Archive for April, 2013

Michael “Iceman” Shannon and great Ray Liotta


27 Apr

“Red 2”, New Trailer


27 Apr

Torna la vecchia banda, sempre capitanata da Willis, con le new entries della Zeta e di Anthony Hopkins.

“The Big Wedding”, Review by Entertainment Weekly


27 Apr

If you see enough movies, you may start to absorb the lesson that any commercial comedy with the word ”wedding” in the title is to be avoided. Films like The Wedding Planner andThe Wedding Date overlap two flavors: corny and contrived. They tend to be about major life plans going wrong, but even the chaos comes off as overly diagrammed. We keep getting hit over the head with the lesson that happy endings emerge from messy beginnings. When I saw the poster for The Big Wedding, with the grinning, laughing faces of all these famous actors beaming out at me, I thought, ”Wow, this movie will probably waste a lot of talent.” Surprisingly, though. the actors shine. The movie, in its basic concept, is corny and contrived, but as written and directed by Justin Zackham, it’s executed in a pleasantly wry and understated fashion. I bought the people on screen, even when what they’re going through is a tinny series of movie-farce convolutions.

Alejandro (Ben Barnes) is getting married to Missy (Amanda Seyfried), and the two couldn’t be happier except for one glitchy problem: Alejandro has three different mothers — sort of. His parents, Ellie (Diane Keaton) and Don (Robert De Niro), adopted him. Then they got divorced, and Don hooked up with Bebe (Susan Sarandon), who took over raising Alejandro. Now, Alejandro’s Colombian birth mother (Patricia Rae) has shown up for the wedding, and she’s a pious Catholic named Madonna who doesn’t believe in divorce. So for the weekend, Ellie and Don will pretend to be married again, even though they’re just the kind of divorced couple who are always one or two tense jokes away from baring their claws.

Like I said: contrived. So what redeems The Big Wedding? It’s the way that the actors run with this scenario as if they were in a European art film, one that’s more focused on bourgeois behavioral nuance than plot. (The Big Wedding is, in fact, a quasi-remake of the 2006 French film Mon frère se marie.) De Niro, after too many phoned-in performances, has woken back up as an actor. As Don, a sculptor, recovering alcoholic, and seductive ”douchebag” (it’s the word that characters keep tossing at him), he looks terrific in his salt-and-pepper beard, and he’s as sly-dog funny and present as he was in Silver Linings Playbook. Don keeps getting punched, insulted, and called out for his years of bad behavior (infidelity, caring only about his ego), but De Niro makes him a Teddy bear of selfishness; you can see why he keeps winning these women back. He and Keaton, energizing her sun-dazed flakiness with pinpoint eruptions of hostility, make this couple seem rooted in experience. They push each other’s buttons without trying.

The other performers have one-note roles but do well enough filling them in. Topher Grace is Ellie and Don’s other son, a 29-year-old virgin who think he’s holding out for love, and maybe he is, but when he meets Alejandro’s biological sister (Ana Ayora), a lifetime of hormones catches up with him, and suddenly love and lust don’t look too far apart. It’s a sitcom setup that Grace plays with elegance. Susan Sarandon, as the temporarily kicked-to-the-curb Bebe, has the tricky job of acting polite and secretly furious at the same time, and she pulls it off. And Katherine Heigl, as Ellie and Don’s romantically frazzled but newly pregnant daughter, finds a nice outlet for her trademark neurotic tension. Robin Williams, as a worldly priest, is witty enough to make you wish that this character had his own movie. Zackham keeps the situations whirring as if he were spinning plates, but he’s got to be given credit for bringing out his cast members without letting them lapse into shtick. In its airbrushed way, The Big Wedding is onto something: the way that life keeps tearing up the rules that we write. Like, for instance, the one that says commercial wedding comedies are always phony. B

Superman is Genius


27 Apr

Sì, s’attorcigliassero. Da Man of Steel riceveranno inculate d’acciaio, molto “friabili” ai culetti lor ancor più balbuzienti (sono dei petomaniaci afasici di afe e se le fanno lì), come la serpe velenosa, infida e calunniatrice che,  in naftalina, verrà proprio “eretta”, “in pectore” del mio ispettore a ogni zona “buia” delle sue male… fatt(on)e.

Eh sì, è un malfattore, infatti è figlio di un fabbricante di violenze, il padre, un patito di Marlon Brando che però ha avuto una vita peggio di Fronte del porto

Direi di curare la “prefazione”, alludendo a un altro (im)potente di orge e festini

Prefazione a sputtanarlo! E che mi fa? Mi brucia la casa?

Tutte le donne delle notti “in bianco” di Silvio. Chi è Silvio? Il caimano dalle mani “morte”, “morbido” per la concupita concubina nel cubitale “culo” immolato a suo capitalismo anale.
Le cubiste! L’affarismo dell’“affarino”

Costui, imprenditore di cui non riveleremo il nome, in quanto famosissimo di “Ministro” del Consiglio dei corrotti minestroni, scalò ogni “scaletta”, saltando di palo in “frasche”, dette anche cespugli ove si può “abusare” di “potere” in lei sottomessa al modo (molo e ed emulazioni bagnasciuga in mula ammogliata non tanto) subdolo-subliminale fra “succhiotti” e “doli” in un’indole marpiona da “succinta” con profilassi per non metterla incinta ma sottomessa, ecco… tale esemplare “fattosi” da sé, in tal fattoria di “animali”, arrecò tanti mali sociali quante puttanelle a “lui” solidali ma “pene”… volenti o nolenti a “It” bisogna “dare” se vuoi “sfondare”.

Non ci sono puntini che tengano, ma “trapunte” ove “tenere” in “auge” il puttaniere mascarato!

Una delle sue prime conquiste “extramatrimoniali” fu Marta Flavi, che scippò da Costanzo Maurizio “riempiendola” nei “buchi” della sua agenzia con le agendine “uterine” d’agente patogeno per “incanalarla” a una carriera “bruciante” quanto una relazione losca di corna al Costanzo dipendente dal padrone jus primae noctis.

Silvio scopava la “pargolina”, mentre Costanzo era al Parioli.

Se Mike Bongiorno salutava la mediocrità italica al motto “Allegria!” con tanto di rimbombo da Eco… (Umberto), Silvio girò nell’oca di Messaggio Susanna, per una “Ruota della fortuna” d’amplessi bang con “Bingo” sottobanco.

Susanna, da allora, si laureò in psicopedagogia ma, chi s’accontenta, gode?
No, Susanna no. Infatti, ottenne un’altra laurea per “bona” condotta, affine ad “affilare” quello… di Silvio, che la rese “matura” e “indurì” il suo portamento ancor grezzo finché lei “venisse” nella copertina di Capital. Silvio “imboccò” Susanna per farla… crescere rispettosa dei suoi studi da “educatrice” ligia al “dovere”. Che “dirigenza”, che Susanna diligente!

Eh sì, la legge darwiniana della sopravvivenza. Se vuoi far… carriera, e superare così una condizione di anonimato in cui sarai giudicata solo un’analfabeta scosciata per le letterine di Bongiorno, devi “allattare” il Premier a “premio” d’una cover molto “scoperta”, insomma fra le coperte.

E devi “prenderlo” alla lettera!

Fra altre sue conquiste, Sabina Began, celebre meretrice del tutto “meritevole” d’un Silvio ancor marito eppur amandola d’armatore.

Costei si denudò su “Boss”, regalando la sua coniglietta al Silvione capo dei capi di colluttazioni con la mafia, previo “prediche” di Di Pietro e un Travaglio Marco che impedì a Sabina di partorire il Rosemary’s baby, figlio abortito dell’accoppiamento (gioco delle coppie e delle coppe?) travagliato e osteggiato dai “benpensanti” che non videro di buon grado un “Presidente” far l’amore con una gradevolissima però senza “gradi” militari, come esige, dunque “erge” la Fiamma “patriottica” del carabiniere sodomizzato dalle regole caudine d’educazione “cattolica” su “manganelli” d’una società ipocrita nostrana ove si mostra solo la Patria, appunto (storia di appuntati e appuntamenti di “pedinamenti” al buio…), ma non le vere patte-patatine degli altarini, in quanto tutti omertosi nella “bontà” dei falsi Patti Lateranensi.

Fascisti ancor al grido del Duce Mussolini, eppur tutti a muso chiuso quando c’è da tirar fuori davvero le “palle”.

Il Papa sapeva, il Papa era forse un pedofilo?

Cioè, per farla breve, anche se la “fece” molte (gira)volte nell’allungar il brodo della gallinella, Sabina pretendeva il riconoscimento dei suoi “valori”, ma Silvio le donò solo dei “gioiellini” di Famiglia da Padrino e da Dad in lei che dava, chiedendo soldi da assoldata.  Eh sì, vecchia gallina da Dado Starlette? No, una giovane “bambina” dai dardi (ri)tratti per un ritratto oramai incancellabile di “Gioconda” sul “condimento” del Silvio “tirato” (lifting o ce l’ha senza rughe?) tutto tutto dentro. Inculata a sangue, figa ancora o a livello “figurina” della figuraccia in “seno” poco figurato?

Figuratevi se a Silvio importa.

Pare che rubò Campbell Naomi a Briatore Flavio durante una Domenica nella quale Flavio cambiò le “ruote” della bombastica modella per annerire già Gregoraci Elisabetta, “curve” al silicone da scambisti del “futurismo” ideologico d’aperture mentali, soprattutto di troie “apertissime” ai cambiamenti di prospettiva e di “posizioni” con sgommate di bianchetto e colla saldatrice al materassino.

Poi, lo scandalo “Noemi”.

Sì, Silvio sostituisce una “vocale” di “A” con la “E” dell’onomatopeico orgasmo da balli “latini” del suo “biscione” da Bestia con tante belle che per lui belano come pecorine.

Chi sarà la prossima pecorella? Una della Sardegna o una da cotoletta milanese?

Silvio è l’uomo da battere. Poiché a tutte le “donne” l’ha “sbattuto”.

Silvio non morirà mai, ché è il cazzo che avete “eletto” voi da “eretti” italianoni!

Poiché, come Silvio, anche voi siete dei “tromboni!”.

Ho detto tutto, mentre Silvio lo dà, appunto, a tutte.

Colui che è

Come sapete ho pubblicato, su lulu.com, “Cento e una notte, bizzarri pensieri cinematografici”.

Quando c’è da “ballare”, sono come Mohammad Ali, il più grande.

E volo alto.

Non ci sono Cavill(i) che possan reggere.

Come una famiglia d’idioti tentò di ledere il Principe ma il Principe divenne Re, pulendosi con i pezzi di carta (da parati o da stracci-ati) delle loro “ambizioni altolocate”, in quanto si pulisce dalle merde con la “Carta Regina”

Molti m’accusano d’ossessione nei riguardi di tal nucleo.

Sì, ne soffro, in quanto responsabili di spergiuri e varie “amenità” di sorca, la madre, nei confronti del mio puro “frontespizio” spiccato, poiché da sempre invidiosi del mio stile raffinato e non “affine” al loro olfatto da bestioline.

Dopo tante cattiverie, mi ribellai “pericolosamente”, ma insisto sulla loro linea di sangue perché, quando si “praticano” violenze, gli unici riconoscimenti, che da me otterranno, saran dei frontali

Capoverso di lor riversare “impalliditi”, in quanto estratti dai globuli rossi in “trasfusione” alla mensa dei barboni, ove stan elemosinando la carità del loro poco esser stati caritatevoli con un “caro” bambino ino a lor “porcellino” molto più adulto dei loro cervellini.

Tutto partì dall’odio esecrabile del signor Giacomo. Il cognome lo sapete, “gestisce” altri loschi affari “gemellati” eterozigoti col fratello che sorride oggi con una mignottina di gotine, pescata alla sagra del suo “cascarle a fagiolo” simil soliti ignoti,  in quanto già giace (il grande freddo del fesso con la fessacchiotta in calore…) da “ani” immemori con il suo “spogliatoio” da demente, qual pari fratello di stesso “sesso” eminente.

Sì, malati sempre di sesso sboccato, “sbocciato” davvero con indubbia “protervia” (forse anche di protesi con la “pompa” dell’idraulico in caso lei non si “bagni” del riscaldamento al termosifone in tal cafoni e annessa-immessa “fidanzata” casalingua), appresero i “duri” insegnamenti dello Jor-El, il pater familias del loro Pianeta Krypton, soprattutto poco amante dei poeti criptici ma da stupri domestici “psicologi” degni davvero di “minzione” fra pugni, pugnette di “scambi” di “palle” che se le (s)passavan annoiate, nodi in gola, s-tiramenti slogati, mascelle deragliate e piatti fra tovaglie insudiciate con la moglie a tradimento e a tener “cassa” degli scontrini “fiscali” del marito in libera “uscita” (o entrata…?) con tutte le peggiori prostitute di via Stalingrado.

Facciam spalluccia?

Quelle migliori eran “pene” per i denti da coniglio del bugiardissimo figlioletto dai “filetti” lunghissimi (il naso adunco adduce che è ora “dottore” d’altro “lasciapassare” nelle passerine più al suo pisellino con le cravatte del “fiocchettino”, che “fiorellone” all’occhiello… il nasino asinone) da epilettico sulla fissa dei “letti”, essendone il prediletto. Da affissione!

Per “migliori” intendiamo, aprite le orecchie (lui aprirà altre bagasce…, forse una le ammazzerà con l’ascia, “sganasciando” nello “sgusciar-l-e”), quelle di offerta più conveniente.

Scontate a basso prezzo per la nomea “altissima” del nostro apparentato, come da paragrafo di “figacce” soprastante (a lui sottostanti), puttaniere di gran “cerbottana”.

Eh sì, le “bottane” voglion un “uomo” di botte… “piena”.

Insomma, fa pena e “lavora” di facciata per il pan da forno su fornicare nel suo “tor(ni)o” a topa di formaggino in lui tornita di torride schifezze.

Provò a mettersi contro di me, Superman.

E urlò “Lo voglio vedere morto! Deve urlare e farsi il culo, come tutti i normali comuni!”.

Infatti il padre, non contempleremo le sue comunelle di “Comunione” anche alle suorine molto suine di tal prosciutto “cotto” e “sentimentale” al crudo finto chiesa, non ha mai fatto un cazzo in vita sua. Ma lo usò, senza usurai.

Si spacciò per giornalista ma era solo un (mal)messo che “guadagnò” un appartamento comunale “grazie” alla “graziosa” moglie, la qual si “chinò” alla “varichina” del Sindaco per quattro spiccioli e un orgasmo “spicciolo” per salvare capra, cavoli, burattini, merende e lo stipendio al “mutuo” da sodomizzata “mulatta”.

Da tale “Genesi” molto molto costruttiv(ist)a, il figlio s’accanì contro Superman, in quanto menefreghista.

Ma a ogni attacco riceve nell’ano, annualmente, un mio dorato capolavoro letterario.

E più passan i giorni e più assume dei ricostituenti perché non trova mai il coraggio di costituirsi.

Soprattutto cerca il “suo” ma lo piglia dietro.

Oggi, il mentecatto, per raggranellar du’ soldi di “pubblicità”, previo qualche altro pube suo infantile, s’è creato in falli e farfalline un blog, ove già incensa il film di Zack, asserendo che lo ha “gasato a bestia”.

Ecco, su tale “espressione” vi chiedo di meditare.

Un maiale un po’ “montato?”.

Sì, la risposta è giusta.

A “lui” molto supposta nel post… eriore  e anche portiera incastrata a sua faccia maciullata.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Superman: L’uomo d’acciaio (2013)
  2. Superman (1978)
  3. Iron Man 3 (2013)

25 Aprile! Liberazione o compleanno di Al Pacino?


26 Apr

Il 25 Aprile siamo stati liberati dai fascisti? Sì, ma io festeggiai Pacino, nato in codesto dì, e non ho tempo da perdere con reminiscenze di cazzoni Mussolini bendati e incazzati mastini fasciati!

Evviva Alfredo che ti “fredda!” con un “Addio, nazista sei infornato da me in tue palle inforcate di bulbo in pallottole su mie sparate!” 

Ogni anno m’è consuetudine celebrare il compleanno di Al!

Che analizzerò in mio tutto bardarlo a differenza di molti di voi, la maggioranza sciovinista già “bruciata” credendo d’esser crudeli m’ardendo il cero di chi non è d’accordo e “cremandolo” come lo Strudel!

Gli ebrei furon arsi vivi, i russi soffrono di fobia sociale da cui le foibe del comunismo nella oggi massa capitalista a decapitazioni d’andar contro un “Capitano, abbiamo solo un capitano!” per finire accapigliati nello sperpero anche dell’ultimo numero di “Paperino”, scovato nei pressi di una disneyana bettola in quel di Mosca a issarsi in calice, pru(gn)a e complimenti di fantasie e utopia con delle topoline eppur grandi top(p)e di “pugnette”.

E Al Capone fu “solo” accusato di reati fiscali quando ammazzava di sicari, fumando un sigaro e fregandosi le mani “pulite” in teatro assieme a una matrona di “besciamella” sua impazzita, causa nascita anomala e indirizzata al Male dello scoreggione suo “pancino”.

Al Pacino ha compiuto 73 anni, sì, le primavere, mese inoltrato d’Aprile e non da scherzi nello schernirlo, voi che immolate Siffredi Rocco nella Lucarelli Selvaggia “arroccata” sul suo “coccolarla” in combutta d’un altro puttaniere formato “cioccolatone”.

Rocco, il volto “vero” del porco, Selvaggia, il volto “gossip” della porchetta allo spiedo nella moda del cool inculato non da sola ma in “saletta” col salame…

Alfredo navigò sempre per i fatti suoi e non darà mai credito a questi che si svestono e alle selvagge che si svendono per avventarsi sullo spettatore “violento” eppur “cortese” di “baciamano” nei catodici sogni proibiti di linguette, compresi gli spaghetti alle vongole con la cozza della moglie marinara dall’insoddisfacente-affacendato uncinetto e figli inetti con nettare e miele, sudori e “a malincuore” di bava alla boccuccia (in)castrata dal raggio “gomma” del televisore d’un volersi commutar in “proiettor” del suo ergerlo ad “alta” definizione, cambiando canale nei virtuali amplessi senza correr il rischio dello scolo, dato che Selvaggia è scotta e non ci saran cotture della “frittura” di mare, solo un amaro e un mirarla da lontano, come gli scogli “prelibati” di chi osserva l’orizzonte nel “verticale” in culo a sé perpendicolare di coglione annegato! Meglio comunque della zoccola con le zoccolette e le tette fra le tagliatelle del “cuoco”, “gran” al dente di lei “ardente”.

Alfredo nato a New York, innato di talento e non come te, minatore neanche tanto di trattorie saporite e mungitore di vacche insipide. Dai, piscia e stai zitto.

Non ha bisogno di presentazioni né di “presentini”, non addobba il presepino ma non ha neppure un pisellino per ilpurè!

Egli non ti fotte nell’esibizione del suo calore ma accalora la platea con interpretazioni scroscianti nella prima fila ove ci son fighe scoscianti e davvero di bocche buone. Non bonazze da linguacce. Non scemotti da salsicciotti!

Sette film che non son nani ma le prove d’un gigante.

Invero son tre, perché così mi tira e cambiamo registro!

Tu sei solo un aitante, il tuo alito non è un monologo fenomenale ma un affaticato monocolo, mio mongolo. Vaffanculo!

Donnie Brasco

Amicizia tradita, mai stata, forse tutto un incubo. Falliti entrambi, spediti in questa cazzo di vita per due missioni che non interessano a nessuno. Il primo fa il criminalotto, l’altro è un mafiosetto solo di baffi che rideranno del rimpianto.

Insomnia

Capolavoro di Nolan, apice dell’ermetismo fra i monti dell’Alaska nell’insonne, appunto, giornata “assolata” di Notte fuso orario e Al fusissimo che coglierà in flagrante il criminal’ andante-suonato prima di perder la bussola nella sua gravità da avo d’una nave antica, i valori suoi legati all’onore della giustizia.

I crimini efferati van puniti d’Alfredo nel freddo e nel gelo ma che si scalderà sotto “zero” in recitazione da vette Everest. Finale cristiano con la Swank a sorreggerlo dalla via crucis di due ore d’occhi sbarrati. Comunque, non annoia, è Cinema d’aperture mentali e anche boccata d’aria…

Gigione e alla “diaccio” degli eccessi smisurati nel sublimissimo sublimar le battute al minimo su classe al massimo.

L’avvocato del diavolo… e della “minchia”

Quando mai un Keanu Reeves, stronzetto “impuro” e indeciso fra una Theron e una Nielsen (capirai che sfiga), può fregare il Satana fighissimo di parrucchino alla Conte Antonio?

Mai, perché il Devil è Pacino che ti piazza dei “bacini” a vanità per il tuo popò rosso rosso.

Non invidiare il Diavolo, Egli sa perché l’umanità è andata a puttane.

Il primo responsabile è il Creatore che pare esser stato avvistato con Berlusconi ad Arcore, fra una mignotta e l’altra sotto la “Madonnina”.

Con Pozzetto versione “vergine” senza Edwige Fenech a urlare sconvolto “Eh, la Madonna!”, appunto, e Pasolini con Scorsese a braccetto per le vie del centro in questo Montenapoleone “caporale” che non lascia stare i santi e cavalca Troia di (furf)fanti.

Alfredo si salva, salpiamo!

Il resto vada in malora! Che ore sono? Non lo so, tanto non ho mai sonno!


Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

  1. Serpico (1973)
  2. Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975)
  3. Stand Up Guys (2012)
  4. Il padrino (1972)
  5. Scarface (1983)
  6. Heat La sfida (1995)
  7. City Hall (1996)

Il Cinema della discriminazione


25 Apr

Prefazione adirata a dover di cronaca “nera”

Qualche mese fa, in seguito a giuste e sacrosante dimissioni da un centro di salute mentale (termine che abolirei in quanto aborro già l’intentar l’aberrazione dell’“igiene” al cervello, roba che inorridirebbe Stanley Kubrick del più Christopher Nolan memento), qualcuno, non si sa chi…, piglia su la cornetta e telefona a un “egregio” neuropsichiatra con tanto di “lode”. Secondo me, e qui son Paul Vitti di Terapia e pallottole, l’amico del giaguaro che potrebbe essere l’“indagato” di presunto reato, tale “spiccato” medico “legale” infatti l’ha combinata “bella”, cioè sporchissima.
E gli sta come un vestitino nuovo.

In seguito a violenze psicologiche reiterate, dopo anni di dibattiti in tribunale molto appurate, aveva considerato quasi “infermo” il sano, pregiudicandolo di “socialmente pericoloso” e invece scagionando, ad adduzione (addizione?) di sintomi deliranti causa stress emotivo non collegabile alle offese ricevute e non “attestate” di prove,  le ragioni del fittizio, ma per lui “realissima” di “distacco” percettivo d’allucinazione e “voci”, decadimento psichico, sempre a suo dire (anche ardere inquisitorio…), non da imputare a un lestofante criminale che, dopo doverose “analisi”, è stato invece scoperto e causa del suo male nel pianger se stesso d’irreversibile specchio-anima traditrice (e)rotta.

– Pronto?
– Sa chi sono?
– No, non realizzo…
– Ma come? Lei è velocissimo d’intuito infallibile!
– Ah, adesso ricordo.
– Lei non vuole essere radiato dall’albo, vero?
– A che vuol alludere?
– Alla “malattia” metasifica della Luna. Secondo Lei, ero un lupo, anzi un licantropo, spauracchio con cui, nel Medioevo, additavano in modo eufemistico, ammantandoli di leggenda “favolistica”, gli “schizofrenici”.
La prego di controllare su ibs.it i libri (retro)attivi che le ho infilato di crisi di nervi alle sue cervella, con composto calmante a scalmanato (pre)giudicare. Predicato verbale! Non predichi!
Sa che potrebbe perdere il “privilegio” di “operare” sulla sua collega “apprendista”, la quale si “prostra”, servilissima, a cogliere ogni suo “fallo” per far… carriera?
– Non la capisco.
– La questione è semplice. Lei aveva accusato un savio che s’è dovuto sottoporre ai suoi “trattamenti”, quando invece il matto era proprio l’altro.

Questo le pare giusto?

– Eh, ma ci voleva Tempo per capirlo.
– Certo, comprendo. La macchina burocratica è molto lenta quando c’è da risarcire e molto svelta quando c’è da “decurtare”. Bisogna trovare una soluzione che zittisca il fattaccio. Spararle al volo.

Ora, mi stavo chiedendo… Vuole un “interrogatorio” formato quiz?

– Di che si tratta?
– Domanda uno: col suo “potere” mentale quante troione riesce ad abbindolare impotentemente di depot? Sono anche sue nipoti?
Domanda due: se non abbindola un genio, il genio potrebbe “introiettare” la sua “sperpicacia” da cacciator di “streghe” e stregarla in una morsa “stringata?”. Domanda tre: se due più due fa quattro, perché “lei” non ha considerato che non c’è due senza uno? Ricominciamo daccapo. Mi spiego meglio.

Lei è uno stronzo di “facciata” o ci fa a prender per fesso con la sua “faccina?”.

Non si sfacchini, la manderò in carcere di sicurezza così dei neri la “sfiancheranno” di “sedazione” al sedere, mio “culone”.

Ci sta?

– La denuncio!

– Sì, sì, certo, vai a dar via il culo. Mi pare la psichiatria migliore per sal(i)varsi.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

E lo sottoscrivo. Basta coi sottobanchi e il branco!

Basta col tuo camice bianco! Camicia di forza e alziamo i calici!

  1. Philadelphia (1993)
  2. Sorvegliato speciale (1989)
  3. L’isola dell’ingiustizia. Alcatraz (1995)
  4. Il miglio verde (1999)
  5. Fino a prova contraria (1999)
  6. Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male (1998)
  7. Le ali della libertà (1994)

“Thor: The Dark World”, il Trailer


23 Apr

Oramai, siamo agli sgoccioli? No, uscirà a Novembre, ma saremo invasi dalla tempesta del martello “pneumatico” di questo Dio “greco”, figlio di Odino, nelsequel al fortunato capostipite firmato Kenneth Branagh.

 

Tutto il cast al completo al rientro!

 

 

(Stefano Falotico)

De Niro Spy Kid…?


23 Apr

No, non è un film di Robert Rodriguez.

Ma un altro good shepherd stavolta in vesti esclusivamente d’attore per Bob De Niro.
Chissà mai se si realizzerà, dato che D.J. Caruso ci sta, ma lo sceneggiatore non è ancora qui. Assente, classico project su commissione?

 

Quindi, la rampa di lancio c’è, ma fra quanto viaggerà di riprese?
The Hollywood Reporter” riporta questo, prendetene nota.

 

Paramount is making a play on a package that includes Shia LaBeouf, Robert De Niro and director D.J. Caruso.

 

The studio is picking up Spy’s Kid, a Catch Me If You Can-style story set in the world of espionage with LaBeouf and De Niro attached to play a son-father spy duo under Caruso’s direction. The helmer worked with LaBeouf on the actor’s breakout hit Disturbia as well as Eagle Eye.

Raymond Brothers and Scott Glassgold of IAM Entertainment are on board to produce.

The movie project is based on a dramatic six-part series of articles by Bryan Denson that were published in The Oregonian in 2011 and told the true story of a traitorous spy who enlists his son to continue his work.

THR has learned that the rights deals have closed and that Caruso is in negotiations. LaBeouf and De Niro are in talks to attach themselves to the project. The actors’ final involvement will depend on any script that is written.

 

Jim Nicholson was a 20-year CIA vet who in 1996 was convicted of spying and sentenced to 23 years in prison, becoming the highest-ranking officer convicted of espionage. In 2004, his youngest son, Nathan Nicholson, began to seek solace and advice from his father in an Oregon federal prison after leaving behind a failed Army career and in a state of depression. The father raised his son’s spirits but also coached him in spycraft, in effect launching a second act of espionage from behind bars by using his son as a courier.

In the ensuing year and a half, Nathan traveled the world selling secrets to the Russians, all the while getting deeper and deeper over his head.

Grove-Atlantic just won the publishing rights in a bidding war for the book.

IAM controls the book’s film rights and also has a non-profit agreement with Nathan for his life rights, per his probation terms. Nathan has never given an interview to any other journalist besides Denson.

Jarod Einsohn is attached as exec producer and Emily Berger as co-producer.

No writer is attached.

Brothers and Glassgold were producers on the Weinstein Co.’s Hurricane Season, another true-life tale that starred Forest Whitaker. Lately they have been in the hot shorts game, setting up True Skin at WB and Rosa at Fox.

LaBeouf is currently on screens starring opposite Robert Redford in The Company You Keep while De Niro is now shooting David O. Russell‘s latest picture after wrapping up boxing flick Grudge Match for Warners.

LaBeouf, De Niro and Caruso are repped by CAA. LaBeouf is additionally repped by John Crosby Management and attorney Matthew Saver. De NIro is also repped by Grubman Indursky while Caruso is also repped by Media Talent Group and Bloom Hergott.

IAM is repped by Myman Greenspan.

 

 

La storia di “fascicoli” la trovate qui.

Buon compleanno Jack Nicholson


23 Apr

Happy Birthday Jack, il mio Joker, il mio clown con le sue opinioni!

 

 

Da tempi oramai non sospetti, quasi ritirato sei, accucciato nella tua pensione in panciolle a tifar i Lakers fra eccitate “ragazze” del coro sugli spalti che ti spalmano ancor un po’ di “linguette” con la trombetta in bocca tua irrefrenabile e ancor densa di salivar salire presto in Cielo, ché la vecchiaia è vicina alle coronarie in pericolo di crollo e nemmen per gli “immortali” c’è la salvezza della vita eterna.

Ma, anche se senile e “dispettoso” di panciona grassoccia e gozzo di gola sfegatata, io tiferò sempre per te, aspettando semmai un ultimo, strepitoso ruolo da consegnare ai posteri prima che il sarcofago si “deterga” in tuo corpo “imbalsamato”.

Tu, campione d’ogni smorfia, napoletano trasferito a Los Angeles, sei l’irriverenza gioconda che, beffarda, fu lesiva dei piccolo borghesi, all’inizio un po’ agghiacciati dal tuo viso “bottega degli orrori”.

Non ci(mi)terò i “tuoi” filmoni, imprescindibile Mr. Torrance, né vergherò per incensarti d’agiografia come si confà a ogni retorica dei “memoriali”. Ché ancor defunto non sei, e questi promemoria servono solo agli scribacchini per qualche “sfoggio” da onanisti ammorbanti, ombelicali, delle tue interpretazioni, invero inclassificabili, fuori categoria, tu a “raggiro” d’ogni schema convenzionale della recitazione.

Isterico, “deturpato”, “ladro” di mimesi in personaggio perennemente in te senza “Studio” di “mimetica”.

Sei la faccia di (cu)culo del tuo dentro, Oscar a parte sei un pirata del Piacere, cinefilo, consumato e anche carnale. Mai carnascialesco nonostante le tue “rughe” da maschera carnevalesca di tutt’espressioni “travestito” e mai in (ca)muffa da un’epoca bigger than life.

Buon compleanno Jack.

Detieni il record delle nomination maschili, ma a te cosa interessa se qualcuno considera Daniel Day-Lewis migliore d’un “terzetto” (im)pari?

Il campione sei tu.

Ti basta aggrottar le sopracciglia e non c’è Daniel che possa vincer(n)e di più.

Andiamo all’osteria a alziamo la sottana a tutte le “dam(igian)e”.

Ivi, sfilerò una serie di sette film impagabili del nostro impareggiabile Jack.

Film forse non tutti capolavori ma straordinariamente allineati alla sua mente, fuorviante, devianza dalla norma e dunque perciò immensi.

A mio modo di vedere, la vita non è un parere oggettivo.
C’è sempre il riscontro del tuo cervello collegato all’anima.

Sì, sono Jack il “matto” e mi adoro così, adornando la mia casa di Dvd che, rilegati accuratamente nel mio cimelio di cima ad apice d’ogni infinito trascendente, io -i-scrivo recensioni “incomprensibili” ad allettar la mia testa animatissima, fra bagni e schiume delicate e la mia mano che carezza, anche sol nell’orgasmo “fluttuante”, un’Amber Smith di seno “inondato”, ridondanti, ah come la dà virtuale, siam “bollicine” rilassate nell’idromassaggio col coton idrofilo d’una filantropia “malvagia”, lontano da tutti, fin dapprincipio quando fraintesero il mio tessuto “ottico”, distorcendomi in una dimensione “eccentrica” ma più normale nel suo consacrarsi a “puttana” meglio di te “beniamino” di scemotte che “insaponerei” mettendolo a “follia”, marcia/o ingranato d’occhio sgranato nel “bendarla” e lì “asciugare”, a peli rizzi e “volgari” in questa società ove ci si sporca, “puliti”, anche nell’ossimoro delle verità mai “pelle e ossa”, ché non voglion denudarsi ma dipingon le maschere a opportunismo.

Sono Jack il “cattivo”, tanti “trucchi” a Batman, più psicopatico di me, ch’è un Anthony Perkins con complessi di Edipo ribaltati causa trauma infantile dell’omicidio del padre, roba che le tragedie greche fan un baffo a ogni Tim Burton eNolan.

Son io, Jack il “leggiadro”, che sorvolo la città a pipì-rastrello da mietitrice fra voi che andate con una meretrice oggi, dietro facce intonse, ma “nuziali” nei bacetti con la moglie che “sbatterei” invece “al fresco”. Altro che i rinfreschi, va “affrescata” di puro calore in “gattabuia”. Lì odorerà il sapor “ciliegia” del secondino ad “assecondarla” e, di vasi dilatatori, “sbarrarla”.

Ah ah, me ne frego di voi lavoratori. Lavorar tutto il Giorno mi rende triste. Meglio mio figlio, un “cazzone” che gira coltriciclo a sfottò anche di chi l’ha messo al Mondo, cioè me.

Un po’ “orco” e un po’ “paternalistico”, sempre meglio di quel cesso da lavandino che interpreta la villana del villaggio deserto, qui all’Overlook… Sono stanco, ne ho le palle piene del suo full metal jacket da donnetta “casa e chiesa”. Ma a ogni Uomo capita una (con)sorte, non si può “estrar” il dardo a lavaggi d’Arancia meccanica. Che lavanda(ia) gastrica ad ascoltar e dar “retto” ai suoi moralismi giudeocristiani. Da me, la mentecatta, riceverà solo un’ascia “brividino”. Altro che “amorucolo” nel lettino per “riscaldarci” dalle intemperie. Il mio termosifone “abbatte” il “sereno” variabile più dei sifoni. Metti su Califano Franco, fa… afa, stimola la cagata.

Questo sono, Jack, e tu vai a rompere il cazzo a tua madre. Che, fra l’altro, ne abbisognerebbe per calmarla.

Sì, datemi una Donna e lo sarò Valium, valido a violarla nel rosa che lì si (s)posa.

Sono una merda?

Ma anche un genio.

Sono Jack. E tu una checca.

Cambio e ne cito tre.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Qualcosa è cambiato (1997)
    Lo inserisco al primo posto per questioni (an)affettive. Lo vidi, “alla rinfusa”, in un cinema ubicato in zona “losca” bolognese, quando ero lì a sbocciare nelle prime nostalgie “adulte”, quindi già necessità di qualche pastiglia antidepressione per ammortizzare i cavalcanti umori instabili.Mi rispecchio nel suo personaggio, misantropo invero amante della vita in ogni sfaccettatura.
    Un Uomo maiuscolo, letterato e coltissimo, di sensibilità prodigiosa che “assume” una forma antropomorfa di misantropie per sfuggire al suo troppo sentire.

    Così, inizia a ergere un muro, un fortilizio attorno a sé, fingendo (male) di disprezzare tutti.

    Per colpa, o per fortuna di eventi imprevisti, riscoprirà il Cuore che aveva gettato nella spazzatura dei suoi romanzetti mielosi in caccia di facili vendite pur non svendendosi a donne “(s)offerenti”.
    Maniacale, compulsivo, sempre sull’orlo di crisi di nervi, un flawless imperfettissimo, come tutti.

    A rivelargli la sua vera e “sedata” umanità, o “immunità” ai sentimenti adombrati, una Donna che lo stuzzicherà…, un omosessuale che odiava e a cui si lega amichevolmente dopo tante scaramucce, ma soprattutto un (in)fedele cane a fargli le “fusa”, in quanto Jack non è orso ma un gatto bisognoso di coccole.

    Capolavoro.

  2. Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
    Di pazzi è pieno il Mondo. In Parlamento, eleggono i quorum ma dove son finiti i cuoricini dei folli?
    La folla inveisce e s’accapiglia. I sani vengon sbattuti alla neuro…, i cretini ballano e scherzano, coperti dall’apparenza che va di moda. Qui, Jack è onesto, non ama lavorare.
    Gli altri detestano l’ufficio, compromesso per i repressi che però serve per “asservire” le donne e poi invitarle a cenette “romantiche” dietro (f)lauti pagamenti ove possono esibire i “fruscianti” al fin che lei capitombolerà nella “Tomb(ol)a”.Egli, il Jack (vincente o perdente sta a voi…, non giudicatelo!) non sta alle regole ipocrite.
    A costo di lobotomizzarsi “(in)coscientemente”.

    Imbrogli, casini, puttane più pulite delle impiegatine statali, fughe, cerotti, barzellette sporche, spari nella Notte.

    Insomma, fottetevi ‘sto film e ficcatevelo tutti in culo.

    Jack sa.

    E se non lo ami, non vali un cazzo. Che cazzo vivi? A fare?

    Ma che facciamo? Sfacciato!

    Quella è fatta ma bisogna, subito, rifarsela.

    Ma vai a fartelo dare, dai dai.

  3. Shining (1980)
    Lui è senza bisogno di presentazioni e curriculum.

“R.I.P.D.”, Trailer


22 Apr

Genius-Pop

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