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Il cazzone dei folli, no, la bukowskiana canzone


25 Mar

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Società frenetica, che non balla però più con Fred Astaire, ebefrenica, schizzata, lobotomizzata nel Cinema di supereroi dove quattro fessi pendono dalle labbra delle affermazioni di questi registi “avengers”, che usano effetti speciali di CGI per far contente le pa(pi)lle “gustative” di occhi che, oramai stressati dalla vita quotidiana, trovano figate e sfoghi in quest’esplosione di colori, di Downey Jr. de ferro, che si prende pause per girare Dottor Dolittle, questa società io ripugno e la mia follia, contro questa folla, impugno. Sì, svolto altrove nel mio volo d’isolamento POP che cinguetta d’usignolo libero di sguinzagliarsi nella pace contemplativa dei suoi cazzi, perché ne posseggo molti, di ogni specie e dimensioni, di colori differenti e mai “condomizzabili” in preservativi di questo mondo buonista che ama tali fregnacce. E le fregne? Chi le frega se i giovani vecchi di oggi se ne fregano e a un “bel piatto” di sventola preferiscono la cultura morta di questi mascherati culatoni? I culatelli, i tortellini, il brodo e il Buddha che va fra palazzi alti e cattivi aliti, solfeggiando la sua melanconia che “eiacula” sincera e sfacciata repulsione verso questo mondo assorbito da questo cinemino di cazzate. Evviva Travis Bickle, vero iron man di mohawkiana solitudine ancestrale, “orgasmizzato” nelle sue ansie, nel suo co(r)vo, senza puttane che lo angoscino, che se lo vogliano ingollare.

Thor

Lo sguardo di una che conosce tutti i muscoli non minuscoli e sa che il toro spinge.

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Il leccaculo.

 

 

di Stefano Falotico

Siamo tutti i matti di qualcuno, che ci (po)mata


24 Apr

 

Dottori del “tene(b)ro-orso” lindo su “paure & deliria Las Vegas

 

Ah, le “anomalie” mentali son mio fiero diletto, me ne “uncino”, seviziandole e saziando il plasma neuronale di “convulsioni” glabre, soffici, quasi di fusa, e diffuse, nella gattesca beffa “corrosa” d’”ustioni” su lacera pelle nelle macerie e macerazioni comuni, e m’intono, “schizzo” serpentello nei miei attriti (sì, qualche volta, non tira, “ondulato” si scombina in snodato onanismo) con la realtà sociale, tra una ragazza che mi ripudia, uno che mi sputa, e un “capo” che mi “spidocchia” con “autorevole creanza” di pancia, nel “curativo” sorrisin che, “tintillandomi” e blandendomi, ingarbuglia il bandolo delle mie matasse, da tasso… nel suo taxi driver, anche Torquato, liberate Gerusalemme, infidi infedeli, ripristinate l’aroma della credenza popolare, del sagrestano, orsù, miscredenti, non inscenate follie altrui solo perché li tacciate di “creduloneria”, i puri saran, “smodatamente crudeletti”, non nudi e crudi. Son rudi e combattivi e non sventolano bandiera bianca, ostinati issan in gloria l’aroma degli amori, liberi nel vento, fra una penisola iberica, nuove “ibernazioni” e piacevoli “scostumatezze” di mutante azione. In uno scatto sorprendente, da bocca aperta, ah, eh, adesso abboccate voi, il “giogo” non durò poco, e ora è “duro” più incendiario di quando non “piselleggiò” ma, appisolandosi, s’isolò.

 

Rido, rido quando un critico della mutua, introduce il capolavoro di Von Trier, con sesquipedale ignoranza che, a “ragion” sofistica e citazionista della sua “coltezza”, cita, “a pappardella”, una nota introduttiva sulla cosiddetta “schizofrenia”.

 

Costui, tal impostore di “forbite” parole ben acco(r)date, dai modi perfettini, ha solo letto questi “opuscoli” a mo’ di manualetti?

 

Schizofrenia con “risvolti” irrefrenabili con “riporto” d’alopecia e gastriti intestinali per il digestivo Giuliani…

Segnalibro” per ogni falso, superficiale “libraio” delle anime altrui.

Tenetelo, appunto, a mente, quando qualcuno vorrà “disilludervi” e smontarvi, ficcandovi dentro questi “reparti”.

 

Definizione

 

Con il termine Schizofrenia (una parola d’ascendenza oscurantista di caccia alle streghe, che incute timore già a udirla, per pelle accapponata e non “insaponata”) vengono indicati una serie di quadri clinici caratterizzati, tra l’altro, dalla presenza di disturbi formali e del contenuto del pensiero (deliri ed allucinazioni), evoluzione cronica e progressivo deterioramento della personalità.

 

Epidemiologia

 

In letteratura vengono riportati valori di prevalenza (numero di casi in un determinato intervallo di tempo) compresi fra 0.1 e 1%; il rapporto maschi/femmine è di 1:1 mentre l’età all’esordio sarebbe più tardiva nelle femmine (tra i 25 e i 35 anni) rispetto ai maschi (tra i 15 ed i 24 anni).

 

Studi effettuati su famiglie di soggetti schizofrenici hanno rilevato che fra i loro parenti di 1° grado c’è un rischio 18 volte superiore rispetto alla popolazione generale di sviluppare il disturbo. La presenza di complicazioni ostetriche alla nascita rappresenta un fattore di rischio in soggetti con familiarità positiva per Schizofrenia.

 

Psicopatologia

 

Le manifestazioni cliniche della Schizofrenia sono alquanto numerose e mutevoli nel tempo; di seguito vengono sintetizzati gli elementi psicopatologici che, combinandosi tra loro, caratterizzano il quadro clinico della malattia.

1. Dissociazione mentale. Indica la perdita dei legami associativi tra le singole idee; la conseguenza è che la condotta e le modalità di comunicazione del paziente diventano bizzarre ed incomprensibili.

2. Autismo. Si caratterizza per un distacco profondo dalla realtà, talora associato ad una ricca produzione fantastica sostenuta da deliri ed allucinazioni.

3. Turbe della coscienza dell’Io. Il soggetto avverte i contenuti psichici non più come propri, ma estranei a se stesso, imposti dall’esterno.

4. Disturbi percettivi. Comprendono i fenomeni allucinatori che possono essere uditivi, visivi, gustativi, tattili etc. Tipiche sono le voci dialoganti, imperative, offensive, i fenomeni di eco del pensiero, di possessione del proprio corpo o di violenza sessuale.

5. Disturbi del contenuto del pensiero. Le tematiche deliranti più frequenti sono quelle persecutorie, ma possono essere presenti anche deliri d’influenzamento, di controllo, di grandezza, nichilistici, erotici, somatici, mistici, di trasformazione corporea etc.

6. Disturbi del linguaggio. Nel soggetto schizofrenico possono essere presenti diversi disturbi del linguaggio, ad esempio: paralogismi (sostituzione di una parola con un’altra che ha un significato diverso), neologismi (creazione di termini nuovi), schizofasia (il linguaggio perde di coerenza e di comprensibilità), ecolalia (ripetizione automatica delle frasi udite), palilalia (ripetizione di un discorso, ma con formulazioni verbali differenti), stereotipie verbali (ripetizione regolare di una parola o di un gruppo di parole), mutacismo etc.

7. Disturbi dell’affettività. Possono manifestarsi, ad esempio, sotto forma di atimia (indifferenza affettiva rispetto a qualsiasi stimolo), paratimia (discordanza tra reazione emotiva e stimolazione: un sentimento piacevole determina tristezza o rabbia e viceversa), stati di umore euforico etc..

8. Disturbi dell’istintualità e della volontà. Nei soggetti schizofrenici sono frequenti alterazioni qualitative e quantitative degli istinti vitali (lavarsi, produrre etc.) e sessuali; si possono osservare inoltre disturbi psicomotori catatonici quali lo stupore catatonico (il soggetto può rimanere immobile per settimane o mesi, indifferente alla realtà esterna), l’eccitamento catatonico (stato d’iperattività con manifestazioni improvvise di violenza auto o etero diretta), le stereotipie (ripetizione continua di schemi di movimento, di gesti o di parole), i manierismi (modalità d’espressione motoria che rappresenta un caricatura di atteggiamenti normali), il negativismo (il soggetto compie azioni contrarie a quelle richieste).

 

Forme cliniche

 

Kraepelin riconobbe tre varianti cliniche di Schizofrenia:

1. Forma ebefrenica, caratterizzata prevalentemente da apatia, disinteresse, disadattamento ed incapacità a svolgere le normali attività quotidiane; è presente inoltre un certo grado di disorganizzazione dei processi ideativi.

2. Forme catatoniche, nelle quali prevalgono fenomeni come lo stupore catatonico (soppressione di ogni movimento), il negativismo (manifestazioni oppositive), le stereotipie, atti di obbedienza “automatica” etc..

3. Forme paranoidi, nelle quali prevalgono, su tutte, le manifestazioni deliranti.

 

Alle tre varianti proposte da Karepelin, Bleuler aggiunse una quarta variante clinica da lui definita Schizofrenia semplice, caratterizzata da esordio precoce, evoluzione lenta e da continuità con tratti caratteriali preesistenti improntati all’isolamento dall’ambiente (schizoidia). I più recenti sistemi classificativi delle malattie mentali (ad esempio il Manuale Diagnostico-Statistico dei Disturbi Mentali — Edizione IV-R) hanno sostanzialmente accolto la suddivisione orginaria effettuata da Kraepelin.

 

Sulla base di considerazioni psicopatologiche e cliniche è stata proposta un’ulteriore suddivisione nelle seguenti due forme cliniche:

1. Tipo1, con sintomi “positivi” (deliri, allucinazioni), “disorganizzazione “produttiva” del pensiero (incoerenza, illogicità, deragliamenti, tangenzialità) e comportamenti bizzarri. Il decorso di tale forma è acuto, la risposta al trattamento favorevole e la prognosi relativamente buona.

2. Tipo 2, con sintomi “negativi” (impoverimento delle capacità verbali, alogia etc.), appiattimento affettivo, apatia, asocialità, anedonia, anergia. In questo caso il deterioramento comportamentale è grave, la risposta ai trattamenti è scarsa, il decorso è peggiorativo, la prognosi particolarmente sfavorevole.

 

Decorso

 

Fase prodromica

Si caratterizza per un cambiamento netto, rapido, ma a volte subdolo, del soggetto; esso può essere scambiato per una crisi adolescenziale, per una reazione eccessiva ad eventi di vita stressanti tuttavia, la persistenza e la tendenza peggiorativa, sono caratteri distintivi della fase prodromica della Schizofrenia.

 

La manifestazioni più significative sono l’isolamento dall’ambiente con ritiro sociale, lo scadimento del funzionamento nelle diverse aree d’interesse, (scuola, lavoro, famiglia etc.), talora sono già presenti comportamenti strani o francamente bizzarri. La durata di questa fase è estremamente variabile, da giorni a settimane, da mesi talora ad anni.

 

Fase attiva

 

Si manifesta dopo un intervallo di tempo varabile, anche di anni, con la presenza dei sintomi tipici del disturbo.

La malattia può avere un’unica fase attiva seguita dalla fase residua oppure possono aversi più fasi attive differentemente intervallate fra loro.

 

Fase residua

 

Si caratterizza per il marcato deterioramento nelle diverse aree del funzionamento (familiare, sociale, lavorativo).

L’eventuale presenza di più fasi attive precedenti peggiora ulteriormente la sintomatologia della fase residua.

 

Trattamento

 

Il trattamento della Schizofrenia è complesso è deve tener conto di diverse variabili quali il quadro clinico, la fase del decorso, l’aderenza del paziente al trattamento, la disponibilità di presidi terapeutici territoriali, la disponibilità (o la capacità) dei familiari a collaborare al trattamento etc.

 

La terapia farmacologica verte essenzialmente sull’impiego di farmaci neurolettici mentre quella elettroconvulsivante è talora riservata ad alcune forme gravi (ad esempio catatoniche) e resistenti ai farmaci; la messa in atto di trattamenti di tipo socio-riabilitativo è utile nella gestione delle fasi residue della malattia.

 

Ah, qui c’è da ridere, un luogo comune dietro l’altro e generazioni per lo psichiatra “generico” o degenerato che “accavalla” sempre più “diagnosi avallanti”, a valor della sua “posizione”, forse “rabbuiante”, di tanto suo “umor(istico) brillante-ina” su ciuffettin “mosciarellissimo”, e segretarie, non tanto “bianche”, ma “mozzarelle, di cosce d’Inverno, e di caldi ogni dì nello sgabuzzino, per “rallegrarla” d’Estate abbronzante in una vacanzina di “creme solari” di “piluccandoli”.

 

Sì, altre patologie, altre cazzate.

 

Fobie sociali, depressioni bipolari, panici e ragazzi nella “tana”.

 

Quando tutto ciò mi “rompe”, bisogna arginar l’ipocrisia, e godercela in questi film, con una Donna che non ha paura delle sue scollature, dei suoi collant, e di bere “a collo”.

 

Fidatevi, non suggestionatevi, amate la suggestione.

Se “vien” anche (nel)la suzione, è meglio, piacevolissimi si suda davvero.

“Freddi”, praticamente in mutande.

 

 

Sì, con queste facili definizioni da “prontuario” soprattutto del conto in banca del borgheson che tifa “Basket” per “cestinar” le “palle” altrui, certa gente se le “fa” nelle ville al mare.

 

Se devo scegliere fra il “male” minore, scelgo il bene “delirante”.

Evviva Robert De Niro!

 

 

Nella mia vita incontrai un dottorino ino ino che voleva “lobotomizzarmi” così.

 

Il suo cervello è ben “accaldato”.

 


Firmato il Genius

 

Della serie: “Volete fare fesso me, fessacchiotti?Dai su, guarda che fondoschiena che c’è lì…”.

Genius-Pop

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