SIN CITY: dopo la quarantena, torneremo a una normalità fumettistica? Speriamo di sì. Adoro la mia vita rigenerata nel neo-noir dopo tanto isolamento forzato, altro che emarginato, sono sempre bello e dannato

07 May

lady gaga sin city

 

 

 

 

Il cinico romantico

Ora, la prenderò molto larga. Partendo da Lady Gaga. La quale, in Sin City: A Dame to Kill For, emana, in un cammeo di pochissimi minuti, una forza erotica disumana.

Sì, nei panni della cameriera barista, un po’ pura un po’ lorda soltanto però della sua vita molto frustrata da donna che si sporca le mani, riesce a essere la migliore Barbra Streisand che mai vedemmo. Altro che A Star is Bornremakizzato in lei platinata. Potremmo dire “rimmelizzato” su trucco che coprì troppo il suo fascinoso viso sessualmente ambiguo che ha un che di attizzante oltre ogni dire.

Sono complicato in fatto di donne. Spesso, le tipe molto altolocate mi paiono solo delle baldracche. Molti, per esempio, reputano Eva Green una gran topa ma non è vero che lo sia. Il suo seno deborda, è burroso, è lattiginoso e grondante piacere cutaneo di natura prettamente erogena, è scolpito da Michelangelo, il suo viso, simmetricamente affilato, proviene dalle prospettive schiacciate di Giotto e sicuramente è appetibile a ogni uomo gianduiotto che vorrebbe, appena la vede discinta, infilarlo fra le sue gambe in modo immediatamente spinto, malizioso, oltremodo sfizioso per la montata calorosa di enfiati corpi cavernosi su palle svuotate in modo fumante e scivoloso.

Ma parliamo di uomini maialini facilmente maliziosi. Io non sono schizzinoso ma non m’accontento d’un bel paio di tette alla buona. Sono buoni tutti a eccitarsi dinanzi a una donna considerata unanimemente molto bona.

Disdegnerei anche la tanto magnifica(ta) Jessica Alba. Che, delusa da una vita sfigata da spogliarellista da tutti bramata per forti scopate e inchiappettate a quasi tutti, gratis et amore, donate, rimane tutto sommato un’emarginata nell’animo affranta e nel cuore fratturato. Eternamente innamorata del suo duro Bruce Willis oramai defunto che le appare, in maniera allucinatoria, nei suoi sogni di gloria da Piccola stella senza cielo alla Ligabue. Che non fu maestro, di Giotto, quello fu Cimabue.

Jessica però, Delusa più della celeberrima canzone di Vasco Rossi, cercò vendetta per fottere Powers Boothe. Nonostante la sua vita fu già fregata, prima ferì il suo viso da sciagurata, poi da sfregiata inseguì il puttaniere Powers, senatore corrotto più di lei nella vita reale che la diede a raffica a Robert Rodriguez pur di avere una villa migliore di Powers nel film.

Insomma, volete prendere per il culo me? Io sono Desperado, cazzo.

E, al di là del culo basculante e delle movenze sue assai piccanti, Jessica può andare bene solo a chi vuole scrollarselo, no, scolarsela dopo averle offerto una birra. Birra fa rima con sborra che le andrebbe versata come whisky gustoso, togliendole i vestitini da lei indossati nel film succitato. Film che è in molte scene appassionante, perfino eccitante ma, nell’ultima mezz’ora, si perde in modo sonnolente, è scocciante e ci propina un’innumerevole serie di cinematografiche boiate. Oltre ai soliti intercalare di… ehi, bella bambina.

Il senatore morì, spappolato non nelle palle bensì nel cranio da quella testa dura di Jessica/Nancy. Nella realtà, Boothe crepò il 14 Maggio del 2017 per un tumore al pancreas.

In questo film sfodera delle memorabili freddure più mozzafiato di Rosario Dawson in tenuta sadomaso nella parte della zoccola impura, dunque più pura di come Moana Pozzi fu generata da madre natura.

Dopo aver perso a carte contro Joseph Gordon-Levitt, per vendetta, poiché umiliato a sangue, Powers gli spezza la mano. Joseph si affida dunque alle cure di Doc/Christopher Lloyd per un Ritorno al futuro, per l’appunto, disperato da El Mariachi del cazzo.

Entra con la mano ingessata nella bisca clandestina dello stronzo per antonomasia, Powers, che ve lo dico a fare?

Il quale, prima di perdere ancora, gli rifila un paio di battute da uccidere, così come infatti avverrà, non solo Joseph, bensì ogni spettatore (s)provveduto, grazie a colpi taglienti, un po’ della minchia, va detto, da tramortirti in tre secondi netti più delle donne che Rodriguez ficca… nei suoi film esagerati.

– A quanto pare, ti è andata storta una mano… Assomiglia a tua madre, era una troia. E neanche molto brava.

Potente è chi il potente fa. Se dovessi dare un consiglio a un giovane, gli direi… usa il preservativo.

 

Di mio, vedo molta gente che crede di essere brava solo se lavora come una badante negra. Poiché, cosa buona e giusta, in Italia soprattutto, Belpaese di tonti e ipocriti, è fare buon viso a cattiva sorte, recitando la parte dei preti per far felici le suore ma poi, parlando, stringi stringi, solo di sorche. Un Paese di porci. Per esempio, ficcatevelo bene in testa, amici. Se, in un momento particolare della vita, sarete troppo giovani per potervi autodeterminare coscienziosamente e, liberi da distrazioni adulte, verrete paradossalmente ricattati dalle persone oramai adulterate, finirete malissimo come il figlio di Powers nel film. Powers, peraltro, è un figlio di bottana.

Vi piglierete l’etichetta di nani e matti. Inoltre, se crescendo, sarete più belli di Joseph Gordon-Levitt e più sexy di Lady Gaga, vi daranno delle poco di buono anche se foste e tuttora siete, voi donne, più brave di Barbra Streisand.

Concluderei con un’altra battona, no, battuta. Stavolta mia. A un certo punto, uno stronzo pensa che io non sappia nulla di lui. E gli piace, infinitamente, coglionarmi. C’è un piccolo particolare che gli è sfuggito. Gli sfuggì e sempre sfuggirà. Lui è un fuggiasco, un fuggitivo!

Neanche lui sa nulla della mia vita. Quindi, siamo fottuti non solo io e lui a vicenda, bensì tutti senz’eccezione alcuna.  Da New York sino a Vicenza.

Come no? Se non hai amici, significa che gli amici ti tradirono. Se hai degli amici, fidati, ti tradiranno.

Ah ah.

Ora, su Netflix, in questi giorni stanno dando anche Aftermath con Arnold Schwarzenegger. Già lo vidi e recensii. È un brutto film. Non perché la tematica sia brutta, bensì perché è filmato male.

L’importante, nella vita e nel Cinema, non è cosa si racconti in una storia, bensì come la si filmi. Bisogna sempre filmare tutto (anche filtrare) con pudore e delicatezza quando si ha a che fare con cose scottanti o solo toccanti. Di mio, se avessi voluto vendicarmi dei torti immani da me subiti, l’avrei già fatto. Perché mai dovrei aspettare? Per dare più tempo agli altri di godersela alla faccia mia? Sì… e quando li avrò ammazzati a novant’anni, che cazzo avrò ottenuto? Nulla, proprio un bel niente. Anche perché, diciamocela, ognuno ha il suo carico di sfighe e di tragedie. Mi pare giunto il momento di essere cinici ma anche romantici. Dunque, Robert Rodriguez è un grande. Scopa delle gran fighe e riesce a renderle anche attrici di valore delle mignotte insapori. No, scusate, viceversa. Che cazzo volete da quest’uomo? Non potete avere un cazzo poiché il suo è già imp(r)egnato.

Quindi, su quest’ultima freddura, cammino da Marv della situazione, odiando un po’ i film della Marvel e gigioneggiando da Mickey Rourke che non appartiene alla famiglia Roark, a differenza del personaggio interpretato da Boothe, ma conserva, nonostante i ricoveri vari, una faccia da culo imbattibile.

 

di Stefano Falotico

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