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Io adoro JOE WRIGHT! Che forza impressionante, che forza della natura!


15 May
LONDON, ENGLAND - DECEMBER 11: Director Joe Wright attends the UK Premiere of "Darkest Hour" at Odeon Leicester Square on December 11, 2017 in London, England. (Photo by David M. Benett/Dave Benett/WireImage)

LONDON, ENGLAND – DECEMBER 11: Director Joe Wright attends the UK Premiere of “Darkest Hour” at Odeon Leicester Square on December 11, 2017 in London, England. (Photo by David M. Benett/Dave Benett/WireImage)

Ecco, se c’è un regista che io amo e venero particolarmente è Joe Wright. Secondo Francesco Alò di Bad Taste, per La donna alla finestra non è stato right, bensì wrong. A mio avviso, Francesco ebbe torto, è puro Wright davvero giusto.

The Woman in the Window doveva essere uno dei titoli di punta della scorsa stagione cinematografica pre-COVID-19. Ora è finito su Netflix in un periodo (s)morto e non riceverà nessuna nomination agli Oscar poiché la 20th Century Fox, dopo aver visionato il film di Wright, dopo aver peraltro pensato inizialmente che possedesse le carte in regola per rappresentare uno dei suoi filmoni di maggior appeal qualitativo, dopo i fallimentari screening test, optando quindi come detto per lo streaming anche giocoforza a causa della pandemia, si è trovata adesso fra le mani una pellicola considerata sbagliata perfino dalla Critica mondiale.

Che ha subissato di offese soprattutto il suo finale, reputandolo scombiccherato, improponibile. Per l’appunto impresentabile. La Critica non è attenta, però, ai dettagli. Il ragazzo, a pochi minuti dall’inizio del film, starnutisce in una scena cruciale. Il suo starnuto è l’espressione involontaria della paura del padre “orco” interpretato da Oldman? Non credo. Non credete anche voi se il film vedeste, anzi state rivedendo col senno di poi? No, non ho fatto spoiler. Fra poche righe, sì. Anzi, nella seguente immediata, eh eh. Non mi venite a dire che capiste subito che il mostro era il ragazzino perché non vi crederebbe neppure il poliziotto di questo film. Più suonato di mio nonno materno purtroppo deceduto. Il quale, dopo aver dato fiato al trombone nella banda del suo paese natio alla festa del santo patrono San Michele, tornava a casa distrutto, con le trombe di Eustachio massacrate per colpa dei fuochi pirotecnici ancora scoppianti-scoppiettanti, e non riusciva a riconoscere sua moglie, cioè mia nonna. Anche lei defunta. Scambiandola per Julianne Moore, anzi per Jane Russell. Il mattino dopo si riprendeva e osservava mia nonna, pensando fosse la Madonna. Mio nonno era comunque un uomo lucido. Non scambiava mai Marilyn Monroe per Jayne Mansfield, neppure Kim Novak per Grace Kelly. Appena le vedeva, infatti, sapeva distinguerle immantinente. In effetti, registrava non i loro film sulle VHS, non essendo state quest’ultime, alla sua epoca, ancora inventate, bensì sul diario. Ove annotava su chi aveva praticato autoerotismo durante le notti in bianco con mia nonna.

A parte gli scherzi, mia nonna era una donna di classe come Keira Knightley di Orgoglio e pregiudizio, Anna Karenina ed Espiazione. Mia nonna era cinefila, sì, prima di morire aveva visto questi tre film succitati di Wright con Keira. Ma si rivide molto anche nella Knightley di A Dangerous Method del Cronenberg. Sì, credo che mia nonna fosse stata pazza prima di incontrare Jung? No, mio nonno.

Mio nonno sapeva come curarla quando non sapeva interpretare i sogni che poi voleva giocare, di Smorfia, al Lotto. Le diceva:

– I sogni sono folli, tu sei folle. Non giocarteli e non giocarti la vita. Giochiamo nell’altra stanza. Decidi tu se a briscola o a scopa.

 

A molti, insomma, non è piaciuto La donna alla finestra e hanno considerato tale opus di Wright un passo falso, alla pari di Pan – Viaggio sull’isola che non c’è.

Mah, secondo me sbagliano. Sono gli stessi che reputano Hook – Capitan uncino di Spielberg e Neverland di di Marc Forster as pellicole orribili.

Ora, tralasciamo Carl Jung. Il quale peraltro non assomigliava per niente a Michael Fassbender. Parliamo di Viggo Mortensen? No, di Sigmund Freud, ah ah. Come so io, voi no, in quanto non sapete nulla di psicologia, una persona diventa psichicamente malata quando il suo io non è in grado d’imbrigliare le idee rimosse. Al che, la mente del malato in questione crea un delirio per compensare i traumi e/o i lutti incolmabili a cui, razionalmente, non può dare una spiegazione plausibile.

Questo procedimento è attuato da DiCaprio di Shutter Island? No, dal 90% dell’umanità. La quale pensa di essere sana poiché non ama il film sopra citatovi di Spielberg, credendosi oltre che savia, ah ah, matura. In verità, è invecchiata nell’anima. Perciò cinica, arida, mostruosa, in una parola inutile.

Vi fornisco un esempio: è ovvio che, se siete stati giovani ai tempi dei Beatles, oggigiorno considerate bambagioni i ragazzi che ascoltano Irama.

I vostri figli, cioè su per giù la mia generazione, è cresciuta coi dettami culturali imposti, volontariamente e non, anche soltanto a livello inconscio, da voi… padri della psicanalisi? No, padri padroni.

In questi mesi di pandemia, anche prima a dire la verità, ho visto a mo’ di Allen Ginsberg, eh sì, le migliori menti della mia generation perdersi nel distanziamento sociale. Anziché vivere la loro età, ragazzi e ragazze si sono preoccupati di apparire fighi su Instagram. E, nell’attesa di due like in più, hanno escogitato metodi atroci per realizzare nuove foto e video sexy per piacere alla virtualità. Nel frattempo, perdevano le loro giornate.

Col Covid, la gente si è distratta dalla noia esistenziale, realizzando livestreaming o videochiamate. Alcuni anche video-chiavate. Altri, hanno rivisto i film di Hitchcock. Ora che siamo in zona gialla, essendosi queste persone suddette, purtroppo, assuefatte a tale lungo mood o modus vivendi impostoci, stanno continuando a essere agorafobiche come Amy Adams… Cioè, il Covid ha rappresentato per loro soltanto un alibi per non ammettere a sé stesse che, già prima dell’avvento del Coronavirus, preferivano farsi i cavoli loro, giudicando semmai i film di Wright ma non avendo le palle per provare a girare, eh già, non dico Atonement, bensì un cortometraggio con gli amici.

Naturalmente, se appartenete a questa patologia, no, tipologia di persone… avete smesso di sognare. Per cui Hook non può piacervi. Prendetemi pure per bambino, continuo a pensare d’infermità mentale, no, fermamente che Hook sia meraviglioso.

Inoltre, non posso dire di non amare Quentin Tarantino. Mi diverte, è intelligente, certo…

Ma Joe Wright, Hitchcock, Brian De Palma, La donna che visse due volte e il grande Bob De Niro mi appartengono di più. A volte sono un trasformista come Gary Oldman. Se la tirannide di persone come Adolf Hitler mi vuole uccidere, io recito loro questo pezzo: We Shall Never Surrender!

Tratto dal finale di Darkest Hour.

Sapete, nella mia vita incontrai ragazzi e ragazze come Saoirse Ronan di Hanna e di Atonement che inventarono balle su di me. Essendo costoro ignoranti.

Il mio correttore di bozze ha appena terminato di leggere il mio prossimo libro, intitolato Bologna Hard-Boiled & l’amore ai tempi del Covid.

Mi ha confidato che prova vergogna per me? No, si è messo a piangere perché pensa che anche lui, oltre a me, diventerà famoso anche se non subito. Fra cent’anni, a sua detta, quando io sarà morto, la gente leggerà ancora il mio libro.  E quando sarà triste, quando si sentirà sola, quando vorrà morire, rileggendo le mie parole, coglierà di scaturigine ribelle, nei loro cuori, una forza potentissima, immane, devastante!

Sono tempi bui, mai come oggi abbiamo bisogno di gente come Joe Wright.

Mai come oggi siamo stanchi dell’omologazione, siamo stanchi del passato, siamo stanchi della vecchiaia, siamo stanchi di essere abbattuti dagli idioti.

Abbiamo bisogno di qualcuno che rompa le regole. Non solo cinematografiche.

Questo è the New World! Questa è la nostra vita e non permetteremo mai più a chicchessia di decidere per noi il nostro destino! Io lo scoprirò, io lo distruggerò, io lo farò piangere, io lo punirò per voi, io lo massacrerò!

Sta già urlando di terrore!

 

di Stefano Falotico

LA DONNA ALLA FINESTRA: perché parlate sempre di Tarantino e Paul Thomas Anderson, menzionate e celebrate il grande Joe Wright


21 Mar

donna finestra poster amy adams

Ora, non so se Stallone sia diventato Andrea Roncato a livello fisionomico. Che poi… ci si sbaglia sempre tra la fisionomia e la fisiognomica, cioè il ramo pseudo-scientifico che, in base ai suoi discutibilissimi criteri del tutto opinabili, avrebbe l’ardire di giudicare la personalità e la conseguente psiche o viceversa di una determinata persona. Ma cos’è la “profilazione” psicologica di Mindhunter? Ma per piacere…

La vita vera non è una serie televisiva.

Leggete semmai il mio libro Bologna insanguinata e capirete che io riesco a citare mille volte nel mio libro il grande Andrea Roncato, re del trash goliardico più sboccatamente felsineo, pur conservando una suspense narrativa à la Il silenzio degli innocenti.

In questo mio libro, cito Zodiac ma riferisco anche di essermi eccitato più volte sull’attrice Valeria Cavalli. Presente sia in Zodiaque per la regia di Claude-Michel Rome che in Zodiaco di Eros Puglielli.

Presente sia ne La tenda nera che ne La freccia nera.

Se volete vederla fare sesso, guardate l’inizio del film Il caso Martello. Ci diamo nel martellino, eh?

Se volete vederla ignuda, osservatela in Le Grand Patron.

Chiedo ora pardon se, nelle righe precedenti, mi son lasciato prendere la mano…

Per questa cazzata, vorreste forse operarmi l’amputazione di qualcosa… a mo’ del desiderio mostruosamente proibito di Buffalo Bill? Dai, ca… zo.

Ora, se una persona, sì, codesta dovesse autodeterminarsi in base a questa stronzata quasi peggiore delle teorie del Lombroso, eh sì, diverrebbe subito materia di studio.

Invece, se vedo Can Yaman, non essendo io omosessuale, penserei che trattasi di Schwarzenegger dei poveri su viso alla larga ricordante Kabir Bedi. Il reboot di Sandokan, peraltro, è stato realizzato o no?

Secondo Diletta Leotta, Can, attore cane, è un uomo da sposare. Per forza, le dona tutti i gioielli.

Pulisce i fornelli, la soddisfa pienamente a letto e le regala tutti i cani che vuole per accarezzarne altri oltre al suo. Una vita amabile, insomma, cagna.

Ecco, Bedi è uguale a tutt’oggi all’inquilino del settimo piano del mio palazzo, ovvero il sig. Tringali.

Ultimamente, il Tringali ha avuto varie sfighe. La moglie era ricca come Yaman, da me ribattezzato anche Aquaman semi He-Man. Ma fu Tringali che le donava i gioielli. Infatti, ora Tringali non ha un cazzo. No, il suo, credo che ce l’abbia. Economicamente, è a pecora dopo il divorzio che l’ha messo a novanta.

Sì, per molto tempo vissi da Bob De Niro di Hi, Mom! Variazione folle-psicotica e borderline sul tema del personaggio interpretato da James Stewart ne La finestra sul cortile. Ovviamente, puro Cinema depalmiano ispirato all’Hitchcock migliore. Femme Fatale docet.

Comunque, fra la Kim Novak de La donna che visse due volte, Grace Kelly e Rebecca Romijn, non scelgo nessuna perché le prime due sono morte, io non sono necrofilo e la terza, ex Stamos, deve avere avuto più amanti dell’ex moglie di Tringali.

Sì, non voglio venir affetto da alcuna topa, no, da nessuna malattia venerea. Come tutti gli uomini, però, voglio venire al dunque… Con calma, senza eiac… one precoce.

Quindi, non perdiamoci in masturbazioni… Badiamo al sodo in modo dritto e spedito giustamente godibile.

La mia lei è molto bella, molto più sexy di Diletta Leotta. Sinceramente, Diletta è una mig… ta.

Una come la mia lei, eh sì, miei belli, voi la vedrete col binocolo.

Non so com’abbia fatto a innamorarsi di me. Parlammo per molto tempo assai privatamente, cioè su WhatsApp e Messenger.

Io tentai in ogni modo di dissuaderla dallo sbloccarmi dal mio isolamento.

Onestamente, fui io ad approcciarla ma me la feci nelle mutande. Adesso, lei mi fa senza mutande.

Questa è la verità, nuda e cruda. E dire che provai in ogni modo a non incontrarla. Non volevo patire pene… dell’inferno.

Le dissi che, in passato, fui diagnosticato depresso incurabile, social-fobico insanabile, che mi addebitarono pure la patente, erronea ed orrida, di Elephant Man con disturbo paranoico delirante.

Lei invece credette subito che fossi un genio come Gary Oldman. Da quando io e la mia lei stiamo assieme, anzi, dal nostro primo incontro reale, è trascorso quasi un anno. Un anno speciale. Ho detto anno.

Per noi tutti è stato un anno orribile. Ma l’amore m’ha salvato. Se voi state male a causa delle quarantene poiché state troppo tempo in casa e perciò vi sentite depressi e inutili alla società, pensate piuttosto che un genio come Brian De Palma sono anni che non fa un cavolo, al che vi sentirete risollevati.

Altrimenti, guardate un porno e rimanete dei voyeur frustrati. Che vi devo dire? D’altronde, io sono un libertino. No, un liberale. Ognuno, secondo me, può fare quel c… zo che gli pare. Basta che non rompa le palle al prossimo.

Che poi… non è del tutto vero. Lo è, diciamo, a livello approssimativo. Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, eh già, rompeva le palle, eufemisticamente, alle donne.

Cioè, fatemi capire… erano donne soltanto all’apparenza? Cioè, sotto sotto, erano dei bestioni come Can Yaman? Può essere. Appurate voi, uomini (im)puri.

La mia lei abita lontano da me. Dunque, da un bel po’ non possiamo essere realmente, tangibilmente passionali come Gary Oldman e Uma Thurman prima che essi litigassero furiosamente.

Talvolta, io e la mia litighiamo in modo estremamente furioso. Anche Gary litigava sempre, come detto, con la Thurman, anche con la Rossellini, però.

No, credo che io e lei non ci lasceremo. Quando non possiamo amoreggiare davvero, tranne virtualmente, io riguardo Panic Room e rivedo Mank del grande David Fincher.

Jodie Foster mi piace molto ma non ho i soldi di Can Yaman per corteggiarla. Poi, Jodie è lesbica.

Quindi, non ci sono c… zi da fare…

Venero Gary Oldman ma non sono gay.

Ecco, Joe Wright è un gigante. Espiazione è un film magnifico. Se volete sapere cosa sia un piano sequenza magistrale, lasciate stare gli incipit di Omicidio in diretta e de Il falò delle vanità…

Lasciate stare le soggettive di Hitchcock e quella di John Carpenter nella scena d’apertura di Halloween.

Sì, nella mia vita finii in “manicomio” come Michael Myers e i miei coetanei mi considerarono afflitto da agorafobia.

Sono bravo a scrivere come Alessandro Manzoni ma non soffro di alcuna patologia, purtroppo.

Dico purtroppo perché mi sarebbe piaciuto essere un demente come Can Yaman.

Lui pensa di avere tutto nella vita. Invero, non ha niente. Perché, senza una bella mente, puoi arrivare solo con Diletta Leotta e non altrove. Se invece sei Russell Crowe di A Beautiful Mind, sei anche schizofrenico.

Comunque, puoi avere lo stesso Jennifer Connelly…

La Leotta è carina ma deve avere il cervellino di una gallina. Dopo aver fatto sesso, Can e Diletta come passano il tempo assieme? Guardan(d)o Uomini e donne? Che vita di merda.

Invece, io sono “soltanto” trasformista come De Niro e Oldman. Sono isterico, nevrotico, creativo e non un cretino.

Fra l’altro, sono l’unico al mondo che ancora si ricorda che De Niro doveva girare il film Scared Guys per il regista di Galaxy Quest, cioè Dean Parisot.

Insomma, il mondo è popolato perlopiù da tamarri, da scemi e da sceme.

Di mio, mi piace essere spiritoso, essere burlesco, essere teatrale. E, a proposito di Teatro, idolatro il soliloquio di Amleto, eh sì, essere o non essere?

Uscire o non entrare? Con la mia lei esce ed entra regolarmente, senza bisogno di Viagra.

Talvolta, rimango solo amletico se entrarle più in azione o rimanere in folle…

Lasciando che, intanto, sospiri versi non propriamente scespiriani…

Mi spiace aver deluso i matti che volevano farmi credere che abbisognassi di farmaci neurolettici perché sono troppo “aggressivo-passivo”. Loro sono succubi attivi?

Sì, lo sono. In passato me lo diedero metaforicamente in quel posto, adesso si fottano.

Sì, è stato un anno strano, davvero. A un certo punto, incontrai anche un tizio fuori di testa, veramente. Ecco, io do l’impressione di essere una persona in difficoltà.

Al che, alla vigilia del mio compleanno, costui mi mostrò una foto di Julianne Moore in posa molto sensuale.

Poi, dopo che discutemmo di Cinema, “spiritosamente” mi disse a mo’ di chiaro sfottò: ricorda, Stefano, il film più bello del mondo non è Quarto potere, bensì Forrest Gump.

M’invitò più volte a casa sua. E io mi misi a registrargli una prova recitativa, con la mia voce, del Primo Canto della Divina Commedia.

Trovò dunque una scusa bella e buona per allontanarmi. E nei giorni seguenti aggiunse: non scrivermi né cercarmi mai più.

Sì, sono spesso taciturno e la gente pensa che io sia un “ritardato”. Quando inizio a recitare, vedono un “mostro” di bravura e non ci capiscono niente.

Perché il mio discorso non fa una piega. Avendo una vita “normale”, non sono mai stati costretti a portare la mente a un livello a loro ignoto.

Parlano solo di donne che non tromberanno mai, di donne che li hanno respinti e che loro, per rabbia, hanno stalkerizzato. Parlano che domani devono farsi il culo col lavoretto “dignitoso” per pagarsi le bollette e forse le bollite che raccattano sui viali. Tutta gente, insomma, che non vale una minchia. Sì, penso di soffrire anche di disturbo narcisistico di personalità. Riesco a essere sia Gary Oldman di Léon che Jean Reno, pure di Ronin. Se non vi sta/bene, chiamo la Neuro.

di Stefano Falotico

WHEN THEY SEE US, il devastante pugno allo stomaco di Ava DuVernay, un plateale, giustissimo j’accuse potentissimo


02 Jun

amici de filippi

Stronzata del giorno:

Massimo Giletti è in verità Richard Gere. Come no?

Invero, vi è poca Felicity quando si incontrano donne stronze come la Huffman se siete solo piccoli grandi uomini come Dustin Hoffman.
giletti gere

Programma di educazione civica

Introduzione: nella mia vita ho sempre sognato di essere Bruce Willis di Trappola di cristallo ma non avrei mai immaginato di essere Die Hard.

Inno alla monumentale resilienza di un uomo che combatté l’ipocrisia delle persone e ora non gli danno neanche la medaglia al valore.

Che umanità di scarso cuore, che pusillanimità di gente dall’infido decoro, che persone perfide. Ma, come un infrangibile porfido, come un inscalfibile diamante pietrificato da questi uomini di pietra non più mi fido e proseguo nella mia (r)esistenza da costoro, gli impostori, domata eppur indomabile. Recalcitrante alle loro reprimende, non faccio ammenda dei miei sbagli e or tutta la scabrosità rammento. Per filo e per segno.

In quanto, come la strofa di una celeberrima canzone di Donatella Rettore, son sempre più splendido splendente. Anche se sempre meno i soldi spendo, mie scrofe.

Perché son parco? No, perché non ho il portafoglio dei porci.

Sì, chi da piccolo adolescente non sogna di essere come lo spaccone spacca-tutto Bruce Willis?

Uno alla Demi Moore che gliela dà facile perché con quella faccia da schiaffi qualsiasi sventola vorrebbe sigillarti duramente e in maniera eroticamente, sensualmente cristallina nel grattacielo delle sue svettanti, muliebri forme vertiginose, armandoti, no scusate, amandoti nella lietezza impudica e idilliaca di una stanza da letto calda e accogliente, motteggiando e “notteggiando” sulla bellezza morbidamente vellutata della vita graziosa, Già, dopo aver con codesta femmina provocante e maliarda, oserei dire piccante e delicata, fatto l’amore in modo smagliante con la sigaretta in mano fumante tanto stuzzicante e ancor ribollente del profumo delle pelli fragranti, roventi da amanti ardimentosi e ardenti, ti senti un uomo fra le labbra al dente che conosce l’odore del proprio sangue focoso e fremente.

Ma nella vita capisci che, più che unbreakable, potresti anche essere Glass e i tuoi occhi, a causa di troppe delusioni provocateti da donne apparentemente languide, inumiditi e tristemente illanguiditi, come vetro di Murano son ora incorniciati alla tua bella statuina di cera legnosa come il mogano. Non amate le donne dolciastre di glassa.

Sì, dopo pene d’amore e patimenti, dopo tante botte perpetrateti, prima eri un uomo spiritoso con la battuta perennemente pronta al vetriolo. Adesso, langui ruvido come carta vetrata nella solitudine più vana soltanto per colpa di una per cui eri follemente innamorato con la quale bramavi di giacere smutandato sul divano, che t’ha lasciato in verità soltanto malinconicamente esterrefatto perché solo, non tanto sola soletta, un altro si è fatto, rifilandoti la sola…, lasciandoti fritto e sposato, no, spom… to.

E t’ha pure diffamato, in parole povere sputtanato.

Oramai la frittata è fatta.

Ecco allora che, se non riesci a reggere alla batosta pazzesca, potresti trasmutare arrabbiato in James McAvoy la bestia, irosamente proteso verso un(a) life style manicomiale da hater con multiple personalità animalesche, poco sane e sante. Cristo santo!

Nuovi Anthony Perkins di Psycho pullulano infatti nelle strade e tu li adocchi malevolmente, giudicandoli frettolosamente in un gioco altrettanto a sua volta ipocrita di voyeurismi più scandalosi dello sguardo penetrante di Hitchcock Alfred.

Un’umanità mortificante qui infernale vive e arde fra bruciati uomini essiccati, no, eccitati solo dalla virtualità di sogni mostruosamente proibiti da piccolo-borghesi psicologicamente repressi e castrati che, di giorno lavorano rispettabilmente, e di notte si dimenano in webcam furiosamente.

A molti di voi è successo questo, lo so. Chi dice donna dice danno. E chi dice amici spesso non sa che questi si fingono dolci mici e invero son soltanto infidi nemici. Guardatevi le (s)palle da questi guardoni, da questi indagatori della biancheria intimissima della vostra vita fighissima e dunque allo stesso tempo sfigatissima.

Poiché gli uomini e le donne belle son tanto corteggiati quanto parimenti odiati e invidiati.

Così, fra una Giada con gli occhi da gatta, non una gatta con gli occhi di giada, che ti ha trattato da Bambi, tradendo la tua durezza e purezza con un ragazzo che farebbe a tutte le altre ribrezzo e baci di Giuda falsamente amichevoli di gente che doveva esserti a fianco nel momento del bisogno e invece t’ha sfiancato nel fondoschiena come un incazzato bisonte, cornuto e mazziato, beffato e trombato dalla vita non più briosamente e calorosamente ammicchi poiché totalmente ammaccato, avvilito nell’animo sconsolato, spappolato, probabilmente solo immobilizzato dalla caudina forca d’una società ove tutti fanno i fighetti ma in realtà davanti t’allisciano e da dietro, appunto, te lo rifilano, facendoti a fette come Ava DuVernay sostiene a tamburo battente in When They See Us, miniserie stupenda, cattivissima e verissima, ove denuda il marcio d’un sistema fascista assai svelto e qualunquista, in cui  sputtana magnificamente e non tanto allegramente questa cultura trumpiana da deficienti come fosse un’infoiata Spike Lee che dà pugni alle bugie più bruttamente silenti, rompendo a chiunque le ossa parimenti al mitico Bruce Lee e anche a Lenny Bruce, polemista e umorista pure fancazzista, scardinando dalle fondamenta questo sistema burocratico e istituzionalmente inconsistente che vuole arrivare immediatamente a conclusioni affettate, no, appunto affrettate, per chiudere ogni caso, insabbiando ogni porcata mai vista.

Un sistema ove le verità capovolte vengono rigirate a piacimento, che abbatte i ragazzi più stupefacenti e sognatori, un sistema ignobile che va combattuto con tutta la forza grintosa di John McClane, colui che è per antonomasia un genio menefreghista.

Non chiudetevi in casa. Fate ora del casino se avete subito un torto, un bullismo di troppo, una prevaricazione, un’altra sconsiderata esagerazione.

Denunciate, non fatevi intimidire, non fate il loro lurido gioco. A questi non dovete dare più spiegazioni.

Ai criminali va sbattuta in faccia solo una morale lezione da far loro davvero molto, molto male.

Quanti altri casi di ragazzi innocenti, i quali hanno solo avuto la colpa di ribellarsi vivamente ad adulti imbecilli già morti dentro, vedremo semi-lobotomizzati, che ne so, in un centro di salute mentale a venir imbottiti di farmaci semplicemente perché chi sapeva, che schifo, è stato zitto e chi ha combinato quest’orrore, oh mio dio, ancora dietro profili falsi provoca per reiterare il suo crimine orrido?

Oh Signore! Abbi pietà di loro.

Quante altre persone saranno incarcerate per la rapidità sistematica, appunto, di un mondo che vuole vederci chiaro subito e invece, oltre che invisibilmente omertoso, è stato biecamente appunto mostruoso e più criminoso dei sospettati, indagati, processati e dunque rovinati? Ma li salveremo.

Sì, sono cinico come John McClane.

Un idiota, appunto per provocarmi, disgustato dalla mia onestà intellettuale e psicofisica, mi ha da poco scritto: ma perché non ti ammazzi, ti sei mai chiesto perché esisti?

Esisto perché innanzitutto son più bello di te, so che ti girano le palle ma fottiti pure, quindi esisto perché, quando si commette un delitto perfetto, calcolato nei minimi dettagli, potresti non aver previsto l’insospettabile testa di cazzo che non butti giù neanche con le cannonate.

Questo scritto è dedicato a tutti quelli che stanno aspettando? No, hanno aspettato troppo prima di reagire. E poi hanno dato di matto, passando appunto per matti quando i pazzi erano gli altri.

A quelli danneggiati da gente, come impazza di moda oggigiorno in tale collettivo impazzimento e (a)sociale rincoglionimento, che manda commenti anonimi con cui offensivamente va crudelmente, sadicamente a parare puntualmente sulle più triviali, puttanesche battute sessuali volgarissime, ironizzando beffardamente ove non si dovrebbe mai scherzare e spingersi troppo con far becero e osceno.

Sì, un po’ del John Rambo e del McClane John ce l’ho eccome.

Pure profumato…

Carissimi, miei teneroni, son qui con questa epistola a illuminarvi ancora. Finitela con le vostre rivalse, i vostri odi, i vostri insulti da facinorosi e machi da quattro soldi. Basta con le pistole e i moralistici pistolotti.

Ora mi vedete? Cosa vedete?

Uno da prendere di nuovo pel culo o uno contro cui non vi sareste mai dovuti mettere? Basta la verità omettere. Che vi fa pelo contro pelo? Che palle!

Accendiamo la lucina nel vostro cervello malato della seconda che ho detto?

Amici e fedelissimi, vi dico questo perché oramai, ne ho viste così tante, che so come va il sistema.

Quello che persone molto stupide ancora non sanno è invece questo: non amavate gli uomini liberi e vi divertiste a provocarli vigliaccamente per incriminarli ingiustamente, convinti che ogni cosa si sarebbe sistemata per dormire vostri comodi, sereni sogni tranquilli.

Sì, il sogno è bello finché a casa vostra, fra pochissimo, non verrà recapitata di primo mattino una nuova chiamata in tribunale.

Che simpaticissima sveglia.

Cazzo.

Come diceva l’uomo a cui molte persone si rivolgono di domenica nelle loro fintissime preghiere farisee: Qui habet aures audiendi, audiat.

Come dice chi non ha bisogno invece di studiare a menadito il Latino per essere un Dio barbaro: la vita è come una scatola di cioccolatini. Può capitarti anche quello che ti fa giustissima-mente vomitare perché hai capito che sei una merda.

E stavolta t’ha inculato lui, demente. Svuotandoti e lasciandoti come uno stronzo.

Adesso, per piacere, levati dai coglioni.

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di Stefano Falotico

“Hitckcock”, il Poster


21 Sep

 

Buonasera, ecco a voi, gentili signore e “signori”, uno dei più grandi geni della Storia del Cinema, sua Maestà Alfred Hitchcock.

Ed ecco qui una locandina “rosso sangue” su “gozzo” suo pensante e portamento fiero da Anthony Hopkins.

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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