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Il JOKER passeggia col giubbotto di pelle, recandosi in un pub(e) irlandese


02 May

de niro irishman

E sentenzia sul Cinema attuale, sugli adolescenti odierni e di ieri, immutabilmente si perpetua nell’ascetica ambiguità.

Sì, è una società veramente disgustosa.

Io credetti, sbagliando enormemente, che infilarmi ancora nella realtà quotidiana, dopo essermene defilato, mi avrebbe giovato. Invece, anziché tornare giovane fui solo nella mia meglio gioventù violato e sconsacrato. Danni enormi mi furono arrecati e, ammaccato, vago svagato adesso in macchina, gironzolando nel mio abitacolo nell’adocchiare una gioventù vacua che, illusoriamente speranzosa, si ficca… in una nuova Alma Mater Studiorum, augurandosi vivamente di potersi emancipare, grazie a una Laurea, da questo mondo porcellesco così, appunto, vuoto.

Nuovi dottorati di ricerca vengono promossi in queste facoltà ove, spremuti come limoni da docenti oramai prosciugati nell’animo, inaciditi da una vita mielosamente borghese, dunque pigramente meccanica, ripetitiva, stolta, questi stessi professori del cazzo impartiscono ordini da assolutisti regolatori d’una finta, civica regolarità come da tedioso programma scolastico, sì, tanto si affannano a elargirvi pillole di saggezza insulse quanto invero io voglio spronarvi alla vera libagione dell’anima. Succhiate il midollo vitale e non fatevi svitare da questi uomini sapientoni che desiderano soltanto avvitarvi allo svilimento. Ma che distillano?

Sì, la vostra anima, in questi luoghi angusti ove viene trucidata, soffocata, dunque angustiata, sterilizzata per essere orientata al più programmatico apprendimento induttivo e dunque distruttivo d’ogni vostro costruttivo libero pensiero florido, ove l’essenza vostra è arbitrata da codici etici ed estetici allineati soltanto ai canoni formali più vetusti e beceri, squagliata, io vi dico, che è stata già irreversibilmente ammorbata.

Quella purezza instillatavi divinamente, oh sì, di ogni insegnamento sacrale è stata oramai spogliata, stuprata a favore d’un materialismo assai pericoloso.

Sì, in questa società oramai improntata al culo, deprivata d’ogni sano culto, denudata di ogni alterità verace, prima o poi crollerete, macerati dall’alto tasso competitivo di un mondo corrotto. Sì, rotti sarete da queste educazioni falsamente pedagogiche istradate all’ingegneria urbana della civiltà più barbara.

Ove il progresso è solo una facciata oramai escoriata e pericolante in pietra a vista del subitaneo terremoto imminente. I crudeli son stati sfacciati e vanno falciati, asfaltati, desertificati e giustamente lì, coi loro stessi paletti che a noi misero poiché miseri ci omisero oh sì, conficcati. Impietriti! Evviva Pietro che lancia altre pietre e scopa Petra.

Sì, siete stati già abbruttiti nell’imbellettamento di massa, fuorviati nelle vostre sincere passioni istintive, lobotomizzati da questo gioco, dunque giogo, di suprematismi e affermazioni individuali assai orride.

Imputriditi nei vostri cuori, siete già morti. Però vi hanno fatto credere che mattini radiosi albeggeranno domani dinanzi ai vostri occhi ma in verità qui è notte fonda sin da quella dei tempi. Voglio salvarvi, allocchi!

Tu ad esempio sogni di far l’amore con Aurora dopo il tramonto ma ti dico io le cosce, no, le cose come stanno. Aurora è oramai spenta dopo una sua adolescenza di rivalse stupide con le sue coetanee ancor più di lei cretine.

Prima si ammalò di anoressia, dunque or è bulimica di shopping per compensare l’immane suo interiore vuoto. Deve scioperasse altro che leggere Schopenhauer per avere ragione sui padroni.

Nuove compulsioni si stanno propagando a macchia d’olio mentre donne flaccide spendono un patrimonio per deodorare le lor ascelle pezzate.

Non vedo più nessuna ancella ma solo donne che vogliono quelli.

E maschi che non volano più alti sulle ali della fantasia, bensì si sono dati al cattivo alito e al darsi in totale sfregio dei lor cor(pi) animalizzati. Si son da soli ammazzati! Sì, prima se ne fregano e poi di questo menefreghismo si fregiano!

Voleste monitorarmi perché troppo diverso io vi apparvi e mi scambiaste per Nat Wolff.

Milf come Elisabeth Shue di Behaving Badly attentarono alla mia verginità e leccarono ogni mio lindo globulo rosso.

Sì, prima dirimpetto ai pettorali di queste qua io arrossivo, adesso sono smorto.

Impallidito da tanta società a luci rosse, mi trucco il viso e, beffardamente, vi prendo tutti per il deretano.

Lo prenderò ancora lì ma sarà stata un’inculata valorosa. Di reciproco fottersi a vicenda.

Gigioneggio col microfono sparato a mille della mia anima amplificatasi per colpa vostra.

Perché accendo la radio delle mie emozioni che, per ignoranza, voi radiaste, illuminandomi nell’etere della mia vita eterea.

Ultraterrena eppur terrestre.

Sono molto stanco di tutto.

Sono stufo di quel cialtrone di Quentin Tarantino. Che ha realizzato solo tre grandi film, i primi tre e ora cazzeggia, pensandosi un genio inaudito col suo Cinema, appunto, fatto e ammuffito di troppa carne al fuoco.

Mi ha rotto le palle gran parte del Cinema americano poiché o troppo retorico o esageratamente horror.

Pure Scorsese m’ha scassato la minchia.

Ma io sono un bugiardo conclamato.

Questo è ovvio.

Ah ah.

Più che Wolff, io sono la Twentieth Century Fox. Poi domani, se mi va, pure il leone della MGM. Evviva Netflix e la Warner Bros, miei brothers.

 

 

di Stefano Falotico

I più visti di Netflix? Ma voi vi siete visti? Non demonizzate lo streaming senza conoscere il Cinema e le sue tempistiche, soprattutto le mie


19 Apr

irishman falotico

Sì, voi non avete di meglio da fare che accanirvi contro i politicanti corrotti, che spettegolare sull’amico di turno, screditandolo, complottando giorno e notte per fregare la ragazza al prossimo in quest’esasperante gara competitiva basata su rivalse misere, su giochi psicologici assai meschini, su tribali faide molto barbariche?

Sì, qua da noi hanno impazzato per anni programmi pseudo-culturali ricalcati sui migliori e anche peggiori talk show statunitensi. Le invasioni barbariche docet. Ove la conduttrice è stata colei che, dapprima, per far carriera e scalare i vertici del giornalismo televisivo, ha iniziato per Mediaset a pubblicizzare alla buona gli Oscar Mondadori. Poi, ottenuta una certa credibilità intellettuale da radicalchic dei primi anni novanta, si è platealmente svenduta. Io invece, mie serpi, son come Serpico! Prima tenendo banco al Grande Fratello, dunque ripudiando il suo mainstream, divenendo paladina delle becere scienze delle comunicazioni squallidamente mediatiche, pubblicando libri come Non vi lascerò orfani. Libro di cianfrusaglie pedagogiche, di psicologie d’accatto che scopiazza da Nanni Moretti, dallo psicoterapeuta Raffaele Morelli, da Francesco Alberoni, da Paolo Crepet, perfino da Vittorino Andreoli, miscelando il tutto in una sociologia-geriatrica, oserei dire pediatrica, dunque modellando la sua operetta ad autolatrica esaltazione d’un pasoliniano manierismo di natura egotista, probabilmente solo egoista, in un certo senso dunque spudoratamente qualunquista e relativistica.

La signora da me citata in causa ha sofferto di un brutto male e ciò mi dispiace. Ma il suo libro era da latrina. E non voglio far la rima baciata con… perché odo uno squillo del mio cellulare. Sì, scusate un attimo.

È arrivata una notifica.  Sì accesa una lucciola, no, non mi ha contattato una di quelle che imperano su Instagram, spacciandosi per modelle/a, volevo dire una lucina.

La lucina di un mio amico che mi chiede di parlare male di Netflix. Poiché lui non ne è capace e pensa che io possieda un acume superiore per imbastire un ragionamento lucido.

Potrebbe essere. Ma mi chiede di far campagna diffamatoria nei confronti della più famosa e importante piattaforma di streaming del mondo.

Io gli rispondo che parlerò, sì, di Netflix ma in maniera neutrale, fredda e distaccata, oggettiva.

Perché io sono più obiettivo di una macchina fotografica della Nikon.

Mi definisco apolitico ma in fondo son solo uno che non si chiude in ideali fanatici, in quanto uomo falotico un po’ selvatico che non prende mai gli antibiotici contro chi, a priori, assume atteggiamenti idolatrici, scagliandosi contro il contemporaneo cosiddetto malcostume cinematografico.

Sì, fa molto cinefilo cazzuto affermare in totale baldanza che Netflix sia attualmente la rovina della Settima Arte.

Di questo ne siete sicuri? Io vi vedo solo più tristi e scuri. Già mi espressi tempo addietro sull’argomento e ora voglio solo liquidare la questione in maniera brillante, bollente e aromatica perché fra pochi munti devo bermi un caffè della Nespresso.

Ora, chiariamoci. Sono un drogato di cappuccini e cioccolate calde. Sì, come sono buone le calde, no, le cialde della Ciobar.

Mentre so che molti di voi si riforniscono di “tazze” fatte in casa acquistate da un nostrano Pablo Escobar.

Sì, dite agli altri di sgobbar e ve la tirate da intellettuali che si danno un gran da fare. So bene invece che i vostri son soltanto intrallazzi ruffiani ove prostituite, da viziosi, la vostra dignità morale per mettere a fuoco solo e sempre di più le vostre capricciose, maniacali voglie di scopar’.

Sì, davvero, un troiaio mai visto.

La dovreste finire poi di pontificare e sacramentare, dicendo che viviamo in tempi bui. Imbrodandovi in disfattistiche pose iconoclastiche davvero falsissime.

Siete pieni di soldi, di baiocchi e vivete nel Paese dei Balocchi. Suvvia, giù le maschere. Fate come Robin Hood.

Prima vi nascondete nella retorica sinistroide per apparire come pensatori moderni ed ecumenici, buoni e solidali ma vi attenete a ogni più triviale, frivola moda.

Siete più fake di una dolciastra pubblicità del Buondì Motta. Siete come questa brioche. Golosi e fotogenici, ricoperti di glassa, invero stopposi e stupidamente smargiassi.

Insomma, denigrate i ricchi per ottenere voti dai poveri. Poi però prendete i giro i poveracci, in quanto siete solamente degli avari ipocriti.

Sì, attaccate Netflix.

Vero, Netflix produce tutto, non ha un impianto regolatore. Ma vogliamo parlarne degli “appalti abusivi” della Warner Bros?

Capace di passare da Clint Eastwood alla Suicide Squad/Joker con Jared Leto? Questo è uno smottamento tettonico da massimo grado della scala Richter per un casino qualitativo assai poco idealistico bensì “terremotistico”.

Terremotistico (non) esiste in italiano? Sì, hai ragione ma son anche stanco dei tuoi sgrammaticati discorsi qualunquistici. E ti correggo subito.

Sì, abbiamo comunisti che ce l’hanno col capitalismo e poi mettono su i Patreon per un imprenditoriale, fintissima virtù culturale.

Invero, per diventare più ricchi in maniera parimenti micidiale a Iervolino che vuol far ora concorrenza a Netflix con TaTaTu. Roba da bambini.

Ma smettetela. Vi vedo bene col tutù.

Chiariamoci. True Detective è una grande serie ma è altresì inferiore a The Night Of. E, se dite di no, è perché Matthew McConaughey, sessualmente parlando, spinge di più rispetto a John Turturro.

Ma non baratterei, miei batteri, mai uno Steven Zaillian e un Richard Price con questo Pizzolatto. Ah ah. Non c’è price, prezzo. Che pezzo!

Insomma, dovreste dirla tutta.

Sì, fate i moralisti, i moralizzatori, oserei dire i demoralizzatori, dunque i demonizzanti demolitori.

E dite che Sharon Stone in Basic Instinct non sappia recitare.

Potrebbe essere vero. Ma come qualche giorno fa io dissi: conoscete uomini a cui non piaccia Sharon Stone di Basic Instinct? Esistono secondo voi?

Certamente, non lo metto in dubbio.

Ci sono. Infatti sono in un centro psichiatrico.

Ah ah.

Dunque, aveva ragione Paolo Sorrentino. Sì, Berlusconi è un corrotto, lo è sempre stato. E andava con quelle…

Come diceva Andreoli, no, Andreotti: il potere logora chi non ce l’ha.

E voi non avete i soldi per produrre The Irishman, le serie di David Fincher e compagnia bella.

No, mi sa che avete solo le chiacchiere populistiche.

Così è.

In fondo, siamo proprio sicuri che io sia un’Alda Merini in abiti maschili? Cioè la madre di Matt Dillon e Mickey Rourke in Rusty il selvaggio?

Ci mettereste la mano sul fuoco?

Io non avrei mai scherzato col diavolo…

Conosce le verità del mondo e non è mai assolutistico.

Netflix è il male?

Non ne farei una questione tragicomica da Divina Commedia.

 

 

di Stefano Falotico

JOKER Trailer, first impressions


03 Apr

falozjoker

Ebbene, è uscito sfolgorante questo trailer devastante. Sì, nell’accezione di devastante più entusiasmante.

E lo sapevo sì… come canta Loredana…

Questo è un breve video in cui, far molto serio ai limiti dell’insopportabile più altezzoso, con gamba accavallata sul divano e jeans morbidi, però non inquadrati, discetto in merito a questo filmato che m’ha stupito ed esaltato.

Gustatevelo e assaggiate il mio scandire ogni parola con distinta signorilità amabile e altolocata.

Al che un dubbio, oserei dire nervoso come il volto tirato di Gioacchino, all’improvviso m’ha assalito in maniera morbosa e portentosa.

Rileggo la frase di lancio della locandina originale: Put On A Happy Face.

Non mi soffermo sul put on anche se so che molti di voi si fermano con le putten’…, è su a happy face che, da sorridente che ero per aver realizzato il mio libro in inglese su Carpenter (in attesa che venga distribuito anche in Corea, lo trovate qui), vengo mangiato, divorato, spellato da un dubbio amletico quasi da saggio ieratico.

E il mio sorriso si squaglia in un’espressione perplessa e pensierosa da pagliaccio sconsiderato, da uomo da nessuno cagato.

Sì, so bene che vi è molta confusione per l’articolo indeterminativo a/an nella lingua, appunto, inglese.

Se ad esempio si scrive, come ho scritto io, il film dura un’ora e…, si deve scrivere an hour.

Si usa invece A davanti alle parole che iniziano con una consonante o con “h” aspirata.

Vi è anche la h muta di parole, pochissime, come hotel. No, HOTEL è aspiratissima.

Ma io avevo, anzi ho scritto nel testo, an hallucinatory way.

Cazzo, ora devo chiedere la riedizione per una n di troppo. La forma corretta è infatti a hallucination e, di conseguenza, si dice a hallucinatory…

Oh Signore benedetto, comincio ad avere le allucinazioni. M’informo su Yahoo Answers e su Google.

Al che una risposta mi tranquillizza più del Valium:

Meilleure réponse:  the general rule is to use ‘an’ before a word that begins with a vowel sound, and ‘a’ before a word that begins with a consonant sound 

HOWEVER, there is sometimes variation in how people who speak different varieties of English tend to classify words beginning with the letter H, with people who speak British English showing more of a tendency to classify it as a vowel sound.

Bene, risolta questa cosmica, comica diatriba e peraltro so che molti di voi non sanno che sia DIÀTRIBA e DIATRÌBA sono corrette lo stesso, vado a lavarmi i denti, risollevato.

E mi guardo allo specchio come Gioacchino.

Sì, sono odioso, soprattutto permaloso. Se qualcuno mi offende, no, figuratevi (non sfiguratevi come Gioacchino) non me la prendo. Faccio molto peggio. Ah ah.

A tal proposito, essendo io un intrattenitore clownesco, un jolly per gli spettacoli di corte ove, coi miei istrionismi, rendo allegre vite noiose di borghesi annacquati, ossessionati solo dai soldi e dal sesso, vi voglio far ridere.

Vi ho già narrato delle mie scorribande scapestrate, delle mie peripezie intrepide e anche bellamente incoscienti?

Certo, ma voglio ancora allettarvi e indurvi al sorriso.

Sì, con le ragazze sono un campione delle figuracce. E me le vado spesso a cercare con far balzano perché azzardo troppo di mano, no, scusate, sono troppo sincero e un pessimo attore, altro che questo magnifico Phoenix, quando loro si accorgono che sto mentendo con una spudoratezza immonda e mi rifilano sberle e insulti a raffica.

Molti anni fa, per colpa della mia avventatezza, della mia scarsa esperienza in materia, conobbi una e lei mi aspettò alla stazione.

Avevamo chattato per mesi e lei, a quanto pare, incantata dalla mia indifferenza assoluta, mi aveva trovato irresistibile.

Credo che in quei mesi avesse pensato… ma questo è umano? Qualsiasi ragazzo farebbe carte false per avermi, sfoderando il suo Joker come in una partita di poker, e invece guarda qua tal bellimbusto. È insensibile a ogni mia spudorata avance. Voglio appurare se ci è o ci fa. Secondo me, è un gambler.

Mi propose un incontro. Dapprima declinai la gentile offerta, dicendole che dovevo andare a comprare delle gomme da masticare.

Ma la sua insistenza fu talmente ostinata che alla fine abdicai, sebbene mi fossi premunito, furbescamente, con rimmel simil-Johnny Depp di Cry Baby, onde evitare suoi pensieri malsani.

Sì, con le donne bisogna esporre una faccia dolce e un po’ lagnosa alla Johnny Depp per apparire un bravo ragazzo.

Sì, semmai lo sei ma, se ti presenti a una di queste col giubbotto di Al Pacino di Cruising, be’, ci siamo capiti.

Ci vuole la faccia da Corvo alla Brandon Lee che dia un tocco di dolce maledettismo peperino. Sì, sì, sì. Evviva Paperino!

Bisogna dar loro l’impressione che la tua vita sia stata una tragedia sul set dell’esistenza e che sei oramai un fantasma nelle notti brucianti. Sì, sin da quando uscisti dall’utero materno, ti spararono a sangue freddo, ledendo il tuo orgoglio con freddure lancinanti che divelsero la tua anima pura e mansueta.

Insomma, eri già spacciato. Affranto, un’innocenza infranta ancora prima che tu potessi controbattere questi vili truccatori delle regole con del makeup formato scaltrezza. E sana, intelligente irriverenza.

Ah, misero me, più che altro risero di me, un povero derelitto, un genio forse scambiato per inetto da questi omaccioni stronzoni, abbisognante di baci per dimenticare l’orrore d’un trapasso già avvenuto. Eh già, forse da quando nacqui, da quando anche tu, amico, nascesti, è stato tutto un horror maudit di ascesi per non soffrire ma soprattutto di ascessi e nessun piacere gengivale.

Che cesso.

Delusioni su delusioni, insomma una schifezza. Qualche barlume di gioia, qualche istante di requiem for a dream e poi un taxi driver smarritosi nella malinconia più vera.

Hai vagato nottambulo fra lune pallide e il tuo volto cianotico, visto che la luce del giorno non più hai visto ma, malato di depressione invincibile, hai assunto farmaci e antibiotici. Perdendoti, da unicorno alato, in una cupezza quasi malfamata.

La gente festante, attorno a te, mangiava maccheroni e ti trattava da coglione, uomini macrobiotici, forse soltanto bionici.

Macchine carnascialesche senz’alcun sentimento che ambiscono soltanto al tuo spossamento. Al tuo illanguidimento, al tuo deperimento, al tuo, diciamocelo, esistenziale impoverimento. Al tuo rimbambimento.

Alla tua totale disfatta in preda a patetici lamenti, gioendo dei tuoi piagnistei da “malato di mente” mentre loro ballano con qualche gallina allegramente.

Ah, che bellezza, eh?

Comunque, per farla breve, incontrai questa sciroccata. Entrò in macchina e, su due piedi, mi saltò addosso:

– Ehi, che stai facendo? Sei una poco di buono! Via da qui, mentecatta!

– Stai scherzando, spero. Dai, su, fattiti baciare. Ora, adesso!

– No, vuoi la verità?

– Sì, hai ragione. Qui c’è troppa gente sospettosa.

– Sì, infatti. Tornatene fra questa gente. Addio.

 

Sono indubbiamente un personaggio. Una marionetta melanconica.

Meglio di tanti idioti che ascoltano scemenze e canzonette.

Scendo le scale e me la rido da solo. Di tutto quanto.

Perché sono il Principe. E come tale so che la condizione umana è una tragicommedia per gli uomini di belle speranze e invece un film demenziale per quelli di panza con la loro arroganza.

Vi saluto.

 

di Stefano Falotico

 

Il caso Rene Russo, la donna col caschetto della Warner Bros e della Metro-Godlwyn Mayer


21 Jan

Film Title: Two For The Money.

OUTBREAK, Rene Russo, 1995

OUTBREAK, Rene Russo, 1995

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C’è un’attrice particolarmente antipatica e certamente non molto talentuosa, che centellina sempre più le sue apparizioni sul grande schermo e che quest’anno è uscita con uno dei peggiori film dell’anno, una donna che mi ha sempre turbato, non so perché. Perché non si può dire che sia stata una strafiga ma non si può neanche dire che sia brutta, non si può dire che le sue interpretazioni siano leggendarie, anzi, le più sono insipide e scialbe, eppure è stata la partner dei divi più belli e rinomati di Hollywood e alcuni sostengono, e probabilmente sono ciechi, che sia una rossa fatalona decisamente sexy. È la madre di Thor e colei che fa ringalluzzire De Niro ne Lo stagista inaspettato, sto parlando della pimpante Rene Russo, una che dal cognome, raffrontandola alle sue fattezze fisiche, potremmo infatti pensare che sia originaria della terra di Stalin.

Andando a ben vedere nella sua filmografia, scopriamo come sia “ammanicata” in particolar modo a due major, le uniche case di produzione che la scritturano.

Insomma, l’enigma Russo non mi fa dormir la notte. Sì, lo so, voi italiani siete “coinvolti” nelle propagande elettorali, ma io a letto penso che codesta sia stata “eletta” per divenire una mezza diva fascinosa quanto un cappuccino senza schiuma, e attraente quanto la gallina vecchia che fa buon brodo… ah ah.

Russate pure, io sto sveglio e son sempre più in forma. Talvolta vado anche al bar René, ubicato in Via Zanardi, ove gusto un panorama periferico degno del mio essere un uomo Tin Cup.

Ah sì, è vero, fra poco ricomincia la TIM Cup, ex Coppa Italia. Povera Russia, no, Russo. Ha mai lavorato in Italia? E, russando, non si pigliano pesci. Ma Rene in Rischio a due, no, Gioco a due, prendeva “quello” del Brosnan.

Si acconcia quasi sempre di caschetto e ama gli uomini che ballano di casquè.

E qui casca l’asina.

Sulla folta chioma del mio dilemma, lemme lemme vado a mangiar le tagliatelle.
Insomma, ci sono le armate rosse, le arme letali, ma anche le amate russe. Ah ah.

VC_07811_R Rene Russo stars as Suzie and Tommy Lee Jones as Leo in JUST GETTING STARTED, a Broad Green Pictures release. Credit: Lewis Jacobs / Broad Green Pictures


Rene Russo stars as Suzie and Tommy Lee Jones as Leo in JUST GETTING STARTED, a Broad Green Pictures release.
Credit: Lewis Jacobs / Broad Green Pictures

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di Stefano Falotico

Oggi pomeriggio, domani o al massimo venerdì sarà ufficialmente diffuso il trailer del nuovo Eastwood


13 Dec

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Eh sì, questo è ciò che abbiamo appreso, noi, cultori degli scoop. E il trailer durerà due minuti e 12 secondi. Insomma, oggi dovremmo rifarci gli occhi, noi, amanti della classicità, di cui l’esimio, incommensurabile Eastwood è maestro. Speriamo bene. Anche se tutto potrebbe slittare alla settimana prossima. Ma non disperiamo, noi, che di Eastwood siamo “prodighi” e ammiratori, e il cui fanatismo sconfina in urla alla Eli Wallach “cattivo”, amiamo il “monco” e ogni sua opera, da almeno quasi trent’anni a questa parte, è degna della nostra più scrupolosa attenzione. Issiamoci dunque nell’attesa più trepidante e “fervida” di spasmi perché questo film del “biondo” oggi canuto e scheletrico si preannuncia epocale. Eastwood, fregandosene delle regole, ha utilizzato qui, non nomi altisonanti di Hollywood, bensì proprio i tre eroi viventi della storia da lui raccontata, coloro i quali tal avventura sulla propria pelle vissero per davvero, per essere ancora più realista e mescolare la finzione ai macabri quanto spettacolari avvenimenti successi. Sarà un successo? Certo. Da tempo oramai i film di Eastwood, oltre a ottenere Oscar e riconoscimenti immensi dalla Critica, piacciono anche al grande pubblico perché il nostro signor venerando ed egregio sa mescere poesia e intrattenimento, è uno storyteller di scuola raffinatissima, uno sguardo impareggiabile che ama cambiar genere e traiettorie visive, rimanendo fedelissimo al suo inappuntabile stile. Molte scene son state girate nella nostra Venezia, fiore all’occhiello perché metropoli lagunare che sulle onde placide e poi burrascose nel vento dei sognatori veleggia, come Clint, uomo che oramai si avvicina alla novantina e prodigiosamente sa essere più energico, vitale e fresco di tanti giovani precocemente rimbambiti. Eastwood, un nome, una garanzia. Il film uscirà e Febbraio e non potrà rientrare nella corsa agli Oscar, ma Eastwood è già pieno di statuette e a lui importa solo aver firmato un’altra opera, ci auguriamo tutti, indimenticabile.

Adesso, vado a pranzare, e buoni maccheroni al sugo di olive verdi mi aspettano nel masticar la mia anima appetitosa, in questa giornata che si prospetta falotica come il mio cognome insegna al pari degli insegnamenti morali di Eastwood, uomo anche amorale, “fascista” comunista dalle ideologie ambigue eppur splendente in sue rughe suadenti.

 

di Stefano Falotico

Dunkirk, questo trailer è un inverno del nostro scontento


15 Dec

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Ah, è uscito il trailer di questo film molto atteso, non da me.

Ah, dame, Nolan ci dà questa schifezza con CGi e la solita freddezza, insomma, è ambientato in una zona nordica con Branagh il Bardo che rimembra il suo film invernale, auspicandosi che questo film sia (non) essere fra tante immagini evanescenti. Evento che cambiò il destino del mondo? E venti soffieranno contro Christopher, illuminando le testoline, anche i testicoli, di chi lo apprezza e continua ad appoggiare questi kolossal bellici, tanto bellicosi, brutti da sbellicarsene. Viaggiano ondate di artica decadenza tra esplosioni e liquame albino, no, marino in albeggiar di fotografia giallo-ocra virata al polmone, no, al timone della scempiaggine e del melodrammatico con moto triste cavalleggero andante svolazzante come Tom Hardy fuori posto in questo filmato alla mia anima ignoto. Notate come forse USS Indianapolis con Cage non abbia nulla da invidiargli in fatto di deflagrazioni ricreate a computer.
Insomma, allocchi, Nolan vi circuì e siete rimasti con acque alle gole perché questo trailer non mette acquolina al vostro fanatismo.

In fondo in fondo, oceanico, se siete survival a tal orrore, potrete aspettare il prossimo.

di Stefano Falotico

 

 

di Stefano Falotico

The Intern TV Spot from Warner Bros


07 Sep

Invero la Warner, pubblicizzando molto questo film, ne sta sparando parecchi. Di filmati pubblicitari.
Ne metterò solo uno, quello più fresco, di poche ore fa.

the intern de niro

Director Cary Fukunaga No Longer With Stephen King’s ‘It’


26 May

From Deadline

67th Annual Directors Guild Of America Awards - Arrivals

Cary Fukunaga has left his gig directing New Line’s upcoming adaptation of Stephen King’s It. New Line and the True Detective director are going their separate ways owing to conflicts over budget, derived at least in part from creative differences, sources say.

This puts the production in an awkward place; shooting was scheduled to start in mid-June. To keep on track, the studio is going to have to find a new helmer soon. However, reports have it that the studio is holding firm on a $30 million budget, but submitted script drafts would have required much more finding and that even at this late date, a final draft has not been approved. There has been no word from New Line on either Fukunaga’s replacement, or how this shake-up might affect the production.

The film is based on Stephen King’s sprawling 1986 novel about a group of preteens terrorized by a malevolent entity that prays on children, called (of course) “It”. The group narrowly defeats the monster, but find themselves facing it again as adults. The monster appears mainly in the form of a clown calling itself Pennywise. The book was previously adapted for a 1990 tv miniseries on ABC; Tim Curry starred as the titular monster.

Will Poulter to Play the Evil Clown in ‘It’ Remake


05 May

Da Variety

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New Line and “True Detective” director Cary Fukunaga have found their “It.”

Sources tell Variety that Will Poulter (“We’re the Millers”) is in negotiations to play Pennywise, the evil monster who lured in children disguised as a clown, in the upcoming remake of Stephen King’s horror classic.

Fukunaga will direct “It,” which will be split into two feature films.

The original story followed a group of outcast kids who come together over summer break to take on the monster that’s haunting their town, battling their own personal monsters in the process.

King’s popular book was made into a TV miniseries in 1991 starring John Ritter and Tim Curry, who played the clown in terrifying fashion. A film adaptation was never undertaken given the size of the King novel, but Fukunaga has been very vocal recently that the latest script will stay true to the King story while also giving the film a new look.

Fukunaga penned the screenplay along with Chase Palmer. Seth Grahame-Smith and David Katzenberg are also producing through their KatzSmith banner while Dan Lin and Roy Lee are also producing.

Niija Kuykendall, Dave Neustadter and Walter Hamada are overseeing for Warner Bros. and New Line. Production will begin this summer.

After considering older actors like Mark Rylance and Ben Mendelsohn for the Pennywise role, New Line wanted to take a different route and go younger. New Line also distributed Poulter’s “We’re the Millers,” which co-starred Jennifer Aniston and Jason Sudeikis.

Sources say in the end, Fukunaga could not say no after being blown away by Poulter’s audition for the part and felt he was the right choice for the role.

While the role is dark and evil, sources say Poulter is more than capable of taking on the character especially after his work on New Regency’s “The Revenant,” starring Leonardo DiCaprio. In the Alejandro Gonzalez Innaritu film, he plays one of the robbers who leaves DiCaprio for dead after he is mauled in the wilderness by a bear. Insiders who have seen early footage feel that Poulter, 22, is more than ready for a villainous lead.

Since the original novel ran at about 900 pages and spanned several decades, the plan is for New Line to shoot one movie focusing on the protagonists as kids and another focusing on them as adults. Fukunaga has scripts for both ready, with Poulter appearing in both films, making him the star of the project.

He can be seen next in “The Revenant,” which opens on Christmas Day, and is attached to “Yellowbirds” opposite Tye Sheridan.

He is repped by WME, Hamilton Hodell and Pippa Beng and Donna Mills in the U.K.

 

“Grudge Match”, il Trailer


12 Sep

Festeggio il mio compleanno con questo film già storico.

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