Archive for October, 2013

“Grudge Match”, official new poster


31 Oct

“The Wolf of Wall Street”, Trailer e grandi attori, evviva Leo DiCaprio


31 Oct

I più grandi attori contemporanei nei capolavori a venire, con l’ultimo che non “verrà”: “C’è sempre un motivo” alla Celentano per essere mutevoli

Sento sempre dire che l’attore non fa un film. Verità vera, appunto, sino a un certo punto.
Sostenuta da Harvey Keitel, fra l’altro. Che, in una sua vecchia intervista, quando gli chiesero come poteva spiegarsi di essere tornato fra i grandi (parliamo della fine degli anni 90), rispose lapidariamente e anche in modo decisamente superbo: “Sono sempre stato un grande attore. Il problema era solo che i registi importanti non mi chiamavano più. Da quando ho conosciuto e lavorato con gente come Jane Campion, Ferrara, Tarantino, Spike Lee… (sì, vabbe’, avete capito), eccomi di nuovo glorificato”.
Ora, soprassiederei sulla dichiarazione del nostro amato-non amato Harvey che, asserendo ciò, trascura comunque le collaborazioni importanti della sua lunga “vacanza” italiana avvenuta a metà della sua carriera, e dissento apertamente con chi, a spada tratta, declama che è il regista a fare l’interpretazione. I meriti sono sempre da spartire. Perché Nic Cage non è Robert De Niro di Taxi Driver, in Al di là della vita è lontano anni luce dal febbrile nervosismo di Travis e dalla sua insonnia da complessi di colpa schraderiani. Per non parlare di Tom Cruise in Eyes Wide Shut. Efficace, al massimo funzionale. Figuratevi al minimo. Ma Malcolm McDowell di Arancia meccanica rende Kubrick più storico.
Insomma, non è sempre la solita “storia”, appunto.
Diciamo che il cineasta coi “controcazzi” dà la marcia in più e può “spingere”. Salvare cani, capre e cavoli, carne e merde.
Ora, penso a Leo DiCaprio. Voi avreste scommesso che, dal pur ottimo Jack dell’epocale comunque Titanic, sarebbe stato l’attore che oggi conosciamo e non potete assolutamente discutere, altrimenti bestemmiereste peggio di una comare dinanzi alla morte del marito mafioso? Ah ah.
Ci voleva lo zampino di Martino, eh eh, lo Scorsese già citato in “apertura”.
Il montaggio fa da sé il resto assieme alla fotografia e allo Zio che sa come dosare la messa in scena, fra cambi di rotta, musica che (s)colonna, sonore jam mai alla marmellata su cazzuto jazz e nostalgia, rock nei tempi giusti, dei comprimari a reggere il gioco che spacca il culo a tutti. Se non amate Marty, e lo credete superato, non andate al cinema, leggete sullo stradario in quale cimiteri siete ubicati. Le vostre anime, infatti, son da un pezzo già morte, essiccate nella panza che balla e canta su tragedia d’ordinanza che Scorsese ha invece catturato di zoom più avanti dei luoghi comuni da danzatori del ventre molle. Egli sa, vi annusa, vi fotte nel deretano. Marty è di statura “nano”, di testa spaventosa te la combina di brutto. Egli piazza, svia, depista, svalvola, è un flipper d’idee imprendibili, scova il previsto e svolta a inquietarti di “sinistro” con rallentare e poi brusc’accelerata in cabina.
L’attore fa, fa eccome anche quando è uno strafare alla Al Pacino.
Al conosce la mimica (in)espressiva che urla nell’attimo di monologhi magnetici, ringhia, furoreggia, sbraita, si dimena ma non è mai osceno. Anzi, padrone anche del palcoscenico.
Applauso!
Qui, citerò i sette più grandi del Mondo. Living, miei “viventi”.
Se non vi piacciono, c’è sempre Gabriel Garko nei panni di Rodolfo Valentino.
Gabriel, essendo bisessuale, piace a ogni scemo (a)sessuato, altrimenti abbiamo anche Manuela Arcuri. Una che recita come il culo, sebbene debbo ammettere che lo metterei in quel sen(s)o.
Scusate la “porcatella” finale, avevo tenuto un profilo sexy sin qua.
Ma ci sta? Non so, secondo me con te no.
Dunque sappilo. Non stapperà. Ah ah.

Se rido se piango ci sarà un motivo
se penso se canto mi sento più vivo
se vinco se perdo rientra nel gioco
ma in fondo mi basta che mi pensi un poco

Se guardo se sento è perché ci credo
se parlo e ascolto è perché ci vedo
adesso se pensi che sono appagato
hai fatto un errore non ho ancora finito

Se grido più forte è per farmi sentire 
E poi mi conosci, non amo mentire
Se cerco ancora la strada più breve
Lavoro di notte, ne ho date di prove

E cammino cammino quando il sole è vicino
e stringo i denti quando tu non mi senti
e cerco di stare un po’ più tranquillo
se intorno la vita mi vuole che oscillo

E cammino cammino vado incontro al domani
mi sento più forte se ti tengo le mani
e cerco e o m’invento, stravolgo la vita
perché tu non dica stavolta è finita.

Se penso se dico c’è sempre un motivo
se a volte mi estranio è perché non approvo
e cerco parole che diano più senso
aspetta un momento adesso ci penso
ecco ci sono c’è sempre un motivo
a volte nascosto a volte intuitivo
dipende dal caso oppure è già scritto
ed ora ad esempio non so se ti aspetto… e

Cammino cammino quando il sole è vicino
e stringo i denti quando tu non mi senti
e cerco di stare un po’ più tranquillo
se intorno la vita mi vuole che oscillo
E cammino cammino vado incontro al domani
mi sento più forte se ti tengo le mani
e cerco e o m’invento, stravolgo la vita
perché tu non dica stavolta è finita.

Se penso e mi sento un po’ più nervoso
è solo un momento che sa di noioso
poi passa poi torna non so come dire
c’è sempre un motivo… per tornare a capire
Questa è bella, non si discute. Nonostante Celentano non è che sia un lord.
Poi, a parte i frizzi e i lazzi, sette come Dio comanda. Mamma li ha fatti, e loro si fecero attoriali:

Leonardo DiCaprio, figlio di un semi-italiano e di una tedesca, ha occhi azzurri su tramonti mai domi di un Cuore romantico. Si diverte il nostro monellaccio, viene schiaffeggiato ma prova a prenderlo.

Tom Hanks, questo panzone che dimagrisce a stento, che nessun Castaway ha smaltito la tendenza al “gozzo” del doppio mento con pancetta da commendatore. Un attore che sembrava da “Zecchino d’Oro”, che invece ha vinto due Oscar ed è in pole position per il terzo. Spielberghizzato, zemeckiszato, osannato oltre i suoi reali meriti, di Rita Wilson a milf quasi bona, sembrava sparito e invece è tornato. Quasi grasso come un papponcello che non recita a pappagallo. Impara le battute a inaudita velocità, pur con la sordina vi batterà. Non agitatevi! Blaterate e Tom sarà abluzione da sguardo rassicurante. Un prete, forse un puttaniere in abiti che non fan il mon(a)co, un Gump che ha saltato i gap generazionali. Cari rincoglioniti! Di gola, insomma, è tozzissimo nel gargarozzo, sembrava annegato nel glup e invece vi mangia in un sol boccon’.

Robert De Niro, questo mito che cazzeggia, si svende, accetta ogni parte da deficiente, è autoparodia da Dio, i critici adesso gliele danno ma lui incassa… ah ah, pensa al Tribeca, a The Irishman, a settant’anni suonati vuole suonarle a Stallone, si butta via, è un porco, manda a monte tutto e sta in collina a bersi il vino. Ricordate: al primo neo come non si deve, De Niro diventa noir. E, mentre i titoli di coda virano solo al nero senza crediti bianchi, spunta e urla “Au revoir!” assieme a Catherine Deneuve. Secondo me, se l’è fottuta. Con tanto di lo(cu)zione adieu nel dietr’, celebre “r” non tanto moscia sulla francese “intonazione”. Da cui la pulizia col bidet. E la polizia a Nizza? Quello è Ronin!

Al Pacino, che vi manda dei bei bacini e invecchia come i migliori vini. Fagli un bocchino!

Daniel Day-Lewis, che non fa quasi mai un cazzo. Ma ogni volta che gira… ve lo ficca.

Biancaneve, famosa meretrice dei sette nani.
E il settimo?
Rimarrà all’asciutto. Ah ah!

Vi svelo un “trucco”, la vita è tutta qua.
Il resto è una “finzione”. Non l’avevate capito?

Tutto è illusione, senza quello la vita non esiste.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Wolf of Wall Street (2013)
  2. Captain Phillips – Attacco in mare aperto (2013)
  3. Il grande match (2013)
  4. Imagine (2014)

 

Lou Reed, evviva il lurido mio!


30 Oct

LOU LOU LOU

Il mio omaggio a Lou Reed: sono orgoglioso di essermi vendicato e il massacro ci sta(va), video di murder incorporated, quello è il Boss e io odio i crimini omertosi!

Ora, lunga è la storia, crudele e mostruosa ché il calunniatore non s’arrese mai dinanzi alla purissima evidenza. E, di tenacia davvero “lodabile”, lordò perseverante per cacciar sempre negli altrui sederi. Lui, “emerito” da bocche  di rosa, carnale “maschietto” con troppi “grilletti” nella testa, più bugiardo però di Pinocchio a invadere le altrui dignità con ingratitudine da lasciar rabbrividenti. A costui interessa(va) solo sgraffignare, e goder di chi, troppo d’indole arrossente, si ficcò… in testa d’umiliare. Che “egregia” nobiltà davvero di “nobiltà”. Un signore da metter “paura” anche a chi voleva murare.
Ma stavolta, dal cilindro del suo coniglio, pescò un duro che mai avrebbe lontanamente sospettato. Tanto architettò il suo omicidio, con “dosi” insistite di menzogne e ignobili appunto “congetture”, che lo iettatore è ora bianco come i denti da latte e nero nelle mutande.
Molte volte l’avvisai ma continuò d’altro volermi avvistare e “segnalarmi” per avviare un delirio tutto personale, da vetusta caccia allo “stregone” che proprio non poteva sopportare. L’invidia nasce dal nulla, si può invidiare anche un miserabile migliore di lui soltanto perché ha degli occhi affascinanti. E volerlo acce(r)c(hi)are d’odio e induzione allo spargimento di sangue. Ma il cattivo s’è dimenticato d’un particolare.
Il Buono non dimentica e il duello è di nuovo (ri)partito.
Dostoevskij sosteneva i riti delle inquietudini, di mio rimango Travis Bickle e non muto, anzi sono sempre più il mutismo fra mutazioni deniriane.

Parte prima: l’inculata va dosata con calma apparente
Io sento di antenne d’alienato. Sono antenato! Innatismo falotico sfanculante! Menefreghista a (s)fregarmelo!
In tanti attentarono ai miei equilibri psichici, che ho perseguito con abnegazione sacrificale durata offese banali di “Sei uno sfigato”. Ma nessuno è riuscito ad abbattermi. Anzi, più loro suonano la carica per spronarmi e più io mi (s)carico. “Celebre” batteria con “basso” versione chitarra melanconica su catarro e opacizzarmi “cieco” in cataratte per non vedere appieno l’orrore del Mondo.
Dostoesvkij, che detta fra noi era uno che abusava dei suoi masochismi più di Aldo Busi, una volta scrisse che si può incontrare per caso una persona e scoprirla quando meno te l’aspettavi. Sì, questa sua racchiude la sua (s)contentezza.
Fra Leopardi e Dosto, non so chi era più sognatore. Malati di pessimismo su farsi le seghe al “colpo di fulmine”. So per certo, ho le mie “fonti”, che venivan presto eiaculanti anche se onanisti. Per contenere tali “fontane”, riversavano la “tensione” in scritti vergati e mai sverginati. Un continuo farsi… male.
Di mio, so che ebbi solo una (s)figa nella vita, la bionda di Taxi Driver.
Sbagliai l’ultima mossa prima che me la potesse dare. Inizialmente, le avevo azzeccate tutte.
Il mio “tampinarla” orgasmizzante stava per raccogliere il suo “frutto”.
Poi, la condussi a vedere The Canyons al cinema.
Non è un porno, è lo specchio della società di oggi, una merda.
Se non le piace, si attenga alle letture buoniste e al ruolo della signorina Silvani di turno.
Ogni stronza ha la sua scrivania.
Cosa penso del Cinema di Paul Schrader? Tortura, angoscia, non molla l’osso, scarnifica, s’incula. Come me.

Capitolo 2: l’umorismo ci salva dalla gente comune, sono tutti umorali, cambiano sempre “amori”
La gente vive nell’ignoranza, son colui che scoperchia le frasi fatte e se le fa a fasi.
Afasia o apatia? Questa è consonante che fa, può alterare.
Vivo di allucinazioni, ieri fui Robert De Niro, domani anche.
Nel frattempo, devo andare dall’estetista. Prima, il mio neo piaceva, adesso si sono annoiati.
Buonanotte.

Capitolo 3: due più due fa tre? E il terzetto viene dopo il duetto? No, è un triangolo con un duo, senza picche ma di “spaccata”
Su questo titolo stronzata, chiedo di riflettere.
Domani, potreste (non) esserci. Quindi, non pensate troppo.
Gli uomini fanno sesso? Si sa, ma tua moglie non te lo dice.

Capitombolo
Capita d’incontrare chi te lo fa a strisce… pedonali, poi ti spacca di nuovo il cranio se non te l’ha ammaccato parimenti al tuo “pneumatico”

Capa tosta uguale tua testa a testicoli spappolati
Sì, McConaughey gira con Scorsese per Dolce & Gabbana. Per un paio d’inquadrature, riceve milioni. Se vado in giro io, in macchina, con quello sguardo da ebete innamorato, non mi lavano neanche i vetri e mi lanciano, più che una Johansson, vari ortaggi.

No, non credo nelle streets of dreams, meglio quelle fire di Walter Hill.
Insomma, agli ebeti, cioè il 90 per cento… una mogliettina e qualche trombatina da tromboni con delle prostitute a p(r)ezzo d’oro. Carati o cariatidi.

Di mio, ho qualche carie ma non ti sarò “caro”.

Adesso vado a masturbarmi, come Jena Plissken.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Sole a catinelle (2013)
  2. The Wolf of Wall Street (2013)
  3. Il grande match (2013)

 

“Il grande match” (Grudge Match), il poster italiano


29 Oct

Muore anche Lou Reed. Oggi tocca a te, domani sempre a te, a me no…


27 Oct

Questa play non c’entra con Lou. Ma Lou era Lui, quindi basta con questi mort(uar)i di fame.

Passiamo a sdrammatizzare le tragedie… solo a fine play capirete il senso
 
Woody Allen o Clint Eastwood? Meglio “Ombre e nebbia del revenant”, fra la neve si vede? Secondo me, si gela. Figurato, sfigato o ramificato? FIFA? No, alle sfere preferisco le fighe. Ah ah!

Di come mi trasformai nei più grandi del Cinema, (in)compreso Woody Allen ma non raccolsi neanche un Oscar, però un posto nel carro merci: nessuna prima fila, solo i tramonti… del “Monco

La mia è una lunga storia, miei filibustieri. Comincia da quando nacqui ma, all’epoca, il Mondo non esisteva. Fui io a crearlo, un’invenzione bislacca di cui sinceramente mi pento.
Oltre a badar a me stesso, i problemi sono iniziati col sesso. Da allora, le prime scimmie hanno cominciato a imborghesirsi. Con l’evoluzione, alterati nelle spontanee erezioni, si van ad affidare (mai fidarsi, questi tromboni sono inaffidabili come Duffy Duck, andassero a farselo dare nonostante i danari) ora agli psichiatri mut(u)ati alle diagnosi formato “cazzo di cane”.
Gli uomini hanno perso le emozioni sincere, si son disinfettati con tropp’ovatta.
All’uovo di Colombo preferisco chi tromba sodo.
Sì, io non darei una lira a questi, sedan sol per rabbonirti ma ricevon le porcelle grazie alla tua elargita parcella, così mangian a sbafo le bone, a te non resta neppure il resto. Questa è una beffa, buffoni! Non sbavate! Non me la bevo. Lei te lo beve in un bicchiere.
C’è poco da ridersela sotto i baffi.
Sì, ti scarnificano, previo pagarli per le loro puttane (im)pazienti, quindi rimani pelle e ossa. Oltre allo scavo “archeologico” per farti… risalir la china, previo lavaggi mentali di varechine, t’imbarbariscono di rabbia, mantenendo l’esclusiva della visita “urgente”.
Ah sì, prima ti pungono, poi vengon unti dalle più “piagnucolose”. Vicino alle poltroncine, se lo fan “poltrire” con fazzoletto all’occorrenza. Che porcile! Basta con questi monologhi della vagina! Non vaticiniamo! Basta col Vaticano. Evviva il WC!
Serve a pulire le merde.

Di mio, posso dire che sono Zelig, conservo ancora una libertaria visione alla Robert Redford e tendo alla malinconia con picchi scroscianti quando nessuna scoscia per me.
Sono o non sono una zebra? Sì, maculato e non juventino.
Fra l’altro, mi sto (dis)umanizzando in Buster Keaton, sembra che sia catalettico, invece emotivamente fremo. Infatti, mi daran questo danno, l’infermità con tanto di sigaro… con solo due espressioni.
La mia vita è falotica… un Clint. Un clic, uno sparo, clisteri, miei pappagalli me la son fumata. Ingozzatevi. Meglio il gargarozzo che sputa il rospo!
Non è irato, credo tiri per il grilletto… Non è disagio, vi massaggio io!

I più grandi film, firmati Eastwood, sulle ingiustizie: Walt Kowalski qui a me incarnato, infatti si parte da Gran Torino… basta con le stronz(at)e. Cazzo! Tuffiamoci in “fredda” vasca! Basta con Vasco. Contro Rossi, uso la svastica!

Arida è l’umanità quando, testarda, non vuol capire, anzi s’ostina con far da caporale.
La classe privilegiata decreta canoni di “normalità” campati per aria.
Chi s’accontenta, gode? Al limite della saturazione, delle sopportazioni. Poi scoppia.
E, chi scopa con troppa prosopopea, vien travolto dalle rivolte(lle).
Talora, infatti, capita che un “taluno” non sia uno qualsiasi. E proprio non ci sta, che gran “testa di cazzo”, una “capra” incaponita, appunto. Ma, se sopra la panca la capra campa, sotto la panca non tutte le “capre” dormono… sempre. Ribaltano i detti e i dittatori. Alle vacanze a Capri, prediligo che sia tu a crepare! Sono imperatore totoiano. Isolato fra le sottane, senza Sole, impietrito e nel culo solidific(c)ato. Miei asini, non ho molto da spartire col vostro Bacco anale. Sono sabbatico, ballo la samba tra la fauna. Ho propensione al lento. Un (i)solista. Quasi surfista. Talvolta, eh già, si (ri)svegliano. E “sbarberanno” chi li “agnellizzò”. Il “bambino” ha sviluppato… lo stesso infrangibile, irto pelo dei “lupacchiotti” e non è uno scout. Scotenna. Che Odissea!
Dio, dove sei? Ulisse che fesso! Tutto per quella penna baciata di rima e telaio? Elena di Troia! Porca Madonna!
Si scatenerà il finimondo!
“Svettanti”, codesti bellimbusti martirizzarono, giudicarono di martelletti, martellando sempre sull’additare nella piaga. Inutile infervorarsi per spiegare. Ti piegano alle lor direttive. Non sbraitare, ti sederanno di bavagli. Tacendoti ad altro taglierino. La Legge del Taglione è più loro abusare non prevedendo che, se accoltellasti le anime, un ribelle potrebbe fregarsene del tuo sadismo e “revolverare” (evolvetevi, voltate piè di porco e di pagina) d’amplificato boomerang. Sì, soffre di un inguaribile masochismo, quindi non ha nulla da perdere. Anzi, l’aggrada proprio che insistano veementi, che lo “violentino”. Ciò alletta il crimine del (ri)torto. Non vuole sentire ragioni, anche se lo “imprigioneranno”. Preferisce pigiare, anche pigliarlo, piuttosto che farsi addormentare nel “pigiama” di tal osceno costume.
Evviva il nudismo! Che son questi scostumati consumisti col costumino? Siano onesti con noi stessi. Non ci avete steso! Si mostrassero per quel che hanno. Il mio è in tensione!
Perché credo di avere ragione di inutili invenzioni? Teorie di complotto? Pensa alla tua mignotta, ti tradisce, spiala. No, ho ragione, ché è “diverso”. Dunque, sragiono.
E non andavo minato dalla contaminazione. Lui, cioè (D)io, non si fa corrompere, romperà le catene e sveglierà, “lentamente”, le false coscienze dei “paciosi” dormienti. Meglio le vigne, almeno te la svigni.
Non si può addomesticare, ma non mastica risentimento. Non è rancore, è giustizia. Di vino! Basta divinizzarvi! Rizzatelo anche fra i divanetti!
E c’è una profonda “(in)differenza”. Con l’omertà puoi “asso(r)dare” ma la vocina dei colpevoli si sta ingigantendo di colpa torturante. Proporzionata alle angherie dei loro reiterati soprusi, dell’esagerato “spingere”.

Sette film monumentali ove le regole dei bastardi vengono soverchiate titanicamente da chi ha avuto il “pericoloso”, lodabilissimo coraggio di aprire bocca. Ha spalancato le fauci.
E (non) ha tenuto chiuse le pall(ottol)e.
Gli altri registi non c’entrano il bersaglio, molti attori sono io.
Quindi, sono Clint.
E Woody Allen? Vive a Manhattan. Prima o poi verrò alle mani con Woody.
Ma le riceverò.

Gran Torino

“Da manicomio”, da ospizio, un vecchietto rompicazzo, “volgare”, ignorante, della sua fottuta guerra non frega un cazzo ad anima “viva”.
In questo quartiere, sotto la scorza dell’orientale… contemplazione, stanno avvenendo troppe porcate. E questa è una di quelle troppo grosse. Perché non si può perdonare.
Non si deve, è un dovere morale. Il prete prova a dissuadere il nostro “vecchio”.
Non lo fermerà nessuno. A costo d’una missione da kamikaze. Sono cazzi! Miei bulli, al Clint saltan le rotelle!

Debito di sangue

Io potevo sospettare di tutti, tranne di te, sei il mio unico e “migliore” amico…
Adesso, te lo chiedo da signore, potresti cortesemente “voltarti?”.
Mostrami la schiena… mostro.

Mystic River

Ogni parola è superflua.
Una storia talmente incredibile che un libro di Stephen King sembra, a confronto, una barzelletta.

Invictus

Com’è possibile vivere una punizione del genere, protrattasi illimitatamente, e avere una forza sovrumana per reagire e vincere l’impossibile? Nella grandezza, risiede la “generosità” che lascia senza fiato.
Come una meta che si credeva irraggiungibile. Invece, Mandela riscoccante ha scioccato tutti. In questo stupore, il silenzio è d’obbligo.
Non è agiografia o retorica celebrare la stupefacente invincibilità del Cuore.

Million Dollar Baby

Va bene, chiudiamola qui. Mi sembra una straziante sofferenza.
Doveva essere un momento di rinascita. Ringraziamo l’omicida…
Sono Kevorkian, pratico eutanasia. Che Dio ti benedica.

Gli spietati

Torna per ammazzarlo. Non gli sembra il tipo e la provocazione continua.
E chi ha detto al “nostro” che non era… il tipo? Un tizio accanito. Assomiglia molto a mio padre. Se le lega al dito… Poi t’ammazza come un animale. Nel bel mezzo del non te l’aspettavi… pensavi fossi un rincoglionito da tè “inglese?”. I canini! Avete sfregiato una cagna. Non sono una cariatide!

Potere assoluto

Nessuno confesserà. Sei stato l’unico testimone dello scandalo…
E allora lo (in)castrerò. Se non mi credi capace, ti sei sbagliato.
La tua vita, “presidente di che?”, è finita.
Di solito, quando un’ossessione mi fa “male”, la devo curare…
Sai, più passano le stagioni, e più la ferita cresce. Anziché addolcirsi, diventa sempre più forte. E adoro metterti paura. Questa tua paura la voglio.
Mi riconcilia…

Lou Reed era come me, se ne fregava dei benpensanti e oggi (non) è un perfect day.
Da che mi ricordi, dal 13 Settembre 1979, giorno della mia nascita, il Mondo (non) è migliore.

Verso il 2000, anno “millenario”, svolsi servizio civile presso la Cineteca di Bologna. Gli “adulti” si facevan le canne, Farinelli gozzovigliava nell’emulare Ghezzi, il fratello di Bertolucci Bernardo si spacciava per regista “importante”, invitando Anna Karina su accarezzarglielo a mo’ senilmente “affascinandola”.
Il direttore del reparto “manifesti”, a cui ero addetto in vesti da obiettore di coscienza, manifestava il suo “amore” a una sorca… di commessa che glielo leccava fra un adesivo e l’altro. Talvolta, in lontananza, li udivo “rombeggiare” in bagno, rumori di fondo trombanti perfettamente “inton(ac)ati” alle pareti consumate sullo “sgretolante” quasi in pericolo di crollo su tanto di colante “(in)ascoltato”, percepito in maniera “attacchina”. Insomma, il direttore lo erigeva alla svergognata scalza in stil canino, gli altri erano maniscalchi mezzi falli(ti).

Fra questi, due tizi a me simpatici. Uno m’invitava spesso a casa sua.
Non ho mai capito perché, insistentemente, mi chiedeva se sua moglie era di mio “gradimento”. Detta fra noi, faceva vomitare peggio delle lasagne che ogni volta cucinava. Ce n’era di besciamella, comunque…

In combutta “lestofante”, post sessantotto di “noi altri che voi giovani dovete imparare cos’era la musica underground al ciuffo di banana di Warhol e Nico prima dell’avvento di Maria De Filippi”, inneggiavano sempre a Lou Reed.

Cominciai ad ascoltarlo. In più di un’occasione, mi “spinse” al suicidio.
La sua voce si bilanciava magnificamente al mio eterno stato depressivo-angelico alla Wim Wenders.

Ora, diciamocela. Lou Reed, se lo ved(ev)i così, e non lo conosci (presente immortale del Verbo), indubbiamente è un raro esemplare di australopiteco col chiodo. Poi slaccia le “corde” e ti aggancia.

Lou Reed era, è un grande ma adesso ci spariamo il greatest di costui, ah ah!

Il BOSS!

Se non vi piace, andate a fare in culo!

Anni fa, un porco ce l’aveva con me, mai mettersi contro Bickle.

Perché tornerò a pescare il suo pappone, lo imbavaglierò e poi gli canterò le sue Tears for Fears:

Shout, shout, let it all out
These are the things I can do without
Come on – I’m talking to you
Come on

Che dite? “Viene” nelle mutande il puttaniere?

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Un mondo perfetto (1993)
  2. Lou Reed’s Berlin (2007)
  3. Cuore selvaggio (1990)
  4. I soliti ignoti (1958)

 

 

La mia avventura al Lucca Comics


27 Oct

Sarà già (de)scritta in tali aggettivi “fantasy”: tragicomica, fumettistica alla X-Men, il mio pene in meno e un Batman oscurato dalle risate dei Joker

Festival del Carnevale vicino a Viareggio, ove i nerd non sono più costretti a mascherarsi ma posson giocare non più “soggiogati” dalle milf coi tailleur, liberando la forza furibonda dell’estroso essere finalmente se stessi nel toccar vette, anche “fitte”, lancinanti dal lanciarsi per aria simil Superman, per debellare le recrudescenze d’una vita ludica quanto “ingoiata”. Dall’apnea di soffocare alla Palahniuk a un flipper ormonale di cerebrale fantasticheria innalzata a ego solitario lì “affiliato” dentro sventrati-ventricolanti altri “ammanicati” del fegato trivellato, dunque ricreato a immaginazione incarnata nel Wolverine prim’arrabbiato poi pacifista nell’amore.

Quest’anno, dopo molti “ani” d’assenza (in)giustificata, tornerò sul luogo del delitto, come in L.A. Noire. Rinvenendo la mia natura Star Trek d’orecchie vagamente a sventola fra il Dumbo e lo Spock, indecisa se “naseggiare” elefantiaco alla Collodi sulle forme pinocchieshe d’un bugiardo cronico, oppure se, d’ilarità, “allattarmi” a un infantilismo del fottuto, bel fanciullo etereo.

In tal Paradiso, forse rinverrò il mio cadavere, io che decedetti or sono per qui fui, quindi affondato, incenerito e sparso ad affogar nel mar dei sogni.

Mi recherò allo stand dal nome “Superwoman castratrice in strapiombo taccheggiante i tacchi alla spagnola di Barcelona su Messi impallinato nelle calze a rete”, e la studierò da vicino con tattica, quindi anche tatto, “balistico”/a.

Le svelerò una verità. Il mio problema è il “nervo”, da cui l’origine d’ogni propaggine da nerd. Tutto (di)pende dall’inserimento (in)teso in senso “lato” B, non dall’integrazione sociale. Bensì appunto da come analmente sai “incassare”. Se non dai, la banca non offre e quindi t’abbranchi a gente migliore dei “branchi” volgari, quelli come noi.

Noi, creatori di storie, che preferiamo i livelli giocanti anche se un buon gioco d’adulti con la bona attrice Vahina Giocante non ci(s)piacerebbe. Perché con quel seno ce lo spiaccicherebbe. Insomma, se non crebbe  prima, ci siam sviluppati “issati” al candore bianco, forse happiness quasi alla Solondz. Un po’ sozzi e un po’ a ingozzarci ancora di (senza) ruoli.

Michael Bay aggredito sul set di Transformers 4


25 Oct

Il suo aggressore è uno che ne sa di Cinema.

“Last Vegas”, Pool e polluzioni senili


25 Oct

Army of Darkness o The Master? Questo è il problema? Vivere per non crepare da morti viventi e zombi, evviva Romero, Raimi e abbasso Roma!


24 Oct

FACCIA DA CULO!

L’armata delle tenebre ai servigi di Joaquin The Master Phoenix, versione Falotico/Bruce Campbell, l’arte della guerra o d’arrangiarsi?

Paragrafo uno: come avere una vita senza scheletri nell’armadio, prima lezione morale del cazzuto Philip Seymour Hoffman

Enrico il Rosso: Voi signore non siete un mio vassallo, chi siete?
Ash: E tu chi sei?
Enrico il Rosso: Sono Enrico il Rosso, Duca di Shale, Signore delle Northlands e capo del loro popolo.
Ash: Bravo! Salve Signore dalle strane mutande, in questo momento sei il capo di due sole cose. Del cazzo e della merda, e anche di quelli per poco
.

Nella mia vita, non ho mai avuto una vita “mia”, assunsi molte “vitamine”, di mio va da Dio, come dico io: continuate a guardar i cazzi altrui e sarete miei, dunque non voi stessi…

Insomma, le vite altrui si dividono in varie categorie, tutte per me trascurabili.
Sì, le oscurerei completamente, salvandone un paio, cioè le mie palle e qualche moneta nel salvadanaio che non fai mai mal, essendo un maialino.
Già, il salvadanaio classico ha forma di porcellini ed è di porcellana, Lupo Ezechiele rosica e invece io “credo” nell’agnostica, succhiando d’uccellone tutte le fragoline nel sottobosco ché lui intanto si spelacchia da “taglialegna”. Ezechiele soffre quando pungo di “miele” le donne amorevoli a mo’ di nettare Alpenliebe. Offro loro la caramellina e loro “leccano” il mio “caramello”. Rischio l’infarto ma ci sta(nno). Sì, voi sgobbate notti tristi e dì bestemmianti il “Perdindirindina” a caccia di denaro per non esser generosi col gentil sesso, a cui “lo” regalo io di sani e non avari amplessi. Ne son avido, alveare e queste ave son api nel darla a Cesare. Uso molte precauzioni, affinché possa evitare l’ingravidamento e possibili parti cesarei. Ci manca solo un “aborto” di figlio e la mia vita sarà evirata del tutto. Evviva evviva la vulva e io son volpino in tutta l’uvina. Passa? No, nonostante il “massaggio”, ho dolor al pancino. E devo riscaldar la “linguina”, sgolandomi per averla. Affiggo manifesti del mio chiederla in forma manifesta, quindi affliggente sono il re di tutte le “foreste”. Ah ah.

Il mio tronchetto s’inalbera ingarbugliato di fegato “rosolato” mentre, tra le frasche, un coniglio se le scopa di sana… pianta. Ah ah. Mi consolo con le mentine, lor tromboni trombano con alito che puzza sotto il naso, io lo rinfresco senza “rinfreschi” di carni fresche, “inalando” su narici aspiranti altri pugni “bassi”. Che pasticci(n)o. Il ventre vorrebbe sventolarlo ma viene essiccato d’aridità, tutti gli altri han altarini da nascondere eppure sono (im)permeabili alle “umide”, d’umori sempre desti, nudisti di corse campestri per estrogeni su ormoni imbizzarriti da maschioni “muscolosi” che le spalman fra “erbe” e muschi. Spogliatoi… d’armadietti. Quello è un armadio e veste Armani.

Di mio, ho la barbetta e il fico d’india… loro “sfoglian” le svergognate e altre gonnelle agognano. Son fighi col mustacchio, tamarri mai amari, “amorevoli” quanto un cazzo in culo.

Pensate alla vita di Totti Francesco. Gioca con le “sfere” da mattina a sera, di Blasi rilassa il “fendente” e guadagna d’analfabeta.

Pensate alla vita del Papa. Spara pistolotti che ammazzerebbero anche Cristo, e viene però applaudito dai terroristi talebani quando, nella remissione “ecumenica” dei peccati globalizzati, accusan un senso di colpa di fondo. Per forza, son guerrafondai.

Pensate a Roberto Benigni. Incita sempre a ridere. Insomma, è passato da Berlinguer a un pacifismo ipocrita del “Vogliamoci bene, basta con le guerre”.

La vita è bella?

La mia sì, la tua è un cesso. Chiedi il divorzio. Non puoi? Ah capisco. Lei è miliardaria e ti “mantiene” solo perché la fai godere meglio dell’armatore.
Sei un amante coi fiocchi.
Sì sì, certo. Un bell(ic)o.

Allora, sai che ti dico? Salutami sorrata!

Continuo a grattarmi l’ombelico. E apro l’ombrello.

Scrivendo al sangue da Pellico Silvio. Almeno, mi salvo la pellaccia senza false penicilline.

So io come “disinfettarmelo”.

Sono o non sono un “lebbroso?”.
Certo, e queste son le tue labbra, da cui più non (di)pendo ma stanno appese come il tuo pisello.

Paragrafo due: non c’è duetto di sano “graffietto” senza una terza giraffa che scassa il cazzo e te lo rende da elefante, te lo spacca d’ascia alla Ash nella Casa…

Ogni Barbie sogna il Big Jim ma poi fa sesso col barboncino, arredando in modo IKEA il suo appunt(it)o cagnone a lupona

Ogni uomo ha un’altra a portata di mano, detta anche “sega” quando la moglie è in vacanza.
Altri, i più immorali, vanno con le prostitute. Ma rischiano, oltre alla causa dal notaio, nel caso fosse scoperta la scopata “celata” dell’uccellino “malalingua” del maialone, dei bei ceffoni e la fine da Evil Dead.

Su questa stronzata, vi lascio dormire in “pace” del Signore, che sono io.
Io di plenilunio rubo al Freddy Krueger, sgraffigno la nightmare, come si suol dire.
E lo do d’artiglio.

E ricorda: tua moglie è una zoccola. Lo so per certo. “Acclarata”.

Con me fu più “indemoniata” d’ogni diavolaccio risvegliato dal Necronomicon.

Finirei con quest’aneddoto: da piccolo giocavo nel Bologna F. C. addirittura. Poi passai in una squadra di quartiere sino agli Juniores. Potevo entrare in prima squadra ma tirava puzza di corruzione. Sono finito come Serpico, ma furon pomeriggi di giorni da cani.

Alcuni amano il ciclismo, io il triciclo di Shining. Incula gli orchi.

Detta papale papale, mangio la pappina reale. Ma, nel mio reame, nessun pappone mi fa vendere il popò. Come invece avviene per voi.

Io ho una teoria sulla vita: oggi lo prendi nel culo tu, domani anche.

E the wolf sa come “farselo succhiare”… così “cresce”…

 

Paragrafo “ultimatum”: dovevi mollare l’osso duro quando potevi spolparlo, altrimenti t’inverte il braccio “duro” e lascia roteare i tuoi resti prima di darli in pasto a porci migliori di te, il “cannibale” adesso sono io e ti spezzo le rotule, finirai prima rotolante, poi in ginocchio supplicante, quindi sulle rotelle del tuo “cervellone”
Questa è una società che “patisce” i vertici gerarchici, di cui altamente me ne frego, sono lo “sfregiato” Stregatto che se ne (s)fotte, fra cene a base di alici… nel mio paese meraviglioso, universi emotivi che non esplorerete, acciughe di vostre teste annacquate, a cui do il “bon ton” del mio benservito con classe di “bavaglini” e tutta la servitù che m’incita alla rivolta su tovaglioli e vagliarli. Cucendo le bocche soprattutto a chi non m’è servitore, spruzzandogli quel “pizzico” d’accidia al pomodoro in faccia su insalatiera rotta nella sua “argenteria”. Vetri che si frantumano, “eclissandosi” con “sobrietà” nelle giugulari di chi azzannò con far(mi) affamante.
Lo getto nello scantinato, lo lego al palo, lo faccio… (nel) sedere, ah ah, “posto” riservato agli “ospiti” del “posteriore”. Per evacuargli una lezione altamente “etica”, sì, una cantina vinicola al suo alcolico dar di matto, ché tanto sadico s’illuse d’ubriacarmi di finte. Prima mi “divinizzò”, poi mi usò come posacenere mentre lo “ardeva” dentro un’altra da sbatter sul divano, su risata al “fulmicotone” della peperina frivolezza e un peperone al posto del “pipino”. Si sa, quando lei te l’arrostisce, si “sovradimensiona”, la carne arrostita s’eccita in lei mugolante su arrossite “palpebre”. Svenato la (s)vieni e cavernoso si gonfia come quelli delle caverne.
Sì, non c’è stata una grande evoluzione. Nella preistoria, i cavernicoli usavan la “clava”, adesso chiavano con quel “qualcosa” in più, dicasi rubamazzo, leggi “biglietto da visita”, (am)mazzando i “deboli” e rizzandolo alle circuenti. Da cui il mio detto: sempre “eiaculante, il dottor cura la colite nei culetti per altro incularvi dietro carte che cantan ann(u)ali, tutto impomatato e a matarle col martellino a danni, d’anno in ano, vostri (ag)giudicati, inutile sbracarvi ché i calzoni v’ha già calato, veste in giacca e cravatta e altre ingolla con francobollo(re) nelle gradenti”.

I sani vengon rinchiusi fra le sbarre e non berranno neanche una barra di cioccolata “calda”, chi ha più soldi sbanca e incastra chi è costretto a rubar le banche, infatti è un “rubacuori” per voi rapiti e tenuti in ostaggio. Nel frattempo, s’allatta al di lei frutteto e, di frullato, gode affumicandolo. Dicasi furbone. Se vi ribellate, lui si sbellica dalle risate, non accapigliatevi in risse perché lui se la russa e ad altre porte delle rumene busserà. Ruminate pure, lui ha già (in)seminato d’inchiostro “simpatico”. Ha già st(r)appato tutte le mutande ma è adattato all’“occhio non vede, cuor non duole”. A cui io aggiungo un “Eminenza, a lei sarò (in)dolente, lento lento t’entrerò nel didietro”.

Insomma, figli di un’era onesta. Hanno veramente esagerato.

Vanno fermati, incellofanati e di lor uccelli slabbrati.

C’han fatto incazzare. Desiderano ancor i nostri cazzi amari, invece riceveranno questo “ricevimento” su (e)pistola:

Cari miei,
veniam con questa nostra a dirvi?
No, a darvele.
Siamo darwiniani. Non siete migliorati, siete rimasti dei minorati e prendete in giro anche i “ritardati”.

Sono come Clint Eastwood
al mio mulo non piace la gente che ride.

Finale col botto, senza “botta” ma di botte… anche alla moglie alticcia

La vita vera non è pane, amore e fantasia bensì “pene”, dolore e ipocrisia.
L’uomo non è un animale sociale né politico. Gli unici mammiferi che rispetto sono quelli con le palle, cioè i cani. I cavalli vengono castrati perché scopano meglio quelle con le mammelle grosse, dette anche porcelline, da cui l’ibrido umanoide che “cavalca” la chimera col “gel” sulla criniera.

Sono cinico e anaffettivo? No, sono cinefilo e tifo nel canile. Quasi un UFO, meglio di te che gufi e puzzi come il tufo.
L’ultima volta, che m’invaghii, fu quando navigai spensierato, cioè a otto anni.
Sono ottomano alla Totò.

Alla favola di Biancaneve coi sette nani, preferisco il naso che non mente.

Non fa rima, non fa niente… non faccio un cazzo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Master (2012)
  2. L’armata delle tenebre (1992)
  3. La casa (1982)
  4. Nightmare 5. Il mito (1989)
  5. Hamlet (1996)
  6. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  7. Per un pugno di dollari (1964)

Martin Scorsese, David Lynch, Isabella Rossellini, il mio rossetto


24 Oct

Un mio amico è stato licenziato senza motivo, per “scelta redazionale” e a me va di dedicargli un pezzo controllato, sobrio di malinconia, anche se li spaccherei tutti

Prima lo sfogo “media(to)” dalla (circo)stanza dei bottoni, poi il pezzo da novanta della melanconia, quindi mi tolgo la cintura e te l’allaccio al collo!

Sì, un amico abbandona giocoforza un programma televisivo. In verità, non è mio amico, insomma… io lo considero tale, lui non si ricorda neppure chi sono.
Ci siamo incontrati nei primi mesi di quest’anno, quasi già andato, come tutto il resto della Terra d’altronde. Roba da terriccio quest’umore “allegro”, sembran contenti ma son atterriti. Stiamo sull’attenti. E l’anno prossimo sarà bisestile, sai che palle. Pure un Febbraio col 29 oltre ai soliti 69 patetici di quelli del 68, che fottuto mappamondo. Infame ché solo parlan an(nu)almente di sesso sboccato giorno e notte, appunto, luoghi comuni a iosa nel 360 delle “emerite” cazzate.
Si fan chiamare egregi, le donne son signore ma stanno coi minorenni.
I signori son dottori ma metton il dito nelle ammalate, detta anche “toccatina prima che te la dà s-venente”. Acquolina in bocca? No, una padella in fronte.

Al che, scrivo questo.
Se lo reputate triste, c’è sempre la chat erotica. Basta che non mi rompete il cazzo.

Un mio pezzo di oggi:

torna tutto, passiamo in rassegna i ricordi, altalena di momenti belli e brutti, ire e panta rei, tutto passa. Alcuni son stati licenziati, altri scomparsi, questa vita riserva sorprese, alcune (s)gradite, gradi e invidie, gelosie e il rancore che non s’addormenta. Specchio delle fugaci opacità. Pensieri immalinconenti, noi trascoloriamo e domani l’alba si tinge d’altro religioso silenzio, forse incenso misto alla mistica delle rinascite, firmamento di gioie acute, altre lotte, perdite e strazi. Altro casino e amori a puttane. Un gran viavai ed è il circo per ripartire, lo show e chi decide per te il ruolo d’affidarti. T’ingarbugli o smarrisci per un attimo il sorriso, neve sulle tue iridi naturali, vivide e tristemente appannate. Ma non scoraggiarti, non innervosirti, scendono le sere ma altri giorni saranno rinnovati, altissimi e veri.
Forse è un’illusione, forse è solo la verità della vita.

Concluderei così. Piglio una pistola.
E mi sparo in bocca? No, la pistola è tua e quindi il padrone del suo cervello sei tu.
Comunque sia, questa vita è una stronzata. Non so se sia stata ma mancano molti mesi all’Estate. Oh, che hai da lamentarti? Due mesi fa lo era.
Dovevi lavorare? E allora? Meglio prenderla con ironia.
Componendo quest’altro sconforto, sei fuori da ogni compartimento in mille pezzi farfuglianti, a (t)ratti inculanti. Sai che comfort. Non so comportarmi ma porto la faccia.
La battuta serale serve a toglier la battona di torno e dar nel culo a chi non mi abbatte, sì, uso il battiscopa, “famoso” sp(i)azzare per polveri che voi “annusate”, oh miei drogati!

Sarò breve, conciso e quanto mai fenomenale in questa da poco scoccata Mezzanotte. Anche se è pomeriggio o alba di ieri mattina?
Futile è il temporale (tra)passare.

Cingetevi in preghiera, figli delle puttane.
E benedite il mio calice.

Vergo io questa voi ché vi sia “penetrante”:

Fratelli della congrega, mentre voi state sempre a cazzeggiare con zoccole di mal partito e amici finti già partiti, in senso funebre e metaforico, io scrivo e presto uscirò con un altro libro a voi anale.
Chi ha pazienza d’aspettarlo, attenda quel che gl’entrerà quando meno se l’aspettava.
Sì, son colui di cui pensi d’aver capito tutto e invece d’un cazzo, ficcante, te lo pigli così com’è.

Io non cambio, io son dentro il tuo cavo.
Scava scava ché continuerai a mangiar cavilli, spiami da cavia(le), ricorda il “cavallo”.
Sì, questa vita è stata un’ipocondria, forse un pachiderma, non so se un ippopotamo, molte volte l’ho preso nel popò ma sogno con le favole di Barbapapà.
Secondo me quelle illustrazioni son meglio di Picasso. Un mezzo esaltato astratto che impapocchiava le tele di schizzi a formato della sua testa squilibrata. Un testardo misogino intestarditosi nel superomismo. Una capa di rapa, dei quadri di crepe, meglio i faraglioni di Capri. E al babà preferisco un napoletano verace senza creme delle creme.

Scusate, si è fatto tardi, mi aspetta il patibolo.
Poi, salirò in Paradiso. Dio è Dio perché patì ancor prima che il Mondo nascesse.
E decise che Cristo doveva ripetere lo stesso disegno apocalittico.

Se quest’ultima v’è parsa una stronzata, lo è.
Il problema è tutto qui?
Guarda che le altre “righe” non sono male.
Ed è per questo che sono stato punito, perché non sono “malvagio” bensì pulito.

Vai a ripulire tua sorella. Ce n’, “lì in mezzo”, di d(r)oga.

Ah ah.

Ricordate: come vi sfotto io, nemmeno me stesso al suo.

Ora, che c’entra Scorsese? Che c’entra la Rossellini?
Insomma, diciamo che era un cesso quando stava con Martin. Migliorò con David Lynch. Ed è figa da morire ne La morte ti fa bella. Da non confondere con Dellamorte dellamore. Quel Dylan Dog non vale la sua cagna, a cui preferirò sempre Anna Falchi. Ai tempi, Anna era dei “miracoli”, faceva resuscitare i mor(t)i, sebben fosse bionda. Torniamo da “tori” alla castana Isabella. Delle cosce da “scudisciartelo” per ore, salvo controfig(ur)a, appunto, di quell’altra super patonza di Catherine Bell. Sì, quella a culo nudo non è Isabella ma la bellissima Bell.
E il “tuo” bela. Sognandole a pecora. Tu vai a sbucciar i “pelati”. Dai, non te la dà neanche la patata della pummarola in coppa. Torna a far… la commessa alla Coop.
Beccati l’assistenza sociale del CUP. Capito? Io non ti concupirò.

Insomma, Dennis Hopper di Velluto blu mi fa un baffo.
Kyle MacLachlan riman un cane attore del caz’, non c’è Lynch che possa “salvarlo”.
Dovete linciarglielo. Ci provò Liz Berkley di Showgirls ma Kyle la “schiumò” al “sapone” (de)tergente, erigendoglielo in piscina di frizzanti “bollicine”.
Kyle è sempre stato un marpione. Un libertino da Marsigliese, non da lavande di quello di Marsiglia.

Solo Nic Cage è stato benedetto da David. Il suo Sailor di Cuore selvaggio è l’unica cosa guardabile del parrucchino.

Ah ah. Comunque sia, bona Laura Dern a tutti. Ormai è vecchia ma Chris Isaak la conobbe di wicked games.

Ho detto tuto? Sì, chi ha orecchie blue velvet intenda (anche sotto le tendine…, ove il lupo sgraffigna “a graffi-t-o” degli “affreschi” ululanti), chi ha Eyes Wide Shut pensi a “scopare”.

Su questa “minchiata” sesquipedale, ti lascio coi palmi di naso e vado a impalmarne un’altra. Da cui le losangeline palme di Mulholland Drive. Sì, Naomi Watts e Laura Harring son in quel film lesbiche perché mi “conobbero”.
Una volta che assaggi un uccello come il mio, metafisico d’Inland Empire, la vita è una “coniglietta” assieme alla fine di Lynch.

Sì, da quel Leone a Venezia, si è seduto in pantofole e s’è adagiato sugli allori.
Si chiama Alzheimer o non lo “alza” più?

Per fortuna, “smanetta” sui video dei Duran Duran. Ecco, siam passati da Eraserhead alle seghe mentali di David sulla sedia a dondolo.

Più che Elephant Man, oggi David è semplicemente un tonto.

Da cui il celeberrimo detto del Falotico: prendo tua moglie Sheryl Lee e, di fuoco cammina con me, mentre bevi il vinello vicin al camino, me la trombo.
Sono Bob di Twin Peaks? Di mio, ho altri fantasmi a cui pensare.
Per esempio, la vicina. Pensavo fosse morta dieci anni fa, e invece urla ancora alle riunioni condominiali.

Le ho regalato una copia di Strade perdute. Ha scoperto che sua figlia se la fa con l’uomo misterioso e che il marito è Patricia Arquette.
A conti fatti, non è più una vita ghezziana da After Hours, ma c’è da lavar la moquette.
Basta un poco di ammoniaca e la (s)figa va giù.

Mary Poppins? No, Robin HoodRubo ai ricchi per dare ai poveri.
Però son tutti più ricchi di me.
Finiamola così. Più che Errol Flynn, sono in calzamaglia alla Mel Brooks.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Tra le nuvole (2009)
  2. Per qualche dollaro in più (1965)
  3. Motel (2013)

Genius-Pop

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