Archive for October, 2012

“Con Air” – Recensione


28 Oct

Il volo della libertà, di ali Po(ll)e

Ah, c’è poco da ridere, inghippi d’incastri e giustizie ingiuste.

Cameron Poe, un pleridecorato al valore, il Rambo di turno. Che, a detta dello stesso Cage, ha assunto il cognome dal Re dell’horror, no, non Stephen King, ma appunto il suo progenitore, Edgar Allan… ecco, bravi. La “mimesi” con l’indagatore dei nostri “mostri”, il creatore della suspense e dei meccanismi “gialli”, non è propriamente identica. Edgar fu sempre malaticcio, di volto scarno e capelli corvini ben folti, almeno così ce lo ritraggono le poche immagini di chi tal lo “dipinse”. Cage, invece, sebben possieda una vampiresca “nervatura” orientata al tetro, nel 1997 c’apparse davvero muscoloso, tanto che, in un’intervista, uno dei suoi antagonisti più “aged“, Sly Stallone appunto, gli “decantò” i bicipiti e l’addome piattissimo nelle succinti “vesti d’una canottiera da far invidia al più “sbrindellato”, smidollato e fury Bruce Willis.

Il John McCalne è qui un Cage in orbita “aeroplanica”.

Rincasa dalla solita “guerra” anonima, “medagliato” per riabbracciare sua moglie incinta. Vanno a festeggiare il “coming soon” del pupetto in un'”Osteria numero uno...”, si strafogan anche di baci “piovigginosi” ma, all’uscita dal locale, degli sherri un po’ rissosi provocano il nostro eroe. Si viene alle mani e a Cameron “sfugge” l’omicidio accidentale, incidente di cartilagine nasale “soffocante”, un gesto inconsulto “preterinzionale”, dunque da “processo per direttissima” al penitenziario.

In questo luogo non adatto all’involontarietà del suo “assassinio”, si allena su riflessioni buddhiste, lasciando che il suo bulbo cresca mai “sbarbato” su una faccia che, incancrenita dal complesso di colpa, si “ramifica” davvero un po’ ergastol-ana. Egli però è un romantico e non s’arrende. Dalla mattina alla sera scrive poemi epistolari d’amore alla sua Barbie, nella speranza d’esser “dimesso” dall’accusa (in)fondante per potersene ricongiungere quanto prima.

Finalmente, arriva la sentenza assolutoria, e Poe fa le “valigie”.
Viene “imbarcato su “Con Air”, il “passeggino” dei prigionieri, della peggio(r) razza, a cui farà “capolino” Cyrus Grisson, il sanguinolentissimo Malkovich in versione ghignante di “criminal mind“.

Se per il Vasco nazionale, l’orgoglio ne ha ammazzati più del “petrolio”, Cirus ne ha sbudellati più del Cancro.

E così il viaggio “tranquillo” comincia a turbarsi di “turbolenze” e cambi di rotta. Cyrus aveva infatti pianificato un’evasione assieme agli altri deportati. Per dirottar il nostro “jet” e “sbancar” a Las Vegas. Un’atterraggio di rottami in cerca del Paradiso nel Deserto delle seconde chance.

Ahia, il ritorno, per il nostro Poe, si complica non poco.
Ma lui sta apparentemente al gioco e asseconda Cyrus, fingendosi perfino il suo braccio destro, un po’ come Clint Eastwood “amico” dell’Indio.

Fra quei luridi porcelletti, si salvano in pochi dalla forca e dalle fogne.
La stagionata Rachel Ticotin è ancora donna “calda” da total recall delle fantasie sporcaccione del Danny Trejo meno galante e solo “Machete” di “birbantissimo”.

Cage penerà non poco per far fuori tutti, compreso il villain Malkovich, “pestandolo a sangue”, letteralmente, nel finale “spaccaossa & cranione rasato da cagnaccio”.

Lascerà “in pace” solo Steve Buscemi, un “fantoccio” alla Hannibal Lecter, perché indubbiamente sta simpatico “a pelle” a ogni spettatore con un po’ di sale in zucca.
Lo scarno Steve, infatti, incarna il cannibale Garland Greene, un poveraccio a cui va dato il “nulla ost(i)a” delle ossa e delle “briciole”, almeno.

Poe/Cage, tutto sporco e (s)macchiato, si scoperà un’altra volta la moglie Tricia. E la sua prole sarà uno (più due?) col fiocchettino azzurro o una con le trecce?

Chissà. I promessi (già) sposi si risposeranno forse proprio a Las Vegas, in un casinò, come piace al nostro cuore selvaggio.

Un filmone, “checch-é” ne dicano i (de)trattori…

(Stefano Falotico)

Ma soprattutto chi è John Malkovich?

“Bullet to the Head”, Trailer 2


28 Oct

 

Egli è il migliore nel business.

 

“Silver Linings Playbook”, il primo Tv Spo(r)t ufficiale


27 Oct

Si corre verso l’Oscar?

“Americani” – Recensione


27 Oct

“Squali” dello squallido ufficio dei cap(p)i e delle “decapitazioni”…
Capitalistica autopsia di aziendali… già “periti”

Ieri sera, come sempre… non avevo sonno. Così, a mo’ di Nanni Moretti (sul quale ritorneremo in “tema” ma in termini non propriamente “cioccolateschi” di stima) mi catapultai in cucina, aprii il tinello delle “meraviglie”, e afferrai un barattolo da 400g di Nutella, “leccandomelo” tutto fra una cucchiaiata e una sigaretta inalata di tabacco mescolato alla crema gianduia di questa ricetta godibilissima di cacao e nocciole sciolte come le calze di Kim Basinger nel suo spogliarello più “cocco(loso)” di birbante, abbaiante “cagnolino” alla Joe Cocker…

Il pancino si rimpinguò ma l’esistenzial vuoto no…
Quindi, riaccesi il PC, scartapellando su “YouTube” alla ricerca d’altre delizie per il mio “palato” ancor non riempito. Accarezzai una (movie)clip gustosa d’un film che vidi, anzi “avvistai”, anni or sono, quando mi rintanavo nelle magiche “libagioni” della mia magione un po’ senza “ragione”. E capit(ombol)ai proprio su “Al Pacino”.
Tombola, Bingo!

Questa pellicola fu da me visionata la Notte prima dell’esame mondiale della clamorosa débâcle (non al Cibali, però) del grande, strepitoso, imparagonabile Luís Nazário de Lima, in Arte calcistica abbreviato in Ronaldo.

Che batosta, povero Ronny. Altro che Rocky. Vince lo “stronzo” Ricky…

Tu che portasti, su portamenti dribblanti e sfondanti, il Brasile alla Finale. Fosti sfondato, appunto, dall’arrogante Zinédine (Yazid) Zidane, che ti mise “zitto”.
T’infil(z)ò con due colpi di “palle” dalla sua testa “caprona”.
Festeggiando di Coppa per la Francia che si riversò sotto la Eiffel, tutta ubriaca di “capriole”.

Tardivamente, scoprimmo l’inghippo che ti paralizzò “monco”.
Stavi male, e quei medici irresponsabili ti sedarono per spezzarti le gambe. Quell’immagine di te che scendi la scaletta dell’aereo, tutto “storpiato”, s’è impressa nel peggior immaginario dei brutti ricordi “pasoliniani”. I tuoi ammiratori, scioccati, gridarono “Stronzi!”.

Perché ti(in)castrarono?
Perché temevano che il tuo “tiro” potesse esser troppo letale e disarmante per la combina. Gli scommettitori, ammanicati alla “Federazione”, avevan già “blat(t)er-ato” al fin che tu “atterasti” sciagurato e rovinato, schiantato da farmaci che immobilizzaron le tue serpentine iridate.

Torniamo a questo James Foley di “folli” poveri “Cristi”.

La Donna è mobile, e io sono il suo mobiliere
. Già, Totò ci sta.
Calza a pennello… proibito per questa storia di “pompe funebri” immobiliari.

In tempi di crisi, bisogna escogitare un metodo “integrativo” per attivare la “promozione” che sbatta i “polli” nei licenziamenti.
Sì, the hardest thing in life is sell. Amici veri. Amici generosi. Amici per la pelle. Degli altri. Questi gli “slogan” che “slogano”, appunto.

Vendersi e saper vender bene la propria merce, le proprie marche(tte), smarcare i “falliti”. 

Chi non starà, ecco, al passo con le vendite, finirà in mutande, assistito dalla “mutua” perché “ammutolito”. E se proverà a denunciare la carognata, sarà sporcato dai porci “sociali”.

E finirà a vivere (?) sotto i portici…

In una Chicago di cagoni, un’agenzia sull’orlo del collasso, per salvare la baracca, lancia una sfida che premierà chi non affonderà ma di barca galleggerà… ah-ah!

Un’agenzia nella merda, ove rimarra “in piedi” solo il più scaltro e “sveglio”. Questa la proposta (in)decente: al miglior venditore una Cadillac Eldorado, al secondo “piazzato” una collezione di coltelli, a tutti gli altri un calcio in culo, per “defenestrarli” in mezzo al lastrico e alle lastre di ghiaccio.

Fra questi mostri (non solo sacri), la spunterà il più “scafato”: Roma, come la capitale dell’imperialismo di “amatriciana”.

Roma, un Pacino mai così bello quanto bastardo di monologhi secchi come il rasoio. Forse, è per questo che l’Uomo di Sinistra, Moretti Nanni, lo reputa “basso?”.

Pacino possiede una tecnica straordinaria e anche, qui, una capigliatura da “tutti in riga”. A passo da gigante, illumina la scena così come spegne i suoi concorrenti. Meno preparati in merito “azionistico” ma ugualmente bravissimi di classe attoriale. Un cast magnifico, con un Jack Lemmon enorme, un Kevin Spacey già mentore di Al, “in sordina”, e un Jonathan Pryce che “fa la parte del tonto”.

Cene dei cretini…

Sceneggiatura coi contagiri del velenosissimo David Mamet, e Pacino, sempre Lui, candidato come “Non Protagonista (?)” sia ai Golden che agli Oscar.

Di cui citiamo la sua amarezza “vincente”:

sui treni tutti gli scompartimenti puzzano vagamente di merda; col tempo non la senti più. È molto duro doverlo confessare. Sa quanto c’ho messo per arrivarci? Un sacco di tempo. Quando morirà, rimpiangerà tutte le cose che ora non fa. Lei crede di essere frocio? Sa cosa le dico? Siamo tutti froci. Lei crede di essere un ladro? Chissenefrega. Se ha il problema di una moralità piccolo-borghese se ne liberi, via, la allontani. Fa le corna a sua moglie, e allora? Niente rimorsi. Si scopa le ragazzine? Segnerò che le piace. C’è una morale assoluta? Eh? Forse. E che cosa cambia? Se lei crede che c’è, allora la abbracci fino in fondo. I cattivi vanno all’inferno? Io non ci credo. Lei ci crede? Agisca da credente. L’inferno è qui sulla Terra? Sì. E io non ci voglio stare. Questo penso.

Film tornato di moda, visto che, in questi giorni, proprio Al Pacino lo sta riportando in scena a Broadway, registrando un successo pazzesco.

 

 


(Stefano Falotico)

La vecchiaia malefica e la gioventù ancora più vetusta di locuste e “lacustri”


26 Oct

Diary di un Uomo anomalo, dunque innamorato, dunque ammal(i)ato

Temo che il Tempo vi stia “selezionando” molto darwinianamente, mentre v’impanta-na(rei, dunque criminosi pantaloncini) nella “cremosità”, e ciò mi turba, sempre mi turberà, m’ha sempre reso turbolento e irrefrenabile. Io spingo, infatti, sull’acceleratore e son eroticamente denso di sex bomb.
Ah, prima spaccate i vetri, scorticate le anime e poi ambite ancor di più a lederle?. Bombardieri della realtà di “lavoro & figa” nelle città materialistiche ove vige l'”alto” plebiscito di tal “comandamento”, inneggiante ai rinoceronti con la cintura, “casti” come le notti in cui tutto “muta” e appunto “nuota”.
Io indosso il “lino” del mio cappello e scorazzo da “cappellaio”, perché “matto” è il mio prepuzio nei vostri ozi da zie scoreggione e tardonissime.
La zia (pro)tese alla vita già (s)tesa (ammanicata. mai nata e però maiala ammainatissima) un pater che la redarguì e la recintò nella sua cintola. Di mattina, egli s’accingeva ai servizi “socialmente (in)utili”, leccando culi e immerdandosi d’occhiolini (cassa)integrati nella collega di buone lene per la “leva” da “iena”. Sì, un militare di “palla”, balistico “sputo” nazionale, ch’educò i figli all’irruenza scalpitante e sportiva di “sportine”, dunque appunto “scappellante e “irretita” nel “metterlo” nel sacco ai peli più puri. Con “durezza”.
Un “gene” di tal “levatura” presto si sfamò e bruciato si rammollì, ammollando nei suoi “fuochi”, già fatui dunque “faustiani”, l’acquolinella in bocca di quando gemeva d’amore e ora “tromba” sol di fetori, di fedi al dito piccante che s'”inframezza” negli anfratti (costui è un ratto, un “rettile”) delle fraudolente, a cui di “libera uscita” concede il suo “credo” quando si congeda, invisibilissimo ma viscidone, nel suo “volpon” invincibile,  (non) “inculabile”

Gentaglia con le loro brodaglie, coi loro bavagli, ch’avallano tesi storpie per stropicciare il prossimo ed espellerlo, spellandolo per soddisfare poi il lor “dorato” lembo delle lenzuola e l’ottuso “logo” di chi non vuol sentire.
Ché chi si ribella vien, già, impallinato.

Figli di medici che “medicano” il “trangolo isoscele”, lì in mezzo alle cosce del geria(an)atra-c-c-ola, che bella “coc(c)a”. Sì, “la” mendicano e poi si lamentano, se “lo” menano e poi picchiano chi trasgredisce di “fantasia”. Accusandolo d’esser un tossico. Son loro che invece han la tosse, per colpa della droga. Delle “doghe” contro chi deflagra come le “dighe”.
Gli dan dello sfigato e intanto si strafogano.

Acquistano libri scandalistici, ove un’invasata “eiacula” la sua senilità più livida e laida, “raccontandocela” di studentesse in calore “aggrappate”, di grappe e in groppa, con il figlio appunto del dottore che l’ha “spuntata”, nelle trapunte del metter a se(g)no altri “punitivi punti”.

Sì, facciamo il punto della situazione.
I ragionieri sragionano quando calcolano male la “curva” del cartello pubblicitario che “porge” d'”esposizione” una formosa per mille posizioni…, e “tamponano” per la distrazion dell’attimo “fatale” di femmina “fatata”. Suina e tortuosa di strade che ma(n)i imboccheranno per non sgualcire la “patente” loro assegnata dal “(ris)petto” della pagnotta guadagnata, ma che sb(r)occheranno d’un “Porco Dio!”, in culo al Mondo, quando la sua “bocca” invoglia “quel” che si coglie “maturo” nelle mele stagionate che vanno e “vengono“.

Donnette-mezze calzette che incalzano di pregiudizio, “istruendo” i loro scolari a “scrollarlo-ingollarla” in ripetizioni da futuri p(r)eti!
E mariti di “maritozzo”, tosti come uno che s’è laureato sul buddhismo con una “tesi” su come “tira” a un monaco tibetano.

Ecco, io sono uno che ti spacca la faccia. E non intende riparare al “danno”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Gran Torino (2008)
  2. Gangs of New York (2002)
  3. Rocky (1976)

“Imagine” Al(l) Pacino


26 Oct

Imagine there’s no countries

It isn’t hard to do

Nothing to kill or die for

And no religion too

Imagine all the people living life in peace

 

Immagina, puoi… dice George Clooney. Be’, potrà lui, il riccone.

Per la gente comune, la vita è molto più duretta, sa signor Georgino?

 

Lei, anziché far il “belloccio” e cattivo Tempo, dovrebbe invece prender lezioni di recitazione dal Maestro Pacino Al, uno che non si perde dietro (paravento?) inutili chiacchiere da “regista impegnato” e attore “dotato” di strafighe.

La prenderemmo più seriamente nei suoi sponsor.

 

Anzi, “signore” mio, annoti, sul taccuino delle sue donne coi tacchi, il nuovo progetto “di” Al.

 

Si chiama proprio Imagine, trae leggerissimamente spunto da una delle canzoni più celebri di John Lennon. Vero?

 

Sarà diretto da Dan Fogelman, lo sceneggiatore di Crazy, Stupid, Love.

Narrerà la strana storia di un vecchio, ex musicista, Danny Collins (Pacino, appunto), che riceve una postuma lettera “affascinante”, scritta dal “pugno” di Lennon in persona e dalla sua ancora viva compagna, Yoko Ono.

 

La vita di Danny è pensionata da un pezzo e non se la sta passando affatto benino.

Ma quest'”epistola” scatenerà le voglie “paterne” smarrite, inducendolo a reincontrare suo figlio, con cui non scorre più buon sangue, forse non è mai esistito o mai l’ha “sentito”.

 

Il figlio avrà le fattezze di Jeremy Renner, e nel cast ci sarà anche la divina Julianne Moore.

 

(Stefano Falotico)

Il “reboot” di Schwarzy proprio con Arnold: l’ossessiva, opprimente, indementita, imbarbarita, odierna, “diurna”, da urne, amena società di “oggi”, dunque primitiva


26 Oct

Vedremo anche Conan coi “muscoli” deperiti, “decadenti”, “detonanti” di Arnold Schwarzenegger a sessant’anni, ed è tutto vero

Notizia “scandita” di ieri, che lascia esterrefatti. Leggo “sconvolto”, impressionato dalla sesquipedale idiozia che la Universal Pictures sta partorendo. Infatti, secondo l’attendibile “Deadline”, sempre aggiornato in merito a ultime ore dei work in progress di ciò che, cinematografico, sta bollendo in pentola,  il nostro ex Governatore della California, adesso “nuovo come bilanciere l’ha fatto”, si sta ributtando a capofitto nella “Settima Arte”, dopo essersi appunto rinnovato di portentoso culturismo palestrato “senile” da chi non ci sta dentro le “rughe” del “cazzo duro-rinsecchito”.

Ecco, che vi piaccia o meno, Conan è uno dei miei film preferiti in assoluto, come tutto John Milius d’altronde. Un “pazzo” geniale che “inventò” una fantomatica terza guerra mondiale nell’Alba rossa dello Swayze più simpatico assieme a Point Break. Sì, Patrick, pace all’anima sua, è sempre stato più che altro un “bono” da Panarea, eh sì, le ragazzine voleva impan(n)arlo nel dirty dancing, anche quando “(at)torniò” Demi Moore d'”argilla” e poi morì ghost nelle fantasie erotiche della casalinga che pese dalle sue labbrona (già, “lo” soppesava quello dello Swayze, uno da trenta centimetri, “enorme” che andava sul “velluto” con poca leggerezza, “infilato” nello “sfilatone” abatantuonesco per i “tuoni” orgasmici del gentil sesso che si toccava immaginando, e m-ugolando, il suo “coso” prelibato nelle “illibate” notti solitarie delle loro “biancherie”).

Tornando a Milius, fu il creatore e il regista della saga Interceptor del Mad Max, uno dei migliori Mel Gibson prima del suo alcolismo poco anonimo, che l’ha costretto sul “lastrico”, causa denuncia miliardaria della moglie picchiata nella violenza domestica “artistica”, e si è ridotto ad accettare parti “defilate”, proprio da “pilates“. Anzi, dopo aver fatto il Ponzio Pilato, adesso è un attore-“Cristo” nella sua Passion più reale e amara come i “luoghi mistici” di Matera, capoluogo lucano di “gioie” davvero “macigne“. Arcigne, diciamo…

Tom Hardy ha ereditato la “parte”, speriamo non la (s)figa. Nel quarto capitolo, lo vedremo affiancato a Charlize Theron. Mi piacerebbe una (s)Cena “apostolica”, ma poco cattolica, di “tatto” nei fianchi di Charlize, sudafricana bionda che te “lo” suda. Hard-y è nomen “omen“. “Uno” così garantisce la “visione”. Incassi assicurati nel culo della Theron che non usa la “sicura”. Già, è “sicuro” che sarà un “siluro” di grilletto Magnum uscendo, ed entrando, dalle fedi e dalle federe.
Eh già, è un “fuorilegge”, un outlaw, mi(n)c(hi)a un federale. Eh?
Ah-ah.

Siamo partiti da Scwarzy, “prendedola larga”, “annacquandola” di Charlize…

Un panegirico sapor “romantico” del girino spermatozo(t)ico più “colto”, dunque coito-“cotto e mangiato“. Ah, che Parodi-a, che rider di brividini nel buchino, nel “budino” da “burini”, con del burro e salvia, nella “selva”.
Per approdare, dopo questi “abbordaggi”, in una breve analisi della “contemporaneità”.

Mio padre, ragioniere, trovò lavoro in G.D. dopo solo un anno di “curriculum“. Non faticò molto a “campare”.

I giovani del 2012, salvo profezia dei Maya che “risolverà” il problema apocalypticamente, sono davvero nella merda.

Si dannano, spediscono ogni loro risorsa, riciclano ma rimangono col triciclo, mentre Tarantino Quentin “copia” Sergio Leone e si spaccia per  “So’ (ermegliooo de’ te.

Quindi, secondo molti scrivo da Dio, ma molti mi schivano perché, senza basi economiche “forti”, un po’ fai “schifo”.
S’innestano pericolosi circoli viziosi.

Un Uomo guarda il peggior Cinema di Woody Allen e ride da “matto”. Qui, per il sottoscritto, la “trama” si sta facendo zelig, molto ingarbugliata. Per quanto possa apprezzare i discorsi intelligentoni di quei ricchi e depressi annoiati di Manhattan, adesso in “forma-to cartolina” a spasso per l’Europa, subentrano necessità via vi(t)a un po’ più realistiche.

Decisamente più obiettive per salvarsi senza troppi “brillanti” cazzeggi.

Morale della “favola?”.

Non ci son “cazzi” che tengano.
La mia prima ragazza “constatò-tastò” che “lo” avevo “parimetrico” a Rocco Siffredi.
Ecco, c’è una differenza fra me e questo “rock“.

Sono Al Pacino, non “svendo” il mio “talento” nelle boogie nights, e sempre maggiormente un Clint Eastwood. Cioè, credo nelle guide appunto morali e oneste.

E, per quanto possa “sfornare” romanzi a iosa di “rosette”, qui si mangerà solo veleno, altro che “pane”.
E non fornicherò neppure Rossella.

La mia (r)esistenza sarà un formicaio da sbavato “rossetto”, un po’ orsetto, molto “via col vento“.

Perché appunto, volente o nolente, ci sarà da farsi il culo dolentissimo, previo essere “violentati” dalle regole castranti della società.

Un ragionamento che non fa una (messa-predica in..) “piega”.
Dei “pantaloni…”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Conan il distruttore (1983)
  2. The Addiction (1995)
  3. Midnight in Paris (2011)
  4. La rosa purpurea del Cairo (1985)
  5. Ombre e nebbia (1992)
  6. The Last Stand (2013)
  7. The Tomb (2013)
    “Finendo” su questo film, ho detto tutto…

“Apocalypse Now” – Recensione


25 Oct

Apocalypse Now

Agli albori “boreali” delle isole perdute

 

Epoca avveniristica, di stramberie folli, ove un “manipolo” di uomini, non assoldati al Sistema, si riuniva e imbastiva “schegge” violente all’anima, nel “nubifragio” irto e inerpicatissimo di lor “meteora” rifrangente delle rabbie, nel grido arso di pelle loro “squamata”, squali verecondi nella pulsione avanguardistica di chi non combatteva in trincea. Semmai sdraiato a letto, già “sradicato” dentro, un Coppola di titanica ambizione, che scoccò famelico in piedi, azzannando il pacato crepuscolo d’anni 70 addolorati dagli sfregi “irrimarginabili” della guerra in Vietnam.

Un anno dopo Il cacciatore, un Cimino universale che, greve e cinereissimo, incendiante e “ossidrico” d’ossidati cuori bruciati, “sdilinquì” laconico nella magniloquenza emozionale d’un capolavoro innervato e spezzato nelle già fragili ossa di romantici sognatori uomini estirpati proprio dall’insanabile stirpe delle belligeranze “ludiche” di un’America scellerata che diede fuoco alla vena lucente delle loro temerarie, limpide e immacolate coscienze. Purezza estinta nella brace dei carnefici a spegnerli e dissanguarli, spellarli e indelebilmente graffiarli nell’amore (in)tagliato del macello armato a cuori per sempre infranti.

La versione della “sporcizia”, secondo un maestoso Coppola, a dilaniar se stesso e noi negli incubi allucinanti, avvinghianti dell’anfratto mostruoso, “a occhi aperti”, a sventrar il ventre della Notte, spruzzandola d’una orrida avventura lisergica e insuperbita nella “benzina” drogata, visceralmente agghiacciante, da brividi a pelle, Francis-“Storaro-saturo” immerso nei neri splendori d’una giungla “incontaminata”, a passo “tenero” e tenebroso fra le min(ier)e del lungimirante, allarmante Conrad grandioso d’esoterico ammonirci, con “irriguardosa” profezia, dalle imminenti, millenaristiche rivelazioni. Dell’animal “uomo” raschiato nei suoi floridi teschi alle incandescenze, ladro del tesoro alla Bellezza e alla primordiale, innocente Natura, incenerita di polvere da sparo, dalle esplosioni irredente e radenti dei pagani sacrifizi carnali, immolato all’inarrestabilità spaventosa della folle onnipotenza. Aberrazione da vasi di Pandora “sparpagliati” di detonazione da Pianeta delle scimmie.
Sulla “riva” dell’orrore già end della distruzione “atomica”.

Sì, proprio il nichilismo disilluso del Mito, dell’immane Jim Morrison a “inaugurare” il massacro.

Un piano sequenza lento come lo scalpitio del terrore che c’infiammerà chirurgico, virale nei bagliori di scure nostre iridi fulminate e turbate a librar fetali e letali, micidiali e assassine sul lavico, battesimale “ralenti” dinamitardo del viaggio.
Quindi, le pale afose d’un ventilatore “abbrustolito” nella panoramica ossessiva, ritmicamente distrutt(iv)a d’un Martin Sheen ubriaco, attorcigliato di “liane” veggenti, spasmo ferale dei veleni. Iniettato dalle tenaglie. “Unghie” a roderlo, a spolparlo.
Una semplice “mission”, rintracciare un disertore eremita. Che vive forse ai confini dell’immaginazione.
Un metafisico abisso “interminabile” nelle “virilità” già morse, già morte. Fantasmi e apparizioni cristologiche, il dado tratto della Bestia.

Marlon Brando giganteggia lassù,  non dominabile, oltre il surf, oltre il fiume…
La divina “resurrezione” delle voragini.

(Stefano Falotico)

 

 

 

“Red Lights” del Cortés, pericolo “sola”, ci sarà almeno, oltre al “lievitamento”, un po’ di scosciamento? Eh sì, “luci rosse” per te ho “trombato stasera, come cantava Ranieri Massimo


25 Oct
Ho comprato stasera e il tuo cuore lo sa cosa voglio da te

Classico ritornello “instant classic“, di doppio sen(s)o allusivissimo.
La “cosa“, cosa vuole? Quella di John Carpenter?

Ranieri perse l’amore e gridò contro il Cielo.
Spaccando tutto di voce partenopea con ottima dizione da teatrante “Pulcinella“.
Dopo Massimo, l’omonima Luisa, una che vale solo la copertina di “Capital” del suo esordio “accavallante”.

Ecco, sempre il problema delle gambone, dell’esser “in gamba”, degli sgambetti, di quelli che fan gli sgarri e gli sgherri, come Sgarbi, anche se “portan” la riga. Vittorio no, s’aggiusta il ciuffo che s’ammoscia “allineata” alle sue “trivialità” eleganti da infuriato che urla “capre e zucche vuote” a tutti, con Gabriel Garko che, intanto, gli mostra le sue donne “impettite” mentre l’altro, Bruno Vespa, appoggia un’altra malefatta del premier “in pectore” e “in pene”.

A quanto ammonta il danno? Non hanno sempre pagato... Ah, avevan ragione i fratelli Caponi, “che sono loro”, contro Mezzacapa. Di trattore, gli distrussero il muro di cinta, ma non volevan riparare, tanto che Totò esasperato, “strozzato” dalla pretesa di giusto e lauto risarcimento, rigirò la “frittata”: che colpa abbiamo noi se… non ha retto all’urto?

Dopo Buried, Rodrigo è al banco di prova con quest’opera controversa che ha spappolato la Critica statunitense a metà. Chi l’ha reputato un’immonda ciofe(de)ca(bile) e chi, invece, in brodo di giuggiole, l’ha incensata di lode. Addivenendo alle origini misteriche d’un finale strampalato e, perlomeno, non strappalacrime?

Ma a noi interessa solo “questa”. La veneranda Sigourney resterà in mutande come in Alien?.
Che tipo di “fantasy” bislacco è mai questo? Almeno “lecca?”.
Dico, De Niro, dopo essersi isolato a mo’ di Salinger, si risveglia e tornerà “alla carica?”. Tradotto: prenderà la Weaver per “le corna” e le “appiopperà” la sua pepata magia?

Cillian Muphy, il puro, crede nel valore della Scienza e risolverà gli arcani di quest’obiettivo “anale” di Robert.

Ora, potrebbe essere un capolavoro o una “diceria?”.
In parole povere, senza Dio e senza credulonerie, un’emerita stronzatona senza la patonzona?

Chissà.
Dai Robert, urla più “virilmente”: mi stai sfidando, metti in dubbio i miei “poteri?”.

Ai tempi d'”oro”, avrei visto bene il Bob accoppiato con Sigourney, il suo neo nella “classe” della stangona.
Non è “acqua”, ma rosso.

Fidatevi, il Bon sa “mac(i)ul(l)ar” nel torbido e nell’esoterico a fosche tinte, è tremendo d’eretto.

Le sue nere, compresa l’attuale Grace Hightower, “lo” sa…

Se invece volete un delirio immenso, riguardate il capolavoro del Coppola. Perché c’è un unico “veggente” ch’è tornato stupefacente, ribaltando tutte le regole della psichiatria, oltre il (para)normale.

Apocalypse… NOW!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Red Lights (2012)
  2. Apocalypse Now (1979)
  3. Alien (1979)
  4. Totò, Peppino e… la malafemmina (1956)
  5. La cosa (1982)


“Red Lights”, nuovo spot


25 Oct


Mi stai sfidando? Metti in dubbio i miei poteri?
No, ci vengon due dubbi. Non è che sia una plateale stronzata?

Genius-Pop

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