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A Licorice PIZZA di Paul Thomas Anderson, preferisco PAMELA, la capricciosa e le quattro stagioni


19 Mar

Licorice Pizza poster

Guardate, andrò a vedere il n. film di Paul Thomas Anderson. Ma questo regista, da voi venerato, a me non convince. Mi pare falso come molti di voi, artefatto e lezioso. Poi, per Caritas, no, per carità, parlatemi di Arte perché non siete artisti. Ora, Pamela Anderson aveva e ha ancora forme bombastiche non propriamente belle per chi ama il cul(t)o della bellezza ellenico e debbo ammettere che le preferisco Milla Jovovich, ex di Paul W. S. Anderson, regista di Resident Evil. Al critico Onofri, mia nonna, anche da morta, preferisce Onofrio. Di ciò ne sono assolutamente convinto. Comunque, la mia faccia da Sean Penn è imbattibile, sebbene non credo nella Madonna e neppure nella signora Ciccone. Fatto sta che la mia vicina di casa fa di cognome Cecchini. Bradley Cooper fu un cecchino in American Sniper di Clint Eastwood mentre Penn, in Mystic River, più che un duro, mi è sempre parso uno stronzo e un cretino. Al film Milk di Gus Van Sant, preferisco il latte parzialmente scremato della Granarolo e allo Sean di tale mezza boiata, preferii Mickey Rourke di The Wrestler. Splendido nella pellicola La promessa, eh eh. A Marisa Laurito, ovviamente, ho sempre preferito Marisa Tomei. Sì, vi fu un periodo nel quale la Tomei divenne il mio sogno proibito più falotico, no, erotico. Insomma, a volte assomiglio anche a Robert Downey Jr. di Only You. Rimanga inoltre fra noi, uomini, a Charlot, non solo di Richard Attenborough, preferisco ogni film con Al Pacino. Dunque, cari cecchini, no, cocchini, sono stufo di voi, lecchini. Fatemi, per piacere (in ogni senso), un sano pomp… no. Molti sostengono che il Cinema di Anderson è simile al miglior Robert De Niro, no, Altman. Suvvia, non diciamo stronzate. Altman era un grande, corrosivo e sanamente tagliente, beffardo e corrosivo oltre ogni dire magnifico. Altresì romantico, lui, sì, davvero gigantesco e adorabile. Mentre tale Anderson può illudere solamente coloro che credono che Stanley Kubrick fosse un genio. Kubrick non era un genio, era un misantropo. Di mio, posso dirvi che pensai per molti anni di essere Sean Penn di Mi chiamo Sam. Ho scoperto, purtroppo per vostro sommo dispiacere, di essere Mark Wahlberg di Boogie Nights. Vale a dire sempre Sean Penn dei film mai visti, tranne dalle sue amanti, che lui gira in privato. Sì, ho voluto terminare questo scritto con la mia consueta freddura. Se non vi piace e io non vi piaccio, meglio così. Non vorrei, infatti, che foste quel tizio losco e moralmente orribile che sbatte Tim Robbins in macchina nell’incipit del succitato film di Eastwood con Kevin Bacon. Cavolo, a ben pensarvi, tale pedofilo doveva essere il Bacon di Sleepers. Cosicché, intellettuali inetti, mentre voi vi lasciate crescere la pancetta, io fumo molte sigarette.

Se siete dei salutisti e pensate pure che le patatine siano stomachevoli, a Marisa Tomei, sicuramente, preferite suo marito. La Tomei non ce l’ha. Cosa non ha? Ah, non lo so.

di Stefano Falotico

JOKER 2, riprese confermate ma colpo di scena: non tornerà Joaquin Phoenix, bensì De Niro, inoltre corteggiai le figlie di Sylvester Stallone, Sly volle menarmi ma, ridotto male, gira or I mercenari 4 e le monografie di Frusciante


07 Oct

joker phoenix de niro

Sì, Production Weekly riporta che Joker 2 non è un miraggio né una fantasia creata dai fan del capolavoro di Todd Phillips. Sì, lo è, un masterpiece. Non date retta a Federico Frusciante, il quale parla di Cinema con la stessa protervia da Ed Harris di The Rock, firmato dal suo “amatissimo” Michael Bay. Secondo il Frusciantone, Bay fa caaare. Forse è vero, forse no. Quello che so per certo è che Frusciantone vide, comunque sia, Transformers 3. Alla vista di Rosie Huntington-Whiteley, comprese che non è figo come il suo compagno, Jason Statham. Il Fruscio ce l’ha col capitalismo ma sa benissimo che Mark Wahlberg, non di Pain & Gain – Muscoli e denaro, bensì di Boogie Nights, è uno a cui non può piacere Il filo nascosto. Ah ah. Si scherza, eh. Non è che per queste mie goliardiche e innocue provocazioni, il Fruscio, assieme ai suoi Bad Boys followers, dicasi altresì leccaculo sfigati mai visti che, pur di ottenere due visualizzazioni in più grazie alla “comunella” col Fruscio, sarebbero capaci di lanciarsi in sfide suicide a mo’ di Bruce Willis di Armageddon, ah ah, scatenerà contro di me una nuova tragedia da Pearl Harbor?

Che vi debbo dire? Il mondo si divide in due categorie. C’è chi, essendo Ben Affleck, nella finzione scopa Kate Beckinsale e Liv Tyler, nella vita reale invece J. Lo, Ana de Armas e chi più ne ha più ne metta.

Girando pure grandi film da regista come The Town e vincendo l’Oscar come sceneggiatore per Will Hunting.

C’è chi odia Zack Snyder ma è più morto vivente degli zombi di Romero.

Detto questo, non perdiamoci per strada e soprattutto non tiriamocela. La sto tirando per le lunghe. Ebbene, come da titolo del post, Joker 2 è ora una realtà e non più un rumor.

Però Joaquin Phoenix non tornerà nei panni del principe della notte di Gotham City. Pare che non voglia più dimagrire, difatti, trenta chili per rivestire i “panni” di Arthur Fleck. Mentre Robert De Niro, alla soglia d’ottanta primavere assai stagionate, essendo il re dei camaleonti per antonomasia, interpreterà di nuovo Murray Franklin. Com’è possibile ciò? Non era morto ammazzato da Joker?

Sì, verissimo. Ma Joker altri non è che Rupert Pupkin, alias The King of Comedy.

Non vi ho fatto ridere? Scusatemi, allora significa che devo resuscitare Jerry Lewis. Ah ah. So bene che, tramite Instagram, ci provate con le figlie di Stallone. Sono tutte fighe, avete ragione. Non posso biasimarvi né farvene una colpa. Dunque, a proposito di geni della comicità, che ne pensate del sottovalutato Oscar – Un fidanzato per due figlie di John Landis?

Ah, non dovete prendermi seriamente. Io sono burlesco come John Belushi. Dovete sapere, infatti, che i miei haters mi danno la caccia come Carrie Fisher di The Blues Brothers.

Quando sono sull’orlo di ammazzarmi, io mi genufletto dinanzi a loro e imploro a codesti perdono:

– Stefano, perché ci hai tradito?

– No, vi prego. Non uccidetemi. Dico sul serio. Ero… rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio! 

Invero, voglio dirvi tutto onestamente. Mi sono ribellato a tutti in quanto volevate ammazzarmi soltanto perché non ero un figlio di puttana come voi. E, piuttosto che andare con le ragazzine, preferivo guardare i film con Robert De Niro e Stallone. Mi avete fatto passare per malato di mente. Vi posso giurare che sono normalissimo. Anzi, sono più dotato di un pornoattore. Non mi piace però Megan Fox, è una troia. Volete castrarmi perché Megan è indubbiamente più puttana di Rachel Starr che s’è scopata il suo “amore?”. Dai, non fate i cazzoni.

 

di Stefano Falotico

Provocazione di un cinefilo al deodorante, no, provocante: evviva Miami Vice, basta con le lagne di Paul Thomas Anderson e di quel rimbambito di Woody Allen


25 Mar

farrell miami vice

Ora, quando m’impegno e sono volenteroso, memore di essere un falotico, no, ancora un fanatico di quel tamarro di Jean-Claude Van Damme, che comunque definirei superbo dalle acrobatiche movenze assai eleganti in Senza esclusione di colpiKickboxer e Double Impact, muscolosamente molto amante di Mia Sara in Timecop, giustamente ricambiato da lei di amplesso avvinghiante in quanto Van Damme di brutto spingeva… in modo penetrante, oserei dire caliente gemellato non a suo fratello omozigote in uno degli eccitanti film sovreccitati, no, succitati… scusate, mi sono perso. Riprendiamo il filo di discorso o di Arianna? No, sfiliamo del tutto quello di Charlize Theron nella celeberrima, vecchia pubblicità famosa del Martini.

Dicevo, mi fate andare in bestia, zotici come Colin Farrell in Daredevil.

Ebbene, in forma e stato di grazia, sono Daniel Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani, più basso di 20 cm. Forse, però, più lungo di centimetri da un’altra parte. Questa è una battuta da ca(g)ne?

Fa… o sta che Daniel è un beniamino di Paul Thomas Anderson. Per cui girò Il petroliere e Il filo nascosto. Cioè quello della Theron?

Sì, dobbiamo essere sinceri, gli unici film notevoli durati nel tempo di Anderson e di Woody Allen sono rispettivamente Boogie Nights e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) al regista di Manhattan.

Anche perché non credo che Woody, con tutta la stima possibile per il suo essere sinceramente un tipo/topo che, al massimo, rimediò una bella tipa, no, una topona come Diane Keaton quando lei fu una dormigliona, sarà mai un Colin Farrell di Miami Vice con Gong Li. Per quanto riguarda un’altra sua ex famosa, vale a dire Mia Farrow, lasciate perdere. L’unico che la volle fu quel cornuto del diavolo in Rosemary’s Baby. Va detta senza peli sulla lingua. Polanski è un genio, Tarantino è or un cretino. Sì, s’è ammosciato in maniera horror. Comunque, se dovessi scegliere fra la Sharon Tate defunta, rinata bella come un tempo grazie a un miracolo divino, e la Sharon Stone dei tempi d’oro, la vedo dura. Diciamo che mi diventa duro. Sì, non posso mentire. Le scelgo entrambe. Per questa mia “scandalosa” e… ne, sì, esternazione e Bermuda Triangle, ah ah, vorreste sbattermi… in carcere come Charles Manson? Sì, lo so, non fatemene una colpa. Questo mio scritto è una mezza cazzata, una boiata. Però, diciamocela. Michael Mann spinge di più.

La dovremmo finire di essere dei sofisti come Allen. Ché, non essendo dotato di sex appeal, deve scrivere e dirigere un film per potergliela fare. Altrimenti, hai voglia a sognarsela di Midnight in Paris.

Esistono poche verità nel mondo, cioè queste due:

  1. Tutti i film del mondo più belli sono opinabili. Dunque a me. Anderson e Woody Allen appaiono meno attraenti di Pamela Anderson prima che arrivasse ai livelli di puttanesimo di Jennifer Lopez.
  2. Se non ti piace Jennifer Lopez, sei omosessuale.

 

Sinceramente, non ne vedo altre oltre alla mia lei. Non c’è mai due senza tre? Non ci provare… Assieme, io e lei guardiamo tutti i film di Mann, di Anderson e di Woody Allen. Se non vi sta bene e siete invidiosi, vi obbligherò a rivederli. Anzi, vi giudicherò rivedibili. Ci rivedremo. Intanto, non la vedrete, fidatevi. Secondo me, non avete capito niente del Cinema, della musica e anche di qualcos’altro. Insomma, vi vedo pallosi. Se non vi sta bene e non capite di essere pazzi, vi faccio strapazzare da Will Smith di Alì. Comunque, a parte gli scherzi, riguardatevi. Abbiate cura di voi. Non vi auguro però di avere culo perché tanto sarebbe un augurio inutile. Io vado dritto al sodo, non mi perdo in convenevoli del cavolo…

di Stefano Falotico

Il programma del festival di Venezia è più moscio di un eunuco ma vi andrò a riempire le mie “lag(u)ne”, basta anche con le lasagne e le (ciam)belle col buco


14 Aug

cruise eyes wide shut kidman

Che io mi ricordi, dall’inizio dell’adolescenza, pensai di suicidarmi ogni mattina. Poi, non avendo avuto io un’adolescenza, la gente senescente e malata di demenza pensò di ammazzarmi. Reputandomi un deficiente.

Mi salvai sempre per il rotto della cuffia, come si suol dire, per non dire qualcos’altro. Quando uno è fortunato, per esempio, gli si dice… sei un rotto in culo.

Solitamente, lo si dice anche agli omosessuali passivi sui viali. Luogo assai frequentato, all’epoca, dalla clientela dei miei coetanei. Gentaglia di bassa sega, no, lega. Credo che non abbiano neppure militato in Promozione, venivano sempre bocciati a ripetizione.

Ragazzi certamente in gamba che, a prescindere dalla loro sessualità normale o diversa, pensavano sempre a qualcosa fra le gambe. Diciamocela e non raccontiamoci puttane, no, puttanate.

Che io mi ricordi, trascorsi tutta l’adolescenza nell’infanzia. Cioè, anziché sverginarmi, aspettavo il sabato sera per farmi sfottere da chi se ne fotteva…

Comunque, aspettavo la domenica… degli Oscar.

Durante il resto dei 365 giorni, trascurando gli anni bisestili e agli ani estivi, lavoravo tantissimo. Sì, solo col cervello. Mentre gli altri si facevano, per l’appunto, il cosiddetto culo, io ero troppo occupato dai cazzi miei.

Ragionavo troppo ma mi diedero del cerebroleso. Dunque, fui preso di mira dai cacciatori. Non solo di uccelli. Sì, fui scambiato per il cervo che voleva rinascere a primavera alla Riccardo Cocciante. Invero, ho sempre amato The Deer Hunter.

La vita è un gioco duro come la roulette russa? Mah, per quel che ne sappia, molti reduci del Vietnam furono costretti a vivere in una roulotte. John Rambo solo fra i boschi.

Ad Apocalypse Now e Giardini di pietra di Coppola, ho sempre preferito Vittime di guerra del De Palma.

M’identificai in Michael J. Fox? Che ne vide tante? Non lo so, che io mi ricordi non vidi neppure quella della donna violentata da Sean Penn nel suddetto film poiché castrai subito la scena sul nascere in quanto la reputai scandalosa e tristissima.

Poi, anche Full Metal Jacket è una cagata. Dobbiamo darcela, no, dircela senza peli sulla lingua.

Kubrick non era una pacifista. Era un misantropo come Pino Scotto. E un misogino che voleva farsi passare per figo, inquadrando artisticamente il lato b di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut.

Quando si dice, lascerà qualcosa ai posteriori, no, ai posteri.

Di sicuro, Tom Cruise lasciò sul fondoschiena (e non solo) di Nicole il suo liquido seminale. Kubrick, personalmente, non mi diede mai un cazzo.

Il suo Cinema è adatto a Umberto Galimberti e ad altri sociologi depressi.

Ho una tremenda voglia di stronzate. Voglio divertirmi e ballare.

Anche se ballo come John Belushi di The Blues Brothers, cioè da far schifo alla minchia, cazzeggiando non poco di movimenti anca-bacino da Christian De Sica di Fratelli d’Italia, fra una lambada e una che non s’è fatta solo la lampada, bensì tutti gli allampanati senza testa, ragazzi senza geniale lampadina, come si suol dire, qualche volta vado in bagno.

Per mandarvi a cagare.

Sì, è tutta colpa di Barry Lindon.

Difatti, credo che mio padre sia, malgrado i suoi settant’anni suonati, più inespressivo di Ryan O’ Neal ma a tutt’oggi più affascinante di Tom Cruise.

Non è vero che fosse e sia un uomo mediocre. E non ho da rimproverargli nulla.

Sapeva benissimo che, già a dodici anni, ce l’avevo più grosso di un pornoattore nero ma lasciò che mi masturbassi quasi solo mentalmente. Senza rompermi i coglioni.

I padri degli altri invece obbligavano i figli ad andare violentemente con la prima ritardata raccattata per strada. Così che potevano vantarsi con gli amici di avere avuto un figlio maschio davvero duro. Più che altro, un futuro nazifascista che non avrebbe mai e poi mai guardato un film di Kubrick né ascoltato Mozart in vita sua poiché di conseguenza avrebbe, prima o poi, così “istruito” dai “saggi adulti, “spinto” e maleducato alla cacciagione sessuale più turpe, stuprato la moglie di un loro collega medico. Semmai ginecologo o psichiatra.

Che poi l’avrebbe sbattuto in cura Ludovico. Tagliandogli le palle e curando la moglie dal trauma derivatole dall’aberrante violenza a lei praticata senz’anestesia né farmacologica sedazione.

Secondo me, la moglie del medico era già distrutta psicologicamente prima ancora di essere fottuta.

Quando, come Malcolm McDowell di Arancia meccanica, sapeva benissimo che suo marito scopava come un matto tutte le infermiere, tornando poi a casa nel rivedere, con gli “acculturati” amici, Orizzonti di gloria e soprattutto Shining.

Tanto per fare il trombone pieno di sé.

Ce la vogliamo dire?

Kubrick era da manicomio, io scrivo meglio di Tarantino e tua sorella è triste perché non ha mai incontrato Mark Wahlberg di Boogie Nights.

Al che, per fingere di essere intelligente e finemente romantica, adora i film intimisti più pallosi come Il filo nascosto.

Lo sanno tutti che Tom Cruise di Magnolia non doveva redimersi.

Se uno nasce una testa di cazzo, è giusto che prenda una giornalista dei miei stivali a mo’ di Val Kilmer/Jim Morrison di The Doors, e glielo ficchi in quel posto.

Il resto, compreso fare i cinefili da quattro soldi, è un alibi che vi raccontate per non ammettere che non ce la fate. Non siete Kubrick, non siete Paul Thomas Anderson, non siete Tom Cruise. Non siete un cazzo. Di mio, non credo più in dio? Può essere. Non credo nei falsi. Molti giovani, per esempio, sostengono che le discoteche siano frequentate solo da ricchi idioti. Può essere. Così come può essere, anzi, è verissimo, che gli stessi giovani che criticano aspramente le discoteche, oggi ce l’hanno con le discoteche, per l’appunto, domani però ce l’avranno con qualcos’altro. Solo perché non accettano che oggi lo si prende in culo, domani anche. Poi no, poi di nuovo sì. Finitela di credervi superiori e di recitare la parte degli inferiori o viceversa. Come dice Il Mago di Taxi Driver: chi più chi meno, siamo tutti fregati.

L’avevo già capito a tredici anni. Così come avevo anche capito che Cybill Shepherd era una figona ma anche una troia.

Sul resto della mia storia, vi racconterà De Niro.

Adesso, chiedete a lui, non ho più tempo da perdere. Devo vedere un film con Al Pacino.

 

di Stefano Falotico

Il compleanno di Tom Cruise: ecco, se continuerò così, sarò sulla buona strada per diventare migliore di lui, come no?


03 Jul

tom cruise

Ebbene, oggi compie gli anni “tale” Thomas Cruise Mapother IV. Auto-ribattezzatosi Tom Cruise.legend tom cruise

Anche se, più che Tom, assomiglia a Jerry. Da cui il film Jerry Maguire. Ah ah.

Sì, siamo partiti subito con la freddura à la Falotico. Diretta, senza panegirici e senza fronzoli.

Tom nacque a Syracuse mentre io, da piccolo, visitai Siracusa. Situata in Sicilia, miei uomini che non credeste nelle mie possibilità.

Per fortuna, incontrai molti Cuba Gooding Jr. Sebbene, per quanto mi/lo riguardi, il film con Cuba, Analisi di un delitto, stette purtroppo per diventare, ahimè, reale.

Sì, molti malfattori vollero ammazzarmi per fregarmi i miei libri inediti. Al fine di poter fare loro all’amore con Ashley Laurence. Sì, la bellissima f… a di Hellraiser.

Cuba, con Ashley, girò una scena molto spinta nel film eccitante, no, appena succitato. Divenendo un Lex Steele in versione adatta anche ai minori. Fu un apripista dei porno interrazziali mentre Tom fu il progenitore del cul(t)o delle milf. Essendosi sposato, quasi minorenne, con Mimi Rogers.

Poi Mimi non amò più che Tom baciasse le sue “minne” e il nostro Cruise, con faccia da topolino, ebbe come moglie Nicole Kidman. Regredendo poi a un eterno stato adolescenziale, donando infatti l’anello di matrimonio a Katie Holmes. Assai più giovane di lui.

Ecco, crescendo, Katie ora sembra sua nonna mentre Tom pare suo figlio. Poiché Katie è invecchiata mentre Tom è rimasto imbambolato in una perpetua, inscalfibile giovinezza da belloccio alla Top Gun.

Su faccia da schiaffi eternamente agganciata agli eighties.

Cosicché, se Kelly McGillis sarà assente nel sequel del film edonista reaganiano del compianto (da chi?) Tony Scott per motivi di anzianità e di malattia psicofisica, pur avendo solo cinque anni in più rispetto a Tom, Val Kilmer, a causa del cancro insanabile ma ancora, fortunatamente, non lapidario, diciamo, apparirà più rincoglionito di vostro zio matusalemme.

Credo, oggettivamente, di soffrire della stessa sindrome di Tom. Con l’unica differenza che, se a lui piacevano, a vent’anni, quelle più grandi di lui, a me piacciono ancora. Aggiungerei inoltre che, per via del fatto che a diciott’anni non mi garbava Juliette Lewis di Dal tramonto all’alba, in quanto per i miei gusti la reputavo una bambina capricciosa come in Cape Fear, i miei coetanei ne andavano matti.

Sì, per essere sempre stato molto avanti, fui paradossalmente scambiato per un pervertito come Tarantino nel film di Rodriguez sopra menzionatovi.

Vollero redimermi come la giornalista moralista di Magnolia al fine che, in remissione dei miei peccati sanissimi di libido rivolta forse, già all’epoca, verso donne come Julianne Moore, mi adattassi alla piccolezza di amori da teenager assai tristi e nani.

Sì, in effetti, non sono molto alto. La mia statura è 1 metro e 68, tale e quale a quella di Tom.

Per me, quindi, la mia vita si trasformò in un’eterna Mission: Impossible. Atta a dimostrare che tutti presero, nei miei confronti, un abbaglio colossale. Vollero anche imbavagliarmi. Tom interpretò, peraltro, molti colossal. Oppure, a forza di sedazioni e neurolettici ammorbidenti la mia indole sensualmente forte e virile, desiderarono rendermi impotente come Tom di Nato il quattro Luglio. Ah, guardate, la mia fu una gara di resistenza da lotta greco-romana.

Trascorsi un mostruoso periodo a base di bestemmie mai sentite ove dovetti perfino ammutolirmi per non destare allarmismi.

Sì, mi trasformai ne La mummia.

Alla pari di Tom, sono invece un filantropo, non amante di Scientology e della new age della minchia (lui sì, invece) ma, come lui, rimango fermamente, miei infermi di mente e inutili infermieri, un odiatore toutcourt della psichiatria. Diciamocela, questi dottori, coi soldi che ottengono dai pazienti, da loro orribilmente ingannati con diagnosi a buon mercato, si danno di notte ad orge da Eyes Wide Shut. Pagando, grazie alle laute parcelle incassate, delle porcellone inculate. Uomini altolocati che, in verità, bazzicano ambientini malfamati. Fidatevi.

Smascherai tutti. Sì, la psichiatria è capziosa. Pensa che tu, essendo “diverso”, probabilmente solo più bello e intelligente della massa, possa risultare pericoloso per gli equilibri sociali. E, in quanto giudicato persona scomoda, adotta perciò metodi da Minority Report.

Mi spiace averla delusa e distrutta. Sono diventato anche più bello di Colin Farrell, ah ah.

Comunque, davvero molta gente necessiterebbe di cure psichiatriche. Questi medici vi rifileranno solo Innocenti bugie… ma gli esiti delle loro fantomatiche prevenzioni saranno nefasti.

Tom, contrattando un patto demoniaco di lunga vita ed elisir da giovinezza immutabile, è Faust?

Anni fa, per esempio, conobbi un tizio che, dopo aver visto La guerra dei mondi, divenne paranoico. In quanto credeva che gli alieni cattivi sarebbero, da un momento all’altro, scesi sulla terra per annientare l’umanità.

Al che, si barricò giorno e notte in casa. E divenne sia Tom Cruise che Brad Pitt di Intervista col vampiro. Due anni fa, preoccupandomi io forse tardivamente delle sue condizioni di salute, gli telefonai a tarda ora, chiedendogli come stesse.

Mi rispose che, a parte il pallore da Armand/Antonio Banderas e il suo spropositato chiudersi così tanto da essere divenuto Dustin Hoffman di Rain Main, aveva pochissimi danari e, non riuscendo a trovare un lavoro normale a causa della sua patologia da alienato oramai irrecuperabile, aggravata(o)si in seguito ai suoi deliri sconcertanti e sempre più preoccupanti, avrebbe comunque trovato un modo per fare soldi facili.

Sì, dopo la mezzanotte, sarebbe salito su un taxi a mo’ di Tom di Collateral, prendendo in ostaggio un povero nero come Jamie Foxx. Per succhiargli quello, no, il collo, rubandogli il portafoglio? Agghiacciante!

In effetti, lo fece davvero. Incontrò però uno ancora più cazzuto di Jamie che glielo fece nerissimo. Gli spaccò il culo, come si suol dire. Non lo ammazzò ma, a causa della paura provocatagli, al disgraziato, per l’appunto, ancor più impallidito, vennero i capelli bianchi-brizzolati su espressività da Tom Cruise da I ragazzi della 56ª strada. Sì, in questo film di Coppola, Tom, oltre a necessitare di un apparecchio ai denti da scuole medie, è figo quasi quanto Tim Curry di Legend.

A voi, donne, piace l’uomo orribile col fascino del sex appeal mefistofelico? Mah, contente voi, felice chi vi sposerà. Non è che sarà Tom Cruise di Vanilla Sky in cura psichiatrica da Kurt Russell senza più la sua Cameron Diaz del cazzo?

No, faccio per dire, eh.

Di mio, comunque, ad Eyes Wide Shut e alle puttanate di Cameron Crowe, preferisco Eduardo Noriega di Apri gli occhi. E, al film L’ultimo samurai, Ronin.

Chiariamoci molto bene. Se non sei Kurosawa, bensì un Edward Zwick all’acqua di rose, insomma, un discreto mestierante un po’ alla buona, rimedierai solamente una figura di merda a voler girare un film nel sol levante. Al che, inseguito da tutti, dovrai sfrecciare per le strade con la stessa classe con cui il grande John Frankenheimer filmò e firmò il capolavoro con De Niro e Jean Reno poc’anzi scrittovi. A te piace Jean Reno? Sì? Capisco. Io preferisco, alle BMW, le macchine della Renault.

Molta gente se la suona e se la canta. Molte persone ripetono a sé stesse, per esempio, a ogni alba di ogni santo giorno, che da domani svolteranno e cambieranno vita. Istradandosi in un’esistenza più soddisfacente e con meno tamponamenti… Invece, continueranno per sempre a vivere in Edge of Tomorrow. Poveri illusi. Passeranno tutto il loro tempo a celebrare la loro patetica, nostalgica Rock of Ages.

Mettendo su canzonette per consolarsi da una vita di continui Cocktail senza il vero sapore della vita.

Per loro, è già finita. Per me, è appena rinata. E sapete perché?

Perché ho il mio Codice d’onore e non mi lascio intimorire da nessun fascista alla Jack Nicholson.

Vi racconto questa… Anni fa, vollero sbattere in manicomio un tizio.

E il direttore degli psichiatri usò parole pesantissime contro di lui, urlandogli:

– Sei matto! E devi essere rinchiuso.

 

Al che, arrivai io:

– Lei è un idiota!

– E lei chi cazzo è?! Sa con chi sta parlando? – mi gridò in faccia il direttore.

– Certo, ribadisco, con un idiota. Lei, piuttosto, sa con chi cazzo st(i)a parlando?

– Ah, ma allora anche lei va rinchiuso!

– Senta, pappagallo. L’unica matta è sua figlia adolescente, caro psichiatra dei miei coglioni. Sì, lei la trascura. E, quando torna a casa dopo il suo lavoro stupido, la rimprovera pure perché assomiglia a Nancy/Natalia Dyer di Stranger Things. Lasci che sua figlia ami invece liberamente, senza moralismi caudini, quel ragazzo un po’ “problematico”, lasci che se lo goda tutto e veneri il film Il ribelle. Fuori i vecchi… i figli ballano.

Detto ciò, la mia lei riesce ad apprezzare enormemente, come me, la succitata serie “infantile” dei fratelli Matt e Ross Duffer. Riuscendo, al contempo, a essere più figa sia di Uma Thurman che di sua figlia.

Di mio, non credo inoltre al facile detto: Tom Cruise recita bene solo se diretto da un regista con le palle, sennò fa pena.

Rispondo io: come tutti. Cioè, se non incontri le persona e/o la persona giusta, non verrà mai fuori il tuo talento…

In totale sincerità, credo di avere meno capelli rispetto a quando avevo quindici anni, credo che non sarò mai una star come Tom Cruise, credo però che Mark Wahlberg di Boogie Nights, rispetto a me, sia un eunuco.

Oh, quando si dice… ma come cazzo avrà fatto ad arrivare… lì?

 

Su quest’ultima freddura, anzi, stavolta “calura”, vi lascio con un sorriso a trentadue denti da Tom Cruise.

Tom ha 58 anni, io 40. Sono cazzi tuoi, Tom.

 

di Stefano Faloticonato il quattro luglio cruisetomcruise tom cruise rain man tom cruise collateral

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Oggi parliamo di Mark Wahlberg: è lapalissiano che sia il più grande attore della storia… è vero, inutile che ridiate, siamo di fronte al sottoscritto, comunque datemele


14 Mar

mark wahlberg

Sì, non è un’iperbole ironica buttata lì. Sono profondamente convinto che Mark possieda un fascino imbattibile, più che altro appaiabile al sottoscritto.

Spesso infatti la sua espressività è statica su sguardo vitreo e un vago accenno di alzate sopraccigliari da uomo torvo, rabbuiato nel suo vuoto interiore. Catalizza, cioè, negli occhi suoi morbosamente ammalianti e, all’apparenza non emananti nessuna attrattiva sensuale, i cangevoli umori della vita che, nella sua complessità indistricabile, si rivela magicamente mutevole, dunque irresistibile.

Sguardo rigido, quello di Mark, diluito in un corpo granitico, teso allo spasmo. Che si prolunga, oserei dire si riverbera nei suoi bicipiti pronunciati, venosi. A loro volta sdilinquenti nei suoi pettorali stupefacenti che, oggi solidificatisi in un’hollywoodiana vita appagante, fanno sì che Mark stesso, di fisica possanza e scenica presenza impressionante, possa rimuovere i suoi trascorsi conclamati da delinquente non rimasto fregato.

A differenza di Mark, non ebbi mai un passato criminale da “mariuolo” come il mitico Cassano Antonio.

Calciatore divenuto tale dopo aver rubato mille motorini a Bari Vecchia, emancipatosi dalla sua condizione abietta grazie alle sue prodigiose doti calcistiche comunque indiscutibili ed estremamente lodevoli.

Maestro senza pari del dribbling e delle piroette più impari, marinò la scuola precocemente ma, da autodidatta del gioco delle palle, presto come essere ficcante, nella società, da solo imparò.

Disegnando michelangiolesche palombelle e delle parabole figlie di Giotto, forse solo da ex fortunato gianduiotto, e tocchi non solo balistici probabilmente da ballista imprendibile ma giammai davvero tocco, nella sua esistenza più adrenalinica d’un contropiede dopo il catenaccio, Antonio riuscì a farcela. Facendosene tante.

Emigrando perfino a Madrid ove, lasciatosi crescere la panza, litigò con quasi tutti i suoi compagni di squadra poiché, diciamo, tale figliol prodigo, a cornificare i suoi colleghi, fu solo prodig(i)o.

Almeno, provò a farsi le loro mogli ma, dopo averne prese tante (sì, di botte, consolandosi con qualche bottana che medicò le sue ferite da vera massaggiatrice in panchina…), dopo essere stato sgambettato, trombato eppur lo stesso trombando, fu espulso dal pan di Spagna. No, solo dalla capitale spagnola nonostante le spagnole con quelle pure della Catalogna. Altro che coglione, che zabaione!

Di mio, nacqui a Bologna e considero Messi del Barcellona molto più eccitante di ogni amante di Cassano. Mi piace la zuppa inglese.

Come sopra dettovi, poco ho da spartire pure con Wahlberg.

Allora perché mi paragono a lui?

Diciamo che, col passare del tempo, dopo essere precipitato nel mutismo e in una depressione più scura del passato di Mark, torbido e assai oscuro, ora sono un uomo che, come Sally di Vasco Rossi, cammina per strada con aria sicura.

Vasco è fissato con le vite difficili e ama i nomi femminili che finiscono con la ipsilon.

Jenny è pazza, difatti, è un altro suo must imprescindibile, probabilmente ascoltato da tutte le ragazzine di Bologna adesso emancipatesi dopo aver leccato i professori (non sono quelli e non solo i loro), riuscendo a ottenere un posto fisso. Sicuramente sistematissime.

Mica come Amy Adams di The Fighter, sfigata barista comunque bonissima.

Sì, ebbi un’adolescenza da Tony Manero della mia stanzetta da Adams. No, non Amy. Bensì Wahlberg di Boogie Nights. All’ano, no, anagrafe chiamato infatti Eddie Adams.

Nel mio albero genealogico, a nessuno della mia Famiglia Addams, stavolta con due d di Domodossola, girò bene la ruota della fortuna…

A un certo punto della mia vita, dopo che fui bullizzato per ani, no, interminabili anni da gente che ancora fatica a conoscere la differenza fra Pamela Anderson e Paul Thomas Anderson, mi ruppi i coglioni e mi girarono proprio.

La ragazza che mi sverginò, pensando di svezzare me nel lontano 2003, prese subito coscienza invece che si trovò di fronte, anche in mezzo alle cosce, Dirk Diggler.

Sì, non avrebbe mai pensato di trovarsi dirimpetto, soprattutto fra le gambe, uno degli uomini più dotati del mondo.

Nemmeno io lo seppi. A forza di praticare onanismi su Julianne Moore, non ebbi mai occasione di constatare dal vivo le mie potenzialità evidenti, alquanto ergenti anche se una donna ha il ciclo e tutto il resto dei detergenti.

Lei ebbe un passato iper-sensibile ma rimase stupefatta e fattissima malgrado mai si fece. No, non fu e non credo che sia ancora una drogata ma per lei fu e rimarrà, certamente, la più indimenticabile nottata d’una memorabile, storica super scopata.

Dunque, quando la gente ancora mi attacca, accusandomi di fobia sociale, rido come un matto. Come un cavallo imbizzarrito!

Ce la possiamo dire?

Mi spiace per loro. Ma si chiama micidiale inculata, miei piccoli tor(d)i.

Prima di Pasqua, comunque, se lor signoria e tali omoni volessero da parte mia un ovetto Kinder, servirò loro un altro libro con una figona in copertina e le loro compagne, dopo aver visto le mie foto e letto le mie parole, credo che, ingelosendoli a morte, sfoglieranno tutte le uova…

Insomma, un duro… alla Mark Wahlberg.

Devastante.

Come il pugno di Micky Ward quando suo fratello Christian Bale/Dicky Eklund avvertì tutti.

Tutti non lo stettero a sentire.

E alla fine arrivò una mazzata col cronista che gridò… l’ha fatto di nuovo o forse io vi ho fatto nuovi come un bell’uomo, no, un Ovosodo, no, come una spremuta alle vostre misere tempie con tanto di limonata e Oran Soda.

Dunque, d’ora in poi non voglio al mio fianco ragazzi schizofrenici o le loro madri malate nel cervello.

Moralistiche, chiesastiche e ipocrite.

Anche perché, a prescindere dalle mie Boogie Nights, con queste frigide non gliela può fare manco il Wahlberg di The Departed.

Un puro stronzo. In America, lo chiamerebbero lucky bastard.

Wahlberg non fa rima con Falotico ma con Tito Andronico… eccome.

Oh, per tutta la vita mi sentii dire: ah, quello lì si curi! Non ha nessun talento.

Ora, questi nani ne sono così sicuri?

Di mio, comunque, al momento passeggio per strada con aria insicura da ottimo quarantenne ben tenuto. Anche perché posso andare solo a fare la spesa e vi è la quarantena dura.

Se scoprono che faccio il piacione, mi faranno il culo.

A dircela tutta, sì, io e Mark siamo molto diversi. Il mio attore preferito rimane Bob De Niro.

Guardate questa foto e provate a persuadermi che non possa esserlo.

La voce si alzò nella notte, detonante e furente come un estatico grido che, dapprima dolcemente mansueto, spaccò gli argini dell’ipocrita silenzio, abbattendo il rumore gracchiante in modo tremendo

Ora, secondo molti, io possiedo una bella voce. Da quali antri reconditi del mio diaframma spentosi per tempo immemorabile, ah, solo dio sa perché rispuntò.

Dopo che la silenziai nell’angoscia più melanconica, vocalizzando soltanto il me interiore e intenerendo le corde vocali così tanto da strozzarle, ansimando a stento biascicanti lamenti trattenuti in gola, pur sforzandomi di esternare la mia anima, essa stessa, contortasi e rannicchiata in un rachitismo muto, non s’effuse nelle chete giornate frivoli dell’apparenza mendace.

E io apparii quasi come Marlee Matlin di Figli di un dio minore. In quanto, malgrado già tempo addietro possedessi un carisma maturo da William Hurt precoce, mi ferii da solo, da cui la declinazione e le coniugazioni immutabili della mia esistenza umorale eppur esteriormente immodificabile: un leitmotiv procedente di ritmo triste andante-afflittivo pesante nella “tempistica” to hurt, I am hurting e present continuous del mio solito rivangare il passato in maniera estenuante e imperterrita.

Sì, fui la ripetizione di me stesso ad libitum e, per piacere, lasciate stare il latinorum. Ne ebbi ben donde di essere Don Abbondio. E mi piace da morire la scena della lettera della… Malafemmina quando Totò esagera: adbondantis, adbondantum.

A proposito, Alighieri Dante coniugato in latino come farebbe? Dantum, Dantes, mah.

Non sapete nulla. Dovete sciacquarvi la bocca col collutorio della Tantum.

Sì, molti miei libri sono pieni di periodi profondamente aulici e danteschi.

Ma, di mio, credo di amare maggiormente Alexandre Dumas e il suo Conte di Montecristo, ovvero Edmond Dantès.

Romanzo epocale che ebbe numerosissime trasposizioni e fu interpretato anche da me stesso. Come no?

Secondo voi, James Caviezel non sono io? Angel Eyes, La sottile linea rossa, Frequency e ovviamente La passione di Cristo vi bastano?

No, non sarò mai Brad Pitt e sono un santo “padre” piuttosto anomalo come Bob De Niro di Sleepers.

In verità, ho sempre conosciuto a menadito non tanto l’Holy Bible, bensì ogni girone infernale della mia patologia.

E fui sempre capace di prendermi per il culo da solo. Mi stupisce, piuttosto, che chi continua a credere che non lo sapessi, perseverando nel volermi coglionare, non sia invece consapevole della malattia di cui è affetto lui, cioè l’ignoranza.

Un mio amico, molto prima che cose tragiche avvennero, conoscendomi lui dalla primissima infanzia, mise in guardia tutti, persino le guardie, su quelle che sarebbero state le conseguenze nefaste. Non per me, però.

Fu chiarissimo.

Disse esattamente:

– Allora, vedo che non ci siamo capiti. Non è diverso in quanto diverso in senso negativo o di limitatezza psicofisica, è diverso nell’anima.

Ora, siete pronti ad affrontarlo? Perché, se non siete pronti, vi distruggerà lentamente pezzo per pezzo sino ad asfissiarmi. E morirete, biascicando un uhm, uhm, uhm, uhm, uhm.

Cioè, voi siete dei puttanieri e lui no.

 

Comunque sia, hanno riaperto le chiese. Ma la domanda che si pone è questa.

Dopo questa quarantena del cazzo, le donne hanno riaperto qualcos’altro?

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di Stefano Falotico

Pensai di essere una donna dei film di Bergman, scoprii di essere Mark Wahlberg di Boogie Nights, che tragedia!


24 Oct

boogie nights

boogietravoltaAh ah, qui c’è poco da ridere. So che il titolo di questo mio scritto v’induce a sonore e profonde risate di simpatia.

È tutto atrocemente vero.

Dopo un paio di delusioni cocenti, oserei dire devastanti, la mia (non) adolescenza deambulò ectoplasmatica nelle notti insonni più cupe. Ove mi cibai di film, per l’appunto, notturni, cavalcando la mia depressione con nobiltà d’animo da principe delle tenebre assolutamente invincibile.

In confronto a me, Klaus Kinski del Nosferatu di Herzog era un novellino, un pivello. Un povero coglioncello.

Dirimpetto alla vastità immensa della mia solitudine agghiacciante, anche le protagoniste dei più angoscianti, malati film di Bergman sarebbero rimaste terrificate e al contempo incantate, trovandosi al cospetto del sottoscritto.

Un uomo che forse si auto-evirò psicologicamente e ogni minimo contatto fisico evitò. Con scrupolo e meticolosità, con soave leggerezza e inevitabile ipocondria protesasi allo sfinimento, provai invano di preservare questo mio stato psicofisico creaturale, custodendo gelosamente nella mia anima ancestrale la beltà celestiale della mia anagrafe senz’età, galleggiante nei pleniluni della mia immacolatezza lontana da ogni sguardo animale.

Al che confidai a una ragazza questa mia penosa condizione mentale.

Fui coraggioso nel riferirle per filo e per segno che, da tempo immemorabile, mi sigillai nel semi-mutismo quasi autistico.

Credetti che lei m’avrebbe apertamente umiliato. Ma, con mio sommo stupore, costei mi guardò intensamente negli occhi, osservò impavidamente con lucidissima chiarezza i bagliori apparentemente raggelati delle mie iridi nere e sepolcrali, poi accarezzò intensamente le mie labbra e mi sussurrò un delicato:

– Ecco, se è vero quello che mi dici, ovvero che tu non ami molto toccare le altre persone, se è vera la fulgida venustà del tuo viso onirico e, per fortuna mia, è vera poiché l’ho appena sfiorato tangibilmente con le mie mani tremolanti e già sudate, le possibilità sono due: o sei pazzo o non capisci un cazzo.

Vale a dire… tu sai che costa stai scatenando in me in questo momento? Tu sei sicuro di ciò che, tristemente, affermi? Cioè che sei una persona gravemente afflitta da insanabili dolori dell’anima?

Facciamo un esperimento.

 

Da allora, successe l’incredibile. Qualcosa di mastodontico, oserei dire immisurabile.

Sì, lei comprese che da parecchio non m’ero misurato nella realtà e me ne ero creato un’idea del tutto distorta.

Appena entrammo, diciamo, in contatto completamente intimo, misurò qualcosa che invece, tragicamente e al contempo stupendamente, non era affatto storto. Era straordinariamente ritto, (im)moralmente sanissimo.

Insomma, tutte le balle raccontate sul mio conto furono castrate in trenta centimetri netti.

Purtroppo è tutto enormemente reale.

 

di Stefano Falotico

MARK WAHLBERG: la carriera del fisico di Calvin Klein, di un duro man da BOOGIE NIGHTS


26 Sep

boogie nights wahlberg wahlberg i padroni della notte

L’altra sera, rividi I padroni della notte. Grande film.

Neanche a farlo apposta, nel caso non aveste visto questa pellicola, che personaggio interpreta il signor Mark?

Ovviamente quello del poliziotto incorruttibile.

Sì, la carriera di Mark Wahlberg sarebbe da psicanalizzare. Mark è il ritratto della schifezza redentasi.

Naturalmente, sapete che lui nacque come rapper, il mitico, poco normodotato Marky Mark, no?

Da non confondere con l’ex calciatore della Juventus e anche del Bologna, Marco De Marchi. Terzino piuttosto forte, amante del marcamento a zona non solo dei centravanti di sfondamento, bensì soprattutto delle tante donne che sfondò.

Sì, giocò anche nel Bologna. Lo vidi perfino un paio di volte dal vivo. Allo stadio?

No, a Pizza Casa, oggi rinominata La Pantera (dei) Rosa. Il film con Peter Sellers dai celeberrimi titoli di coda e dalla musichetta storica?

No, dei Rosa sta per appartenente alla famiglia che di cognome fa Rosa. La quale, simpaticamente, volle appunto scherzare sul celebre film sopraccitato.

Torniamo però a Mark.

Constatato che non gli convenne fare il mezzo criminale, sì, ebbe un conclamato passato da pusher, divenne il Rocco Siffredi statunitense? Cioè, una volta che capì di saper a malapena leggere e scrivere, comprese però, al contempo, che non necessitava di un grande cervello per arrivare…? Ah ah.

No, sfondò… nel Cinema a luci rosse. Sì, con Boogie Nights fece faville. E nel film si fece pure Julianne Moore, donna delle meraviglie, una redhead capace di schienare in trenta centimetri, no, trenta secondi (e)retti, no netti, la famosa e formosa attrice per film non propriamente da Oscar, Lena Paul.

Da un po’ di tempo a questa parte, è diventato l’attore preferito di Peter Berg. Oggi regista a tempo pieno, in passato attore e co-interprete di Cop Land nei panni dello stronzo che maltratta Annabella Sciorra.

Presto, Mark e Peter usciranno col film Wonderland.

Cos’è il remake della pellicola omonima con Val Kilmer nei panni dell’ex pornoattore par excellence, John Holmes?

No, sarà un’altra storia di sbirri e corruzione.

Oramai Mark è abbonato al ruolo del duro.

Ah ah.

Diciamocela, Mark è uno dei peggiori attori del mondo ma a me sta simpatico.

Ora, pagato a peso d’oro e milioni di dollari, fa persino il figo con la villa a Beverly Hills.

E se la tira pure…

Mah, di mio, rimango un uomo pulito. Uso anche il bagnoschiuma (det)ergente intimo e delicato.

Che cazzo volete più di questo?

 

di Stefano Falotico

 

wahlberg the departed

Strange Days: 12 Agosto 2019 o 29 Settembre? Seduto in quel caffè, io aspettavo solo il tè ma la cameriera tardò a servirmi pure un tiè


11 Aug

strange days juliette lewis

Sì, sono nevrotico. Ché fa rima con Falotico!

Ero al bar, m’ero accomodato ma la lentezza della cameriera ogni mia più santa pazienza scomodò.

E qui ho trovato solo questo posto a sedere. Non sto neppure comodo. Sbattuto in un angolo. Ah, la storia della mia vita.

Avevo ordinato un tè a mezzogiorno e non m’è stato ancora servito. Abbiamo già fatto le tre.

Per fortuna almeno che la cameriera è bona e sto ammirando il suo culo notevole con tanto di gamba mia accavallata mentre lei è indaffarata a girare per i tavoli e, fra una portata e l’altra, di scorcio in mezzo a questo casino adocchio il suo fondoschiena da girarrosto.

Per molto tempo, la gente superficiale addusse e dunque disse, in quanto non sanno mai placare la loro bocca, che io non fossi molto a posto. Ma come? Sono qua, siedo su quest’arrugginita sedia, vedo il lato b della cameriera che mi sta facendo girare i coglioni non solo per il suo ritardo cosmico, cazzo, e dovrei credere che a metà Agosto del 2019 io non ce l’abbia tosto? Sta pure da tre ore composto.

Eh sì, non diamo spettacolo…

Sì, ah, il caldo si fa sentire. Squama le pelli, si gronda di sudore.

Sì, solo di quello. Perché tanto, eh già, voi parlate sempre di sesso ma che volete grondare? A chi la volete raccontare? Voi siete più gelati di una granita. Fidatevi.

Da un po’ di tempo a questa parte, sono diventato uno scanner(izzatore) delle anime. Sì, le passo ai raggi x poiché io scarnifico le intimità altrui grazie al potere mio da veggente alla Chris Walken de La zona morta. Appunto. La vostra erogena zona assai moscia da tempo oramai vive una eXistenZ figlia soltanto dei ricordi realmente erotici che furono. Quindi oramai virtuali.

Sì, come Lenny Nero/Ralph Fiennes di Strange Days, non vi riprendeste più da quando la vostra passerina Juliette Lewis vi lasciò per spassarsela con un animale. Le avete provate tutte. Prima partiste, per elaborare il lutto ma soprattutto l’inculata, con la psicanalisi. Appunto. A Danherous Method docet.

Poi, arrabbiati a morte, vi credeste cattivissimi come Tom Stall di A History of Violence. Diventaste aggressivi, indomabili. Dovettero calmare i vostri tiramenti di culo e i vostri umori bollenti, dandovi al Pasto nudo di un centro di salute mentale. Ove vi ficcarono siringhe sulle natiche con sedative iniezioni a base di tranquillanti potentissimi. Tanto potenti che se già foste semi-impotenti e amareggiati, cazzo, vi ridussero quasi come dementi inchiappettati. Pigliandovi appunto pel cu’ bellamente.

Sì, non andate mai da questi strizza-uccelli, no, strizzacervelli.

Conobbi un tizio, per esempio, che era più dotato di Ricky Johnson e adesso è amante di Arisa.

Poi, prepara il riso amaro con tanto di patate, condendolo con un po’ di sale e leccandosi pure il dito.

Ho detto tutto.

Sì, voi affermate che capite tutto di una persona a prima vista. Infatti, s’è visto.

Se mi fossi attenuto alle vostre aff(r)ettate impressioni riguardo la mia persona, sarei ancora un uomo invisibile e molto inviso. Totalmente fottuto. Sì, segregato nella tetraggine insalvabile e straziante delle mie depressive e oppressive, ossessive notti fosche a urlare-ululare il mio dolore esistenziale a causa delle vostre calunnie esiziali e anali, no, annali, mangiando come un lupo e un ludro tutti i libri di Dostoevskij e alienandomi, disgustato dalla società, come in un romanzo di Sartre. Sì, ci vuole il sarto!

Non mi curerei il vestiario per colpa delle vostre deduzioni poco simpatiche e sbrigative da uomini appartenenti al carnaio e al più volgare, porco bestiario.

Sì, totalmente incupito e da nessuna donna concupito, scambiato per uno che della vita un cazzo ha mai capito, griderei silenziosamente nel rumore sordo della mia opacità incarnata in una solitudine senza speranza.

Sì, mi sarei davvero convinto di essere eternamente stupido. E invece siete voi, poveri coglioni, che siete rimasti da me stupiti ma soprattutto sempre incurabilmente tonti e stolti.

Mah, a dire il vero, non è che anche adesso, dopo molte mie scopate, sia proprio allegrissimo e incline al porcile di massa.

Considero a tutt’oggi, infatti, la vita sociale piuttosto noiosa. Un luogo infimo, la realtà, ove tutti si leccano il culo e si scambiano cortesie per due Mi piace in più su Instagram. Sì, è un’orgia di ruffianerie mai vista, appunto.

Conosco, ad esempio, un tizio che si dichiara bon vivant e di compagnia. Sì, ogni sera sta in discoteca, gozzoviglia a palla, tracanna birra con gli amici a tutt’andare, si fa sempre foto assieme a delle fighe incredibili. Sì, tant’è che nemmeno lui ci crede. Non è mai sicuro di essersi scattato le suddette foto, di essersele sudate, diciamo. Ogni giorno le (ri)stampa come fa Guy Pearce di Memento.

Poi le guarda:

– Sono io questo? Sì. Ma questa chi è? Non mi ricordo. A me comunque pare bona. Amico, sai chi è? Qual è il suo nome?

– Il nome non lo so, è stata con te, mica con me, eh già, è quella che ti ha fatto un ottimo lavoro la scorsa notte.

– Io son stato con questa? Sei sicuro? Come fai a saperlo?

– Tanto, anche se ti dicessi il contrario, fra qualche giorno mi faresti la stessa domanda.

 

Ah ah.

Sì, selfie a gigolò, no, a gogò. Insomma, fa la vita del gagà. Però, non riesce a godersela del tutto.

Ecco, sono uno che non si limita alle apparenze. Sono un indagatore che esplora ciò che si cela nel profondo arcano e misterioso, sovente malsano, laddove apparentemente tutto sembra allegramente felice e intoccabile.

Al che, dopo oculate ricerche dovute all’insonnia, sì, non sapevo che cazzo fare da semi-nottambulo e vampiro ante litteram, iniziai a indagare riguardo la vita del succitato smemorato.

Come Mickey Rourke di Angel Heart, scoprii che il ricercato, scomparso dal mondo, sono io.

Sì, ora vi dico tutto. Su certe cose sono serissimo. È su certe cosce che la prendo a ridere. Per forza, le Bone(t) la danno al diavolo, mica a me. Che posso fare? Farne una tragedia? Ah ah.

Anni fa, all’ennesima mia crisi psicotica devastante, giunsero a casa mia i carabinieri.

Mi calmarono, poi servii loro un caffè.  I carabinieri erano due. Uno dei due mi chiese:

– Stefano, ti ricordi di me, vero?

– No, sinceramente no. Ci siamo già visti prima di questa brutta serata? Ah, fra l’altro, chiedo a entrambi perdono. Ho perso un po’ la testa.

– Tranquillo. Cose che capitano. Tu eri il capitano di una squadra di calcio, lo sai, questo?

– Io, il capitano?

– Sì, il vostro allenatore quel giorno era indisponibile per la febbre alta. L’ho sostituito io. Questo te lo ricordi? Tu facesti pure goal, quel giorno. Com’è possibile che tu non ti ricorda di me?

Be’, in effetti, fui il tuo allenatore solo per quel pomeriggio. Ma, essendo l’allenatore della prima squadra dello spogliatoio accanto al vostro da Juniores, c’incrociavamo spesso.

Ma che ti è successo? Anzi, cosa non è successo?

Stefano, non è che tu sei proprio Orson Welles di Quarto potere? Tutti quanti, idioti, chissà che razza di deliri hanno allestito su di te e invece il “problema” è stato solo quello della tua “orsetta” del cuore?

Sai, siamo uomini o siamo caporali?

Anche perché ti dirò una cosa, Stefano. Quel pomeriggio, essendo io il vostro allenatore, vidi tutti i vostri pisellini negli spogliatoi.

Diciamo che il tuo e quello di un altro erano paragonabili a quello di Mark Wahlberg di Boogie Nights.

O no? Conoscerai almeno i cazzi tuoi?

 

Detto ciò, finalmente è arrivato il tè.

– Eccolo, signore.

– Cara, che fai stasera?

– Tu piuttosto che pensi di fare?

– Non si sa mai. Chi fa da sé fa per tre.

– Appunto. Vai a fare in culo, tiè!

 

Sì, sono un cazzone, va ammesso. Uno che riesce sempre a dire la stronzata giusta nel momento sbagliato e, puntualmente, ritorna malinconico come prima. In manicomio, no. Ah ah. Comunque, ieri sera, dopo aver offerto alla cameriera la cenetta, dopo lei che s’è fatta fare la ceretta con un lupo di candela, ah ah, no, a lume di candela con tanto di cannamela, mi son scaricato una bella scenetta fra Bruce Venture e Cherie DeVille. Non mi credete? Ce l’ho pure in alta definizione, in 1080p. Come diceva la pubblicità, profumato.

Morale della fav(ol)a: se gente supponente vi affibbia delle etichette e vi vuole storpiare senza sapere nulla della vostra anima, distruggetela. È un ordine! Imperioso! Secondo me, a questi ci vorrebbe un candelotto in quel posto.  Visto che la buttano sempre sulle battute sessiste o a sfondo sessuale, col candelotto, staranno di uccello sturato e curato da ogni altra stronzata ben ficcata come una supposta all’oste?

Sì, alla fine, alla cameriera serviva solo una botta per darsi una mossa.

 

di Stefano Falotico

Fidatevi, è meglio essere un latinista che un latin lover, meglio essere un Kitano che una cagna


14 May

kitano hana bi

Sì, nella mia vita, fratelli e sorelle della congrega, ne ho viste poche ma ne ho ascoltate parecchie.

Il novanta per cento delle donne vogliono solo i soldi, tutti gli uomini vogliono quella. E su questo non ci piove.

Nella mia vita, ho visto e sentito uomini dire che Tony Scott era meglio di suo fratello Ridley e che Benedetta Parodi è più sexy della sorella Cristina.

Davvero un’umana parodia. Come si può soltanto paragonare un filmaccio come Revenge col peggior film vendicativo di Ridley, ovvero Il gladiatore?

Revenge col Costner valeva il prezzo del biglietto solo per le gambe fenomenali di Madeleine Stowe. Una per cui, anche se saprai di essere l’ultimo dei Mohicani, accetteresti pure lo scalpo e il fallo, no, fatto di rimanere scapolo pur di passare con lei l’ultima notte ficcante della tua vita.

Sì, Cristina Parodi ora è un po’ invecchiata ma, al pari di Madeleine, possedeva un paio di cosce tali da corrompere anche il bravo Giorgio Gori. Uno che forse non ha lo stesso sex appeal di Richard Gere ma che con Cristina non è mai stato certamente un ghiro. Sì, di notte, fra le loro lenzuola pullulavano orgasmici ghirigori. Fidatevi.

Stesso discorso dicasi per l’antipatica ma indubbiamente notevole Ilaria D’Amico. Una che ha reso Buffon proprio un buffone e che l’ha data persino a Bruce Willis ma non a Fabio Caressa. Che sta appunto con la sorella di Cristina, Benedetta.

Sì, Fabio, così come proverbialmente dice alla fine del primo tempo delle partite di Calcio ai telespettatori, ovvero, le squadre vanno al riposo e i giocatori si bevono un tè caldo, dopo aver fatto l’amore con la sua compagna, dice lei che, dopo essersi riposato, gli deve preparare una colazione secondo le sue storiche ricette. Solo dopo aver mangiato come un ludro, può concedere a Benedetta i supplementari.

Sì, noi uomini siamo dei coglioni, abbocchiamo alla prima che mostra un bel paio di quadricipiti e tifiamo per gente pallosa che prende a calci le palle, spezzando i menischi dei disoccupati che li riempiono pure di soldi.

Le donne sono perlopiù delle stronze. Vanno dal loro maschio dopo che sono andate con altri cinquemila individui elaboranti i gameti col testosterone e anche i gemiti per gli estrogeni, e sono gelosissime se il loro uomo guarda le altre donne. Però, nel frattempo, amano farsi guardare pure dalle lesbiche in un gioco di provocazioni interminabili.

Insomma, delle pazze isteriche al servizio di leccaculo.

Sì, io commisi un solo errore nella vita. Quello di aver scopato.

Ah ah. Sì. Da allora, persi ogni passione per il Cinema di Miyazaki e divenni un Porco Rosso.

Tutte le mie malinconie da Takeshi Kitano e il mio adulto infantile come ne L’estate di Kikujiro, cazzo, andarono a farsi fottere.

Lei, in preda a paranoie incredibili, mi telefonava in piena notte, chiedendomi se mi stavo scopando un’altra. Per tranquillizzarla, le dicevo che stavo riguardando Hana-bi quando invero stavo rispolverando sia Anna che Julianne Moore di Boogie Nights. Una che mica si accontenta di un cazzone qualsiasi, pretende il massimo.

E qui ci sta tutto il mio umorismo nero da vero Beat.

Lei sapeva benissimo che stavo mentendo. Sì, sinceramente non stavo né guardando il capolavoro di Takeshi né scopando nessuna. Stavo solamente sognando.

Ah ah.

E lei mi aveva appena rotto i coglioni.

Sì, per me è stata una tragedia andare a letto con una. Da allora, tutte le donne vogliono venire a letto con me. Peraltro, pure gli uomini, questi omosessuali maniaci e bisex.

Sono cazzi davvero amari, fratelli e sorelle.

Devo diventare come Gesù Cristo, donarmi all’intera umanità e moltiplicare il mio pesce.

Faccio quel che posso, non chiedetemi un miracolo che non sta né in cielo né in terra.

Ha fatto bene Bob De Niro a rifiutare la parte dei due ginecologi gemelli omozigoti nel film Inseparabili.

Di Bob De Niro ce n’è uno solo, unico e inimitabile.

Di uomini come me non c’è nessuno.

Già, è stato un errore essere nato in questo mondo di uomini e donne, di animali e alberi, di gente inalberata e a vicenda inculata.

È solo un porcile.

Sì, sono un uomo antico, di un’altra epoca, un uomo latino.

Che vive nel suo temp(i)o.

A me di questi fottuti tempi moderni non piace niente.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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