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LA DONNA ALLA FINESTRA: perché parlate sempre di Tarantino e Paul Thomas Anderson, menzionate e celebrate il grande Joe Wright


21 Mar

donna finestra poster amy adams

Ora, non so se Stallone sia diventato Andrea Roncato a livello fisionomico. Che poi… ci si sbaglia sempre tra la fisionomia e la fisiognomica, cioè il ramo pseudo-scientifico che, in base ai suoi discutibilissimi criteri del tutto opinabili, avrebbe l’ardire di giudicare la personalità e la conseguente psiche o viceversa di una determinata persona. Ma cos’è la “profilazione” psicologica di Mindhunter? Ma per piacere…

La vita vera non è una serie televisiva.

Leggete semmai il mio libro Bologna insanguinata e capirete che io riesco a citare mille volte nel mio libro il grande Andrea Roncato, re del trash goliardico più sboccatamente felsineo, pur conservando una suspense narrativa à la Il silenzio degli innocenti.

In questo mio libro, cito Zodiac ma riferisco anche di essermi eccitato più volte sull’attrice Valeria Cavalli. Presente sia in Zodiaque per la regia di Claude-Michel Rome che in Zodiaco di Eros Puglielli.

Presente sia ne La tenda nera che ne La freccia nera.

Se volete vederla fare sesso, guardate l’inizio del film Il caso Martello. Ci diamo nel martellino, eh?

Se volete vederla ignuda, osservatela in Le Grand Patron.

Chiedo ora pardon se, nelle righe precedenti, mi son lasciato prendere la mano…

Per questa cazzata, vorreste forse operarmi l’amputazione di qualcosa… a mo’ del desiderio mostruosamente proibito di Buffalo Bill? Dai, ca… zo.

Ora, se una persona, sì, codesta dovesse autodeterminarsi in base a questa stronzata quasi peggiore delle teorie del Lombroso, eh sì, diverrebbe subito materia di studio.

Invece, se vedo Can Yaman, non essendo io omosessuale, penserei che trattasi di Schwarzenegger dei poveri su viso alla larga ricordante Kabir Bedi. Il reboot di Sandokan, peraltro, è stato realizzato o no?

Secondo Diletta Leotta, Can, attore cane, è un uomo da sposare. Per forza, le dona tutti i gioielli.

Pulisce i fornelli, la soddisfa pienamente a letto e le regala tutti i cani che vuole per accarezzarne altri oltre al suo. Una vita amabile, insomma, cagna.

Ecco, Bedi è uguale a tutt’oggi all’inquilino del settimo piano del mio palazzo, ovvero il sig. Tringali.

Ultimamente, il Tringali ha avuto varie sfighe. La moglie era ricca come Yaman, da me ribattezzato anche Aquaman semi He-Man. Ma fu Tringali che le donava i gioielli. Infatti, ora Tringali non ha un cazzo. No, il suo, credo che ce l’abbia. Economicamente, è a pecora dopo il divorzio che l’ha messo a novanta.

Sì, per molto tempo vissi da Bob De Niro di Hi, Mom! Variazione folle-psicotica e borderline sul tema del personaggio interpretato da James Stewart ne La finestra sul cortile. Ovviamente, puro Cinema depalmiano ispirato all’Hitchcock migliore. Femme Fatale docet.

Comunque, fra la Kim Novak de La donna che visse due volte, Grace Kelly e Rebecca Romijn, non scelgo nessuna perché le prime due sono morte, io non sono necrofilo e la terza, ex Stamos, deve avere avuto più amanti dell’ex moglie di Tringali.

Sì, non voglio venir affetto da alcuna topa, no, da nessuna malattia venerea. Come tutti gli uomini, però, voglio venire al dunque… Con calma, senza eiac… one precoce.

Quindi, non perdiamoci in masturbazioni… Badiamo al sodo in modo dritto e spedito giustamente godibile.

La mia lei è molto bella, molto più sexy di Diletta Leotta. Sinceramente, Diletta è una mig… ta.

Una come la mia lei, eh sì, miei belli, voi la vedrete col binocolo.

Non so com’abbia fatto a innamorarsi di me. Parlammo per molto tempo assai privatamente, cioè su WhatsApp e Messenger.

Io tentai in ogni modo di dissuaderla dallo sbloccarmi dal mio isolamento.

Onestamente, fui io ad approcciarla ma me la feci nelle mutande. Adesso, lei mi fa senza mutande.

Questa è la verità, nuda e cruda. E dire che provai in ogni modo a non incontrarla. Non volevo patire pene… dell’inferno.

Le dissi che, in passato, fui diagnosticato depresso incurabile, social-fobico insanabile, che mi addebitarono pure la patente, erronea ed orrida, di Elephant Man con disturbo paranoico delirante.

Lei invece credette subito che fossi un genio come Gary Oldman. Da quando io e la mia lei stiamo assieme, anzi, dal nostro primo incontro reale, è trascorso quasi un anno. Un anno speciale. Ho detto anno.

Per noi tutti è stato un anno orribile. Ma l’amore m’ha salvato. Se voi state male a causa delle quarantene poiché state troppo tempo in casa e perciò vi sentite depressi e inutili alla società, pensate piuttosto che un genio come Brian De Palma sono anni che non fa un cavolo, al che vi sentirete risollevati.

Altrimenti, guardate un porno e rimanete dei voyeur frustrati. Che vi devo dire? D’altronde, io sono un libertino. No, un liberale. Ognuno, secondo me, può fare quel c… zo che gli pare. Basta che non rompa le palle al prossimo.

Che poi… non è del tutto vero. Lo è, diciamo, a livello approssimativo. Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, eh già, rompeva le palle, eufemisticamente, alle donne.

Cioè, fatemi capire… erano donne soltanto all’apparenza? Cioè, sotto sotto, erano dei bestioni come Can Yaman? Può essere. Appurate voi, uomini (im)puri.

La mia lei abita lontano da me. Dunque, da un bel po’ non possiamo essere realmente, tangibilmente passionali come Gary Oldman e Uma Thurman prima che essi litigassero furiosamente.

Talvolta, io e la mia litighiamo in modo estremamente furioso. Anche Gary litigava sempre, come detto, con la Thurman, anche con la Rossellini, però.

No, credo che io e lei non ci lasceremo. Quando non possiamo amoreggiare davvero, tranne virtualmente, io riguardo Panic Room e rivedo Mank del grande David Fincher.

Jodie Foster mi piace molto ma non ho i soldi di Can Yaman per corteggiarla. Poi, Jodie è lesbica.

Quindi, non ci sono c… zi da fare…

Venero Gary Oldman ma non sono gay.

Ecco, Joe Wright è un gigante. Espiazione è un film magnifico. Se volete sapere cosa sia un piano sequenza magistrale, lasciate stare gli incipit di Omicidio in diretta e de Il falò delle vanità…

Lasciate stare le soggettive di Hitchcock e quella di John Carpenter nella scena d’apertura di Halloween.

Sì, nella mia vita finii in “manicomio” come Michael Myers e i miei coetanei mi considerarono afflitto da agorafobia.

Sono bravo a scrivere come Alessandro Manzoni ma non soffro di alcuna patologia, purtroppo.

Dico purtroppo perché mi sarebbe piaciuto essere un demente come Can Yaman.

Lui pensa di avere tutto nella vita. Invero, non ha niente. Perché, senza una bella mente, puoi arrivare solo con Diletta Leotta e non altrove. Se invece sei Russell Crowe di A Beautiful Mind, sei anche schizofrenico.

Comunque, puoi avere lo stesso Jennifer Connelly…

La Leotta è carina ma deve avere il cervellino di una gallina. Dopo aver fatto sesso, Can e Diletta come passano il tempo assieme? Guardan(d)o Uomini e donne? Che vita di merda.

Invece, io sono “soltanto” trasformista come De Niro e Oldman. Sono isterico, nevrotico, creativo e non un cretino.

Fra l’altro, sono l’unico al mondo che ancora si ricorda che De Niro doveva girare il film Scared Guys per il regista di Galaxy Quest, cioè Dean Parisot.

Insomma, il mondo è popolato perlopiù da tamarri, da scemi e da sceme.

Di mio, mi piace essere spiritoso, essere burlesco, essere teatrale. E, a proposito di Teatro, idolatro il soliloquio di Amleto, eh sì, essere o non essere?

Uscire o non entrare? Con la mia lei esce ed entra regolarmente, senza bisogno di Viagra.

Talvolta, rimango solo amletico se entrarle più in azione o rimanere in folle…

Lasciando che, intanto, sospiri versi non propriamente scespiriani…

Mi spiace aver deluso i matti che volevano farmi credere che abbisognassi di farmaci neurolettici perché sono troppo “aggressivo-passivo”. Loro sono succubi attivi?

Sì, lo sono. In passato me lo diedero metaforicamente in quel posto, adesso si fottano.

Sì, è stato un anno strano, davvero. A un certo punto, incontrai anche un tizio fuori di testa, veramente. Ecco, io do l’impressione di essere una persona in difficoltà.

Al che, alla vigilia del mio compleanno, costui mi mostrò una foto di Julianne Moore in posa molto sensuale.

Poi, dopo che discutemmo di Cinema, “spiritosamente” mi disse a mo’ di chiaro sfottò: ricorda, Stefano, il film più bello del mondo non è Quarto potere, bensì Forrest Gump.

M’invitò più volte a casa sua. E io mi misi a registrargli una prova recitativa, con la mia voce, del Primo Canto della Divina Commedia.

Trovò dunque una scusa bella e buona per allontanarmi. E nei giorni seguenti aggiunse: non scrivermi né cercarmi mai più.

Sì, sono spesso taciturno e la gente pensa che io sia un “ritardato”. Quando inizio a recitare, vedono un “mostro” di bravura e non ci capiscono niente.

Perché il mio discorso non fa una piega. Avendo una vita “normale”, non sono mai stati costretti a portare la mente a un livello a loro ignoto.

Parlano solo di donne che non tromberanno mai, di donne che li hanno respinti e che loro, per rabbia, hanno stalkerizzato. Parlano che domani devono farsi il culo col lavoretto “dignitoso” per pagarsi le bollette e forse le bollite che raccattano sui viali. Tutta gente, insomma, che non vale una minchia. Sì, penso di soffrire anche di disturbo narcisistico di personalità. Riesco a essere sia Gary Oldman di Léon che Jean Reno, pure di Ronin. Se non vi sta/bene, chiamo la Neuro.

di Stefano Falotico

Il Profiler del tubo, no, degli Youtuber cinefili di oggi come Frusciante, victorlaszlo88, Matioski/Lady Oscar, insomma, Jake Gyllenhaal di Zodiac mi fa un baffo


17 Dec

rust

Sì, sono abbastanza insopportabile. Ma, si sa, posso permettermelo.
Mentre la gente cosiddetta normale deve lavare e stirare i panni, io gigioneggio nelle dolci lenzuola.

Spesso scrivo libri per essere, oltre che bello, anche più carismatico.

Oh, che volete farmi? Suggestionarmi affinché, volendomi far passare per matto, possa demoralizzarmi e alle vostre bassezze prostituirmi?

Voi abbisognate di un lavoro e di una quotidianità infime poiché siete alquanto adatti alla massa e dunque anche alle massaie.
Di mio, ordino un caffè e osservo il panorama ove impazza una triste ebetudine, zuccherando il tutto con sinuosa lascivia da uomo che, in tale orrida putredine, non si mischierà mai. Che porcume! Pigliatevi un amaro e scolatevelo. Io vado a scrollarlo.

Ascoltate le profezie del Falò poiché lui prevede per voi giorni neri  cupi e voi, sempre più spogliati di dignità, ignudi piangerete onestamente (c)rudi.

Con classe impareggiabile, il Falò occhieggia e, senza sotterfugi, infila un altro libro alla faccia dei miserabili dai piedi coi funghi e agli uomini dal naso di Pinocchio, cioè (ob)lungo.
Il Falò non puoi fregare, lo so, è arido il vostro navigare nel cercare di castrarlo ma il Falò tutti incastrò grazie al suo far bestiale, geniale, assolutamente inimitabile e, diciamocelo, in una donna mai friabile eppur durissimo, miei grissini poco amabili.

Al che, per contrastarmi, potrebbe intervenire Nanni Moretti:

– Signor Nanni, sono bello.
– Purtroppo, sei pure bravo. Cazzo.
– Ah, lei non è bello e bravo, signor Nanni?
– No, lecco il culo solo a quelli di Sinistra che mi scambiano per genio poiché li compiaccio ma io non mi piaccio, affatto. Sono invidioso a morte di tutti.
– Già, in effetti è così. Stammi bene, nano. No, Nanni.

Sono una persona speciale. Sì, credo che l’ultimo film di Tarantino sia una cagata pazzesca e non chiedo venia.

Per tale mia affermazione apodittica, persone che si fanno i pompini a vicenda, così come dice Mr. Wolf di Pulp Fiction, a loro volta affermano che dovrei sintonizzarmi su una rete Mediaset. Ove infatti stanno programmando Kill Bill. Cioè la storia di Maria De Filippi. È vero. La “sposa” è Maria, lo dice anche il nome.

Maria, donna vergine dalla sessualità ambigua, ecumenica poiché non ebbe figli e allora istituì programmi come Amici per sentire in sé, nel grembo suo giammai materno, una missione redentrice nei riguardi di giovinastri già predestinati a finire sulla croce.

Sì, offrendo loro miraggi miracolistici, Maria s’illuse e illude di riempire il suo vuoto poco ludico. Secondo me, mai riempito da Costanzo in maniera godibile e impudica. Il David Carradine di turno. Sì, Maurizio è come il compianto (da chi?) David. È lezioso e nei suoi salotti invita(va) gente che crede(va) a Superman con le sue teorie fumettistiche.

Allora, avevamo Mastandrea Valerio. Uno che, sentendosi Spider-Man, classico ragazzo cresciuto coi nonni, un po’ alla buona, diciamo… riuscì a intelaiare, grazie alle raccomandazioni di Maurizio, una ragnatela di amicizie con romaneschi di origine controllata, cenando spesso perfino con Mamma Roma del nuovo millennio, ovvero Sabrina Ferilli. Ferilli fa rima con fusilli.

Tornando a Maria, non volle finire zitella e allora trovò il panzone che le diede onori e gloria. Forse però non le diede qualcosa di appetibile a livello prettamente più corposamente penetrante e sessualmente fruibile.

Sì, Maria è ancora inconsapevole. Pur di ascendere al successo, sposò Maurizio ma arriverà per lei il giorno della vendetta.

Sì, Tarantino sta preparando il terzo volume di Kill Bill. E io che ho detto, scusate?

Comunque, il fan di Tarantino è quasi sempre un ex adolescente mai sganciatosi dall’era in cui, ascoltando Eddie Vedder dei Pearl Jam e altri ebeti di tale stirpe, ora celebra passatisticamente l’adolescenza sua in cui sperò di andare a Seattle a suonare musica grunge ma adesso, annoiato a morte, non riesce neanche più a tirarsi una sega su Alanis Morissette. Donnetta tutte mossette.

Infatti, io tentai varie volte di emulare i miei coetanei maschi che impazzivano per Alanis. Appena slacciavo la patta, mi veniva voglia di riguardare Le iene.

Sì, io sono sempre stato Mr. Orange/Tim Roth.

Insomma, tutti pensarono che fossi un disgraziato come Gesù ma, detta fra noi, la mia fu solo un’esistenza da leggenda del pianista sull’oceano. Sì, meglio così.

Non mi vidi mai né mai mi vedrò a perdere la testa per Kate Winslet di Titanic.

Ebbi e ho ragione io. Basta vederla ne La ruota delle meraviglie. Assomiglia tanto a quelle pazze di Bologna che, per tutta la vita, si credettero attrici di Hollywood, teatranti di (ca)risma e invece scoprirono che, oltre ad avere un marito più grasso di Jim Belushi, dopo tre volte, Justin Timberlake le mandò a fanculo.

Andassero piuttosto a preparare i tortellini. Pensa te…

Vengo aggredito poiché dissi, come v’ho appena detto, che C’era una volta a… Hollywood è una stronzata.

Mi si dice che non possa capire certa roba. Per fortuna, sono troppo giovane per i “fellinismi” di maniera.

Cioè, non sono ancora così rimbambito per celebrare quel che (non) fu.

Vedo persone ancora piuttosto giovani che acclamano l’ultimo Tarantino. Urlando, orgogliosi, che sia un film che magnifica/chi la poesia del tempo.

Sì, infatti sono dei falliti. A forza di recitare retorica, si sono dimenticati sia del loro presente che di quello che (non) furono. Dunque non saranno, non essendo mai nati. Totalmente ammainatisi.

Stendiamo un velo pietoso. Tanto non lo sanno ma la loro vita realmente emozionale è finita. Se mai iniziò. Appunto.

Sapete qual è la verità? Loro la sanno. Ma chi li osanna? Ah ah. Per questo non hanno il coraggio di ammazzarsi e s’introiettano nel sognare ciò che, appunto, fu ed è un sogno. Non sarà perché questi qua, a forza di sognare, parlano, parlano, parlano…

Bello questo film, capolavoro quest’altro ma in realtà sono un cesso allo specchio.

Sì, non posso capire. Ma neanche loro però, eh.

Invece mi sa che capisco ma voi non volete ammettere che il massimo che v’abbia offerto la vita sia farvi, appunto, le leccate di culo vicendevoli.

Ne vogliamo poi parlare proprio di Leo DiCaprio?

Da quando lavora con Scorsese, ha assunto un tono senile.

Ora non piace né alle ragazze né a Scorsese stesso. Che lo chiama nei suoi film perché la gente è così stupida da riempire le sale appena vede, in cartellone, il nome di Leo. Ah, c’è Leonardo, dice La gioconda.

Scorsese lo sa e lo cogliona.

Tempo fa, un tizio intervenne a una conferenza:

– Sapete che Brad Pitt è stato davvero bravo in questo film di Tarantino? Io gli darei l’Oscar.

Pensavo che fosse solo un figaccione e invece m’ha stupito.

– Bravo, hai ragione. Tu invece non m’hai stupito. Sei brutto e non sei neanche bravo.

– Ora ti meno.

– Sì, però prima fai la fila.

 

Sì, sono Karl Urban di Hangman. Il peggiore film con Al Pacino di tutti i tempi.

A dirla tutta, sono un uomo che presto finirà a vivere nei sotterranei della metro. Ma neanche lì starò tranquillo. Incontrerò un licantropo come in un Lupo mannaro americano a Londra. Peccato che lo sbranerò io poiché, anche fra le sbarre del mio mangiare me stesso, rimarrò Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti.

Sì, prevedo un mio futuro da homeless. Come Richard Gere del sottovalutatissimo Gli invisibili e come De Niro di Being Flynn.

Alla pari di Bob del suddetto, appena citato film di Paul Weitz, sono uno storyteller forse superiore a Mark Twain. Che ovviamente voi non conoscete. Basta che mangiate, alla domenica, le tagliatelle e che prendiate in giro chi veste con le bretelle e, freschi, state belli, miei coglioncelli.

E come Bob, nonostante il mio delirante talento letterario, dai pensieri sconnessi e poco allineabili al pensiero uniformato di massa, dopo essere stato scambiato per un pagliaccio e dopo aver scritto il libro Il commediante, libro ispirato a The Comedian con De Niro stesso, anticipatore di molte tematiche sviluppate poi da Todd Phillips in Joker, poiché lessi e amai Opinioni di un clown da tempo immemorabile, dopo essere stato maltrattato da paperino, mi darò al pauperismo. Cioè, mi accusarono di essere una persona barbosa con la trascurata barbetta, lasciatasi andare… al puttanesimo e invece, guardate un po’, mi sono dato al barbone.

Sì, non sopporto quasi tutto il gentil sesso. Come Marina Ripa di Meana, (non) pace all’anima sua, le donne sono viziate, viziose e capricciose. Sposano un cane ricco e qualunquista, il quale ogni mattina semmai legge Il Resto del Carlino, visionando poi le sue azioni in borsa su Il Sole 24 Ore, quindi tali galline vanno a fare shopping a spasso coi carlini. Alla ricerca di una nuova borsetta, mascherando in pubblico le borse sotto agli occhi grazie all’effetto lifting di farsi sostituire da Carol Alt de I miei primi 40 anni.

Donne, appunto, che avranno un nipote a cui daranno da vedere film come 4 cuccioli da salvare oppure C’era un castello con 40 cani.

A proposito, siamo sicuri che fu Glenn Close a interpretare Crudelia De Mon nel film La carica dei 101? A me parve Meryl Strepp de Il diavolo veste Prada. Mah.

Sì, sono talmente misogino che mi riesce difficile stimare pure quella che viene considerata la più grande attrice vivente, appunto, la Streep. Donna che mi farebbe strippare. Interpreta spesso la parte dell’altezzosa nevrotica. Poi, diciamocela, è sempre stata una racchia. De Niro de Il cacciatore e soprattutto d’Innamorarsi forse non superò mai i suoi traumi da reduce del Vietnam di Taxi Driver per finire a letto con questa finta suora. Il dubbio docet.

Sì, Meryl in questo film fu attratta dal parroco, Philip Seymour Hoffman. Pover’uomo. Lo prese sempre in culo dalle donne. In Scent of a Woman, lo pigliò in quel posto da Al Pacino che lo distrusse, in Happiness, più che attaccarsi al tram, disgustato dal solito tran tran di zoccole, mignotte, ferrotranvieri e Lara Flynn Boyle, che pare un trans, schizzò di brutto… attaccandosi al cazzo, come si suol dire.

Invece, in Onora il padre e la madre sodomizzò Marisa Tomei nella primissima scena di “apertura”.

Ma finì egualmente inculato.

Nel film Il dubbio, appunto, fu accusato di essere un pedofilo solamente perché volle fare il pedagogo alla Giovanni Bosco. Dio Boscoli!

Sapete da dove derivi questa bestemmia?

Dalla storia di Pietro Paolo Boscoli.

Non sapete davvero una minchia, cristo santo! Miei boscaioli, continuate con le tagliatelle alla boscaiola e con le campagnole.

Sì, le donne vogliono solo uno che le faccia ridere. Se devo ridurmi come un guitto d’avanspettacolo con la faccia del figo inespressivo, a questo punto preferisco essere Silvio Orlando di Ex.

– E con questo stai? Che è pure brutto!

– Ha parlato Brad Pitt!

Silvio, un vero pasticcere trozkista super-fancazzista che, dolcissimo, balla in mezzo a gente ritardatissima che adora solo le creme morbidissime e spalmanti/spalmate dopo che tutto entrò durissimo, mica tanto. Creme, eh già, soltanto solari da allampanati abbronzati con la lampada e la Lambada.

Ora, arriviamo al punto.

Frusciante dice che dopo circa vent’anni di onorato servizio, eh già, la sua videoteca stia fallendo.

Quanti anni ha, Fede? Più di 40, giusto?

Dunque, aprì la sua bottega dopo la maggiore età ma Fede sostiene di essere “terzo mediato”.

Di mio, giocai a Calcio anche nel ruolo del mediano e della semi-ala fluidificante. Solamente a tratti ficcante. Prima di aprire la videoteca, Fede come (si) formò la sua struttura mentale?

Credo che abbia vissuto una profonda inquietudine adolescenziale. Non è un male, è solo giusto malessere. Da lui curato nel sublimare una realtà edonistica che gli parse ostile, di conseguenza introiettandosi nel Cinema e nella Musica più adatti/e alla sua poetica esistenziale.

Di victor non parlerò, invece, neanche di Mattia. Mi sembra infatti superfluo soffermarmi su due che, a differenza di Fede, dalla nascita sono (in)fermi. Si scherza, eh. Infatti, le vostre video-recensioni sono una barzelletta.

Di me, volete sapere qualcosa? Chiedete pure. Non ho nulla da nascondere. In primissima adolescenza, avvertii inconsciamente un immane disagio a livello, più che sessuale, carnale. Sì, m’accorsi subito, saggiamente, che la vita è un troiaio. Di conseguenza, mi “trasfusi” in meccanismi psicologici di autodifesa come il disturbo ossessivo-compulsivo e le rituali “maniacalità” mnemoniche. Mantenendo un’igiene impeccabile nonostante molti atti impuri.

Io so tutto sulla mia vita, siete voi che non sapete nulla sulla vostra.

Vi faccio un esempio. Mezzora fa, presi l’ascensore assieme a un ex mio condomino, detto Cocco. Poiché, sino a una certa età, lui visse coi suoi genitori. Ah ah. E quelli del palazzo, simpaticamente, anziché denominarlo bamboccione (all’epoca non era ancora stata coniata quest’espressione), gli affibbiarono la patente di Cocco. Insomma, del coglione.

Lui, per dimostrare ai condomini di essere “cresciuto”, partecipò a una puntata della trasmissione che allora andò per la maggiore… piena di maggiorate, vale a dire Colpo grosso.

– Come stai, Stefano?

– Bene, lei?

– Insomma, sono venuto stasera a incontrare mia madre.

 

Ora, finalmente, avete capito chi sono. Be’, me lo disse un mio amico qualche anno fa…

Mi disse che io e Rust Cohle di True Detective siamo molto, molto simili.

Entrambi delusi, senza legami affettivi particolari, ascetici. Al massimo, possiamo fottere la donna del nostro migliore amico perché ci fece girare le palle ma siamo sostanzialmente sganciati dalle “termodinamiche” dei cosiddetti ilici.

Quindi, essendo molto cerebrale, freddissimo, posso individuare chiunque in trenta secondi netti.

Sì, basta che Rocco Siffredi si spogli e capiamo subito, tutti noi, che non lo ha/abbia di trenta, sì, Rocco è sopravvalutato.

Sì, è difficilissimo per un comune mortale però capirlo, visto che un normodotato lo ha di solito di dieci.. A meno che uno non apra Instagram. Anche un idiot savant capirebbe al volo che quella lì non è una professoressa, bensì una bagascia. La faccia da culo la dice tutta. Questa va sia con Rocco che con ogni allocco. Fidatevi.

Mi basta osservare le sue mosse e risalire a come sviluppò la sua personalità. Bella o brutta che sia. Comunque di chicchessia, anche dei finti uomini di Chiesa…

Mi urlano… per cortesia! E il giorno dopo hanno ferite leccate da qualche crocerossina.

Sabato scorso, fui a Castel San Pietro Terme assieme a un mio amico.

Andai al bancone di un pub e ordinai un drink.

Al mio fianco, ecco che apparvero tre ganzi…

– Cazzo, quella ha la figa profumatissima. La sento da qui. Ci provo.

– Dai, provaci.

 

Ecco, con un campionario di dementi di un certo tipo, è comprensibile perché io possa essere quello che sono e voi no.

L’uccello forse vi arriva ma il cervello non capisce un cazzo.

Ora, levatevi dai coglioni, altrimenti finirete tutti in manicomio.

Mi raccomando, però, prima di entrarvi, rispettate la mia anzianità. Sì, il primo della fila di attesa sono io.
Anche in questo arrivate sempre secondi.
gyllenhaal zodiac

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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