Lincoln for President!

13 Jan

Vota “Lincoln” per l’Oscar perché Daniel Day-Lewis è Dio! E non perdonerà! Vota Jennifer Lawrence e il tuo “lato positivo” alato sarà nell’orlo argenteo delle sue “nuvole”

Sabato mosciarello, Sabato al Mottarello, per la glassa di cioccolata fredda come i miei ormoni appesi nel centro commerciale più incasinato, fra reparti frigoriferi, un villoso calorifero e Nicole Kidman smutandata al banco delle lasagne con la besciamellona

Un mio amico giudica Daniel il più grande attore vivente. Adducendo che, tralasciando che non si scompone in film alimentari, è proprio mostruoso ed enorme.

Replico che, indubbiamente, è un po(p) po d’attoron’ ma che anche altri, De Niro il quale fu a parte, meritano tale podio “presidenziale”.

Concordo dunque solo in parte. Il bottino va spartito. Le botte anche, se qualcuno oserà sfidarmi.
Avverrà un duello a Mezzogiorno nel suo “fuoco” sparato in mezzo alle gambe. “Spartizione” di quel che sta in mezzo ai testicoli che, di testacoda-esplodendo, si “coaguleranno” nel pipin spaccato.

Javier Bardem, ad esempio, lo metterei, oltre che nella Cruz, come gerarca della Crusca recitativa.
Non l’avrei mai sospettato a inizio suo carriera. Giracchiava film in cui se “lo” tirava, commediole “spagnole” erotichelle. Poi il grande “balzo” a Hollywood. Coen e tutti gli autori a (ri)cercarlo.

Mickey Rourke, ritengo la sua “vecchia” spontaneità indubitabilmente pazzesca.
Se Hollywood investisse su uno così, che alla sua età, quand’è in forma e non deforme, fa la sua “porca” figura(ccia), avremmo il nuovo DiCaprio rifatto per uno Scorsese melodrammatico ed esistenzialista della sua chirurgia più bradipa e shutter.

Nick Nolte, a iosa di qua e di là. Non si ferma, non lo placate, in passerella picchia i fotografi solo perché non gli hanno “abbaiato” un “Cane!”, ed è presenza scenica da far impallidire anche Berlusconi.
Perché Silvio usa il cerone, Nick ha una cera “incenerita”. Nero, bianco, giallognolo, ingrigito, rugoso, spugnoso, morbido fra le cosce, vellutato nel liuto della sua classe “armonica”, salvo scompensi rabbiosi da “Rompo le ossa a tutti! Per la Madonna!”.

Il sinistro mancino del piede san(t)o

Si può vincere un Oscar sacrosanto, recitando solo con un piede?
Sì. Daniel confuta il luogo comune “Questa cosa è fatta coi piedi”.

Il mohicano che non è arrivato per ultimo

Atletico, aitante, in Madeleine Stowe (com)battente, “la” abita sotto le cascate, abbatte i nemici, salta, scopa, galoppa, in groppa al cavallo e, di cavallina, sempre più capellone.
Senza shampoo, liscio nel pelo che stuzzica…

Il boxer…

Un Uomo “in mutande” che non è un indumento intimo da calate brache. Sbraca sul ring, piange a dirotto, non si fa corrompere, s’arrampica sulla Watson, se la rifà ma i “grandi” non ci stanno.
Finirà macerato.

Le Gang dello Yorkshire

Il macellaione di coltello. Vuole Cameron, la guarda “monocolo”, mezzo monco, vuole storpiare DiCaprio, “claudica”, cazzeggia, taglia le fette di maiale, butta fuori gli insipidi, “insanguinandoli” al pollo-arrosto.

Dimesso, poi nessun lo farà fesso.
S’ingigantisce, fa paura, neanche Al Capone fu così raggelante.

Daniel Day-Lewis è come me, “ciabatta” a Firenze, solfeggia quando alcun donnette da manicomio, come stamattina, nei pressi della Certosa di Parma, fingendo di non vedermi, piansero i loro obbrobri, camminando a passo svelto con aria “insostenibile” nel pensare “Mi tocca servir il pranzo a mio marito, che sposai dietro lauti compensi amorevolissimi, giustificandolo delle sue corna perché mi permise lo shopping e anche il mio sciopero della fame sessuale da sfatta presto sfrattata-che frittata, gratificandola nelle graticola d’altre, pagate di salumificio “a zampetta” mentre ho le rughe da gallina, ho allevato una pollastrella che, dopo un’adolescenza in cui la spelaron, ora è figlia sperduta in una provincia amabilissima dai posaceneri amari su suoi balletti domenicali, l’altro mio figlio è un ritardato che vien tutt’ora plagiato da degli idioti, dei pasciutelli bimbetti con ebefreniche mani-e adultone nelle adultere-durone di cui uno tartaglia, l’altro se lo taglia fra amene ragazzotte che ciclostila di stile notevolissimo, e gli altri se ne s-fottono. E mi sa che canterò con Domenico Modugno per rallegrare le sere meravigliosissime del mio rossetto”.

Votatelo: beccatevi, trombatevi!

Ecco, ironizzo ma sono uno sfegatato, metaforicamente e anche “forato” degli Oscar. Sfigato è tuo padre, Uomo John Cusack, non ci son scuse che tengan. E spero che Bob De Niro lo piazzi nel deretan’. Ora, la concorrenza è agguerrita. Tommy Lee Jones è il favorito ma la Malavita si vendicherà…, Besson Luc sa come Robert friggerà Tommy.
Philip Seymour Hoffman merita ogni bene, ma il suo “dottor”  Dodd non è carismatico come Burt Lancaster. Burt non ha mai pensato alla psicanalisi, Philip invece fa il trombone che tutte vuol trombare, e ha una pancia sconfinata da troppe teorie senza pratica di vere “natiche”. Egli pretende la profondità, m’affonda sol nel suo culo neanche tanto parato. Visto che non ha nessuna laurea, è un cialtrone e in galera finirà, con tanto di brandina a pensare “Sono Hoffman, recito meglio di Brando, riuscirà il lettino a reggere il mio peso prima che ingrassi più dell’anziano Marlon?”.
No, l’Oscar ti dice “Vaffanculo!”. Non sei degno della sua leggerezza.
Waltz Christoph. Tanto l’italiano medio lo chiama “Christoph-er”. Che cazzo! Non è Walken, l’unico Cristo che io conosca. In quasi tutti film, anche dove è un vincente, il suo occhio febbrile nasconde più traumi di Joaquin Phoenix/Freddie Quell. So io come salvare la vita a questo Quell.
Non è un delinquente, ha bisogno d’un maestro alla Guzzanti, uno da “Quelo”. Mica come quel buonista di Paulo Coelho. Meglio James Paulina, una che ti prende l’uccellino “dolce” e te lo fa diventare Everhard.
Arkin Alan è troppo vecchio. Quindi è solo per Grudge Match.

Lo Zio andrà a Robertino.
Quindi, ficcatevela!

Ricorda: tua sorella non è una suora. Va presa a suole!
Al suolo va data.

Datemi del suonato, di mio ho già scopato.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Paperboy (2012)
    A un certo punto, Nicole Kidman fa eccitare John, si strappa le mutande e finge un orgasmo, mentre lui è ammanettato e vorrebbe invece darglielo a manetta. Vengono, nonostante le manette, entrambi, toccandosi da lontano.
    McConaughey, smembrato…, stava per svenire.
    Zac Efron sconvolto.

    Anche gli spettatori dopo questa scena sporca-ta.

  2. Malavita (2013)
    Non è che è meglio Malavasi, idraulico che ha un vaso bonsai?
  3. Flight (2012)
    Denzel sopravvive, mica tanto.

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