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Pierfrancesco Favino è oggi il più grande attore italiano vivente? Forse sì, ma anche un altro non sta andando malino, miei malandrini maialini


28 May

favino traditore

Favino è the best italian actor alive?

Favino fa il vino?

Attualmente sì, anche perché Giancarlo Giannini è oramai vecchiotto, Toni Servillo inflazionato, Favino invece ha dalla sua il fascino maturo dell’uomo ancora piuttosto giovanino. E, con questi due ruoli di Buscetta e di Craxi Bettino, non sta facendo solo Favino, sta già facendo faville. Immagino che i prossimi anni saranno per lui ancora più dorati e verrà sommerso di proposte lavorative esagerate. Se lo sta meritando. E intascando il bottino. Un attore che, sin dai suoi esordi, non è mai stato una bottana né sopra le righe, sobrio, misurato, simpatico perfino. Prima del botto, è comparso in cinquemila film pure americani, accettando particine incolori come in Angeli e demoni di Ron Howard.

E, sempre in sordina, ha aspettato il momento giusto. Con molta discrezione e gentile savoirfaire. Sì, Favino mi piace molto sia come attore che come persona.

Come uomo, piacerà a sua moglie o a quella con cui sta. Non sono cazzi che mi riguardano.

Forse è un po’ prematuro elevarlo troppo in gloria ma, a confronto del piattume imbarazzante di molti attorucoli e soubrette deficienti, Favino tutta la vita.

Eh sì, mio padre mi racconta sempre del nonnismo e dei bullismi che subiva a scuola dal suo insegnante di Tecnica.

Costui, uomo certamente maleducato e assai scorretto, mio padre mi dice ancora spesso che a scuola lo maltrattava psicologicamente. Questo è un anacoluto, periodo molto complesso.

Non “bullizzate”, altrimenti ai ragazzi vengono i complessi.

Ogni volta che faceva l’appello e ogni volta che doveva pronunciare il suo cognome, ovviamente come il mio, essendo io suo figlio naturale e non diseredato, anziché pronunciare Falotico, ecco, per far ridere le classe e sminuirlo, lo apostrofava con un Falotino.

Eh già, oggi interroghiamo Falotino. E vai giù di risate dei suoi compagni di scuola, non meno bulli e irriverenti di questo screanzato villano professore di che? Sicuramente però ingenui e incolpevoli, data la loro comprensibile immaturità. E degli pseudo adulti che hanno acclamato il film Immaturi ne vogliamo parlare?

Professore di Tecnica? Avrebbe dovuto innanzitutto e principalmente badare al tonto monolitico del suo voler inquadrare la meglio gioventù coi suoi epiteti abbruttenti e irriverenti. Superficiali e derisori.

Sì, simpatiche sciocchezzuole, burlesche, cattedratiche autorevolezze che poi comunque si superano nella vita. Ma non con quella baggianata denominata Esame di Maturità, appunto, o con l’attestato di sana e robusta costituzione che ti rilasciano prima e pure dopo la naja.

Io invece ho fatto l’obiettore di coscienza ben cosciente di farlo, miei idioti incapaci d’intendere e volere La sottile linea rossa.

Dai su, se davvero credete a queste favole istituzionali false, non crescerete mai.

Non si è mai visto nessun ragazzo che a 18/19 anni abbia veramente raggiunto la cosiddetta maggiore età e la saggezza, non solo scolasticamente, della fine delle medie superiori, soprattutto esistenziali. Ché, ancor prima semmai di affrontare la vita vera, cazzo, nessuno, nemmeno il più geniale, forte e tosto può ritenersi un uomo imbattibile.

Pensate appunto a questo succitato, decerebrato insegnante. Forse, avrà avuto all’epoca circa quarant’anni suonati ma si divertiva, come un matto a briglia sciolta, a redarguire e a punire l’illibatezza pindarica dei giovani a lui antipatici.

Roba che lo sceriffo Brian Dennehy di Rambo forse gli faceva un baffo.

Un uomo certamente perpendicolare a una mentalità fascista da stronzo brigatista, d’adulto mafioso con molta probabilità annoiato di tutto, arrogante e cafone, cioè in parole povere soltanto un emerito, poco meritevole e onorevole trombone.

Anzi, ora che meglio ricordo/i, no, mio padre non mi ha detto che tale beota fosse insegnante di Tecnica. Perdonatemi. A dire il vero, per essere più esatti, lo era di Statistica.

Uno che, forse, non avendo avuto le capacità per diventare uno statista come Craxi Bettino, si scompisciava nel fare il bastardino con ragazzi ancora pudicamente un po’ bambini, ancora né carne né pesce, dei romantici, sognatori stagisti.

Che lui trattava a pesci in faccia da carnale, laido volpone pasciuto assai stupido e viscido. Senza dubbio, uno che pensava di essere un superbo maestrino, anzi maestrone del minestrone, e considerava quelli più anagraficamente piccoli di lui dei minchioni molto coglioni. Sì, a tutti rompeva le palle, senz’eccezione alcuna. Anche sui maggiori, seri secchioni voleva esercitare la professione di critico esegetico ed esigente delle loro vite invece appena maturande e innocenti da lui reputate ignorantone e poco seducenti. Forse, ironizzava anche sulle belle adolescenti in minigonna, adocchiando maliziosamente, senza dare nell’occhio né nel Bellocchio, le da lui intraviste, eccitanti mutande da lurido porcone che, elargendo a codeste degli ottimi voti, sperava quasi da pedofilo strafottente e, poco pedagogicamente da zietto furbetto, diciamocelo, d’inchiappettaree bellamente.

Cioè, praticamente Silvio Berlusconi con la Minetti.

Insomma, un gran figlio di puttana.

Ah, dire a un Falotico che è invece un Falotino, azz, è in verità roba da ridere rispetto alle prese per il culo molto più subdolamente mostruose che un Falotico medio, sin dagli albori del suo genealogico albero dinastico, è destinato a ricevere in continuazione.

Ci sono però a volte delle incredibili eccezioni. Delle inaspettate promozioni.

Sì, la mia famiglia è formata da bravissime persone, ci mancherebbe, serie, talvolta campagnole e un po’ cattivelle soprattutto con sé stesse, ma nessuno della mia famiglia fa l’attore da cannensi festoni.

O da Arcore coi festini.

Io faccio pure lo scrittore. Non guadagno niente ma fa nulla… E mangio le tagliatelle e i rigatoni della Barilla. Sì, credo che nella vita puoi mettere in riga solo la pastasciutta.

E dire che, per il pregiudizio e la superficialità appunto un po’ troppo frettolosa di molta gente, venni considerato per molto tempo Jasmine Trinca del film già “corsivizzato”, sopra, di Marco Tullio Giordana.

Ah, ci voleva un bagno nel Giordano della mia anima da me stesso psicanalizzata e rinata per riuscire a ripulirmi da tutte queste persone prevenute e mai venute, secondo me, né con una di nome Giordana né con quella gran figa di Giovanna. Che io modestamente…

Morale: questo Falotico onestamente, no, non scherziamo, ha ancora molte pagnotte da mangiare, mica mignotte, prima di poter competere con Favino ma, di certo, non è un cretinetti, neppure uno scemino.

Invece, al maiale che, sul mio canale YouTube, anonimamente da vigliaccone, continua a scrivermi porcate bestiali per farmi incazzare e farmi passare per schizofrenico delirante, non consiglio il film Hammamet bensì gli rispondo, sputo adesso e addosso, di enorme “finezza” e sottovoce, un sano vaffanculo a mammata.

Provaci ancora, campione. Non è che invece sei andato a puttane e down tu?

Insomma, all’urlatore alle corde che pensava di aver vinto troppo presto l’incontro, gli sussurro dolcemente… baby, non ci provare mai più.

 

di Stefano Falotico

 

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