Clint Eastwood, basta il nome per il titolo di grande, insomma lo siamo

29 Jul

 di Stefano Falotico

Se c’è un attore-regista per cui da anni vado matto, ecco, costui è Clint Eastwood.

Ah, so che questa mia spudorata dichiarazione d’amore, vi fa scompisciare dalle risate. Eh sì, oggi viviamo nell’epoca di Zack Snyder che, con la sua “parentela” di leccate fenomenali di culo a Nolan Christopher, eh già, “Superman”, gira blockbuster che a voi eccitano mentre a me fan venir il mal di mare, anzi, la voglia proprio di tuffarmi dagli scogli più “insidiosi”, (a)sino giù negli abissi insondabili da mia “cattiva” bile, non sfidando la forza di gravità ma nel librar suicida così “libero” come un gabbiano, ingabbiato da una società cinica, “fumettistica” e superficiale, prima del fatal schianto di me “sciolto” nell’affogarmi di (rim)pianti “incontinenti”, sì, incontinenti perché oramai, da un (in)continente all’altro, l’incontenibilissima idiozia sovrana regna in tal mondo bugiardo ove imperan le menzogne oceaniche. “Aperto”, sprofonderò (in)felice, morendo da nessuno ma forse rispu(n)tando, con l’acqua alla gola d’un orgoglio non espiato ma ancor respirante vita pura, come Nettuno, un Dio della letteratura greca che non cagano più, tranne i picc(i)oni della piazza omonima di Bologna, ove “campeggia” la sua Fontana, titanica ma cagata appunto di “striscio” anche dai teppisti che la raschiano nei “lineamenti ellenici” su “falce e martello” da naziskin felsinei di svastica, con tanto dell’adiacente, là sotto, immarcescibile “culturista” Beppe Maniglia, idolo cittadino, tanto “ignorante” che un tempo volle candidarsi come sindaco, presentando “in prima linea”, nel suo “programma elettorale”, lo spaccio impunito della marijuana nella piazzetta “universitaria” più tristemente famosa, Verdi, bazzicata da studenti molto “vogliosi” nel “tirarsele” a vicenda da figli di papà alla faccia dei poveri in canna…

Perse alle “(e)lezioni” solo perché lo “spaccio” non aveva bisogno di essere “alimentato” dai gradi militareschi dei poliziotti, “uomini” di grandi “aspirazioni” e “fiuto” dal “sensibile” olfatto, tanto che chiudono sempre un occhio, tranne quando sono in caserma e picchiano i “tossici”, cioè gli allergici alla vita da “duri”, drogandosi di nepotismo sodomizzante ogni regola della buona e sana “Costituzione”.

Sono uno stronzo? Lo sono sempre fieramente stato e credo di non appartenere all’italiano “Stadio”, infatti sono “instabile” a differenza di voi (s)pos(s)a(n)ti di questo statuto ideologico ove il nazional-popolare pensa a come arricchire Balotelli, “incitandolo” a fottere tutte le veline più sventole, su suo “negro” poi “sventolato” razzisticamente quando ritorna la caudina, bifronte mentalità fascista che lo vuol mal trattare da “senza palle”, mentre la gente muore di fame al “grido” di “Forza Italia” nella “rete” sociale, con tanto di “punizioni” da “foglia morta” dei “fichi” che siete solo quando state dietro le trincee ma poi “bravi”-fighetti quando non avete il coraggio neppur di cacciar una piazzata da arrabbiati “pazzi” nelle ribelli piazze e ve la fate sotto davanti a uno che vi presenta un “titolo di studio” per suggestionarvi in modo tale da potervi ficcar sempre in culo a piacimento… delle Escort che lui s’incula di tanta carta “bianca”… “pulitissima”. Tanto, può fare… è “intoccabile”. Che società “toccante”.

Ciò per dire che Fino a prova contraria è un capolavoro.

E, come Clint Eastwood, invento una battuta, cari battoni, a mo’ di suo “stile” freddissimo…

I giornalisti in gamba devon star zitti perché son alle dipendenze del padronato che li sfrutta, pagando i loro articoli un cazzo, mentre i tizi, che non sanno leggere e scrivere, vanno con le tizie “più nelle gambe”. Così è sempre andato il mondo e sempre purtroppo andrà, cioè a puttane. Al “popolo” interessa la faccia(ta). Punto e finiamola qua.

Sono un fottuto liberale? No, bensì uno fra i pochi che non vi racconta balle ma vi racconta “questa”.
Da giorni, ci sto provando con una che non ci sta, fa la cameriera e gioca di carte a scopo(ne) di lucro coi ludri, affaristi ipocriti che cazzeggiano proprio nel senso allungato del cazzo in ano fra mani sporche.
Lei preferisce stare col padrone del locale, sempre “mantenuto/a” in perfetto “ordine”.
Sì, il padrone è il suo pappone. La paga affinché lei, la serva, serva (due volte servissima) i “clienti” più “seri”. Finito che ha di servirli, di giocarci, terminato che hanno loro di “ripulirsi”, il padrone la fa… pure appunto scopare “a terra”.
Sembra una battuta tratta da Ronin di Frankenheimer?
No, nessun David Mamet. È mia, essendo io un samurai senza padroni.
E soprattutto “matto”.
Ma me vanto nel vento!
Quella donna sa che io non la userei come battona. Ma è stata abituata a lavare solo i piatti e mi spaccherebbe la faccia perché vorrei si emancipasse, provocandola di “botte” per farla davvero godere.

 

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