Ai David di Donatello, preferisco Davide con Antonella e ad Antonella prediligo un piatto fumante di tagliatelle

28 Mar

 

Con un po’ di ca(l)cio sui maccheroni.

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La dovremmo smettere di attribuire premi alla carriera a Benigni che da anni non gira un cazzo eppur si “bea” del suo fottuto premio Oscar anche come attore, quando scandalosamente lo soffiò a Nick Nolte, a Ian McKellen e soprattutto a Edward Norton. E con la sua faccia da pagliaccio “insemina bontà” fra gli spettatori beoti di questi spettacoli vetusti e raccapriccianti, in cui Virzì, uno che pensa solo a “ficcare” la Ramazzotti, piazzandola di “camei” nei suoi film “casinari”, alza il “trofeo” in segno di potenziale, futuro Miglior Film Straniero. Sono stanco di questi orrori, e non mi capacito perché molte racchie seguano appassionatamente tal demenza. Racchie che, dopo giornate di “duro” studio e canzoni di Laura Pausini, si friggono in queste premiazioni, proiettate nel pen(s)arsi un giorno attrici di tale (ca)risma, per poter contendere a questa fiera della banalità. Allorché, in questi momenti miei e non “mielosi” di pen(s)osa riflessione, ripiegato nelle mie solite afflizioni da “disturbato”, credo che seguirò in canottiera Olanda contro Italia, partita amichevole nazional-popolare al grido di “Belotti facci un goal!”. Aspettando poi la domenica senza campionato, per colpa “grave” di tale “infrasettimanale” europeo-mondiale, nel quale mangerò saporitamente delle tagliatelle al ragù, sapendo che mio cugino di secondo grado, che fa di cognome David, scoperà sua moglie mentre io allev(i)erò la mia “felice” solitudine nel trastullar ancora i miei cazzi a “coglione” senza profumo della socialità perversa di tal società malata e malfamata. Sì, più mi estranio dal mondo e più godo come un riccio, non sono ricco eppur non colo a picco. Mantenendomi intellettuale alla Gambardella e sollazzandomi in tal “egoismo” a base di pasticcini e non sociali pasticci(oni) in cui la gente depressa si fa di pasticconi. Attendo ogni dì le quattro di pomeriggio, perché se gli inglesi aspettano l’ora del tè io a quell’ora, bevendo al bar il caffè, a tal elefantiaci uomini frenetici faccio tiè. D’altronde, chi fa da sé fa per tre, e oltre al secondo voglio la frutta e il dessert.

Che rima baciata, che mia Roma all’amatriciana. Roma, ove non ci fu David, ma Michelangelo come me, un Papa re.

Non so chi sia Buonarroti, ma sorrata è bona.

 

Buonanotte.

di Stefano Falotico

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