Archive for December, 2012

Oggi, o ieri, è morta Rita Levi Montalcini


31 Dec

Domani finirà l’anno, mi diedero del finito ma mi son affinato: la vita, back to the future, è un destino-delfino

Nonostante la stima alla sua scienza e alla sua senescenza, le preferisco Montalbano e Al Pacino: i migliori film del 2012, aspettando il 2013

Inizierei con l’infilzarmi. Basta rimpinzarsi. Poi scoppi e scopi male, perché lì in mezzo si rimpicciolisce d’adipe. Ah, il bolso che poi usa il “polsino” per “far da sé”. Chi fa da solo fa per tre?
No, meglio io e te. “Tieni qua, prendilo!”.

Sono trascorsi parecchi e-venti ma rimango immutabile. Non sono cambiato, infatti ho riguadagnato in capelli senza lozioni “accrescitive” e m’è cresciuto di nuovo inversamente proporzionale al mio conto in banca un po’ “in barca”.

Voglio narrarvi di tali trasformazioni, sono l’unico Uomo che fu tutti i premi Oscar di Million Dollar Baby. Eastwood, Freeman e la Swank. Altro che svastiche e “vacca”, qui vengo picchiato e devo combattere. Quali “chiavi!”. Quale avo. Qui sta colando a picco… la nave! Ah, abbattersi mi porterebbe solo a batter sui viali. No, non voglio affogare, per piacer resuscitatemi. No, in apnea sto in pena, voglio l’albero “di mezzana” del pene non “mozzo”.
Inseguirò un ideale ma m’inseguirà la “stradale” e lo venderò nelle “bieche” stradine.
Eroe populista spacc(i)ato da “equilibrista” del “cubismo” al mio culo.
Bisogna “indaffararsi”, qui voglion farmelo. Basta, fannulloni. Non sono uno da pannoloni.
E tu, pannolina nel sen(s)o di “montatina” un po’ mondina del “latte”, non avrai il pane se vorrai solo “infornarmi”. Il “lievito” mio s’evirerà finanche sui tuoi fianchi, ma virerò in un “microonde” per patate senza il tuo contorno di rosolarlo.

Sì, da calciatore “pensionato” che appese le scarpe al chiodo (infatti, indossavo un giubbotto di pelle su naso “borchiato” d’occhio “attaccapanni”), allenai ragazzi depressi per risollevarli.
Ne “pescai” una ma mi scalciò, reputandomi troppo “esperto in materia balistica”.
Sì, quante balle. Di fieno e “di fino”. Corremmo lungo il praterello fiorito dei sogni, ma mi praticò l’eutanasia perché caddi a pezzi, tranciato dal suo calcio, appunto, ove ogni uomo, anche il più “provetto”, colto in flagrante, sgrana gli occhi dopo tal “amputazione” con annesso urlo “frantumante” e traumatologico per riattaccare i testicoli d’un dolore schietto come il testacoda delle mie “anaconde” così “condite”.

Poi, imparai la saggezza che s’avvicina alle femmine con moderata “torta di mele”, da nero “dolce” alla Morgan. E, nella tavola “calda”, Lei adocchiò di cioccolata bollente.

Ma quest’avventura non mi letiziò. Anzi, peggiorai di depressione, e pulii il pavimento dopo quell’amplesso che m’atterrì. Così, dovetti ripartir dalle più terragne ragnatele del mio appartamento steso e messo “al tappeto”.
Rispolverai… l’antica grinta da proletario “castrato”, e m’effeminai, non solo in Hilary, ma pure in Jay Baruchel. Ecco, credo che a un Uomo, la peggiore offesa, con cui ferirgli l’uccell’, sia proprio paragonarlo a questo… Uno che saltella sognante e poco “favellerà” di “trivella”.

Comunque, a parte le puttan(at)e, ieri ho rivisto l’Oscar consegnato a Sean Penn in occasione della sua interpretazione in Mystic River. Dalla platea, s’alza Benicio Del Toro ma la sua ex moglie, Robin Wright, niente affatto. Perché?
Perché Tim Robbins sa che tradì il suo miglior amico, regalandogli solo una Susan Sarandon.

Come no? Tutto ciò è verissimo. Ed è per questo che l’ammazza. Gli rifilò la suora in Dead Man Walking. Questo film, di Tim, è falso come l’Italia.
Invero, Sean è uno schifoso che confessa la sua redenzione solo per le facili commozioni d’una come la Montalcini. E l’Academy ci cascò.

Comunque, a prescindere… ecco i migliori film del 2012, solo un terzetto.

Sì, non ci son capri espiatori, solo espiazione per DiCaprio. La deve smettere d’andar a donne.
Altrimenti, diverrà una donnola nelle capriole.

E, su questa stronzata, vi lascio a questi.
Obiettate finché vi pare, a me va(nno) e piace.

Sì, sono il commissario e voi, che celebrate la messa, sarete “emessi” dal deretan’ “emissario” del fissarvi nel buco.

Sì, per molto Tempo, Dio mio che orrore erroneo, m’affiliai a una famiglia di borghesacci, capeggiata da una madre frigidella matriarca del suo “archetto” di “trionfo”, diciamo una trota.
Quello che mi fa ridere è che, nonostante le abbiano escogitate tutte affinché diventassi barbone come Serpico, scoprii la loro corruzione. Mi ricattarono con frasi del tipo “Conosci solo noi e, se non t’attieni alle nostre illegalità a base d’umiliazioni e pestaggi, ti calpesteremo anche dignità, sbattendoti in manicomio quando reagirai”.

Sì, sfiorammo davvero gli ospedali psichiatrici giudiziari perché misi a soqquadro la loro casetta degli i-gnomi-niosi che mi sputaron tanti nomi.

Ora, denunciassero ancora e li friggeremo nel duro a morirli.
Scopro che, ah, teste toste, tanto munite di lauree semiotiche quanto più scemoniti d’aureo arricchimento di panza, hanno allestito perfino l’autoritratto delle loro colpe.
Infatti, stan portando nel teatrello dei piccoli “grandi”, “La purga di Bebé”.

Mah, secondo me quella donnaccia deve prendere solo “Il porco del papà”, emerito babb(i)one da bruciar proprio a Bologna come il vecchion’, genitore di due babbei.

Sì, sarò passibile per questo mio “babà?”.
No, vanno liquidati di codesto “liquore”.

Sì, sono come tutta la discendenza falotica.
Mio nonno, contadino, non scontò mai un Giorno infelice perché “scottava” i polli.
Mio padre, pur lavorando di calcolatrice, è uno che punisce le meretrici di calcoli renali, senza sconti di cassa(panca). E camperà più degli intellettuali, gentucola invero, loro sì, campagnoli.
Ah, le campane. Meglio la capanna e la mia caparra. Capra ma non aspra.

Tornando alla Montalcini…, studiò il cervello per salvare le cellule.
Ecco cosa riporta “Il Messaggero”: Nata a Torino il 22 aprile 1909, fin da bambina diceva di «non essere interessata dagli uomini né a un futuro di buona moglie o di buona madre».

Sì, studiò le cellule ma, essendo un cesso, rifiutò gli uccelli.

Sono irriverente? No, sono uno che sa quanto la “scienza” neuronale può scambiare un genio per malato di mente. Via dalle palle neonati! Evviva il rinato!

Evviva Al Pacino.

E tu, sarai fottuta a sangue!

Hugo Cabret
A Lei non piacque? Lei di Cinema non merita nulla!

 Safe House
Denzel ha un potere magnetico. Questo lo so, essendo stato suo amante virtuale in tempi in cui “omosessualizzai” la mia sessualità incerta se candidarmi a Washington o essere casa di “bianco”.

Red Lights
Ma che volete sottovalutare e ironizzare?
Questo è meglio del cinemino…
Vero, masturbatori nelle “rosse?”.

Perché concentrarsi su capolavori già epocali, storici e annunciati come il nuovo dittico di Malick?
Vi proporrò sette pellicole che potrebbero sorprendere. Naturalmente, ammicco eternamente a Bob De Niro perché, secondo me, solo chi s’infilava siringhe adolescenziali da drogato di sesso perverso durante le sue scolaresche, liceali e sferiche ottusità “classiche”, rinunciò al suo ne(r)o.
Gli idioti meritano il cinema con la c minuscola, come le loro teste di rapa, d’asfaltare senza mezzi termine, anzi, sterminandole.

Sparatevi ‘sto video e non scassate!

 

  1. Only God Forgives (2012)
    Clandestini, un cane rabbioso, Gosling con la solita faccia d’apparente minorato. Attenti, all’erta. Allarme “marziale”. Questo è uno come me. Se gli giran male, ti sfodera una raffica di calci ottovolanti, ficcando poi Eva Mendes nel suo embolo di minigonna su esotico “botto” dopo tante botte!
  2. Malavita (2013)
    Ci voleva Besson Luc per rigenerare il De Niro più amabile di mafioso esistenzialista?
    Mettici una Pfeiffer che è sempre “da vedere” e la titanica roccia vivente di Tommy Lee Jones… il filmone è servito di bang!
  3. Die Hard – Un buon giorno per morire (2013)
    Ora, il primo Trappola di cristallo è un supercult ancora cool. L’Uomo “normale”, defilato, dimesso, frustrato, sbrindellato di canottiera proletaria nel poliziotto perché semianalfabeta che non poteva trovar di meglio se non assoldarsi per sbarcar il lunario. Willis è figo, la moglie nel film pare una vecchia culona, il cattivo è uno stronzo cosmico, l’Alan Rickman più bastard di Christoph Waltz. ‘Sto qui però non ha fatto i conti con un pezzo di merda più figlio di puttana dei suoi giochetti. Ed ecco il conflitto, a fuoco combustibile che monta, e terrorizzerà proprio il terrorista
    Gatto col topo. Peccato che Bruce sia un lupo.Col secondo, i 58 minuti per morire, già perdiamo qualche colpo. Anche se guadagniamo ancor di più in claustrofobia. Mamma mia, siam passati dal grattacielo con uno simile a Steve McQueen all’aeroporto “congelato” di blackout. Ma Bruce, anche al buio, ha occhio e sette vite. E appunto sgattaiola fra la neve, incendiando il villain con tanto di Franco Nero “mortificato”.
  4. Mad Max: Fury Road (2013)
    Sono uguale a Tom Hardy. Come no? In casa mia, da anni ho allestito una palestra e sollevo i pesi, soppesando chi vorrebbe sospendermi e invece l’appendo.Se mi fai incazzare, ti stiro di macchina e ti sventolo, raschiandoti al suolo.
    Ora, chiarisciti chi sono. E fuori dalla macchina, altrimenti ti sbatto io di portiera senza portiere che ti parerà il culo.
  5. Gangster Squad (2013)
    Eh, qui si va di grandi. Nick Nolte, Sean Penn, ancora Ryan, Josh Brolin, altro volto che t’incula, mentre nel privato si fotte Diane Lane che “glielo” allena. Rallentando un po’ il troppo maschio ch’è.
    Se poi aggiugiamo Stone Emma, la figa(ta) è assicurata.
  6. Les Misérables (2012)
    Hugh Jackman è anche miserabile?
    Questa mi giunge nuova. Trasformista per eccellenza. Passa dalla serata degli Oscar da ballerino al Wolverinesenza i cazzi per la testa dei damerini, dal camerino al caminetto senza riscaldamento.
    Verrà perseguitato dal Russell Crowe più merdoso e “scassapalle”.
    Uno vuole redimersi ma l’altro non ci sta. Che Hugh Jackman afferri i bicipiti di Russell e gliele suoni.
    Senza legge che tenga. Questo Russell va imprigionato. Sconfina d’atroci ingiustizie.
    Va bene incastrare una volta, anche la seconda. Alla terza, Jackman ti spacca la faccia.
  7. Hitchcock (2012)
    Questo film fa cagare. Non l’ho visto ma Hopkins è troppo truccato.
    Va bene Nixon, va bene Picasso, ma non mi (ri)tocchi Hitchcock.
    Comunque, se Helen Mirren è una bacucca, la Johansson e la Biel varranno la finestra sul cortile.Quindi, di guardone crescerà di binocolo un po’ Pinocchio allungato. Sognando Grace Kelly a fianco che carezzi l’arnese…

Auguri per un Santo Silvestro, a domani per il video di mio faccione


30 Dec

Fratelli della congrega, qui riuniti in ameno raccoglimento, eccomi presente nuovamente e “riammodernato” in carne e ossa. Pelle di frassino su lentiggini rosse col ciuffo sbarazzino dell’Uomo che ruba il tuo mazzolin di rose

A molte donne, codesto esemplare di maschio affascina, ne vengon… turbate nonostante i loro conturbanti, iniziali rifiuti. Sì, mi fiutano e poi me ne fiocco, come la neve disciolta su venti cioccolateschi di un’atmosfera languida.

Dopo il Buon Natale, voglio dunque augurarvi Buon Anno. Ché sia clemente di “clementine” e non arancia meccanica di sorrisi finti, finemente “a mandorla”, fieri eppur amari da chi è già spremuto come un pompelmo senza le “mandarine”.

A voi, posso dire che quest’anno l’ho trascorso incappucciato nella mia interzona, sempre erogena d’erosione e rotta dentro seppur sia ancor “desto” d’erezioni…

Non mi sono aggiornato molto riguardo a-i fatti accaduti di quest’Italia ormai (de)caduta, accendo poco il telecomando e quindi vedo-non vedo la Tv. Elettrodomestico che addomestica le coscienze, perlopiù “abitato” da donne scosciate. “Abilitate”, ah erano allibate…
Questi programmini di sgabelli, sgambetti e politici ebeti poco m’attizzano. Preferirò sempre un piatto di spaghetti conditi con l’aglio della Luna vampira. Sì, sono l’incarnazione di Dracula, mai morirò poiché più di Dio “durerò”.
La mia testa è tosta e, dopo queste forchettate, m’aspetta un toast. Da sgranocchiare nelle vostre briciole.
Cari nemici, vi mostro, essendo voi mostri, la mia mic(c)ia. Io m’inimicherò anche il miglior amico perché, dopo averlo sodomizzato, egli non vuol ammicar’.
Dunque, va affumicato.

Per l’ultimo Giorno di questo 2012, prevedo di fare il botto. Sì, sbotterò, sbottonando i puttanieri e rimproverando i carabinieri.

Stapperò un brindisi color acqua di quarzo e, con la febbre a 40, mi lancerò giù dal balcone con salto carpiato a novanta gradi nel balzar in gola a una da inculare.
Mi sbatteran in galera ma, prima, avrò assaggiato il piacer “galeotto”.

Sì, “galleggiare” in Lei è da galli.

Io ho le ali e volo. Tu no, e hai un colorito pallido tendente al viola.

Sono l’Uomo arcobaleno che ti frega poiché, quando pensi d’acchiapparmelo, spunto come una piovra e t’accalappio, in quanto in un baleno son ballerino come Moby Dick, bianca balena che t’inabissa, pretendendo il bis d’oceanica grandezza.

Buon Anno, io vi benedico.
Voi siete il Male.

Odo lo squittio del fuoco delle femmine che inceneriste per volgare “allattarle” a virilità mansuete di corna fratricide, matricidi e incesti, ragazzini che incespicano (Aida Yéspica!) per colpa di genitori “fenomenali” a evirar le loro sessualità sul nascere, puberali evirati perciò da ogni intima voglia del capriccio ch’è savio amor alla vita, alle donne che saranno, quando sfodereranno tutto il loro calore (seder?), infrangendo i tabù omertosi coi loro tanga attillati, lì ad attingere nei vostri sogni “proibiti” che nascondete dietro facce “appesantite” da un trucco stantio di “cravatta sobria” con l’odore del torrido da seppellire, dunque spolpare, nella terra ove covate i fantasmi dei vostri corpi lussuriosi, e tale è giustezza, quanto così ipocriti, ipocriti (!) a lubrificarvi solo dietro uno schermo al plasma su cui plasmerete orgasmi di “cartapesta” e sangue avvilito nelle plastiche “chirurgiche” a visi(ni) tanto a modo. Lo so, dentro di voi sussurra la vocina del “Mia ficona voglio montarti di panna levigata nell’addome mio indomabile”, e invece porgete un sorriso affettuoso di cazzo bifronte nella doppia personalità “casalinga” dell’inguine vostro reciso di (rim)pianto sul divano impantanato.
Poi, pianterete altre bombe, e regalerete ai vostri figli una bomboniera “femminuccia” per pedagogie al “curativo” già modellarlo a immagine del plagiarlo nella statuina di cera.
Un Giorno, dietro cagione di tal “educazione”, si ribellerà e la sua pelle ribollirà.
Perché accerterà che poteva ma fu un “Non c’è”. E la sua cerniera, aperta di masturbazioni mentali appaiate a palle sempre dimezzate, mozzicherà un lascivo lasciar che tutto vada.
Dietro cerebrali “amicizie” ruffiane per arrivismi podistici e solipsismo crasso alla grassezza che farà dell’arroganza un simbolo di prestigio.
Anche le donne, ch’erano innocenti, pudiche nella loro moralità, accavalleranno per richiami carnali del “cavallo” e, specchiandosi nell’invecchiamento genetico inevitabile, si rammaricheranno per aver perso il “pezzo forte”. Così, d’invidie reciproche, si mischieranno anch’esse al porcile, mentre io, Ulisse, sconfiggerò i proci perché nessuno mi può dar del lercio.
Anche se, roco, amo la mia rocca e le mie rocce durissime in mezzo a voi che vi lamentate di goccia come il cipresso mortifero a santificar la vostra disillusione, crocifiggendovi alla condizione disumana della prostituzione di massa e delle suzioni al seno solo rifatto, dunque silicone del vostro vuoto pneumatico, a base di reumatismi, ematomi e mancanza d’empatia.

Buon “ano”.

Io, invece, a San Silvestro sarò Stallone Sylvester con la canarina Titti. Una che, a tette, sta messa senza messe, ma tettonica del tuo “muscolo” oliato nel vostro “rimetterci”.
Perché io lo emetto e Lei ama coloro che non sono ometti ma “matti” di mio matador su sua arena dorata di mito, come me, epico e poeta senza pie zie, senza tristi pini, senza pinne ma “appianando” negli altopiani delle sue colline fisiche, ove germoglio mentre voi bevete dalla fiasca, vi sciroppate una ch’è fiacca e neppur coi fianchi e, siamo franchi, le pagate il fisco però, non di patata, tanto “fischiettate”.
Ah, solo un ritornello da castrati “stornelli”.
E poi a lavar un altro fornello che vi sfiamma di backdraft assassino nei cui tinelli siete tontarelli e non come me, il “torello”.
Da cuocere alla piastra, senza piastre(lle) ma radiografia della figa.

La verità? Siete una società malata. Di sesso, di cazzi, di troioni.
E adesso m’avete spappolato i coglioni!

War!

All’origine d’un trauma, c’è sempre il teorema sbagliato del delirio di chi ne ha generato l’atavica “sparatoria”.

Tre esempi lampanti:

Memento

Mente che si spezza, si “disaccor(d)a”, s’attorciglia nel ritorno che mente a se stesso, si sbaglia ogni 15 minuti di “non celebrità”, celere a riprendersi e poi a fermarsi, incastrato dal suo cervello rotto di nuovo, come nuovo.

Shutter Island

Pazzia d’una moglie che assassina i figli di un onesto lavoratore.
E se ne propaga nella sua anima, distruggendogliela nell’isola del faro illuminato della Notte più nera e (im)perscrutabile.

The Irishman

Vocazione sentimentale, necessità di vita. Criminale per “induzione”, vizio che diventa omicidi.

Una mia peculiarità è il cambiamento che attuo, di metamorfosi nel corpo rimanendo identico nell’anima.
Molta gente ottusa volle combattermi, “credulona” che sarei mutato “crescendo”.
Errore madornale d’idiozia totale.
Perché più passa il Tempo e più mi rafforzo nella convinzione che il sistema sia matto alla radice e, da questo scempio originario, parte tutto il resto da arrestare.

Sì, viviamo di politicamente corretti e poi tutti scoreggiano al cinema. Professandosi moralmente giusti. Giusti di che? So io cos’è la giustizia.
Prendere quell’Oscar di Nicolas Cage e ficcarglielo nella coppola.
Con tanto di Via da le fighes.

Basta, la dovete smettere d’ascoltare musica che dà il voltastomaco di ribrezzo. Prima di tutto, non tingetevi i capelli se son brizzolati, poi verranno a spazzola.
Va da sé che finirete spazzini.

Quindi, ora raccattate la vostra immondizia e facciam le pulizie.

Fuori dal balcone, defenestrato, il detersivo di chi vuol la mia mente.
Da me, riceverà solo la sua faccia spalmata nelle incrostazioni del suo “sciacquone”.

Applauso!

Mi congedo con quest’ultima disamina agli animali.
An(n)i fa, incontrai una gattina mentecatta che, dopo aver letto il mio primo romanzo, voleva “aiutarmi” dietro concessione del mio corpo. Detta come va detta, voleva che la trombassi.
Perché mi considerava un puro appetibile.
Ora, di mio già il sesso comunemente in-teso mi fa (tu ti fai?) alquanto schifo, figurarsi s-figurarmelo con tali losche figurine, dette da me fighelle.
Quindi, dal sottoscritto, nonostante i miei scritti, ricevette papale papale-episcopale senza scoparmela, una pugnetta e anche un pugno in faccia.
Per tale gesto sconsiderato, non mi considerò più. Anzi, inveì d’offese orribili al telefono di tal razza, direi “tazza”: “Non posso stimare un poeta che non s’adatta”.
Risposta: “E io non posso accettarlo in una che a letto allatta tutti”.
Chiamò la sua “guardia”, ma anche lui era un venduto, e io appunto non sono il “primo venuto”.
Al che, arrivò l’ambulanza perché gli rubai l’anello del fidanzamento già fottuto. Fu soccorso ma ce l’aveva rosso quasi ingialllito. Con verdognola escrescenza ritirata.

Il resto è storia.
Se finirò barbone, meglio che con le barbose barboncine.

Su tale “tristezza” mi rallegro in quanto ergo sum. E non cum.

Comunque Lisa alliscia. E tua madre ama il topo della toppa traditrice.

Fra l’altro, la torta gelato del frigo non si sghiaccia e non posso spezzettarla.
Me la mangerò tutta.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mona Lisa (1986)
  2. Dolce… calda Lisa (1980)
  3. Gli angeli di Lisa (2008)
  4. Gatto nero gatto bianco (1998)

“Silver Linings Playbook”, Oscar per De Niro?


29 Dec

 

The 69-year-old is tipped by many to score an Oscar nomination — which would be his first in 21 years — for his “comeback” performance in the acclaimed dramedy.

 

I recently had the privilege of spending about 10 minutes one-on-one with the man I’ve always regarded as the greatest actor of his generation, and maybe of all-time: the legendary Robert De Niro.

The 69-year-old looks like a strong bet to score an Oscar nomination — which would be the seventh of his career, but his first in 21 years — for his funny and moving supporting performance as Bradley Cooper‘s father and Jacki Weaver‘s husband inDavid O. Russell‘s acclaimed dramedy Silver Linings Playbook. It’s a performance that many are hailing as a “comeback,” if only because it’s been a while since De Niro has demonstrated such nuance and emotion in a film seen and liked by so many.

He has, of course, given many of the most indelible screen performances of the last 40 years in unforgettable films such as Mean Streets (1973), The Godfather, Part II (1974), Taxi Driver (1976), The Deer Hunter (1978), Raging Bull (1980), The King of Comedy (1983)Once Upon a Time in America (1984), Brazil (1985), The Mission (1986), The Untouchables (1987), Midnight Run (1988), Awakenings (1990), GoodFellas (1990), Cape Fear (1991), A Bronx Tale (1993), Jackie Brown (1997), Casino (1995) and Wag the Dog(1997).

VIDEO: Russell, De Niro Reminisce About ‘Silver Linings’

In recent years, though, he has focused more on family comedies like Analyze This (1999), Meet the Parents (2000), and their respective sequels, as well as the Tribeca Film Festival, which he co-founded in 2002 to help revive his beloved city of New York after the attacks of Sept. 11, 2001.

During my time with De Niro — which was brief by most standards, but massive in the sense that he rarely grants interviews at all — I tried to ask him questions for which I was truly curious to hear his answer. Among the topics that we discussed: how he first developed an interest in acting; the similarities and differences in the teachings of his two legendary acting instructors, Stella Adler and Lee Strasberg; what he regards, in hindsight, as his “big break”; how important it is for an actor to observe people behaving naturally, and how becoming famous impacts an actor’s ability to do that; when he last met someone who didn’t already know who he is; what he regards as the key to a successful actor-director relationship like the one that he’s long had with Martin Scorsese and that he also built with Russell on Silver Linings; what his lowest moment as an actor was, and whether or not being nominated for and winning awards still means anything to him.

I’ve heard it said that De Niro is one of the most difficult movie stars to interview because he doesn’t like being introspective and/or speaking with journalists. (I was told more than once to not ask him a question that could be answered with a “yes” or a “no” because he would give me just that.) However, as you can see for yourself in the video at the top of this post, that was not my experience with him at all. I think he just has a good BS-detector and can tell the difference between someone who is looking for a juicy quote for a nightly tabloid show and someone who is genuinely interested in his career and has informed take on things.

Or maybe I just got lucky.

Strike that — I did get lucky. If only for a few minutes, I could answer affirmatively that most famous of De Niro lines: “You talkin’ to me?!”

“Mystic River” e “Milk” Oscar di Sean Penn


29 Dec

Quando la Notte t’avvinghia, un Clint “vestito” di Sean, piazza un Bill Murray deluso, escluso forse sbagliando di votazione dell’Academy.

Incalcolabile il volto “sfatto” di scontentezza di Mickey Rourke.

Forse questo video già c’era, chissà… forse no.
Comunque, a scanso d’equivoci, lo rimetto lì, no qui.

L’omosessualità…

 

 

 

Nicolas Cage’s Oscar, immeritatissimo


28 Dec

 Però Kevin Spacey s’è alzato in piedi. Mah. Io avrei “alzato” la Shue.

Racconto marino d’un galeone pirata ri-tirato


28 Dec

Un siluro “senza sicura”, dall’uscita di sicurezza, assicurò i “sicuri” all’incertezza. Perché se, la strega è insicura, il teorema vuol che io la (os)curi: cos’è la paura? Un uomo che ama le corna con Ryan Conner di testacoda sui testicoli

Un cimitero sbava, sc-i-r-occato da schiumosa “ironia” delle stelle a ballare, tutte trionfanti nel panorama che sbadiglia i suoi primi respiri a ber le piogge sulla città, glabra verginità di cuori che s’insinuaron nella Notte, leccandone gli incubi con ilar allearsi di Morfeo d’alati cigni “neri”.

In un lago ove tutti gli Iago si specchiano vergognosi, io, l’oste Otello coi coltelli, pesco l’ago nel pagliaio dei pagliacci e li sommergo di stessa irriverenza con cui, manichei di pregiudizio plebiscitario, viscidamente sotterraron le coscienze per “detergerle” di lor esperimenti da mostruoso laboratorio, “orlandoci” del loro freddissimo sudorin appiccicato a pelle e, di stessa impronta, or marchiati d’onta tatuata nell’incancellabile cicatrice lì impalata e dolorosa a squamar le già pelli smagliate.
Ah, come “smaglianti” macchiarono e tanto ammal(i)arono che di stessa malattia adesso li estirpo di malie, “accaldandoli” con stessi “piccanti” maglioncini.
Micini che miagolano, accarezzandosi su brezze primaverili d’amorucoli ad “ammenicolo” del “menarsela”, menando poi ma, lavandosi le mani, chi non s’ammanica ai loro manici di scopa…
Io li scovai che, gozzoviglianti con a capo(stipite) un giovanotto “aitante”, m’alitaron per “evirarmi”. E tentaron d’evitare che ogni lor “avvitarmi”, per avvilirmi senza vita, sviasse da tal violenze e “deviasse” quelle braccia “forti” di parimenti forza ma più acuta mente.
Ah, in questa demenza di massa, io son massiccio e spolpo ogni ossicina, ossidando chi sputa nel piatto in cui mangia e poi s’ossigena i capelli per vincer il suo fegato “al bicarbonato”, già putrefatto nel carbonio-14, a cui preferisco il carbone senza moralismi cattolici. Sarò sfigato, perlomeno non uno da gattine.
Sì, faccio la conta, un po’ me la racconto ma Lei me la dà, cosa bene non si sa eppur ci sta.

Ne narro (di) tante, di quando capitano coraggioso, nel mio veliero, spogliai Gwyneth Paltrow, baronessa del “pisellin” da principessina, la deflorai d’ogni velo e poi ne “velai” il “peccato”, buttandola a mare. La verità è che me la concesse durante un temporale ma, sotto quelle mareggiate, non tirò “a poppa”, “bagnandola” solo d’un mio “moscio” nell’amarezza fra i mozzi che invece la stramazzarono di “cannonate” fiondanti a “sfondarla”.

Ne narro di quando errai vagabondando appunto nell’“inondarmene” ma, per colpa di troppi ormoni femminili, il “mio” esondò ridondante e venne… affogato non florido né “affiorante”, più che altro “affondato”.

Di quando “contaminai” l’isola delle selvagge, prediligendo una più “diligente” signora.
Sì, la sfida fu scegliere queste tre: Carmela detta “Il miele”, mulatta ronzante su “massaggio” d’apicoltrice per un culo a 90 gradi (militari o sull’altare?) con (al)levatori che “appioppavano” di shock anafilattico su profilattici fra alberi di pioppi, dentro l’allenata. Lei fu allergica a tal “polline” ma, polla, impallidì impallinata da “uno” non tanto pallido, Sabrina “La ratta sabina dei suini”, famosa zoccola “amante” delle coccole col suo “uomo” più “amabile” detto “Cocco la caccola”, e Ilenia “Altalena”, una che adora la sedia a dondolo “basculante” su giochi d’adulti “graffianti”.

La scelta ricadde su Riccarda, detta “La ladra del lardo”. Una che, dopo “averla passata” con tutti i macellai, sposò un nobile decaduto molto “dotto”, soprattutto sfatto. Il “famoso” grasso che “cola”.

Me “la” navigai a prua ma, durante l’apice dell’orgasmo, mi scornai con un iceberg.
No, non quello del Titanic, quello del suo “protettore”, pare un “rettor” senza sconti di tutte le rette che, fra una leccata e l’altra, voglion prenderlo nel retto.

Comunque, le prese.

Chi?
Sul chi, son ancora gallo di chicchirichì.

Quindi, se tanto mi “dà” tanto, tua sorella è tanta sebben presto si farà suora.

Perché? Con uno come me, anche Santa Chiara non può “schiarirmelo” dai dubbi.

Più che francescano son annuale a parlar col mio “uccello” d’amenità e analità.

Blasfemo? Sempre meglio di te, scemo!

Finirei con questa “cornamusa”: da bambino girai per il Padiglione di Bologna e, sotto i portici, rubai un cane Chow Chow a un barboncino, salutando di “Ciao ciao, ti frego pure il collarino”.

Sì, sono uno con molt’autostima senza vergogna. Infatti, fra le timide son nella “stigmata” di “gomma” che “esplode”.

Ora, cos’è la paura. La paura è un criminale cosciente del suo crimine, a piede libero, che però teme questo: da un angolo “allegro” potrebbe spuntare uno che gli spezza il collo, dopo averlo immobilizzato.
Paura è lo stesso criminale pedinato in ogni mossa, in ogni luogo, in ogni anfratto, a ogni passo.

Questa è la paura.

E quando meno te l’aspetti, quando le acque paiono calmarsi, spunta…

Zac, e incula mia bionda, impeperonato a tutta birra.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Pirati (1986)
  2. Non drammatizziamo… è solo questione di corna (1970)
  3.  Mai dire mai (1983)
  4.  Salvate il soldato Ryan (1998)

Conversione scorsesiana di mio De Niro mohicano


27 Dec

D’Oscar paciniano amato per quanto l’esistenzialismo vien ripudiato dai “moderni”
Ho sempre adorato il Cinema classico, dunque i classici. Non è luogo comune definirli tali, sebben s’abusi di tale termine e tutti se ne riempiano la bocca, come un bambino che si strafoga di ciambelle e “marina(ro)” è “squola” d’un “q” placidamente conficcato nel suo disgustoso “palato”.

Rammemoro, fratelli involgariti dalle nuove (bio)etiche di massa (biblioteche schifose, mie p-esche) di quando ero Luce quantica e di come, sebbene sia evoluto in tanti camaleontismi alla De Niro di mille volti, non svolterò per un “involtino” che sbaciucchi una “tenera” dolcezza. Melancholia è un mio diritto dinastico, parola che, uditene il respiro sonnecchiante, morbida si posa sui miei occhi mentre navigo nel “maestrale” dei maestri che tesserono la fibra “sintetica” dell’Uomo sonnambulo tra questi frivoli col “passamontagna” delle emozioni raffreddate. Poiché io sento, e il mio sentir si coniuga al diverso cogliere anche il lieve lievitar in cui, sottile ed “equivoca”, la rugiada delle aurore mi solletica nel risveglio di buon’ora. D’allietar di caffè che stuzzican il linguino, zuccherati su sobrio balcone di me, il Papa, in tonaca “ambigua” e soprattutto intonato al cantico creaturale degli usignoli, versando la cenere sul capo dei “caporali” che, ogni mattina, dopo adeguato “scodinzolio”, son gatteschi da padroni dei cani d’urine non esaminate della loro malattia venerea più funerea, il “feretro” all’amore prostituito in vane lotte per “poteri” d’accasar al poder terriero da “piantagrane” delle bombe omicide atomiche ma “idrofile” nel coton’ “inciuffato” su movenze guardinghe da detentori che si professan “dottori”.
Dottori di che? Qui, l’unico erudito son io e, della loro rude durezza, me ne beo, modulando un “belato” che “agnellizza” la mia identità di beffardo leone dal ruggito covato per “benedirli” con mio pelo arruffato e spesso “buffo” fra chi, davvero, è Puffo.
Plof, di tante ambizioni s’incravattano, quanto di fogne son già afflosciati nella melma delle crudeli animalità. Fra quelle merdose “onde”, io sondo quando non ho sonno, lor declaman che sanno ma io vi dico che chi seppe non è da presepio ma Uomo col bastone come il padre del Cristo, cioè Giuseppe.
Uno che fu più vergine di Madonna, la Ciccone. Anche se, da alcune versioni della Bibbia, ho appreso che pare fosse corteggiato dall’asinello, nel “dietro le quinte” della più “grande storia mai raccontata”. Oggi, tali scandali van di moda. Se Giuseppe fu il padre putativo di Gesù, in Parlamento van a puttane e basta. Con tanto di “vestito bianco” della Carfagna, una che, ogni Notte, ha un bue “indiscreto” sotto le coperte e poi, alla Luce del Giorno…, copre gli altarini sopra uno sgabello. Eh sì, una finta cammella a cui io, Re Mago di nome Gaspare, regalerò solo codesto “oro” senz’oratoria: “Ove c’è una casa d’incenso, ci son molti scheletri nell’armadio da incendiare, perché l’unica mirra è l’onesto che non ha mire dietro martiri altrui, cagionati da troppe ville al mare”.

Poi, torno dentro, e penso al grande Robert De Niro, pupillo di Scorsese e soprattutto sue pupille di Sguardo dostoevskijano.
Chi critica Paul Schrader, vada a mietere appunto le granate, è un guerrafondaio. Non come Gaspare, ma come il “Diavolo” Gasparri. Egli le spara ma poi manderebbe La Russa Ignazio in Russia? No, la loro è una guerra capitalistica “fredda”. Altro che “comunicazioni”. Van intercettati, e li scomunicherò!

Quindi, meglio il Bob ch’è l’immortale Travis Bickle. Uno in mezzo ai cannibali. Che sciacalli! Scorrazza tutti e lo ficca… ai papponi. I “grandi uomini” gli scoreggiano in faccia, definendolo un “fallito”. Lui, falotichescamente, tira fuori la “pistola” di forma fallica e, in sfianca quest’Italia che pen(s)a solo a fotterla nei fianchi. Travis se ne sbatte.
Battone, ecco il “bestione”.

Chi non ama Scorsese, merita una scamorza. Io direi di più: va “smorzato”.

Subito, del “Beccati questo!”.

Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

  1.  Il petroliere (2007)
  2.  Taxi Driver (1976)
  3. The Walker (2007)
  4.  Serpico (1973)

Oscar Tribute to Elia Kazan


26 Dec

Il mio capolavoro letterario, “Noir Nightmare”


26 Dec

 Il “martire” Santo Stefano martella ora gli invidiosi e invita codesti vili a presentarsi l’8 Gennaio in quel di Roma ove rifulgerò

Prefazione “dolcetta” di onomastico a chi masticherà il proprio fegato, un po’ spappolato di stesse “palle” che ho tumefatto

In Questo Giorno castissimo di dolci baci e affetto sincero, ho pensato… perché non recapitare un “presente”, regal adorabile, dorato come il firmamento stellato sotto il qual nacque proprio ieri il Re, al nostro demiurgo, che ringrazio dal più profondo e sentito dell’anima?

Discrepanze dovute all’anagrafe della mia maturità, che non tollerò il pregiudizio ostinato “a pelle” di gente nella sua marcescenza, m’induce a rivolgermi accorato a te, figliol prodigo e illuminato d’egregia signorilità che merita le più altisonanti lodi e l’incenso mirabile della mirra, prostrata (prostata?) d’immane inchino perché genuflesso a cotanto uomo dotto, dispensator acuto di consigli davvero ammirevoli. Il “salvatore” che mai sfuma i contorni e adorna il grigiore d’euforia così “colorata” e “allegra?”.

Dunque, sebbene le lontananze han separato i destini in-crociati (forse delle dita di coloro a cui soverchiai le ottuse regole “castranti”) delle nostre vite, amico intimo e (in)fine d’affinità elettiva come Stanley Kubrick che incontra un “lord(o)” orchetto da parchetti alla Larry Clark, voglio donarti il promemoria che possa risplender di Luce enigmatica in quest’ignote nostre notti, tanto abbagliate da crocevia furfanti dietro “furbe” macchinazioni quanto me rigenerato e suadentemente abbacinato dopo i veleni della letargia che ne “silenziò” la voce, perché taciuta del peggior tacciarla.

Un rintocco ch’albeggia dopo questo fresco Natale, rinnovato nella rugiada nevosa di tal città “ardimentosa” dagli svelti “bombardamenti” cagionati dalla “superba visione oltre” delle deduzioni spicciole come la previsione meteorologica che aveva previsto “serena inquietudine” e fu invece travolta da una valanga a sommergere ogni altro scalfir la roccia indelebile d’un Uomo vertiginoso, al di là del mero e misero materialismo “forte”, Mida del suo “eremitaggio” vaga-Bond-o fra i tonti che invece gusteranno irresponsabili e “incolpevoli” le fette di torta im-bandite di frivolezza e carnale golosità.
Madornali precipitosità, uh che “precipitazione”, quanto l’attesa delusione invece sorprendentemente elusa dai più inaspettati colpi geniali.

Sì, una società, mio caro, che soffre alla radice delle psicosi più schizofreniche, ove ragazzini balordi, che avran sfogliato tre pagine di manualetti mentre “arrotolavano” le “ambizioni e-rette (rettili?) fumanti”, si professan già professori e minano le pacatezze altrui col più arrogante disprezzo semplice semplice che non calcolò altra più sofisticata raffinatezza, e vollero spaccar la sua elevata, spiccata coscienza per il deliro ad a-gogna-r il brado rimpicciolirla a immagine e somiglianza del più indecoroso lor sdegno. Ragazzini che vivono d’apparenze e maschere assai “notevoli” e “notarili”, a cui vien concesso il lusso di (cal)pestar le dignità del prossimo con l’abuso dei soprusi più illeciti.

Tu amico, mi conosci e sai ove costoro han mostruosamente sbagliato. Un errore imperdonabile, partorito dalla demenza “genetica” di genitori “perfetti” e soprattutto estranei, che han la licenza gratuita d’incendiare le libertà giovanili perché “infastiditi” dalle (s)manie.
Ed ecco che vedon maniaci dappertutto, imbrattano, infangano e spesso affondano, abbattendo le riscaturite nascite. Cristologiche o buddhiste.

Ma, talora, il teorema si scontra davvero con un Dio, e il loro pianto è “commovente” come il faraone egizio annichilito e implorante pietà dinanzi a un biblico “spartiacque” Mosè nella sua vendetta appunto divina.

Proprio suo “fratello”. Tanto osteggiato, tanto di “burle” schernito dal “dotato” che lo spodestò con classe mastodontica a ribaltarne la “sovranità”.

Dunque, carissimo mio consanguineo, sarai felice d’esserti estratto anche tu da questi immondi scempi della massa scema e, assieme al sottoscritto, brinderesti a Roma, la Capitale di Michelangelo, il “nightmare” più “bianco?”.

Buon Natale, dolce mio…, augurio in ritardo…, festeggia Stefano e non la befana di tua madre.

Un bel carosello e un “carrello”. I carri dei falsi vincitori non mi son mai garbati.

Ora, tal cavaliere oscuro, (in)dimenticato, balza qui in piedi, miei detrattori, miei ratti col rastrello e miei adoratori giusti:

Vi rinnovo a venir in massa a Roma in data 8 Gennaio.

Ché do io, adesso a voi, un sereno calcio in culo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1.  Dalla Cina con furore (1972)
    2.  Lionheart – Scommessa vincente (1990)
    3. Over the Top (1987)
    4.  Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)

Magic Oscar moments


25 Dec

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)