Archive for April, 2014

Con l’amore di un coniglio di Giacomo Pedroni, recensione


21 Apr

 

by Stefano Falotico

 

La fragile storia d’amore fra Alessandro e Claudia, due (ex) perfetti innamorati. Ma la caducità della vita infierisce e non lascia tregua, è una tenaglia corrosiva, attanagliante la purezza dei sentimenti che, nell’erosione del tempo delebile, cancella lentamente le gioie dei bei momenti trascorsi assieme, ardendo le anime delle loro vite via via smantellate dall’inevitabilità del destino. Un destino beffardo, nel quale Alessandro vedrà perdere il lavoro, e Claudia sarà costretta giocoforza ad abbandonare Alessandro. Si perderanno… travolti da un destino fatale e purtroppo, forse per entrambi, infausto… Vite che s’erano profondamente amate, incrociate nel torpore morbido dei baci soffici e a cui la vita ha dato, di colpo, uno schiaffo ledente la delicatezza degli attimi e delle felicità spensierate che fra lor furono. Oggi appunto svanite dalla torbidità della vita nuda nei dolori lenti che, perentoria, infligge. La fulgidezza delle loro vite unite si sfalda e, sgretolandoli dentro nel permear le loro vite d’amarognole delusioni sempre più scalfenti e torturanti, li distaccherà l’un dall’altro. Claudia troverà un altro, forse… Alessandro, colpito, come un cattivo, lapidario fulmine a ciel sereno, dal licenziamento in tronco, dapprima rifletterà abbattuto sul senso dell’esistenza, sua e dei “fantasmi” del passato che ancor gli ronzano gravitanti attorno d’ansiogene premonizioni a prefigurargli la fine imminente, quindi ciondolerà ectoplasmatico per le vie della città, che ora gli appar desertica, brulicante solo d’incubi a martoriante addolorarlo inconsolabilmente. Perso, “impazzito”, sull’orlo della crisi totale, lavorativa e non, trascurandosi, trasandato vagherà senza meta, sino ad approdare alla “riva” di un dirupo, per gettarsi nel vuoto del suicidio annunciato… Ma, nel mortal attimo “finale”, un istante prima di lanciar… via la sua vita, un piccolo grande miracolo lo salverà. Sì, qualcosa non accade per caso. Rinunciando all’ultimo momento al suicidio, torna a casa, accende il PC e legge l’annuncio della messa in vendita di un coniglio… un’altra coppia, anch’essa angosciata dalla crisi incombente, ha deciso infatti, guarda il caso…, di vendere il proprio coniglio perché addirittura i due coniugi non hanno più i soldi per il suo sostentamento, dovendosi trasferire in Repubblica Ceca sempre per questioni economiche… La coppia di Stefano e Fiorella che nel libro fa da parallelo a quella di Alessandro e Claudia.

Così, fra quest’incrocio di disperazioni inevitabili, Alessandro ritroverà la forza di vivere e, anziché trovarsi un nuovo lavoro “normale”, beneficerà dell’amore infusogli dal coniglio, per “fondare” un ritrovo di animali, per salvarli dalla cattiveria e dall’egoismo delle vere bestie, gli uomini crudeli.

Una metafora speranzosa, dunque, quella di Pedroni. Un libro semplice, all’apparenza banale ma che invece, proprio nella sua parossistica semplicità, appunto, tratta di un tema scottante, la disperazione agghiacciante della disoccupazione, che distrugge molte vite umane, ma lo fa con la geniale intuizione, forse anche utopica, perché no, di alleggerire il tutto in forma “favolistica”.

I veri conigli sono gli uomini crudeli, insomma. Non la gente onesta e dotata di grande anima…

 

 

Billy Bob Thornton, il cattivo di Fargo, a fartelo!


21 Apr

 

Ora, non so se avete già visto il pilot della nuova inne(r)vata serie Fargo, “tratta” dall’omonimo capolavoro dei Coen. Una serie che si preannuncia stratosferica, nel senso anche meteorologico delle nostre emozioni, inaridite da tanta freddezza contemporanea, nuovamente, vigorosamente “ustionate” da tal freddo polar camuffato da “franchise” tiepidamente cinico e “umorista”. In realtà, già un altro capodopera attoriale di Billy Bob Thornton, perché è lui che “firma” l’emozionalità “agghiacciante” di tal serie col suo personaggio glaciale, un lupo notturno dalla spietatezza da farti rabbrividire in tua pelle che si stava “accapponando” perché tua moglie, quella brutta grassona, ti rinfaccia che sei un perdente e non sai nemmeno scoparla come “caldo” vorrebbe dell’uomo che non deve chiedere mai…

La “vittima” di Billy è Martin Freeman, modesto, sfigatissimo impiegatino fantozziano su movenze da Rick Moranis che fu di Mel Brooks e Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi. Con l’aggravante che, a differenza di Rick, non ha nemmeno il dono dell’autoironia su cui far leva per risultar almeno simpatico. No, una “merdina” immane e oltre le più pessimistiche immaginazioni, un pessimo topo che se la fa sotto terribilmente e s’è accontentato d’un lavoretto in un’agenzia di scartoffie perché non vuole proprio ammettere di essere loffio, lento, patetico, un bugiardo cronico, buono a nulla se non a raccontarsi frottole di alibi per fuggire da una realtà ove viene e verrà, per il suo modo immutabile d’essere un irrimediabile loser a 360 gradi, nel sedere preso in giro a “raffiche di vento” degli equilibri psico-emotivi che tenterà goffamente di rinsaldare sempre, con risultati ancor più controproducenti, semmai acquistando in libreria il classico manuale per i coglioni in cerca della rivincita “esistenziale”. Che ne so, roba scritta da una “strega” dell’Antartide, quindi una che, come lui, si fa passare per “veggente”, “dotata” di eremitica “saggezza” trascendentale delle vette della coscienza, abitando i monti alti del farsela fra le mutande “intoccabili”, abbrustolite solo vicino al camino-fuochin-fuochello e dalla sua gattina ammuffita a coccolar un cagnolino tutto l’an(n)o, per non guardarsi allo specchio e spararsi in bocca una volta (per tutte) che constaterà di essere solo una racchia mondiale, una babbiona ripudiata anche dallo Yeti, il mostro che vorrebbe, di ne(r)vi dinanzi alla sua faccia orrenda, “vergarla” di botte “a valanga” . Sì, un libro “aiutante” la sua autostima “raggelante” per l’uomo infreddolito a causa delle troppe “freddure” che è costretto a ricevere ogni giorno. Sapete? Quelle battute secche, davvero abbattenti, ah ah, che fan più male di un pugno in faccia schietto. Quelle spiritosaggini a doppio taglio a cui sarà giocoforza obbligato a reagire soltanto con un altro fottuto… sorrisino di circo(stanza). Non può fare altro? Non ha speranze uno così. Sa lui stesso che ribellarsi significherebbe soltanto perdere ancora di più.

Ma in città arriva Billy a spronarlo. Il classico uomo “nero” che lo fa nerissimo a tutti. Se qualcuno lo provoca, lui semplicemente lo ammazza. Se la polizia lo ferma per chiedergli patente e libretto, lui consiglia al tutore dell’ordine di tornare a casa per aiutar la figlia a finire i compiti. E gli “tira” su il finestrino senza batter ciglio, con l’implicito messaggio “Prova a deviarmi dalla mia non retta strada, e ti entrerò nel retto di gal(l)er(i)a”.

Come dire… non me ne può fregar e “frenar” di meno, altrimenti riceverai “botte” di neve a rinfrescarti le idee, pretaccio, e mani a tuo p(up)azzo che arrischiò così tanto per volermi sbarrar la via. Meglio le mie catene da atarassico emotivo che finire incatenato negli ingranaggi ammortizzanti della società ricattatoria con le sue ipocrite reprimende da “Vai piano e vai sano”. No, andando lenti, si diventa solo tonti.

Questo è Billy Bob.

E in tutti questi film qui sotto, in un modo o nell’altro, è sempre uno stronzo. Nessun tempo gli sarà “variabile”. Non cambia, solo il cambio della quinta ingrana e ti “asfalta”.

 

Sette film contro la crisi lavorativa


19 Apr

Sto sbattendo, da combattivo-“battone”, la crisi, trombandola da fottuto!

Prendiamola…, sì, a ridere. Ripenso al mio passato e vedo solo “pene”.

Sì, viviamo in tempi asfittici, claustrofobici ove la tetraggine sta possedendo gli ex lavoratori, ridotti all’onanismo, nel senso di farsi seghe… mentali, dicasi paranoie giuste dovute al “fallo” di esser stati licenziati e non saper più che “pesce” prendere… solo granchi. Non li assumono neppure come fruttivendoli, che tonni!

Ho visto dottori ridotti sul lastrico e dunque costretti ad arrangiarsi, rimboccandosi le maniche pur di non finire sotto i ponti… da cui le gengive rotte curate dal dentista di “arcate” non solo gengivali “riparate” di apparecchi ma soprattutto di quelle sopraccigliari causate dagli incontri clandestini da “cani” che tali disoccupati son costretti a sostenere pur di portar a casa qualche spicciolo nonostante le mascelle rotte da otorinolaringoiatri per ingoia un altro ingerirla amara, chiudi il becco, tappati le orecchie o finirai dallo psichiatra e sarà un pasto di pastiglie. Ecco, le meningi(ti)! E dir che sono laureati con tanto di carta “canta”… sì, il miserere della gola recisa dall’impiccarsi in sala e pur tanto faticarono di volerla arredare da “parati”. Adesso, non hanno più parole, ammutoliti dall’agghiacciante situazione finanziaria “essiccante” a cui nemmeno lo strozzino più strangolante può ovviare con qualche elargizione poiché anche lui è attanagliato dai debiti dello squalo più grosso di lui, un camorrista affiliato agli yakuza della mafia russa da cui il Cinema malinconico, narcotizzante, nel senso della narcotici di catalessia anestizzante per non soffrire, di Takeshi Kitano e i Fratelli di Abel Ferrara uniti a La promessa dell’assassino.

Questa è “pura” carne cronenberghiana, pus underground da Nanni Moretti che faceva bene a criticare in Caro diario le elitarie critiche ché tanto criticarono Henry tanto ora è solo pioggia di sangue…, dicasi anche suicidi a raffica.

Sì, ho visto le migliori menti della mia generazione, gli ex studenti più ligi al dovere e brillanti, oggi offuscati dalla “fosfora” del non aver neanche i soldi per lo shampoo. Perdite di capelli, di peso, praticamente (non) ci son solo acciughe e questa vita raggela pur se manca la luce per il frigo. Conserviamola così, governo italiano, facciamoci del male!

Al che, impazza il toto-lavoretto “improvvisato” su Facebook e Fiveer.com, in cui scoppiano, ah ah, gli annunci di “assunzione” col sottotitolo: “Per 5 Euro sono disposto a imbiancarvi l’intera casa se, come mancia, mi puoi dar tua sorella per una botta affrescante”. Ma questa gente viene sbattuta al fresco e lì le pareti saranno umidissime, davvero pulite!

Con tanto di riscaldamento, ah ah, di un energumeno ficcante!

Sì, ho visto quarantenni, un tempo gioviali, oggi “smanettar” il lor uccellino “giulivo” pur di dar “olio” alle donne sognatrici un figlioletto (sì, per gettarlo in questo mondo di merda), bisognose del seme ingravidante da “olivine” spremute, p(r)estandosi da gigolò a ore, per non farsi trombare dal mutuo. Che banca! Non batte la cass(ier)a, però! Come si fa? Se la cassiera non batte gli alimenti, che ne sarà della catena? Cazzo, questa vuole dal suo fidanzato soltanto, poverina, delle catenine! Pensavo volesse spedirlo ad Alcatraz perché lo scoprì tradirla con un piatto di lasagne scadute, causa la fame davvero infornante!

 

Ma son rimasti muti, spompati, stremati, “tirati a lucido” di maschere da bruttissima cera. E senza neanche il brodino nella cena.

Questa società ci ha imbrogliato, è una brodaglia. Al che, ci rimangono due possibilità. O imbavagliare i caporali e fare i ricattatori, oppure trovare una donna che ci “accatti” e, “tenendocelo” fra le gambe, ci mantenga pendenti dalle sue labbra…

Sì, qua si magna davvero da porci… Slurpplof!

Ho detto tutto.

Bisogna reinventarsi? Ma se non ti danno neanche un interinale per una sera al mercatone a far… l’inventario!

Al che, rifletto, e mi viene un’idea “inculante”. Sì, farò lo spogliarellista nei night club per grandi, piccini, etero e omo fregandomene del “decoro” da “uomini”.

Ma no… non servirà a un cazzo. Che (s)figa.

Più nudi di così, si muore…

 

Atto di forza

I ricordi di tutta una vita!

Sì, ma abbiam perso i risparmi!

Warrior

Un professore di Fisica è costretto a tornare ad allenarsi per rimetter su non solo il fisico ma soprattutto il fisco!

Rocky

Alla fine, Rocky urlerà che non gliene frega niente del futuro.
Prima sì, però. Dopo il match, si è messo a posto.

Full Monty

Per dirla alla Travis Bickle, orgasmizzanti.

The Wrestler

Lo fa per sentirsi ancora un leone?

No, per non finire sbranato.

Insider. Dietro la verità

Super sparatona!

Risvegli

Inutile aggiungere altro.

 

Il ritorno di David Fincher, Gone Girl Trailer


16 Apr

Pubblicato in data 15/apr/2014

GONE GIRL — directed by David Fincher and based upon the global bestseller by Gillian Flynn — unearths the secrets at the heart of a modern marriage. On the occasion of his fifth wedding anniversary, Nick Dunne (Ben Affleck) reports that his beautiful wife, Amy (Rosamund Pike), has gone missing. Under pressure from the police and a growing media frenzy, Nick’s portrait of a blissful union begins to crumble. Soon his lies, deceits and strange behavior have everyone asking the same dark question: Did Nick Dunne kill his wife?

Adoro immaginare un culo e (non) mostrarvelo di (s)contro


12 Apr

– Ci sei voluto entrare? E ci sei rimasto! (Al Pacino, Heat)

Oggi pomeriggio è stato all’insegna, anche non rispettata stradale segnaletica di “guardrail”, del culo a (non) com-planarvi.

Uno di quei culi “sfondati”.

 

Sì, dopo un pranzo indigesto in quel del mio loco-“loculo” di via della Ca’Bianca, ove risiedo periferico di Quartiere Navile bolognese, con lo stomaco in subbuglio, a causa del pasto masticato con disgusto, decido di digerirlo nell’andar a prendere un caffè dall’altra parte della città, anzi nell’entroterra(gna) di Castenaso, frazione limitrofa “dotata” di Bar Centrale, ritrovo nevralgico, anche nevrotico, di gaglioffi senza un soldo che scommettono dalla tabaccaia amarcord lì ubicata a sperar di averla… non più questa (s)figa ma di botta di posteriore, un bar sordido gestito da un albanese schietto come le fiaschette dei suoi clienti vecchietti, i quali di fiasche ammiran i fondoschiena delle donnacce più ubriacone di quella “zona” anteriore, nei pressi della “rotonda” pericolosa…, sì, statevi (ac)corti, non “allungatelo” in curva.

Al che, bevo…, ottimo, aroma smaltito in 30 secondi netti su sigaretta Chesterfield aizzante il mio sbuffar in faccia alla clientela “elegante”, e rientro in macchina, sostata in una piazzetta vicino a un chiosco lì adiacente vendente birrette annacquate, gelati sciolti come la diarrea più “soffice” e “liquorosa”, e pizzette asportate dal fegato dei cani randagi che ne vomitaron la “mozzarella” ammuffita la sera precedente all’acquisto della medesima da parte del bottegaio. Uno che appunto vende cibo avariato, avvelenando gli acquirenti, da cui ora capisco perché ogni giorno Castenaso annota nel “Quotidiano” locale dieci morti per ragioni gastroenterologhe inspiegabili. La questione demografica della bile indimostrabile.

Ebbene, “spingo” la freccia, aziono la leva del cambio ma, all’improvviso, che schianto. Dinanzi a me, in tenuta attillata a ritto subito “ingranarmelo”, una ragazza ballonzolante di culo asciuttissimo che sta camminando impettita su gran contemporaneo “incazzarmelo” e volerla tamponare. A bruciar il carburante dei miei occhi nel suo “dolce” scroscio su e giù di glutei sodi come il duro… marciapiede da lei soavemente cadenzato su carezzarmelo seppur virtualmente (im)mobilissimo dentro la carrozzeria dell’automobile. Glutei duri dalla tenuta “che va sul bagnato”, indistruttibili come i mattoni del pa(la)zzo dirimpetto a lei “sui viali”.

In preda al “panico” e alla catatonia raddrizzante in mezzo alle gambe su sguardo mio al “tergicristallo” di polluzione eiaculante, non mi accorgo che, svoltando, sta nel frattempo passando una macchina. Freno bruscamente ma, nonostante la mia “prontezza di riflessi” e del mio “fesso” eroticamente all’olio “trivellato” fra le mutande “petrolifere” a (es)tenderlo di macchioline spermatiche, spacco di putiferio il suo specchietto retrovisore. Il conducente dell’auto scende più “incazzato” del mio, intanto, di sollevato “freno a mano” dato l’urto allarmante, lo blocco subito dal fottermi di fisting, cioè pugni tosti, ster(ili)z(z)andola in barzelletta, però densamente penso, fra me e il mio, che voglia incularmi ma preferisce una “sodomia” più delicata. Non vuole la constatazione amichevole bensì subito la “grana” per riparar al danno. Io, di malavoglia, son costretto al ricatto.

Ah, il didietro di una ricotta di (s)vista può farti pagare 100 Euro di “contravvenzione”, con la beffa che non sei venuto né sul suo ano e neanche da onanista sotto i baffi puoi dir d’essertela (s)passata davoyeur.

Probabilmente, codesta era una puttana. E i miei 100 Euro dati al “danneggiato”, serviranno a costui per pagarla. Lei gliela allargherà, elargendogli la “multa” se non userà la cintura di sicurezza, come esige costei, sadomasochista di quelle “forti” e resistenti.

Ricordate: sono un uomo ve(tr)o rotto, da rottamare.

Il Cobra


11 Apr

Ho sempre preferito Sylvester Stallone Cobretti alla famiglia non lo dico cretinetti a dir poco, amo il mio “tamarro” in confronto ai nerd merde… se non ti sta bene, ti “starà” strappato…

Vedi di non rompere il cazzo e altri pugni in faccia alla famiglia non lo dico!

Chi è tal fantomatica famiglia non lo dico? Ora, se vorrete recarvi su Google e digitare non lo dico, il pater familias di tal nucleo di troioni, noterete che ancor compare il suo vecchio indirizzo civico, via non lo dico, con “annesso” num. di telefono, da me qui riportato senza sprezzo del pericolo: non lo dico.

Oggi, il telefono è stato disabilitato e in quell’abitazione non abita più nessuno.

Ora, voi, che non ne siete informati, vi chiederete, ammesso che v’interessi, (non) ne dubito, perché?

Perché, nel lontano 2003, in seguito a violente calunnie per il net ai danni del sottoscritto con tanto di profili falsi, relative denunce, querele, tribunali, giudici di pace e minacce “penali”, si giunse in ca(u)sa, appunto, con incluso il rischio d’infrazione, usci semi-aperti, urla sguaiate, casini sfacciati, porte semi-sfondate, calci, pugni, isteria collettiva dei condomini che, assistendo, quasi quotidianamente all’orrido spettacolino, che dopo vi descriverò, spesso chiamavano le “gazzelle”, con puntual arrivar in loco della polizia e delle “forze dell’ordine” allarmate dal trambusto e dal “disturbo” della quiete notturna.

Ora, sintetizzando, potremmo dire che mi recavo sempre da costoro, gli impostori, per chieder spiegazioni del perché, dopo aver interrotto un’amicizia davvero “tale”, mi stavan perseguitando su YouTube e sui vari forum internettiani, appunto.

Recandomi nella tana dei “lupi”, fui denunciato e costretto a un ricovero psichiatrico perché quel “gran genio” di colui che mi “diagnosticò” sofferente di allucinazioni uditive e visive, accusandomi, non avendo prove a mio carico, di essermi inventato tutto, decise di “punto in bianco e stilografica arrogante” che dovessi essere sedato e curato affinché mi tornasse la “ragione”. A suo avviso, infatti, non avevo semplicemente “accettato” una “normale” emarginazione e la mia mente, sempre secondo tal “luminare”, aveva dato “violentemente” di matto. Perché costoro, sempre a suo (ar)dire (e anche aver rischiato di bruciare un cervello), non erano assolutamente responsabili di nulla, mi ero solo ammalato, ah ah, in seguito alla forte delusione, in quanto “castigato” dalla solitudine della circostanza “esiliata” creatasi, vedevo complotti dappertutto e immaginavo che queste persone ce l’avessero con me, quando invece erano soltanto “bravi” cittadini, col “diritto” di mandarmi a fanculo…

Sì, e relativo calunniare, prendere contatti addirittura con una ragazza che all’epoca frequentavo, intimandola a lasciarmi, altrimenti “gliel’avrebbero fatta”… pagare, “pelandola” (leggasi “vaga” minaccia di stupro?), dove le (o)mettemmo?

Ebbene, dopo esser stato “internato” nel remoto oramai 2008, dopo un processo giudiziario protrattosi sin al Novembre dello scorso anno, con “pendenza” del “giudizio” sulla mia persona, dunque annessi “controlli” per appurar se avevo mentito o la mia versione era corretta, insomma, dopo 5 anni di tal cagione provocatami, con tanto di rischio di mia impiccagione per non poter sopportare l’ingiustizia atrocemente caudina e criminosa, appunto a Novembre venni liberato da ogni “sospetto”.

Secondo voi, invece, che figura c’han fatto questi pezzi di merda dei non lo dico?

Certa gente (non) merita vendetta, hanno già scontato in tribunale, ma ci vorrebbe per questa il Cobra.

De Niro on Tribeca 2014


10 Apr

De Niro ad Amici, il suo ingresso


06 Apr

Come De Niro andò ad “Amici”, elevato in gloria su poltroncina da “svaccato”, e rubò, “girandosi i pollici”, tutti i risparmi della vostra (non) vita

Chiedo ven(i)a se provoco giustamente come al sol(it)o, ma non sono, a differenza di voi, comatoso, eppur a malapena respiro in tal mondo grazie all’endovena, non da drogato ma da flebo

Abbiate fede, io ho la febbre oggi, domani sarò infreddolito, ieri fievole ma non frivolo eppur son fiero di non vestir “firmato” in quanto già “firmamento” d’asceso, prima di discensione vostra nel mio culo, e ora in cielo “lucido”, eppur credo, in modo crudo, alla trinità della mia bocca che non tace, dei miei occhi che vedono, del mio… che “spinge”, il carrozzone va ma preferisco il “trenino”, sì, ho paura dell’aereo, anche di ieri perché guardo al domani, sperando di rosso di sera, si spezza esangue…

Non ho bisogno di una trasfusione ma tu di un trans. Meglio il tram.

Sabato sera, De Niro non ha capito lo spirito del programma della De Filippi. Volontariamente non ha votato per nessuna squadra, assegnando i suoi pollici su a entrambe le fazioni contendenti. Insomma, con celeberrimo riso beffardo ha preso per il culo questa gente che gli ha dato più di un miliardo per partecipare a tal immonda pagliacciata. E non ha smentito la sua grandezza. Perché Bob incassa e, da toro scatenato, (s)fotte. Poi, torna a Los Angeles, e dice al suo amico, Joe Pesci, che come si fan inculare gli italiani neanche il suo Al Capone.

E assieme vanno a brindare alla faccia della nostra Italietta, che parla sempre disperatamente di crisi ma non dovrebbe lamentarsi se milioni di spettatori stanno incollati al piccolo, piccolissimo schermo, oserei dire minuscolo, per dare al Bob il loro poverissimo stipendio. La vita è questa. Tu dai a De Niro, trattandolo da untouchable Dio, e poi finisci sotto i ponti, solo perché non avevi raddrizzato le antenne del tuo cervello oramai scassato dalla società mediatica, anzi, di Mediaset. E non alzare il dito medio se prima ti eri sintonizzato sul Cinque. Ah ah! Ora, applaudi! E stai zitto.

Sette film ove De Niro, in modo pasoliniano, profetizzò l’italico “pisolino” da gente che prima votò Berlusconi perché desiderava un cambiamento godereccio, “grazie” ai suoi programmi pecorecci, e ora vuole sbattere il “povero” Silvio perché non ha più neanche i pochi Euro per comprare un pecorino sardo. Ebbe, come si suol dire, le traveggole illudendosi che avrebbero trombato le “belle” come Berlusca.

Eh sì, una verità assordante. “Vi meritate Alberto Sordi!”, parafrasando il Moretti “urlatore”.

Vi meritate di “(s)venir” nelle mutande per la Ferilli ancor “bona” coi boccoli da matrona dei bordelli “culturali” romani in quel di Milano da “giudice” che si gratta il clitoride fra una paletta e un “siparietto” con semi-inquadratura alle sue tettone, vi meritate Argentero Luca e l’ultimo posto, di medaglia di merde, come “Belpaese”.

È buono il “formaggio?”. E il format?

Sì, state (de)formando questi uniformati, omologati ragazzi “talentuosi” proprio alla “sana” pastorizia.

Che hai fatto in tutti questi anni?.. Non sono andato a letto presto, ho guardato la De Filippi.
The Good Shepherd

A Bronx Tale

Sesso & potere

15 minutes

Brazil

Re per una notte

Il cacciatore

Kurt Cobain amava Clint Eastwood


05 Apr

Kurt Cobain: a vent’anni dalla sua mortacci tua, Falotico vi racconta l’ultima volta che assieme si suicidarono…

Vent’anni fa e un giorno, moriva Kurt Cobain, la domanda è: era un grande o un montato? E soprattutto chi è stata la più grande rockstar? Jim Morrison

Non ho mai nutrito troppa simpatia per Kurt. Mi ha sempre dato l’impressione, cantando in quel modo, di essere uno di quei maialini scannati al macello così come “grungeiando” mugolava il suo “dolore”, soffertissimo, ah ah, esistenziale da uno che prima s’era fottuto bellamente, con tanto di lor belate “belline”, cento groupie al ritmo di “come as you are” di pecorina. Ma ammansiva il vostro gregge da valle inconsolabile di lacrime “arrabbiate”. Un ipocrita, insomma, osannato dalla società anni ’90 in cerca della sua pulp fiction musicale. Sì, prima le ammucchiate e poi l’ira da Mucchio selvaggio alla Peckinpah perché s’era rotto il cazzo dopo l’indigestione di “basso”.

Per questa mia, speditemi in manicomio e ballerò il lento… “sciolto” sul… light my fire del Morrison mentre sarò picchiato da spranghe “dure” a friabile adattarmi ai vostri gusti. Sì, a tutti piace(va) Cobain, di mio ho sempre preferito il sigaro cubano di Al Pacino di Scarface e a Michelle Pfeiffer, perfettina e incazzosa se le si rompon le unghie, due cubiste cubane con Fidel Castro nella vostra baia dei porci a cui faccio guerra. Abbaiamo! Non abbassiamoci!

Questo sono io, l’irriverenza guascona come può essere la smorfia alla Max Cady di De Niro, uno che ha il coraggio di sputtanare questa borghesia falsa. Prima educa i figli alla mansuetudine senza marijuana e poi critica uno come Max che veste camicie hawaiane. Con tanto di tatuaggi da marinaio, essendo stato in galera per colpa delle omissioni “peccatorum” dell’avvocato bugiardo perfino a sua moglie, a cui non confida il suo tradimento “galeotto”.

Sì, in utero…

Passano gli anni, oggi abbiamo le magic mielose di Chris Martin, ieri John Legend col suo basculante addome da negro “latino”, domani tornerà di moda il jazz del cazz’.

E si fa di tutta una banda un fascio… di nervi, tanto esploderete in “fuoco” artificiale, dopo il ”glande” freddo”, da sagre paesane dei vostri fintissimi idoli, ben peggiori dei santi patroni meridionali.

Di mio, ficco in autoradio i miei strange days, per il resto potete suicidarvi.

Se non vi piaccio, in quella tavola “calda” servono il prosciutto della tua donna sgelata dopo tanta carne in scatola della sua mente da “imbottigliata”. Offrono gratis la “salsa” con le patatine di lambada…, alcune però non sono “originali”, son abbronzate di lampada(rio). E vai di mossa, di mousse, di musetto e attenti alle scosse!

Fidatevi, meglio un pneumatico come me di uno come il Cobain. Che sfruttava il vostro “teenagerismo” nichilista e “turbolento” per poi scrivere nei suoi diari che non provava empatia.

Però con quelle che gli sudavano sopra… sì.

E Bruce Springsteen? Fino a “Nebraska” ci s(t)iamo, poi ha sbandato.

Ma in fondo fa bene. Tanto “Sulla strada” non lo legge più nessuno.

Oggi, la gente preferisce le hit “toste” col culo parato da sparlatori dietro le pareti insonorizzate della falsità ancor più “assordante”. E voglion tutti vincere la classifica stando in pantofole.

Per quanto mi concerne, so che la cerniera serve per far uscir l’uccello.

E non tarpategli le ali, mie polle, sono le parti migliori assieme alle vostre cosce… si spera non troppo “cotte”, altrimenti poi mi chiederete gli alimenti. Di mio, voglio solo che aumenti di volume, tu puoi “volumizzarlo”, alimentandolo con qualche toccatina… di pepe e molto sale. Il punto saliente del gradimento.

Di petto son stopposo, di patta c’è, di patti non puoi prendermi sul serio.

Pattuiamo questo: io pattino, ti sbatto e non spiattellarmi la morale da tiro al piattello.

Cosa voglio dire? Sono criptico? No, di mio vivo nella cripta e basta.

È già troppo farti ascoltar la musica vera, spaccarti i timpani e tamponarti.

Ma, pur essendo già morto, vesto più nudo dei tuoi scheletri nell’armadio.

Ora, basta con le tue melodie e dì a tua moglie che me la dia!

Suvvia! Via e poi giù!

Finale col botto… in faccia

Una scrive su Facebook che, dalla fretta, si è mal rasata le ascelle e chiede alle sue “amiche” se credono sia eroticamente, per il sabato sera “pompante” in discoteca ritmata di musica “incazzata”, affascinante il semi-pelo per il maschio “intravedente”, e se questo “stratagemma” può aiutarla a rendersi più piacente per la penetrazione lenta e non troppo scimmiesca.

Intervengo a sproposito nello spazio commenti e le scrivo che a me piace King Kong. Anzi, che io e King ci siamo sposati da un anno e aspettiamo Cita in formato gigante. Non abbiamo però i soldi per mantenerla e neanche quelli per la balia. L’affideremo a Tarzan, di “adozione” africana-leggendaria da libro della giungla…

Lei non capisce e chiede se sto provocando per puro gusto (s)fottente, alludendo che mi piacerebbe leccargliela su far lo spiritoso animalesco prima della bestialità ancor più (s)fottuta.

Al che, “controbatto” e le scrivo che sono in verità solo un barbone in cerca di pelliccia per la notte. Ma da cacciatore potrei pelargliela come la favoletta di Cappuccetto con un unico finale possibile. La polizia becca il mio Jack lo squartatore e io me lo do ad altre gambe. Tu la dai, dondolante va ergendosi come la quercia in mezzo alla foresta, colante me lo trancerai se non vorrò disboscarlo prima della pioggia equatoriale, accaldato-irrequieto di battermi il petto perché tu me lo estrai, tagliandomelo evirante.

Ecco, penso che Kurt Cobain fosse romantico a suo modo. Io, a mio “mondo”, sono un leone, domani un elefante, ieri più pachidermico di un imprenditore che sfrutta i dipendenti, in un’altra era sono quel che sono.

O ti vado bene, o evviva le foche. Se non accetti lo zoo, posso fare il delfino.

Se hanno chiuso le piscine, posso almeno pisciare?

Ora, mi chiederai: non puoi perché non ce l’hai più dopo l’evirazione. C’è sempre il pappagallo artificiale.

Sì, diciamocela. Cobain era un uccello in gabbia. Compreso che Courtney Love era carina, sì, ma voleva troppi altrui ca(na)rini, si sparò evitando che gli strappasse anche il “grunge” dello “sdrucito” pantalone urlante.

Detta pene al (di)vino. E non voglio sentir altri cazzi.
Jim Morrison è il più grande perché comprese the end prima dei titoli di “coda”… dopo che Marlon Brando disse la verità di questa società che fa orrore.

Punto e a capo?

No, da Coppola in testa.

E ora “spariamocele”.

– Come va?

– Non funziona un cazzo. Comunque, lo riparerò. Uno ne ho, eppur son bipede.

Comunque, per finire del tutto, vi racconto questa.

An(n)i fa, una tizia di Roma volle per forza, “di brutto”, incontrarmi con la scusa che era affascinata dalla mia mente.

Scendo dal treno, lei mi fissa, allaga tutta la stazione e, per far sì… che non chiamassero soccorso a causa dell’allagamento della Termini, mi salta addosso e me lo evira con un morso netto.

Risolto l’allagamento, sì, dopò si asciugò in fretta, dicasi “ritiro dopo che volle tirarmelo”, mi vide catatonico, immobile e mi disse: “Stefano, non starmi così, non ti manca niente”…

Insomma, Cobain doveva andare a farselo attaccare varie volte dopo gli innumerevoli strappi da isteriche.

Alla fine, optò per la soluzione che taglia i “testicoli” al toro.

Si ruppe proprio il cazzo. Completamente.

Una pistola e basta coi grilletti.
Insomma, non so se Cobain fosse un genio. Ma d’altronde non lo era Dostoevskij, non lo era Mozart, non lo era Einstein e non lo sei tu. Non lo è nessuno. Diciamo che esistono persone che fanno della loro particolarità un modus creativo. Canalizzano la loro predisposizione a essere quel che sono (in)nati.

Ma poi succede inevitabilmente questo. Cobain andava, come un comune mortale, come tutti, al bar. E la barista, anziché chiedergli “Cosa vuole?”, gli ordinava “Dammelo”.

Lui aveva bisogno solo di un digestivo.

E, nauseato, si sparò in bocca.

Fine della storia.

Comunque, domani, ricordatevelo, non si scappa. Anche se stasera avete scopato, dandovi una visione euforica della vita, diciamo una momentanea “botta”, a meno che non siate crepati per overdose, ah, ben vi sta, eccessivi, vi toccherà la solita merda.

In senso figurato della condizione umana?

No, nel senso stavolta proprio di merda. A meno che domani non caghiate il cazzo.

Non so voi, di mio cago regolarmente.

I problemi nascono con le stitichezze della società rivoltante.

Insomma, cagano storto e pisciano fuori dal vaso, cioè me lo rompono.

E che puoi fare?

Adesso, apro il mio sogno nel “cassetto”. Ed estraggo il fucile.

Sì, sono Walt Kowalski, altro che Cobain.

 

Kevin Spacey è stato diagnosticato pazzo


04 Apr

Sette film che celebrano, cari cerebrolesi, lo stato mentale a me più consono, cioè la pazzia alla Kevin Spacey, creativa e da “ambiguo” stronzo…

Kevin Spacey: la gente ha pensato che fossi matto 11 anni fa quando mi sono trasferito a Londra e ho dato vita a una compagnia teatrale – “ma che fa? È fuori di testa” -, la gente pensava che fossimo matti quando abbiamo firmato il contratto con Netfix per House of Cards – “sono fuori di testa, non funzionerà mai” – . Sono abituato al fatto che la gente pensi che sono matto. E sapete una cosa? In fondo mi piace un sacco”.

Concordo, diciamo che mi rispecchio.

Una quindicina di anni fa, iniziai a scrivere un libro e i miei coetanei pensavano fossi diventato più matto di quello che ancora, orgogliosamente, (non) sono. Pensarono: “Adesso, ‘sto cazzone, vuol anche fare lo scrittore. Ma andasse a lavorare come noi tutti, coglionazzoni, e vedesse di trombare qualche volta, invece che amare il Cinema e farsi i cazzi suoi, oltre a scrivere poesie alle donne, tanto le donne son solo delle puttane e noi le riempiamo di soldi ricattandole che la diano, che sudasse!”.

Oggi, li ho inculati ma, nonostante le varie botte… di miei colpi da letterato raffinato, eppur sempre lì (ri)posato, non è che possa dire di avere culo. Infatti, ho più di una donna e sono tutte di buoni fondoschiena. Se lo fanno sodo insomma, e non pretendono neanche i soldi. Una la uso per scopare, l’altra per lav(or)are al posto mio, l’altra come Kathy Bates di Misery non deve morire, cioè le prometto di finire un libro sulla sua eroina preferita, da lei inventata, ma nel frattempo va a far la spesa al posto mio. Se vorrà spaccarmi le gambe, non può, è convinta che io sia paraplegico. Fa parte della sua patologia, compreso il fatto che crede che io sia pazzo e non uno scrittore. Qui si sbaglia ancora di più. Sono entrambi.

Morale? La gente si preclude molte cose dalla vita perché limitata dalla loro normalità.

Io non mi precludo nulla perché non valgo niente. E di questo niente ne vado matto, in quanto son la pazzia incarnata alla libertà. E quando si è liberi si è anche incoscienti?

No, fra le cosce. Ma non vi starò a dire se nel senso ficcante o inculato a sangue.

Su quello, ragionateci voi che avete sempre le risposte. Di mio, non suppongo, come già spiegato. Ho però in casa le supposte in caso di part(it)o. Se dovessi mettere incinta qualcuna, meglio darsi alla fuga e poi a un’altra figa. Andasse male, andrà bene e (da) dritto. Esiste apposta quello che te lo raddrizza. Non è un omosessuale ma un andrologo dei tuoi coglioni…

Sette film “atmosferici” perché nessuno ha la sfera di cristallo e non sai mai che può capitarti. Decapitati, eppur fosti un capitano tosto di capitale che “decollasti”… sii “elastico”…

Dai su, seppur non desti(no), io son desto?

Non sei sul lastrico, perché penzolante dal soffitto…

Non può piovere per sempre… Il corvo con Brandon Lee? No, nel culo lì perché infatti, e in fallo, come da legge di Murphy ché andrà mal di testa e di tempo, grandinerà dentro… eternamente…

Chiuso per colpa del fuoco fatuo, dell’esser stato una meteora, delle cattive, avveratesi previsioni meteorologiche? No, perché hai praticato un incontenibile meteorismo rabbioso in faccia al capufficio e ora non hai neanche i soldi per il cappuccino. L’importante è: funziona la cappella del cappero? Neanche quella? Allora, ti rimane solo il cappio al collo e, “colando”, non sulle donne a sfilarle loro ma appeso a un filo. Eppur c’è “tensione”. Sì, se è tesissimo va bene, le donne amano gli uomini dai nervi “tirati” a lucido per poi incappucciarli in boccucce del “ciuccio” con tanto, se ti va il pene, di lor far le ciuche, da cui il “bagnasciuga”. Eppur, a causa della “fame” non riempita neanche di “languorino”, sei magro come un’acciuga e hai perso la forza per gridar “Accipicchia!”. Sì, quando la vita è solo l’aceto senza l’insalata, sei fritto in padella, (e)salato… ove potrai scagliar tutte le “saette” che vuoi a meno che tu non sia già all’inferno in Terra bruciato…, internato!

Eppur va, si tira a campare fra un tresette e una briscola, incluso il gioco della scopa.

7 film, appunto, da tuo bollito cotto “a puntino” perché, senza spuntini, se il dito punterai, gli appuntati ti pianteranno in gattabuia ove sarai sodomizzato notte e dì con tanto di “passatempo” a guardar il tempo che, fuori dalle grate, (non) cambia. E bestemmi a chi ti ha ingabbiato un “Che Dio vi fulmini!”.

Io, il campione, campo eppur la scamperai nonostante tu sia un pervertito scambista.

Vai a scheggia, ci son anche gli schivati, gli schiavi schienati. Donna, chinati e, chinata, berrai il mio “Chinotto”.

Sì, andiamo i coltivar i campi dopo la moglie ubriaca, c’è da riempir le botte, attenti alla volpe che vuol oltre all’uva anche la vulva della (con)sorte. Che (s)figa.

A noi la vita agraria, agli altri quella di “agrumi”, ad altri ancora quella grama. Impara la Lingua ma non sai baciar senza “linguette” perché ami il bacio unto fra gli “scogli”.

L’importante sono i grammi, se più di 21 non sei salito al cielo oppure laggiù dal Diavolo che sempre t’inculò e t’inculerà, previo il Purgatorio di “imbuto”, a (s)fiammante con Beatrice che, “be(l)ata”, si fa Virgilio nel giorno dei morti e ognissanti.

Oh, signur’.

Le rane bibliche, la pioggia nel pineto eppur D’Annunzio se lo faceva da sé, scrivendo anche “Auto da fé”, ah no, quello era Montale, ma chi “montò” questo caso inquisitorio alla strega fottuta a sangue?

Chi (se) la fa, l’aspetti. Ti chiederà gli alimenti ma tu non hai più il respirante mento.

Sì, sei strozzato per colpa della società puttana e strozzina.

Ma anche Gesù era uno stronzo.

Consolati. Lui morì a 33, tu hai fatto s(ucc)esso solo perché ce l’avevi lungo… di trentacinque.

Comunque, sia, meglio morir suicidi a 40 che tutta una vita “a novanta”.

Abbiam fatto tredici. Bingo!

Domani, andando a riscuotere, saremo scippati da uno che farà “montepremi” in galera ma tanto non lo beccheranno e ne “beccherà” altre… cioè le troie che pagherà…

La pagherai…

Comunque, a che val il “pene” di credere all’amore se farai la fine de Il corvo?

Prendete “quello”, donne, Xander Corvus, pornoattore che se ne sbatte…

Pioverà “dorato”, Xander, tu invece credi alle fav(ol)e della vendetta…

Stai (al) fresco e “ammira” il “tramonto”… un tramonto splendido…

Di mio, posso dire che della vita non ho capito un cazzo.

Di tuo, manco quello. Sei eunuco.

Fidati, io taglio… la corda, ti salverai “al pelo”… di nodo alla gola va l’uomo goloso e le donne amano i “duri” che “resistono”. Li vedono “cazzuti”.

A letto? No, se riescono a non incazzarsi perché non c’è più acqua… non solo nella “loro” e aspettan la morte assieme, senza tradimenti di “sorca”. La luce funziona?

Oltre al tuo da cornuto, la tua donnaccia ha staccato tutto tutto.

Evviva le forche!

Chi è la foca? Tua sorella? Ma non si era fatta suora? Ah, capisco, una finta monaca…

Questa è l’opinione di un uomo scoraggiato perché i tempi non vanno radiosi? No, di mio son raggiante. Diciamo che, pur essendosi alla(r)gata la fogna che sono, in quanto dalla nascita “in barca”, m’arrangio. (T)remando. Di freddo? No, per troppo caldo non (soddi)sfatto. Le donne vogliono solo il riscaldamento autonomo.

Il problema è che non mangio. Lo psicologo dice che sono depresso.

Di mio, credo soltanto che sono stitico al cesso. Ma pur rimanendo sul “cesso”, ti cago in testa.
Guarda come “piove”.

I sette film non ci sono. Non c’è. Che bel tempo che fa. Che fu. Che fe(li)ce.

La gente è volubile…

Molte donne sostengono che ho numeri da vendere. Al che, apro un chiosco e li vendo. Cosa? Ma i numeri, no? Alla signora regalo un 7, sì, il seno la salva, a te invece, bellimbusto, un 10. Sì, te lo sei meritato… di “entrambi i palmi delle mani aperte”. Con tanto di pizzicotto e pollice su dopo che ti ho spaccato il cranio.

Al che, sopraggiunge l’ambulanza per assistere il devastato e l’infermiera mi urla: “Ma che è matto? Lei ha dato i numeri!”.

M(or)ale: se hai un talento, non darlo. Tanto le donne se lo prenderanno lo stesso. Alle donne non importa che numero porti di taglia e neanche la lunghezza di centimetri in mezzo al cavallo. Calcolano il livello numerico del tuo conto in banca. Il resto va da sé, se sei povero “in canna”, non andrà. E prevedo solo un 47 morto che parla.

In poche parole, la frittata è fatta. Ma vorrei sapere questo: la frittella come sta? È masticabile?

Sì, ho sempre preferito le frittelle, anche se non disdegno il fritto misto con la frutta al posto giusto.

Cioè a capotavola, da colui che magna alla faccia vostra.

Per il dolce, rivolgersi al cameriere. Io non servo nessuno. E al dolce ho sempre preferito essere amaro come un caffè bollente che non “digerisci” subito.

Che ti piaccia o meno, questo sono io. Sciolto, “accalorato” d’ustioni al tuo stomaco debole.

Se non ti sta bene, vorrà dire che ti offrirò da bere della gassosa.

Tanto ti bevi tutto il peggior Cinema da gasato che non apprezzare le effervescenze delicate. Una cazzata in meno, peraltro gratuita, ti renderà contento come gli happy end.

Rimanga fra noi, sparecchia sempre tua madre.

 
P.S.: indovina-indovinello, chi sono dei personaggi di Spacey? David Gale, Prot, Lester Burnham, Jim Williams, John Doe o Roger/Keyser Soze?

Risposta: nessuno di questi, sono me stesso. Ma comunque, come Kevin, so imitare Al Pacino meglio di Pacino stesso, infatti alcuni credono sia più bravo di Pacino.

La verità? Sono Al Pacino.

Tu invece sei De Niro? Beato te che ci credi.

 

I film con Kevin li conoscete. Neanche uno sapete? E Seven?

 

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