Archive for July, 2016

I 60 anni di Tom Hanks, omaggio alla Forrest Gump


10 Jul

Ieri, Tom ha compiuto sessanta primavere. Ieri, mi sembra, non ricordo bene. Può darsi che fosse invece due giorni fa. Fatto sta che 60 sono, giorno più giorno meno.

Ecco, Forrest parla così:

provo spesso a vedere il mondo con gli occhi dei bambini, ma loro sono più grandi di me e non ci comprendiamo. Al che, preparo loro una torta ma me la tirano in faccia.

State lontani dalle ammiratrici che vi mirano. Quelle voglion solo fra le gambe la mirra! Sono miranti, non ammiranti. Né mirabili.

Il mondo si divide in due categorie indiscutibili. Nella terza ci sono io.

 

Più che Gump, sembra Falotico, ma è un Tom di doppio mento e anche doppia mente.
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di Stefano FaloticoTom+Hanks+Inferno+Press+Conference+Marina+KH8UCvG3aCXl

 

Claudia Galanti, il Lato B da urlo


07 Jul

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Lo quagliarellate?

Million Dollar Baby di Clint Eastwood? Anche di Falotico


07 Jul
JAY BARUCHEL as Danger Barch and MORGAN FREEMAN as Scrap in Warner Bros. Pictures’ drama “Million Dollar Baby.”  The Malpaso production also stars Clint Eastwood and Hilary Swank.   PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

JAY BARUCHEL as Danger Barch and MORGAN FREEMAN as Scrap in Warner Bros. Pictures’ drama “Million Dollar Baby.” The Malpaso production also stars Clint Eastwood and Hilary Swank.
PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

Frankie Dunn, anziano gestore di una scalcinata palestra di pugilato, accetta a malincuore, convinto dall’amico Eddie _ ex pugile nero _ di allenare la cameriera trentenne Maggie Fitzgerald che vede nella boxe l’unica, e ultima, occasione di riscatto sociale. Talento naturale, sostenuta da un’indomabile volontà e dalla competenza di Frankie, vince un incontro dopo l’altro e si trova a contendere il titolo mondiale alla potente e scorretta Billie. Colpita a tradimento, cade, batte la testa contro lo sgabello del suo angolo e rimane paralizzata. Tenuta in vita artificialmente, chiede a Frankie di aiutarla a morire. Scritto da Paul Haggis, tratto da Rope Burns: Stories from the Corner (Lo sfidante) di F.X. Toole. Non è un film sull’eutanasia. Non è nemmeno un film sulla boxe (“sport contro natura” dice la voce narrante di Eddie). Nella sua complessa struttura di simmetrie, antinomie e ambiguità, è un film tragicamente spietato sul dolore del mondo, sull’amore, l’amicizia, la dignità in un mondo di perdenti. Frankie dona la morte a Maggie perché “tenerla in vita è come ucciderla”. Il suo atto d’amore è il gesto di un suicida: chiude la storia di lei, apre quella di lui che se ne va. Si usa dire che Eastwood regista fa un cinema classico, ma occorrerebbe un saggio per dire perché e come lo sia. C’è in questo film _ così trasparente e laconico, onesto e innocente in superficie _ un pessimismo senza scampo. 4 premi Oscar: film, regia, attrice (Swank, cui dà la voce Laura Lenghi), attore non protagonista (Freeman).

 

Tratto dal dizionario Morandini…

 

Ebbene, mi considero un perdente vincente che trascorre le sue giornate a scommettere su come sarà la sua prossima, sfigata or(gi)a. Tiro di pugni e qualche volta (s)tira di pugnette, sebbene voglia la prugnetta, devo gettar la spugna dopo essermela “sudata”. Sì, son triviale, scurrile e volgare quel tanto che basta per far la fig(ur)a del “duro”. Possiedo un’autoironia micidiale e fredda come l’uomo dagli occhi di ghiaccio e mi spengo a ogni minuto per non appartenere ai primati minuti, son magro ma talvolta incasso, no, ingrasso, preparandomi un’altra cas(s)a da mor(t)o e mangiando la mortadella nel panino a mio sal(am)e.

Sono oltremodo deluso dalla realtà e considero la cosiddetta realtà un patto tacito di compromessi e “messe”… a novanta per (r)esistere agli urti e alle urla della (s)figa. Tutti/e peccano eppur poi si “bagnano”… nell’acqua benedetta, bevendo quella Evian per non far vedere che scoparono di mela come Eva e tirandoselo, no, tirandosela come donne tutte di un “pezzo”. Da molti pezzi di merda fui “annacquato” e oggi vivo da donn(ol)a, dondolandomelo con varichina, no, con far chino. Evviva il Chinò. Son birichino e non lo “do” a vedere, “tenendomelo” ben eretto, no, stretto. Sì, si ritrae essendo io un ratto, no, un narcisistico ritratto, no, un ritroso, forse un or(s)o. So che non val il “pene” combattere per i propri sogni perché tanto, anche se avrai vinto, sarai sempre un vin(t)o. E bevo, fumandomela…

Valgo molto, essendo un valoroso, ma spesso faccio l’invalido per farmi la pensione convalidare.

 

 

di Stefano Falotico

Space Cowboys di Clint Eastwood? Anche di Falotico


06 Jul

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Nel 1998 quattro vecchi ex piloti collaudatori infinocchiano la NASA e, con due “riserve”, si fanno mandare in orbita a riparare un satellite russo di telecomunicazioni, in realtà carico di sei testate nucleari. Per salvare la Terra e i compagni, Hawk, uno dei quattro, porta il satellite verso la Luna. Gli altri ritornano su uno Shuttle avariato che il vecchio Frank fa atterrare pilotandolo a mano. Sul classico tema della “seconda occasione”, cimentandosi in un genere per lui nuovo, il settantenne regista-produttore C. Eastwood pilota ammirevolmente un altro film con l’abituale understatement, mescolando con sapiente leggerezza i toni, dall’umoristico al drammatico. Coerente con la sua concezione artigianale del cinema, ricorre agli effetti speciali subordinandoli al racconto e rivendicando la centralità delle doti umane (manualità, intuito, libertà di scelta) contro la supremazia della tecnologia. Melanconico e genialmente retorico epilogo lunare nel nome dell’amicizia in cui “Hawk vi si è riappacificato col suo destino, dopo un’attesa durata quaranta anni.” (A. Piccardi). Scritto da Ken Kaufman e Howard Klausner.

 

Tratto dal dizionario Morandini, deceduto forse sul Pianeta Rosso.

 

Con (pensiona)bile non so cos(ci)a, rammento la mia vita da trapassato e coniugo il futuro prossimo a memoria delle mie or(g)e già scadute, probabilmente non ancor “venute”. Da capitan di ventura del mio uccello, no, vascello, debbo ammettere che, alla mia placida, tormentata età di 36 anni suonati, non ho trombato molto, ma mi trombarono, metaforicamente, nel for(n)o della mia melanconia, facendomi tutt’or pa(r)tire.

Io subordino la vita reale alla grottesca danza “senile” d’una gioventù, appunto, ancora da (s)venire e rimembro Antonio Conte che perse la semifinale con la Francia ai rigori con la Germania, mentre Luca Carboni ha approntato due versioni della sua “Happy”, una in cui celebra il Calcio nazionalistico, dandolo in pasto al popolo, un’altra in cui afferma di contraltare di detestare i confini nazionali. Una contraddizione bolognese tutta sua.

Ma non me ne dolgo e misuro a (di)letto le doghe della mia periferia. Poche fighe vedon le mie ossa eppur mi (ri)poso. Poca carne al fuoco! Non avrò mai una (s)posa e questa è “bacata”, bella poesia. Così sia, io non son il messia ma che dice del mio pisello sua signor(i)a? Non ne vuole e allora sì che duole.

Cosa? Clint Eastwood (non) le dosa e sa quando volar sul nido del cu(cu)lo e del satellite nostro amico, cioè il mio man on the moon.

Questa dicasi stronzata da rincoglionito eppur è un coglione che ne ha due come Tommy Lee Jones.

 

di Stefano Falotico

Stallone compie 70 anni


06 Jul

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Vero, la vita non si combatte coi muscoli, ma neanche con le idiozie dei falsi intellettuali boriosi e cinici. Lunga vita a Sly!Creed10521.dng

 

di Stefano Falotico

Fino a prova contraria di Clint Eastwood? Anche di Falotico


05 Jul

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Nel carcere di San Quentin (California), il giovane nero Frank (Washington) deve essere giustiziato un minuto dopo la mezzanotte per l’omicidio di una commessa bianca. Vecchio cronista di “nera” in chiusura di carriera all’“Oakland Tribune”, sobrio come un ex alcolizzato, fumatore, marito infedele, padre assente, puttaniere, Steve Everett (Eastwood) ha dodici ore di tempo per trovare la prova della sua innocenza. Da una calibratissima sceneggiatura di Larry Gross, Paul Brickman e Stephen Schiff, adattamento del romanzo The crime di Andrew Klavan, Eastwood al suo 21° film di regista-produttore (Malpaso) ha cavato un thriller a orologeria che soltanto critici e spettatori che guardano il dito invece che la luna hanno giudicato meccanico, effettistico, sentimentalmente demagogico. Oltre a divertirsi con il suo antieroico giornalista, politicamente scorretto a 360 gradi, e con i dialoghi scoppiettanti di irriverenza, gli altri apprezzano l’irridente lucidità con cui, senza mai salire sul pulpito, smonta la logica del sistema giudiziario USA, la macchina disumana della pena di morte, il latente razzismo della maggioranza silenziosa, il sistema formalistico della democrazia fittizia, il giornalismo che bada al “lato umano”, il clericalismo ipocrita e untuoso, il perbenismo familiare e persino Babbo Natale. Fedele al suo classicismo di scrittura e al suo ottimo direttore della fotografia Jack N. Green, Eastwood ha fatto un altro film minore perfetto. Gli dà voce il solito, bravo Michele Kalamera.

Tratto dal dizionario dei film Morandini…

 

Pensieri alla rinfusa, ecco, sono molto stanco in questo periodo per me eterna-mente acerbo e fischietto nella natura mia creaturale come un “cieco”, no, un cervo. Quanti coacervi di presunzione e di “dotte” inquisizioni che debbo patire “a ragion (il)logica” d’una mia indole protesa all’illanguidimento lascivo, all’apatia stagna, all’apoteosi d’una danza ormonale quasi spenta, perché oggi ho tentato di masturbarmi, con esiti incerti, su una famosa pornoattrice americana, e quel che “n’è venuto” è stata spermatica, maggiore ansietà d’un uccello che (non) va. Quindi, lessi il giornale, cercando notizie più tristi di me, dunque di contraltare m’affannai a farmi riprendere al salir dell’umore e di un ormone appiattitosi, affievolito, “cereo” e sbiadito. Poco ne “venne” e pensai che molte donne “dabbene” son invero puttane e quindi Eastwood, nel film suddetto, (le) faceva bene a darsi da “fare” con alcune di “malaffare”. Tanto, ne prendi una “buona” ed è solo una racchia intellettuale che t’ammorberà con le sue mestizie pigre e genuflesse a una (r)esistenza ove per lei il lavoro “duro” è tutto e giudica gli uomini in base alla “cravatta”. Anche all’ovatta di vite “sterili”. Ha però il desiderio di farne tanti… di figli. Di mio, credo che passi le giornate nella tristizia, una tristizia tanto “matta” da “degenerare” nell’allegria sconsiderata, nell’euforia van(itos)a, nel girarmi i pollici per non far rotear di noia le pal(l)e… del vent(ilat)o(re), delle notti in cui insonne non piglio il mio “sommo”, giorni abulici (s)fatti di sigarette stiracchiate, sdrucite come una donna che non ha più da “dare” eppur, appunto, vuole solo ruffiani danari, di cappuccini cremosi in bomboloni alla crema e la mia panza che, (de)crescendo, borbotta nella fanfaronaggine che sa il “fallo” suo.

In verità vi dico che, per il mio stile di vita “pensionabile”, molti m’addebitano (in)giuste diagnosi di malattia mentale, ma il ver(b)o è che son lucido come un Clint d’ottima stagionatura e splendido come un bel film d’annata.

Di “ano” in anno, rimango così, nel dubbio che gli altri di me non abbian capito un cazzo. E me ne convinco da “pazzo”. Pubblicando un altro lib(e)ro…

di Stefano Falotico

Muore Michael Cimino, il mio Cacciatore di evacuazione


03 Jul

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Sono state giornate stressanti, fortemente logoranti. Così, dopo aver sofferto di polmonare asfissia e cerebrale ipertrofia, dopo mille nostalgie, riflessioni ponderate e sfiancanti, dopo essermi nel buio dei pensieri eclissato, credo sia giusto cacciare una sana scoreggina.

di Stefano Falotico

Euro 2016: in attesa di Italia – Germania, ripassiamo Belgio – Italia con telecronaca del Falotico


02 Jul

Stasera, italici e italioti, signori e signore, presidenti del pube e della Repubblica del cazzo, tutti attaccati al televisore, a guardare la partitona dei Quarti di Finale fra la Germania e la nostra (im)battuta Italia.

Ma tutto ebbe inizio una ventina circa di giorni fa con questo Belgio vs Italia così da “moi” commentato, in stile caressiano-bergomiano su Sky alla Nanni Moretti rauco-allegro su puttanata maccheronica per una spaghettata in compagnia bella.

Chi mi batte? Nessuno, neppure Sacha Baron Cohen. Ah ah!

La faccia di culo, anzi, di sfottò, c’è tutta. Totoiana. Totocalcio!

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