Posts Tagged ‘American Hustle’

Se parliamo di belle donne, Monica Bellucci è stata invincibilmente la più bella, ora assai meno, se parliamo di Cinema, non è un’attrice ma tanti pseudo-critici sono più brutti dei film che stroncano senza guardarsi allo specchio


18 Jan

Christian+Louboutin+Presents+During+Paris+5ISBLl3Vd8IlUna brutta moda sta serpeggiando e prendendo sempre più, ahinoi, piede. Non è la pessima moda esibita a Piazza Navona da qualche stilista Valentino dei poveri. Bensì la moda, poco elegante da sfilata di classe, di stroncare registi e attori un tanto al chilo.

E dire che c’è gente amante di Robert Altman che ha da ridire anche su Prêt-à-Porter. In effetti, ha ragione. È il peggior film di Altman in assoluto. Oggettivamente, fa schifo. Ah ah.

In tale succitato film del regista de Il lungo addio, v’è anche una delle donne più brutte di tutti i tempi, ovvero Rossy de Palma.

Secondo Pedro Almodóvar, il quale la ficcava… sempre nei suoi film, è stupenda. Per forza, lui è omosessuale. Ora, io non sono omofobo ma le preferisco Liv Tyler. Anche se, a dirla tutta, ne La fortuna di Cookie è meno bona rispetto a Julianne Moore. Non solo di questo film. Anche di America oggi.

Film nel quale compare Madeleine Stowe ma in cui c’è anche Lily Tomlin. Pure Lili Taylor.

Stendiamo un velo pietoso su quest’ultime. Come attrici pure, sono fenomenali. Come donne sexy, lasciano molto a desiderare…

In Prêt-à-Porter v’è Chiara Mastroianni. Figlia di Marcello de La dolce vita e di Sophia Loren?

Sì, credo sia così. Anche se Catherine Deneuve sostiene che il neo alla Bob De Niro di sua figlia Chiara sia il segno distintivo del suo DNA. Ora, Robert De Niro e Catherine Deneuve furono “amici” quasi quanto Marcello e la Loren.

Girarono assieme anche una scenetta in Cento e una notte. Che voglio dire?

Non lo so ma, in questo film della compianta Agnès Varda, Bob e Catherine romanticamente si baciarono in gondola…

Ecco, la Varda fu una grande regista. Sì, senza dubbio. Anche una grande racchia.

Detto ciò, Monica Bellucci fu insindacabilmente bella. Ora è sempre bella. Certamente… Con tre chili di fondotinta, però. Ah ah.

Ora, molti critici che fanno tanto i belli, eh sì, sarebbero da struccare. Anzi, da stuccare. Per esempio, molti di essi considerano David O. Russell un regista sopravvalutato.

Gli stessi che considerano brava e bella Jennifer Lawrence mentre non amano Jennifer Lopez. Da codesti ritenuta una burina. Sì, perché le analfabete con cui stanno cosa sono?

Di mio, le sbatterei entrambe in un film se mai sia dovessi avere i soldi per poterle valorizzare alla pari.

Il povero David O. Russell fu perfino accusato da Amy Adams di averla psicologicamente violentata sul set di American Hustle. Come mai invece Rocco Siffredi non viene accusato da nessuna “attrice?”. Mah.

Quindi, da allora non lavora più con O. Russell. La verità è una sola. Quando Amy Adams perse l’Oscar per American Hustle, accusò O. Russell di non averla pubblicizzata a dovere a mo’ di Harvey Weinstein.

Diciamocela! Ah ah. La finisca, eh già, la signorina Adams di fare la suorina de Il dubbio.

Sì, la Adams non è Morticia Addams.

Indubbiamente, le gambe di Amy Adams valgono tutto il prezzo del biglietto. Ma non è brava come Anjelica Huston…

Ora, se volete passare tutta la vita ad accapigliarvi contro il prossimo poiché non la pensa come voi in merito a un film, fate pure.

Ci sono cosce, no, cose molto più interessanti da fare. Voi siete esperti di seghe mentali. Si sa.

Secondo me, siete talmente frustrati che nemmeno quelle mentali vi bastano e accontentano. O no?

E ho detto tutto…

David O. Russell è un genio.

Un regista balzano, eccentrico, sperimentatore di tutti i generi. Sembra anche, dal viso, un transgender.

Ma non dobbiamo essere superficiali. Non dobbiamo essere e basta. L’essere porta alla carnalità, alla ruffiana socialità, alla più bieca competitività. Insomma, alle inculate e alle leccate di culo.

David è un uomo dalla cultura spaventosa e dal viso simile a quello dell’ex pornostar Peter North.

Mah, ne vedo tanti in giro di critici dei nostri cog… ni.

Questi attaccano Nicolas Cage poiché lo reputano un inetto. In Cuore selvaggio non lo fu. Neppure con Jenna Jameson.

In The Family Man, invece, avrebbe recitato meglio vostro marito. Sì, è vero, non mento. Sono un mentore, miei mentitori.

È Verissimo da Silvia Toffanin. Di notte, il vostro consorte diventa più bravo di De Niro. Dice a voi, mogli, che deve uscire per buttare la spazzatura. Rincasa dopo tre ore.

Voi non vi accorgete di nulla, semplicemente ve la dormite. Considerate perciò credibile la sua “prova recitativa”, diciamo che fate finta di non vedere le sue prestazioni “straordinarie”. Di mio, fui malvisto in passato. Ah, per forza. Non mi facevo vedere da nessuno. Infatti, è un miracolo che m’abbiano solamente stroncato. Che film di me si fecero, dato che fui inesistente? Eh sì, la gente parla e sparla, fa e disfa ma non sa fare una beneamata min… ia. Di mio, mi presento così. Con voce da Adriano Celentano de no’ a(l)tri, mista a un camaleontismo vocale da Christian Bale di The Fighter su accenni e accenti da Lino Banfi misto ad Andrea Roncato, quindi nuovamente roco e incazzato, caldo e spiazzante, in una parola devastante. Se non vi sta bene, Pino Insegno vi chiederà diecimila Euro per iscrivervi al suo corso di doppiaggio. Non diverrete doppiatori mentre lui diverrà sempre più ricco. Ci siete arrivati o devo farvi un disegnino come si fa con i bambini deficienti? D’altronde, Insegno viene… eccitato, no, citato nel mio Bologna insanguinata. Oh, lui fu Vacca nel film Mezzo destro mezzo sinistro. Mica cazzoni vari, eh. Dunque, marmittoni e bambagioni, è arrivato il momento di tirare fuori i mar… ni come direbbe Roncato. Avete sinceramente stancato coi vostri “spiegoni”. Datevi a un piatto di cannelloni e lasciate stare, per piacere, i filmoni. Non toccateli, voi vi toccate, fidatevi. Siete tocchi e non siete un bel tocco di fig… n’. Per molto tempo, pensai di essere De Niro. Anche di Brazil. Ho scoperto invece di essere più pazzo di Terry Gilliam. Anche di Tom Waits di America oggi e più saggio dello stesso Waits di Rusty il selvaggio. Sono il diavolo di Parnassus. Per questo motivo, vorreste imprigionarmi come Waits del Dracula di Coppola?

Che poi, a mio avviso, Gary Oldman/Dracula vecchio, con la Bellucci e le altre due patonzolone, stava meglio senza ringiovanire per Winona Ryder.  Sì, come il buon vino dannato, no, d’annata… stagionando io miglioro. Mentre la Ryder di Stranger Things, di stagione in stagione, diventa sempre più brutta e mezza matta.

A dircela tutta, era bruttina e pazza pure trent’anni fa. Se pensate che non sia così, farete la fine di Sean Astin nella seconda stagione di Stranger Things. Fottetevi.

Se vi sto sul cazzo, salutatemi a sorrata!

 

di Stefano Falotico

David-O.-Russell

La vita è come una scatola di cioccolatini: tutti pensano che tu sia oramai scartato, scaduto, morto e sepolto e ci rimangono con un palmo di naso


15 Apr

Sì, proponiamo queste tre scene cult.

Dedicate a tutti coloro che non vedono l’ora che tu sia rovinato e invece non avevano previsto la mossa inaspettata, oserei dire miracolosa. In una parola, bestiale. Ah ah.

Al terzo posto, Bradley Cooper di American Hustle: della serie, ride come un pazzo scatenato. E rimedia, ahia ahia, da Christian Bale una “delicata” inc… a.

Cornuto e mazziato.


Al secondo posto, il grandioso Paolo Villaggio di Super Fantozzi.

Ma, ovviamente, in cima a ogni classifica rimane, imbattibile, John Malkovich di Rounders.

di Stefano Falotico

malkovich rounders

Idioti nell’ombra e costruttivismo a gogò, à gogo nel nostro Aspettando Godot: io me la godo? Di tanto in tanto, non tantissimo, molto di più dei cretini che decostruiscono le vite altrui


05 Jan
Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release. Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures 2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release.
Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures
2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release. Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures 2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release.
Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures
2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Sì, ho commentato la video-recensione di Francesco Alò su Vice. Poche, lapidarie righe e vengo, di punto in bianco, aggredito scriteriatamente da uno che, dopo due mie parole, ritiene che sia un “vecchio” solo come un cane, uno scrittore da strapazzo un po’ sciroccato, il quale, a suo avviso, passerebbe il tempo a gioire delle vite virtuali, mia compresa, attoriale/i e non.

La mia risposta:

ah ah, sei veramente spassoso. Potresti essere il nuovo mago Otelma, sai? Il nuovo veggente d’Italia che, sulla base di un commento di poche righe, con deduzioni del tutto astratte, suppone arbitrariamente di aver capito tutto del prossimo. Sì, potresti anche fare lo psichiatra della mutua, la classica persona molto boriosa che dopo tre sguardi a una persona elargisce diagnosi e certifica patologie con una superficialità allucinante e immondamente schiacciante. Sì, potresti fare questi due lavori. In entrambi i casi, si guadagna assai bene. Forse, non avresti la coscienza pulitissima ma il portafogli sempre pieno. Se corrispondessi alla tua facile descrizione “a prima vista”, figlia delle tue, permettimi di dire, arroganti (sovra)impressioni, sì, sarei: o un anziano signore afflitto da demenza senile, talmente rincoglionito da passare il tempo ad ammirare e contemplare la vita di attorucoli e attricette da strapazzo, uno che guarda Barbara D’Urso o C’è posta per te, oppure la schizofrenica Zellweger di Betty Love, imbambolata fra le nuvole nel suo mondo di cartapesta a idolatrare uno scemotto idealizzato da fotoromanzo. Oppure, anche Stefania Sandrelli di Io la conoscevo bene. Mi spiace invece disattendere il quadretto che mi hai appioppato, invero ogni giorno, com’è giusto che sia, vista la mia età, devo pensare a vivere e a guadagnarmi la “pagnotta”. Sebbene ciò non sia facilissimo. E la strada è perennemente impervia e dura. Con l’Arte, mio caro, lo saprai meglio di me, a meno che uno non abbia la botta di culo pazzesca, non si campa. E dunque non posso certamente accontentarmi di guadagnare, non tantissimo fra l’altro, con le vendite dei miei libri. Ma mi piace scrivere e non vedo perché dovrei abbandonare le mie aspirazioni e i miei sogni. Sulla solitudine, si potrebbero aprire capitoli a parte. No, con enorme schiettezza, posso tranquillamente ammettere che non sono certamente attorniato dalla folla. Ma neppure la vorrei. Ben lungi da me la mondanità, le festicciole frivole e tutto quel mondo di beoti leccaculo. Persone che s’illudono di avere tantissimi amici ma invero sono proprie sole come dei cani. No, non ho, ripeto, la folla e la moltitudine di gente che mi gravita attorno. E io dico per fortuna. Sai che responsabilità dover “amministrare” tutti quei rapporti sociali, spesso falsissimi, ruffiani e opportunistici, e non dover mai deludere le aspettative?

Non ho, sinceramente, l’ambizione di diventare Presidente della Repubblica. Sarebbe una vita prestigiosa nella scala gerarchica ma piena zeppa di oneri dei quali faccio volentieri a meno. La scorsa settimana, comunque, sono stato a Torino a trovare un mio amico:

E non è il solo amico che ho. Ne ho più di quelli che potesti pensare, realissimi, caro. Tornando invece a Proust, sì, molto belle e poeticamente deliziose le sue ricerche del tempo perduto, si riaggancerebbero al video che ti ho postato sopra, e molto efficace è il film con Malkovich, sebbene sia una riduzione poco purista compiuta da Raúl Ruiz. Per quanto concerne invece Philip Roth. Non male il suo L’umiliazione. E discreto The Humbling con Al Pacino, da noi mai uscito nei cinema ma presentato soltanto a Venezia. Se mi vuoi paragonare ad altri maestri della letteratura, anche se in maniera ironica e beffarda, fai pure. Hai solo l’imbarazzo della scelta. Sebbene gli accostamenti sono e saranno canzonatori, è sempre lusinghiero essere associato a nomi immortali della più strepitosa prosa mondiale. Bale, un monster?

Certo, non quello di Loch Ness e nemmeno quello di Firenze. Monstre nel senso di attore “mostro”. Capace di essere un uomo anoressico senza sonno, il fratello di un fighter sciupato e perso, Batman il muscoloso, un panzerotto di American Hustle e ancora più panzone in questo Vice. Come dice Al Pacino di Scent of a Woman: piaciuta la sparata? Ah ah.

Su Amy Adams, se non la ritieni una passerona, be’, un buon andrologo potrebbe aiutare. L’importante, al di là di tutto, nella vita è non fare la fine della faccia di merda di questo video al min. 0 e 42:

Clicca qui.

Per il resto, basta non comportarsi da maiali, portare rispetto al prossimo a prescindere se ci piaccia o meno, e ognuno vivesse come c… o vuole. Ho torto, forse?

 

di Stefano Falotico

Le solite giornate stressanti della nostra vita amletica


03 Apr

American Hustle

Sì, spesso la vita non è come l’avevamo sognata. Insomma, quando avevo tredici anni, chissà perché, mi ero iscritto al Liceo Scientifico e avevo sogni d’astronauta, poi m’innamorai del Cinema di Scorsese e degli anni Settanta, diciamo anche che “impazzii”, sì, per dovere morale alla coscienza che non può più mentire, sì, lo confesso, il mio cervello sbandò e visse di nottate da licantropo, forse memore del film con Michael J. Fox, Voglia di vincere, ma anziché trionfare da “lupetto” divenni un po’ “infetto”. Alcuni, i maligni, dicono inetto, io continuo a credere che fossi in quel periodo un po’ bimbetto con un bell’uccellone. Sì, un mezzo guaglione eroticamente sempre “ardente” eppur poco nella realtà “ficcante”. Sì, scalognato, vessato, angariato, di offese subissato, crocifisso e forse di miei rituali un po’ fissato. Eppur di nuovo nella vita giornaliera mi son issato, ancor spesso nel costato trivellato e dai cattivi “sodomizzato”. Eppur si va, e i dì si fan impegnativi, ardui e strenuo (r)esisto nel casino generale, ove laureate in Girisprudenza mi fan prudere di rabbia perché si son prese il titolo solo per legiferare su chi non ha una casa, altro che cause. Son donne “buone”, sì, quasi tutte queste son pimpanti, han fisici slanciati, son statuarie e sanno come circuire un maschio, irretendolo nella loro spirale di calze a rete “illegali”.

Sì, a dire il vero sono solo delle fanatiche del culo, quello che hanno loro dopo ore di palestra tonificante e quello di chi si son scelte come fidanzato, un tipo che fa invidia all’avvocato Agnelli. Ah, mie caprette, dovete conoscere la “Costituzione” di queste donne, donne che vogliono i soldi e non voglion restar sole. Non fraintendiamo quando dico sole. Non creiamo disambiguazioni. Sole non sta per la sfera che illumina la Terra, né come abbreviativo un po’ in romanesco di suole, né come sostantivo per identificare le persone rimaste in solitudine, io parlo di vere sòle, cioè donne che sono una fregatura, sì, vi raggirarono, e fu solo un piacere imbrogliante. Sì, quando stavate con loro v’imbrodaste ma ora siete rimasti di nuovo soli senza Sole e al tramonto bevete un brodino aspettando il rosso di sera ché bel tempo si spera. E, sperando, va la malinconia andante.

A parte questa constatazione, questa afflizione, so che le abbuffate pasquali vi hanno reso pienotti come Christian Bale di American Hustle. Sì, prima del giorno della Redenzione, pesavate trenta chili in meno e, adottando un metodo naturale d’ingrassamento, “puro” Actor’s Studio non premeditato, adesso potete competere per interpretare la parte di Jake LaMotta in Toro scatenato, sì, quando Bob De Niro diventa un panzone deforme.

Ieri sera, ho visto finalmente Assassinio sull’Orient Express di e con Branagh. Ecco, avevo letto cose infami su questo film. Questa gente si dovrebbe vergognare di dichiararsi critica. Criticasse la sua pochezza, più che altro, e si astenesse da giudizi affrettati, ché poi non si distorcono solo i film di qualità ma anche le persone di giusta sanità. Date valore agli uomini di buona volontà!

Ad esempio, alla fermata dell’autobus vedo sempre un tizio che mi sembra un deficiente e mi asterrò qui dal dirne il nome, ma probabilmente è un genio ed è solo il mio occhio, diciamo, “epidermico”, che lo giudica a “pelle”, ad averlo relegato in un’infima categoria sociale. Semmai, se avessi modo di conoscerlo, di entrare in empatia col suo vissuto interiore, non mi limiterei a un voto così ingiurioso.

Vabbe’, leggetevi la mia recensione e capirete che so, so… Sembra che io non sappia poiché vivo una vita da seppia, eppur io sempre seppi, lo sa anche Giuseppe. Facciamo il presepe, sì, dopo Pasqua viene Natale e Pasquale è il nome reale di Banfi Lino.

Stamattina, ho dovuto scrivere degli articoli in cui non credo molto ma servono per sbarcare il lunario.

Quindi, dopo un pranzo lauto, rincominciarono le cose odierne poco liete.

Sì, ricevo una mail da IBS.it, e mi han detto che il mio ordine di Twin Peaks non può essere completato perché PayPal non “risponde”. Invero, la carta di credito mio prepagata è scaduta, dopo dieci anni, proprio il 4 Aprile, giorno di Pasqua, no, invero è oggi, no domani, ma a quanto pare la banca, insomma, che casino! E dire che l’ordine l’avevo effettuato il 29 Marzo e pensavo che mi avrebbero spedito il “prodotto” prima della scadenza. Al che ho dovuto aggiornare il metodo di pagamento, inserendo la nuova carta, in questi giorni arrivatami, dunque è partito in automatico l’ordine ma, nel frattempo, manualmente avevo ripagato lo stesso ordine. Insomma, partirono, son partiti due pagamenti. E io stavo partendo… oh, nessuno ha voglia di rimetterci dei soldi. Perciò ho dovuto telefonare all’assistenza clienti e spiegare l’equivoco. Il problema pare risolto.

Ecco, risolto un problema se ne presenta un altro. Una mia amica mi dice che il video di presentazione del mio ultimo libro, da me scrupolosamente allestito, non è riuscita a scaricarlo, o meglio è scaduto il file WeTransfer.

Per fortuna l’avevo salvato, e ho dovuto rispedirlo. Ma dico… se lo spedii perché dovetti rimandarlo? Ah, qui si rimandano le scadenze.

Ah, quello mi è scaduto. Io non son decaduto, ma decadente.

Al che mi telefonano… è arrivato il lettore Blu-ray che avevo ordinato ma oggi pomeriggio non posso ritirarlo.

Sabato scorso, a mezzanotte e mezza, mi han suonato al campanello. Era un amico dell’inquilino terzo piano che aveva sbagliato, ma siamo sicuri che sbagliò?

Si pena, si pensa, e tutto pesa ma pigliamola con filosofia. Sì, potrei laurearmi in questa facoltà. Ma non sono facoltoso. Insomma, è una scelta facoltativa ma bisogna essere abbienti per certi “ambienti”. Lei è benestante? Ben le stia, evviva le carestie!

 

di Stefano Falotico

Kendra Lust non ha bisogno di present(azion)i e non va vestita con immagini, bensì su(p)ina introiettata


22 Jul

Parola della Bibbia, versione apocrifa della blasfemia meno ipocrita.

Questa fottuta società è American Hustle ingannatrice che tracanna le coscienze giovanili e le irretisce a un volere capziosamente sovrano, al fine di decretarne precocemente le fini, dunque a sancir le funi. A questo suicidio indotto, io, dottissimo,, emetto la sentenza che non mi adatto né allatto a questa scemenza.
Con non sentite condoglianze, firmato Dead Man, australopiteco di canguriana memoria saltellante di pal in frasca e sempre fresco nonostante vogliano sbattermi al caldo.
Alle fighe oppongo una nuova sfiga e alle fortune do il beneplacito di pene.
Grazie, applauso.
E che Kendra Lust apra le gambe con far che solo LEI sa(le).

 

di Stefano Falotico

 

Il grande David O. Russell dirige ancora Robert De Niro, Jennifer Lawrence e Bradley Cooper in “Joy”


12 Nov

di Stefano Falotico

De Niro Lawrence

Torna la coppia di scopa De Niro-Lawrence, dopo il meritato, strepitoso successo de Il lato positivo, per David O. Russell, un regista che a me piace tantissimo, checché ne dican gli ostinati detrattori, i quali, superficialmente, l’accusano, a “tortissimo”, prendendolo a “torte in faccia”, d’esser “retorico” e “buonista”, troppo “(ir)ragionevole”, che assurdità immonda… questa (s)vi(s)ta tremenda del fraintendere il suo Cinema dolce-amaro alla Frank Capra del nuovo millennio per banale “qualunquismo” registico, quand’invero, appunto, O. Russell “cucina”, da “buongustaio”, film sapientemente miscelati d’ingredienti “piccanti”, pungenti, cau(s)ti(ci), “al vetriolo” nel far intelligentemente a fette l’American Dream, questo sì furbo e lezioso, “disgustoso”, falso e “vanaglorioso”, promettente faville, raccontante favole da “fumo negli occhi”, stuzzicando quindi quell’Hollywood purtroppo odiernamente proprio tristissima delle patetiche “reiterazioni” a presa in giro dei suoi spettatori creduloni. O. Russell, di “contraltare”, ci regala film deliziosi, tanto spesso col lieto fine quanto realistici, poeticamente obiettivi, ove i “cattivi” perdono ma i buoni, appunto, vincono a metà. Della serie… e (non) vissero tutti felici, un po’ cont(ent)i e un po’ (non) scontati col conto dei rimpianti, con l’orlo argenteo delle nuvole, in silver linings playbook ove ogni apparenza inganna e l’hustle è la faccia della m(ed)aglia sociale imbrogliona, “ridicola-tragica” di states che combatterono in guerra e si ritrovarono, melodrammaticamente (di)strutti, nei three kings del non sai se ridere del destino beffardo, sogghignar sotto i baffi, pensando che la vita è un bellissimo, stupendo scherzaccio, oppure se ber una birra in compagnia, consapevoli che (non) tutto cambierà, che la vita va e ognuno di noi è “seg(n)ato” (in)evitabilmente da un percorso (s)fatto, (r)esistente, (s)composto, “a posteriori”… di tanti eventi scombussolanti, che il tormentante passato tutt’or “duro” t’incula, quel pas(sa)to che c’eravamo (dis)illusi d’aver abbandonato alle (s)palle, veemente, rattristante veramente e anche però inducendoci-indurendoci a riflessioni importanti sul chi fummo, su come sfumò ma ce la “(s)fumiamo” da tener(on)i, sul chi siamo, su cosa saremo, torna “violento” a bussar(ci), “picchiettando” ancor le ansie che credemmo fossero non più angosciate ma asciugate… (t)erse in effimera frivolezza “canterina” da “Ma sì, è andata così, non tutto il male è venuto per nuocere, spacchiam le (g)nocche, altre patate e soprattutto palate, siam (s)venuti, abbiam goduto se ci ripen(s)iamo, pigliamola a cu(cu)lo per quel poco che ci mancò, che ancora manca tanto, mica tantissimo, minchia, cazzi amari, andiam di manico, da (o)nani(smi) ché è tutta, in fondo(schiena), una costruzione mentale, ma quali giganti, i Giants, pizzi e fichi, tanta (s)figa, sempre (di)speriamo per un colpo di (s)fortuna che ci par(l)i nei momenti no, su e giù, scopiamo, sgobbiamo, da ingobbiti ci rialzammo, in piedi rialziamoci, applaudiamola, e vai, vai, non va per niente, forse sì, forse poteva essere, ma ove andò, tu dove andrai, balliamo assieme, eddai, spinge… suvvia, su con la vita(mina)”.

Questo è il magnifico Cinema di O. Russell e chi non l’ha capito, chi non vuol capirlo/a, be’, si tenga i botti, gli spari, le bottane e la botte piena con la moglie ubriaca. Da cui Jennifer Lawrence, sempre “pazza”, isterica, adorabile, un po’ troia e un po’ bambina, un po’ a leccarti il culetto d’ammiccamenti a (non) dartela, con quella faccia da sberlona nel (su)darti un ca(l)cio e a non cagarti, poi subito a frignare, “sfrigolare” da fregnona per (s)tirarti il “cravattino” del tuo farti… il “pisolino”, una “topa” in “forma”, va infornata, è ignorante e non s’informa, fornicarla bisogna al (bi)sogno, lei ti serve la “serva” d’un suo gran sedere che a noi maschietti alza i pisellini, dunque severa a fartelo se non le servi il “dolce” ma comunque (non) è nella “crema”, è proletaria verissima, e su “questa” non ci (s)piove perché ti fa pen(ar)e, non darti pena ma mangia la “pasti(ccio)na”. Che casino, che (pastr)occhietti…

Che “gioia”, che Mangano Joy. Mannaggia! Non te la mangiavi così, vero? Che lupa mannara! Che fig(li)a di puttana, che stronza della “malora”, per la Madonna che tettone! E tu rimani un babb(i)o(n)e alla De Niro Bob, presenza oramai “cameo” come la tortina dell’omonima “sweet home” aziendale (s)fondata dal farmacista August Oetker…

Sì, un De Niro “dolcissimo” come padre di Pat Solitano, un (im)prevedibile Victor Tellegio e ora capo “familias” dei Mangano e di questa figlia Jennifer… “scop(pi)ante”.

Sì, una che divenne famosa, da disoccupata affamata, inventando la magica scopa…

Solo in America, poteva diventar una “grande”. Da noi, una così avrebbe continuato a far la casalinga di Voghera, cantando, come Claudia Pandolfi di Quando la notte, Gianna Nannini a tutta “frustrata” in “permanente” per una vita da nel “bludipinto di buuuhhh, che schifo” un po’ Modugno e “meraviglioso/a” alla (Negr)amaro.

A sgobbar, “scopando”, come una negretta e aspettando il “cocktail” dei Negroni, freddissimo, “(s)calda(to) con ghiaccio” del sabato sera “allegro-vivo/a” con altre “mani(ache)” delle “pulizie” su sbirciar il “tronista” del tavolo di f(r)onte “ecceziunale”. Che capelli, indossa il pellicciotto, non mi son tagliata le unghie ma, “volendo(lo)”, alla mia vogliona servirà la “penicillina”. Sì, dovrò curarmi da un’altra mia “inculata” perché ho scoperto che quel “piacione” è pure ricchione.

Torniamo a casa, prepariamo le orecchiette con cime di “capra”, di rapa e scopa magica…

Sì, la “classica” donnetta a cui tutti porgon la “gentilezza” del “Ti voglio bene, cara, non sei affatto bella ma come fai tu la besciamella neanche io che faccio (li)evitar le la(sa)gne di quelle più bo(mbo)n(ier)e, regalando loro i (miei) gioielli e ciucciandomele mentre tu fai la cann(ell)a”.

Miracle Pop(pe)! Evviva la pappa col pomodoro, è morto il Papa?! Papà! Questa Mangano non è Silvana ma come Rita Pavone. A me non sta(va) simpatica.

Gian Burrasca!

Sì, questa vita è un “cannolo”, salato/a di “dolcezze” e allora scalda i cann(ell)oni, son tutti incazzati, nel sen(s)o che c’attacchiamo tutti al “cazzo”, volevamo una vita migliore ma ci rimane il “mascarpone”, quella racchia col mascara, le maschere, e le (s)penn(at)e all’arrabbiatissima (ri)cotta “al sangue”.

Questa è “pura” Joy!

E ricordate: come vi (s)fotto io, neanche David O. Russell.

Ve la siete meritata!

La società di oggi è il (rit)ratto di quel che siete.

Un tempo, la gente si faceva il culo per tirar a campare, oggi invece si fan tutti i “culoni”, “tirandosele” a Campari.

I professori professan di esser stati dei fessi, che Stato è, e i meridionali, senza lavoro, ammetton che volevan solo la “fessa”.

Ci siete rimasti?!

Ora, scop(i)a(mo)!

Da cui Eyes Wide Shut.

Cioè, preferisco O. Russell a quel falso di Kubrick. So che mi lincerete ma ho ancora molti sogni, sempre meglio degl’ipocriti da “Doppio sogno”.

Sono Hitler? No, sono un sognatore alla Schnitzler.

“American Hustle”, Trailer italiano ufficiale


01 Oct

Son più bello di Christian Bale


01 Aug

Son più bello di Christian Bale, non ci piove sul mio “capello vessato” di vostro latte alle ginocchia da Italietta sol di patatine fredde per Siffredi e gnoccone da mie “nocche”

Uè bello di mamma, dove cazzo vai? Ti spezzo la noce del capocollo. E poi Deborah Caprioglio era solo una vacca per i mammoni da mammelle!

Da cui il detto falotichesco del Don Chisciotte son meglio i biscotti

Che altro aspettarsi da un Paese di puttanieri? Che Berlusca venga condannato, poi assolto per direttissima un’ora dopo, i giovani talenti vedon scavalcarsi da Volo Fabio e in radio passa tua sorella isterica ad alto volume quando tromba nel sedile posteriore.

Da me, solo che grinta alla Bale!

Titolo: se pensavate che Javier Bardem, in Non è un paese per vecchi, avesse “acciuffato” la pettinatura peggiore della Storia del Cinema, vi eravate sbagliati.
Bale, il trasformista, vi ha smentito!

Sottotitolo: padrone oramai assoluto della “licantropia”, cioè la malattia “deniriana” d’Actor’s Studio ove il “trucco” è scomparire nella “tuta mimetica” del camaleonte impressionante, Bale cambia sempre aspetto, oggi bello, domani magro come un patito del Biafra, nel Futuro di Nolan e a suo modo si “pettina” in “manierismo” dannatamente “affascinante”, muta dal figo al fisico a pera, dalla frangetta al riporto come Lino Banfi, ed è per questo che a noi non importa che reciti “bene”, basta appunto che sia Bale!

Chiariamoci: Christian Bale non ha mai saputo recitare. Tale è blasfemia? No, è la verità inoppugnabile.
Bale è inespressivo, raramente aggrotta la fronte, ha stampato in viso la faccia da culo che non la togli neanche dietro la “visiera” di Batman.
Un esemplare attoriale di carisma “roco”, strambo, misterioso, al Falotico.
Sì, sono come Bale. Oggi scrivo un romanzo di genere, domani “degenero” e partorisco “parti malati” d’una metamorfosi oltre i confini immaginativi del cambiamento (im)previsto.
Senza prudenza, una Donna si tocca pruriginosa attratta irresistibilmente dalle mie labbra sottili a “miagolarle” amplessi maculati nell’ingrossarlo “di sottecchi”, ma domani non mi va… e rimangono “secche”, sì, passo dal leone all’agnellino con “sospetta” facilità.
Virando anche nell’evirarmi “fai da te” ché è meglio mantenerselo sodo da soli alle (gira)volte vicendevoli.
Mi masturbo. Non è reato e non viviamo più all’epoca del “Probizionismo”. Gli onanismi schizzan brindanti di “alto” grado alcolico. E se non ci saran le alcove, il tuo gatto covi “al lardo” da lasciarci lo zampino.
Sì, state attenti quando è lì per “zampillare”. Un attimo cruciale di momentanea perdita dei sensi, frastornanti istanti che potrebbero esservi letali. Se, per tropp’eccitazione, venite smoderati, l’ultimo “tiro” è talora esplosione letale.
Precautelatevi d’aver le unghie tagliate ché il prepuzio potreste graffiare nella “premura” della circoncisione “tagliante”.

Sì, diciamocela. Christian Bale non vale un cazzo. Ma è unico ad attuar il Metodo nel nuovo Millennio.
Nolan lo contatta: – Cristiano, devi pomparti e “tirarti” appunto “a lucido” per un futurismo muscolare del mio innovativo, avveniristico filmone. Quanto ti dobbiam dare noi della Warner Bros?
Bale: – Ora, vediamo un po’… calcolatrice alla mano, previo calcoli renali del fegato sotto sforzo. Devo passare tre mesi in palestra per sollevamento pesi da dieci ore quotidiane, escluso i festivi, causa mia moglie che vuol vedere i “risultati” anche del mio muscolo più importante. Roba pe(n)sante.
Molto dura… ma come si suol dire, quando il gioco di fa “duro…”, i duri cominciano a giocar’! Bene, volete dei bicipiti dalla circonferenza sui “trenta” direttamente proporzionali allo sguardo che ammicca un “Ti sbatto al tappeto, sono tosto e più dritto di te?”.
Impresa ardua, “ardente”. Quindi, raddoppierei la dose, non solo di anabolizzanti. Pain & Gain, muscoli e sudore… per apparire cazzuto e non cazzone, per bagnarle tutto al primo “bucar” lo schermo, sessanta milioni di dollari.
Solo con questa cifra (stilistica?), potrò concentrarmi previo “pene” che dovrò soffrire.
Nolan: – Tagliamo la testa al “toro”. Cinquanta e chiudiamo l’“affare”. La proposta è “bona”, non può ri-fiutarla. Mi stringa la mano. Bale, prima m’assicuri che non è già “sudata”.
Bale: – No, è sporca. Sono reduce da un altro film per cui m’han pagato “a novanta”. Interpreto per codesto la parte del meccanico oliato su occhi neri languidi come il petrolio da “Mi pieghi ma non mi spezzi”.
Nolan: – Si pulisca e poi stringiamo il cont(r)atto. Ok?
Bale: – Give me five. Io Christian e tu Christopher. Insomma, siamo fratelli cristiani!

Ah ah!

Ora, American Hustle è da vedere per varie ragioni, soprattutto perché c’è Amy Adams, una che danza sui tuoi o(r)moni e tu sragioni di zona erogena

Elenchiamole:

1) L’hair stylist di Bale e Cooper è un genio. Due sex symbol che sembrano Gianni e Pinotto solo grazie al “barbiere”.
2) Anche Jeremy Renner non scherza. L’espressione da pollo è rimasta intatta, i capelli da gallina rendon il performer più elettrizzato, al “forno”. Un look d’hurt locker.
3) Amy Adams è parimenti cotonata, molto patata, molto da “Mi slaccio la patta” e Lei: “Già fatto?”. Sì, “da urlo”.
4) Il cameo di Bob De Niro che non compare nel teaser trailer. Dicesi effetto sorpresa da Victor Tellegio su Ace Sam Rothstein del “rubamazzo”. La scena del casinò sarà sfoderata nel full a manico del Tube.
5) David O. Russell non sbaglia mai un colpo. Eccetto il suo abbigliamento con scarpe da ginnastica prese in prestito da suo figlio autistico. Scusate il cinismo, ma quel paio… non se po’ vede’!
Il lato negativo” d’un regista tifoso di Jovanotti. Sì, pensa positivo perché il suo Cinema è fighter!
Sì, un personaggio da Groening, Cinema talvolta figo e talvolta solo fighetto per le grattachecche.
Storie di grattacapi ove non manca mai almeno una figona a far la porca figura.

Almeno David non è un patetico da Claudio Baglioni e Vasco Rossi.

Ad ascoltar “Sally” non salirete molto… solo luci a San Siro…
ed un pensiero le passa per la testa
forse la vita non è stata tutta persa
forse qualcosa s’è salvato!
forse davvero! non è stato poi tutto sbagliato!
forse era giusto così!?!
forse ma forse ma sì
cosa vuoi che ti dica io
senti che bel rumore

Insomma, cosa avete capito da questa triste storia?

Che sono più grande di Christian Bale ma non ho nemmeno un millesimo dei suoi soldi?

Eh già.
Comunque, son uscito dalla fornace ma ascolto ancora Bruce Springsteen.

Perché sono il Boss e, se rompi il cazzo, ti strappo le palle! Ecco la terapia con pallottole, ecco lo stress!

Più che you talkin’ to me? un secco “You understand?”. Stiramento da coglioni!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Eyes Wide Shut (1999)
    Diciamocela, fa cagare. Orgia di bellocci merdosi. Puttaneggia anche Kubrick che fu in cazzeggio a tutto spiano che di videocamera appiana culotti pieni.
  2. The Prestige (2006)
    Digitazione, digito sul mio. E sparisco in un istante.
    Tac, cosa hai visto? Un beneamato. Sono il beniamino.
  3. American Hustle (2013)
    Che bordello!
    Almeno, Jennifer Lawrence farà integrale, caldo spogliarello prima che tutti i protagonisti verran internati e spogliati al fresco?Già di parla di Oscar. E lo si paragona a Cinema anni Settanta.
    Secondo me, detta come va detta, senza timori reverenziali, questo film è truccato.
  4. Out of the Furnace (2013)
    La faccia alla Falotico ci sta tutta.

“American Hustle”, first look


31 Jul

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