Archive for November, 2014

Battute & battone, (imbatti)bile


29 Nov

Tom Hanks TurnerUn mio amico, su Facebook, non tollerando più la mia apatia, per tentare di scuotermi dal torpore, mi provoca sul sesso, dandomi della checca e urlandomi che mi lincerà con dei sassi.
Sì, è un mezzo ossess(ionat)o.

Al che, senza batter ciglio, oso dirgli che la sua ragazza, una mezza squinternata-strampalata con molti buchi nel cervello, molto bucata in quanto drogata e poco da pulito bucato poiché oramai riempita dappertutto, lo cornifica da, appunto, zoccola conclamata. A pugno di fisting! E nessuna virgola! Vola(no)! Mi fa una pugnetta! Mi spomp(in)a ma vinco ai pugni. Offese! Fesso/a!

Lui, arrabbiatissimo, si scaglia contro di me ma mi offre la chance, da me (ri)fiutata, di (ri)tirare tal (in)giusto insulto diretto-sinistro alla sua mentecatta-gattona torva, chiedendomi di chiedere scusa. Io non riparo al suo tor(t)o.

Infatti, rincaro la dose e la definisco zoccolona, accrescitiva offesa in lui ficcato-minuscolo, senza muscolo sessuale, che eppur va a puttane bassissime. Un bassotto, insomma? No, non è un cane di razza, è un bastardello a cui va (s)fatto perché capisca di esser un tordo. Come attestano le sue battutine di pessimo gusto, in quanto battone.

Minaccia di picchiarmi, io gli telefono e gli sbatto la cornetta, ribadendogli che, oltre a esser cornuto, sarà lui il mazziato se continua a (s)fottermi.

Al che, chiama la polizia, mi bloccano, oscurandomi il (pro)filo. Io non faccio la coda a nessuno/a. Eppur mi creo un finto acconto poco fid(at)o per provocarlo in modo vero. Deve filarsela come la sua (ra)gazza e prenderle senza garza. Sì, lo fan soffrire di molte ferite. Io, dunque, perché non dovrei dargliele? E infierisco, da fig(li)o di puttana son ferino. (In)fermo!

In questo casino generale, la vita, ricordate, è un caso(tto).

Ring(hia)!

Di mio, sto a casina e son lo stesso un casinaro.

Anche un cagnaccio.

Da cui i cani del vicino son sempre meno lupi del mio a pelo senza palle ma, nonostante tutto, non valgo un cazzo.

Pigliatevi tutti/e la pall(in)a e mangiate più merendine.

Fidatevi.

Oggi è il tuo Turner.

Ciao, bau bau!

 

di Stefano Falotico

Bus 657, first images and video


29 Nov

Sigaretta sexy di un man barboso, barbuto, nerboruto o incarnato nel caffè cremoso?


28 Nov

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Adoro provocare, senza far(ci) un cazzo ma, letteralmente, gioendo di questa noia barbosa, arrossandole di Barbarossa, son (capit)ano nel Mar Rosso delle donne bianche, nere, rosse e poi me la russo da orso, cari barbosi

In questa società di affannati, ove tutti si fan gli affari altrui quando invece dovrebbero farsele, e vedere di sfancularle/li, posso asserire, in(s)erente a nulla, che la mia faccia da culo propende per uno sbattermene sereno, fresco di sera, asciutto di fis(i)co, tendente al più assoluto menefreghismo e possibilmente a fregarmi con inoppugnabile carisma strafottente, fottutamente s(apid)o di esser bello e ne gioisco, miei gioie, con far gioviale lo (i(nab)sso nelle giulive di umide olive, dolce e lieto fra mille letti e mi facessero il piacere avanti e (di)dietro.

Il vuoto è da riempire, ricordatelo, uomini lavoratori. Non dovete spaccarvi la schiena ma il fondo ove la donna te lo rende fiondante in sfondato/a, inarcando il bacino, melliflui allisciarvelo come (ca)pel(l)i crespi poi morbidamente penetranti di doppie punte, non spugnettatevi, puttane, siate duri dentro, indurente va così e, svenendo ella, come il caldo dopo la neve, (s)viene. Son uomo di vene, mai invernale ero(t)icamente.
Siate uomini di ne(r)vi e questa è la mia ennesima presa per il culo del far niente eppur facendomele tutte.
Fatevelo! E, a forza di lavorar sodo, vi ammoscerete mentre il mio diventerà sempre più stronzo.

Niente, appunto, un cazzo da fare.

Ora, dammi una birra, altrimenti te lo/a mollo.

So che posso (dis)gustarvi, altrimenti il bello dove sarebbe?

The New 90-Second TV Spot for Exodus: Gods and Kings


28 Nov

Il guerriero Marco Mengoni è meglio che mi succhi la minchia, preferisco War di Springsteen e i warriors di Hill


28 Nov

Il ritratto di questa nostra Italietta canterina, bonacciona, per le bone, i bo(vi)ni e i bonazzi, fintamente combattiva, finemente orrenda, dunque spaventosamente squal(lid)a, ove imperano ancora le melodie facilone, sbraitanti il solito patetico lamento, in cui si urlano le romanticherie per donne credulone, le cosiddette principessine sempre depresse, lagnose, tanto rivoluzionarie a p(a)role quanto sempre in cerca del maschione protettivo che le consoli, le mantenga, le copra di coccole, che cacche, donne poi in caccia che sostengono di disgustare il Calcio ma son sempre incazzate, sia nel senso di rabbie malinconiche da frust(r)ate sadomasochistiche e sia scalcianti per un ometto che le (s)fotta, prima infatti, di fallo loro e son affari vostri, le fotte e poi non se le caga, inculandosele, facendole (sor)ridere con battutine da battone/i che sono.

(Magni)fiche, splendide quanto un cazzo fritto. Fidatevi, Max Cady/De Niro aveva ragione.

Ascoltassero Bruce Springsteen e si svegliassero da questi Mengoni della minchia. Già la faccia, come il culo, la dovrebbe dir lunga su questo acclamato mieloso-ipocrita che di furba lingua, ripeto, specchiante la filosofia Uomini & Donne di tal vostra, non mia fortunatamente, Italietta di derelitti, di (e)rettili da ritmi frocetti, da fighettine col culo parato ché poi son i primi a frignare, appunto, da me può prenderselo/a in quel posto.

Personalmente, preferisco una musica più allineata alla mia verità, ché è la sola (im)possibile. Ma quali soli(tudini) merdose.

La vita non è un troione come questo Mengoni.

La vita è un guerriero della notte alla Walter Hill.

Il resto è la ruffiana Italia di teste di cazzo.

 

di Stefano Falotico

Ebenezer Scrooge, già è (ri)cominciato Il cantico di Natale


27 Nov

di Stefano Falotico

Mi rispecchio e vedo sempre i miei warriors..., demoni insistenti che, danzando spettrali a mio malessere, m’assediano notturni in mio sonn(ambul)o eterno

Talvolta, “intavolo” me stesso, non so se nella Tavola Rotonda anche se, come Artù, estrassi la mia Excalibur, spada della mia roccia, tanto dura che mi sgretolai in una notte indigesta fra le indigene più amanti del Cinema indie, insomma, quell’harem di donne arabe che, però, non parlavano arabo ma volevano solo la Mokarabia del mio (s)cremarle, essendo io selettivo e ricercatore da Indiana Jones, “tendente” all’eunuco con schiuma di rabbia misogina, anche cremoso nella dolcezza (im)potente d’un uomo cazz(ut)o, viaggiante tra fantasie brade, spesso superomista come Conan il barbaro, alle volte noioso eppur, miei barbosi, ricordate di non toccarmi la barba, perché solo l’uomo barbuto può “raderle” di affascinante noia, da cui le mille e una notte.

Questa si chiama stronzata del Falotico, uomo “cespuglioso”, crepuscolare, pensatore libero se non me lo scassano, altrimenti “vengo” una rottura io stesso di palle e, da (im)pallin(at)o, una sex machine zuccherosa del “distribuirlo” automa(tico), “colante” cioccolato caldo sulle natiche e pertanto anche tè freddo di acidità (insosteni)bile, come dire “Ehi, donne, scioglietevi queste zolle da zoccole e digeritevelo senza poi chiedere il resto di getto(ne)”.

Invero, sì, “schizzo” ma spesso scherzo. Di “spessore”, in quanto RE di sesso e la p sta per puttana.

Sì, le puttane, dette anche concubine, mi concupiscono, i maschi (non) mi capiscono e, in questo scompisciarsi di cagate, c’è sempre chi in testa ti piscia. Sì, questione di testicoli. Da queste “che du’ palle”, sgorgano ettolitri di frustrazioni. Alcune mi frustano, eppur rimangono delle frust(r)ate con la r moscia fra parent(es)i. Sì, m’apparento con queste ma i miei genitori non amano tal mio genitale “pompante”, al che chiamano gli zii affinché m’ammoscino e mi rendan cadaverico, di latte e non tette, mi sbiancano come un poppante.

Eppur lo “appioppo”, tutte le accalappio e mi gridano che m’impiccheranno. Voglian appiccarmelo di “fuoco” ma va sempre fuori, dunque dentro, e su queste ci (s)piove. Che (s)chiappe, come m’inchiappetto io questa vita “a culo” fra le l(i)ane, neanche tuo frate(llo), freddissimo, che recita la sua re(li)gione fottuta a Cheeta, pregando la scimmia più “alta”, un Dio dei cazzi cristiani. Pover cristi, s’inalberano sempre talmente da diventar poi buddisti perché hanno raggiunto il “nirvana” del troppo scazzarsi. Sì, svuotati/e, sono “elevati” e, spompati, cos’altro rimane lor da vivere se non “reincarnarsi” in un uomo nella speranza che la prossima vita sia (dis)umana?

Comunque, ho perso il filo.

Il titolo è su Dickens, ok, ho sonno, ne parliamo domani miei Twist.

E ricordate, però, prima di dormire: ogni Oliver ha le olive sue.

Evviva “Braccio di Ferro” e Olivia stesse con Bruto.

 

A Christmas Caro(l) mica tanto, un misantropo (ere)mitico che abba(gl)ia lupesco, tu entri e non (cr)esci, in Mystic River di Gran Tor(in)o


27 Nov

Sean Penn

Avidità, di questa parole There Will Be Blood, si nutre il mio Sean Penn, tatuato di crocefisso e s(ac)cheggiato, ove le (sp)onde del mio ardore son già sepolt(ur)e.

Qui, vergo il mio venturo suicidio d’avventuriero in tal vita (a)nemica di mendaci, mentecatti, cagne e gatti(ne), ove anche i mecenati, che in tempi rinascimentali aiutaron me, Michelangelo, a esser angelici, e invece oggi perseverano al diabolico mercimonio, incul(c)andoti ansie e demoni (im)battibili, ecco, anche questi son dal sottoscritto (s)fottuti perché, in tal Independence Day o thanksgiving dei vostri cazzi, a gallo di miei occhiali da sole, tenebrosi come un Kevin Bacon che c’entra a Eastwood quanto i cavoli a merenda nella zoccola di tua sorella, essendo un attore pollo e invece il Clint un tacc(hin)o di tutto (ris)petto, (e)levo il mio uomo e (a)scendo le scale.

Tremors!

Io, peccatore, tornato in forma come Ulisse, afflitto da mille e più angosce ché sol ieri, collegandomi a YouTube, scoprii una Elena di Troia, sì, miei ciccilli e mie ciccine, mie cacche, non scaccolatevi, “siete” di “coccio” nella Di Cioccio dalle belle, lunghe cosce in “mio” (lungi)mirante e (s)vestito, discinto di tutto “pugno”, ove i miei punti delle ferite son apice dell’erezione più cafona di Mala Educaxxxion…

L’elmo di Scipio è la solita tarantella dell’inno al vostro (sub)issarlo in seghine come canzonette per la mezza calz(ett)a. Tale Elena, naso “pornografico” per il maschio medio che non vola tanto “lungo” eppur è “duro” come il marmo.

A Carrara, ho sempre preferito togliermi i jeans Carrera. Ai carri armati, quelli del vin(ci)to(re).

Mameli, questi voglion le mamme(lle) e desiderano che io, uomo “rozzo”, “venga” tozzo come questi stronzi da “biscotto”, (ri)cotte e leziose colazioni a “bagnar” i marit(ozz)i.

Che cornuti, traditori, sarete bruciati! A me non brucia, a me sbuccia.

Questo si chiama genio, uomo che sa come prender pel culo la vostra società di pel(l)i.

Carnali, non siamo a Carnevale e questa Elena ha un nasino più storto del Cinema “perverso” di Almodóvar.

Sì, donne sull’orlo di una crisi di nervi, cioè i vasi dilatatori dei ma(s)chi alla Banderas tricolore degli orgasmi tanto per le “spagnole” inneggianti quanto, io vi dico, assai poco san(t)e così come fu Rossy de Palma.

La “d” non è di Domodossola, qui minuscola e da puzz(ol)a… sotto il…?

Rivoglio la mia femme fatale, che son queste imitatrici racchie del Cinema depalmianoBrian, se ci sei, batti queste battone con uno Scarface. Ma quali bacini, rivogliamo uno alla Al Pacino!

Così, passeggio in tal pomeriggio opaco e mi fermo a un bar pieno di cani. Bevo un cappuccino, poi mi “scappello” con una cagna nella latrina e assieme latriamo, quindi esco dall’atrio e, dopo averle pisciato uno e tri(n)o in altre quattro succhianti il mio succ(hiott)o, nonostante la scopata a terra (non) ci sia(n) Estathé, in quanto lei “serva” in mio sedere da stronzo a (s)premerla come un pom(pelm)o di A(da)mo, dopo le urine, la notte è sempre a me (di)urna. Tale a Dracula, è appena iniziata la (s)figata. Proprio uno con quella di cu(cu)lo. Dio di un Eva! Ma quali volp(on)i e uva, ma quale vulva, ma quale vo(g)l(i)a!

Anziché andar a letto, in “bianco” il mio “uccello” metto in gabbia… e, gabbandomelo da solo, senz’autoerotismi che “tengano”, mi seppellisco vivo quanto il finale nero di Mystic River.

Di un’allegria spettrale, d’un Penn che ride tanto per non pen(s)are che Non ci resta che piangere è un film decisamente al caso mio…

La storia di un uomo, cioè, alla Benigni, un “mostro”, che a ca(u)sa dell’esser anche puro alla Troisi, potrà pur esser più geniale di Leonardo ma tutti e tutte voglion tagliarmelo da moralisti alla Savonarola.

Scrivo (a) voi, non tanto avi, la mia letter(in)a, sperando che possiate darmi, in cambio, delle “letterine”. Nessuna Ave Maria per farmi perdonare, io non mi faccio pregare, ve lo dono inondante. Din don dan, vieni a me, Campanellino.

Ecco il Pater Noster di un superman che, dopo aver (e)letto la fav(ol)a di Peter Pan, vi farà anche pena eppur sa che ti piace la panna. Montata!

Opterei, più che per lo stretto di Gibilterra, per “quella” di Giulia Calcaterra, ecco fate “strisciar”, ver(m)i uomini, la notizia che io, il “novizio”, non (di)pen(d)o dalle novelle del Cristo, bestemmiatemi del porco, ma io credo al mio Dio, cioè a un cazzo. Uno ne ho e basta con le caramelle. Se volete scoprir l’America, solo acqua calda di vecchie babbione bolli(re)te…

Di “mio”, ho sempre preferito alle caravelle quelle senza veli.

Cristoforo, preferisco Pasquale, uomo che sposò mia madre sulla navata “trionfale” e andò a nozze su abside del partorirmi a voi messi d’anale in lati b sfonda(n)ti, alle colombe, prediligo il “cattivo” tenente Colombo perché sembra che, come me, sia “strabico” e invece è Falk di cervello d’aquila e scopa anche quelle che guardan Uccelli di rovo.

Insomma, sono un uomo rovinato, rovente, eppur le donne me lo scalando nel ventre.

Pret(acc)i!

Ecco, questo si chiama “brucior” di stomac(hev)o(le), cari stucchevoli, io le st(r)ucco e quindi, dopo lo “zucchero”, ancor più sale.

Non mi salverete, se tutto va bene, che pene… mi fa.

Alla vostra vita penosa di grandi (la)menti, onestamente, preferisco un sincero fanculo da “demente”.

Prendimi per fesso e, di soppiatto, nella fess(ur)a entrerò quatto di gatta.

E, quando dico Così fan tutte, significa che t’ho già preso per una puttana tutta di mio “tutto”.

Si chiama lutto, forse lupo, ricordate:

l’importante è non farne una tragedia.

Lo è ma devo fingere come Meg Ryan in Harry ti presento Sally.

Mi chiedete come sto e io “recito” che godo, in realtà, vorrei essere Billy Crystal per sapere che il mio Analyze This rimane comunque un rispettabile Boss.

Qui, invece, mi dan solo della terapia, sai che pall(ottol)e.

Non si riesce neanche a dormire in questa casa di “cura”, fanno un manicomio… le ninfomani vanno coi dottori(ni) “tromboni”, le vecchie son state oramai trombate, ma che strillano? I bambini non sanno che, una volta diventati “grandi”, se non rispetteranno i p(i)atti, vedran il lor “glande” recidersi dalla patta.

Prendete una decisione prima che sia troppo tardi, meglio “venir” subito, l’eiaculazione precoce sa i cazzi suoi come tua sorella che, da me, ne volle tanto/i.

Ho chiesto all’infermiera se, dopo averle dato la mia “iniezione” di “bontà”, mi possa dar una siringa e quindi possa, di (sup)posta, non di posate ma avendola spossata e disossato/a, buttarla giù dalla finestra… a più non (p)osso!

Olé, un salto osé!

Insomma, per “farla” sveltina, siate (a)stringenti, la vita si fa stringata e domani, anziché limonarvi, potrete non aver neanche i soldi per noleggiare la vostra Arancia meccanica.

Sono un uomo cinefilo, piaccio perché son anche cinofilo. Cari pastori tedeschi, io fotto qualsiasi nazista. Ma che abbaiate? Io son rabbuiato! Bau bau e pure bis!

Nessuna armistia. Vi stia e basta(rdi).

Volevate mettervi alla bocciofila, invece io sempre più (s)bocc(i)ante, voglio un altro bocchino senza psichiatr(i)e e senza un cazzo da fare.

Come lo dovete pigliare uno così…?

Per un uomo che, gira che ti rigirano, sempre ve le fa… girar’.

Non è inculabile, talvolta incula(to), spesso è (s)finito.

Non (tras)curatemi!

Su con la vita, toglitela e mostra(mela…).

Che faccia da “sberla”…

Cioè, avete voluto combinarmelo/a grosso/a e non avevate capito il finale di Gran Torino.

Sono nato Vergine, (a)scendente in (oro)scopo te che credi a questo mondo di fiabe, fate, al Fato.

Credi a Falotico.

Non avere altre verità, testa di cazzo.
Questa mia sparata, sia di lezione a gente fintamente buon(ist)a che voleva castigare una giovinezza e (in)castrarla, sia di monito a tutti quei panzoni, falsi educatori che spar(l)an da tor(ni)i e non san nemmeno leggere e scrivere un bugiardino minuscolo, nel voler dare (ri)petizioni da muscolosi del cazzo, coi loro pet(t)i in f(u)ori, (s)colpenti di fiore(llini), i ragazzi che vollero (s)fiorissero troppo presto, sfiorandoli in modo molto (per)forante e non tanto pulito-intimo.

Di mio timido, un uomo che li ha distrutti coi suoi tomi. Mi prenderanno ancora per un coglione, mi appendessero e (s)fottessero. Me ne fotto. E, soprattutto, anche sotto, fotterò, ridendo sotto i baffi delle vostre beffe? No, son donna baffuta sempre (dis)piaciuta. Mi faccia il piacere! Nessun paciere!

Pace agli uomini di buona “voluttà”. E pece agli uomini ché a me tu non piaci. Non sei un uomo, sei un “uovo” e vai fatto Fritto(le)! So’ cazz’ amari!

Eppur sanno che lo hanno preso, in cuor loro di pietra.

Pietà! Essi, fissati col più raccapricciante, lercio sesso, gli ossessi(onati), gli o(r)moni che attacca(ro)no gli omosessuali e fan loro i (di)versi, i razzisti, gli intolleranti quando non sanno neanche comporre un verso tollerabile, loro di bili(ardi) e dardo che prendon in giro, assieme alle lor battone, con battutine vecchie come il cucco, su  Gigi il troione, chi a lor sta sul culo per raggirarlo e fargli far la fig(ur)a del pirla.

Io sono di parola.

Tutto potevan aspettarsi tranne uno che di nuovo li porterà in tribunale.

Si chiama sala di (as)petto.

Si chiama la tua osteria.

Faccia di merda!

E a La Mer ho sempre preferito forte come la montagna!

Se non ti piace, mi spiace, dovevi pensarci prima. Sei sempre stato uno di cattivo (in)g(i)usto.

Si chiama smorfia, sempre meglio che quella scema della tua smorfiosa.

Ecco, visto che sei bravo a sbatter(t)e(ne), questo lo sbatti o pensi stavolta che ti (s)batterà, battone sempre bravoso-bavoso, bravino-bimbino a sbottonarti oltre il (ris)petto e il (con)sentito?

Non sapevi, suonato che fosti e prima che immagini, che s(u)ono, oltre alla car(ic)a, anche la batteria? Ti è piaciuto suino?

Facciamo scarpetta o sughino? Sciocchino!

Battaglia. Cocco lo vai a dar alla tua noce. E che ti sia in calce, tutto in nuce. Non nuocere. Da solo, mi cuocio. Son ciuccio e con me, muro, hai trovato un mulo. Non dovevi ridere del mio muto.

Non apprezzi questi giochi di parole? Suvvia, maestro, allora insegnamela, se ci (ri)esci e finirai dentro per le tue ostinate (male)fatte.

di Stefano Falotico

Il mor(t)alismo triste-mente odierno


26 Nov

Su Face, a differenza di Twitter, immagini ritraenti nudi maschili, pensa te il sessismo femminista, non si possono inserire. Così come, prendete nota, a me cancellarono su YouTube il video in cui Polly Walker, nel film di Greenaway, Otto donne e 1/2, esibisce il suo fantastico arse, detto anche gran culo, perché nei profili, non YouPorn, pensa te, bensì Tubo, appunto, è proibito immettere, io direi (o)mettere, eh eh, immagini o filmati di belle donne leggermente discinte. Oserei dire, in modo osé, un accipicchia che moralismo tristo.

Domani sarà Ogni maledetta domenica, adoro la retorica, fa parte del mio Oliver Stone/Pacino alla Jim Morrison, i grandi momenti della U-Turn, che (s)figa(to)… mica tanto


22 Nov

Sean+Penn+Charlize+Theron+Sean+Penn+Touch+l5ut6vFDel4l

Non so a voi ma a me stan sul cazzo quei tipi che lo scassano. Quei “topi” con la voce stridula, gente da Cinema di Francois Ozon, un cinemino da (di)vani, sempre sul (di)van(itos)o, dei semi-froci, quelli che De Niro di The Fan definirebbe… perché non dici (loro) di andare a prenderselo nel culo?

Quella era una battuta sbattuta a quel rincoglionito del signor Pellegrini, uno che non sa cos’è il gioco delle “palle”, da cui il Baseball, il Football, eccetera e tu non mangi il “cedro” limonante perché, di “sedere”, ti fai il culo da mattina a sera, te ne sbatti, come no, al massimo, nei momenti di “relax”, ti spari qualche sega sulle presentatrici alla Arianna Ciampoli, modulando la “zip” nello “zapping”  del “tirartela” da matto “lavoratore” del cazzoncino, ecco, sintonizzato sul coglione “andato”. Manco a puttane perché la tua fottuta moralità s’attacca al pisellino del “Faccio pene, male o bene, è andata di merda”. Azz’, almeno Cameron Diaz non usava la tua “Mask”. Stringeva un negretto non tanto astringente, bello ignudo e “tutto” si allungava di “touchdown”. Fa pena questa?

No, fa Pagniacci! Tu sei un pagliaccio.

Ah, almeno Pasolini l’inculava tutti a sangue, da cui “Ragazzi di vita”, insegnamento che se lo prendi in quel posto da giovane incosciente, da “grande” poi lo riprenderai maggiormente fra le cosce. Basta!

Perché è gente che preferisce i Beatles ai Rolling Stones, predilige John Lennon a Mick Jagger, minchia, diciamocelo, con Yoko Ono il nostro John giocava poco ma (s)por(c)o, mutuando una vecchia barzellettina da spogliatoi degli anni 90, fottuta Pulp Fiction di stronzi come noi, a misurarci quanto ce l’avevamo fetente di peli prima di un Calcio appunto di fendenti sotto il palo.

non è lo stesso campo da gioco!

È un massaggio ai piedi o darti una pedata?

Vi sembrano cagate quelle che evacuo? Perché pensavate fossero “cosce” serie? Io pen(s)o a pararmi il culo, tu pensa al tuo e finiamola con le perle ai porci. Imparate che, dalla vita, bisogna “pigliarle”. Insomma, è morto Tony Scott e tutti se ne fottono… Guardate che non era poi così malvagio… Mi basta vedere come s’è (ri)dotto suo fratello, Ridley. Un tempo era dotato, Blade Runner docet, dopo Gianina “super-dotata” Facio, una super-zoccola che ha leccato l’oca pure a Fiorello, tempi di “Karaoke”, mie (sp)o(r)chine canterine per il “ca(na)rino”, adesso s’è “santificato” (della serie la ficona rende il cervello a puttane dopo l’uccello non tanto piccolo Mosè da Exodus…).

Va ficcato!

Rifacciamo I dieci comandamenti?

Prendi una donna, trattala male. Da cui il Teorema di Pier Paolo? No, Ferradini… grilletti, Grillini…

Insomma, questo Marco voleva “marcarla” ma non era Brando MarlonMarcantonio.

Date a Cesare quel che è “mia”, cari Bulli e pupe, potrei ingravidarla, allora il problema è: un parto normale, sempre doloroso da Brando de Il coraggioso, oppure un cesareo da Ultimo tango a Zagarol?

Grande Franco Franchi! Voleva solo la “bernarda”. E invece Bernardo? Siam passati dalla Schneider ai dreamers dei baci alla “francese”. Eva Green non è da Perugina ma ha le tettone da spagnola.

Sì, povero Bertolucci. Andò sul “burro”, sul crudo, ma fu accusato di essere un maiale, e glielo “tagliarono”. Solo oggi, abbiamo la versione integrale. Tu, donna, mangi il pane con l’uomo da salato o vuoi solo un’insalata di acido?

Di “mio”, preferisco “addolcirlo” da esaltato. Tutte addosso mi sal(t)ano ma non le cago, sebbene alcune mi piscino in testa. Non hanno i testicoli ma devo far testacoda per salvarmi da queste ninfomani.

Non so se avete visto la versione “estesa” della Gainsbourg in von Trier. La trovate su www.celebritymovierachive.com. Basta che abbiate una carta di credito e assisterete a un’inculata pazz(esc)a, come si suol “dare”, da du’ negri, uno lì e l’altro là su pelle bianchissima di porcella(na) assai lilla ma non affatto in bianco, in bis di fallo, che “schifo”, ma che popò che ha Charlotte.

Sì, sono un monello alla Charlot, tingo la vita di piccante come Tinto Brass, da cui Monella e Giuseppe Simone che ce l’ha duro duro come la coda di un canguro.

Ce la vogliamo dire? Come vi prendo per il culo io, Diprè mi fa-fece un baffo, infatti Kortney Kane ad Erik Everhard preferisce me e pure, di “purè”, tua sorella, una che fa la suorina invece è la “regina” delle su(s)ine. Ebbi modo di sputtanarla e pelarla dopo che la sbattei in carcere, lo pompai e la spompai, è spremuta adesso, era finita lì per aver rubato il Pap’occhio a quel “mostro” di Benigni, da cui Raffaella Carrà che fa l’amore da Trieste in giù in che cazzo vuoi e Gianni Minà al Rino Gaetano in “Gianna” che lo prende tutto l’ano e buoni ani a tutti e a tutte, soprattutto a tutto(logo) di sto par de palle. E giù palate, patatine, salsa, il tanga, gli oranghi, Rambo, ci scappa il bimbo che poi scoperà, sarà trombato, (in)castrato, possibilmente in mutande, se vuol darlo sui viali senza che nessuno ti “avvi(t)i” in una (s)figa da catena di monta(ggio). Do you Ringo? Va(i) avvilito e dalla cremina avvolto. Copritevi i volti!

Che dico? Parlo arabo? Voi no, date un sacco di soldi a El Shaarawy. Badi come parli, sa?  Un calciatore imparabile, incomparabile, sa anche in italietta parlare.

Ah ah, andate smontati, suonati, sempre a farvelo? Ma che volete fare? Di “mio”, me lo faccio, se me la fai, ti spacco la faccia. Batte la fiacca. Invece, la figa è una battona. Di solito è così, se è “solido” fa porno perché “viene” meglio. Più tosto è e più te lo fa “potente”, miei mostri. Tu, mostra(la).

Con me, non passi nessun rischio, uso precauzioni soltanto se passo con le luci rosse, rispetto il (sema)foro ma mi stan sul caz’ quelle da forum, solo nelle tribune elettorali a “menarsela”.

Non van tributate dei miei “attributi”, miei “tromboni”. Trombatele! Tribun(al)i alle ur(i)ne! E tu, Tribuzio, amico di Letizia, vai al seggiolino-segaiolo e imboccatela-disboscala di liquirizie. Sei un trimone! Tagliatel(l)e alla bascaiola!

Queste van solo menate, così la Mussolini capirà davvero che suo padre era un fascista e lei oveva vivere a quei tempi. L’avrebbero sbattuta di “bruti”. Evviva Bruto!

La finisse quell’Alessandra di viver in questo magna magna. Di Magnum ce n’è uno, gli altri son “gelati” Magno e quindi, dopo aver leccato tutto il mondo come Berlusconi, finiranno le “conquiste” e Silvio tornerà in tribunale, denunciato da du’ Escort. E tutto per il “biscotto”, la ricotta, la fetta di torta.

Fidatevi, è meglio Il sapore della ciliegia di Kiarostami. Contempli e, nel frattempo, puoi anche essere Leopardi, senza queste “leopardate” però, altrimenti diventa un triste Silvia di (ri)membri…

Elevato! (E)levatevi, e levati!

Per queste “mie”, vorrebbero mettermi di nuovo dentro… Sì, non son mai “contente”…

Ma che (rac)conti?! Sono o non sono un Conte? No, vivo da Principe Totò, da cui Miseria e Nobiltà.

Ora tostissimo, testé, sta(i)… fuori, ancora nei “for(n)i crematori?”. Va attestato se son un testone o uno da intestina sbudellate! Fe(ga)to mio, i figli so’ pezzi e core.

Da cui il mio Sean Penn di This Must Be the Place sul 21 Grams ché non c’è una gran differenza fra il “Cinema” con Mario Merola e quello di Alejandro.

Molti non mi capiscono, basta che la capisca “lui”. Dammi del lei, tu del tè. Anche un caffè.

Salutam’ a sorrata!

Ora, perché Charlize Theron si copre il viso?

Perché si vergogna ad andar in giro con un figlio di puttana da The Last Face.

 

Pacino che c’entra?

Imagine Danny Collins e all the people statemi (nelle) bone. Se non volete starci, siete da bomboniera/e. Ieri, eravate, non siate. Stateci!

Questo si chiama genio assoluto, cari miei “igienici”, e il geni(t)ale non si discute.

Da cui il “genitivo sassone”, uomo barbarico che se ne fotte… sia delle regole grammaticali che di tua madre. Insomma, è fottuta… come in Schindler’s List.

Questa è difficile? Sì, lo so, sarà “dura” salvarmela…

Di “mio”, spero sostanzialmente di scoparmela e poi mandarvi a fanculo.

Palle in mela, in meta, non voglio la metà, vinco o perdo. Però che per(dent)e.

di Stefano Falotico

True Detective, il caso satanista di Sky Atlantic, colpevole di aver trucidato un capolavoro, complice Giannini con voce in fals(ett)o e ghigno da italiano medio raccomandato di telecomandi


21 Nov

Insegno

Per fortuna che la serie televisiva True Detective doveva essere la punta di diamante di Sky Atlantic HD. Ora, alla prima programmazione, il palinsesto è saltato, cioè i primi due episodi son andati a farsi fottere perché mal trasmessi. Frame che si son rincorsi, trombati, inculati, scene che saltano, la scena della cena che vien mangiata, di “dissolvenza” incrociata, con la “cerniera” di Harrelson che dà da “mangiar” il suo uccellino all’amante, che a sua volta lo cornifica su seno esplosivo di pube però “inquadrato” in contemporanea con lo stacco pubblicitario dei “pann(olin)i sporchi” della Pampers sovrimpressi a Julia Roberts testimonial di Calzedonia. Naturalmente, stanno riproponendo le repliche in questi giorni, come da prassi. Ma che succede? Succede questo. Di nuovo sfarfallano gli episodi, della Daddario scorgiamo appena il “pelo” della farfallina, quindi scoreggi perché sei stato interrotto sulla più “bella” da un “montaggio” dei programmatori troioni, proprio quando Harrelson, di tutto punto, non soffrente di coitus interruptus, duro di Vagra se la stava montando ginecologicamente da stallone de noatri, appare la scritta non tanto pediatrica “Compra questo montone alla Standa”, che fallo (com)messo da Sky, porca puttana, punto il registratore del decoder ed ecco che il terzo episodio diventa il quarto, il secondo scompare, il quarto è invece il terzo, si passa al primo, poi al sesto. Non c’è cazzo che tenga né 7 nani senza la quinta della Daddario, Una poco Biancaneve. Tremolano le immagini, la serie viene uccisa dal serialismo killer d’un “satanismo” mediatico che ha dell’incredibile. Il “capo” di Sky dev’esser Errol…

Menomale che ho il Bluray della versione deluxe americana.

Già il doppiaggio fa schifo, non si può infatti sentire Rust con la voce di Adriano Giannini, clone ritardato di cotanto, ben più blasonato e meritevolissimo padre Giancarlo, quando si dice “tutta farina del suo sacco” di merda e sangue da diseredare, mentre Marty/Harrelson ha le corde vocali di un Pino Insegno al solito scoglionato, che sembra stia doppiando un porno. I monologhi di Rust, inoltre, così pessimamente resi da Adriano, monotono, declamatorio moscio e pallosissimo, dal fascino ieratico e metafisico conferito da McConaughey, ecco, assumono intonazioni romanesche-torinesi-calabro-lucane con vaghi accenni-accenti d’un fumatore bukowskiano ché, mentre “doppia”, pen(s)a “Aho, quando finisce il turno? Ho d’andar a casa, se sta facendo tardi, devo portar mia moglie dalla parrucchiera pettegola dei cazzi altrui e poi i figli a imparare lezioni di bullismo, perché devono imparare fin da subito a essere dei duri, a prendere una prostituta e a dargliele/i, solo così si salveranno dai demoni interiori”.

Insomma, se non l’avessi già visto/a in altra “lingua”, sarebbe venuta fuori una porcata micidiale.

Assassini, chiamate la squadra omicidi!

Bruciate Sky Atlantic. Insetticidi!TRUE DETECTIVE E HOUSE OF CARDS, SERIE CULT AL FICTION FEST

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