La vita ideale è forse quella “inguinale”, sì, mie linguine allo scoglio… c’è anche l’inguine di pene… scagliatevene e “squagliatevela”…

29 Jan

Basta che funzioni

Molti vivono di ideali e ne rimangono schiacciati. Preda delle loro ideologie bacate, di continui risentimenti, di faceti sentimenti, avvoltolati in vite all’apparenza linde e in verità centrifugate nei soliti odi. Anche iodi, plurale di iodio. Sì, cazzo, le piscine sono olezzate da quel maledetto cloro. No, forse lo è il mare. Fatto sta che la gente è umorale, tutta in tinto coro, emozioni come le maree, oggi affogano nelle banalità e nei falsi perbenismi, domani si accapigliano per un nonnulla. Al che si fan la lotta, coltivano il loro orticello, preoccupati solo dei lor mal di pancia. Di mio, non ho il mal di mare, ma sono un uomo di mar-essere. No, avete capito bene. Non malessere. I miei periodi inquieti appartengono a Goethe, adesso ridono le mie gote, infatti sono la Gioconda. Ah ah. Sì, sono un mentitore imbattibile, un creatore di stronzate per alleviarmi dal mal di vivere. Oggi sono simpatico, domani sono l’antipatia fatta persona, emblema mutevole di una personalità cangiante come un bel, soffice culo di donna basculante che adesso te lo tira su e, non dandola, ti mette a novanta. Ah ah.

 

Citerei a tal proposito due “monologhi” esemplificativi. Uno di Andrea Costanza, mio amico scrittore, l’altro di Basta che funzioni.

 

L’ipocrisia del mondo sinistrorso è indecente. Non li sopporto più. Fanno i cantori della buona morale, gli internazionalisti apologeti di un umanitarismo solo parolaio e mai davvero sentito e applicato nelle cose quotidiane, cianciano e s’infervorano sulle ingiustizie del mondo e poi magari sono i primi che guardano avanti, con magnetica indifferenza, con le loro sciarpette color arcobaleno, sulle disgrazie del dirimpettaio o di chi sta loro accanto. La verità è che sono un bluff. Sono della stessa pasta rispetto a quelli che dicono di voler combattere, i piccoli-borghesi, i piccoli-borghesi sempre, in quanto travestiti da avanguardia progredita. Ma non è vero. Loro non sono progrediti. Sono solo dei gran bugiardi, perché anche loro sono affetti dal morbo dell’iper-individualismo, e si credono ammantati dal candore di chi si crede moralmente ed eticamente superiore. Sono lupi travestiti da agnellini, dicono di rifarsi a un certo armamentario ideologico di cui, andar bene, sanno poco o nulla; ad andar male, lo tradiscono, e lo tradiscono perché lo hanno sempre tradito in nome della fuffa. Sono fabbricatori di stronzate. Sono nient’altro che il cane da guardia di un potere che ci vuole tutti quanti servi automi di uno spettro totalizzante, lo spettro cioè del capitale, che abita il mondo governandolo nelle fondamenta, livellando ciò che c’è da livellare, corrompendo ciò che c’è da corrompere, comprese le anime. Non ci sono superstiti. Siamo tutti morti.

 

 

Ma qual è il significato di tutto? Niente! Zero! Nulla! Tutto finisce in niente, anche se non mancano gli idioti farfuglianti. Non parlo di me, io la visione ce l’ho, sto parlando di voi, dei vostri amici, dei vostri colleghi, dei vostri giornali, della tv. Tutti molto felici di fare chiacchiere, completamente disinformati. Morale, scienza, religione, politica, sport, amore, i vostri investimenti, i vostri figli, la salute… Cazzo, se devo mangiare nove porzioni di frutta e verdura al giorno per vivere… non voglio vivere! Io detesto la frutta e la verdura! E i vostri omega tre e il tapis roulant e l’elettrocardiogramma e la mammografia e la risonanza pelvica e, oh mio Dio, l-la colonscopia… e con tutto ciò arriva sempre il giorno in cui vi ficcano in una scatola e avanti con un’altra generazione di idioti, i quali vi diranno tutto sulla vita e decideranno per voi quello che è appropriato. Mio padre si è suicidato perché i giornali del mattino lo deprimevano e lo potete biasimare? Con l’orrore, la corruzione e l’ignoranza e la povertà e i genocidi e l’AIDS e il riscaldamento globale e il terrorismo e quegli idioti dei valori della famiglia e quei maniaci delle armi. «L’orrore» dice Kurtz alla fine di Cuore di tenebra, «l’orrore».E beato lui non distribuivano il Times nella giungla. Eh, se no l’avrebbe visto l’orrore. Ma che si può fare? Leggete di qualche massacro nel Darfur o di uno scuolabus fatto esplodere e attaccate “oh, mio Dio l’orrore!” e poi girate pagina e finite le vostre uova di gallina ruspante, perché tanto che si può fare, si è… si è sopraffatti. Anche io ho tentato di suicidarmi, ovviamente non ha funzionato. Ma perché mai volete sentire queste cose? Cristo, avete già i vostri di problemi! Sono sicuro che siete ossessionati da un gran numero di tristi speranze e sogni, dalle vostre prevedibilmente insoddisfacenti vite amorose, dai vostri falliti affari. “Ah se solo avessi comprato quelle azioni, se solo… se solo avessi comprato quella casa anni fa, se solo ci avessi provato con quella donna…” Se questo, se quello… Sapete una cosa? Risparmiatevi i vostri “avrei potuto” o “avrei dovuto”. Come mia madre diceva sempre “se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carrozza”. Mia madre le ruote non le aveva, aveva le vene varicose. Eppure la signora ha partorito una mente brillante. Mi hanno preso in considerazione per il Nobel per la fisica. Non l’ho ottenuto, però si sa, è tutta politica come ogni altra finta onorificenza. Detto tra noi, non crediate che io sia amareggiato per qualche batosta personale. Per gli standard di una insensata e barbarica civiltà, sono stato piuttosto fortunato. Ho sposato una bella donna che era ricca di famiglia, per anni abbiamo vissuto a Beekman Place. Insegnavo alla Columbia, teoria delle stringhe.

 

Di mio, posso dirvi che è meglio un riso agli asparagi oggi piuttosto che prendere uno spago e impiccarsi, gli spaghi vengon bene alla carbonara. E sui carbonari avrei da dirvene… sulle carbonare invece sta la mia pancetta e “fila” bene di “formaggio”.

 

La gente si fa sempre i cazzi tuoi. Alcuni ne hanno molti, io sono normodotato, ne ho uno. Alle volte funziona, in altre giornate sono moscio.

 

Dovete darmi una spinta. Eppur vengo trafitto dalle spine. Sì, stasera faccio gli spinaci.

 

di Stefano Falotico

 

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