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Mi chiamano Bulldozer e mi spiace per gli idioti bulli a dozzine, dozzinali, bestiali e scaduti, da me abbattuti fortissima-mente


12 Jul

bulldozer spencer

Viviamo in un’era di bulli, di provocatori ridicoli e risibili.

Questa situazione tragicomica, quest’eccidio psicologico è figlio dell’ignoranza generale o forse dei soliti facinorosi caporali bravi soltanto a parole ma, in verità, culturalmente assai modesti? Eh sì. Anzi, per loro vedrei bene un processo per direttissima con tanto d’inevitabile arresto.

Ah, m’illusi che il mondo, soprattutto italiano, fosse cambiato, si fosse sanato e fosse cresciuto, ma fu soltanto un grande sogno che, dinanzi alla realtà misera e minuscola, oggettivamente inconfutabile della tristezza odierna, dell’incurabile disagio socio-psichico attuale, vivo e vegeto più che mai, dirimpetto a questi pullulanti nuovi fascisti arroganti e orgogliosamente superbi e in pectore, s’è dissolta come neve al sole ed è stata polverizzata dall’obiettiva mia presa di coscienza che, purtroppo, l’Italia soprattutto, eh sì, è gravemente malata.

Una malattia mentale contro cui i giustissimi j’accuse di lungimirante gente come Vittorino Andreoli può poco. Un’Italia e un mondo mostruoso da cui ci mise in guardia profeticamente Pier Paolo Pasolini ma che la cultura cosiddetta moderna non ha voluto ascoltare né prestare fede. Continuando ottusamente per la sua strada animalesca, coercitiva, appunto ricattatoria e brutale. Forse solo puttanesca.

E ora possiamo solamente, sconcertati, osservare lo sfacelo generale, l’orrore da Apocalypse Now che questa cultura bellicosa e guerrafondaia delle dignità altrui ha immondamente generato, partorito e perseguito con fiera, oscena ostinatezza per colpa della sua rissosa spietatezza, a causa della sua irreparabile immondizia.

Perché l’Italia è paragonabile a colui che in psichiatria viene definito un not responder.

Ovvero un paziente che non risponde a nessun tipo di terapia possibile.

Incapace cioè di avere consapevolezza della sua malattia, della sua pazzia, del suo disturbo di disturbare impunemente il prossimo, ribaltando le frittate e comportandosi, appunto, come fanno i pazzi. Cioè ricusando la patologia di cui soffrono, imputando la colpa delle loro menti e delle loro mentalità distorte agli altri.

Sono atterrito, sconsolato, rammaricato e profondamente addolorato nell’assistere a tal quotidiano porcaio, sono allertato da questo puttanaio immedicabile, sono allarmato di fronte a questo manicomio generalizzato e sempre più, diciamocelo, popolato da psicopatici che si credono savi.

Spaventato a morte da questa piccola borghesia agguerrita, verbalmente e non, a offendere e ricattare il prossimo, resto annichilito nell’osservare impotentemente la limitatezza ideologica di questo nostro Paese agganciato, nel 2019, ancora a retaggi ipocritamente terrificanti da terroristi, un Paese arrogante, dominato dalla legge del più forte e dei più falsi, dei più vili cosiddetti ammaestratori intransigenti delle altrui coscienze.

Da loro reputate deboli e carenti. Oh, ti porgono pure una carezza, sussurrandoti mellifluamente che sei una simpatica, dolce tenerezza.

Invero, sono degli atroci, perniciosi, tumorali deficienti e poveretti che, essendo appunto di sé incoscienti, si spacciano per dogmatici, assolutistici potenti.

Dico questo perché, su YouTube, è rispuntato uno stalker che mi calunnia apertamente, mi disprezza codardamente, vorrebbe farmi credere di essere un demente, insistendo con un sadismo e un’indicibile ferocia che ha del preoccupante, dell’insostenibilmente inquietante.

Posterò qui alcuni screenshot da me salvati e consegnati opportunamente già alle autorità giudiziarie di competenza per mostrarvi che in merito non mento.

E che non soffro di nessun disturbo delirante. Come si potrebbe supporre e, purtroppo, sbrigativamente si suppose in tempi non sospetti quando, nonostante queste già assurde accuse pazzesche rivoltemi contro dannosamente, non s’indagò profondamente, doviziosamente e si addivenne alle conclusioni più superficiali, burocratiche, tragicamente sbagliate e tremende.

Facendo passare me per paranoico malato di mente.

Oramai ogni equivoco è stato chiarito, appurato e certificato. Fortunata-mente…

Mentre tale eterno calunniatore, tale irrimediabile hater sta vomitando contro il sottoscritto tutta la sua irosa invidia da perdente.

Mi spiace per lui che non creda a niente ed è ancora fermo agli insulti più prevedibili da nanetto.

Sì, sarò al Festival di Venezia da accreditato, fra critici altolocati, poiché scrivo per riviste di Cinema gestite da persone serie, eminenti e competenti.

E ora tale sobillatore, tale mitomane fallito non può assolutamente niente.

Già, sono un tenerone, come dice lui indefessamente.

Adoro Lo chiamavano Bulldozer perché io non vado mai giù come il grande Bud Spencer.

Ciao ciao.

Ti ho distrutto.

Ora che fai? Chiamiamo la neuro?

Notiamo che tale personaggio scrive pure male, grossolanamente, grammaticamente e sintatticamente, ortograficamente e, probabilmente, è anche delirante irreversibilmente.

Ah ah.

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bulldozerspencerfalotico bulldozerfalotico

 

 

di Stefano Faloticobulldozer spencer 2

I più visti di Netflix? Ma voi vi siete visti? Non demonizzate lo streaming senza conoscere il Cinema e le sue tempistiche, soprattutto le mie


19 Apr

irishman falotico

Sì, voi non avete di meglio da fare che accanirvi contro i politicanti corrotti, che spettegolare sull’amico di turno, screditandolo, complottando giorno e notte per fregare la ragazza al prossimo in quest’esasperante gara competitiva basata su rivalse misere, su giochi psicologici assai meschini, su tribali faide molto barbariche?

Sì, qua da noi hanno impazzato per anni programmi pseudo-culturali ricalcati sui migliori e anche peggiori talk show statunitensi. Le invasioni barbariche docet. Ove la conduttrice è stata colei che, dapprima, per far carriera e scalare i vertici del giornalismo televisivo, ha iniziato per Mediaset a pubblicizzare alla buona gli Oscar Mondadori. Poi, ottenuta una certa credibilità intellettuale da radicalchic dei primi anni novanta, si è platealmente svenduta. Io invece, mie serpi, son come Serpico! Prima tenendo banco al Grande Fratello, dunque ripudiando il suo mainstream, divenendo paladina delle becere scienze delle comunicazioni squallidamente mediatiche, pubblicando libri come Non vi lascerò orfani. Libro di cianfrusaglie pedagogiche, di psicologie d’accatto che scopiazza da Nanni Moretti, dallo psicoterapeuta Raffaele Morelli, da Francesco Alberoni, da Paolo Crepet, perfino da Vittorino Andreoli, miscelando il tutto in una sociologia-geriatrica, oserei dire pediatrica, dunque modellando la sua operetta ad autolatrica esaltazione d’un pasoliniano manierismo di natura egotista, probabilmente solo egoista, in un certo senso dunque spudoratamente qualunquista e relativistica.

La signora da me citata in causa ha sofferto di un brutto male e ciò mi dispiace. Ma il suo libro era da latrina. E non voglio far la rima baciata con… perché odo uno squillo del mio cellulare. Sì, scusate un attimo.

È arrivata una notifica.  Sì accesa una lucciola, no, non mi ha contattato una di quelle che imperano su Instagram, spacciandosi per modelle/a, volevo dire una lucina.

La lucina di un mio amico che mi chiede di parlare male di Netflix. Poiché lui non ne è capace e pensa che io possieda un acume superiore per imbastire un ragionamento lucido.

Potrebbe essere. Ma mi chiede di far campagna diffamatoria nei confronti della più famosa e importante piattaforma di streaming del mondo.

Io gli rispondo che parlerò, sì, di Netflix ma in maniera neutrale, fredda e distaccata, oggettiva.

Perché io sono più obiettivo di una macchina fotografica della Nikon.

Mi definisco apolitico ma in fondo son solo uno che non si chiude in ideali fanatici, in quanto uomo falotico un po’ selvatico che non prende mai gli antibiotici contro chi, a priori, assume atteggiamenti idolatrici, scagliandosi contro il contemporaneo cosiddetto malcostume cinematografico.

Sì, fa molto cinefilo cazzuto affermare in totale baldanza che Netflix sia attualmente la rovina della Settima Arte.

Di questo ne siete sicuri? Io vi vedo solo più tristi e scuri. Già mi espressi tempo addietro sull’argomento e ora voglio solo liquidare la questione in maniera brillante, bollente e aromatica perché fra pochi munti devo bermi un caffè della Nespresso.

Ora, chiariamoci. Sono un drogato di cappuccini e cioccolate calde. Sì, come sono buone le calde, no, le cialde della Ciobar.

Mentre so che molti di voi si riforniscono di “tazze” fatte in casa acquistate da un nostrano Pablo Escobar.

Sì, dite agli altri di sgobbar e ve la tirate da intellettuali che si danno un gran da fare. So bene invece che i vostri son soltanto intrallazzi ruffiani ove prostituite, da viziosi, la vostra dignità morale per mettere a fuoco solo e sempre di più le vostre capricciose, maniacali voglie di scopar’.

Sì, davvero, un troiaio mai visto.

La dovreste finire poi di pontificare e sacramentare, dicendo che viviamo in tempi bui. Imbrodandovi in disfattistiche pose iconoclastiche davvero falsissime.

Siete pieni di soldi, di baiocchi e vivete nel Paese dei Balocchi. Suvvia, giù le maschere. Fate come Robin Hood.

Prima vi nascondete nella retorica sinistroide per apparire come pensatori moderni ed ecumenici, buoni e solidali ma vi attenete a ogni più triviale, frivola moda.

Siete più fake di una dolciastra pubblicità del Buondì Motta. Siete come questa brioche. Golosi e fotogenici, ricoperti di glassa, invero stopposi e stupidamente smargiassi.

Insomma, denigrate i ricchi per ottenere voti dai poveri. Poi però prendete i giro i poveracci, in quanto siete solamente degli avari ipocriti.

Sì, attaccate Netflix.

Vero, Netflix produce tutto, non ha un impianto regolatore. Ma vogliamo parlarne degli “appalti abusivi” della Warner Bros?

Capace di passare da Clint Eastwood alla Suicide Squad/Joker con Jared Leto? Questo è uno smottamento tettonico da massimo grado della scala Richter per un casino qualitativo assai poco idealistico bensì “terremotistico”.

Terremotistico (non) esiste in italiano? Sì, hai ragione ma son anche stanco dei tuoi sgrammaticati discorsi qualunquistici. E ti correggo subito.

Sì, abbiamo comunisti che ce l’hanno col capitalismo e poi mettono su i Patreon per un imprenditoriale, fintissima virtù culturale.

Invero, per diventare più ricchi in maniera parimenti micidiale a Iervolino che vuol far ora concorrenza a Netflix con TaTaTu. Roba da bambini.

Ma smettetela. Vi vedo bene col tutù.

Chiariamoci. True Detective è una grande serie ma è altresì inferiore a The Night Of. E, se dite di no, è perché Matthew McConaughey, sessualmente parlando, spinge di più rispetto a John Turturro.

Ma non baratterei, miei batteri, mai uno Steven Zaillian e un Richard Price con questo Pizzolatto. Ah ah. Non c’è price, prezzo. Che pezzo!

Insomma, dovreste dirla tutta.

Sì, fate i moralisti, i moralizzatori, oserei dire i demoralizzatori, dunque i demonizzanti demolitori.

E dite che Sharon Stone in Basic Instinct non sappia recitare.

Potrebbe essere vero. Ma come qualche giorno fa io dissi: conoscete uomini a cui non piaccia Sharon Stone di Basic Instinct? Esistono secondo voi?

Certamente, non lo metto in dubbio.

Ci sono. Infatti sono in un centro psichiatrico.

Ah ah.

Dunque, aveva ragione Paolo Sorrentino. Sì, Berlusconi è un corrotto, lo è sempre stato. E andava con quelle…

Come diceva Andreoli, no, Andreotti: il potere logora chi non ce l’ha.

E voi non avete i soldi per produrre The Irishman, le serie di David Fincher e compagnia bella.

No, mi sa che avete solo le chiacchiere populistiche.

Così è.

In fondo, siamo proprio sicuri che io sia un’Alda Merini in abiti maschili? Cioè la madre di Matt Dillon e Mickey Rourke in Rusty il selvaggio?

Ci mettereste la mano sul fuoco?

Io non avrei mai scherzato col diavolo…

Conosce le verità del mondo e non è mai assolutistico.

Netflix è il male?

Non ne farei una questione tragicomica da Divina Commedia.

 

 

di Stefano Falotico

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