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Nicolas Cage, idolo imbattibile più del coronavirus


11 Mar

Nic Cage

A parte gli scherzi, si prospetta una calamità mondiale: il mondo intero s’è trovato impreparato dinanzi al Coronavirus, siamo tutti in guerra

In data mercoledì 11 Marzo, cioè oggi pomeriggio, per l’esattezza alle 17 e 30 circa, la World Health Organization ha diffuso mondialmente, in modo scioccante, la notizia che non avremmo mai voluto sentire.

Oramai, è tristemente ufficiale. È pandemia planetaria.

Da tempo immemorabile l’uomo non si trovava dinanzi a una calamità di questa portata.

A quanto pare, oramai non è più tempo di scherzarvi sopra. Sì, inizialmente, noi tutti credemmo che si trattasse di qualcosa di facilmente superabile.

Io stesso, così come Vittorio Sgarbi e altri eminenti esponenti del pensiero “tuttologo”, mi scagliai contro i virologi più pessimistici, oserei dire allarmistici.

Basta anche coi complottisti e gli ufologi. Per troppo tempo la mia via fu presa di mira dai gufi, gelosi che io fossi un alieno, cioè non di questo pianeta.

Un uomo stellare. Comunque, dalle stelle finii, per qualche anno, nelle/alle stalle.

Sono infatti uno Stallone. Colui che, in Rocky, toccò il cielo con un dito, anzi col suo pugno sinistro.

Da allora, scopò Brigitte Nielsen, una vacca.

Sì, Brigitte lo munse e Sylvester, tutto (m)unto, cadde nuovamente in disgrazia. Oramai corrottosi per colpa di una rompiballe.

Lo dico sempre, uomini, non fatevi allattare, continuate ad avere i denti da latte. Non sviluppate mai i vostri canini. Le donne vi renderanno dei lupi.

E poi vi perderete nella brughiera. Ove, però, potrete gustare ottimi formaggi. Ah no, quello è il Gruviera. Comunque, al cioccolato svizzero preferisco una svizzera. Ben rosolata con sopra un po’ di ketchup.

A me parve, debbo esservi franco, esageratamente sensazionalistico questo “cazzo” del Coronavirus.

Cioè, come sempre s’è fatto, anzi, si fece, a mo’ di Essi vivono di Carpenter, mi sembrò una troiata per depistare l’opinione pubblica su una malattia irrilevante.

Insomma, pura, faceta distrazione di massa per (de)programmare, attraverso banali dibattiti politico-scientifici, l’interesse quotidiano dell’uomo medio catodico e (di)pendente dalle labbra di speaker radiofonici o televisivi piuttosto ridicoli, verso qualcosa che potesse occupargli il tempo.

Per far sì che dimenticasse l’orrore del suo cotidie vivere spesso noioso e imbarazzante. La cui noia, al massimo, viene per l’appunto distratta dalle stesse partite di Calcio adesso, di “diretta” non solo eurovisiva, bensì in mondovisione, sospese.

Hanno chiuso tutti i cinema, a teatro già non vi andava nessuno. Da me il primo. Che, da sempre, considero il Teatro una forma d’arte morta e seppellita, un’esibizione grottesca di morti viventi che recitano tragedie greche oramai superate quando invero dovrebbero migliorare la “dizione” delle loro recite giornaliere.

Fatte di corna, di gelosie fratricide, di squallide lotte da (non) ipocondriaci.

Ah, fui un malato immaginario non tanto alla Molière.

Sì, rimembro i miei tempi funesti in cui ogni due minuti desiderai gettarmi giù dalla finestra.

Poiché, sebbene dedicassi alle ragazze delle poesie rosate e regalassi loro più di una ginestra, loro giocarono a cavallina con ragazzi invero bambini, forse pure babbuini, spassandosela sulla giostra e poi leccando cremosi gelati, non solo quelli, alla yogurteria di un chiostro assieme a molti uomini mostruosamente libidinosi e uguali a Cagliostro.

Sì, fui un Orlando furioso alla Ludovico Ariosto. Più che altro, un pollo arrosto.

Fu allora che idealizzai il mio Inferno, vagheggiando la mia Beatrice. Cioè Cybill Shepherd di Taxi Driver. Poiché precipitai in notti insonni pure da Al di là della vita.

Notti metafisiche senza molta figa, a dirla tutta. Ma compensai il vuoto… da me non riempito, registrando tutte le puntate di Fuori orario con e di Enrico Ghezzi.

After Hours, sempre di Scorsese, mi provocò mille orgasmi.

Dopo essere scivolato in un incubo kafkiano, divenni all’improvviso Jeff Goldblum de La mosca.

Sì, in me avvenne un mutamento spaventoso, oserei dire rabbrividente.

Dopo essermi tolto tutto nel non essere, dunque immergendomi, anche sommerso, nel trasfondermi nel Cinema in maniera “immersiva” come James Woods di Videodrome, pigliandolo però in culo dal Woods/Max di C’era una volta in America, dopo Il pasto nudo auto-perpetratomi all’anima e alla mia carne divorata, dinanzi all’ennesimo, villano bullismo, reagii in maniera troppo brusca e sconsiderata come Viggo Mortensen di A History of Violence. Forse solo sacrosanta.

Però, per anni gli psichiatri dovettero appurare se, per via di queste mie reazioni esagerate, fossi schizofrenico come Keira Knightley di A Dangerous Method.

Mi arrabbiai ancora di più e fui preso, da parte di un Freud di turno, anche per Mortensen de La promessa dell’assassino.

Sì, m’indurii troppo anche se, a essere onesti, non è che come al solito indurissi molto qualcos’altro.

Anzi, tutta questa cosa s’intenerì, divenni un rammollito e fui nuovamente equivocato. Cioè, la gente cominciò a vedermi come un poveretto Stephen Lack di Scanners.

Insomma, fui scannato.

Varie teste di cazzo mi danno ancora dello sfigato.

È cosa buona e giusta esserlo, perpetrate, figlioli, la sfiga a iosa.

Poiché, come si suol dire, se Nicolas Cage sta con questa qui, è veramente arrivata la fine.

Sì, Nicolas Cage se ne fotte…

Del coronavirus. Adesso sta pure assieme a una che viene… dalle zone ove il virus si è diffuso. Tale Riko Shibata.

Sì, non stringete la mano a Nic. È un attore spesso inetto, adesso pure forse infetto.

Detto ciò, dopo la stronzata serale, se dobbiamo morire, tanto vale fottersene prima che ce lo ficchino in quarantena.

Fidatevi.

Cioè, fottetevi. Ah ah. Siate debosciati come Nic. E comprate il mio libro a lui dedicato. Cercatelo sulle maggiori catene librarie online.

 

di Stefano Falotico

 

Nicolas Cage girlfriend

ROBERT PATTINSON non mi convince come BATMAN: meglio il sottoscritto, uomo della notte and my transformation to play the JOKER character is amazing, superb, phenomenal


15 Nov

cosmopolis pattinson

Orsù, fratelli della congrega.

La notte sarà ancora lunga. Per far sì che non possiate annottarvi, no, annoiarvi, potrei qui annotarvi, no, recitarvi una filastrocca del signor Bonaventura ma io non sono un uomo semplice da Simona Ventura e quindi voglio cantare a voi un pezzo da uomo che, per sua natura, ama oggi la frescura e domani la calura.

Mamma mia, nel bosco v’è il lupo, oddio che paura!

Il Falotico, essere che plana su una società che perse il senno e, in seno al ritrovato sé stesso dapprima dagli ipocriti steso, non amerà mai una sempliciotta né un’educanda di nome Iolanda, neppure una lavandaia classista che frequentò il liceo classico per antonomasia di Bologna, ovvero il Galvani, poiché è uomo lontano dalla borghesia e da ogni sua sovrastruttura, visse per molto tempo di pane, amore e fantasia, di pene e ipocondrie, di malinconie e di grande noia ma, dopo essersi adombrato, oscurato, obliato e oserei dire anche obnubilato, dalle nubi del suo passato riapparve in forma smagliante, giammai più dai pagliacci inculato, bensì ancora poeticamente alto, di buon alito e velocemente alato, cammina a ogni dì con far spavaldo.

Anche quando indossa un liso pigiama, emana un fascino bestiale a pelle che attira una donna Gioconda di nome Mona Lisa e domani una triste di nome Luisa.

Egli è Babbo Natale e il 25 Dicembre suona la cornamusa a ogni vergine che non crede oramai più in dio poiché dai cinici amanti assai delusa, donandole una mousse succosa per dimostrare ai musoni che ci vuole dolcezza per ricevere carezze, di vuole tenerezza per amare le donne che vogliono la giusta, gustosa durezza.

Egli è bello, è un giovane baldo, conosce a menadito la realtà e n’è ben saldo, malgrado abbia pochi soldi nel salvadanaio.

In mezzo a tante cretine ragazzine galline che vivono nel pollaio, in mezzo a tanti galli cedroni che si credono fighi ma, a trent’anni, usano già il cerone, il Falotico, dinanzi a tale umanità pietosa, accende un cero e augura agli zombi, cioè ai morti diventi oramai rassegnatisi a una vita amara, di finire presto al cimitero.

Un uomo che l’incenerisce poiché non più poltrisce e, ribellandosi con furia, gli imbecilli punisce, zittisce e a tutti lo fa a strisce.

Poiché se costoro devono vivere solamente di frivolezza esagerata, di squallida mediocrità, di carnascialesca falsità e di stole ilarità, è meglio dunque il Falotico nella sua forse odiosa eppur cremosa, giammai criminosa, totale, nuda e cruda sincerità.

I suoi occhi sono quasi neri, neri come la notte ove si fa a botte, ove l’uomo pipistrello è anche poeta menestrello e spacca il culo a ogni teppistello.

Di primo acchito, questo Falotico potrebbe sembrare, invero, un coglioncello ma ha due palle così per esser riuscito a rifiorire come un fiore a primavera e a correre ancora come un leggiadro cervo che ama le favole che iniziano con C’era… una volta anche presso i Sassi di Matera.

Ce la vogliamo dire?

So che lo vorreste uccidere per questo, so che lo invidiate a morte ma è onestamente un genio.

Se non mi credete, fate bene. Siete uomini di panza e poca sostanza, uomini che vivono solamente di fandonie e sterili chiacchiere. Non sapete amare i favolisti da Cielo in una stanza.

Uomini, sostanzialmente, che non valgono niente.

Meritate una vita da idioti. Mica quella del Falotico.

Siete uomini che nessun progetto valido sanno stanziare, prendete in giro i barboni alla stazione e non sarete mai amici, a differenza del Genius-Pop, di uno dei migliori critici cinematografici italiani che scrive su Best Movie, ovvero Davide Stanzione.

Ah ah.

Il Falotico fu amorfo e oggi è invece polimorfico, sa essere come Johnny Depp, poi uguale a Joaquin Phoenix, quindi trasmuta in Brandon Lee de Il corvo in virtù solamente del suo fascino alla Al Pacino dallo sguardo torvo e torbido, eppur al contempo romantico, avvolgente e morbido.

Insomma, un pezzo da novanta che, in mezzo al 95% delle persone, cioè gli zotici, vale un sogno.

Buonanotte e buongiorno, c’è chi ama la vita dura, chi la vita diurna, chi quella notturna ma ricordate che sarà ancora una fregatura quest’esistenziale, feroce lotta di noi, oggi creature e domani pure, no, ancora uomini (im)puri.

In mezzo alla radura, spunta un uomo duro che fa gola e calore a ogni donna di bocca buona che lui sa ammaliare col solo potere della sua oratoria senza retorica, col solo valore della sua immensa cultura.

Poiché, anche senza fare un cazzo, eh già, sprigiona irresistibile forza eroica e potente classe erotica.

 

Signore e signori,

il Falotico.

Un uomo che batte Pattinson in tre secondi netti senza neppure togliersi la maschera da Joker.

Ah ah.

Un uomo, dirimpetto al quale, Jennifer Lopez se la fa nelle mutande.

Poiché, come detto, sa che le farà presto il c… o.

Ah ah.

di Stefano Falotico

Il più grande attore di Cinema del mondo, ah ah, Victor Argo, e io non gli sono da meno


26 Feb

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https://www.youtube.com/watch?v=bdRrh7p2k7g

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Oggi voglio parlarvi di un attore il cui sex appeal, ah ah, non è mai stato messo in discussione, un uomo di caratura raffinata e bellezza impareggiabile, e per via del suo fascino magnetico ha lavorato con alcuni dei più grandi maestri della Settima Arte, in primis Martin Scorsese ed Abel Ferrara, ma anche con Woody Allen, diventando il loro fido “scudiero”.

Wikipedia dice questo: Victor Jimenez (New York, 5 novembre 1934 – New York, 7 aprile 2004) è stato un attore statunitense di origini portoricane.

Victor iniziò la sua carriera come attore di teatro. Durante gli anni sessanta conobbe Yoko Ono e Harvey Keitel con i quali lavorò. Nel 1977, Argo divenne un membro del Riverside Shakespeare Company nell’Upper West Side. Andò in tournée per i diversi parchi di Manhattan recitando la parte di Lord Montague.

 

Sì, in maniera analogica, potremmo dire che Victor ha sempre avuto un carisma alla Falotico. Un uomo che sta nel suo negozio e incontra il Bickle, che lo aiuta ad acciuffare un negrone, quindi sta nella tavola calda di Fuori orario e serve il caffè ai cretini mentre la gentaglia dà la caccia a quel povero sfigato capitato nel mondo sbagliato nelle ore notturne più scorsesiane. La storia della mia vita.

Sì, io credo di possedere una bella voce, flessuosa, sinuosa, morbida e vellutata come le gambe di Bo Derek quando era al top della sua topa.

E, stamattina, a proposito di topini/e sono uscito presto. Vicino alla farmacia San Martino, in mezzo a tante facce di cazzo che aspettavano l’autobus, adocchiai una ragazza di buon culo con lo sguardo vuoto. E pensai che quel vuoto andava “riempito”.

 

di Stefano Falotico

È morto John Heard ma, per piacere, non è stato solo il padre di Macaulay Culkin


22 Jul

00450612Come sappiamo o, meglio, i ben informati di Cinema sanno, è morto, per cause ancora d’accertare (alcuni addirittura avanzano l’ipotesi dell’omicidio, della morte “delittuosa”) John Heard, caratterista di molte pellicole hollywoodiane ma, anche gli “esperti”, citano solo Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone), e si dimenticano che, almeno personalmente, non potrò scordarmelo nel ruolo del barista stressato in quella vetta assoluta della Settima Arte che è Fuori Orario del maestro Martin.

Così, tanto per dire. Poi è sabato sera e fa caldo…

Ho detto tutto.

di Stefano Falotico

After Hours, Scorsese? No, il pa(la)zzo


01 Jul

di Stefano Falotico

La vita è come il Condom(inio), come il colon d’ascensore sempre da (ri)parare, eppur i vicini spar(l)ano, anche dal lontano attico. Attica! Sono Attila!

Con l’estate inoltrata, le notti si “scaldano” fra condomini “afosi”, che ti sfaldano sul bollente fartelo da bronzo di Riace? No, all’olio di Ricino

Un attimo, per piacere, la questione condominiale richiede innanzitutto un’amministrazione grammaticale. Silenzio, non accavallate le voci, lei, signora, la finisca di accavallare, altrimenti le salterò addosso come una cavalletta. Ebbene, (sof)fermiamoci a un livello “alto” di Treccani, sì, quelli della signora Angela, donna diabolica come Crudelia De Mon sul termine della notte rabbuiante o abbaiante? Il mio palazzo, sì, possiede un abbaino da cui i cani dei suoi condòmini abbaiano dopo giornate emozionalmente vissute al buio. A parte i latrati e le latrine delle cantine, cammin camminando fra camini, tra “cagnoline” sempre (ri)scaldanti i (termo)sifoni degli o(r)moni raffreddatisi, cioè le rumene del piano “terra terra” ma “tutto dentro” a farsi inculare da mezza Bologna eppur dando(le) al danaroso pappone loro, che le “mantiene” da “abusivo”, arriviam sdrucciolevolmente, saltando i due ascensori ma facendo pian pianin, piano dopo piano, le scale a chiocciola, sulla parola “condominio” e di come, omografa, al plurale sia sdrucciola di due accenti. Accidenti!

Condòmini (in)tesi come abitanti del palazzo, cioè come i pazzi di questa mia pa(la)zz(in)a manicomiale, e condomìni come un insieme di edifici di molte persone (non) tanto edificanti.

Molto a (con)ficcarti d’ansie, a farti perder l’antenna, a mandarti in “blackout” quando volevi solo veder la tv a lume di candela con quella del secondo appartamento, cazzo, hai impiegato due an(n)i e mezzo nel corteggiarla per poterti appartare con lei, alla faccia di tutti i residenti (im)piegati, ma hanno spento la luce prima dei “preliminari”, fottendoti di cortocircuito. Comunque, la Germania passa ai quarti, “sudandosela”, e van avanti i mondiali. Ora, lei s’era con te seduta nel divanetto di “pelli” vellutate, ruvidamente gliela stavi van(itos)amente allisciando, per poi “imboscarti” e “imbiancarle” le par(e)ti intime, “pennellando” una parabol(ic)a lì “discendente” a sua discinta, ed ecco che arriva il sisma e ti bloccan l’orgasmo.

Chi cazzo ha spento il mio cazzo? Lei urla “Cazzo che (s)figa!”.

A s-tento-ni, attento a non sbattere contro il muro, non essendomela sbattuta, devo almeno arrivar a trovar la “chiave” per uscire, far le scale e sbloccare la leva della centralina elettrica da qualcuno fatta andar a puttane.

Missione riuscita? No, mi risveglio dopo tre giorni, e dinanzi a me vedo il lampione d’una sala ospedaliera. Al mio fianco, un’infermiera di buoni fianchi, che mi “rinfranca”:

– Stia tranquillo, lei non è venuto in quella donna, è svenuto dopo aver preso una “botta” pazzesca, scivolando sull’ultimo grad(in)o “ero(t)ico” delle scale. Sì, abbiamo chiesto alla donna se la conosceva, ha risposto che stava per vederglielo ma lei non ha visto la sua gnocca, ora ha però un bernoccolo e pure le rotte ginocchia. Comunque, (ri)peto, tranquillo. Le do ora… un tranquillante, devo anestetizzarla. Quindi, il chirurgo plastico le rifarà la faccia(ta).

Dopo un mese e mezzo di “bende” a coprir la mia (ver)gogna, mi dimettono.

Faccio l’autostop perché nessuno dell’ospedale mi accompagna a casa.

Qualcuno, durante il mese “ricucito”, deve avermi anche fregato il portafogli e tutto il vestiario di come mi trovarono, quella notte, a terra, pavimentato. Il mio vicino di stanza mi regala il suo pigiama, unico indumento in suo (pos)sesso, tanto gli son state diagnosticate solo tre ore di vita, e non gli frega del suo “cazzo”.

Rimedio una figuraccia pazzesca in autobus, con tutte le belle fighe che mi deridono: – Ah ah, guardate quel pazzo. Veste in pigiama e fa finta di niente. È proprio tocco, oh, comunque speriamo ci tocchi di mano morta.

Non le “oblitero” ma spero finisca presto questo martirio.

Giungo a destinazione, non ho però le chiavi del palazzo. Spero nell’arrivo di qualche condomino che mi apra la porta.

Ecco che, da lontano, scorgo la signora Angela, coi suoi tre cani.

– Angela, può essere così clemente da aprirmela?

Lei fraintende, pensa che voglia scoparmela, allorché dà ordine ai cani di mordermelo:

– Staccate le palle a quel pervertito! Cani, accanitevi!

Poi, gridando come un’indemoniata, eh sì, come la De Mon, chiama a raccolta tutti gli altri condomini. Sia nel senso di abitanti del palazzo sia nel senso di tutti i pa(la)zzi del quartiere.

Per farmelo come un mazzo.

Non mi ammazzano, mi riportano all’ospedale.

Insomma, la vita è una (s)figa pazzesca, usate il preservativo e andate a vivere in una riserva indiana. Fidatevi, nella capanna, potrete vivere senza rotture, fumandovela ed evitando questi eviranti “trenini” di file indiane.

E devi pagar anche le bollette se non vuoi rimaner al freddo.

Sono tutti fuori (orario)!

Vi linko, perché (mi) desidero… che non siate “rinco…”


22 Oct

 

Ah, che bella sorpresona, eh? Questa non è la casa, ma il luogo deputato ove cliccar per altre “abitazioni”.
Sì, son un mattacchione, e mi piace prendervi in giro, anche se non mi prenderete mai.
Anzi, da me, dovete (di)pendere.

 

Con spostamente rapidi e impetuosi del bacino, ottenni anche molti bacini ma, il bacio veramente amandi, lo conobbe solo Amanda, una spagnolona da me “barzellettizzata” come nel famoso detto “Amalia de lana“.

Detto questo, dopo aver “ciancicato” con una bazzecola ch’è però un’altra mia genial “traveggola”, vi rimando ai link, sì, useremo il singolare, “italianizzandoni”, dunque tagliandone, come sarà sempre consuetudine il plurale.

 

Questi, orsù, i siti che dovete… è un ordine imperioso per cui non accetterò rifiuti, sebben io spesso” la” fiuti ma Ella mi rifugga, cliccare, “masticare” e, quindi “chewing-gum-mare“, altrimenti vi “sgamerò”.

 

Naturalmente, da me il primo e non plus ultra, che non è mai un ultrà.
Perentorio, mi ribadisco in un autoclic, dunque in un altro Ciak.

 

www.geniuspop.com, o anche www.geniuspop.com/blog, se volete saltare subito “all’uopo”, o non gradite le introduzioni, anche quando son miste o solo “mistiche”.

Vademecum quasi spirituale d’Uomo nei suoi “rituali”, soprattutto attualissimo!

Il sito del Genius-Pop, fantasmatica essenza di Stefano Falotico.
Il Falotico, amletica ambiguità che vagheggia, crepuscolare e poi incendiaria metafisica d’una sua personalissima creazione.
Sito che “mesmerizza” il campionario & l'”inventario” d’una mente più affascinante del miglior charme di Sean Connery.
Raccolta, “annodata & snodata”, annotata e nella Notte, di pensieri sciolti, aneddoti stravaganti, poliedriche intuizioni d’una eterna, inestinguibile ispirazione.

Un sito che, vivamente, vi consiglio. Non il solito “prontuario” o “ricettario” sul Cinema, ma un viaggio bizzarro, “intricato” che magneticamente intriga, sulla Settima Arte, di più e oltre.
Ne trae, semmai, spunto, per riflessioni, dissertazioni (auto)ironiche, semplici “cianfrusaglie” sul Mondo, sui suoi “spettri”, sulle sue paure e su chi, come Lui, ne ha l’intrepido coraggio di guardarlo in faccia, guadagnandosi un bel, scrosciantissimo applauso.
Sito, anche, “birbone”, serpeggiante, innestato nella sua anima, “granelli” d’uno che ha ingranato subito, fin dalla nascita, la quinta e non teme confronti di chi, accelerando, vorrebbe spossarlo e sorpassarlo, e “trombarlo” coi suoi “clacson”.

Un espediente indispensabile d’immagini, le più svariate, video, filmati e trailer in anteprima, ritratti di registi, d’attori, e del suo immancabile, impareggiabile Autore.
A 360 gradi mai inquadrato, veloce, dinamico, esuberante.

Insomma, il sito del Genius-Pop, fantasioso, brillantissimo, lucido & smaltato contro chi la ovatta solo in pose con la “cravatta”.
Una risorsa geniale, appunto, per tutti i grandi amanti del vederla come Ballard con la stessa “folle” irriverenza di William Burroughs.

Il sito della libertà, come il suo creatore.

 

www.film.tv.it, o per convenienza, meglio digitar solo www.filmtv.it, senza “i” di troppo in mezzo…

Il sito di cinema che fa per te. Migliaia di schede di film, attori e registi, film in tv e in sala, centinaia di migliaia di foto, opinioni, playlist.

 

www.cinerepublic.film.tv.it, ah, troppo lungo così… basta solo www.cinerepublic.it

Il blog collettivo degli utenti di Filmtv.it. Il primo magazine di cinema fatto da una community. Notizie, recensioni, saggi, pensieri e altro sul cinema

 

www.sentieriselvaggi.it

Non è un film di John Ford, ma è “wayniano” di grande passione non incenerita nella polvere.
Recensioni con Occhio di riguardo allo Sguardo.

www.comingsoon.net

Ricchissimo database per la nostra ricchezza interiore, graficamente ineccepibile, da primati anche “scimmieschi”, con tutte le news del momento, still, anteprime, interviste esclusive e un catalogo, sempre aggiornato, di trailer e recensioni.
Indispensabile per ogni Uomo “sulla notizia”.

 

www.deadline.com/hollywood

Scrupolose “indagini” sulle (pre)produzioni di oggi, ieri & domani, forse solo dell’altro Giorno. O della Notte che c’era, scomparve, dov’è andata?

 

www.variety.com/Home

La Bibbia del Cinema che non teme concorrenti, né rivalità “femminili” d’effeminati.

 

www.hollywoodreporter.com o, più semplicemente, www.thr.com

Terzo, forse, in ordine di “repentinità” e importanza, rispetto ai due appena sovraccitati. Anche sovreccitati, perché un po’ più “in palla”. Sì, questo sito, spesso s’impallina. Ed è anche palliduzzo.

 

Altri ne verranno, mi raccomando, non svenite, è meglio “venire”.
Se, poi, Lei è Bella, ci sarà da “insaporirsi”.

Sì, spendetevi e non disperate, ma potreste però perdervi come Paul Hackett…

 

Altri siti amici:

www.nervoetes.it, progetti artistici, anzi, di video Arte.

http://rimario.altervista.org/index.php, sito del mio amico Emanuele Bertuzzi, indispensabile vademecum se volete divertirvi a creare delle rime, quando vorrete sbizzarrirvi nei giochi di parole, quando la parola giusta, appunto, ce l’avete sulla punta della lingua, ma non vi viene.

 

Firmato il Genius

 

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)