia… qualche cosina. A che minchia serve se no la chiesina?


C.I.A.o, acronimo dell’Uomo “anonimo” nel “minimo” espanso di sal(u)to “pimpante” alla Donna per il flauto “sonante”, “brevemente” si “allunga” ma il portafogli piange e “importo” schiaffi in faccia senza fica “sfacciata” perché son “fiacco” e, più che cagnaccio, un ghiacciato “miao” con le “fusa” del mio “sball(at)o”

Innanzitutto, sei bellissima, rossa, sexy, che fulvo ardore, anche furbizia femminile elegantemente nobiliare.

Sportiva, atletica, con il cellulare a occhiolino da marpioncella, molto ammiccante, lasciatelo dire. Lasciatelo “sciare”. Il dare e tu dai nel mio “inondante”. Così cantava Ligabue alle bovare già nella “bara”. Dammi la barretta di NOVI, mia barese da “innovare” sulle nevi in te “appianato”, pian pianin’ “zuccherato”-fondente.

Ti piace quello nero? E i bianchi? Come? Vanno con le extracomunitarie? Obama Barack ha risanato solo la moglie. Quale sanità pubblica… Mancano i “pubi”. No future, solo spacci(at)o e altre guerre, si “figuri”.

E non posso rimanere con le “mani in mano” in tanto (t)remare orgasmico d’erotico baciamano che mi porgi d’occhi.

A parte gli scherzi, la “vedo” dura. Sei più grande di me, vivi in Umbria, io emiliano d’adozione, “terrone” di nascita non so dove nella Terra Promessa con dizion(ar)i a pigliar la “lingua” come meno leccherà i culi.

Si chiama solipsismo geniale dell’Uomo onesto presto “animale” in quanto nudo “forestale”, cfr. “concupito” dal bosco senza Cappuccetto e senza “cappella”. Neanche i frati francescani mi pareran l’ano di “asilo”… nido.

Eh, l’inedia anodina. A dirla “papale”, un nodo in gola.

Da “luppolo” a lupetto. Che “(guarda)roba”.

Ma un’amicizia simpati(c)a è chieder (la) troppo? Mica t’ho chiesto di spos(s)arti. Pretendo di “sfondare”.
Insomma, “pelle e ossa”, ti riempirei di bac(h)i e smalterei le unghie che toccheranno… un telefono “squillante” come le tue gambe appena appena pronunciate di lentiggini piccanti a “sgambetto” per il mio… “arrossito-arrosto”. Sono un b(r)uco. Restituiscimi al licantrop(ic)o del Cancro nella brughiera mia me(ge)ra stregona.

Azzanna, ma attenta alle zampe da gallina…

Non mi streghi ma, se me lo sfregassi , vedrai come “brucerà”.

Sono uno scrittore di nome, non so se di “fallo” ma Stefano Falotico. Ibs.it ti donerà la “vista” ad opere di mia Arte, cara la mia vispa Teresa. Che vespaio, sono il moscone dello zitti e mosca, prendimi per “quello che ho”, non esigere che preghi durante i vespri mia quarantenne ancora in Vespetta. Fai… le curve spronando il turbo del mio “motorino” ronzio e di ozio ti azionerei nel tuo seno “in quinta” marcia. Marcandola di “tiro a segno”, altro che i tuoi vestiti di “marchetta”. Vuoi lo yacht, mignottona? Da me solo un Chino(tto).

Equilibrismo di un bimbin’ birichino con venturo salto nel “vuoto” a ricadute de(pri)menti? Ah, cadrò solo nella tua “erba”. “Bollicine” mia drogata. Togliti l’ago dal braccio e anche dal pagliaio. Non sono un pagliaccio.
Sono nel “fieno” eppur la vuoi “piena” nella stalla. Che vacca. Che gazza ladra, che “gattina” che ovula…

Il “Può darsi” mi salverà di donne “offerte”. Come feriscono loro, neanche le spine della Madonna di Abel Ferrara! Mary?
Sì, per sempre… Come? Era Meri? Solo amari… , altro che “merlo”. Altro che cor(v)o.
Altro che coito. Noto solo una Notte da “cotto” alla brace mentre loro “abbrustolicono” di grigliate la salsiccia di una “cenetta” propria “romana”.

Dai, concedimi un Facebook e bando alle ciance. Bagascia!
Le tue guance, ah, i guanciali.

Ricorda: avrò la tua (ri)cotta con un cuscino a “scudisciartelo”.

Sì, il tuo Poster è meglio di come me lo metton’ nei posteriori. Almeno, ammirandoti, un po’ “mirerà”.

Dammi “retto”, sei tanto retta che ho il dubbio, lecito, che in molti te l’abbian “infilzata” di ritto dritto filotto al “biliardo”.

Sono pien di bile?

Certo. Oh, non sono un bullo. Ma tu sempre brutta rimani. Non imbellettarti.

Vai a “sciacquarti” in cattedra(le).

The Good Shepherd

Buon pastorino per le “pecorine”.

Sempre De Niro in “cabina” di regia con “montaggio” osceno-scenico e “graffio” Eric Roth grafia (ir)riconoscibile “al volo”, Inside(rMan finto “tonto”-Forrest Gump.

Oltre il giardino…

Spy Game

Assieme a The fan (vedi che il De Niro “guardone torna?), il film più “serio” e non cazzaro di Tony Scott.

Verità che scottano.

Ronin

De Niro con Frankenheimer, l’esistenza dei saggi è una valigetta “misteriosa”.

Altro che Pulp Fiction e stronzetti.

Va bene “condire” dei dialoghi brillanti…, ma si torna malinconici quando si è troppo avanti.

Ora, facce di stronzoni, seduti!

Altrimenti, vi legherò al sedile anteriore senza CI(ntur)A di sicur(ezz)a. Questa è castità!

Vi ho scoperto! Tutti in avanscoperta sotto le coperte!

Insomma, scopare!

Cioè a terra.

Mani in alto in caso d’emergenza. Potreste “venire” subito. E rimanerci “secchi”.

Vaffanculo!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Spie come noi (1985)
  2. Bella ciao (2002)
  3. La regola del sospetto (2003)
  4.  La Talpa (2011)
  5. JFK – Un caso ancora aperto (1991)
  6. J. Edgar (2011)
  7. Segreti e bugie (1996)

“The Good Shepherd” – Recensione


15 Oct

Un plumbeo capodopera “inarcato” nelle “formazioni” della formalità rattrappita alle forme scultoree delle rapite giovinezze

Mastodontici echi “acquosi” di malinconia troppo savia per non destare l’indagine, “sciolta” in 25 anni di Storia americana, dalla seconda guerra mondiale all’“esodo” fallimentare dell’anticastrismo, “castratissimo”, della Baia dei porci.
Narrato come un racconto di formazione di tragedia dell’anima in agguato, “salingeriano” nell’analessi che, “dislessica”, frastaglierà nei “lineari” doppiopetti della CIA, strumento di controllo del Mondo e delle menti non solo “assoldate”.
Intelligence” offuscata nei riti “carbonari”, società segreta “medioevale”, tenebrosa di Skull and Bones, e tanti scheletri “aleggeranno” nel viaggio “dorato”, d’orgia di tradimenti, complotti, registrazioni, intercettazioni, corna, carni e cadaveri scoperti “disossati” o da “affogare”, metafisiche lealtà tradite, stoico eroe dell’impossibile quietezza del vivere quando “non vivi”, dunque vedi di più.
“Sepolto” nello spettro d’un Matt Damon laconico, “freddissimo”, impassibile e “inespressivo”, lacerato da dubbi, da “inetta” attitudine all’“adattamento” della selezione “naturale” dei “forti” a protezione della Nazione, delle bandiere, ombra e martirio, “mattino” d’albe “marine”, ardore suo placato da una compostezza d’incognite ad “aggrovigliare” il sorriso, a “sbiancarlo” troppo di “macchia” come tutti i “servi” prodigati alla prostituzione d’ideali troppo teorici, segnati dalla “levigatezza” ingannevole, “finti” di gioco (ir)reale e crudelmente (auto)indagatorio a raggi x per non osservare il lento esacerbarsi, inasprirsi o imbalsamarsi… proprio di sé (com)punti… ni sulle i…

Produce la Zoetrope di Coppola, non è un caso.
Dirige De Niro ereditando Frankenheimer e le sue spie. Non è una coincidenza, uno scambio di favori “postumo”.

C’è la Jolie in “tenuta” triste, ed è una scelta che gela.

Eric Roth ribalta Forrest Gump in una sceneggiatura che, qui, non è ammansita nel buonismo conciliante.
Gli scemi pagano, i “grandi” ancora di più perché sanno troppe “cose”…

Richardson “scheggia” fotografica, “impermeabilizzata” in un’altra tragedia (non) annunciata, vibrante, “impiccata” nello strazio d’un Damon dal vagito d’“inchiostri neri” del Cuore, anche nella sua felicità “toccata in volo”.

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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