Intervista a Irene Stasi

30 Sep

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1) Quando è iniziata la tua passione per la scrittura, Irene? Raccontaci se è nata col tuo io, appunto innato, congenito o s’è sviluppata in seguito… a qualche esperienza di vita che t’ha “obbligato” al percorso letterario, com’è avvenuto per molti di noi.

Ho capito mi piacesse scrivere solo da qualche anno anche se, riflettendoci bene, sin da bambina ho da sempre tenuto in mano matite colorate, fogli e penne. Pertanto, ho forse solo atteso che questa passione trovasse spazio.

2) Potresti elencare, brevissimamente, i tuoi romanzi e citare, parlandocene, quello a cui sei più affezionata? Non dirmi tutti, mi piacerebbe proprio che ne scegliessi uno, in particolar modo.

In realtà sono un esordiente, ho pubblicato un primo romanzo e sono in attesa di veder nascere il secondo. Oltre ogni distanza è la mia prima fatica letteraria e credo che ne resterò sempre particolarmente affezionata… É con questa stesura che ho capito cosa volessi fare nella vita e tra l’altro ho vissuto intensamente tutta la storia. Erano i personaggi a guidare la mia penna mentre le loro personalità mi hanno pervasa senza mai risparmiarmi. Il racconto è un continuo oscillare di eventi ed emozioni, quelle per cui, a par mio, vale la pena vivere.

3) Domanda ch’esula un po’ dal consueto. Ammirando le tue foto su Facebook, in cui spicca la tua vitale bellezza euforica, non avendo ancora letto un tuo libro, quello che posso però dedurre è che siano romanzi in cui è “incarnata” la stessa tua bellezza esteriore, riflessa semmai in introversa prosa leggiadra. “Correggimi”, se sbaglio.

Mi reputo una ragazza semplice, i giudizi su quella che possa essere la mia bellezza estetica li lascio a chi si sofferma a guardare solo quello e a non vedere oltre. Le persone vanno scavate nel profondo, un bel visetto o un bel sorriso non sono le armi che si utilizzano per costruire mondi paralleli o far emergere sentimenti, ciononostante mi lusingano i complimenti ma preferisco essere apprezzata per quello che trasmettono le mie storie piuttosto che la mia presenza di giovane donna. La bellezza (che tra l’altro non percepisco così evidente in me), andrà via mentre la grandezza d’animo resterà fin quando non ci si stancherà di crescere.

4) C’è un verso o un segmento dei tuoi libri che tu stessa citi a memoria, che t’è particolarmente caro? Se sì, puoi riferircelo?

Sono affezionata alle intere storie e le citazioni dei miei libri mi piace riscoprirle nei lettori. Percepire di essere arrivata a loro ed essere portatrice di sentimenti comuni mi riempie di gioia. Fondamentalmente condividiamo tutti le stesse angosce, paure e desideri… Sapere di non essere soli in un mondo affollato è confortante.

5) Come percepisci la vita? Come una continua, perlustrativa scoperta o come un enigma del quale hai già disvelato molte verità e/o certezze?

La vita è sia enigma che continua scoperta, forse è proprio questo il bello, doversi mettere in gioco con le proprie paure e fragilità per dare risposte agli innumerevoli interrogativi davanti i quali l’esistenza ci pone.

 

di Stefano Falotico

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