Archive for October, 2012

“Gran Torino” – Recensione


31 Oct

I ricordi delle rughe giovani, eterne nell’immacolata innocenza dei sogni da salvaguardar guardinghi

Ora, sfila davanti a me, sempre una costante insonne, il volto levigatamente “cavernoso”, appassito, ischeletrito di Walt Kowalski, un monumento di bionda asciuttezza argentata nel Clint Eastwood della sua feroce malinconia “senile” solo di parvenza “sparviera”. Di sparatorie “fraintese”, di rese dei conti d’una metropoli sgangherata nei volti “bendati”, o troppo “scoperti”, di piccoli gangster in erba…

Walt, con la sua storia alle spalle, sepolta nel cassetto delle illusioni “perite”, deperito, affranto, perduto dopo un’altra delusione. La morte della moglie, nel decoro della sua medaglia al valore “tatuata” nelle fessure, tessuto roccioso nelle “fenditure” dei suoi occhi ancora vivi e scattanti di secolare grinta non ancora raggrinzita. Una quercia che non scalfisci, che non abbatti. Ma è avvilito. Torna a casa, con la bandiera che sventola ingrigita, sedata da piogge che han spento il sorriso, scandita dalla monotonia imperterrita d’un morto dentro che sogghigna, sbuffa, laconico è più eloquente di mille parole.
Si “scheggia”, disarmato e soprattutto disamorato, ancorato al Vietnam e ai cuori infranti di quel fango polveroso, incancrenitogli demoniacamente, anzi “all’ammoniaca”, in un’anima che non spolvera più.
Così, pulisce il cortile, sbevazza e sputacchia, annoiato e infastidito dai vicini e dalle coetanee tardone.
Ma il vecchio leone (non) s’è addormentato, e invece ringhia “sottobosco”, nella foresta dell’enigma irricucibile, della ferita che fa male, ticchetta nel boato spaventoso della Notte.
Luna torpida di violenze, proprio dietro l’angolo. Una “canaglia” inacidita, incagnita, già “incagliato” nei suoi dolori personali, che suona la carica a “colpo di fucile”.
Smalta il vento delle ingiustizie con la mordace furia di chi addenterà, cacciatore, i bambini troppo “dispettosi”, “educati” a “sbrigarsela” sporca.
E così, dalla fortuita disavventura, nasce l’amicizia e l’affinità insospettata con uno “scemo”.
All’apparenza tale. Poco reattivo, poco appunto “in guardia”. Il Mondo è un posto perlopiù schifoso che non guarda in faccia proprio nessuno, anzi, ti punta il dito e ti “mitraglia” se sgarri, se non premi il “grilletto” quand’era il momento fuggente. Ti arrugginerai se non ti lavi dalla merda, se non te ne “levi dalle palle”. Se non ti dai una mossa prima che ti ruberan la “merenda” e anche le ragazze che sogni ma non tocchi, che guardi ma hai paura di baciare. Che sfiori di sorrisetto timido e poi scappi per non scopartele. Che c’è di male in una sana scopatina? Te lo dice Walt. Un pezzo grosso, un mandrillo “stanco” per chi la testa l’ha appoggiata sul comodino del “legnoso”. Del palloso. Han tante palle gli “uomini” che le han appallottolate nel saccheggio ruffiano e nella domestica “bontà”. Parenti che son capaci di “regalarti” un ospizio per “rabbonirti” e macellarti del tutto. Per macerare quello spicciolo di vanità che ancora hai, quella melodia jazz che tu hai sempre respirato nel frenetico gran casino che non vuole “auscultare”. Se la cantan…
Guarda un po’ Walt il “bestione” che tutti allontaneranno e disprezzano, trattan da “signore” ma poi odiano e lo relegano alla sua solitudine di (rim)pianti da non urlare per non disturbar la quiete cheta-“acquetta”. Per non dar “problemi” ai pantofolai veri. Ti spaccan il vetro di ricatti e intimidazioni, prendono in ostaggio il tuo Cuore per quattro risate in compagnia.
Per divertirsela “allegramente”. Tenendo in pugno quella famiglia di “cinesini”.
E tu, proprio tu Walt, che ti affezioni a Thao, il “tardo”.
Ah non è tardi per far piazza pulita e metter a posto chi l’ha fatta grossa.
Adesso, siamo arrivati allo stupro.
Il prete ti consiglia di perdonare, tu confessi i peccati di tutta la società, sei un Pennywise formato King of the Night.
E il Diavolo ha bussato alla tua porta, distruggendo la calma e i tuoi equilibri sonnolenti, già pronti a tirar fuori le unghie e l’artigliera “pesante”. No, non reagire, lascia stare, ecco la vocina della coscienza.
Ma tu non la vuoi sentire, vai avanti di “testona” tua.
Smonti “baracca e burattini”, t’incammini a casa dei lestofanti, e li sfidi. Estrai una pistola che non c’è, e t’ammazzano a sangue freddo.
A chi vuoi raccontarla? Alla polizia scesa sul luogo del delitto?
All’assistenza sociale? Alla tua pensione?
Ai figli “buoni?”.
No, tu sei andato lì apposta, con un chiaro intento. Stendere le loro vite da maiali.
Ma l’hai studiato bene, con l’istinto dello spietato…, duro a morire davvero.
Volevi incastrarli col tuo assassinio.
Perché il Mondo arrestasse chi ha ucciso, chi s’è spinto troppo oltre.

Darai e “intonerai” in dono a Thao la speranza di una via migliore.
Rabbrividiamo. Di gelo.
Di meraviglia.

(Stefano Falotico)

 

A Night With The Jersey Devil


31 Oct

Questo Boss ve l’aspettavate?

   On a stormy night in 1735, Mother Leeds gave birth to her 13th child. The child was born normal, but transformed into a creature with hooves, a horse’s head, bat wings, and a forked tail. He inhabits the Pine Barrens of southern New Jersey.

Non bastavano gli “Hello, how are you?” e gli “I like” del Facebook? Adesso, ci siam pure imbastarditi nella “festa” dell’Halloween: secondo me, è meglio l'”allupato”, colui che…


31 Oct


… apre la bocca e chiede: “Would you wish?”.

Lei replica, “retorica”: – Cosa?
E il lupo: – Quel che liscio diventa “viscido”

Applauso!

Sì, stasera m’associerò alla demenza collettiva di questa celebrazione “celtica”. E dir che son centauro, afferro la mia moto con la “sella” della mora, e m'”inzucco” nelle sue “cavità” sorprendenti e vivaci, schiantiamo contro un muro ma prima Lei l’ha goduto tutto tutto duro, rallegrata dal “dolce” che non è stato uno “scherzetto“. Ah, come “la” screzio io neppure il Matto di suo “cappellaio“. Ah, Alice fu fornicata nel “bosco”, con Tim Burton a cazzeggiare d’esegesi personale nella versione “anemica” dai troppi colorini.
Ah, Tim è Uomo che “affabulò” affamato, da cui il detto lupus in fabula, per Burton rappresentato dalla sua fava nella fragola di Helena. Helena è Bonham, e Tim è mani di “forbice“.
Tim ne attinge, non “attenuandolo”.

Nella Bologna Tonight, diciamo “tonnata”, i nostri istrici si districheranno di pub(algia). Baluginando nel “balocco”, persi fra un Malt & Hops e lo “smaltirla” di sbornia “chimica”. Detto anche sperma “zoologico” d’iniettar nel nettare, da cui provien il famoso proverbio di tal “fattoni”: se ad Ognissanti le spezzi l’osso sacrale, ci sarà un Santo in meno in Paradiso.

Alla mia epoca, ti veniva grosso senza l'”alibi” di queste importazioni anglosassoni, da cui il “genitivo”, e quindi il “genitale”. Eh, sono albini. Un po’ scialbi. All’inzio di Novembre, è consigliabile la sciarpa, oppure lo scialle o lo Chalet delle “rose”.
Secondo me, gli ortodossi ce l’hanno magro, e le loro mogli vanno con gli indiani mentre Rob Zombie “Intona” i “flauti magici” della “zuppa inglese” al ritmo “zabaione” d’asce in pancia mentre le prostituite son’orientate in MoonSheri sarà una gran figa, ma io preferisco il Mon Cheri. Con tal “cioccolatino” ripieno, vai sul “sicuro”. Con Sheri, c’è il rischio di non sgranocchiare. Anche perché mi dà vagamente l’idea d’essere una di quelle zoccolone che, prima di “dartela”, pretende il lauto “responso” economico dei portafogli. Solo dopo il “rimborso”, apre la sua “borsa” e può usare il “detergente” degli “orsi”. Una “donna” raffinata come il Kleenex. Lei ne “usa” tanti, e Rob “lo” sa. Perché fu tradito anche da Eli Roth, in un triangolo con l’omonimo Eric, lo sceneggiatore di Forrest Gump e Insider. “Dentro la verità“.
Da cui l’Hostel…

Dopo il caffettino pomeridiano, ho avvistato il pensionato Ionata, accompagnato dalla sorella sullo “sguardo” indagatore del terzo piano d’un rumeno che, fra una prostituta e l’altra, rumina perché sogna una vecchiaia in santa pace del “Signore”.

Sì, Halloween è come uno con la dentiera.
Tutti aspettano il 31 per “addentarle”, ma non sanno che saranno “strappati”, brutalmente lacerati dal “cero” d’una che succhierà un verginello al fine di sposarlo dopo averlo “disossato”.

Per quanto mi riguarda, l’unica festa che va rispettata è quella del mio cazzo.
Che non si dà “da fare”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Halloween con la famiglia Addams (1977)
  2. Niente dolce, niente zucchero (1991)
  3. L’inquilino del terzo piano (1976)
  4. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
  5. Luna di fiele (1992)
  6. Alice in Wonderland (2010)
  7. La casa (1982)

Una società di fessi e di condomini col camino che, ogni anno, lo prende nell’ano


31 Oct

Quando m’annuvolo, mangio le nuvolette cinesi, dette anche “patate” da evaporare di “sgranocchio”. Gnam gnam, “entran tutte in bocca”

Una peculiarità della mia anima è codesta: smarrisco la retta via per infilarlo nel retto a ogni ebete. E, dato che l’umanità è formata per il 90 per cento da tale categoria, credo che non mi rassenererò a insederarli. Mi dà gusto, sono provocatore dalla nascita, “uscita” extrauterina fuori dai canoni (ah lo so, vostra madre è la donna cannone che mangia il cannolo, detto anche “cagnolo”, del marito, un “babà”). Anni fa, una ragazza iperdepressa con “manie” smaniose di smagliature e annessa anoressia di bulimia da biliosa, provò a baciarmi stimolando il “telaio”. “Rettificai” subito: – Credo che la mia lingua ha poco da contagiarsi col tuo “adagiarlo”. Spero non ti arrabbierai se preferirò noleggiare un porno alla videoteca qui di fronte, aprir la portiera e farti scendere. Sai, ho bisogno, una necessità inesausta di salir di grado. Tu non m’aggradasti né ti gradirò. Ecco, alza il piedino sul marciapiede, e mostra le cosce ai “fruttivendoli”. Ragazzoni “dabbene”, ché puoi “berteli” tutti d’un fiato di mela cotogna. Sei una da Toto Cutugno. E anche da circo Togni. Quindi, levati dai coglioni. Mi diede una sberla, comprese che l’avevo messa alle berlina. Una povera matta da prendere giustamente a calci in culo. Una cronica tontolona come quasi tutti. D’altra parte che potevo aspettarmi da quest’Italia? Narro delle interpretazioni di Al Pacino e le “donne” mi porgon dei baci “affettuosi” in segno di tenerezza, mi siedo dinanzi alle pompe funebri e il becchino fuma la “pipa” di una che fa un pompino a un morto. Mah, non è un gran bel vedere. Dunque, ribadisco. Meglio prenderli per il sedere. Sì, m’accuseranno d’esser blasfemo. Ma sappiate che Ulisse sconfisse Polifemo perché non lo vedeva di buon “occhio”. Quante sceme a questo Mondo. E io le “piglio” tutte… Di Notte, mi camuffo da “negro” col monster cock, allupandole su Facebook ove esibisco un sorriso brillante da Eddie Murphy “pittato di fresco” nel ballo “pelvico” alla Michael Jackson. E poi, simil “leoncino” della Metro Goldwin Mayer, spalanco le “fauci” nel loro stupido stupore dal profumo “candore”. So che dall’altra parte dello schermo si toccan e non apron più bocca. Diciamo che ho “colto nel segno”. Per anni, fui pedinato da una famiglia di schizofrenici, un nucleo assai disfunzionale. Il padre era, fu e sempre sarà, spero che muoia prima di far un altro “botto”, un grassone repellente di flatulenti borie. In tutta la sua vita, ha combinato “parecchio”. Dopo aver sputtanato tutta la sua “gioventù” a mendicare dei “prosciuttini” felsinei, s’ammogliò a una sicula “combattente” che per un decennio fu solo la supplente dei ripetenti. Per consolarla dall'”insalata”, “la” (es)portava a teatro, ove ammiravano i commedianti per quattro risate a sdrammatizzare la loro vita quotidiana. Una volta, assunsero perfino degli attori “professionisti” quando la loro “magra” non ebbe i soldi per tale “passatempo”. Giunsero a casa pupolista loro, tutti “preparatissimi”. Ma, alla fine, l’isterica della moglie ruppe i piatti e scattò l’applauso del figlio epilettico che urlò “trionfante”: – Puttanazza di genitrice, adesso hai capito che non sai recitare quando mio padre finge di scoparti? Dovevamo assumere degli gigolò per farti capire che sei frigida? Sì, è sempre stata una famiglia d’idioti, da manicomio. Credo che, a ragion veduta, questi si meritino solo una “spremuta”. La famosa arancia meccanica della loro “bottanica”. “Concentrandoci” invece di nuovo sui figli, allarghiamoli al plurale, due esemplari di babbei come pochi. Anzi, come il loro babbo. Per quanto mi riguarda, “di mio”, i miei condomini sono dei deficienti. Quello del primo piano pretese che la figlia uscisse dall’università con la lode. Adesso è sposata con uno coi rotolini. Sì, le cucinò gli “involtini”. Quello del settimo piano ha girato tutti gli psichiatri di Bologna. Di lavoro era geologo. Speriamo abbia estratto l’oro minerario dopo aver sperperato tutti i suoi guadagni per finire alla Certosa della sua pensione da Lucio Dalla. Che volete farci? Sono uno stronzo. Non “raccontiamocelo” d’imbrogli e sotterfugi. Voi mai fuggite perché parlate sempre di figa, ma friggete d’invidia perché io me ne sbatto… Questa è la verità. Che a voi piaccia o meno. Come ve “lo” metto io, neppure il vostro amante più fantasioso e trasgressivo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. 007 Skyfall (2012)
  2. Argo (2012)
  3. 7 psicopatici (2012)

De Niro riceve l’Hollywood Film Awards


31 Oct

 

Un’interpretazione stupenda in Silver Linings Playbook.
Che forse sarà premiata con l’Oscar.

Vediamo il video, e godiamone.

 

 

What a wonderful speach!

Vai Mick, go go go rolling…


30 Oct

 

“Stardust” – Recensione


30 Oct

Gaiman nel nobile fasto patriarcale d’ancestrali, “balestriere” fantasie inerpicate su leggende arcane

Stelle comete della cosmica inventiva, arcuata nei dolci incantesimi di stelle incandescenti, “spolverate” dal grigio torpore di melodia “incattivita” da streghe irriverenti, agghindate d’abbagli “eleganti” e biondezza melliflua, ondulata nel sospiro alla Luna, ai suoi timidi pleniluni d’occhiolin immaginifico e poi “maligno”, a scrutarci con leggiadre cornucopie dai nitori sospiranti, a sbirciarla nudi e casti, incastonati anzi senz’incastro nei suoi crateri e nel magma “marino” che lievitò in un’altra epoca tonante, nei suoi vulcanici, torreggianti, fluviali e tortuosi viaggi siderali di spaziale “enfasi” or a smorir languida fra noi, peccatori e di martirio, di calvari “ossigenati” nel plastificato “benessere” irremovibile dal suo retaggio a irretir la coscienza, rattrappendola ove si confà all’espiar sol d’illusori respiri. Che fittizio imbroglio.
Immemore dunque amnesia tramutata in pericolosa nemesi “dinamitarda”, ove oggi fingiam d’esser tutti amici e invece c’inimichiamo dietro (s)pose ruffiane di “rosa” tanto turgida quanto appassita del suo afflato e degli effluvi amabili delle poesie, del vagarci invaghiti. Solo “perpetuati” nello sperpero delle purezze estinte, dell’orgoglio vanaglorioso, iroso, “rosso” di russare ed eclissato, utopista da stupidi. Da chi concupì il lupo delle fiabe per divorarlo nelle “fragole” cacciatrici del borghesismo manicheo, ove il Diavolo è invece l’Angelo più bello sacrificato alle carnalità “parsimoniose” delle baraonde da bar-i cannibalistici e dunque di “Carneval” più da “caviali” e non più cavalcanti.

Questo capolavoro, estratto da un Neil Gaiman “aberrante” di delirio fumettistico, di sognarla limpido e imprimerla onirico…, questa nostra vita tanto “conturbante” ché tanto vi turbate di sogni che solo sfiorate per poi deflorare nell’immolare di conveniente cinismo, di “ciminiere” e ruspe “ruspanti”, dunque incenerito del suo bianco più ve(t)ro, questo capolavoro lo è.

Affamati e sempre protesi al ribaldo arrivismo, affaristi dell’affare altrui, fanfaroni e di farfalle “infantilizzati”, dunque mai fertili per esservi sterilizzati, dunque “atterrati”-attenuati nel “terriccio” e nell’arricciarvi tutti “belli” arruffati. Ah, siete solo dei furbi così furfanti al fante e alle romantiche voglie elefantiache. Di quando la nostra proboscide issata non è rissosa perché già nelle acque vanitose e non fatiscenti della putrescenza fangosa.

Rido e peno per voi. Perché io l’impennai e non pendo più dal vostro “dipende”, che pena.

Il film è un’avventura ai confini delle ere inesistenti, dell’ira vinta, dunque gioie eterne, immortalissime.
Di un amore adolescenziale immane, d’un De Niro Captain Shakespeare che fa il cattivo al fine di rabbonir i contenziosi delle inutili faide, che guida il timone della sua nave, fra la neve e le tempeste, che ride come un pazzo e sghignazza con la ciurma fra schiume di birra e la chioma di Claire Danes per il ballo della sua “debuttante”, perché Michelle Pfeiffer invece è già troppo “matura”, dunque secca di “mutande”.

Ah, la seta, che sete. Che (mi)raggio.

Finale ove la cattiva male-fica sarà espugnata e di pugnal accoltellata, di stesso sortilegio infranta e fratturata.

Per la gioia di grandi e piccini, dei piccioncini e anche del neo di Bob De Niro che applaude in platea(le).

Oltre. Matthew Vaughn senza Claudia Schiffer girò una pellicola che le sue gambe avrebbero attorcigliato di velenose “spirali”.

Vaughn sguinzaglia il vero Uomo dentro di sé e affabula, si (con)fida dell’istinto, della lirica appunto favolosa.

(Stefano Falotico)

 

 

“Red Lights”, le scene del film


30 Oct

Che vi piaccia o meno, potrete distruggerlo, il Bob con gli occhiali merita d’essere analizzato.

Simpatia per il Diavolo – Rolling Stones


30 Oct

 

 
Ho sempre tifato per i diavolacci, perché si spogliano sul palco, emuli di Jim Morrison e mostran l’ambaradan con “occhio” scimmiesco su  movimenti bacini senza bacetti.
Sempre più “su” e i piccoli borghesi giù, a pigliarlo inter cul‘.

Basta col moralismo cristiano, preferisco Cristiana, “una” con cui andar piano d'”ani”.
Lo scemotto ammirerà la Capotondi. Sì, al massino “la” ficcheremo nel reparto degli aborri. Già, fu part(or)ita di depressione e malinconie del “cazzo”. Infatti, se ti pigli quella lì, ti trascina in rovina.
Dicesi “rima” e anche remare d'”ammollo”. Ah, prendersela per moglie, significa “ammosciarlo”.
Sì, gatta morta? Preferisco la mano nella mor(r)a cinese.
Come la pornoattrice Katsuni, che a volte si “graffia” Katsumi.
Nome “orientale” della declinazione “latina” di ballo “succhia-minchia”.

Tremate ritardati, tartassati, tartaglianti, balbuzienti e babbuini, bimbetti e “adultoni”, adulteri e avvocatuzzi da leggi del Taglione, io son colui ch’è sceso sulla Terra per planar “morbidamente” nel deretan’ ove l’Uomo senza rispetto di sé ama “autodistruggersi”, poiché il nichilismo è al nichel che fa la ginnastica su donne con le Nike. Dette sgnacchere, dette patonzone, dette non “allattate” al “patatone”. Clive Owen ha una faccia “buona” a mietere il grano con la pastasciutta dei “sughini” della compagna. Sarà una che ha raccattato in campagna, “tirandolo” a campare in mezzo a mondanità da Campari.
Che attore di merda.

Mica il Bob De Niro di The fan, che perde la bussola e non gliene sbatte per niente, affrontando a muso duro i radiocronisti “leccaculo” delle biondazze, le Barkin e chi l’ha “imbarcato”, che tifa “calorosamente” per il suo pupillo e vende i coltelli, soprattutto in pancia. Segando il Del Toro, che in questo film è solo uno da “saune”. Che suino, un porcone!
Da “rosseggiare” sotto la “doccia fredda” di lama ficcata nelle sue gambe da render paraplegiche di morte sbudellante.

Certa gente voleva affrontare me.
Ah, hanno incontrato un tipo tosto. Guidan la Punto e saranno presti spuntati. Dicesi “tamponamento” alle loro vite ovattate, ottuse e avvitate dal mio “bullone”.
Spingo sempre di più, consegnandoli al “burrone”. Per una caduta libera da Willy il Coyote e poi salutandoli “dall’alto in basso” nel mio Beep Beep che si scoperà un “gorilla” femmina nella Jeep.
Tutta di groppa, con della Grappa, e Lei che s'”aggrapperà”, un po’ “gratterà” e poi “gorgoglierà”.

Sempliciotti, ebetucci, tardone e tardivi, beccatevi il mio Mick Jagger.

Sono come Lui, ballo e apro la cerniera per la mia vanità che “butta al vento” quel che mi “pare”.

E se scassi, t’incasso il naso!

Facciamo casino!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Fan. Il mito (1996)
  2. Shine a Light (2008)
  3. Paul, Mick e gli altri (2001)

I “cento passi” del nostro “paese” allo scata-fascio: leggete, è importante, non “prendetelo” alla leggera e nep-purè “alla larga”, miei “puri”


28 Oct

Lei è un ignorante!

Salgo in cattedra e ammaestro il villano che intima ad arrendermi. Lo “lego” attorno alla scrivania, e poi “incalzo” di “terzo grado” al suo di Scipio, perché io son Cristo e anche discepolo, in quanto apostolo delle mie costole senza “grigliate” che critica, arrostendo, le troppe carni, e “canne”, al fuoco. Sparano sempre, ma trivellan se stessi e anche la donnaccia che vien “ubicata” d’allocca fra altre oche del pollaio
(Versetto n. 33 dei miei anni di “Sacra Bibbia” fra le “bolle” e il ballerin omonimo che “fa” Roberto in “ebete”)

Ti colleghi a Libero.it, e ti arrivano i messaggi di un altro suicidio perché la nostra Italia sudicia ha gettato nel selciato, leggi licenziamento non anticipato ma “costipato”, un operaio, oberandolo, obnubilandolo nell'”infangandolo” anche di reputazioni, accusando il medesimo di puritano sacrificio lavorativo non “puttaneggiato” nelle richieste della fabbrica dei crumiri. Sì, tutti leccavano tranne Lui, onesto e stacanovista al punto da staccargli le palle e anche l’Enel, l’utilitaria in quanto troppo “utile” in mezzo alle nullità degli altri (tele)dipendenti che però son (o)micidialmente più “allineati” all'”adatto” taglieggio e soprattutto troie dei padroni. Sì, non denunciaron mai le “male(s)fatte” del direttore, “lasciandogliele” fare “tutte”, anche le loro mogli che, per l’aumento dello stipendio da “tirar” avanti, “lievitarono” il “capo” di cappella (quasi da “sagrestane”) per “mantenere” l’ottima “educazione” dei figli.

Gli usurai sono agli angoli delle strade e ti “strozzinano”. Se non accetti la “paga”, ti strozzano e poi di pugni t'”ingozzano.
E se ti cresce il gozzo per colpa del fegato, t’afferran per lo iato, sfiatandoti, e per i gargarozzi sputandoti. Che rospi!

Applauso!

Pacino baciò di Giuda il fratello Cazale, in quanto troppo “debole” per i segreti di famiglia, che avrebbe rivelato da Serpico. Dunque, s’invertì la tendenza dell’Al schierato a favore dei “vigliacchi”, qui ammanicato al Papato e alle mafie dei politici corrotti.
E nel laghetto Cazale meditò e poi si sparò, anticipando la fine ingloriosa di castrazione premeditata.

T’incitano a tener “duro” e intanto votano Bossi che regala al figlio delle zoccole di “qualità”.
Il Trota se ne frega degli sfottò che imperano su Facebook, ove viene deriso con barzellette “da carabinieri” e infila, invece, la sua “carabina” in altre biondine.

Berlusconi è stato finalmente incriminato simil Al Capone di De Palma.
Non hanno potuto accusarlo d’esser “Stato” dietro le stragi “terremotistiche” della sua “Aquila”, così hanno “ripiegato” sulle evasioni fiscali. Tanto “evaderà”, con l’ex “ministro culturale” Bondi, di “attività inculante” a Mara Carfagna, ad aspettarlo simil James Woods/Max per il suo Noodles al contrario…
Brinderanno, all’oscuro, con Fede Emilio tormentato dalle “corna” di Paolini Gabriele, non tanto “Arcangelo” dentro Diana De Feo, per “fe(u)di” nuziali da “prezzomolino-povero Diavolo”.

E intanto Messaggio Susanna, dopo “averla” data a tutta Mediaset, con “fine investirla” di “FIAT” mobilistica e di “Fininvest(e)” griffata, si dedicherà alle “ospitate” del suo “sorriso“. Coccolando i “canini” di “razza”.

Mentre noi “coglionazzoni” non possiamo neanche comprarci un bagno da Aiazzone.
Perché veniam scambiati per cazzoni fra tutti questi stronzoni.

Al che, una mignotta mi si avvicina tutta “micina” e mi chiede se voglio scopare.
Risposta: – Vai a dar via il culo!

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Ronin (1998)
  2.  La casa del sorriso (1991)
  3. La villa del venerdì (1991)
  4.  C’era una volta in America (1984)
  5.  Il Caimano (2006)
  6.  Caro diario (1993)
  7.  Rocky V (1990)

Genius-Pop

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