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Panoramica à la Falò su SANREMO 2023: Chiara Ferragni, son un genius come Amadeus (quale?), David Bowie e Kobra, anche Marion Cobretti, ah ah


08 Feb

Chiara Ferragni Sanremo 2023Sanremo2023 ChiaraFerragniDavid Bowie falotico

In attesa dell’Oscar a Phoenix, parliamo oggi di Cop Land e delle moralistiche prediche, no, delle prefiche – La scimmia del cortometraggio di David Lynch è romantica!


25 Jan

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La prefica è colei che viene pagata per piangere ai funerali.

Spesso, viene assunta dalle donne del meridione per dare un tono più melodrammatico all’atmosfera già, appunto, funerea e piuttosto lugubre creatasi in seguito al lutto incolmabile dovuto alla perdita di un caro.

Molte ragazze, però, piangono a dirotto più di una comare secca vestita di nero a mo’ di cornacchia se, anziché perdere un caro, devono pagare il cariatide dentista affinché le curi dalle carie.

Alcune sono pure incurabili racchie. Insomma, neanche se facessero le suore della curia riuscirebbero ad amare l’essere solo, sinceramente, delle donne da tutti trascurate… anche da dio.

Sì, sto assistendo davvero a un porcile di donne amanti(di), a quel porcile profetizzato da Pasolini, già avvenuto e insinuatosi nelle anime di molti giovani donne, da tempo immemorabile e da non restaurabili tempi, putrefattesi. Fuori e dentro.

Eh sì, ragazze universitarie, peraltro ricche di famiglia, che non abbisognerebbero di prostituirsi in quanto, come detto, vivono in agiate condizioni economiche piuttosto soddisfacenti, le quali, appunto non paghe della vita non magra, bensì ben pasciuta, si sottopongono a pesanti cure dimagranti e poi praticano robusti pilates rassodanti per poterla offrire tutta depilata e “brillante” al miglior offerente che possa, nel salvadanaio, soddisfarle appieno col suo spumante!

Mah, più che miglior offerente, tale elemosinatore di figa a buon mercato è, diciamocela, un accattone sofferente.

Sì, un uomo perennemente frustrato che sputtana con tali puttane tutto il suo magrissimo stipendio, spesso pure dell’assistenza sociale e dunque di pensione precoce a lui elargito, pur di passare una notte a base di fruste sadomaso con una di queste mentecatte che la danno per potersi pagare la borsetta di mammà.

Sì, insospettabili ragazze apparentemente pudiche, insomma, a prima vista Elsa Morante, non vivono affatto d’idealismi virtuosi come Bianca, ovvero Laura Morante, bensì vivono doppie esistenze ove, se di giorno si celano dietro la parvenza delle brave figlie di papà, di notte la donano a un brutto figo, no, figlio di zoccola.

Sì, ne vedo tante…

Ragazze laureande che ti contattano in privato, spacciandosi per donne che vorrebbero con te instaurare una sana relazione d’amore purissimo quasi da sante.

Ma, dio santo, al terzo scambio di battone, no, di battute in chat, ti chiedono d’iscriverti ai loro siti a luci rosse ove, una volta che ti avranno fornito La chiave d’accesso, dietro tuo lauto pagamento ed esosa quota dispensata a codeste donne assai pruriginose, sostanzialmente poco virginali e lindamente, intimamente nient’affatto rosee, sottoscritto che avrete loro l’abbonamento dispendioso e lussurioso, al fine che costoro possano comprarsi ville lussuose, vi fotteranno in maniera clamorosa. In ogni senso. Alcune infileranno… anche la clausola ove non potrai baciare loro nemmeno il seno con fare ardimentoso.

Che sole!

Ecco, se siete uomini che pendete dalle labbra di questa qua, abboccatene pure e fatevi da loro imboccare.

Siete uomini che, tempo nel didietro, no addietro, perdeste il senno e, per sanarvi dall’insonnia, vi deste alle belle di giorno…

Di mio, me ne fotto bellamente.

Ora, parliamo di Cinema e lasciamo stare le minchiate di queste malafemmine.

Matt Damon tornerà a lavorare con James Mangold per The Force.

Mentre Harvey Weinstein, accusato da Annabella Sciorra di averla stuprata con la forza, si difende, dicendo al giudice che, se la Sciorra avesse eccitato, no, avesse necessitato di lavoro, doveva darla a Sylvester Stallone e a Robert De Niro.

Sì, in tribunale, Harvey diede spettacolo, un one man show da indifendibile mentitore da applauso a cerniera aperta, no, a scena apertissima.

Anziché, prendersi giustamente le colpe delle sue porcate, demandò a Stallone ogni responsabilità:

– Sì, che cazzo vuole da me quest’Annabella? Se costei afferma di essere stata da me sessualmente violentata nel ‘94, come mai allora girò Cop Land, da me pagata, no, finanziato con la mia Miramax nel 1997?

Dico, giudice, in questo film lei consola pure lo Stallone italiano, accarezzandolo pietisticamente e ascoltando insieme a lui Stolen Car di Bruce Springsteen!

 

Insomma, figliuoli, sono un grande romantico. Per questo, vivo nella mia stazione ferroviaria e la gente pensa che deliri, anzi delinqui. Qui, a forza di usare le vostre biforcute lingue, io sono diventato un linguista mentre voi ora non aprite più bocca. Tanto ne pagherete un’altra e lei aprirà non solo quella.

Ho detto tutto.

Per molto tempo, vollero farmi credere, catechizzandomi, che dovessi redimermi. Redimermi da che?

Non ho intenzione di credere ai buonismi falsi di The Family Man e non sono neanche Sonny. Se proprio volete usarmi come meme alla Nicolas Cage, almeno affibbiatemi la patente di Sailor di Wild at Heart. Sì, solo quando sono fuori dagli schemi, risulto magnetico e romantico.

Quando mi volete come un comune idiota piccolo borghese, mi rendete scimmiesco. Sì, i miei sono deliri squisiti, di alta scuola registica alla David Lynch. Deliri ove celebro amori incommensurabili alla Lars von Trier de Le onde del destino. Finiamola! Non dovete riportarmi indietro. Ma quale Ritorno al futuro!

Tu, donna, sei il mio delfino? Di mio, mi tengo Bruce Springsteen e lascio perdere le puttanate piene di melassa.

Comunque, quella non è male. Si chiama Melissa. Stasera, vorrei offrirle un tiramisù. Ah ah.

Ecco, vi ripropongo questo audiolibro. Una donna che lo ascoltò e lesse il libro mi chiese:

– Per caso, chi è la ragazza di cui stai parlando nel tuo libro?

– Si tratta di una donna immaginaria e vagheggiata.

– Non ci crede nessuno. Ci sono dei pezzi troppo sentiti, lei non è irreale e non me lo/a dai a bere. Ecco, molti segmenti sono volutamente volgari e forti. Ma è una critica alla società ingorda e bavosa. Ci sta! Te lo posso dire? È la più bella, struggente, vera dichiarazione d’amore che una donna possa ricevere in vita sua. Non ti ha ancora sposato?

 

di Stefano Falotico

 

La burocrazia è il male ma noi siamo cuori selvaggi


27 Jun

cuore selvaggio cage

Io conosco questo passo a memoria, ovvero:

la burocrazia è un male come il cancro, un allontanamento dalla direzione dell’evoluzione umana di infiniti potenziali e azioni differenziate e indipendenti, verso la parassitarietà completa del virus.

Passo strepitoso di William Burroughs de Il pasto nudo, il libro preferito di Kurt Cobain e pure il mio, escludendo ovviamente i miei, oserei dire superiori ai libri di chiunque.

Burroughs è stato il maestro per eccellenza del delirio più squinternato fattosi genialità pura.

Come vi scrissi qualche giorno fa, la Historica Edizioni ha pubblicato nella sua antologia di racconti un mio piccolo scritto, intitolato Disturbo denirante.

Sfacciata e sofisticata presa in giro nei confronti degli arroganti e superficiali psichiatri che, sulla base di un paio di mie dichiarazioni sentite e sincere, addussero sbrigativamente che soffrissi di disturbo paranoico delirante. Io dissi loro semplicemente che mi ero creato il mio mondo di gioie e che delle gioie di molta gente, apparentemente felice, invero abominevole e cinica, non ne volevo sapere.

Io non ho paranoie, mai avute. Quelle le ha il novanta per cento delle persone, in particolar modo di questo Paese ove tutti spettegolano, bramano malignamente il male altrui affinché il prossimo, assediato dalle loro crocifissioni e dalle loro perverse persecuzioni, abdichi alla loro religione ideologica all’insegna della falsità morale più ipocrita, dunque illogica.

Sì, sono Andrew Garfield di Silence. Ma, a differenza del suo personaggio di nome Rodrigues, neppure Liam Neeson di Taken mi persuaderà a soccombere all’idiozia collettiva.

Potrà puntarmi una pistola contro e io, dirimpetto al suo giustiziere della notte, pronuncerò quest’esaustiva, lapidaria frase, freddandolo subito:

– Signor Liam, giri altri film come Run All Night e Un uomo tranquillo e veda di non farmi girare qualcos’altro.

Non sono la sua Preda perfetta, sennò sarà lei a farsi una bella passeggiata cimiteriale come il titolo originale del film appena citatole, A Walk Among the Tombstones.

 

Ferreo, integerrimo, moralmente intransigente, nessuno mi convincerà ad accettare le regole naziste di un mondo andato oramai da tempo immemorabile nel loculo ma soprattutto a culo.

Sì, se perfino Liam Neeson di Schindler’s List mi volesse salvare e dunque mi consigliasse vivamente di rinunciare ai miei valori per non essere bruciato nella fornace di una società che screma ed emargina, spella e arde ogni speranza romantica, a costo di venir distrutto dalle mie stesse utopie ardimentose e ardenti, a costo di rimanere solo come un cane bastonato nell’implorare pietà a dio, non mi lascerò macerare dai macellai dell’anima.

Detto ciò, sì, nel mio racconto Disturbo denirante narro brevemente di come fui ammaliato da colui che meglio di chiunque altro incarnò God’s lonely man, ovvero Bob De Niro/Travis Bickle di Taxi Driver. Consequenzialmente, ipnotizzato dal suo carisma esistenzialista e dostoevskijano, mi ammalai profondamente di melanconia lontana anni luce da ogni frivolezza mondana.

Furono anni di manie ossessivo-compulsive nei quali, agonizzante, sognai soltanto un angelo biondo che mi riscaldasse in maniera paradisiaca per addolcire tutte le mie scottanti ansie.

Per molte ragazze presi bestiali cotte ma anche oggi mangerò pane e cicoria, pastasciutta con la ricotta…

 

Sì, non fatevi fottere da queste ragazze squillo che, dietro falsi profili, su Facebook vi contattano per fregarvi i soldi:

– Ciao, mi sembri una brava persona. Mi piacerebbe conoscerti.

– Piacere, Stefano.

– Il piacere sarà reciproco assai presto se vorrai…

– Tu che fai nella vita?

– La parrucchiera. Vorrei farti barba e capelli.

 

Bannata. Trattasi, come sapete, di prostituta che si spaccia per acconciatrice…

Dunque di una donna sconcia che elemosina notti squallide pur di arrivare a fine mese quando, in realtà, la sua vita è già finita dopo la prima volta…

Sì, diciamo una sciampista delle doppie punte moralmente in conflitto fra loro e del punto G della sua personalità doppia da donna apparentemente bella di giorno e coi clienti più brutti e frustrati di notte.

Detto ciò, ecco…

Ho inviato il bonifico alla casa editrice ma non è bastato. Hanno voluto la scansione digitalizzata con tanto di conferma di lettura.

Eh già, bisogna sempre attestare.

– Lei, Falotico, è critico cinematografico. Ma non è laureato al DAMS. Lei lo deve attestare, testone, altrimenti io la prenderò a testate, non giornalistiche.

– Scusi, eh, io sono giornalista amato perfino dai giornalisti. Chieda al giornalaio la copia de Il Giornale ove è stato pubblicato un servizio spettacolare, nella pagina degli Spettacoli, riguardo il mio libro su Carpenter.

– Allora lei è un Genius romantico!

– Non si era capito?

– Mah, non tanto a dire il vero. Mi tolga una curiosità, però. Qual è secondo lei una delle migliori interpretazioni di Nicolas Cage?

– Ovviamente quella in cui Nic canta questa.

 

 

Vi era bisogno di chiederlo?

 

di Stefano Falotico

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Confidenze erotiche inaspettate e, per piacere, basta con questo Calcio, anche a Santo Stefano


26 Dec

Cuore selvaggio

 

Una persona morta dentro la riconosci subito. In verità, non è morta clinicamente parlando ma, da tempo immemorabile, ha rinunciato a vivere, adeguandosi allo squallido conformismo becero, impiegatizio, sacrificando i propri desideri intimi, veritieri, annichilendo i suoi slanci liberi e selvaggi, a favore dell’andazzo generale.

Perché, come succede ai più, ahinoi, ecco che chiunque, arrivato a una certa età, si è trovato un lavoro per tirare a campare, si è semmai pure sposato e dunque, non avendo più molte ambizioni da portare avanti, essendosi castrato nell’anima, facendo sesso (che poi manco quello fa) soltanto con sua moglie e, può essere, qualche volta con la tristissima amante o, peggio, discretamente viscidissimo con una mezza zoccola (sì, cosa gravissima, manco intera è, almeno fosse figa, invece è una super negrona pachidermica), libero dalle grinfie della consorte, ha smesso di leggere libri, di guardare film. Perché tanto non gli servono più a nulla. Non ha più ideali e, anche se ce li ha, che val la pena continuare a perseverarli? Tanto, appunto, lo stipendio a fine mese gli arriva, la vita sostanzialmente è un grande schifo collettivo, questo pensa, nessuno crede più a niente, le ideologie son scomparse e chi ancor ne aderisce è solo un emerito coglione… E allora evviva lo svaccamento totale da Homer Simpson. Con birretta in mano, panza all’aria sul divano e le partite di Calcio!

Abominevole!

Un uomo, sì, devastato da oneri lavorativi inderogabili, smontato che ha dal suo turno, non vede l’ora di sbracarsi davanti alla tv. Acclamando delle scimmie in mutande semi-analfabete che guadagnano mille volte più di lui, tirando a calci una palla. Eh, va così, inutile cercare di cambiare il mondo! Così è e così sarà. Ah, poveri fessi!

No, non è mero, basso populismo il mio, e non è retorica stantia e superata. E neppure una critica alla società. Anche se lo è, ah ah.

È semplicemente l’evidente, impietosa presa di coscienza di questo mondo di cosiddetti adulti mostruosamente deficienti. Di un’umanità aberrante.

Oramai, già a trentacinque anni, forse pure meno, lasciatasi andare.

Ma quel che è più triste non sono questi morti viventi. Facessero, in fin dei conti, quello che vogliono. La cosa triste è che costoro si prendono la briga di giudicare, stigmatizzare, sfiancare le giovinezze, soprattutto quelle belle, floridamente ribelli, piene ancora di sogni, di voglia estrema di libertà.

Trattandole a pesci in faccia.

Ogni potenzialità giovanile viene deteriorata e abdica ai precettivi schemi asfissianti e demoralizzanti di adulti fantomatici che, a mio avviso, sarebbe meglio se tornassero all’asilo.

Questi adulti ridacchiano, sono sentenziosi, dogmatici, non vogliono sentire ragioni, non vogliono ascoltare alternative. Perché, nonostante in cuor loro disprezzino la loro vita, per quanto sappiano benissimo che è senza senso e inutile, a loro sta bene così. Non vogliono più soffrire. Poiché la ricerca continua induce alla sofferenza. La verità è sempre scomoda, costringe a interrogativi profondi, a riflessioni introspettive non da poco. A rivedere i propri errori di valutazione, a far dietrofront dinanzi ai propri sbagli e, come dico io, sbadigli.

Uno dei grossi problemi della società occidentale è il culto della carnalità. Superata la maggiore età, molti vivono solo per fare sesso. E, per ottenere maggiori favori sessuali, edonisticamente si vendono.

Mercificano la propria anima pur di rimediare una scopata. Tutti palestrati, esteticamente perfetti, impeccabilmente di ottimo aspetto. Ma sostanzialmente delle merde.

Degli ignoranti mai visti. Cultura per loro fa rima con nozionismo. Il nozionismo non è mai cultura. È solo aver imparato a memoria il giorno della morte di Napoleone senza sapere chi è stato Napoleone.

Che poi, anche se non lo sapete, è meglio. Era uno stronzo guerrafondaio.

Se invece di morire il 5 Maggio, Napoleone moriva il 9 Maggio, che differenza faceva? L’unica differenza è che Alessandro Manzoni avrebbe dovuto cambiare la data del suo celeberrimo poema…

E se De Niro, anziché vincere l’Oscar nel 1972 per il Padrino parte seconda, lo vinceva nel 1973 perché l’uscita del film di Coppola era stata rimandata di dodici mesi? Sarebbe morto qualcuno?

In me, invece, è avvenuta una splendida regressione matura.

Anziché essermi imborghesito, sto diventando sempre più giovane e scemo, in senso positivo.

Allora, vado da una e, senza peli sulla lingua, le dico sfrontatamente che vorrei leccarle la figa.

Perché io sono una testa di cazzo, non cambio.

Potete picchiarmi, sodomizzarmi, obbligarmi ai lavori più umili, così potrete credere che mi sia normalizzato nella stupidaggine dolciastra di massa.

Ma io continuerò a rompervi i coglioni.

Perché voglio che non raccontiate più cazzate.

A partire dal nuovo anno.

Anno nuovo, vita nuova. E buttate via le maschere. Bruciatele!

E tu, sì, dico a te, che continui a fare il moralizzatore, dai, lo so benissimo che, la sera, prima di andare a dormire, ti guardi i filmetti porno sul tuo cellulare. E poi vai a dare il bacio della buonanotte a tua figlia.

Svegliandoti il mattino dopo e dicendo al tuo collega: – Ah, come siamo caduti in basso. Visto che schifo? È diventato un mondo di troie.

 

Vedi di ammettere i tuoi vizietti, non c’è niente di male. Il male è rinnegarli e fare i santi quando santi non siete proprio.

Io non me la bevo più. Adesso, donna, bevitelo tutto.

– Ma cosa sei schizzato?

– Sì, completamente. Infuocato. Lecca e non rompere le palle. Attenta, lecca morbidamente.

 

– Ehi, ti proibisco di parlare a quel Falotico. È solo un porco.

– Migliore e più sincero di te, babbeo ipocrita. E ora te le suona, demente.

. Ehi, bello! Ti stai contraddicendo. Prima hai detto che il sesso è qualcosa di edonistico.

– Non ho detto questo. Il tuo sesso è edonistico e falso. Se non hai capito cos’ho detto, beccati questa. E dammi tua moglie. Tanto con te non serve a un cazzo.

 

 

di Stefano Falotico

 

A chi diverrà davvero mio amico stringerò la mano perché sarà riuscito in un’impresa impossibile


07 Jul

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L’amicizia vera, così come l’amore vero, sono due cose pressoché irraggiungibili.

Io ho sempre sognato, adesso posso confidarvelo, di essere Sailor di Cuore selvaggio e, in barba a ogni regola e a ogni bon ton, prender la mia bella e spupazzarla per le lande statunitensi, sulla musica on the road di Chris Isaak e il romanticismo di Elvis Presley.

Ma mi son accorto che questo rimarrà soltanto un bellissimo sogno, per quanto ipnotico e ammaliante.

Perché le donne, ahimè, non me ne vogliate, possiedono un’indole ben diversa dalla mia, ché sono irruento, veritiero, sensibilmente poetico nella sua accezione realistica. Non un raccontatore di panzane mielose che sbaciucchia ruffiano i culi muliebri per contentarsi di miseri amplessi zuccherosi. La mia anima è ardimentosa, vive indemoniata di conflitti spaventosi e superbamente poderosi, e non può accodarsi al gentil sesso che, per di più in questa società sempre più edonista, falsa e materialistica, privilegia gli amori plastificati, a me così odiosi. Ché alle donne di oggi interessa avere qualcuno a fianco a sé coi soldi, che rida tronfiamente, beandosi di chiunque, e sappia imporre la sua orrenda valenza dietro la maschera dell’altolocato stronzissimo.

Sì, sono sfiduciato da voi donne. Devo esservi sincero e non ho intenzione di cambiare atteggiamento fino a quando non crederete davvero alla parola amore senza osannarla in frivole chiacchiere da donnette che vogliono solo la cioccolata, la morigeratezza bugiardamente confortevole e altre amenità di sorta.

Che orrore risvegliarsi al mattino e farsi le coccoline, aspettando un’altra giornata di menzogne per tirare a campare, fra una canzonetta alla radio, lo smalto alle unghie, la palestra tonificante e semmai uno psicologo rassicurante che vi consola dalle inutili preoccupazioni quotidiane, dicendovi di prenderla a ridere e non dolervi, incitandovi al più vanesio divertimento vacuo e borghesemente idiota, puttanesco.

I maschi sono ancora più deludenti e, al tonare di questa mia affermazione, per par condicio ripristinata, voi donne potete esultare.

Sì, tutti si spacciano per amici. Ma non sono amici, sono opportunisti, ti sfruttano finché, in qualche maniera, gli torni comodo per qualcosa. Che sia anche far loro da tassista.

E poi scopri che sei sempre stato amante ermetico delle tue emozioni pudiche e riservate, discrete e non vivandate con allegrezza laida, per prenderti la patente di Cochise de I guerrieri della notte.

Ho detto tutto…

Oppure, peggio, per beccarti la patente di Chris Walken de Il cacciatore. Eh sì, quel ragazzo è tanto in gamba, ma è molto asociale, e alla prima ondata di vento cadrà come una pera cotta e impazzirà.

Bella roba, bella opinione che questi “amici” hanno sul tuo conto.

Questi falsi amici ti vogliono sorridente ma non perché si augurano la tua pura felicità, perché così si sentono a loro agio nell’invero aridissima lor anaffettiva concezione dell’amicizia, intesa come “star bene assieme”. Ma che significa? L’amico vero si vede nel momento del bisogno, non è un fantoccio da finte compagnie che ti dà sempre ragione e ti lecca il culo.

Ci sono poi quelli che ti devi abbassare al loro livello affinché ti possano elargire la loro “amicizia”. Allora, visto che vanno di moda i tamarri tatuaggi a sigillo carnale della propria sessualità volgarmente esposta, se tu non te ne fai uno, non sei più amico di questi qua. Che topi di fogna, ma piacciono alle tope.

E infine ci sono quelli “elettivi”. Sì, se siamo tutti nella stessa barca, siamo amici, se tu domani puoi permetterti la barca migliore, ti lascio affogare nella solitudine.

Perché si è amici che ne so, vi faccio un esempio, se il tuo amico è nella merda e anche tu lo sei, se si condividono i confidati, reciproci solipsismi imbecilli, se uno invece comincia a pensare con la sua testa e si dissocia dalla scemenze del mal comune mezzo gaudio, ecco che partono le invidie, inizia la bassezza del pettegolezzo più sfrenato, il gioco al massacro.

Dunque, sulla base di queste mie esternazioni molto lucide e dirette più dell’inevitabile culo marmoreo, insindacabilmente attizzante di Monica Bellucci, sul quale anche il Dalai Lama, idiot savant imbattibile, finalmente la finirebbe di contemplare gli uccelli plananti sui monti tibetani ma passerebbe subito alla pompante azione dell’uccello nell’ano, posso affermare con orgoglio che, non essendomi ancora venduto, chi vorrà essere mio amico leale dovrà farsi il culo. Tanto il suo culo non lo voglio, mi piace quello della Bellucci.

 

– Guarda che la Bellucci non è più quella di una volta.

– Meglio. Prima era una zoccola.

– Ma no, è stata sempre una donna di classe. Solo che adesso ha pure le occhiaie.

– E che ce frega delle occhiaie? Scusi, a lei interessano le occhiaie?

– No, non m’interessano neanche le oche.

– Bene, allora le stringo la mano. L’oca è mia.

 

Ah ah.

 

 

 

di Stefano Falotico

Scherza coi fanti ma lascia stare i santi, cioè Elvis


18 Mar

Wild at Heart Cage Love me Tender

Ora, ho dormicchiato oggi pomeriggio. E ho sognato di essere in piena notte, illuminata solo da dei fari inquietanti, in mezzo a una strada di paese, con le sbarre del passaggio a livello che si alzavano, il treno che passava veloce, poi scendevano al loro posto. E correvo, correvo ma sostanzialmente rimanevo sempre nello stesso punto. Poi, intermittenze di visioni e di bar… entro in uno di questi bar e mi ricordo che c’ero già stato, ma l’arredamento era cambiato, le persone erano le stesse, quindi uscivo e correvo ancora, infinitamente bloccato.

Che significato ha questo sogno? Devo chiederlo alla Smorfia e poi mi giocherò i numeri all’Enalotto.

Comunque sia, dopo il sonnellino, sì, son stato davvero a un bar. E, antistante all’entrata, c’era una coppia borghese ben “smaltata” nell’arroganza che, alla mia vista, ha ridacchiato in modo impudico, sogghignando a bassa voce… ma guarda quel coglione.

Son entrato leso nel pudore, quindi ho ordinato un caffè digestivo per metabolizzare tale lurido, stronzo affronto, e c’era un tizio che leggeva il giornale. Ci siamo guardati negli occhi, pensando reciprocamente ma che cazzo vuole questo qui che guarda? Lui ha ripreso a leggere, guardandomi di sottecchi, io ho continuato ad adocchiarlo con far malevolo, poi con bonarietà sono uscito e sono rientrato in macchina.

E chissà perché mi è venuto in mente il finale di Cuore selvaggio. Quando Sailor manda tutti a fanculo e ritorna dalla sua bella, cantandole l’immortale Love Me Tender.

Sì, credo che quella scena, per quanto commovente, sia una pacchianeria. Una vistosa stronzata, come si suol dire. E Lynch ha calcato un po’ la mano sull’eccesso manieristico. Sì, diciamocelo, questo Cage col naso finto che “tocca” e scimmiotta Elvis mi è sempre parso d’un kitsch allucinante.

Poi, tornato a casa che fui… tornato che fui è bellissimo, ricordate di dirlo a una vostra ammiratrice quando lei prepara una torta con le mele e voi volete la sua “cotogna”, ah ah, aprii Facebook e un mio amico m’ha detto che devo stare in guardia perché da giorni parlo con una morta. Sì, mi dice che una certa Angelica è morta da tempo, nel 2016, e adesso il suo profilo viene utilizzato da un sedicente scrittore che si spaccia per lei. Se fosse vero, sarebbe macabramente tristissimo, e io sarei stato preso per il culo in modo ignobile. Al che, vado a vomitare. Quindi, sempre questo mio amico mi manda video del “pastore” Robert Joyce, sì, quello che dice di esser Presley, ed è convinto che sia davvero lui.

Sconvolto, vado in bagno, faccio una pisciatina, mi aggiusto il ciuffo alopecico, mi reco all’ingresso e guardo la mia immagine allo specchio. Quindi, di colpo, come dominato da una forza inaspettata, comincio a muovere il bacino e canto e ballo Jailhouse Rock, così, perché mi tira il culo.

Di mio, sono un fantino, un elefante, un santo, un mezzo sano, e non mi sanerete. Se mi santificherete, vi cornificherò. Ah ah.

 

 

di Stefano Falotico

Cuore selvaggio, recensione da Superga Cinema


11 Apr

 

Cuore selvaggio Superga Cinema

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