Archive for March, 2013

Pasqua e ascensione, auguri!


26 Mar

L’altro ieri son state le Palme, le mie domeniche non sono sull’amaca, c’è una tendenza alle “lumache”, ma a Pasqua scarterò le uova di Colombo Cristoforo nella mia America

Oggi, ho discusso con un amico sui commenti “YouTube” che recapitano, “finemente”, alle donne della televisione italiana.
Abbiamo scoperto che c’è un tizio, davvero di “raffinatezza” shakespeariana, il quale ha addirittura imbastito dei “sonetti”, con tanto di rime al ritmo musica(rello) “Cazzone spingendo”, per celebrare il suo onanismo.

Questa è la società che avete voluto, quindi meglio l’uovo che essere un “uomo”.

Poi, abbiamo (e)virato su una ragazza che mi piaceva in terza media. Non ne riveleremo il nome per “rispetto”. Infatti oseremo di più, anche il cognome: Tiziana Laffi, adesso ingegnere edile, di cui potete trovare indirizzo e “contatti” per casette in Canada.

Il mio amico m’ha chiesto se, all’epoca, le piacevo.

– Sì, io piaccio a tutte. Non piaccio a me.
– Ma venica corteggiata da altri?
– Da tutti. Stava con uno più “esperto”, un diciottenne molto “colto” che le metteva le mani addosso per “farla crescere”.
– E perché stava con questo qui?
– Perché le ragazze, poi si dichiarano “donne” appena prendono la “patente”, vogliono (tantissimi…) per fare “esperienza” e sentirsi mature. Più che altro, cominciano a non sentirsi bene, cfr. mestruazioni galoppanti, e “cavalcano” l’onda prima che sia un “glup” di menopausa.
– Ma ci provava con te?
– Sì, certamente. Ero uno dei suoi coetanei più appetibili. Avevo solo un rivale da scalzare.
Lui mi scansava e io me “la” cavavo.
Il suo nome è Fabio Betti, patito dei Queen. Già, ho sempre sospettato del suo orecchino “rock”.
– Stefano, non dovevi “fartela” sfuggire. Vedi? Tu arrivi quasi alla meta e non fai il touchdown alla mela!
– Detta come va detta, non valeva il discorso al suo “spogliatoio” del mio Pacino alla Any Given SundayNoi combattiamo per un centimetro… ed è per quei dieci centimetri davanti alla faccia che poi scegliamo il casco del “Football”. Se no, solo le palle fracassate e neanche un mm di “spallate”.
– Ah, fai sempre lo spiritoso. Dai, perché non c’hai provato?
– Sono già provato di mio.
Io provo, io son “provetta”.
– Non scherzare, suvvia.
– Sempre più su!
– Era figa?
– Sì, oggi è sposata con un mio amico delle elementari.
– Quindi?
– Vuole solo l’orticello ed è sfiorita. Lui la mantiene a galla. Più che figa, “innaffia”. Non c’è niente da “spruzzare”.
– Vedi? Dovevi cogliere l’attimo “al volo”.
– Invece no.
– Perché no?
– Perché pare che, prima di sposarsi, è stata la “geometra” di tutta la periferia.
– Una puttana?
– Da “ascensore” d’ogni piano, ALT, premi il verde, facciamolo sull’attico, in cantina, “falciami” in cortile, poi risaliamo la (vari)china, dunque “scendiamo” e saliremo nel “bloccato” suonando l’allarme nel “cantuccio”.
– Be’, potevi spingere anche tu.
– No, ho sempre preferito le liti condominiali a quelle coniugali.
Più casino c’è, meglio è. Bisogna lavare i panni sporchi in modo non appartato bensì d’appartamenti.

Applauso!

Cristoforo Colombo scoprì proprio un cazzo di nulla. Fu Vespucci Amerigo a metter piede per primo in America, Colombo fu solo una “colomba” nelle amazzoni. Più che scoprire, scopò.
Si prese i meriti e, oltre alle caravelle, anche le “caramelle”.

Infatti, l’ha interpretato Depardieu, il naso più lungo del Mondo.
Con la pancia piena.

Il piacere della cagata, cinetografica e non, detta anche, di “sinonimo”: “Stronzata!”

Il Cinema si può leggere sotto varie chiavi. A volte, un barbone, da sotto la volta, “trionfa” entusiasta alla visione di “nitrati” che allentano e alleviano il gelo, altri, sotto l’Arco di Trionfo, bevono assieme a Calogero Triunfo, “famoso” donnaiolo delle bettole, ove raduna i suoi “commilitoni”, ignotissimi da Mario Monicelli al Limoncè (erbe di montagna più un pizzico di solarità sicula, state sicuri che ne sarete “amari”), per brindare nel guardare gli uccelli… degli altri con le passere più “alcolizzate” d’alcove. Un “bel” covo.

Di Cinema, ne abbiamo in tutte le salse, di Clooney George che fa il ruolo, adesso, dell’“imbonitore istruttivo”, dopo averne “distrutte” tante da “bonazzone”.
Un vero educatore della Settima…, sì, Lisa Snowdon, sua ex Martini party, gli fu molto “artistica” d’indagini “politiche” da pollastrella esagerata. Lo lodò d’idi(llio) di Marzo e marzapane.

Abbiamo avuto il Cinema di Bava, le antropofagie, i cannibali di Jonathan Demme nel Lecter, David Letterman che intervista da sciacallo delle anime hollywoodiane, meglio se “svestite” e “scarnificate” come l’ospite della sua “fissa”, Marisa Tomei, una faccia d’angelo, tendente al sorriso da coniglietta, su cosce da Playboy.

Film bavosi di culi, tette, marsupiali, sudici luridoni, sporcaccioni, Michael Douglas pieno di soldoni, Silvio Soldini che, di contro, narra di storie intim(ist)e della gente comune senza neanche un soldo ma dal grande Cuore. Altro che Oliver Stone “pompato”, che Wall Street fascista!

Abbiamo il Cinema che ci fa perdere la testa di Cronenberg, quello che toglie il sonno di Nolan, chi paragona Christopher a Kubrick… come associare Walken de La zona morta a Tom Cruise di Eyes Wide Shut, Walken si risveglia dal coma, Cruise recita in stato “letargico”, Walken, avendo perso tutto, s’affida al suo “dono” sovrannaturale per far da paciere e impedire la terza guerra mondiale, Cruise, distrutto dalla fantasia erotica “equivoca” della Kidman “equina” col marinaio maial-anal-ino, passa tutto il film in stato catatonico, poi mette “a fuoco”, lentissimo, e capisce che la Kidman vuole solo “Scopare”… sì, intanto l’aveva tradito di “Fidelio” con tutti gli altri attori della “Mecca”, pur di conquistare il “botteghino” da “botte… gaia”.

Insomma, il confronto, non ci sta. Se non per la Warner Bros, il logo è l’unica “cosa” che accomuna Nolan a Stanley. Ma quale analogia! Come direbbe Mario Brega: “Anacolo de che!”.

Kubrick filmava in analogico, Nolan in digitale, e fra l’altro c’è pure ‘sta differenza: Kubrick, nonostante la misantropia, aveva un aspetto da signore elegante, Nolan è un brutto anatraccolo.
Insomma, Kubrick fu 2001 di Neanderthal, Nolan è solo un nerd monolitico. Stessa trama e nessuna evoluzione.

Secondo me, prescindendo da Lynch che, comunque, deve aprire gli occhi dal lontano 2006 d’Inland Empire, ultimo suo ritorno al futuro del Cinema meno zemeckisiano al Mondo, bensì alla Charles Dickens nel delirio infantile su Alzheimer galoppante e “cinchischiante” alla Don Chisciotte, c’è un  nome che voi dovete tener a mente se, appunto, alla demenza, non vorrete girare il seguito di Strade perdute, cioè Scorsese Martin.

Il suo Cinema viveva e vivrà.

Ora, trascorso il miglior Scorsese che fu fuori orario, la vita è fatta anche di cagate. Non si può “prenderla” troppo seriamente. Infatti, le donne non amano i tipi seri, ne vengon “scazzate”, “leccano” quelli… che “la buttano” a ridere.

Quindi, lunga “digestione” alla cagata.

In senso figurato, sfigato o proprio fisicamente escrementizio. Sì, la cagata è liberatoria.

Dopo giornate di duro lavoro, di pugni in faccia e di fighe sfacciate a “falciartelo”, la cagata “rilassa”.
Evacui e ti senti più “vacante” di prima. Non “la” riempi “lì”, ma dal buchino te “la sei fatta”… sotto.

A proposito di cagata storica, di quelle che valgono l’intero fegato dopo un pranzo “(f)lauto” di “cozze” andate a male, questo film ritrae, alla perfezione, il mio discorso indiscutibile:

All’ultimo pugno.

Stallone e De Niro a “darsele” di “botte”.

Più stronzata di così, si muore.

Infatti, considerando l’età dei due “pugili”, è un miracolo che non siano morti d’infarto per arrivare  alla fine delle “riprese”.

Finito il “girato”, Stallone gridò “Adriano… Celentano!”, in preda a turbe maniacali della senilità in cerca di “semplicità”, disgustato dalle “pellicce” delle ingioiellate, dopo essersi fatto il culo e anche Brigitte Nielsen, “una” che “gonfiava” il muscolo “gustoso” e ora ha le labbra gonfiate, nonostante sempre il “duro”… imbocca, mentre De Niro gridò “Sono il LaMotta dal montante… in ambulanza, previo crisi cardiaca!”.

La violenza livida del sangue blu, la principesca potenza dell’artigliera (r)affinata

Elevarsi in questa società pare che sia “reato”, condannabile ai lavori forzati a scopo propedeutico e “rieducativo” della lobotomia carnascialesca a sottomissione nella “freschettina allegrezza” da ovetti, ometti che omettono

Sì, prostituiamoci agli ingranaggi, sgraniamo gli occhi, allupati da mal… vivant, sì, “malviventi” come le persone “savie”.

Adattiamoci da sguatteri al primo lavorettino da prosciutto e mortadella, andiamo al cantiere e, fra una canna e l’altra, poi inkazzati, di martello (pneumatico…) spareremo “cannonate”, inforchettando maccheroni per “imbottigliarci” fra “viti” buone. Ah, quant’è tanta la donnaccia che, simpaticamente, scoscia in primo piano sulla prima “rete”, lei sì che “calza”… a “pennello” dell’imbianchino. Egli copre i “murali”, anzi mura e seda chi non ha sete solo delle sue “lavande gastriche” da “vendemmiatore” che sulle troie va “fischiettandoselo” col trattore, “approdando”, coi piedi nudi per l’abbuffattona del buffone, a sbafo e “sotto i baffetti” di mustacchio, con la panna “montata” nel cospargersi in scatola di carne di vacche su peperone rosso “immozzarellato”. Egli maltratta la cameriera e, fra una scarpetta e l’altra di mascarpone-cafone, la (s)fotte di battutine all’umiliarla da “battona”, suonandole un “Sbottonami un po’, apriti la cerniera, vieni a cenare con me, entra nella mia cernita, ti sarò cervo mia cerbiatta, buono il sugo della lepre, ti sarà coniglio”.

E così va la nostra “bella” società alle urla di “Vai a lavorare!”.

No, grazie, mi preservo dai servi e son io a “servirvelo” sul piatto d’argento.
Ti gelo e ti “scaldo” io.  Ecco i “presevartivi”. Sì. Il lavativo è a te, di mo(ni)to, vaticinio e non il Vaticano. Sì, l’ano è “vaco”, l’ago mio è il tuo chieder perdono invano.

Romanziere oltre le “letterine”, letterato fra gli iellati che s’arrangiano d’insalate consolatorie con tanto di Consuelo ai “peli” messicani del “sollazzarsela” sotto le frasche, temperatura estiva degli uomini “attivi”, che coltivan l’“albero” d’ulivo su contorno di funghi “porcini” e promiscui “intavolare” di “pizza al taglierino”, “pascolando” le “pecorine” di “formaggino” nutriente e allattato alla vogliettina da “latticino”. Eh, hanno i denti da latte…

Si scompisciano e pisceran sempre “fuori”, tra festicciole e coccoline, “teneroni” e manzi di “classe” davvero da romani. Sì, dei “romantici”. Come “aromatizzano” loro, neppure il caffè che dà sollievo agli umori, fa “innamorare” nella “miscela” della “macchinetta automa-tica”, e “idro… carbura” di burro per la zolla… di terreno?, no, di zuccherino nell’erbetta, ove le capre son “apripista” della pistola “sfoderata” in “federa(le)” dell’armamento da amatore. Che infedeli.
La polizia punisce chi non paga le polizze ma fa piazza pulita di quelle da “ripulire”.

Il carabiniere “tira” la car(ab)ina e mitraglia, “colpo su colpo”, un golpe de Estado, un “Estathé” alla “pesca” ché, “limonando”, va la “cannuccia” succhiando. Succinta la ficchi incinta, salvo che la “selva” non sia, di profi-acido-lattico, dentro le ginocchia.

Ne ho visti. Io dico loro come si sta al Mondo, poiché vivo sul monte ove non ammonto nessun rosicare ma coltivo le rose dei vostri tramonti.

Se mi date dello stronzo, sempre meglio che darmi delle merde. Lo siete già, quindi non lo sono io. Altrimenti, avrei usato il plurale maiestatis. No, il maiale sei tu, io son “(e)statico”.
Non tollero il tuo non essere elastico. “Mollala”, scoreggione! Meglio il nastro isolante, non (s)fiatare! Che vuoi “stantuffare”, ove vuoi “tuffarlo?”. Ecco il “tufo”.
Truffatore!

E, fanciullescamente, “uccelleggio” acchiappando le “farfalle”, ché la cicala in voi “cola” mentre io decollo e ti rompo il culo.

Denunciami ma t’avverto: deciditi subito, se no t’uccido io.

Ora, c’hai pensato su due volte?

Hai sbagliato. Non dovevi pensarla.

Penerai in me, il pensatore.

Suvvia, non basteranno mille punti di sutura. Non bestemmiare. Questo è dolore che mio idiota ti sei andato a cercare di tue “imboscate”.

Piaciuto il “sudore”, mio orale… oratore?
Eh sì, i bimbi dell’oratorio, che vollero spedirmi all’obitorio, si rimbocassero il coltello dalla parte del manico.

Non m’ammainai, mi munii e li ammutolii.

Sono un Wolverine, talvolta “le becco”, talvolta “lupeggio”, altre sono un Jackman dei poveri, nonostante un “arnese” più grosso dei suoi bicipiti

Condivido foto di donne che eccitano il mio “palato”, visivo e palpitante, poi “tristeggio” come un terremotato homeless, e perlustro le ignote notti del mio miele d’acacia, comprato a sconto grazie ai punti Nectar del mio “nettare” che è corvo alla Brandon Lee nel “nulla” del gotico mio essere guglia e domani conchiglia, airone, cialtrone e aviatore, non Briatore ma che, in men d’un (arco)baleno, barcolla nell’indaco in quanto nessuna ragazza “intonaca”. Sì, sono il cacciatore di aquiloni, vivo all’Aquila nelle “casse” costruite da Berlusconi, e aspetto un bagnetto che mi sia lieto.
Finisco letale, fetale in mezzo alla feccia che mi defeca, senza fica e azzannato dalla faida. Meglio fiacco che sfiancarle.

Insomma, il Wolverine c’è tutto. Il primigenio ribelle che si spella, mostra il pettorale, frutto d’anni d’allenamento nelle flessioni ginniche senza gnocche, mi spezzo le nocche e poi “sbuccio” una noce di cocco. Il “ripieno” è bianco ma è “duro”, i miei denti necessitano dell’apparecchio ché, “mandibolarmente”, ho colto solo l’osso sacro, sputando un sacrilego “smadonnare” nel mandarli tutti in malore. Che malumori, chiamo il dottore, è impegnato con le civette sul comò delle ammalate di “Chrono”, pastiglia tranquillante mente tranquillamente n’è lor “compresso” di pillolina che va giù in un boccone. Le pazienti abboccano, lui smalta le “albicocche”, quindi continua a perpetrare offese indecorose, nel suo “trattamento” a “pigliarle” prima e poi prenderle per sciocche. Il suo stipendio è parcella del “porcellino” associato al suo Lupo Ezechiele che, presto eiacuante precoce, perderà il pelo ma non il “vizio(so)”, lo stano nella tana e lo abbranco da licantropo, ricordandogli la voce del Signore, che gli è Pastore nel suo gregge a bastone del suo bastimento bastardo ad ammansirle.

Gli caccio fuori il Dvd di Rocky, lo lego alla sedia, e l’obbligo ad esultare.
Eccitato e “caricato” dal proletario self made man, si divincola dal “cappio”, e sferra diretti e mancini balboiani.

In quel momento, perde la ragione, “infila” il suo pene nel lettore e diventa un “digitale terrestre” per le domestiche annoiate in attesa di qualcosa che le istruisca “combattivo” a sbattersele virtualmente di “cultura” ed erudito rude in camice finalmente di pietre pomici(anti).

Mentre osservo la scenetta disgustosa, gli rubo il portafogli, e scappo col malloppo.

Spronando Biancaneve nel mio galoppo.

Biancaneve vuole portarsi nel didietro anche i nani. Ne scelgo solo uno, indovinate chi?
Brontolo? No, non c’è niente da brontolare.

Se tu brontoli, diverrai un bisonte, se tu sei Pisolo di “pisello”, aspettati il Wolverine che vuol “venire”.

Ho detto tutto.

Anzi no. Tu sei Mammolo, io un “mammone”. Kendra Lust è una Milf che ti rende “bestiale”.

Quattro filmoni, di cui solo il primo lo è, anche il secondo senza tre, che valgono la cagatona, meglio di te, zoccolona!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Animal House (1978)
    Qui, il Belushi di “peluche” che “orsacchiotteggia”, sapienteggia da Santi(no) Romano, che eleva l’idiozia anticipando la demenzialità al Jim Carrey più magro che sarà.A “bordo” della moto delle emozioni, svaccato, “stravaricato”, dinoccolato, spiaccicato, panzone col panzerotto fra le mutande. Vomita di brutto la bruttezza del Mondo, un malinconico che deflagra flatulente con in mano lo “scettro” da “Presidente”. Tanto, i presidenti sono dei falli-ti.

    Un Landis che vale più di donnette “valide”.

  2. Nascosto nel buio (2005)
    De Niro allo stadio psichico brado, che è Jekyll, Heidi di figlia e ahia di personalità malevola.
    Che recita malissimo, con smorfie che non stanno a dire nulla, che sogna la Shue per “asciugarglielo” ma è più pazzo di Perkins Anthony e dell’altro Anthony, Hopkins.
    La Shue è una poverella che si fa abbindolare dallo psichiatrello che vuole solo la sua gonnella di “dotte analisi”, quasi quasi ci sta, poi muore ammazzata dall’altro Bob versione “Non voglio scoparti ma defenestrarti!”. Sì, sul più bello, rovinò tutto e anche la Shue, “rovinata” al suolo.Qui, il De Niro, pagato a peso d’oro, proporzionalmente ai chili di troppo, vale il prezzo del biglietto del fruttivendolo che vende ai tromboni banane e lamponi.

    Questo De Niro inespressivo come la Notte pece, anzi di più, rugoso di pancetta su occhialuto starsene nelle gambe accavallate, a costruire teorie e diagnosi al suo incubo traumatico dei suoi reumatsmi cervellotici.

  3. Rocky IV (1985)
    Film sciovinista, battente bandiera americana sul russo trattato all’amatriciana.
    Sangue di “poltiglia”, videoclip di due ore per mostrare alle donne un Lundgren che è più figo del modello Marcus. Con un “qualcosa in più”, la pettinatura a spazzola che sa di Pamela Anderson versione “macho” in calore da biondo “colabrodo” su Stallone anabolizzante che lo carbonizzerà dopo averne prese tante, in quel posto, e anche di setto nasale nel “tampone”-emorragia color rosso ruggine degli allenamenti “tappati” da tappo mai al tappeto nella tundra delle steppe sovietiche. Gorbaciov “al bacio” di voglia in testa “finta” che inneggia di controfigura nella “rivoluzione” anti-industriale a ogni buon proposito di Marx, abbattuto da un lapidario Sly di “Tutto il Mondo può cambiare!”. Fa cagare!Su tale cagata, Sly cambia la Storia, come no, dell’umanità, in un nano… secondo.

    A nulla valgono le filosofie filantropiche antiviolenza dinanzi all’atto “apostolico”-democristiano-stelle e strisce democratiche, massimiste-craxiste non leniniste, del Sylvester che “persuade” l’oppio del popolo, in “doveroso”…

    … applauso!

    Il film incassò un sacco di pugni, è una pugnetta!

  4. Toro scatenato (1980)
    Qui, parliamo d’un De Niro “metodista”. S’allenò, ingrassò, sbrodolò, “pedofilizzò”, s’incarcerò, gettarono la spugna ma lui voleva le “prugne”.
    Al che, svacca e fa il Marlon Brando di Fronte del porto.Qui, il Bob è un peso massimo, ma quale medio. Lui alza l’anulare e ti rompe il mignolo.

    Odia le mignotte, mangia le caciotte, non è da ciucciotto e non sta a cuccia, qui il Bob abbaia.

    Un Bobby Solo da lagrima sul viso.

    Stasera, Nino di Sky ha decretato il miglior film sportivo di tutti i tempi, Momenti di gloria.
    Si tratta d’una cagata pazzesca, con Vangelis che non vale un Blade Runner.

    E qua, torna Ridley Scott col suo capolavoro incompreso, 1492… ove Sigourney Weaver fa la parte della Regina di Spagna ma mostra, anche in costume, un seno da spagnole.

    Isabella è bellissima, Isabella merita tutta la “Pinta”.

    Va lì… tinta, che tette da Santa Maria!

    Quelle cosce son colonne da colonizzare!

    Va rizzato come i barbari della Scandinavia, come direbbe Totò, “scenderemo giù fin allo scantinato”.

    Rimanendo in Totò, e in popò, incontro un fondoschiena di Piacenza:

    – Piacere, come si chiama?
    – Vincenza.
    – Abita a Vicenza? Venga più vicina.
    – No, sono di Piacenza.
    – E allora mi sia piacente.
    – Piacente? Al massimo piacentina.
    – Pazienza, non usi il diminutivo, “accresca” le “crescenze”.
    – Sei un deficiente.
    – Saccente, però, e che accenna.
    – Accenna a che?
    – Alla cena?
    – La cena?
    – Eh sì. Se la donna piacente di Piacenza non puoi avere, allora mangiamoci assieme una pizzetta!
    – Ti darò solo una pizza.
    – Come? Capricciosa?
    – No, d’acciughe!
    – Basta che ci sia il piccante, le acciughe si sposano al cappero.
    – Che cazzo dici?
    – Il tuo?
    – Il mio? Sono una donna, non un uomo.
    – Su questo avrei dei dubbi.
    – A che… vorresti alludere?
    – Ti saresti già allupata con me.
    – No, non mi piaci.
    – Però sei nata a Piacenza. Com’è possibile questo?
    – Non capisco. Sto impazzendo!
    – Allora diamoci all’impazzata!
    – Sei pazzo!
    – Strapazzami!
    – Via! Vai a vivere fra i pupazzi.
    – Ammazza, che stronza!
    – Come ti permetti?
    – Ah, chiedi anche permesso? Ora, stai esagerando!
    – Vedi di smetterla.
    – Voglio solo metterlo con Piacere. Sei di Piacenza.
    – Non ti piacerà quello che ti farà mio marito! Ti consiglio di chiedermi scusa.
    – E invece pretendo la tua “Pace”.
    – Amen, diamoci un taglio.
    – A cosa?
    – Alla conversazione!
    – Pensavo peggio. Sì, vessami di “suzioni”.
    Cosa pensavi? Al “penarmelo”. Vedi che ti piace? Vuoi solo arrivare alle “lame”.
    – Adesso, ti sputo in faccia.
    – Sei un Lama?
    – Un Lama?
    – Dovevo supporlo. Non sei di Piacenza. Non vuoi che te lo porga nelle sporgenze.
    – Invece, lo sono.
    – No. A Piacenza son tutte piacenti. Tu non vuoi compiacermi né essermi adiacente.
    – Vaffanculo!
    – Infatti voglio andare là…, non “alla diaccio” ma alla diavolaccia-rlo!
    – Porco!
    – Tu sei di Piacenza! C’ho preso!

“Il gatto nero” di Edgar Allan Poe, by Stefano Falotico


25 Mar

Una tempesta, un vulcano, una montagna riscaturita da ignoto, irrazionale miracolo.
Questo è costui, il sottoscritto e al “nulla” di paragonabile ascrivibile, cioè Stefano Falotico, l’Uomo che superò l’Inferno, vide(o) coi propri occhi l’infinita cattiveria del Mondo, superstizioso e ancora retrogrado nella mentalità oscurantista.
Ma, con indelebile e imperscrutabile classe “sott’acqua”, eccolo qui riemerso “in sacrificio per voi”, un notturno di lusso e di tutto punto combattivo.

Varie afasie furon proprio afa alla mia “umidità” e, “fannullone”, mi buttai via, gettando il Tempo come se non volessi viverlo o addivenirne al suo disegno. Così, mi dipinsero “immobile” nell’elogio della mia “follia” senz’orologi.

Per giunta, d’illazioni e deduzione accomunata alle “intuizioni” più sciocche, anelarono affinché agognassi “ghigliottinato”, immiserito del me più valoroso.

Lo so, inutile dannarvi, nacqui già bello, di Scienza infusa e mai “imboccato”, mi bocciaste ma io risbocciai in mezzo alle bisbocce del mio birbante conturbantissimo. Infatti, indosso un cappello alla cui sommità v’è un tulipano che dispensa saggezza e perle.

Altro che pera cotta, avete di fronte un Uomo al cui confronto il Cristo è un patetico guitto delle san-t-ità. Egli cadde, tentato da una Maddalena arpia, ma io, nonostante donne stupende m’offrirono le loro grazie “floreali”, non m’abbindolai al porcile. Svezzato fui da una bionda adamantina che protesse il già “teso” mio Cuore fiammeggiante e propenso alle “farneticazioni” più falotiche per non commettere i vostri “falli”. Sì, voi sbagliate e vi pentite solo di Domenica mattina nella “benedetta” poi, mentre intingete la manina, “scrutate”, sottob(r)anco e di sottecchi, le sottane delle su(or)ine di sbirciatina nel frattanto, a “fratturarvelo”-scisso, dell’ammirare la Croce di colui che è a-sceso.

Ma mentre porgete la vostra adorazione al figlio di Dio, so che qualcosa, là sotto, “sale”.
Perché quella della prima “fila”, che figa, è entrata in chiesa con una minigonna a “tirarsela” da finta monaca, Ella è allusiva e voi ve n’illudete nel luogo ove potete poi confessare il “peccatuccio”, senza che nessuno possa vedervi né “toccarvi”. Abside! Io vi subisso! Abbassatevi!

Lo so, sono il vostro confessore, venite (d)a me e riceverete la Grazia di Lei, che ve la darà gratis et amore. Già, è una prostituta che mente mentre, meretrice impunita, sempre puttanissima, in “cuor” suo sogna di peccare ancora. E di “accogliervi” dentro la sua “chiave” del “Paradiso”.
Ve ne fornicherete, lo so.

Basta con questa “recita parrocchiale”. Ipocriti!

Sono migliaia di anime, miei sfigati. Mi scambiaste per il micio “Sfigatto” di Ti presento i miei… i miei son gioielli di voce e intonazione senza “tonache”.

Io, qui per voi, fratelli della congrega, leggo con superba (in)differenza, “Il gatto nero” del grande Edgar Allan Poe.

Edgar sapeva che non c’è niente di “normale” e “diagnosticabile” in un genio.
Oggi, voi pensate d’incastrarlo, ma Lui è già oltre e v’ha (s)fregato, appunto, di fusa, miei “fusi”.

Ora, “allego” per voi le prime righe di tale leggendario, epocale, POE-tico racconto.

Il gatto nero
Per il più folle e insieme più semplice racconto che mi accingo a scrivere, non mi aspetto né sollecito credito alcuno. Sarei matto ad aspettarmelo in un caso in cui i miei stessi sensi respingono quanto hanno direttamente sperimentato. Matto non sono e certamente non sto sognando, ma domani morirò e oggi voglio liberarmi l’anima. Il mio scopo immediato è quello di esporre al mondo pianamente e succintamente una serie di semplici eventi domestici, senza commentarli. Le loro conseguenze mi hanno terrorizzato, torturato, distrutto, ma non tenterò di spiegarli. Per me hanno significato nient’altro che orrore, ma per molti sembreranno meno terribili che barocchi. Si potrà, forse, trovare qualche intelletto che ridurrà il mio fantasma ad un luogo comune – qualche intelletto più calmo, più logico e molto meno eccitabile del mio che possa cogliere nelle circostanze che io evoco con timore, nient’altro che una normale successione di cause ed effetti naturalissimi

Il resto, dovreste conoscerlo. Se ve lo siete scordato, rileggetelo.
Come? Non ce “l’avete?”. Com’è possibile.

Mi ero precautelato con cura, affinché lo compraste e lo studiaste a memoria. Sudatevelo!
Invece, non avete svolto il vostro compito. Gravissimo! Pessimo! Neanche la masturbazione mentale! Fate proprio schifo! Avete mollato anche il delirio? E che vi rimane? Il lavoretto da quattro bagascie? Vergogna! Andrete, non nelle gonne, ma nelle gogne, altro che vigne! Io vi sono il Vinavil!

Ma fui o non sarò migliore del Cristo? Quindi, Io vi perdono e vi offro un’altra possibilità.

Adesso, andate su ibs.it e scegliete l’edizione che più vi aggrada.
Se non v’alletta la lettura su cartaceo, a pochissimi Euro, quasi a zero, potete scaricarlo in eBook.
Fra l’altro, allo stesso prezzo, oltre al “Gatto…” vi sarà data in “regalo” l’opera omnia di Poe.

Se non avete neanche i soldi per questo, eh già, la crisi che non permette neanche un “caffè”, lo leggerò qui per voi:

Ascoltate le modulazioni delle mie frequenze e godetene tutti.

Ora, scambiatevi un segno di Pace.

Ricordate: so, in quanto sono un subacqueo.

E, nell’acquolina in bocca, la salsedine è una nave che va, ove non si sa, un po’ qui e un po’ “lì”.

Ove “att(r)acca” e mette l’ancora, ancora in riva al mar’, mentre l’orizzone, calando, le abbassa il costumino con calma per poi spingere veliero.

Tre film, numero perfetto, inutile eccedere, che valgono il “candelotto”.

A cui aggiungiamo un quarto che è da dieci e lode.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Quei bravi ragazzi (1990)
    Questo Liotta insuperabile, timido, alle prime armi, come si suol dire, in sordina, “sordo” nel senso che va per la sua strada da capra. E, da bimbo complessato, a criminale “sganasciato”, in mezzo a stronzi veri. Questo Liotta che capisce tutto, che spacca la faccia, che gioisce per le rapine, poi si tira indietro, questo Liotta che lotta.E, alla fine, dopo una mezza vita da serpe, fa il Serpico di turno, e denuncia da “pentito”. Sbatte i compagni in galera e si “gode” la pensioncina “anticipata”. “Bellissima”, con tanto di pantofole e giornalino in mezzo alle motoruspe, su sorriso amaro “ruspante”.Questo Joe Pesci strepitoso che cazzeggia a tutto spiano, spara e sbotta, sputtana e va a puttane completamente. Uccide, singhiozza, s’ingozza di “manicaretti” di sua madre, nella realtà quella di Scorsese, “donna coraggio” a “spronare” i “bravi” a combinarne delle “belle”.
    La cena dei tre figli di puttana è da morire dal ridere per non piangere.
    Sì, Pesci scatenato ironizza e strizza l’occhio, intanto c’è un cadavere “pulp fiction” nel baule.

    Quando (non) si dice che Tarantino s’ispirò a Scorsese, è giusta blasfemia al sapore sentito dire che ha il suo perché. Diciamocela. Tarantino copia e non vale un mezzo Scorsese di questo film.
    Così è. Vaffanculo!

    Questo De Niro, un anno prima di Cape Fear, un irlandese italoamericano, un Butcher antecedente le gang di New York. Che fa il mentore e nessuno mi toglie dalla testa che voleva fottersi, nel “vicolo”, Lorraine Bracco, prima di Gandolfini da Soprano…

    Infatti, finì in analisi da terapia e pallottole.

  2. Casinò (1995)
    Chi paragona questo film a quello sopra, appena citato, deve solo che andare a “far impazzire la maionese” delle sue cervella. Qui, Scorsese, sceglie una scorza “dura”, Sam Rothstein, un De Niro versione elegantone e brillantissimo che, a ogni “cambio” di scena, indossa abiti diversi. Nei ragazzi vestiva Armani, qui si dà all’alta moda d’un film che non bada alle mode del gusto medio.S’innamora di Sharon Stone, conclamata zoccola. Bona è bona, superfighissima, tanto da rovinarlo.
    Glielo s-tira del tutto nelle corse della sua cavalla, infatti De Niro si darà all’ippica!Pesci “gioca” d’“adulto” bambino al terzo incomodo e se la scopa vicino al comodino.

    Se la fa di botta, ma fa il botto!

    E incasina tutto. Finisce bastonato, su De Niro “suonato” che perde tutto, peggio di C’era una volta in America.

    Ce la vogliamo dire?

    Altro che Orson Welles!

    Questo è il film più grande del Mondo.

    Lynch David vada dallo psichiatra, subito.

  3. Risvegli (1990)
    Sorpresone!Il “mio” medico come me lo spiega questo?Mah.

    Increduli nel mio Credo.

    Avevo ragione io.

  4. Shining (1980)
    Ora, questa vita da romanziere non rende molti soldi. Urge assolutamente, quanto prima, un lavoro più redditizio. Basta col muso e il mugnaio!
    Occupazione “tranquilla”, lontano dalla gentaglia. Ove possa concentrarmi e continuare a scrivere in santa pace di Cristo, senza rotture di coglioni. Devo, al massimo, controllare le tubature e i “commenti” da filtrare sul mio canale “YouTube” ove, una volta su dieci, c’è lo stronzo che provoca.Provoca ma fa la figura dello scemo.
    Sono più scemo io, sì, lui è Jim Carrey e io Jeff Daniels.
    Sono doppiamente imbattibile.A lungo andare, sto perdendo la bussola. L’Inverno si protrae e perdo ispirazione. L’apatia ritorna e non scatta la molla, anzi, m’ammoscio con occhi da pesce lesso. Circola poca aria e perdo anche i capelli. I flaconi del Bioscalin aiutano a rinfoltire il “lupo col vizio”, ma si “spelacchia” anche la voglia di figa. Divento un triste figuro, più che altro.

    Il referente Adecco, agenzia lavorativa della minchia, beve solo il cappuccino a Crespellano.
    E sta mandando a troie quelli in attesa.
    Lui mescola il cucchiaio e gli girano pure le palle.

    Bella questa. Questa è bellissima!

    Mio figlio è matto, si crede sensitivo e infatti mi raffredderà del tutto. Mia moglie fa schifo alla monnezza, recita bene ma è una strega, eroticamente parlando. Con costei, il cesso dei cessi oltre il water, ci vogliono mille chili di Viagra. Meglio farsi una bevuta col “maggiordomo”.

    Il maggiordomo è uno psicopatico assassino, non bisogna dargli dunque troppa confidenza. Altrimenti, camminare assieme allo zoppo, ti rende appunto pazzo. Zoppo no, io zappo. Male che può andare, mi darò la zappa sui piedi.
    Tanto a che serve camminare in questo Mondo?

    Solo un altro bicchierino per tirarmi su il morale.

    In poche parole, il mattino ha l’oro in bocca.

    Dai, mettiamo su “Nebraska” di Springsteen.

    Qui, finirò congelato.

    Prendiamo armi e bagagli e via da quest’Overlook Hotel.
    Si fotta il direttore che m’ha assunto.

    Meglio finire barboni che nel “ginepraio” degli orrori.

    Adesso, chiedo la pratica di divorzio e spedisco mio figlio dalle suore.

    Poi, continuo a fare Jack Nicholson.

    Jack, si sa, ci dà.

Living greatest actor


24 Mar

Sguardo qui, ciiis!

 

Acting is one of the most important parts of a movie as it lends believability to the story as well as offering both dramatic and emotional depth to a film. The best actors can completely disappear into a role by almost seemingly becoming the character they are playing. To make this list, an actor must still be active making movies and must have peaked as an actor sometime in the last 15 years (hence the omission of Robert De Niro, Al Pacino, Jack Nicholson etc…).

The actor must also be able to play a variety of roles believably and have a decent amount of good movies to their credit. The actors were primarily ranked for their overall acting ability including their versatility, believability, intensity, and charisma. Their ability to choose good scripts was also factored in as well as the amount of quality movies and roles they have had. Of course, with the vast amount of quality actors right now, someone’s favorite will undoubtedly be left off.

15. Tom Hardy

One of Hollywood’s rising stars, Tom Hardy has consistently been churning out quality performances for years now, only his willingness to blend in to the fabric of a film has made sure he’s not as well known as he should be. His outstanding performance as Bane in The Dark Knight Rises, for example, required him to wear a mask the whole film, making it hard for some people to tell who the actor was. Hardy is known for throwing himself into his roles as he put on massive amounts of weight for his portrayal of both Bane and Charles Bronson.

He has turned in great performances in Inception, Warrior, and Tinker Tailor Soldier Spy and he has shown himself to be excellent at picking demanding and interesting scripts. Hopefully, with his starring role in the upcoming Mad Max sequel will propel him more into the public consciousness. Hardy’s dedication, intensity, and commanding screen presence make him on of Hollywood’s best rising stars.

 

14. Edward Norton

Despite not getting a chance to be in The Avengers, Edward Norton is still one of the most recognizable and versatile actors in Hollywood. He broke out in the late 1990′s when he starred in two of the defining films of the era in Fight Club and American History X. His performance as racist skinhead Derek Vinyard in American History X earned him an Academy Award nomination and the character is often considered one of the best of the 90′s.

Norton showcased his versatility as an actor in films such as 25th Hour, The Incredible Hulk, Leaves of Grass, and Moonrise Kingdom. In Leaves of Grass, he plays both a philosophy professor and his drug dealer brother. In Moonrise Kingdom he played a boy scout leader that is the complete opposite of most of the roles he had done previously. Norton has a reputation as an actor who is hard to work with, but he is definitely one of Hollywood’s most talented actors.

 

13. Leonardo DiCaprio

In many ways, Leonardo DiCaprio has long been waging a war against being known as “the guy in Titanic”, a war which he has been winning for over a decade. After the success of Titanic, DiCaprio starred in Steven Spielberg’s Catch Me If You Can, where he played con man Frank Abagnale.

In 2002, he also began a recurring partnership with Martin Scorcese which resulted in DiCaprio’s acclaimed turns in Gangs of New York, the Aviator, the Departed, and Shutter Island. He showed his versatility in other films such as Blood Diamond, Inception, and Django Unchained.

A three time Academy Award nominee as well as one of the shrewdest selectors of scripts in Hollywood, Leonardo DiCaprio is one of the most recognizable movie stars in the world as well as one of the most talented.

 

12. Brad Pitt

Pitt’s status as a celebrity heartthrob as well as his high profile relationships with Gwyneth Paltrow, Jennifer Aniston, and Angelina Jolie have overshadowed just how talented an actor Brad Pitt is. Endowed with a natural charisma, Pitt has long been one of Hollywood’s most versatile actors, equally comfortable in big budget films like Troy and Oceans 11 as he is with smaller films like Seven and the Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford.

A three time Academy Award nominee, Pitt has shown his versatility in films such as 12 Monkeys, Fight Club, Moneyball, Snatch, and the Curious Case of Benjamin Button. Pitt is also notable for producing smaller films and starring in them so they are able to obtain the budget they need to be made. Directors such as Andrew Dominik have been helped immensely by the support of Pitt.

 

11. Liam Neeson

Despite an inconsistent filmography, there are few actor in the world who can turn in a more affecting performance than Liam Neeson when given the proper script. Neeson broke out as an actor with an impressive performance in Steven Spielberg’s acclaimed film Schindler’s List. Later he mixed minor roles in films like Gangs of New York and Kingdom of Heaven with roles in some of the biggest films in history, such as Jedi Master Qui-gon Jinn in the Star Wars Episode I: The Phantom Menace as well as Aslan in the Chronicles of Narnia and Ra’s al Ghul in Christopher Nolan’s Batman series.

After starring in Taken, Liam Neeson became one of Hollywood’s go-to action stars, despite being nearly 60 years old. After starring in a string of subpar action films, Liam Neeson turned in one of the best performances of 2012 with his role in the Grey, which was itself one of the most underrated movies of that year. Neeson’s commanding persona and distinctive voice make him one of the most memorable actors working today as well as one of the best.

10. Russell Crowe

Despite being criticized recently for not being able to sing in Les Miserables, few actors have achieved a more impressive career than Russell Crowe. Crowe broke out in the late 90′s with acclaimed performances in two of the most memorable films of the era: L.A Confidential and the Insider. He didn’t become a household name until 2000 when his performance as Roman general Maximus Decimus Meridius in Ridley Scott’s film Gladiator, won him the Academy Award for Best Actor.

His performance in Gladiator is one of the iconic performances of the 2000′s and Maximus is often listed among the best movie characters of all time. Crowe further showcased his abilities in films like Master and Commander: the Far Side of the World, A Beautiful Mind, Cinderella Man, American Gangster, and Body of Lies. Crowe is still going strong as he is set to play Jor-El in the upcoming Man of Steel as well as the titular character in Darren Aronofsky’s upcoming biblical epic Noah.

 

9. Denzel Washington

Six time Academy Award nominee and two time winner, Denzel Washington is still going strong after nearly three decades of making movies, earning a Best Actor nomination just a few months ago. Washington is one of the most recognizable stars working right now and is one of the few actors who is well known enough to have their movies referred to as a “Denzel Washington movie” instead of just a movie with Denzel Washington in it.

Washington had pulled off some of the most iconic performances in film history, both with his portrayal of Malcolm X, and his portrayal of crooked cop Alonzo Harris. Known for his intensity and propensity for portraying confident characters, Washington’s only weakness is that he generally seems to play similar characters over and over again. Washington’s incredible natural abilities, combined with his history of legendary performances, make him one of the modern era’s best actors.

 

8. Gary Oldman

One of the most respected actors in the world, Gary Oldman has built up one of the most versatile filmographies of any modern actor, having starred in both big budget franchises such as Harry Potter and Batman, as well as smaller films such as Tinker Tailor Soldier Spy. Oldman first gained fame for his portrayal of over the top villains in movies like True Romance and Leon: the Professional but in recent years has played more heroic roles such as that of Commissioner Gordon in the Dark Knight series and Sirius Black in Harry Potter.

Oldman is one of the most versatile actors of all time and is one of the favorites among other actors. Actors such as Tom Hardy, Brad Pitt, Ryan Gosling, and many others have called Oldman their favorite actor. Despite his storied career, Oldman has only one Academy Award nomination to date, an oversight the Academy should fix as soon as possible.

 

7. Javier Bardem

Javier Bardem’s turn as assassin Anton Chigurgh in No Country for Old Men is one of the most iconic performances of the last decade, winning Bardem an Academy Award for Best Supporting Actor. His characters blank expressions and intimidating manner made him one of the most memorable parts of the film. In Skyfall, Bardem created a very different but almost as impressive villain as he played ex-MI6 agent Raoul Silva, who was almost the opposite of Chigurgh in terms of mannerisms and personality.

Despite being known primarily for playing villains, Bardem has played a variety of roles during his career such as his Oscar nominated turn as a struggling father in Biutiful. Bardem has two movies coming out this year that will show off his abilities in Terrence Malick’s To the Wonder and Ridley Scott’s the Counselor.

 

6. Tommy Lee Jones

Tommy Lee Jones has managed to maintain a fine balance between big budget blockbusters and smaller, more intimate films. He broke out in the early 1990′s with Academy Award nominated performances in both JFK and the Fugitive. He then became one of Hollywood’s most sought after performers after starring alongside Will Smith in the 1997 blockbuster Men in Black, he would later go on to appear in two sequels to the film.

He cemented himself as one of the finest and most versatile modern actors when he turned in two acclaimed performances in 2007 with his roles in the Valley of Elah and No Country for Old Men. In the last few years, he has gone on to appear in movies ranging from Captain America: the First Avenger to an Oscar nominated role in Lincoln. He is best known for his gruff mannerisms and dour personality but he has shown to be more than capable of playing a variety of roles.

 

5. Sean Penn

One of the most outspoken and controversial actors out there, Sean Penn also happens to be one of the most talented. Sean Penn broke out in the early 1980′s with his role in Fast Times at Ridgemont High but he became one of the world’s most respected actors later in the 90′s with his Oscar nominated role in Dead Man Walking. After two more nominations for Sweet and Lowdown and I am Sam, he went on to win his first Oscar for his dazzling performance in Mystic River, where he played a reformed gangster who’s daughter is murdered.

A few years later, Penn again won Best Actor for his portrayal of real life politician Harvey Milk. Penn is known best for his fiery, intense acting roles but is capable of playing a variety or roles as he showed in Carlito’s Way, the Thin Red Line and the Tree of Life. In addition to his acting ability. Penn has also proved to be an extremely capable director making such acclaimed films as the Indian Runner, the Crossing Guard, The Pledge, and Into the Wild. While he currently has no films in production right now, Penn is clearly one of the most intense, versatile, and talented actors in Hollywood.

 

4. Philip Seymour Hoffman

Philip Seymour Hoffman began his career as one of the finest character actors in Hollywood, giving him a wide variety of roles as well as one of the most impressive filmographies of any actor. Later in the 2000′s, Hoffman began playing lead roles more and more often and his partnership with director Paul Thomas Anderson has led to their mutual benefit. A brief glance at Hoffman’s filmography shows an almost endless number of impressive roles and movies.

His first notable role was a supporting turn in Scent of A Women in 1992 but he didn’t really get going until later in the 90′s with roles in Boogie Nights and the Big Lebowski. From there on he became a regular in Paul Thomas Anderson films as well putting in acclaimed turns in other films such as the Talented Mr. Ripley, Almost Famous, and 25th Hour. In 2005, he won the Academy Award for Best Actor for his portrayal of author Truman Capote, which made him one of the more prominent actors in Hollywood. He has played a variety of roles since then, including both the villain in Mission Impossible III, a maverick CIA agent in Charlie Wilson’s War, a struggling artist in Synecdoche, New York, a priest in Doubt and then in 2012 he turned in arguably his best role in the Master.

In the Master, Hoffman played Lancaster Dodd, the leader of a religious movement known as the Cause. Hoffman turned in a dazzling performance that showcased his abilities as an actor. His versatility and impressive filmography make him one of the best actors out there.

 

3. Joaquin Phoenix

Best known for playing dark, troubled characters, there are few actors who throw themselves so completely and utterly into their roles as Joaquin Phoenix does. Phoenix played in a series of small films in the 90′s where he earned acclaim but was not very well known. In 2000 however, Phoenix became one of the most prominent actors in Hollywood after earning an Academy Award nomination for his brilliant portrayal of the deranged Roman emperor Commodus in the acclaimed film Gladiator.

After that, Phoenix turned in excellent performances in Signs, Hotel Rwanda, and the Village before being cast in one of his most prominent roles in Walk the Line, earning another Academy Award nomination for his portrayal of Johnny Cash. After a bizarre fake retirement that took him out of movies for a few years, Phoenix returned to give one of the great performances in modern movie history when he played the troubled war veteran Freddie Quells in the Master. Phoenix perfectly played his character right on the edge of overacting, but was able to keep the role just believable enough to make it seem as if Phoenix isn’t just playing the role so much as living it.

Phoenix has several interesting roles lined up, including Spike Jonze’s upcoming film Her as well as Paul Thomas Anderson’s upcoming film Inherent Vice. Phoenix is easily one of the most talented actors working today and is well on the way to becoming one of the acclaimed.

 

2. Michael Fassbender

The newest actor on this list, Fassbender did not get a major role until he was cast in a supporting part in the 2007 film 300. The following year, Fassbender broke out in a big way with his breathtaking portrayal of Irish political prisoner Bobby Sands in the 2008 film Hunger. Fassbender lost a tremendous amount of weight to portray Sands in his various stages of a hunger strike and had complete control of the screen whenever he appeared. The following year, he turned in two great performances in Inglorious Basterds and Fish Tank.

In 2011, Fassbender confirmed his status as one of Hollywood’s best actors with a trio of tremendous performances. The first was X-Men: First Class in which he played the conflicted anti-hero Magneto, giving him his first starring role in a major blockbuster, the second was his portrayal of Carl Jung in David Cronenberg’s a Dangerous Method, and the third was when he teamed up with Steve McQueen once again to portray Brandon Sullivan in Shame.

In 2012 he starred in the major sci-fi movie Prometheus. Despite the lukewarm reception the film received, Fassbender’s performance was near universally acclaimed. Fassbender is one of the most intense actors in Hollywood, routinely giving affecting performances in even the most unusual roles.

Despite only being prominent for about five years, Fassbender has already proved himself one of the most devoted and gifted actors of his generation. With upcoming roles in such prominent films as 12 Years a Slave, the Counselor, and Terrence Malick’s next film, Fassbender will hopefully be able to even more fully showcase his acting abilities.

 

1. Daniel Day-Lewis

Considered by some to be the greatest actor of all time, Daniel Day-Lewis is the only actor in history to win the Academy Award for Best Actor three times. One of the all time most devoted method actors, Daniel Day-Lewis completely throws himself into every single one of his roles. His breakout film was 1989′s My Left Foot in which he played Christy Brown, a disabled writer. His performance in the film earned him his first Oscar. His next film was the acclaimed Last of the Mohicans, where he spent weeks learning how to hunt, fish, and camp in order to show how to live in the wild.

During the 90′s he turned in acclaimed roles in the Name of the Father, Age of innocence, the Crucible, and the Boxer. In 2002 he turned in one of his best performances when he played Bill the Butcher in Martin Scorcsese’s Gangs of New York. In 2007, he turned in one of the all time great film performances when he played Daniel Plainview in There Will be Blood, a movie that earned him his second Best Actor award and has become one of the iconic roles of the 21st century.

In 2012, Daniel Day-Lewis turned in yet another iconic performance when he portrayed Abraham Lincoln in Steven Spielberg’s Lincoln, winning his record breaking third Best Actor. Arguably the most talented actor of all time, Daniel Day-Lewis is notoriously picky about his roles, sometimes taking years between performances. Daniel Day-Lewis has reached a stage where he can play literally anything and be considered the favorite to win an Oscar and he is clearly the best actor modern movies have to offer.

 

William Friedkin, De Niro, Pacino, Springsteen, The Hitter


24 Mar

La favola del “bambino” stronzo, by Falotico

Come la solita favoletta della “crescita” che monta piano piano, e si leviga per dar ora calci a sterzare e stritolare l’assalitore.

Un bambino, rifugiato vicino al mare, “ossigenato” dalla brezza “claudicante” d’onde sulfuree, costruì con perizia un castello di sabbia. Attentissimo che non si sbriciolasse, a modellarne ogni lineamento, saldo d’architettura.
E ne gioì, quando il castello “inabissale” resistette agli impeti del vento.

Ma un “grande”, per scherzetto “innocuo”, glielo calpestò.

Il bambino pianse mentre il grande rise con enorme sfacciataggine, attorniato da altri “grandi” a prenderlo in giro:

– Dai, costruiscilo ancora.

Il bambino aspettò che s’allontanassero, raggruppò i “granelli” e riaggiustò il castello, più curato di prima. Apportò anche delle migliorie, “elevando” dei comignoli e plasmando dei cunicoli a mo’ di labirintici dedali, invisibili a occhi umani “adulti”.

Dopo qualche minuto, i grandi gli si avvicinarono ancora e un altro di questi gli ruppe il castello.
Poi, di nuovo risero alacremente, e uno di loro sputò in faccia al bambino. Che, piangendo, si disperò.

I grandi ripresero il cammino per la propria “strada” e il bambino iniziò, ancora una volta, a raggruppare la sabbia e a imbastire un altro castello.

Un castello perfetto, senz’ombra di dubbio, con tanto di finestrelle “guarnite” di conchiglie dai colori più variopinti e lucenti, e una stella marina a bandiera della torre più alta.

Il bambino, però, s’accorse che i grandi eran ora occupati a farsi il bagnetto.
E si accoccolò ai piedi del castello, “sorbendosi” un bel sonnellino terso dall’aria fresca del mare acchetato d’effluvi trascendenti.

Si svegliò dopo mezz’ora e, al risveglio, notò che il castello era stato nuovamente distrutto.

Fu lui a pestarlo stavolta e ad appianarlo con meticolosità certosina, affinché tutti i granelli riprendessero “posto” nella spiaggia.

Quindi, si alzò, e si diresse proprio in direzione dei grandi. Con in mano paletta e secchiello.

– Siete stati voi a romperlo un’altra volta? Vero?
– Certo, bimbetto caro. Adesso, ci stiamo divertendo un Mondo…, non rompere e costruisci il tuo castellino. Dai.

Il bambino si tolse la crema protettiva solare, di cui s’era cosparso, per non “bruciarsi” nei troppi “caldi”, e rivelò il suo vero volto, sgranchendo poi il suo corpo e allungandolo da come lo rannicchiò per non ricevere troppe scottature. Si mostrò in tutta la sua interezza.

– Oddio mio, sei un Uomo più grande e grosso di noi! -, urlò uno dei grandi.

Il “bambino” si parò davanti a loro, gettò a terra paletta e secchiello. Poi, pronunciò un “sottilissimo”:

– Già. Mai fidarsi di uno come me.
– Perché? Tu chi sei?

5 min più tardi, trovarono i “grandi” sistemati, uno sopra l’altro, d’ossa rotte attaccate per le vertebre (s)collegate, come un “sadico” letto a castello.

Il bambino, risolta la faccenda, si tuffò tra i delfini.

Il bambino, bambino affatto ma “affilato”, nuotò “guascone” da squalo. A caccia di tutte le “susine” delle medusone, che arrossì, accalappiandole da piovra…

Adoro le “strambate”, le strane “faloticate”, le totoiane recensioni da non censurare, le fighe incommensurabili da “misurarmelo”, finirò “curato” donnaiolo da prete “disarmato”

Periodo “pazzesco”, vengo invaso da lettere d’amore con scritte “prostrate” per amarmi “alla crostata” ma vado in cucina e “infilo” la ciliegina sulla torta di cioccolato, ingozzandomene a più non posso per “scremare” il dolcetto dalle mielose.
Al che, nel mezzo della Notte, proprio mentre il “mio” stava superando la metà dell’erezione “sgranocchiante”, ricevo una telefonata “spaventosa”. Addento l’ultimo cornetto, “gravido” di “ripieno”, e rispondo “in preda” a “macchie sparse” sulla canottiera “nottambula”. Macchie di varia origine, del “dolcino” ma non “vuoto” di bava alla bocca. La cornetta, sollevata nel mio “sollevamento” lì lì a gocciolare, s’incarna in una voce muliebre di raro “gusto”: – Uomo, prendi la macchina, e addolcismi. Non riesco a prendere sonno, ho languori sparsi dappertutto, inondami di tutta voglia sdolcinata, condiscimi coi tuoi canditi.

Replica: – Lasciami finire il cappuccino, devo ancora mescolare lo zucchero. Ricorda donna, mai scappellare se prima non hai ancora bagnato…”.

Contro… “denuncia”: – Ti do una pizza in faccia!

Io, l’Altissimo come le alpi “Alpenliebe”, ove le caramelle si sposano al Novi(zio) e la neve non si “scioglie”: – Ecco, infatti adesso mi recherò alla pizzeria “I Gaetano”, ove anche a Notte inoltrata puoi “infornare” di “mozzarella” capricciosa.
– Sei proprio uno stronzo! Andiamo in pizzeria assieme.
– No, la pizza va mangiata da soli, poiché “Il Sole sta in fronte a me!”. Sì, dopo la pizza marinara, un amaro senza “dessert”.
– Provochi?
– No, non invocarmi invano, donna, masturbarti sul divano in salsa “agra”. Io sono un Uomo agricoltore, cultore delle personali cotture senza le tue “catture”.
– Vaffanculo!
– Sì, vai a fartelo dare dal “panettiere!”.
– Chi è il panettiere?
– Una che fa rima baciata con puttaniere!
– Io ti sbatto in manicomio! Ora hai superato ogni limite. Coglione, t’incaglierò fra le sbarre!
– Sì, dammi una barretta anche con delle birrette al bar, e m’imprigionerai a un’alcolica sbronza, ubriaca ma libera dalle stronze.

Dopo mezz’ora, mentre davvero mi stavo “preparando”, di tutta Punto (FIAT, come appunto i cioccolatini omonimi…), per raggiungere “I Gaetano”, “aperti” tutta la Notte, suonarono alla porta i carabinieri perché avvisati dalla malafemmina malfattrice del mio “fallo”, considerato “erroneo” d’averle troppo “gironzolato” attorno e non averla “tornita” nel torrido da “bollita”.

– Falotico, allora, che ci racconta? Come la spieghiamo questa?
– Non c’è nulla da spiegare, infatti. Ce l’avevo… “ripiegato”, voleva che lo pigiassi, togliendole il pigiama.
– Allora, la “posizione” cambia. A quanto pare, è stata la “manigolda” ad abusare solo perché non riusciva a russare. Che schifosa!
– Bene, adesso Falotico finisca di (s)vestirsi, noi fra un quarto d’ora stacchiamo…, andremo assieme da “I Gaetano” ma ci raggiungerà anche codesta. A proposito, Falotico, sa come si chiama?
– Susanna.
– Bene, collega. Accendi il cellulare. Questa voleva un uccello ma dovrà rendere conto al pizzaiolo delle “olive” sue al peperoncino. Le scalmanate van calmate!

Ci recammo da “I Gaetano”, a telefonata (av)venuta.

Mangiammo a sbafo, leccandoci i baffi. Quindi, terminata la cena “tardiva”, ci raggiunse Susanna.

Entrò discretamente, in punta di tacchi, da puttana.

Tutta la pizzeria “brindò” con “lei”.

Salinger, in confronto a me, è uno da Scuola Holden…: non c’è un “cazzo da fare”, come “la” giri e la rigiri, mi spacco le palle!

Ora, non voglio corteggiarti anche perché la mia fama eremitica è oramai conclamata fra chi mi conosce. Sempre più rafforzato nel mio isolamento, più benefico delle baldorie e della frivolezza che, a lungo andare, mi nausea e m’annoia. Abito a Bologna ma son con la testa sulle Dolomiti. Il mio secondo nome è Cliffhanger.
Ma sei uno dei pochi volti, anche se di “Profilo” B/N d’occhiali celati da Sole, ad affascinarmi. Credo di non essermi sbagliato. Non si vede molto da una foto così discreta ed elegante, ma anche di più. Snob. Lo sei. Esigente, Donna al mille per mille e intraprendente per un pene che ti sia “garbo”. Quindi, già son defilato, meglio non essere infilzato.

Però, nel mio salingeriano starmene oramai sui “monti” della mia casa, partorisco opere letterarie. Un falò delle vanità. Sì, mi chiamo Stefano Falotico. Troverai conferma su ibs.it, previo Facebook ove contatto chi voglio io.

Quindi, un’amicizia “a distanza” non la rifiuterei.
Per il resto, sono il rifiuto netto all’umanità. Non sono misantropo ma neanche topo.

Sono il top.

In poche parole, “rattoppamelo”.

Come una Deborah videodrome, mi sganciò un “bacio” dal PC.

Andai al traumatologico a consegnare il mio computer ammalatosi di virus.

Pre-finale “breve”, solo 3 min per riscaldare la “pasta”

Ieri sera, ho registrato un programma intitolato “Il vecchio brucia la vecchia e poi prepara lo stufato”. Nuovo “varietà” di ricette per un Mondo che pende dalle labbra dei culinari.

Il mio ingrediente, invece, è un pizzico di pazzo su sprazzi d’aglio da vampiro e uova strapazzate nel mezzo della cazzata!

Lo guardai disgustato, il programma con l’uomo Lupo, quindi tornai da “I Gaetano”.

S’era fatta l’ora di pranzo, e la frittata ci stava tutta.

Finale “acquatico”

Il bambino alcune le “bagnò” di più, in altre rimase all’asciutto, ma fu comunque soddisfatto.

Uscì dalle onde, smontò l’ombrellone e rincasò.

Si “docciò”, si profumò e accese la televisione, “mettendolo” su Sky, ove Selvaggia Lucarelli, “esagerata” come non mai di minigonna “liquida”, stava intervistando Filippo Facci che, fra un capello suo “gelatina” e battute agghiaccianti, osservò d’occhiatine quel che intravide nella sottanina.

Al che, il telefono squillò nello studio…
Selvaggia rispose, prendendo la “palla” al balzo:

– Ancora tu, Falotico? Non ti piace l’intervista?
– No, “potrebbe starci”. Ma ora passami Facci.
– Va bene.
– Pronto? Stefano, che vuoi dirmi?
– Facci, hai una faccia di merda!
– Prendete carta e penna, quereliamolo subito.
– Ma che vuoi querelare? Chiacchierone! E non guardare più “di sbieco”. T’ho beccato, volpino.

Morale della favola:

se un puro si ricostruisce e prova a costruire qualcosa di buono, non bisogna rompergli i “granelli”, detti “palle”. Altrimenti, ne va della logica del “costruttivismo”.

Terminando con Facci, è all’“apice” del castello “umano”.

Terminando con me, sono Terminator.

Terrone se mi va, terriccio se non attecchisco, atterrito se non me la dà, steso al suolo se ci dà.

Applauso!

Sono il picchiatore della melodia di Springsteen.

Se non ne conoscete il testo, è questo: uno fa il pugile, si redime, finisce che picchia di nuovo, perché ha una dignità sua da difendere.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Totò Sapore e la magica storia della pizza (2003)
  2. Cruising (1980)
  3. A qualcuno piace caldo (1959)
  4. La storia infinita (1984)

Festa dei folli, comunicato ufficiale


24 Mar

 

Consigli per la Pasqua


23 Mar

Per Pasqua, fratelli della congrega, comprate il mio libro su William Friedkin, smettetela di frignare con le uova marce. Meglio il “marcio”, che sa marciare!

William, William, William!

In questo matt(ut)ino primaverile, ecco a voi un saggio di “matta” voglia mattiniera eppur mai “diurna”. Un libro su due duri, inaffondabili. Inattaccabili! Non violateli!

 

Prefazione “falotica”… (se v’annoia, basta saltarla e passare al paragrafo, vi consiglio però di leggerla non alla leggera, io legifero, son ferreo, son figo)…

Pregiato Cuor dal livor horror

Chi crede che, ironizzando, io scherzi spiritoso, sia benedetto nell’acqua ad abluzione del suo “immarcescibile”-marcissimo Peccato, da me mai assol(u)to, ché disosserò il suo sacro osso e, “blasfemo”, ne stigmatizzerò le costole, marchiandolo di calvari spirituali e spiritici di mie sedie “purificanti” a scaraventarne le ceneri sue che impolverarono i “poveri”

Angherie e soprusi, si tace e si taccia, si falcia e si striscia di colletti bianchi a “collarini” della societù “cuoricina”. Ma il mio virtuosissimo finambolismo se ne frega e li sfregia con altezzose mie “zie” a zittirle per sempre. Ove, tombale, dissotterrai le spade del furore “sedato” e ottenebrerò la fosca cupidigia di tali usanze che ungono e “maledicono”.

In un baleno, io son Bianca Balena, fra balenotterele vostre e balletti in balera, “lisci” come l’olio a voler sbatter in galera chi è pirata di galeoni.

Gallo, alzo la cresta, e pesto te e le tue galline, strappando la criniera tua “leonina”, strapazzando le “uova” da orso contro le pelose tue micine. Che vuoi? Che “ovuli?”. Le ammicchi e appicchi il “fuoco” tuo. Fatuo non sei come me,Faust e fasto, ché di tuoi pasticcini sol pastrocchio conci per le “feste”, sgualcito fra notti in calore tu “accaldi” il coito dopo tante coliti da frustrato coi debiti accollati e le “gallette” a collo di “a tutta birra”… tanto se ne “bevono” e abbeveri gli asini per “accordarli” al tuo bovaro modo di “tenderlo” e “intenderla”. Che “tenero”. Ma il mio morso imbriglia, sciolta diarrea alle tue già logore logorree. Io sono il tuo “gore” e nessun fantasioso Verbinski ti salverà dal “naufragio” della mia prima Luna. Lupo t’adocchio anche “bendato” e t’acceco di “cannone” in mezzo ai tuoi “cannoli”.  Che cremosità “grondante”. Pum pum, il tuo “babà” è goccia che sbava al “liquore”. Languorino… Bravo coi tuoi “bravi”… ragazzi, gangster che io scarabocchio, con tanto di “testate” cornute alle tue cornee di nuovo in tribunale, foro anale. La forca, mio porco.
Contro le trivialità di chi, per primo, sfoderò i coltelli da serpente. First Blood, ora la tua testa esplode e son io a scandagliarti, a scavarti da scanner cronenberghiano di chirurgia alle carni tue tenui come le lotte “intestine”…, fratricide da fradicio sudatissimo mai attenuato, a tenaglie suino subito supinissimo, non supplicare m’applicati per non placarmi a spaccar la tua “placca gengivale” dal salivar sale a non salvarti ma io a salutarti, “verme solitario” di morbo virale a te “morbido” d’intestino “grasso”, oh crassa arroganza che, di rughe, arroventò chi vuole (la vogliettina…, non le mogliettine mignotte…) sola-mente “arrovellarsi”. Ché veliero senza il velo dei tuoi “zuccheri” da trucchi nel (ri)“toccarle”. Son tocco, tonto alle tue rotonde puttane da mappamondo. E circumnavigo il globo per accerchiare le sferiche “palle” della mia “costellazione d’Orione, mio bel coglione.

Ribaltiamo il gioco e, soggiogato, ne sarai cavalcato.

Resistenza a “te”, “pubblico ufficiale?”.

No, tu sei un puberale da gabinetto e ufficetto.

Ecco il mio “cappuccino”. Tutto “incappucciato” quando, fuori dalla porta della tua casina, ti fracasseremo la testolina, “fragile” come il frassino, di legnate nel casino a frantumarti anche i testicoli.

Sei terrorizzato? Ah, prim’ammazzi e poi non vuoi stramazzare?
Eh… ehi, non funziona così, “bello”.

Non fare il “carino”. Ecco i canini.

Sai? Mordono!
E ti stracceranno quel che hai mezzo alle gambe.

Intimidazioni, stupri, fisici e psicologici, “paralitici” per chi ha impalato e, ora, da Vlad l’impalator’ sarà issato “in gloria” dei “cieli”, a brindare di “mondiali” a cornamusa d’uno stadio eretto “in santità” per tutta la plebe ad ammaestrarlo di leone iroso, ah, adirato graffia e gladiatorio sbrana, gli “aizzano” le “catene”, alzando le palizzate e paletti a incastrarne i denti dell’abbufarsene ché s’arricci mansueto e “coccolato” da una spranga su “spaghi” d’altro vessare nel “riversagli” sangue, ma stritola i nemici e li solleva, barcollano tremanti, arrabbiati adesso s’inchinano per una grazia non sua “accorata” e gemono delle piangenti grida d’ogni innocente del loro vigliacco cannibalismo. In grembo! Evviva Rambo!

E che prostituzioni al “lavoro” tanto per “dorarsi” d’imbellettata posa, “sposati” e con prole “a caricarla”, a esaltarla per gli “abbracci” per me solo brace e rude bronzo di Riace, muscolo che scolpisco e colpisce all’esanime “stile” del loro “attillato”… “aderire” e “indurirsi”. Oh, miei grezzi criceti, “fortificati” nell’astuzia furba e ingegnosa, son io l’aguzzino e aguzzerò la (s)vista vostra da mostri repellenti, spellati di svenimento e “turgido” struggervi in compassionevoli perdoni. Oh, per carità, si domanda “assunzione” al Regno del Principe alato, ma io aleggio d’aviatore Icaro e, “cari” armati carri, non trascino la carretta ma s-tiro micidiale ai vostri omicidi da “corte” alle micette.
Assassini!
Che miagolio “arruffato”, mi date del buffo ma son il capo d’ogni Puffo e vostro “plof”, sono io il Professore e, non docile, anche Biblioteca d’Alessandria del docente che addusse questo:

ogni “Duce” è da pollice giù, preferisco il mio alluce a chi addita e scortico, “corrivo”, le smaltate unghie delle vostre femmine (s)“venute”, poiché verrò apocalittico e schierato a elidervi con le “allusioni” a ogni vostra chiusura per le “clausure”. Io son “chiave” dell’Inferno alle anime tanto animate delle mimose, miei “innamorati”, sono il moro e non morirò. Ammorbatevi e non m’ammorbidirete. Non m’abbindolate ché non avvolgo l’involt(in)o del mio abito a non abituarmene e “abitare” nelle vostre cas(s)e da morti, io sono in panchina e domani anche sulla banchina, vi sbatto “ondosi” al banco degli impu(n)tati, moto “oneroso” del dovere che vi chiama alle “ur(i)ne”.  Malato son forse “matto”, meglio di Matteo l’evangelista, son novella nel rinnovarmi a ogni mio nerbo innervato sullla neve scagliata focosamente ai vostri gel(i). Sono la brillantina, l’erezione cutanea, mi crogiolo in nave, e sparo nell’incunearmi ove “scaturisco” mentre, impauriti, scappat(oi)e e pisciate fuori dal vaso. Miei “fiori”, son quello all’occhiello, l’oste nei miei castelli, sogno e non assonnato me ne dolgo. Invocate e sarete imboccati dall’ostia!
Ecco che “ostriche”. Tu, oca, sei “pappina” del pappon’ Paperone! Egli cammina a papera da quaquaraqua. Eccolo “qui” il mio “annacquartelo”. Sgolante si danna per “darmele” ma non risarcirà di danaro, gli son avarizia di “liquirizie”. Egli cala le brache e anche la libido sua si “ammoscia”. Io, la mosca e moschettiere di scherma. Non scherzate, guerci, io sono una quercia e mai lercio b(r)uco, scheggio “abulico”, schernisco le apatie e ischeletrisco i vostri “vischi”, vizi e “mucchi”. Selvaggio, mi tempro all’ombra con un sombrero da sumero. I somari son stati amareggiati, il mare qui è limpido ed è “lampada” contro gli allampanati.

Tu, barone, bari al bar, ecco come mischio le carte “a tavolino”, di briscola son biscia e “scopa”… a terra se, al pavimento, non vuoi pulir la merda del tuo “cementare” il prefabbricato del putrido e impuro sporcare.

Amami e avrai un amante non “mio”. Non sarò colui che (ti) è, ma uno che fornicherà di tradimenti e “condimenti” con contorno di “patate”. Egli è un manzo di bistecca “al sangue”. E gli macello l’uccello, con accetta “glielo” accetto, poi d’aceto gli spruzzo come un “pazzo”. Che pranzo. Ah, adesso mi spaparanzo e segrego la mia congrega senza il vostro gregge grigio.

Sono l’anemico e nemesi per mia Eccellenza, per antonomasia son musone e antitesi a quelle di “Laurea”. Son eccelso, senza essere incensato. Incessante, ordino pulizia dei cessi.

Vivo da “recluso”, in quanto son io a occludere e le bocche ora chiudete-la.

Chiamami “Chiaro”, sono l’oscuro e perplesso verso gli oscurantismi.
Io, (ri)baldo e giovane, cavalco e accavallo le mie “cosciotte”.

Non uso il casco, non cascherò mai.

Lo so per certo. Poiché ero e non fui, ora, scusate, datemi una sigaretta. Potrei spegnertela o “accendertelo” del “cerino” che non dà mai fiamma al fiammifero per il seno della Madonna da mammifera.

Sono uno da Milf.

Invero, mi chiamo Mammut. In quanto “tutti” ammutino.

Elefante Man da fantino nelle women.

Vivo nel Quatenario dei miei “lucernari” per polle al mio “polare” scivolare sul “lago” di tette con la quinta. Infil(zo) l’ago nel “pagliaio”. Ahia, l’ha “sentito!”. Indolore, in culo! Che “odore!”.

E parto in sest(in)a. Una volta che “parte”, la “proboscide” non s’assesta, e te li assesterà nel popò.

Ora, che il popolo mi “innalzi”.

Merito lo “scioglimento”.

Che gran godimenti. Mio demente!

Ne vedremo delle belle. E delle tue “balle”.

Di fieno ti son fiele, sono fiero di me. Sei ai ferri corti.

Te l’abbiamo “accorciato”.

Presentazione su prefazione di Davide Viganò

Ribadisco e non ammetto ragioni. Quindi, non sragionate.

Davide è come me, ci conoscemmo grazie ad altre conoscenze. Noi, mai senescenti e di nostra “scienza”, in mezzo alla folla noi incitiamo i “folli” a essere come costoro: Friedkin e De Niro.

Basta coi buonismi, coi lecchini, noi siam orgogliosamente “becchini”.

E vi beccherete solo delle bocche cucite se continuerete ad abboccare da psichiatri col bocchino!

Davide è antiborghese, detesta la massa, e fa bene, è cosa buona e giusta.

A contatto coi cafoni che van per la maggioranza, sempre accompagnati da maggiorate mentalmente minorate, se n’angustia. Ed è qui che c’è il nostro gusto.
Noi gustiamo, noi “stiriamo”, noi ce la tiriamo. Non c’è nulla di male in questo. Perciò, evviva il “Male” di Friedkin, questo regista che osò in tempi ottusi ove l’ignoranza “faceva”… spavento.
Il suo Cinema sventola come le ventole a chi soffre il “caldo” dell’erotismo alla “bona”.
Egli “lurideggia” provocatorio, tocca e annusa, sfila il guanto e “inguaia” le vostre teste, v’è testacoda di non capirci un cazzo, nel carpire le capre. Carpe diem!

Egli sa, sale ed è “salina” contro chi, di dolcetti, è più Halloween d’una strega.
Fake, siamo noi che ti sfianchiamo. E tu, Donna, fuck me hard!

Come? Che cos(ci)a? Come ti sei interpellata, pelosa, a me?
Hai asserito, non “inserendomelo”, che sfigato sarei.
No, non è la verità. La verità è “questo” come Friedkin. T’incula quando pensi che andrà “calmo”.
Datti a un calvo!

Cavati dai suoi “cavilli”. Sì, mangia il caviale, tanto te la (s)caverai.

Questo Friedkin che s’insinua di Notte, che scende dal camino e v’indirizza al cammino.

Che poi vira in De Niro, quindi si trasforma nel McConaughey a prendervi per “polli”, miei pollarrosti e pollastrelle. Friedkin rastrella, ti rompe con gli ombrelli, ombroso t’è “lombrosiano” negli ani.

Egli “lupeggia”, infatti, non cazzeggia. S’incazza e abbaia. Non rabbuia ma vi fa la bua.

Egli brulica nella brughiera, è drago sputafuoco nel dar pepe a chi, dalla vita, vuole solo il caffè della Peppina. Sarà Peppone? No, non è Don Camillo, non beve camomille!

Lontano un miglio già trent’anni fa dalle migliaia di stronzate che producono oggi.

Egli sa!

Sono un Uomo senza timore! Monco, spingi al timone!
E muoviti, per Dio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cruising (1980)
  2. L’esorcista (1973)
  3. L’ultima tentazione di Cristo (1988)

Francesca Pascale, “donna pasquale”


22 Mar

L’“ascesa” di Pascale Francesca, la “donna” del “Cavaliere”, i “piccoli” retroscena da me narrati…

Prefazione doverosa a dover di cronaca. Se all’uomo “medio”, integerrimo, somministrano medicinali “rehab”, Silvio “ingolla” l’Enterogermina della nuova fidanzatina, tutta tutta di “foglio illustrativo” per la raccomandazione dopo il suo “Depot”. Eh sì, Silvio ama quelle sottili, e non va per il sottile, infila e “deposita” affinché “salgano” in Parlamento.
Egli sì che sa “accasarle”, “accasciandole” ad Arcore, poi a “malincuore” le manda in malora.
Eh… la “sete” di “potere” nella stanza “orale”.

Pigliamola, ricordando prima i grandi, poi c’occuperemo del “suo”.

“Evviva” le “campagnole” elettorali nel suo letto!

Pietro Mennea è morto, “Mortacci!”, anche un pasoliniano avete “ucciso” per colpa che corse troppo, evviva Citti! Statevi zitti!

Mennea, campione olimpionico e duecentometrista fin al male incurabile per cui, defunto, oggi se ne celebrano gli allori. Oro di primati e primi podi prima dell’avvento di Carl Lewis e dell’uso degli anabolizzanti. Uno degli ultimi “alzabandiera” del tricolore vincente del nostro Paese oggi più arretrato di prima. Tutti fermi ai nastri di partenza e, se “sgattaioli” prima che (ti) “sparino”, sei “immortalato” nel “finish” d’una foto “ricordo” per le prese in giro da pista “ciclabile”.

Nato a Barletta il 28 Giugno del 1952, deceduto ieri Notte per cause appurate alla sua purezza.

Intellettuale, pluripremiatosi anche di varie lauree, specializzato in Educazione Fisica, un fisico mai laureato però in Fisica ma designato al “ruolo” dell’orgoglio nostro, oggi di plastiche e “ritocchi” in laboratorio. Hanno clonato le pecore, domani cloneranno anche tua madre, rendendola “a pecora” per “esporla” agli orrori dei bisonti sui viali…

Filantropo, innanzitutto educatore della Pedagogia a questa società italica d’imbecilli.

Partiva piano, “in sordina”, recitando la parte del “coglione” ai “blocchi”, poi accelerava e metteva al tappeto, tagliando quasi sempre il traguardo per primo.

Detentore di vari record, fu solo superato da palestrati più “pompati” e “dopati”.

Specializzato in varie categorie, non solo sportive, se ne va un genio, la Freccia del Sud.

Mica chi scaglia di “freccette” a “facili bersagli”.

La dura lezione di vita (im)partita dal “vile” Max Cady

Freschezza di Luna marcia, di mele marcissime a inondarsi di solarità accecante. Oh, che abbaglio, il lupo “abbaia” ed è “monaco” a Demonio assoluto, impertinentissimo d’ogni vostro sporco “peccatuccio”. L’orsacchiottolegato di cappio al collo, “squittì” nel suo ululato “raccapricciante” a scovar il capriccio del “leguleio” ignorante e irrispettoso, tutto pettinato e di “raffinata” cravatta nel nodo delle ingiustizie ch’arrabbia con la sua “indolenza” ad addolorarli, “tutti”, nel “dolorino” per suo “sommo”, e poco salomonica (ah ah, che “salam-o-i-ahia”) (Giuris)”prudenza”-pruriginosa-turbata del non risarcirle e confessare il tor(t)o dell’abominio a se stesso perpetrato di “mascara” nella sua amante “(s)quadrata”, ché di cuoricini addolcisce la fig(li)a-sua adolescenza soffocata dal manigoldo padre “truccato(re)”, di sadica “maestria” a lederne le grazie fosforescenti al suo “fo(sfo)ro” nel(la) fine (giustifica il mezzo… “uomo?”), che “finezza-furbizia”, di frigido intimidirne lo slancio sessuale, d’allacciarla alle paternali prediche, al che s’adegui all’educazione che l’avvi(t)i nel porcil tanto “amato” e amabile alla “buona” società. Arma del ricatto “adulto”, candito alle piccole pesti da “condire”, a cui raccontar favolette. Come coccola la sua Bella, tenendo cara la pellaccia e la “Bestia”. Il suo “cinema” ridacchia di gran arie che si dà, di danno non ammesso, perlopiù “omesso” fascicolo dell’imbrigliar “maligno” i testicoli dei “socialmente pericolosi”, (in)castrati su sorrisetto “castoro” da Nolte Nick e “notaio”.

Nottambula va la paura che atterrisce, si ribalta il gioco del terrore, biblica s’abbatte la vendetta dei “promontori” e delle gerarchie da “gendarmi”.

Ma il nostro avvocato non era esperto di “ordinamenti?”. Giuridico e “judge” giusto?

Non se ne dà pace in anima(le), e vuole ancora, di violenza psicologica, frenare le “rabbie” dei cani(ni)? Dando-deodorando lor(d)o, di suoi dardi aridi, lo sfoggio della sua aure-ol-a. Olé, come “esorti” alle “palle” la collega “inferiore” di “Squash” per sudarle fra le cosce. Attento, il basic instinct è Illeana Douglas. Pecca ma “nascondilo”. Non è Sharon Stone, sì, è libertina ma non denuncerà…, conosce bene il “sistema”. Legge del “Taglione”, mio “stupratore” stupido. Che tragico problemuccio adesso devi sbrogliare, nostro “imbroglione”. Tu freghi ma non ti sfregherai tanto le mani. Eh no. Non si può “fare”. Sono affari tuoi, ora(tore). “Me ne frego, arrangiatevi!”, sussurri contro gli “urlatori”. Tu, barricato da intoccabile, di barrette di cioccolatino t’alletti con la Lange nel lettino-diletto. Ah, ma stai mettendo su (questo almeno va “ammesso”) qualche etto di troppo. La tua pancia cresce a “benessere” delle “cer(tezz)e” pian pianino morenti e abitudinarie. Viziatone! Volpone!

Fissi un appuntamento con un antico “amico” che, nel pub, ti sbatterà… in faccia i tuoi puberali ragionamenti.

Tutti questi figli di papà, tanto (ap)presi d’ambizioni, esaltati, ma non s’impegnano l’un con l’altro.
Ognuno ha la cosiddetta “vita sua”.

Chiedi una mano e si prendono il braccio… della morte.
L’indifferenza la fa… da “padrone”.

Il crimine, mal “pagato”, va sotterrato di “palate”.
Prima risolvi la faccenda della faida, prima (non) farai i conti…

Assoldi dei teppisti per un’imboscata. Ah, ma tu avvocato dovresti esserne “informato”. Max è un montanaro, licantropo dei boschi, “cattivo” a Cappuccetto Ros(sett)o…

Max sfila i manganelli e (te) li suona. Che “carica”.

Avvocato? Avvocato?
 Perché ti celi dietro l’“immondizia?”.

Allora, sei proprio una merda.

Schifoso, fammi vedere la faccia.

No, dai, lascia “perdere”.

Risolviamo la questione in modo altrettanto “perbenista”.


A cura di Mariagiovanna Capone e Nico Pirozzi, “eminenti storici” d’un “Presidente” che farà “Storia”. Sì, nero su bianco delle sue avventure con una e poi un’altra, ché Pascale gli è “papale” di papille al suo “Calippo

Anziché comprare un libro di filosofia russa, un troglodita coi rutti acquista alla Feltrinelli questo “capolavoro”… “ascetico”. Incredibile!

Sfoglia le pagine delicatamente, soffiando sulle “orecchie” e sognando, intanto, Francesca immersa nelle “foglie” di Silvio. Si commuove, “bagnato” d’empatia al Cavaliere del suo “cavallo”.

Sì, non soffermiamoci su queste schifezze. Clinton sapeva come eccitare il “clitoride” della plebe “Monica”, Silvio gli è “mon(a)co” di strappo e “trash”.

Ora, come ha fatto “questo” a essere eletto?

Mi sembra che l’Italia sia un “paese” di puttan(at)e.

L’altra Notte, ero appostato dietro le serrande delle sue “serre botaniche”. E vidi, “captai” Silvio catapultarsi sulla puta con “inappuntabile” punteruolo.
Spinse fin all’applauso di Emilio Fede sghiacciato in brodo di giuggiole, che filmò l’amplesso “in diretta” per “audience” da Selvaggia Lucarelli. Una su cui nutrirei dubbi “in merito” a ciò che Silvio sa e toccò “con garbo”.

Questa è l’Italia!

Accattatevela!”.

Al tram! Insomma, “accattoni” noi siamo, ma non ci svendiam per le gattine mentecatte.

Ti attacco al muro!

Meglio la mia “cap(r)a” di questi “caporali” al “capriccio”. Fra l’altro, questa Mariagiovanna è parente(si) di Al Capone?

Ho detto tutto…

Io affabulo, io son favola e tu sei “affamato”. Diffamami, otterrai solo l’infamia!

Da quando ho privilegiato la mia anima, è tutto un privilegio. Leggo, non son Legge, scelgo da solo e ragiono senz’imbecilli.
Sempre patiti di festini, di fruste e “bei” fustacchiotti. Mi fustigassero.

Di mio, continuo a essere un mio lib(e)ro, “Hollywood bianca”, totale menefreghismo al “far carriera” su miei denti “carati”. Sì, siete cariati!

“Gustosi” fuori, dentro non più. Neanche nella “mela”.

Datevi alla Mecca del Cinema. Tu, che mendichi?
Che dici? Che vuoi? Il mio? Fatti i cazzi tuoi.

Datti al debito, io son ippica e “pippo”, di brutto.

Donnetta, ecco le manette, lega tuo marito, non imprigionarmi nel “vasetto”.
Basta con la “vasellina!”. Asina, ecco l’asola!
Solo rimarrò? Io remerò non da Sanremo.

Fiorello è tuo idoletto, diavoletta! Che fioretto di spadone!
Spadolini!

Ecco, ecco il forcone!

Basta, abbiam finito con la commedia?
No, voglio anche l’ammenda!

Meniamoli!


Ieri “insonne” sognai Silvio con “Silvia” fra i (ri)membri…

M’apparve diabolico, con tanto di parrucchino da “piedi caprini”, e m’intimò a smetterla di tormentarlo quando le “rabbuia”.

– Falotico, t’insegno le regole! Per la miseria! Sei un misero!
– Silvio, ricordi proprio il nostro Fiorello?
– Chi, l’intrattenitore di Sky?
– Già, il “Roberto Baggio” del “Karaoke” con Katia Noventa. Gli era “oca” di “codino”.
– Lei gli faceva la corte?
– Si, ma le metteva in coda.
– In coda?
– Sì, Fiorello, a differenza di te, non ama le ammucchiate, ma le file “indiane”.
– Cos’è un cowboy?
– C’hai preso.

E “rielaborò” Carducci nei verdi prati…, D’Annunzio, Leopardi, “poetizzò” il prender tutto a cantare:

La nebbia agli irti colli… piovigginando sale!

– Mi fornisce l’esegesi di questa “lirica?”.
– Non vale una minchia, come la tua.
– Ti denuncio e ti costringo ai lavori forzati.
– Ma che denunci, Silvione?
Levati dalle zoccole!

E salirò, salirò!



Daniele Silvestri è amico di Costanzo.

Che papponi!

Ce lo spariamo questo video?

 

  1. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  2. Ho ammazzato Berlusconi (2008)
  3. Guarda il cielo: Stella, Sonia, Silvia (2000)
  4. Don Pasquale (1940)
  5. Francesco (1989)
  6. Una notte in Transilvania (1985)
  7. Arriva un cavaliere libero e selvaggio (1978)

Pietro Mennea è morto


21 Mar

Pietro Mennea è morto, “Mortacci!”, anche un pasoliniano avete “ucciso” per colpa che corse troppo, evviva Citti! Statevi zitti!

Mennea, campione olimpionico e duecentometrista fin al male incurabile per cui, defunto, oggi se ne celebrano gli allori. Oro di primati e primi podi prima dell’avvento di Carl Lewis e dell’uso degli anabolizzanti. Uno degli ultimi “alzabandiera” del tricolore vincente del nostro Paese oggi più arretrato di prima. Tutti fermi ai nastri di partenza e, se “sgattaioli” prima che (ti) “sparino”, sei “immortalato” nel “finish” d’una foto “ricordo” per le prese in giro da pista “ciclabile”.

Nato a Barletta il 28 Giugno del 1952, deceduto ieri Notte per cause appurate alla sua purezza.

Intellettuale, pluripremiatosi anche di varie lauree, specializzato in Educazione Fisica, un fisico mai laureato però in Fisica ma designato al “ruolo” dell’orgoglio nostro, oggi di plastiche e “ritocchi” in laboratorio. Hanno clonato le pecore, domani cloneranno anche tua madre, rendendola “a pecora” per “esporla” agli orrori dei bisonti sui viali…

Filantropo, innanzitutto educatore della Pedagogia a questa società italica d’imbecilli.

Partiva piano, “in sordina”, recitando la parte del “coglione” ai “blocchi”, poi accelerava e metteva al tappeto, tagliando quasi sempre il traguardo per primo.

Detentore di vari record, fu solo superato da palestrati più “pompati” e “dopati”.

Specializzato in varie categorie, non solo sportive, se ne va un genio, la Freccia del Sud.

Mica chi scaglia di “freccette” a “facili bersagli”.

 

Buon compleanno Pino Daniele!


20 Mar

In verità, li ha fatti ieri, o chissà quando?

Daniele Pino compie gli anni. Un Uomo alla frutta che medita sul suo salice piangente, con del vinello e una bagascia a far i conti col napoletano amaro con tanto di vulcanica voce effeminata alla Loren nel Mastroianni, il Mastrolindo

Mi ricordo tempi vaghi che coniugai nell’Imperfetto al Passato remoto, d’anteriore su sedili posteriori


Al(a)to e menefreghista conclamato, eccedo di tutta boria con borchie contro le donnette coi borselli.
Non mi rammarico né mi pento(le), ché altezzosa mia raffinatezza a ludibrio luccicantissimo del mio essere “abulicissimo”, fra risate bucoliche di compagni viandanti in mezzo a questo vostro sputtanarvi in malora e baldorie di dicerie che incenerirò, senza posacenere ma acceso, in quanto sigaretta Chesterfield, azzurra come la Luna, rossa incandescente quando più “dura”, aspirando la vita con “soffi” al Cuore in zona “infarto cronico” mai ictus ma maledetto.

Sì, sbandiero i vostri panni sporchi e li stendo al “Sole” poiché, bruciantissimo come un fiammifero nella fiamminga Amsterdam, son io a provocarvi danno e anale ai vostri annuali baccani da “fatti”, miei fumati.

Io son Bacco, io vi becco e vi sbatterete, da soli, in prigione se ancora vorrete imbrigliarmi nella rete delle vostre teorie tattiche, con poco tatto e neanche Borotalco di Verdone su Eleonora Giorgi, da strategie “pressing” format(o) coglione alla Adriano Bacconi, poco Francesco Bacone dei “balconi” di Paola Ferrari, “Domenica sportiva” solare alla massima del filosofo “giurista” appena citato:

Il dominio dell’uomo consiste solo nella conoscenza: l’uomo tanto può quanto sa; nessuna forza può spezzare la catena delle cause naturali; la natura infatti non si vince se non ubbidendole.

Io, cari Bacconi e Bacone, ubbidisco al “liscio”, ribaltandomi d’autoerotismo con giochi “balistici”.

Sì, mi ubriaco di finte, eludendo le fighe, e “insacco” nella porta del mio porgervi il “fazzoletto”.

“Intonso” come voi che, di tonfi, sognate le tuffatrici ma non ne siete “truffatori”.

Celebrate DiCaprio l’attore che, d’emulazione, imita appunto Nicholson Jack nelle sopracciglia accigliate, inarcandovi ad applaudirlo mentre la vostra esistenza guarda, osserva ma è sempre più “cuculo” d’una Shutter Island che prevedo vicinissima. Il crollo è prossimo e percepisco sciagure del vostro realizzare tutti gli sbagli del trauma all’origine delle schizofrenie adoranti i “cazzi” degli altri. Andrew Laeddis sa…ardete solipsisti, adattando le anime in “cuor” arreso alla maschera da voi costruita per resistere alla voglia di tornare indietro e scoparvi quella del “Padiglione” meno da sedare ma di sedere ad andar “a culo”.

Vi preoccupate della “Politica” ma non badate al sodo. Emma Bonino consiglia ai bambini di star “buonini”, intanto rosica per Lucarelli Selvaggia che, poco “fredda”, sta “pianificando” un “programma” selvatico con Siffredi Rocco, “quello” che ha capito tutto.

Ieri sera, la nostra scosciatrice, senza vergogna e che “mette tutti” alle gogne mentre “pen pianino” tutta Sky in “lei” piacevolmente “affonda” (eh sì, Selvaggia ha “sfondato”, vende bene la propria “merce”), di seno in “tette” viste fu intervistata da una testa un po’ scoppiata di microfono ai suoi testicoli “arrapati”.

C’è qualche “uccell”’ che l’accusa di “Porcona” ma lei si difende, a difesa della femminiltà, “sostenendo” le sue “regioni”, calde nella bollita.

Asserisce, fra gli “altri”, che sogna Rocco a “inserirglielo”. E paragona il Siffredi a Willy Pasini, sessuologo della mutua per tutte le “mute” in cerca dell’“urlo”… “all’arrabbiata”.
Sì, secondo Selvaggia, Rocco mette in pratica le fantasie sulle natiche mentre Willy è solo coyote alla Peter di Luna di fiele. In quel capolavoro di PolanskiEmmanuelle Seigner fu al marito una Beep Beep a fottersi un nero più “pimpante” dell’impotenza ammaritata ma non sufficientemente “maturo” per “amarla”.

Mah, finirei con questo aforisma al “foro” di Selvaggia. Una che s’è creata un blog con tanto di sezione “Forum”. La frase da ricordare è questa:

Selvaggia ama il rock di Rocco, in quanto adora il Pavesino ad allattarlo di “biscotto”, detto in modo figurato anche “tiro” mancino a “inculata” tremenda con tanto di “Calcio”.



Uomini della ciurma, ricordate: la schiuma del mare è uno shampoo alla Tutti pazzi per Mary.

Il sex appeal si misura da come mangi un pasticcino e poi ti denudi, di canottiera, alla Bruce Willis.

Irresistibile. Come no:

il pasticcino!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mery per sempre (1989)
  2. L’oro di Napoli (1954)
  3. Il sentiero del pino solitario (1936)
  4. Pinocchio (2002)
  5. Vulcano (1950)
  6. Balla coi lupi (1990)
  7. Daniel e la gara dei supercani (2004)

L’Arte folle del Cinema


19 Mar

Il Cinema è Arte “folle” alla Alda Merini, non “adda morì” come Aldo Moro, ma avvenire alla Cronenberg David, l’Uomo Spider che non guida le vespette di Moretti

Il Cinema è passione mia divorante. A costo che mi costerà una cifra e mi “spellerà”, non scendo a compromessi con finte realtà. Cosa vedremo?

Fratelli della congrega, un anno di trambusto è già per me iniziato, perso fra vari deliri letterari, contratti che prevedono un certo “sborsare”, soprattutto delle ragazze a cui porgerò i miei libri “incomprensibili” per ricevere sportellate da “cassiere” ignoranti, naufragi ove il vento della mia anima si perde per ritrovar la rotta dopo la “rottura di palle”, il mio Spirito dirompente, prepotenti che mi picchiano e offese all’impicchiata affinché m’impicchi.
Ma io insisto, non mollo la presa cinefila e “sgancio” varie bombe da postazioni “radioattive” della mia reattività… tellurica. Infatti, prevedo multiple “lastre” che mi diagnosticheranno un Cancro per troppa asfissia polmonare da “terrone” a non “sboccare” da nessuna parte. Alla gola, in quanto mangio le mentine balsamiche e “nessuna” m’“ingolla”. Spesso mi scollo e “scoccio”. Il porto mi aspetta. Orsù, leviamo le ancore, imbarchiamoci del tutto. Eh sì, quando tutto va in barca, devi affidarti a un Titanic(o) veliero dei tuoi sogni, nella speranza che una bocciatura “Iceberg” non fratturi la prua.
Altrimenti, la vedo brutta, detta anche “Affogo!”. Caronte mi salverà da traghettatore ma finirò col “noleggiare” un traghetto con un drago delle favole per far spola, con questa “sposa”, a Capri, ove ceneremo vicino ai faraglioni ma senza nessuna “faraona”, ché concupita da uno con più “liquido”.

Ah, la liquidità. Non inflazionatevi se sempre affascinanti volete essere, se no le donne vi rendono “flaconcini” per colpa di troppa “affettività”… a un “altro”.

A parte l’imbecillità, che ha sempre il suo perché, ecco i film dell’an(n)o “a venire” che si prospettano superbi. Eliminiamo quelli superficiali, raggiungiamo la superficie delle vette, dell’empireo, oh Imperatore, questo Emperorcon Tommy Lee Jones non conquisterà nessun botteghino. E tu, volgare, chiudi la bocca e la “bottega”.

Cronenberg è in verità un Falotico in abiti esistenzialisti da Stefano “al reumatismo”

Nella mia casa, ci sono molti libri di Medicina, acquistati proprio nella frazione omonima del comune di Bologna. Altri, li lessi con delle pizzette di Altero, ma li comprai ad Altedo.
Ho sempre avuto una cultura alta, di “bocca buona”. Infatti, per anafilassi a un Mondo per me allergico… divenni senza papille gustative delle donne.
Alcune “limonano”, altre fan (il) brodo da galline. Di mio, la patata è lessa.

Ora, sto studiano da vicino, nonostante abbia visto tutto di “codesto”, la filmografia di David Cronenberg, come s’evince da geniusdavidcronenberg.com, sito veramente appena inaugurato ma sotto i migliori auspici.

David s’è laureato in Lettere, ma i suoi film non son da prendere alla lettera. Vanno interpretati come la Bibbia. Insomma, non stigmatizzatelo come “dogmatico”. Tutte quelle cazzate che leggerete, del tipo “Mutazione della carne”, “Evoluzione della specie”, “Sperma prebiotico”, “Cinema macroscopico”, “Telescopio nella mente da oroscopi”, sono stronzate.

Egli è colto “in flagrante” come il Falotico. Un po’ men(t)o(re), stando al fatto che, alla mia età, non aveva ancora scritto un romanzo. E neanche ora che ne ha appena compiuti 70.

Provetto e in provetta, “in vitro” su occhio vitreo, David è filosofo della Settima Arte. Perla rara… (ab)usare di cervello in un’epoca ove i “valori” sono alla cazzo di cane.
Una società andata a puttane è il “termometro” della crisi economica, discendente dalle scimmie, che arrostivano i simili dopo aver mangiato gli sciacalli e gli “uccelli volanti”, come la preistoria insegna ma voi non l’avete imparata. Vi conosco. Studiaste a memoria per la condotta, ma vi salvaste per il rotto della cuffia. Ora, con tanto di “lode”, vi siete imborghesiti nella “carineria”.
Sì, prima credevate alla poesia e al Cinema, adesso credete alla “postazione” Facebook dei “Culi Divini”. Non si “sparga” la voce del mio “seme” in gir(in)o, anch’io ne sono iscritto. Dovessi patir la “fame”, il sito servirà ad alleviare l’appetito o a fustigarlo di più. Nel “Non si sa mai”, intanto “ce l’ho”… fra gli aggiornamenti. Al Giorno d’oggi, bisogna precautelarsi, in caso di “tirare” a campare… Un fondoschiena “mela” toglie la patologia di torno, il germe e il verme.

Ancora lavora l’ex “Ministra” Germini?
Di mio, so che gemeva di “cul-toro”.

Cronenberg è come me.

Incontro uno, il quale vuole indagare nei miei comportamenti. Un tizio dal portamento da demente.
Gli sono scanner. E, di telepatia alle sue apatie, che vorrebbe proiettarmi grigiore e noia, alzo il volume dei neuroni, su “ultrasuonargli” le cervella.

Boom!

Ora, per molto Tempo pensai di essere Spider di Quei bravi ragazzi. Il cameriere preso per i fondelli dai “tosti” e ucciso da Pesci. Insomma, lo sfottò fu esagerato e rischiai di diventare peggio, sempre Spider, ma alla Ralph Fiennes. La doppia personalità “omonima”. Nomen omen! Proprio Come Lazzaro, “Alzati e cammen’”… se domani vuoi il comodino e un “caldo” camino. Da “fritto” in padella a “frittata” senza né brace ma “abbraccioni”. Quando uno ti “Abbraccia”, invero sei già nel braccio dei “finiti”.

Ho scoperto che sono Viggo Mortensen.

Spero di non morire da veggente.

Anzi, veggo in quanto Walken che vede di zona morta. Sì, per vari e-venti, mi “sciagurarono” ma non avevano previsto le conseguente del “coma”. Una volta risvegliato, alzai il radar e cominciai a scandagliarli con meticolosità degna della mia nomea e tanto a monster della guerrafondaia nostra “comunità” di viveur.

Credete che siano felici? Fingono, come una donnaccia di mezz’età con le rughe anche nell’erogeno di “tanto arimmel”.

Di mio, è inconfutabile che sia un genio per antonomasia, infatti a Santo Stefano festeggiano l’onomastico del loro martirio.

Me ne son sempre al(a)tamente fregato dei miei coetanei. Teppisti erano a 16 anni, età pericolosa dell’adolescenza sorvegliata d’adulti a metterli in guardia, e adesso posseggono proprietà private con “Attenti al padrone” a mo’ d’ammonizione. Io non entrerei in quelle case neanche se su quei divani trovassi sdraiata Naomi Campbell della nera “fulva” che fu. Quando, basculando in passerella, attizzava i fotografi nell’occhiolino a strabuzzare le loro coronarie. Poveri zoom.
Che zombi.

Non credo che ne godrei molto. Una così s’accoppiò con Briatore, uno degli esemp(lar)i più laidi a monumento zendel mio discorso. Una volta che si sistemi la pancia, fai il gallo del sistema e sguazzi fra collanine e “collari” a chi decreti “perdente”. Sì, in camera mio ho un suo manifesto con le “cubitali” del mio “masturbarmene” a testa “impettita” quando “erigo”… “quel che non si dice”.

Sono un fanatico degli eremiti e non dei Re Mida.

Ne ho conosciuti. Bambini che vennero sculacciati dal padre per un “voto di carità” che potesse “dare” il futur danaro per il “libero accesso” a ogni fessa per loro “di flessioni”.

Ex adoratori di Carpenter John, oggi con una fighella già in menopausa dei circuiti svalvolati del circolo (vizioso…) di cucito e cucina con le piastrelle “profumo” benessere.

Madri maniache religiose che hanno catechizzato i figli affinché fossero educati poi al “piccante”, una volta compresa la “parabola”.

Figli di papà col pasticcino di Domenica e la mano morta da “maledetti” del Lunedì mattina prostituito ai lavoretti per l’utile, il dilettevole e tanti letti “a castello” dei loro “valori” (s)montati a piacimento.

Sono un genio, professo senza professorini e maestrine, la mia via è maestra, in quanto Maestro che, se sgarri, pesta pure Vittorio Sgarbi.

Chiamatemi stronzo, sono un Illuminato.

Per il resto, Presidente di che?

Quando “tira” male, apro dei siti.
Farnetico falotichescamente, confabulo, amo le favole, anche le “fragole”.
In quanto lupo versione Tom Stall(one).

In fin dei conti, chi parla d’amore spicciolo è un picciotto, chi fa il grande è un piccione.

Insomma, non so se “starci”. Il sito sa.

Classifica dei più attesi. Non ho nessun attestato, ti prendo a testate!

Tre capolavori annunciati. E tu sarai denunciato.

Porto lo zaino, anche la zanna.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Only God Forgives (2013)
    Refn che “spacca”… le ossa, che maciulla, che stramazza al suolo. Cinema detto “Colpo allo stomaco”.
  2. Malavita (2013)
    De Niro versione “mal… andrino con un figlio anatroccolo”, quella “cocca” della Pfeiffer, “cuoca” di “birra” bionda, questo Jones, sempre Lui, cacciatore.

    Una cazzata coi fiocchi pirotecnici.

  3. Venus in Fur (2013)
    Un Polanski con solo due attori. La moglie fornicata dall’amante sadico.
    Questo è Roman al massimo. Un masochista che sfancula perfino la consorte, riprendendola. A schiaffi.

Genius-Pop

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