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Ode a CLINT EASTWOOD, waiting for CRY MACHO, il prossimo 31 Maggio compirà 91 anni… al mio mulo non piace la gente che ride…


20 Feb

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Sono in trepidazione, sono in attesa di qualcosa di febbricitante. Non credo di avere il Covid, forse sono asintomatico. Forse, sono soltanto psicosomatico. Di certo non sono un somaro.

Adoro The Mule. Non ho mai capito come si st(i)a al mondo. Neanche al monte. D’altronde, odio sia il mare che la montagna, anche i saggi che vorrebbero darti lezioni di vita. Vivono sul K2? È più alto l’Everest.

Chi stava sull’Everest? Gianni Agnelli? Oppure Anita Ekberg stava sopra di lui quando Gianni non faceva l’avvocato, neppure il direttore della Fiat? E che faceva, Gianni? La dolce vita?

Invece, Gianna di Rino Gaetano?

Siamo di nuovo in zona arancione. Mentre è morto Mauro Bellugi, famoso terzino dell’Inter dei glory days, uomo fallico, no, falloso come pochi. A Bologna sono rossoblù?

Bellugi che, negli ultimi anni, ammirò da vicino vallette scosciate e bone come Monica Bellucci nelle trasmissioni calcistiche ove codeste sgambettarono sugli sgabelli, esibendo minigonne mozzafiato da Alba Parietti dei tempi d’oro, cioè di Galagoal. Appena la vedevo, da puberale, sapevo già che lei stava ancora con Franco Oppini ma non poco velatamente amava, aspettando tutte le albe solari, il “centravanti di sfondamento” Speroni de L’allenatore nel pallone col grande Banfi Lino? No, a letto tifava calorosamente per Gianluca Vialli, “punta di diamante” non come Oscar Damiani né come Pascutti. Bomber della Sampdoria e della Nazionale italiana, anche del numero nove “mondiale”. Sì, Alba era amante d’un sampdoriano. Ora, se togliamo in quest’ultima parola, ovvero sampdoriano, le prime otto lettere, che cosa otteniamo? Bravi… Stava con Gianluca Vialli. E perché stava sullo sgabello come una dei viali?

Mah.

L’amante di Speroni, nel film succitato con Banfi, fu incarnata da Licinia Lentini. Lentini, quello del Torino? Licinia, donna molto bella, sexy quasi quanto Belli Cecilia, ex di Cassano, non lo psichiatra. Che alleviava ogni male oscuro e Saudade, cioè melanconia da Aristoteles, imboccando ogni uomo di Bari vecchia, sì, pugliese come Zagaria Pasquale, alias Lino, grazie al movimento basculante-pelvico del suo esagerato fondoschiena con tanto di bacino…

Licinia Lentini, la signora Bellugi del capolavoro di Dino Risi. Il sorpasso? No, Il commissario Lo gatto. Una gattona, miei cani che amate fare all’amore anche in posizioni (d)a gattoni. Siete proprio dei volponi. Torniamo a Mario. Chi, il bagnino? No, Mauro Bellugi. Quando l’Inter decadde, Mauro incitò la sua squadra a tirare fuori le palle.

Bellugi Mauro, difensore bravissimo, mastino insuperabile, tombeur de femmes paragonabile a Clint Eastwood. Un uomo con un naso da Bonimba, Roberto Boninsegna, il Mauro. Mentre il vostro nasino cresce. Non solo quello dinanzi a Anna Levine de Gli spietati. Soprattutto Anna dei miracoli? No, dei film, e non solo, venuti… dopo. Sperando nel frattempo che il 25 Aprile, giorno della Liberazione o compleanno di Al Pacino, saremo per l’appunto liberi da ogni dittatura sanitaria figlia del nuovo fascismo castrante, guardiamo un po’ più da vicino il signor Eastwood. Il quale, dopo una serie interminabile di fotoromanzi, dopo essersi mostrato in filetti, no, in filmetti da bel manzo, ottenne un ruolo di carne di prima scelta. No, fu scelto da Sergio Leone per… Per cosa? Per un pugno di dollari. Un attore e regista divino, mica un cane, appunto. Miei bambini.

– Prepara tre casse.

– … Forse non hai capito che non ci piace vedere bambocci in giro. Dov’è il tuo mulo? Te lo sei lasciato scappare?

– Ah sì, proprio di questo ero venuto a parlare. C’è rimasto male.

– Chi?

– Il mio mulo… se l’è presa per quei quattro colpi che gli avete sparato fra le zampe. E adesso non sente ragioni.

– Ehi, ci stai prendendo in giro?

– Uhm, no. Io ho capito subito che volevate scherzare ma lui, invece, si è offeso e ora pretende le vostre scuse.

– Ah ah ah. Ah ah ah.

– Fate molto male a ridere. Al mio mulo non piace la gente che ride. Ha subito l’impressione che si rida di lui…

Volevo dire quattro casse.

Il genio di Leone, degli sceneggiatori, la classe di Clint. Cazzo. E dire che, oggigiorno, dobbiamo sorbirci le minchiate di Christopher Nolan. Un asino, il Nolan. Ma a lavare la testa all’asino si perdono acqua e sapone. Vecchio detto meridionale delle parti dei miei genitori. Gente rustica, sapete. Gente non “educata” alla catto-borghesia filistea.

Ecco, io amo, ho detto amo, quando dico amo significa che amo Sergio Leone. Un tempo, pensavo che C’era una volta in America fosse un capolavoro esagerato. Invece, me ne rincresce. Non lo è affatto. No, non perché sia misogino. Così almeno sostiene Paolo Mereghetti, a torto. Può essere accusato di misoginia un film ove i protagonisti sono dei gangster, cioè dei “maschioni” cazzuti bravi solo a usare il grilletto…? Sì, ebbe ragione Tarantino a definire grande la prova di De Niro. Capace, in un solo tintinnare il capo e aggrottare morbidamente la fronte, di esprimere velocissimamente tutte le contraddizioni di un uomo da Cantico dei Cantici che amò così tanto Deborah da violentarla… che uomo! Ah ah.

C’era una volta in America, nel primo tempo, non se po’ vedde’. Onestamente, sembra una fiction con Sabrina Ferilli.  Sì, roba del tipo… Baciamo le mani – Palermo New York 1958 di Eros Puglielli! Oppure merda per casalinghe frust(r)ate del (sotto)genere melodramma famigliare semi-napoletano incrociato al burino all’amatriciana come L’amore strappato e La donna del vento firmati dall’inseparabile coppia-premiata ditta Ricky Tognazzi e Simona Izzo. A dirla tutta, non m’è mai piaciuta la Ferilli. Le preferisco ancora un piatto di fusilli. Non ho mai amato neanche Ugo Tognazzi. Il fratello di Rocky, no, Ricky, figlio di Ugo Fantozzi, no, Tognazzi, Gianmarco… non lo prendiamo neppure in considerazione. L’unica volta che ho sopportato Gianmarco è avvenuta quando è stato intervistato da Tiziana Panella. Sì, speravo che l’intervista non finisse mai. Tiziana, durante quella puntata di Tagadà, batté di burro, no, di brutto Alba Parietti. Comunque, Clint Eastwood non sarebbe mai andato con donne così. Sì, è sempre stato un bell’uomo, il Clint. Un marcantonio, un tipo sensualmente immarcabile. Un genio, a mio avviso. Capace di passare da film come Un mondo perfetto a un film romanticissimo, nel senso più sentimentale del termine, non che gli altri suoi non lo siano, come I ponti di Madison County. Ecco, se volete sapere che cosa sia l’amore, lasciate perdere le canzoni di Emma Marrone e di Alessandra Amoroso. Secondo me, dovreste lasciare anche le vostre “morose”. Sono delle donne di bassa sega, no, lega come la Ferilli. Sì, delle urlatrici. Vi tradiranno come Deborah/Jennifer Connelly/Elizabeth McGovern.

Se volete commuovervi dinanzi al grande Cinema, fatto con semplicità, con sentimenti veri, riguardate Million Dollar Baby. Se volete sapere come si menta dinanzi alle tragedie, rivedete lo sguardo finale di Sean Penn di Mystic River. Se volete sapere che cosa significhi avere i coglioni, amate Gran Torino. Se volete sapere come si ami una donna che sta morendo, riascoltate cosa dice Clint a Dianne Wiest in The Mule. Clint è un grande, sa scherzare e sdrammatizzare, è capace di girare immani drammi e film enormemente simpatici, è stato capace di farci piangere, di averci raccontato storie bellissime, è stato capace di essere il mio regista preferito in assoluto. Ed è l’unico uomo che indossò il poncho da giovane e a circa 91 anni senza cadere nel ridicolo. Perché Clint è retorico in modo sobrio, mai disturbante, sempre calibrato da 44 Magnum dell’ispettore Callaghan. Clint non è un reazionario, è semplicemente l’unico capace, assieme a Kevin Costner e a Michael Mann, di girare western magnifici. Non spargete comunque la voce in giro. Ne andrebbe della mia reputazione da “duro”. Io sono fan di Colin Farrell e di Miami Vice.

– Che cosa, Stefano? Ti piace Colin Farrell? Sei frocio?

– A te non piace Colin Farrell? – replico io a Gong Li.

 

Su questa freddura alla Clint, vi lascio. Anzi no. Sì, ho molti nemici. Sono indubbiamente molto cattivi e forti. Vediamo un po’, però. Guido la macchina meglio di Al Pacino di Heat, adoro i Linkin Park, sono come Will Smith di Alì, sono Daniel Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani, sono “solo come un cane”, freddo e spietato come Neil McCauley/De Niro, sono William Petersen di Manhunter. Insomma, a ogni Indio di Per qualche dollaro in più, appaio un povero “rincoglionito” come Lee Van Cleef. È facilissimo ammazzarmi… In effetti, ho il “cervello piccolo”, dovete sapere che ho 41 anni e la gente della mia età dice che sembro un bambino di 13 anni. Per forza, a forza di vedere solo film e non capirvi un cazzo, al massimo, come dice Pino Farinotti a proposito di C’era una volta il West, sono ragionieri in vena, in cerca di poesia.  Devo dirvi la verità, sono “distrutto”. Il mio miglior amico è Jeff Daniels di Debito di sangue. Insomma, per lui prevedo molte, molte patate? Ho detto patate?  Scusate, ho sbagliato. No, non lo ammazzerò. Sapete perché? Sembra il terrorista di 15:17 – Attacco al treno. Fa pena. Certo, anche questo film, da tutti sottovalutato, è un capolavoro. Nel treno c’erano un sacco di “grandi uomini”. Solo uno ha fatto una cosa del genere. Come dice il detto, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. The 15:17 to Paris è come The Millionaire di Danny Boyle. Il presentatore gli aveva suggerito in bagno la risposta giusta. Tutti avrebbero scelto quella risposta. Sì, non ho mai dato retta a nessuno. Ho fatto le scelte sbagliate, ovviamente, che dite? Scusate, sulla Rai stasera danno il “programma culturale” COVID-19 – come far credere al mondo una stronzata del genere.

– Stefano, non scherzare. Il Covid esiste.

– Certo, non per me.

– E chi sei, tu? Tu sei immune dal Covid?

– Fino a prova contraria io non ce l’ho.

– Non fare lo scemo.

– Te l’ho detto, non è colpa mia se gli altri sono geneticamente inferiori.

 

Be’, Clint è anche cinico. In Unforgiven, Gene Hackman gli disse che fu un vigliacco a sparare a un uomo disarmato.

– Avrebbe dovuto armarsi.

 

BRAVO

di Stefano Falotico

UNFORGIVEN, Clint Eastwood, 1992, ©Warner Bros. Pictures

UNFORGIVEN, Clint Eastwood, 1992, ©Warner Bros. Pictures

allenatore nel pallone lentini

il commissario lo gatto lino banfi licinia lentini

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I novant’anni di Clint Eastwood, indubbiamente, senz’ombra di dubbio alcuno/a, il più grande regista vivente, peraltro di tutti i tempi


28 May

eastwood falotico ghiaccio

Clint+Eastwood+20th+Annual+AFI+Awards+Awards+06_BA8uDhJul

Ebbene, partiamo subito con una freddura in puro stile eastwoodiano. O forse alla Falotico.

Se siete fra coloro che adorano i francesismi, leccando un cioccolatino della Perugina oppure qualcos’altro, mie donne, famose succhiatrici di qualcosa di tosto in modo mieloso, forse anche caramelloso, diciamo che partirei subito in mood battutista à la Falò. Uomo amabile ma anche permaloso, spesso odioso. Onestamente, bravissimo in maniera mostruosa.

Ecco, la battuta storica e assai stoica, forse solamente stronza, è questa: il mio ex amico migliore credette e crede tuttora fermamente, in quanto forse malato di resipiscenza, cioè d’una sindrome per cui chi n’è affetto, eh sì, non rivede mai i propri errori “giudiziari” nei confronti del prossimo ma soprattutto di sé stesso, persona con tutta probabilità assai anaffettiva, certamente affettata e parecchio affrettata, ecco… il mio amico, forse (a)nemico, ritiene che io abbia sofferto, soffra e sempre incurabilmente soffrirò di questa patologia:

http://www.psychiatryonline.it/node/1197

Al che, appena alzo la voce e do in escandescenza, mi scrive privatamente di assumere la corretta terapia psicofarmacologica al fine che, attraverso qualche castrante neurolettico molto tranquillante, mi taccia e venga… (per niente, ah ah) inibito a livello prettamente, oserei dire coattamente, fisicamente e sessualmente contenitivo. Mah, lasciatemi borbottare…, diciamo che il mio amico è ripetitivo, prevedibile nei suoi consigli altamente offensivi la mia innata signorilità distinta e, d’istinto, come un cane arrabbiato che andrebbe invece immantinente fermato e, nei suoi slanci insultanti, prestamente raffrenato e raffreddato, mi grida addosso e sbraita peggio di un lupo affamato la sua invidia da persona gelosa a sangue del sottoscritto che, a livello propriamente contenutistico, al momento, non ha un cazzo da dire e da obiettare in merito alle mie incazzature da romantico neorealista parimenti lucido e obiettivo come uno dei Clint Eastwood maggiormente d’annata, ovvero Walt Kowalski di Gran Torino.

Ebbene, fra 72 ore, Fino a prova contraria, Eastwood compirà novanta primavere. Mentre, dal prossimo 21 Giugno, sarà estate. Così come avviene dalla nascita del calendario cristiano, non so se adottato anche dagli uomini celtici di Stonehenge. Oppure dagli stolti che non sanno che, anche negli anni bisestili, Clint Eastwood uscì con un film all’anno.

Bene, dopo questa squisita, oserei dire presa in quel posto, detto anche ano, soave e delicata, perfino deliziosa nei riguardi del mio hater, il quale in cuor suo è in verità mio spregevole amante, in culo mio sicuramente no, ah ah, in verità impersonante Cacciatore bianco, cuore nero della sua ossessione hustoniana nei miei riguardi, direi di celebrare il “Monco”.

Cioè me stesso? In quanto, dal mio hater, io vengo definito un uomo con solo due espressioni?!

Cioè, parafrasando Sergio Leone nei confronti del suo Eastwood attore, una col sigaro del mio psichiatra e una col Poncho del mio non sapermi vestire come si confà a un uomo del nuovo millennio?

Mah, al mio hater, appena prova ad offendermi, rispondo puntualmente:

Al cuoreRamòn, al cuore altrimenti non riuscirai a fermarmi!

Sì, se avessi dato retta alle maldicenze del mio pusillanime ex amico infame, sarei ora in una casa di cura e non potrei vantarmi di avere avuto certamente meno donne di Eastwood ma, comunque, almeno qualcuna:

https://www.whosdatedwho.com/dating/clint-eastwood

Ecco, secondo questo sito, Eastwood ha avuto trentatré donne. Io, prima di compiere gli anni di Cristo, stetti per non usare mai la mia Magnum da Ispettore Callaghan, cazzo, con nessuna…

Eh sì, il mio amico fu più geloso di Jeff Daniels di Debito di sangue.

Mah, secondo me se io e lui ci riconciliassimo, eh già, saremmo ancora più Scemo & più scemo (Dumb and Dumber).

La mia vita fu come quella di Dumbo, diciamo più che altro da The Elephant Man, la sua fu forse solo sofferente di elefantiasi. Cioè, senza una stampella, non gliela può fare da solo, manco adesso.

Monchissimo! Moscissimo!

Per caso, soffre di artrite, è arteriosclerotico oppure è ridotto a uno stato psicofisico di semi-coma neurovegetativo, peggiore di me stesso, il Falotico, dopo che mi fu effettuata una diagnosi psichiatrica che non starebbe in piedi neanche come Gian Maria Volonté/Indio, in Per qualche dollaro in più, dopo che il Colonnello Mortimer gli sparò con prontezza di riflessi e freddezza, per l’appunto, devastante?

Poiché, guardate, non sono affatto suonato malgrado, ve lo garantisco/a, non sia effettivamente idilliaco subire una sedazione per colpa di giochetti bullisti similmente associabili allo stupro commesso alla sorella di Thao…

– Che vorresti dire?

– Quello che ho detto…

È veramente orribile essere deprivati dei propri anni migliori, sfiancati nella propria virilità come il De Niro di Flawless che volle soltanto amoreggiare con Wanda De Jesus e invece gli diedero del cuore di cane, anzi di donna Graciella Rivers… Trovandosi, perciò, a battagliare per la propria dignità come Hilary Swank in Million Dollar Baby. No, non è Un mondo perfetto. E forse alcuni dolori nel basso ventre puoi curarli, semplicemente smettendo di assumere farmaci inutili, ma non puoi rialzarti se finisci come Eluana Englaro. E che fai? Chiami Al Pacino di You Don’t Know Jack o preferisci un’eutanasia dolcissima da Frankie Dunn? Esiste anche la terza possibilità. Non gettare la spugna, fottersene e indagare alle origini di ogni ipocrisia da Mezzanotte nel giardino del bene e del male. Se non gliela farete a smascherare figli di puttana bastardi quasi quanto Gene Hackman di Potere assoluto, no, non vendicatevi del vostro “porco” Little Bill Daggett. Parliamo della vita reale. Ad Anna Thomson/Delilah Fitzgerald rimarrà sempre l’indelebile cicatrice da sfregiata in modo poco pulito, (im)punito. Ma io non sono cieco come Pacino di Scent of a Woman. Al Pacino, esattamente colui che sconfisse Eastwood come Best Actor nell’anno di Unforgiven.  Sì, esistono eccome le protesi per un’anima mozzata o soltanto smorzata e demoralizzata, assolutamente non demolita. Non date retta alla retorica di Martin Brest. Mi pare inoltre che siamo tutti oramai cresciuti per farne una tragedia come in Richard Jewell. Comunque, che film capolavoro! Se qualche terrorista attenterà alla vostra vita come in Ore 15:17 – Attacco al treno, dimostrategli che la patente di senza palle gliela ficcate ove dico io. Sì, come Eastwood, sono The Mule. Mi assunsi e ancora assumo ogni responsabilità della mia trascorsa ingenuità. Fui talmente puro che fui scambiato addirittura per uno stronzo socialmente troppo duro, dunque da “internare” e intenerire con le assurde teorie eugenetiche della mentalità poco umana da scienziati dei miei coglioni dal DNA umano veramente merdoso. I cattivi, invece, dovrebbero essere assunti in drogheria come Sean Penn di Mystic River. Poiché, a mio avviso, non sono traumatizzati come Tim Robbins. Non sono neanche tanto svegli ma soltanto drogati. Se non v’è piaciuta la “sparata”, riguardate Il texano dagli occhi di ghiaccio e comprate il libro ficcatovi sopra.

Ah, per la cronaca, non quella nera, io sono uguale sempre più a Sam Rockwell.

 

di Stefano Falotico

CLINT EASTWOOD, alla soglia di novant’anni, con RICHARD JEWELL, dimostra che il Monco è The Man with no Name, miei monchi e mongoli


23 Nov

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Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale: quindi, non potete farmi causa. Sennò, oltre ai danni per calunnia, vi posso chiedere il risarcimento e anche tutte le annesse causali con estremo senno e senza nessun segno

Di pace? No, sui vostri volti. Morirei soltanto sfiorandovi. Schifato, creperei scannato.

Ora, chiariamoci, moscerini, moncherini e minchioni vari.

Se è vero che, come disse un mio amico tanti anni fa, io assomigli a Sam Rockwell, è altresì inconfutabile che in passato io sia stato Nic Cage de Il genio della truffa.

Ovvero, una persona affetta da manie igieniche e da rituali ossessivo-compulsivi, da me avuti a causa della mia profonda inquietudine esistenziale da Stress da vampiro.

Così com’è altrettanto effettivo che mia madre sia fisicamente simile a Kathy Bates.

Invece, tornando a me, tre anni fa ingrassai parecchio. Fu colpa degli psicofarmaci che m’obbligarono ad assumere solamente perché, possedendo un’anima troppo sincera, dissi tempo or sono che dei figli di puttana vollero attentare alla mia vita. Inscenando la mia pazzia solamente perché non era un lurido verme come loro. I quali, nascostisi dietro il paravento dell’università, desiderarono coglionarmi. Inventandosi la balla secondo cui ero malato di schizofrenia in quanto, invidiosi a morte della mia superiorità intellettuale, del mio savoirfaire da libertino abissale, forse anche del mio carisma da uomo che conosce la sua Magnum dentro i pantaloni, credettero assai male che mi sarei piegato ai loro ricatti osceni da malati di mente insanabili. Al che, san(t)amente mi sfuriai come Eastwood di Gran Torino. Gli psichiatri, non avendo molte prove in mano riguardo il ridicolo eppur tragico complotto che mi fu ordito, mi predisposero delle cure assai debilitanti ma soprattutto inutili. Addivenendo alla sbrigativa, burocratica, politicamente (s)corretta conclusione che, per l’appunto, mi fossi inventato tutto in quanto socialmente disagiato e delirante. Dopo tempo immemorabile, smentirono tutto, porgendomi le doverose scuse.

Una tragedia forse senza precedenti o probabilmente pari a quella narrata, a quanto pare splendidamente, visti gli applausi alla prima mondiale, da Eastwood nel suo nuovo film, vale a dire Richard Jewell.

Sì, una bella manica di mezze calzette… Ma, per mia fortuna, da tale equivoco giudiziario dalle proporzioni disumane assai angoscianti e realisticamente devastanti, ne uscii totalmente pulito e ancora brillantemente osannato. Malgrado, come dettovi, fui ingiustamente sottoposto all’igiene mentale più deprimente.

Ora, alla mia veneranda età non ancora da vegliardo, bensì da giovane gagliardo, posso presentarmi alla platea del mondo con tantissimi libri pubblicati, con saggi monografici, con ribaldi, fulgidi e lindi saggi monografici dedicati a Martin Scorsese, Nicolas Cage stesso, John Carpenter, con un mio delicato, delizioso omaggio a Eastwood in persona, la mia saga del Cavaliere con una copertina in cui Clint, in carne e ossa, forse solo graficamente stilizzato e ringiovanito, cammina lungo le vie buie del mondo ove tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.

Nella notte di San Silvestro, sarò a Monaco di Baviera assieme a un mio amico vero. Non so se mangerò lo zampone ma ho smesso di essere preso per coglione soltanto perché, come Steve Everett di Fino a prova contraria, Babbo Natale è costretto a rimanere spesso solo, eppur gli ignoranti ostinatamente mi danno dello zoticone, i gelosi del volpone, le donne vogliono succhiarmi qualcosa di unforgiven, togliendosi la gonna per un Blood Work, non suono la zampogna e i cattivi vorrebbero mettermi alla gogna.

L’idiota che ancora mi spergiura, eh sì, ha fatto la figura della merda pura, oh sì, ve lo giuro.

Continua, tramite profili falsi, a dirmi che dovrei andare a lavorare nei campi.

Gli rispondo:

– Perché no? Sai bene che sono Il texano dagli occhi di ghiaccio.

 

Al che, arrabbiato come non mai, mi dice che chiamerà la neuro.

E io, puntualmente, a tale mezzo uomo oramai terminato, replico in questi termini:

– Non ti avevano già internato? Devono esservi stati dei ritardi. Se gentilmente volessi passarmi il numero del tuo psichiatra, gli dico che sarebbe conveniente che comunicasse agli infermieri di venirti a prendere quanto prima.

Sai, lo faccio per te. Per la tua salute. Ma soprattutto per la mia.

Non prendertela, mio Jeff Daniels. Bevici su. In carcere o in manicomio, posso venire comunque a trovarti. Vuoi che ti porti anche del Jack Daniel’s?

Dicono che quando brucia, sai, l’alcol può servire da anestetizzante.

Sì, ti garantisco. Al mio mulo non piace la gente che ride e gente come te non merita neppure di essere trattata da asino.

All’asino, sai, puoi lavare la testa col sapone ma continua, ottuso come una capra, ad andare avanti per la sua strada.

Come facesti tu. Senza rinnegare un solo tuo passo falso.

Peccato che, sulla tua strada, stavolta tu abbia incontrato un tizio un po’ come Eastwood di The Mule.

Sì, che film, ragazzi. Eastwood ammette di non essere mai stato rincoglionito e, per via della sua ingenuità “criminosa”, di essersi meritato la punizione.

Però ora dobbiamo avere il seguito, intitolato Un mondo perfetto 2.

Con protagonista il reale scemo del villaggio, ovvero colui che, se a un uomo piace I ponti di Madison County, a suo avviso è un uomo che, sempre secondo sue testuali parole, mette tristezza…

Ah ah ah.

Una lezione di vita immane, cattivissima, mostruosa, sacrosanta.

Indimenticabile.

Poiché io andrò avanti e odio le vendette ma solo un bambino o uno col cervello piccolo potrebbe perdonare una cosa del genere.

Fra l’altro, che film, Gunny. La storia di uno che è duro perché, bando alle ciance e alla retorica, fratelli e amici, uomini e donne, la vita è una guerra. Dobbiamo essere duri come le merde secche se vogliamo distruggere i tosti stronzi. Dunque, donne femministe che odiate i maschilisti, afferrate la pistola e premete sul grilletto. E voi, uomini maschilisti, fate meno i fascisti, altrimenti vi mando in Libia. I droni vi fotteranno.

Ehi tu, lesbica, sarai la donna di quel gay. Ho deciso io. Sarete una coppia ben assortita. Si dice che gli opposti si attraggano e se lo sbattano. Tu, omosessuale, fai sesso col tuo uomo e non rompere il cazzo a quella donna.

 

di Stefano Falotico

 

Francesco Alò stroncò impietosamente THE IRISHMAN, io sparai la bomba su Facebook e si scatenò un caso “giudiziario” – Attenti a RICHARD JEWELL!


28 Oct

alotheirishman

richard-jewell-clint-eastwood-paul-walter-hauserOddio, cosa combinai.

Inserii, in totale buona fede, un post su FB.

Scrivendo semplicemente che, a mio avviso, Alò prese un abbaglio epico nell’affermate che Avengers sia molto più bello di The Irishman.

Dopo pochi istanti, partì una faida tra cinefili.

Io mi limitai ad osservare, divertito, incuriosito, intellettualmente stimolato, il confronto-scontro fra questi amabilissimi appassionati di Cinema.

Partiamo col dire che Alò è un critico che, a prescindere dai suoi gusti, opinabili o meno, sa eccome il fatto suo.

Ma, come sovente sta capitando sempre più prepotentemente, in modo precipuo (precipuo è un termine capolavoro, ah ah) ad Alò, ultimamente, interessano le visualizzazioni. Al che, secondo me, per aumentare le sue rendite, alla fine della sua video-recensione se ne saltò fuori con una frase che, nel bene o nel male, rimarrà negli annali della Critica cinematografica.

Complimenti poi per il coraggio. The Irishman è l’unico film della storia della Settima Arte a non aver ottenuto nemmeno una recensione negativa, tranne la sua. Al massimo, il voto più basso sono le 4 stellette, su una scala di cinque, di Anton Giulio Onofri su Close-Up.it – Storie della visione.

All’unanimità, di suffragio oserei dire universale, può vantare cioè una media recensoria da far invidia alle forme fisiche della Monica Bellucci degli anni novanta.

Ora, se mi venite a dire che Monica Bellucci dell’epoca era criticabile dal punto di vista prettamente fisico, vi consiglio non solo di non andare a vedere i film in sala ma di farvi una sauna. Poiché siete veramente freddissimi e dovete evaporare quanto prima.

Se invece mi venite a dire che Monica, come attrice, fa schifo al cazzo, in senso non letterale è così, è un’attrice insufficiente appieno.

In senso non metaforico, anzi inseno, diciamo pure con un seno così che stimola a fornicarla in ogni suo foro, al cazzo credo che possa fare schifo solo a chi non vuole abiurare come in Silence.

Joker e The Irishman, ribadisco, sono al momento i film più belli del 2019.

Ma io starei attento anche a Richard Jewell.

Ce ne rendiamo conto?

Alla soglia dei novant’anni, Clint ha il coraggio di sputtanare l’intero sistema giudiziario degli Stati Uniti.

Cioè, cosa fece l’FBI?

Scambiò un eroe per un criminale. Insomma, questo Jewell fu indagato per aver salvato molte persone. Ora, concluderei in tale modo, anzi alla Un mondo perfetto. Un mio amico, tanti anni fa, disse che gli ricordavo Sam Rockwell. Sino a due anni fa, la mia fisionomia psicofisica assomigliò non poco a Paul Walter Hauser. Ragazzi, non assumete mai farmaci. Fanno ingrassare e poi, se vedete Olivia Wilde, sarete talmente sedati che non esploderà nessuna miccia.

Ho detto tutto…

 

di Stefano Falotico

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E se la nostra società, dalle fondamenta, fosse tutta sbagliata? Testardi fino in fondo come Eastwood… dobbiamo essere


07 Mar

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Sì, quest’idea sta assumendo in me, col passare del tempo, sempre più un netto, inequivocabile convincimento. Dettato dalle relazioni sociali che avverto, nel mio intimo, deludermi sempre più profondamente. Finte, basate sull’apparenza, mendaci e mentitrici della nostra essenza più lieve e armoniosa.

E questo discorso vale anche per il Cinema. Nelle scorse ore, in maniera anche colorita, pindarica, giocosa e beffarda, mi son espresso in termini molto radicali su Stanley Kubrick. Potete trovare i miei scritti qui e ravviserete che non mento.

No, Stanley Kubrick, a eccezion fatta di un paio di film, lo trovo sopravvalutato. E poi mi par davvero noioso che si celebrino sempre gli anniversari della morte dei cosiddetti geni.

Incominciate a ricordare le morti, innanzitutto, dei vostri cari. Anche se erano uomini e donne stupidi. Chi se ne frega? Forse vi hanno dato più di questo Kubrick.

La gente guarda Shining alla tv e semmai ha aspettato questo momento da mesi eppure è abbonata pure a Netflix. Ove Shining è stato aggiunto ben prima della sua ennesima, insopportabile, nuova, perentoria messa in onda.

E, con estremo orgoglio, ben conscio di ciò che dico e penso, senz’alcun pentimento o vaghi ripensamenti, affermo qui, così come ho asserito puntigliosamente, che Stanley Kubrick, dinanzi a Clint Eastwood, sfigura e non poco.

Il Cinema di Kubrick è moralistico, pedante, misantropo, pessimista, un’ecatombe filmografica delle sue mai sopite e curate ansie.

Non voglio con ciò dire che bisogna essere retorici e sentimentalmente ruffiani. Ma, appunto, spietati eppur romantici come l’insuperabile Eastwood.

Lui, sì, davvero maestosamente poetico, liricamente perturbante, sempre in lotta con un mondo per il quale, con sacrosanta idiosincrasia, sfacciatamente si è accanito e ancor si schiera apertamente contro senza andarci per il sottile. Secco, essenziale, magnificenza nitidamente vivente. Non so ancora quanto vivente ma fa niente…

Kubrick invece va oramai bene solo per i passatisti di un Cinema superato, didascalico, questo Cinema che vorrebbe insegnarci a stare al mondo. E trovo sempre palloso e osceno quando uno si eleva a maestro demiurgico e a educatore cineastico delle coscienze… anche cinefile.

Ciò va bene per le donnette che insegnano alle scuole per bimbetti. Un autore deve essere al di sopra di posizioni cosiddette discutibili e apodittiche. Non dev’essere un assolutista della vita ma un inventore di nuove traiettorie visive, emozionali e perfino di rivoluzionari punti di vista.

Kubrick è stato un rivoluzionario? Macché? Orson Welles lo era. Kubrick, tutt’al più, era un attento osservatore e un trombone.

Che poi i peggiori sono proprio i cinefili. Tocca loro i film “intoccabili” e vanno su tutte le furie.

Allora ha fatto bene, coraggioso all’ennesima potenza, Francesco Alò a dire la sua nella recensione di Cocaine quel che ha detto. In barba al corretto…

Sostenendo che Scorsese, in alcuni gangster movie, è stucchevole.

Sì, lo è. Nobilita i mafiosi e li fa vestire perfino da Armani. Anche De Palma l’ha fatto. Ma in maniera diversa.

Grande film Quei bravi ragazzi ma quante assurdità. I mafiosi sono persone cupissime, sole, folli e invece Scorsese ce li ha tratteggiati, sì, come dei farabutti figli di puttana e viscidi, ma anche come compagnoni da birre in compagnia e facciamoci du’ spaghi.

Quindi, sono sempre più convinto di abbandonare molte certezze della società occidentale, in particolar modo di quella italiana. Borghese, vecchia, legata a schemi e valori vetusti come il cucco.

Valori che, anche nelle sfere apparentemente più altolocate, paiono quelli appunto di cosche mafiose.

E infatti, ogni giorno che passa, ringiovanisco a vista d’occhio.

– Stefano? Hai sbattuto la testa e te la sei rotta per arrivare a dire che Shining è un film mediocre?

– No, mi ha proprio rotto.

 

In fondo, mi ha proprio stancato il mondo in generale.

Tanto io cambio ma il mondo no.

E questo gioco del vivi e fattela piacere anche se il mondo fa schifo… a lungo andare è più falso dei film di Kubrick.

Credo altresì fermamente che Bob De Niro di Cape Fear avesse e abbia ancora ragione da vendere.

Così come dice a Nick Nolte.

Questi qui s’impegnano… nelle loro professioni, per far carriera, per far soldi, per vestire bene. Ma non s’impegnano nelle cose più vere e schiette.

– Ci sei stasera? Devo parlarti di una cosa.

– Di cosa devi parlarmi?

– Sai, sto pensando seriamente di suicidarmi.

– Macché. Smettila. Fatti una passeggiata e una buona dormita. Vedrai che tutto si aggiusta. Ci sentiamo sabato. Ché usciamo, ok?

 

Tanto, arriva sabato e chissà quale altro film di Kubrick trasmetteranno e tutti staranno in casa a “goderselo”.

Forse, per quanto non lo abbia mai avuto in auge, aveva ragione pure John Lennon.

Continuate pure a guardare le vite altrui e un bel giorno, quando starete per morire, capirete che forse quel sabato sera dovevate solo farvi una bevuta.

Da veri ubriaconi, senza sovrastrutture, senza nulla.

Come i grandi saggi. Come forse solo Bukowski e i geni come lui.

 

E questo è proprio tutto.

 

 

di Stefano Falotico

Etica della verità, Clint Eastwood, un principe (a)morale in un mondo sfasciato non solo dai fascisti ma (s)caduto nello sfacelo dello scatafascio


13 Feb

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Siamo stanchi dei critici cinematografici perché criticano da prevenuti, mal tenuti, spesso mantenuti e sono solo degli inguaribili passatisti senza una visione da futuro anteriore.

Orbene, figlioli. Chiariamoci molto bene. Il mondo è cambiato, cambia a vista d’occhio poiché la società è mutevole. E prende sempre strade nuove.

Io parlo così perché sono un futurista. Adoro il Cinema di Michael Mann e vorrei che il signor Michael si velocizzasse a girare il suo prossimo film. Invece che imbrodarsi, spinga mister Mann. Metta mano a una buona sceneggiatura e sfrecci col suo Cinema visionario iper-romantico fra i dedali della sua Los Angeles. Chi dice che Drive è un film enorme, lo mandiamo subito dal sindaco. Così gli firmerà un TSO e, dopo un’opportuna cura al cervello andato a puttane, rinsavirà di neuroni e comincerà a rivederci chiaro. Sì, il mondo e il Cinema, dopo passatine igienizzanti la sua testolina marcia, gli apparirà in maniera più cristallina. E credo che comincerà a vedere anche sua moglie sotto un’altra ottica. A forza di guardare film e filtrarli aprioristicamente secondo il suo già discutibilissimo pregiudizio, sua moglie finalmente soddisferà in maniera più ingranante, pompante di pistone parimenti ad Al Pacino reattivo di Heat quando insegue Neil/De Niro a tutto accelerare.

Sì, quest’uomo rimbambito da troppi dvd scaduti, deve energizzarsi cazzuto. Tosto e duro. E sua moglie, come Amy Brenneman, anche se capirà che sta con un racconta-frittole, lo amerà con passione rinvigorita, facendo sì che lui possa motorizzare il suo uccello sgommante sulle sue curve pericolose come il Valentino Rossi dei tempi d’oro.

Detto questo. No, non ho ancora visto The Mule del mio Eastwood. Perché aspetto che si calmino le acque, che le multisale si svuotino, essendo adesso tal pellicola al primo posto del box office, e che dunque gli spettatori idioti disertino film che s’illudono di capire e non possono capire. Perché ho deciso io. Ah ah.

Non credo che sarà un capolavoro. E se dite che lo è solo perché è firmato da Eastwood, andate a farvi fottere. La dovreste smettere con la politica degli autori e dei maestri che non si possono giammai criticare in quanto maestri. Uno può essere maestro e sbagliare. O perlomeno peccare. Sì, peccare è giusto. Lo sa Walt Kowalski di Gran Torino.

Egli peccò di superbia e razzismo.

Cristo Santo, ho più cose in comune con questi musi gialli che con quei depravati della mia famiglia.

Sì, ho capito che non appartengo a questo mondo d’occidentali porci. Meglio i cinesi. Fanno il loro lavoro, amano la contemplazione, non si fanno le scarpe a vicenda, adorano Bruce Lee e hanno, secondo me, anche fighe più belle. Con occhi a mandorla e culi migliori. Sì, non sono John Lennon e non fotterò mai Yoko Ono. Ma quella pornoattrice di qualche anno fa, Katsuni, posso dirvelo… mi ha fatto vedere Un mondo perfettoUnforgiven un culo capolavoro del genere. Sì, a questa qui dovevo farglielo più che a Jeff Daniels di Blood Work. Una caldissima mezzanotte nel giardino del pene, no, del bene e del male. Io non ci vedo niente di male. Se tu ci vedi qualcosa di male, pigliati Meryl Streep de I ponti di Madison County e ficcatela dove dico io.

La dovrebbe veramente smettere quel pappamolla di Salvini col suo Potere assolutoFino a prova contraria, viviamo in un Paese democratico, dunque sparo questa:

Salvini è come l’AIDS. Una volta che vi ha contagiato, avete pochi mesi di cervello vitale
e di uccello sanamente abile.

Gli extracomunitari non sono tutti terroristi come quello scimunito di Ore 15:17 – Attacco al treno.

C’è quello del terzo piano del mio palazzo, ad esempio, che mi saluta sempre. Sono gli altri condomini che non mi salutano. Soprattutto quelli maschi. Perché sanno che, da un momento all’altro, potrei circuire le loro signore come un cacciatore bianco, cuore nero.

Sì, ho una buona Gunny fra le cosce, questo le loro donne lo sanno. Lo sanno perché, dietro questo mio viso da cavaliere pallido, io le ho portate fra le nuvole con la mia Firefox – Volpe di fuoco.

Uno di questi tonti, l’altro giorno, ha cercato di spaventarmi:

– So che nella tua vita ne hai passate delle belle. Sei uno che ha visto l’inferno come in Fuga da Alcatraz.

– Guarda che la tua donna non m’interessa. È una figa dù caz’. E ne ripasserò di migliori. Per quanto riguarda il mio inferno, pensa al tuo forno. Ci son troppe patate in quel tuo microonde. Sono quelle che lecca e abbrustolisce tua moglie. È lesbica, frocio! Non lo sapevi? Come diceva Totò, informati.

 

Sì, Salvini è un fascista ma non facciamo di tutta un’erba un fascio. Sì, lui ce l’ha coi ragazzi che si fanno le canne. Di mio, mangio le caramelle balsamiche comprate dall’erborista e basta, ma non sono un moralista.

Sì, questi moralisti hanno rotto le palle. E quell’altro critico? Se c’è un film con un cattivo e un buono, dice che il cattivo è un fascista. Non potrebbe essere uno stronzo e basta? Io conosco un sacco di merde comuniste.

Io sono apolitico, apolide, apollineo, asessuato a giorni alterni e anche apostolo. Meglio essere un apostolo che un predicatore come Cristo. Tanto, se vuoi passare per messia, ti mettono in croce. Se invece vuoi passare, appunto, solo per apostolo, al massimo ti diranno che sei un figlio di puttana come Giuda. Ti ammazzerai per la vergogna. Tanto che cazzo campavi a fare? Per tradire ciò in cui avevi creduto e poi hai rinnegato? Falso! Coraggio, fatti ammazzare. Lanciate eccome le prime pietre.

E, se non vuole porgere l’altra guancia, ci porgesse almeno il didietro così gli moltiplichiamo il pane per ingozzarlo come un maiale ma soprattutto il nostro pesce nel suo tempio sacro!

Dio santo! Perdonami perché ho peccato.

Ho detto un’idiozia. Ma ne sento peggiori delle mie. Ho sentito dire che Donnie Brasco è un film mediocre e che la colonna sonora di Mission firmata da Morricone è retorica.

So io cos’è retorico! Hai detto una puttanata micidiale e quindi, senza se e senza ma, in maniera pletorica ma soprattutto stoica ora ti piglierai un’inchiappettata storica.

Molta gente sostiene che il Cinema di una volta era migliore di quello di oggi. Non è vero. Ieri come oggi uscivano stronzate. Ma quello che usciva ieri a loro appare più bello. Per forza, prima quello che usciva era il loro uccello dentro una giovane passerina tutta bollente, adesso invece escono solo bollette. E il loro uccello, a forza di svolgere un lavoro del cazzo senza respiro, è bollito!

Dunque, amareggiati che sono, non amano più i film d’amore e li definiscono melensi.

Sì, loro sono tanto dolci e, a forza d’inculate di una vita a novanta, cioè senza più palle, non sanno neanche gustare la crema dei pasticcini. Perché quella del pasticciere la intorta la moglie. Che è in menopausa cavalcante ma ancora cavalca di panna montata l’amante per qualche dollaro in più.

Sì, suo marito si è ammosciato e non gli servirà a nulla andare dall’andrologo. Nessuna nuova calibro 20 per lo specialista da uomo da cravatta di cuoio. Sta tirando le cuoia mentre la moglie cucina le uova anche ai camionisti.

L’altro giorno ho detto che Ligabue fa schifo. Sì, ho scritto anche questo:

Luciano Ligabue non è ancora stato assunto come mandriano delle capre? Mah. Dire che avrebbe più ammiratori pecoroni.

No, Luciano ha fatto qualcosa di buono. Qualche bella canzone l’ha realizzata, siamo seri. Sì, però io dormivo ed è stato meglio così. Se voi avete ascoltato delle sue belle canzoni, non stavate contando le vostre pecorine. E non mai è cosa buona e giusta, appunto.

Io ho perso il conto. Buonanotte.

Credo all’amore? Spesso esiste, più spesso… eh, più spesso è più dura. Specie se è grosso anche quello in banca di chi mantiene allegra la relazione.

Credo all’amicizia?

– Sì, contento tu, contenti tutti ma non è contenta tua moglie, però, amico. Che possiamo fare?

– Che vuoi fare? Vuoi fartela?

– No, sei mio amico. Se la farà un altro. Fidati, è meglio. Tanto è un cesso. Devo esserti sincero. Quindi, prima la mandi a farselo dare nel culo e più te la godrai. Credimi.

 

 

di Stefano Falotico

Il Cinema è morto non per colpa di Netflix, bensì a causa di Instagram, patria e oscena parata di sguaiatezze


25 Jun
A PERFECT WORLD, Kevin Costner, 1993

A PERFECT WORLD, Kevin Costner, 1993

Sì, è così. Dopo un’attenta analisi, ho appurato che è così. Quasi tutti quelli che stanno su Instagram sono dei degenerati. Anch’io ci sto, ma con faccia beffarda da idolatra di me stesso, in quanto essere vero in un’umanità allo sbando che merita solo di essere sbertucciata, coi miei lineamenti allineati allo sfottò di classe, cosicché irrido George Clooney, attore comunque elegante ma paraculo, semiserio, un semifreddo quasi quanto la bella moglie semi-anoressica che si è trovata. Una che, truccata con tre chili di cerone, può essere accettabile, ma rimane l’incarnazione dell’aceto. Sì, donna da accettare, nel senso di tagliare con l’accetta. No, non dobbiamo essere cruenti e cattivi, ma è una donna che non stimola l’appetito… Insopportabile, giornalista delle ca(u)se perse ma non della sua che diventa sempre più lussuosa e i cui figli, dopo aver vissuto nella ricchezza più sfrenata, diverranno attori secondo la tradizione, passando di festa in festino con qualche “operatrice sociale”. È così!

Sì, io sono cinico e anche misogino. Molte donne mi stanno sul cazzo, cioè praticamente nessuna, perché non meritano di posarsi ove il mio membro, scioltamente puro, non può inzozzarsi nelle carni di queste puzzolenti mentecatte. No, non sono così, sono molto romantico ma sono un giovane povero e divento spietato per mancanza di materia prima, che non sono le donne, ma l’oro. Ah ah.

Poi, ora ci sono pure le arene estive. Sì, ove proiettano all’aperto i film dell’anno. Io spero venga sempre a piovere, un bell’acquazzone che mi liberi dall’olezzo di queste donne coi sandali aperti, la cui rancidità è stomachevole, coi loro alluci valghi e le loro borsette su gelato alla crema quando scende montante la sera e loro che, ammirando film romantici-lacrimanti, sperano poi, rincasando, di essere leccate dal marito che ha amato Michael Bay e dunque è “carico” nell’afa sgocciolante del suo cervello squagliato e del suo erotismo marinaresco da trombone dell’alta borghesia “festeggiante”…

Sì, io le sparo… vanno sparate. Senza eccezione alcuna, compresa la mia fighetta che spesso fa la stronzetta. Ah ah.

Non mi soffermerei su queste codeste galline che definiscono ogni cosa culturale, ché loro non sanno neppure cosa sia la cultura, ogni cos(ci)a dicon sia “meravigliosa” e ascoltano quel patetico “pallemosce” del cantante dei Negramaro. Come si chiama quel pidocchio melodrammatico del cazzo? Giuliano Sangiorgi. Ma bevesse l’amaro… Giuliani! Mah, io preferirò sempre, con questo caldo, un frigorifero della Sangiorgio, ove ficcare la testa di questo emulo di Amedeo Nazzari, prestato alla musica dei perdenti, per rinfrescarlo un po’. Datemi Giuliana e che sia giuliva con lo “stuzzichino” delle mie olive… Ah, questo Sangiorgi andrebbe sbattuto. Mica da me, mica so’ frocio, ma al fresco. Vediamo se in carcere un coglione del genere capirà che deve scrivere musica tosta e vera, non minchiate per fruttivendole che, dopo aver urlato in piazza, s’immalinconiscono con tal demente “dolce”. Ah, belli freschi, cocomeri al mare mentre magnate il vostro ghiacciolo da Algida. Ah ah.

Sì, poi abbiamo Instagram, ove ogni super zo… la può spacciarsi per Catherine Deneuve, fotografata in shooting che celano la sua identità da meretrice dietro luci soffusamente languide come gli occhi del sedicente fotografo che dice lei:

– Cara, dopo aver magnificato il tuo corpo en nature, puoi pagarmi in natura.

– Sì, ci sto. Mi conviene e tu vieni…

 

Quando si dice son scatti che “spingono”. Scusate, vado a estrarre la pasta al forno dal microonde. Ah, che besciamella. Io me la pappo!

 

 

di Stefano Falotico

 

Meglio essere invasati di De Niro che essere invasati dal denaro, evasori della vita sentita, invadenti delle sensibilità altrui


18 Mar
A PERFECT WORLD, Kevin Costner, 1993, hands in pockets

A PERFECT WORLD, Kevin Costner, 1993, hands in pockets

La scuola d’obbligo è una scuola di iniziazione alla qualità di vita piccolo borghese: vi si insegnano delle cose inutili, stupide, false, moralistiche, anche nei casi migliori (cioè quando si invita adulatoriamente ad applicare la falsa democraticità dell’autogestione, del decentramento ecc.: tutto un imbroglio). Inoltre una nozione è dinamica solo se include la propria espansione e approfondimento: imparare un po’ di storia ha senso solo se si proietta nel futuro la possibilità di una reale cultura storica. Altrimenti, le nozioni marciscono: nascono morte, non avendo futuro, e la loro funzione dunque altro non è che creare, col loro insieme, un piccolo borghese schiavo al posto di un proletario o di un sottoproletario libero (cioè appartenente a un’altra cultura, che lo lascia vergine a capire eventualmente nuove cose reali, mentre è ben chiaro che chi ha fatto la scuola d’obbligo è prigioniero del proprio infimo cerchio di sapere, e si scandalizza di fronte ad ogni novità). Una buona quinta elementare basta oggi in Italia a un operaio e a suo figlio. Illuderlo di un avanzamento che è una degradazione è delittuoso: perché lo rende: primo, presuntuoso (a causa di quelle due miserabili cose che ha imparato); secondo (e spesso contemporaneamente), angosciamente frustrato, perché quelle due cose che ha imparato altro non gli procurano che la coscienza della propria ignoranza. Certo arrivare fino all’ottava classe anziché alla quinta, o meglio, arrivare alla quindicesima classe, sarebbe, per me, come per tutti, l’optimum, suppongo. Ma poiché oggi in Italia la scuola d’obbligo è esattamente come io l’ho descritta (e mi angoscia letteralmente l’idea che vi venga aggiunta una “educazione sessuale”, magari così come la intende lo stesso “Paese Sera”), è meglio abolirla in attesa di tempi migliori: cioè di un altro sviluppo. (È questo il nodo della questione).

Quanto alla televisione non voglio spendere ulteriori parole: cioè che ho detto a proposito della scuola d’obbligo va moltiplicato all’infinito, dato che si tratta non di un insegnamento, ma di un “esempio”: i “modelli” cioè, attraverso la televisione, non vengono parlati, ma rappresentati. E se i modelli son quelli, come si può pretendere che la gioventù più esposta e indifesa non sia criminaloide o criminale? È stata la televisione che ha, praticamente (essa non è che un mezzo), concluso l’era della pietà, e iniziato l’era dell’edonè. Era in cui dei giovani insieme presuntuosi e frustrati a causa della stupidità e insieme dell’irraggiungibilità dei modelli proposti loro dalla scuola e dalla televisione, tendono inarrestabilmente ad essere o aggressivi fino alla delinquenza o passivi fino alla infelicità (che non è una colpa minore). 

Ora, ogni apertura a sinistra sia della scuola che della televisione non è servita a nulla: la scuola e il video sono autoritari perché statali, e lo Stato è la nuova produzione (produzione di umanità). Se dunque i progressisti hanno veramente a cuore la condizione antropologica di un popolo, si uniscano intrepidamente a pretendere l’immediata cessazione delle lezioni alla scuola d’obbligo e delle trasmissioni televisive. 

(Pier Paolo Pasolini…)

 

Sì, un tempo non si diceva scuola dell’obbligo ma scuola d’obbligo e Pier Paolo, penso volutamente, anziché scrivere angosciosamente scriveva angosciamente… che in italiano è decisamente scorretto. E poi l’edonè cos’è? Il compiacimento di essere edonisti?

Comunque sia, il suo discorso non fa una piega. Oggi, e non voglio essere moralista ma lucidamente obiettivo e realista, viviamo in una società che mette i brividi. Eppure il carrozzone cazzone va avanti come sempre, si consumano tragedie e tutti stanno zitti, per paura di dire la verità, e per timore di essere incolpati rifiutano la ragione o meglio la silenziano in un mare angosciante d’ipocrisie. Tutti presi freneticamente dalle loro quotidianità di massa, inconsapevoli o, peggio, e qui li addito, coscienti di perpetrare il male anche solo essendone conniventi, complici e testimoni oculari che, terrorizzati da possibili ritorsioni (e perché dovrebbero arrivare mai?), si nascondono nelle frasi di circostanza, tutti afflitti dai loro insulsi mal di panza.

 

No, ogni giorno assistiamo ai più efferati e ripugnanti crimini, ma tutti paiono essere abituati alla spettacolarizzazione del dolore, e via di sciacallaggi, più il mondo fa schifo e più la gente pare divertirsi sulle disgrazie altrui, alimentando così in maniera disgustosa questo ludibrio carnalmente putrescente e orrido.

Un ragazzo si suicida a scuola perché bersagliato e massacrato da coetanei imbecilli che apertamente derisero la sua sessualità “non condivisa”, le sue alterità emozionali, le sue giuste timidezze e le sue sane ritrosie, ma la faccenda viene liquidata con una scrollatina di spalle. Perché oramai il danno è fatto, indietro non si può tornare, andavano fermati prima che succedesse il pasticciaccio, ma è acqua passata, mettiamoci una pietra sopra, con un “bel” colpo di spugna facciamo finta di dimenticare. E ce ne laviamo la coscienza. Su, tutti a ballare.

Una donna viene stuprata e da quel momento non si riprende più, e allora passerà tutta la sua vita a imbottirsi di farmaci sedativi, prescrittile da uno psichiatra che non ha intenzione di psicanalizzarla e discendere alle spaccature emotive che nel suo animo si sono create dopo il violentissimo trauma. Sì, non “delira” più, per forza, oltre al danno la beffa. Dopo essere stata violata nel suo corpo macellato, adesso, per il “bene di tutti”, del “quieto vivere” della collettività, l’hanno quasi lobotomizzata, ed è diventata la madre di Undici di Stranger Things. Come si chiama pure quell’attrice? Ma sai che non mi viene in mente? Vabbe’, chi se ne frega…

Sì, freghiamocene… di tutto. Domani esce il nuovo film di Paul Thomas Anderson. Ah, splendido-splendente, che capolavoro, e che recitazione superba. Dico? Ah, Day-Lewis è sempre lui, che classe, che portamento, un Dio. Oggi pomeriggio con chi gioca la Juventus? E il Napoli arriverà davvero secondo? Ma sai, la città del Vesuvio, ma sì, mi sta simpatica. Io sotto sotto spero che vinca lo Scudetto. Come si può non tifare per quella gente tanto buffa e caciarona? Sì, in fondo a Napoli ci sono i mariuoli, ma è pittoresca, la città di San Gennaro e Pulcinella, appena esci in strada ti borseggiano e sbatti la testa sul marciapiede. Che simpatia! Non facciamo di tutta erba un fascio. A Napoli c’è tanta gente perbene, eh sì. Grandi teste…

Ah sì, lei ha la sua vita. Sì, quel che a lei importa è un lavoro “rispettabile”, tanti scheletri nell’armadio, un paio di spaghetti alle cozze la domenica, e poi i suoi figli, ah, che sono giovani e devono “crescere”, andassero pure fuori il sabato sera a combinar cazzate, a prendere per il culo i paraplegici, sì, son bravi guaglioni sostanzialmente, cambieranno. Basta che non rompano i coglioni a chiedere soldi, se li guadagnassero… Certo, adesso sono un po’ stronzetti, domani diverranno stronzi “puri” col conto in banca grassissimo, e ricatteranno quelli che non si sono “adattati”.

Ma sì, continuiamo così.

 

Abbasso questi malati e invasati, sono solo dei “cospiratori”, ma che vogliono? Di che si lamentano? Insomma, ci arrivano a fine mese? E quindi? Ma che stessero zitti, ché la vita è una merda per tutti. Inutile che piango/ano sul latte versato, è colpa loro se si trovano male. La vita è bella, bella, bella!

Uno splendore!

 

Sì, meglio essere come me, amante di De Niro. Non vi è una spiegazione logica nella mia adorazione per il Bob, soprattutto dopo che ha girato un sacco di cazzate immonde. Ma, d’altronde, c’è una spiegazione logica per il mondo “perfetto” in cui viviamo?

Invero, la Juventus ha già giocato e ha pareggiato, ah ah, e il film di Anderson è uscito da un pezzo.

Taxi Driver

 

di Stefano Falotico

 

Genius-Pop

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