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Sam Rockwell praticamente è uguale a me, è inquietante la faccenda, pure la sua donna


21 Jan

Sam+Rockwell+26th+Annual+Screen+Actors+Guild+OElHCoVpb4Vl

Sì, già vi parlai di Alessandro in provincia di Padova? Di Monselice, per l’esattezza, vicino Este.

Anni fa, su filmtv.it, si fece chiamare lucaskiesling. Chiaro omaggio al personaggio protagonista di Femme Publique del suo regista preferito, ovvero Andrzej Zulawski.

In verità, sbagliò la dicitura del nome del personaggio interpretato dall’attore Francis Huster. Il nome e cognome corretti sono Lucas Keesling.

Ebbene, anni fa, mi ospitò molte volte a casa sua. Obbligandomi, piacevolmente, a sedermi sul divano e a vedere con lui tutti i film di Zulawski. Anzi, a rivederli quasi tutti poiché molti di essi già vidi.

Al che, dopo queste sue personali retrospettive in cui, di punto in bianco e anche in piena notte, svegliando suo fratello e i suoi genitori, urlò in preda all’estasi del magnificare Zulawski, io gli chiesi discretamente:

– A me sta venendo un forte dubbio. Non è che tu, con la scusante di essere un cinefilo amante del Cinema di nicchia, invece ti esalti per le forme assai procaci, più che di nicchia, ecco, di minchia per lo sticchio, indubbiamente provocanti delle ex di Zulawski? Ovvero Sophie Marceau e Valérie Kaprisky?

 

Lui, colpito nell’orgoglio, mentendo dinanzi alla sua chiarissima virilità, ipocritamente replicò così:

– Certo, sono due grandi fighe ma il Cinema è il Cinema, l’arte viene prima.

 

E io:

– Non è che viene prima qualcos’altro?

 

A questa mia risposta giusta, sanamente scherzosa, lui mi guardò e mi disse:

– Sai a chi assomigli, Stefano? A Sam Rockwell.

 

Alessandro fu infatuato di me all’epoca. A livello amicale e platonico. Tant’è che, con l’altro suo profilo, chiamato SONATINE, mi leccò il culo in maniera clamorosa.

Ora, Sam Rockwell è un grande. Avete visto la reazione della sua compagna, la modella Leslie Bibb, agli Screen Actors Guild Awards? Ecco, mi pare che si sia troppo scalmanata la signora Bibb dinanzi all’annuncio della vittoria di Sam. Sam, con enorme aplomb, in questo momento imbarazzante, pensò: senti, troia, non farmi fare figure di merda. Finiscila subito. Ci manca solo che tu mi faccia un pompino in diretta e mi rovini la carriera.

Di mio, cerco di evitare le donne il più possibile. Se vinci l’Oscar e stanno con te, sono felici. Sì, perché così avranno altri tre yacht. Insomma, non sono tutte mignotte, però sono come Sophie Marceau e la Kaprisky. Cioè, non sono puttane affatto. Come direbbe Celentano, sono molto di più. Ah ah.

Fidatevi, gli amici sono meglio. Cazzeggiano e basta. Non voglio sentire altri cazzi in merito. Neanche in tuo marito. Ah ah.

sam rockwell lesli bibb bikini

di Stefano Falotico

La critica moderna, guidata dagli youtubers Joker Marino, Federico Frusciante, victorlaszlo88, Lorenzo Signore, Mr. Marra vs la Critica accademica


17 Jun

james-deanOra, saltate questo lungo preambolo se non amate l’autoironia, la Critica sui generis e passate al capitolo 2 che verte sulla questione enunciatavi nel titolo…

Comunque sia…

Lo spettatore amatoriale che critica i critici veterani è triste quasi quanto Paul Schrader che girò un film con James Deen e più moscio di Richard Gere de Il primo cavaliere?

Sì, ho scritto James Deen, non James Dean.

James Deen è la nemesi di James Dean. Tanto Jimmy fu la simbolizzazione, per quanto mitizzata volgarmente, romanzata, empiamente stilizzata della gioventù bruciata piena di palpiti romantici, d’eterna inquietudine combattiva, d’incandescente purezza sentimentalmente travolgente, ovvero l’incarnazione della rabbia giovane quasi appunto malickiana, oscenamente mistificata però dai cultori e fautori bassamente giornalistico-giovanilistici, appunto, cioè adulti rincoglioniti idolatri e nostalgici delle giovinezze lor perdute nella panza e nella corruzione da riempire e infangare di triti luoghi comuni insopportabili ché, a loro squallido ardire, è bello ardere e identificare in modo pressapochista nella distorsiva nomea iconica d’una idealizzata, forte, eterna sindrome da Peter Pan e nella stupida magnificazione bambinescamente cazzuta de Il selvaggio, quindi a erezione, no, elevazione di nostalgie ed elegie brandiane e coppoliane, Rumble Fish docet, santificanti e dunque limitanti, al solo scopo… mercantilistico e superficiale, agiografico e banale, semplicistico e oserei dire scandaloso, scostumato, vergognoso di alzar in auge quella… che è invero l’emotiva complessità di un periodo importantissimo della vita di noi tutti, cazzo, dicevo… mi son perso fra anacoluti dal costrutto sintattico più articolato di un infinito rutto brutto… in parole povere, James Deen, il pornoattore osceno, è un misogino edonista mostruoso e marcio, un sodomita violento e ai limiti della legalità delle donne comunque più vicine alla femminilità animale, quindi di Dean ha solo il nome.

Deen è uno sgorbio e ha storpiato pure il fantastico cognome del protagonista della Valle dell’Eden.

E The Canyons è un film impresentabile non perché io sia un moralista che fatica/chi a digerire l’idea che lo sceneggiatore de L’ultima tentazione di Cristo abbia ficcato… Dean nella sua porcata per rendere Autofocus la sua bischerata, no, capisco benissimo che dietro questa sua scelta di casting via sia un’idea meta-cinematografica pari quasi alla metafisica di Taxi Driver, comprendo appieno che, così facendo, Schrader abbia voluto eccentricamente omaggiare appunto sé stesso, essendo lui un calvo cineasta solipsista e calvinista, ossessionato dalla carne, da temi come il peccato, l’irredenta natura ambigua del sesso e dell’amore in una società andata a puttane più delle clienti di Woody Harrelson di The Walker o del super figo Richard Gere di American Gigolo, no, non è questo il punto. Nemmeno G.

Il grande Cinema è splendida finzione. American Gigolo è un bellissimo film proprio perché non c’era John Holmes a interpretarlo. Non so se mi stiate seguendo. Bensì appunto v’era Gere.

Forza, sveglia, non dormite da ghiri!

Un sex symbol, certo. Che peraltro sarebbe divenuto totalmente tale soltanto dopo questo film. Richard Gere, un celeberrimo donnaiolo incallito che è stato sposato a Cindy Crawford, l’unico stronzo di classe che poteva permettersi la lussuria, no, il lusso di essere il protagonista della pellicola All’ultimo respiro, remake neanche tanto malvagio, a darla tutta, no, a dirla tutta, di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, recitando spesso semi-ignudo in piscina assieme a quell’ex Femme Publique immane e stra-gnocca di Valérie Kaprisky, donna impudica e pubica, senza far rimpiangere del tutto l’originale puro.

Evviva le guerre puniche!

Ma Gere è un attore coi contro-coglioni, non schizziamo, poveri idioti schizofrenici, e soprattutto… non scherziamo.

Guardatelo ne L’incredibile vita di Norman oppure ne Gli invisibili. E capirete che, oltre al sempiterno fascino virile da piacione, v’è sempre stato molto di più, miei cazzoni.

Richard Gere è uno che ha sempre saputo eccome il fallo, no, fatto suo. Un attore con due palle così.

E qui ci vorrebbe, a gridarvelo in faccia, Mario Brega di Un sacco bello, così come urla infatti al figlio scemino che Don Alfio è uno di Chiesa che la sa lunga.

James Deen è il peggio del maschio, roba che Bobby Peru di Cuore selvaggio, cioè Willem Dafoe, vale a dire uno degli attori preferiti di Paul Schrader, neanche a farlo apposta, se lo tromba più velocemente di un’eiaculazione precocissima senza neppure cagarlo di striscio.

Paul Schrader, che film merdoso che è il tuo The Canyons. Per fortuna, ti sei rifatto con First Reformed. Sennò ti avrei spedito a fumarti un cannone…

Sì, un tempo, ai due giorni di leva, chiedevano ai ragazzi se amavano i fiorellini. A me chiesero come mai mi piacevano i tortellini ma non gradivo molto le bolognesi.

Se qualcuno rispondeva sì ma, alla domanda se gli fosse piaciuto fare il fioraio, rispondeva che, altresì, amava la natura colorata e bella eppure al contempo non si sarebbe mai sognato di fare il giardiniere contento o di vendere rose rosse alle donne innamorate non solo di Richard Gere per una vita apparentemente felice, ecco, a questo qualcuno prescrivevano la visita dallo psichiatra.

Io sono il Joker, anche Matthew Modine di Full Metal Jacket.

Se costui si opponeva a questa sorta di castrazione psicologica assurda, lo riformavano. Ma non rilasciandogli la patente di uomo troppo dolce ed educato, dalle buone maniere sensibili non pronto a un mondo guerrafondaio manieristico di fascisti-filonazisti, bensì lo rispedivano al mittente con la patente discriminatoria di frocio assai prossimo alla demenza.

Sulla lettera, diciamo, di dimissione non v’era scritto esattamente frocio bensì eufemisticamente lo si mandava a cubiste, no, a cubitali lettere, a quel paese poiché non ritenuto macho abbastanza e dunque adatto, oddio sto morendo, a una vita da duro che tutti incula.

È questo che ci ha insegnato la nostra Italia. Complimenti, valori di “sana e robusta Costituzione”.

No, non ho nulla da dissentire in merito. Come no? Infatti io ho svolto il servizio di obiettore di cosce, no, di coscienza.

Detto ciò, non traviate le mie parole, non travisatemi.

Tutto quest’ambaradan, questo pen(s)oso panegirico per arrivare a una questione che mi sta sinceramente più a cuore.

Sì, tutti questi damerini, questi (ig)nobili figli di papà di vent’anni che non se lo sono mai fatto a dovere, mi stanno sul culo.

Se avessi detto che mi stanno in un posto simmetricamente perpendicolare allo sfintere, mi avrebbero pure tolto la possibilità di obiettare e dire la mia. Vi pare normale?

A noi, critici e figli della generazione X, forse con una Lancia Ypsilon, uomini “Smart” insomma, chi spezzerà delle lance in nostro favore? Ah, non ci disprezzerete e dunque l’anima non ci spezzerete.

Vi faremo a pazzi, no, a pezzetti, a pezz(ent)i. Paz e devi avere Pazienza, anche Andrea…

Dobbiamo mettere i puntini sulle i e anche forse su quelle greche, non siamo probabilmente dei latinisti e amanti dei peplum ma forse adoriamo i piedi femminili, siamo feticisti di e come Tarantino?

Siamo misogini come James Deen o come Stuntman Mike di A prova di morte?

Odiamo gli attori cani, dunque non siamo dei cinofili, bensì solo dei cinefili?

La domanda sarebbe da porre al mitico Ignazio La Russa. Vi ricordate?

Incorre in un frequente lapsus il candidato di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa mentre si rivolge a Luca Miniero, regista del film Sono tornato che ha come protagonista il Duce: “Un film troppo commerciale…”.

Alcuni sostengono che io meriti molto più successo E che i miei circa 370 iscritti al mio canale YouTube Joker Marino siano davvero pochi. E sul modello 730 abbia poco da recensire…

Ora, noi siamo bravissimi, in effetti. Spesso, lo dico orgogliosamente, siamo più intuitivi, colti e preparati di gente che scrive, dietro fior di quattrini, per quotidiani nazionali.

E mi riferisco naturalmente, oltre che a me stesso, ai succitati Frusciante, Victor, Signore, forse anche a Willy Signori e vengo da lontano.

C’è chi ha mille iscritti al suo canale e chi invece 100 mila. Chi invece ne ha tre, ovvero sé stesso e i suoi genitori. Io non sono invidioso di chi ha più di me. Chi fa da sé…

Dunque, lunga vita a Fede, nostri fedelissimi.

È meglio insomma Falotico, detto Falò delle vanità, oppure Francesco Alò?

È meglio Mereghetti o le sorelle Laura e Luisa, figlie di Morandini?

Chi è nato prima? L’uovo o la gallina?

E Falotico è una gallina dalle uova d’oro? Cioè, quasi (a) gratis, continua a fare le video-recensioni di film altissimi ma, se fosse andato, ogni santo giorno, al semaforo di Via Prati di Caprara, per elemosinare du’ lire, forse oggi avrebbe più soldi?

È un critico amatore pur non essendo un armatore, è un amante della più elegante Ars Amandi e un adoratore del Cinema bello, non bellico, quanto i migliori film di Elia Kazan? Oppure era meglio se fosse nato davvero come Antonella Elia?

O è invece un cazzaro, un casinaro, un coglione, per farla breve e sveltina?

Siamo tutti pirla in questo mondo?

E perché mai sfruttarono la virilità grandiosa del magnifico Richard Gere a uso e consumo delle donnette che hanno sempre utopisticamente sognato di vederlo nei panni di Lancillotto?

Tornando a La Russa, stamattina uno in radio, un lavoratore stacanovista e bravissima persona, a tale domanda fattagli, ecco, ha risposto così:

– Che cosa faceva nella vita jean-Jacques Rousseau?

– Russò.

 

Invero, non fu una domanda ma una barzelletta raccontata dallo stesso radioascoltatore che, finito di spararla, volle puntualizzare che lui, oltre che lavoratore duro, è un grande musicista.

Ci siamo capiti. Ho detto tutto. Noi siamo più bravi dei cosiddetti critici da cui tutti pendono dalle labbra ma forse ha fatto bene James Deen a buttarla in vacca.

Se proprio ci andrà grosso, no, grassa, potremmo pure campare con un mezzo stipendio ottenuto dalle visualizzazioni, ma non potremmo mai permetterci di avere la villa a Mulholland Drive.

Noi continueremo però, resilienza e Resistenza permettendo, ad amare alla follia Lynch, vedendo Naomi Watts e Laura Harring col binocolo e invece il Pinocchio Deen vedrà gnocche a tutt’andare, sgranocchiandosele, le gambe sgranchendosi, scrocchiandosi le nocche, pieno di balocchi, no, baiocchi.

Chi ha occhio, no, orecchie per intendere, intenda. Altrimenti, se non volete starci a sentire, c’è sempre la RAI.

Evviva noi, youtubers a cazzo loro, gli altri sono tutti troioni.

Perciò, arriviamo al punto cruciale, alla morale della fav(ol)a:

se James Dean interpretò Il gigante, se James Deen è un cane e La Russa un cinofilo, perché Falotico non può essere un cinefilo normale?

Dio can’!

 

di Stefano Falotico

01 Jan 1955 --- James Dean --- Image by © Sunset Boulevard/Corbis

01 Jan 1955 — James Dean — Image by © Sunset Boulevard/Corbis

Basta un attimo e, dalla rabbia alla Charles Bukowski, passi a Il metodo Kominsky con Michael Douglas e dire che volevo scoparmi Valérie Kaprisky


13 Nov
THE KOMINSKY METHOD

THE KOMINSKY METHOD

La femme publique [1984]

Sì, questa Kaprisky mi rendeva un uomo d’inconfessabile capriccio. Sì, bellissima, sodamente ignuda, sfrontatamente troia nel poster de La Femme Publique.

Il regista Andrzej Żuławski è uno che nella vita ha avuto non solo un culo pazzesco, bensì due. Sì, si scopava sia la Kaprisky che Sophie Marceau, altra passerona inaudita adesso imbruttitasi.

Ah, ma quel tempo delle mele rendeva ogni uomo un ingordo del miele…

Di mio, ricordo quando, anni fa, in pieni tormenti post-adolescenziali, mi riconoscevo nelle rabbie di Charles Bukowski e, di notte, al plenilunio ululavo i miei ardori, uscendo di casa mentre la gente dormiva e spogliandomi in mezzo alla piazzetta del centro commerciale. Con la fontana limitrofa che accompagnava i miei tormenti carnali nello zampillante tintinnio suo acqueo misto al portentoso mio fluido corporeo donato alla pavimentazione che, bagnata dalla cascata del mio spruzzarle l’acme dei miei ripetuti, esagitati orgasmi, mi ringraziava. Sì, erano mesi di siccità e la siccità provocava crepe fra le piastrelle. Che, disgiunte le une dalle altre, non potevano incastrarsi a piacimento, pietrificate dall’arida solitudine delle loro sterili solidità inconsistenti.

Ah, la mia non fu stolidità ma scostumatezza di gran ilarità. Di beata, fottuta immoralità.

Ah ah. Sì, attimi di sconsiderata impudicizia svergognata. Giunse sul luogo la polizia perché uno, dalla finestra, assistendo a questo “spogliatoio” inverecondo, anziché chiamare la neuro, elevò in grido un tifo bestiale per spronarmi a una maggiore, ancor più imbarazzante masturbazione immonda.

Svegliò tutto il vicinato che, ammirato dai miei impuri, dunque purissimi atti ero(t)ici, fu anch’esso indotto in tentazione. E a ruota libera tutti gli abitanti del quartiere scesero in istrada, denudando ogni loro finto pudore e cantando alla luna i loro promiscui, selvaggi amori lisci… con soavi, stuzzicanti odori poco san(t)i.

Sì, col promiscuo ci sta il liscio, senti che assonanza di ritmo. Pigliatelo!

Accorse perciò la polizia, allertata da questo fracasso per colpa di una bigotta di merda.

Ma la polizia, anziché arrestarci tutti, suonò altre sirene. E, in questo ululante amplesso collettivo, qualcuno osò, fra l’osé, dire:

– Ecco, Falotico ci ha dimostrato ancora una volta come bisogna amarsi per amarci tutti. Abbasso questo lavoro che ci schiavizza in vite inculate, trombiamo i fascisti, ficchiamoli fra le sbarre, fottiamoci!

– Che la pace sia con te. E con il tuo spirito del cazzo, sì, del tuo magnifico cazzo – disse una donna prima di possedere suo marito in piazza nella puzza profumata di tal orgia belluina e pazza, rifulgente di cotantissima beltà (s)venente.

– Dammela con qualità e poi ne fotterò altre in gran quantità- rispose il marito infervorato e poco modesto.

 

Finita che fu la schifezza stupenda, ognuno tornò nelle proprie (di)more e in piena notte ordinò pizze capricciose perché anche il pizzaiolo aveva fatto lo straordinario…

 

Voi davvero credete a tutte le stronzate che dico? Sì?

Ottimo.

 

 

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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