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BORIS BECKER, detto Bum Bum, ok boomer, tick, tick… Boom!, bel film, Gabriela Sabatini gran F…a!


16 Jan

Guardate, quanto prima, il film con Andrew Garfield, amate i gatti dei cartoni animati come il nome del cognome di Andrew, no, le gattine pelose, miei uomini ballisti, no, balistici odiosi. Siete delle bestie malmostose. Io, al massimo, sono permaloso, eh eh. I miei sono calembour di Ace vincente. Battute imprendibili, ah ah, veramente. Che umorista, che battutista che sono. Che scrittore e di Cinema gran recensore, miei fancazzisti. Voi sì, io no. Idioti!

di Stefano FaloticoAndrew Garfield tick tick boom

Boris Becker

Gabriela Sabatini

LOCKDOWN ALL’ITALIANA: inutile polemizzare sul Greggio più grezzo e sulla Leotta che fa rima con m… ta, evviva Ghosts di Springsteen e il grande Spielberg di THE TERMINAL


29 Sep

diletta leotta lockdown italianaMi raccomando, il virus rimane sulle superfici e tu sei un superficiale.

Ah, non è la Leotta ma Martina Stella? Ovviamente. Ma sono separate alla nascita, Greggio infatti allude alla somiglianza.

E io considero la Stella non una star, bensì una Leotta.

Su quest’aforisma “identico” a quelli dispensatici da Oscar Wilde, iniziamo…

Ecco, era ovvio che la boiata oltre ogni confine dell’immaginazione firmata dall’ex produttore di suo fratello, Carlo Vanzina, cioè Enrico, potesse suscitare schifo generale presso il target meno amante delle scemenze trivialmente popolaresche. Sì, un film che schifa, genera vomito a pelle, ribrezzo e tremolii agghiaccianti che percoteranno, per notti insonni intere, l’anima dello spettatore più sensibile, perlomeno mediamente intelligente. È assai preoccupante che, dopo l’indubbia tragedia del Covid-19, tralasciando gli eccessi sensazionalistici e i falsi, esagerati allarmismi che la suddetta “influenza” pandemica indusse perfino nei giornalisti più seri che si prostituirono, per un po’ di boom d’ascolti in più, a cedere alle fake news più distorsive del concetto d’integrità informativa più allineato al bon ton e all’integerrima professionalità da non svendere per l’audience del mentecatto Bruno Vespa, il quale per anni lucrò e ancora continua a lucrare su psicodrammi da Shutter Island,  una robaccia come Lockdown all’italiana venga ancora prodotta/a? Ah, Vespa fece dello sciacallaggio immondo su Anna Maria Franzoni e Schettino mentre Achille Lauro continua a vendere di brutto e spacca più dell’incipit di Speed 2, ah ah. Intanto, la cantante Annalisa è più spettacolare dello Tsumami di Hereafter, ah ah.

Ora, filmacci come quello di Enrico rappresentano lo specchio d’una italica società immutabilmente ancorata agli strascichi della malattia contagiosa e socialmente pericolosa chiamata Mediaset? Roba per cui Roddy Piper di Essi vivono avrebbe fatto la felicità degli oculisti? Così come recita la squallidissima battuta prevedibilissima dell’uomo italiota dinanzi a una velina? Ecco, toglietele, no, toglietevi il velo.

Siamo ancora rincoglioniti dall’era berlusconiana oppure anche il bellissimo e adamantino L’era glaciale fu in verità un film strutturato in maniera politically (s)correct e propedeuticamente anti-pedagogica al fine di modellare i bambini più puri e innocenti ai precetti dolciastri fintamente ecumenici per allettarli e allattarli, a mo’ di milf mammifera, alla raccapricciante barbarie ancora imperante in questa società ove vince e trionferà sempre l’edonista uomo, nemesi di Pasolini, che in curva Sud, all’apparire di Diletta Leotta a bordocampo, urlerà a squarciagola: faccela vede’, faccela tocca’!?

Sì, di debosciati palestrati di questa razza di Neanderthal, da età paleolitica, da studio andrologo dei gorilla poco sapiens, ne vidi tanti. Un mio ex compagno di Calcio, per esempio, ragazzo timidissimo alla Ethan Hawke de L’attimo fuggente, appena avvistava o anche solo di sfuggita intravedeva Paola Ferrari, s’infuocava più di Gianluca Vialli con Alba Parietti. Ah ah.

Per attimi di scompenso “virile” che avrebbero fatto la fortuna di psichiatri a buon mercato. I quali diagnosticano malattie mentali, inanellando pazienti da spedire in TSO, alla stessa velocità con cui Diletta Leotta cambia i suoi amanti. Molti degli ex di Diletta non reggono all’abbandono e, in preda a sogni mostruosamente proibiti di affettività cagnesca, diventano dei fan mai visti di Lupo solitario di Sean Penn mentre Sean oggi è sposato con una più giovane di lui di trent’anni e, fra un paio di mesi, farà all’amore con una ex, per l’appunto, del Cavaliere Mascarato. Alternandosi fra una donna “emancipata” come Valeria Golino di Respiro e una quasi minorenne come Adèle Exarchopoulos. Sì, caro Sean, non vi crede nessuno che, sul set de L’ultimo sguardo, avesti occhi solo per Charlize Theron. A parte gli scherzi, quello fra Sean e Charlize fu un amour fou come nel film Le fidèle. Ah ah.

Ora, se volete vedere un grande film triste, tenero, brutale e cattivo come The Elephant Man, a proposito di Abdellatif Kechiche, non guardate il furbo e ricattatorio La vita di Adele, bensì recuperate Venere nera (Vénus noire) del 2010. Da me visto a Venezia. Di mio, non voglio sbancare al botteghino. E non voglio sbagliare, no, sbaragliare, sbandare, forse solo sbavare come Leonardo Sbaraglia nel film Sangue nella bocca. Clint Eastwood, in Per un pugno di dollari, urlò: – Al cuore Ramón!

Eva De Dominici, invece, dopo aver fatto la difficile, gridò al Leonardo del film succitato: – Amore, siimi più Tigre!

In questo film, il personaggio di Eva si chiama Débora. Nel film tom hanks terminal, invece, avemmo Ricky Memphis che ci spiegò che Monica Bellucci fu/è eccitante (sì, la scoperta dell’acqua calda, uno squirt?) e quella di Monica… fu una Deborah con l’h. Capito? Nel frattempo, davvero Ibra ebbe un flirt segreto con la Leotta? Soprattutto, a scrivergli l’autobiografia fu Ewan McGregor de L’uomo nell’ombra di Polanski? Ezio Greggio invece come mai non divenne un genio come il suo “amico” adoratissimo, ovvero Mel Brooks? Perché forse volle essere uno yuppie e non ebbe le palle per essere Stefano Falotico? Uomo dalla voce à la Adriano Celentano? L’idolo di Joan Lui e Yuppi Du? Chissà, la verità la sai tu? Di mio, sono un tipo, da J’Accuse più bravo a recitare la parte dello scemo rispetto a John Belushi, capace di sputtanare ogni partenopeo che pensi, su WhatsApp, di coglionarmi, mandandomi i meme, a mo’ di presa per il culo, degli opuscoli dell’Opus Dei e della madonna di Lourdes. Come se volesse dirmi che io sia un boomer e pensionato anzitempo che cerca/chi il miracolo nella fede.

Ma lo sa con chi sta parlando? Per di più, abbiamo anche l’aspirante regista scamorza degli horror più pecorecci che, dopo che gli stroncai un film senza pietà cristiana, mi telefonò, apostrofandomi così: – Porco, io ti fotto! Ora, ti metterò in croce! Per dio! Tu mi fai una pippa.

La mia risposta: – Quella che non ti fa la nuova Leotta che, pur di avere una parte di tre minuti nel tuo film del ca… o, ha accettato di farsi te per tre ore?

– Io ti denuncio! Ti distruggo! – rispose lui in preda alla rabbia più atroce.

– Ah sì? Cosa denunci? Sto dicendo la verità.

– Come fai a saperla?

– Me l’ha detta lei.

 

Per cui, figlioli, ascoltate Ghosts di Springsteen e sappiate che, a Natale, rivogliamo un film come The Terminal. Ecco, la differenza fra un “cinepattone” italiano e Steven Spielberg è semplicemente questa: un cinepanettone è più indigesto di un candito scaduto mentre Steven è un genio e Tom Hanks non sa essere solo Forrest Gump. Insomma, parliamo di uno dei più grandi attori del mondo.

Finale:

– Dove vuole andare?

– Voglio andare a casa.

 

The Terminal, un film magnifico. Sa farci ridere, sa emozionarci, sa essere tutto come una stupenda track jazz. Se non vi piace, sposate Diletta e, dopo tre giorni, nel vostro letto vi saranno quattro Greggio.

Ricordate: alle prossime elezioni, votate un uomo “senza dignità”, il Falotico. Autore di cinquemila libri che non si è mai venduto a nessuno. Perché ha una faccia da sberle/a.

Per finire, mi telefona un altro matto: – Stefano, che fai? Vieni a Napoli. Guarda Napoli e poi muori.

– Mi basta guardare te, anzi sentirti. Scusa, non volevo buttarti giù ma devo proprio buttare giù. Si è fatto tardi e vedo che non sei cambiato. Sei più tardo di prima. Salutami a sorrata. Ah ah.

 

di Stefano Falotico

 

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Dall’antro mesmerico del suo Principe imbattibile, soprattutto per sé stesso, Arthur Fleck/Joker dice la sua contro chi non amò il film di Todd Phillips e contro chi voleva sbatterlo al muro, cioè Maria Sharapova


20 Jan

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Sì, sono un battutista. Non lo sapevate?

Un mio amico su Facebook mi chiede se amo/i il tennis.

– Un tempo lo praticai dai dilettante. Ebbi pure i miei idoli, ovvero Pete Sampras, Boris Becker e quel matto di Andre Agassi. Comunque, in confronto ad Agassi, io sono John McEnroe. Ah ah.

Mi riesce però duro guardare le partite con le donne. Appena vedo Maria Sharapova, per esempio, ho voglia subito di arrivare al match point con la mia racchetta a colpi di dritto assai diretto e rovescio ficcante.

Non saprei però se farlo con lei a letto o sulla terra rossa come il Roland-Garros.

Comunque, il Grande Slam ci starebbe tutto con tanto di super slurp.

– Per quanto riguarda, invece, il Calcio?

– Lo praticai a livello agonistico. Adesso ne sono agnostico. Preferisco al credo calcistico, fare il Buffon con Ilaria D’Amico.

Sì, sono un pagliaccio.

Una volta, nel paese natio dei miei genitori, scommisi con una combriccola del paese che sarei riuscito a compiere mille palleggi in mezzo alla strada con la gente di passaggio che m’intralciò l’impresa.

Se avessi perso e la palla fosse cascata prima dei mille palleggi, avrei pagato loro la cena al ristorante.

Se avessi vinto io, per una settimana intera, loro mi avrebbero pagato la cena ogni sera.

Vinsi io e a loro cascarono le palle.

Tutto vero, non vi dico balle.

 

Ora, Joker è un capolavoro e Richard Jewell un gran bel film.

Arthur Fleck, quest’uomo macerato dalla solitudine, sprofondato nella melma dei suoi pensieri angosciosi, quest’uomo che vive angustiato da mille dubbi amletici e abita in una casa angusta.

Un uomo che sa che la società è ingiusta e non si sa se la nera sua vicina davvero se la gusti. Un uomo che spinge, che crepita nel livore delle sue ansietà profumate di candore. Poi esplode di tutto calore, dopo tanto esistenziale pallore, ma ancora una volta s’incula a causa del suo esagerato fervore.

Un uomo poco di sé sicuro che un po’ fa pena e molta paura, in verità è un mezzo genio a cui vollero rifilare una grossa, irrisarcibile, impagabile fregatura ma se lui ne fotte degli sgambetti e degli stronzi abietti.

Tirandosela falsamente da cazzone quando in verità ha un cervellone e anche qualcos’altro più dotato di tanti impotenti ignorantoni. Ah ah.

In questa società infetta ove impazzano gli inetti, ha ora solo da pensare che le uova, un tanto all’etto, costano sempre di più di anno in annetto.

Le donne lo cercano per via del suo fascino affascinante da uomo melanconico aitante eppur sanamente inquietante, gli uomini vorrebbero smascherarlo ma, di suo, Joker gigioneggia a tutt’andare con far brillante e occhio languido assai ammiccante.

A dirla tutta, questa vita fu una stronzata. Tanto vale allora trovare un blues brother e fare del casino sino a notte tarda.

Adesso, si è fatto tardi mentre tu, tardo, al solito non fai un cazzo e odi gli altri, lanciando loro solo offese innocue come un bambino coi petardi.

Per quanto mi riguarda, puoi anche fartene tante.

Ma, se ancora insulterai in maniera gratuita e arrogante, ricorda anche che altrettante ne prenderai e, solo davanti a me al buio, te la farai subito nelle mutande.

Sono infatti stanco dei dementi, degli psicopatici e di quelli che dicono agli altri come si sta al mondo con prosopopea da rincoglioniti fintamente sapidi e, invero, ridicoli solo a guardarli.Maria+Sharapova+Previews+Championships+Wimbledon+8jzO2wQf3zUl

 

 

 

di Stefano Falotico

 

Doctor Sleep sono io, un tempo fui anche un grande calciatore ma lessi Stephen King e divenni Ewan McGregor di Big Fish


14 Jun

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Indubbiamente, nel mio passato vi è un carnet di trofei mica male. Non ho molte donne da esporre però di campionario, diciamo. Nel sessuale campionato, ho giocato sempre in panchina.

Sì, da ammiratore sconfinato che sta seduto in mutande e applaude gli altri che ficcano le palle sotto le traverse di donne che sanno come marcare a zona i mediani dei sensuali giochi balistici. Li spompano. Queste qui stanno inizialmente in difesa, adottando la strategia delle terzine. Invero, in cuor loro, vogliono la tua doppietta, anche la tripletta ma, appena si sentono attaccate perché, semmai, le brami con troppa foga, dribblano ogni tua avance e frenano ogni tua tattica seduttiva troppo spinta.

Io sono uno che non ama troppo fare il centravanti di sfondamento con queste. Mollo subito. E chiedo il cambio.

Sì, io sono sempre stato un tifoso delle fighe altrui. Campione del mondo, dunque, della mia sfiga.

Ho sempre inneggiato al mio fuorigioco in quel campo… lì.

Mi son salvato però in corner. Anni fa incontrai una che mi fece del pressing. Sì, da parte sua ricevetti un corteggiamento sfiancante più degli allenamenti di Zeman.

Voleva che le corressi sempre dietro anche se, di mio, avrei preferito guardare una partita alla tv. Lei di me era patita, partitissima.

Adorava i miei quadricipiti. Che aveva adocchiato in un video ove, incazzato nero, mi strappai la maglietta, mi denudai e fui da me stesso ammonito poiché mi colpevolizzai di aver rovinato una divisa costosa quasi quanto il cachet di Cristiano Ronaldo.

Lei non mi espulse. Anzi, ebbe fiducia in me e volle fortissimamente che cacciassi il mio fendente in mezzo alle sua calze per gonfiarla/o.

Così, in zona Cesarini, all’ultimo minuto scop(pi)ai. Non fui velocissimo come Marco Di Vaio ma come Francesco Totti a fine carriera. Sì, ebbi l’orgasmo dopo novanta minuti più recupero dei miei polmoni asfissiati. Lei desiderò i supplementari ma le dissi che dovevo per un po’ interrompere per riprendere fiato nello spogliatoio, cioè in bagno. Quindi, mi recai in cucina e bevvi un tè caldo. Non che con lei fossi rimasto parzialmente vestito ma necessitai di curarmi, intimamente, dal suo fallo di aver scorrettamente sgambettato senza fair play. Sì, mi tirò… dei calci durante la prestazione e dovetti chiamare un medico con la barella. Leggasi ambulanza.

A parte gli scherzi, fu una finalissima semi-fallimentare, appunto. Lei stravinse e io arrivai secondo. Sì, come detto, la mia eiaculazione fu tardiva e lei mi batté 4-1. La verità comunque è che mi sverginai a Porretta Terme. Ove le mogli degli allenatori, quando questi ultimi di domenica danno le direttive ai loro giocatori, praticano massaggi idratanti con la crema detergente di amanti per un riscaldamento extratime, molto anti-coniugale e poco sportivo.

Sì, io sono rimasto sostanzialmente un puro, il bambino di Shining. La maggior parte di quelli della mia età hanno trovato una moglie affettuosa come Shelley Duvall. Con la quale, per non avere rotture di attributi, si sono ritirati in qualche Overlook Hotel. Lavorando da casa, in solitaria. Sono quasi tutti impazziti. E ora li vedo di notte al bar a parlare da soli…

Sì, può darsi che mi sposerò una come Jessica Lange di Big Fish. Lei adorerà e adotterà la mia follia e io continuerò a inventare storie incredibili senza perdere la testa come Jack Nicholson.

Avevo visto giusto di luccicanza… del matrimonio… fottetevene. Siate, diciamo, fantasiosi.doctorsleepfalo doctorsleep

 

di Stefano Falotico

 

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Gabriele Muccino, nefasta sciagura vivente, spara su Pasolini, io sparo sul suo pis… o, scritto pasoliniano, rambistico


22 Feb

Prefazione ironica, per modo di dire.

Nell'immagine distribuita dall'ufficio stampa il 14 aprile 2014 Pier Paolo Pasolini e Maria Callas in Grecia nel 1969. La foto Ë esposta all'interno della mostra 'Pasolini-Roma' a palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio 2014. ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI +++DA UTILIZZARE SOLO IN RELAZIONE ALLA NOTIZIA DI QUESTA MOSTA - NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++

Nell’immagine distribuita dall’ufficio stampa il 14 aprile 2014 Pier Paolo Pasolini e Maria Callas in Grecia nel 1969. La foto Ë esposta all’interno della mostra ‘Pasolini-Roma’ a palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio 2014.
ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
+++DA UTILIZZARE SOLO IN RELAZIONE ALLA NOTIZIA DI QUESTA MOSTA – NO SALES – EDITORIAL USE ONLY+++

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Questa la seconda parte.

Muccino parte seconda, un piccino che uccella di cazzate

Sì, sociologi e intellettuali corrotti al sistema da Gabriele stesso magnificato, hanno già più e volte analizzato il “fenomeno” in questione.

Un uomo furbissimo.

Ora, domandiamoci: quando è saltato fuori questo qui?

A metà anni novanta. L’emblema finto-sinistroide della retorica italiana più abietta e falsa.

Il suo primo vero successo, dopo due amene idiozie qualunquiste, è stato Come te nessuno mai. Tripudio d’imbecillità adolescenziali, anzi liceali.

Già qui il suo Cinema relativistico, compiacente la borghesia popolanamente classista, era palese.

Storie di ragazzi che non sapevano prematuramente, ancor maturandi, che pesci pigliare. Tumefatti da una vita scolastica tanto ambiziosamente prodiga di elevatezze sognate e sognanti quanto già (con)chiusa. Sì, adolescenze putrefatte, imborghesite da genitori asfissianti, atrofizzate e becere, ripiegate in post-sessantottini ideali utopici fra un Castiglioni-Mariotti, celeberrimo vocabolario del latinorum da Don Abbondio, un amore all’acqua di rose con Mariella, ragazzina un po’ pienotta ma a cui desiderare di dar qualche botta, per ascendere poi oggi come oggi a tifare Juventus, patrocinata da Marotta. Ah no, quello è Agnelli, Marotta è dell’Inter.

Sì, comunque parliamo di dirigenti aziendali ai vertici del potere. L’inganno del potere!

Pasolini, come il sottoscritto, era una grande ala destra. Ma non avrebbe mai e poi mai abdicato a un business calcistico ove CR7, sì, il numero di maglia dell’ala destra è il 7 anche se Cristiano è un centravanti e dovrebbe andare il 9, ecco dicevo, un sistema di analfabeti che guadagnano miliardi con gli sponsor e via dicendo, non sanno coniugare un verbo ma son attorniati da modelle più decerebrate di loro per palle sotto l’incrocio dei peli. E ville con colonnati e traverse sbattute in faccia alle persone comuni, da loro trattate da traviati. Perché sì, loro, tirando a calci una palla, se la possono tirare…

Leggete un trattato, finitela di maltrattare!

Sì, oggi i giovani sono nella merda. Ed è colpa del sistema. Sento sempre parlare di lavoro.

Il lavoro è cosa nobile e giusta se valorizza l’uomo e gli dà dignità ma soprattutto stimoli vitali.

Invece, il capitalismo ha creato discrepanze e dislivelli economici aberranti.

E giovani laureati, con due coglioni così, o sono inseriti da qualcuno oppure devono mendicare quattro spiccioli, cercando gli annunci “freelancer” su bacheche “rinomate”; fiore all’occhiello del disagio moderno.

Abbiamo Indeed.com, bakeka.it e il “grandioso” Kijiji.

Siti ove troverete lavori per cui davvero vi sistemerete. Sì, all’assistenza sociale… ah ah.

Lavori senza contributi per siti, appunto, a cui offrite il vostro obolo quotidiano nella speranza che la vostra vita, fra un anno e forse meno, non finisca nell’oblio.

Sì, Muccino ha capito tutto.

Compiacendo il pubblico a cui il suo Cinema indignitoso, fasullo e retorico si rivolgeva e ancor si rivolge.
Tu a chi ti rivolgi? Ah, capisco…

Allora se voi, ragazzi realmente sognanti ma profondamente realistici, vorrete cambiare le cose e non accetterete il muro di gomma di quest’ipocriti con la panza piena, se vi azzarderete a ribellarvi e a spaccare tutto, arriverà la Municipale sotto casa vostra, suonerà violentemente al campanello, saliranno dei fascisti da Brazil e, una volta entrati col mandato da perquisitori-inquisitori per ordine del questore, vi deporteranno in un centro psichiatrico per una cura sedativa e repressiva a base di farmaci castranti non solo la libido mozzata ma soprattutto addolcenti la vostra lingua giustamente arrabbiata che rivendicava il sacrosanto diritto a una vita libera, democratica, equa e socialmente equilibrata. In cui essere tutti felici.

E, dopo essere stati resi muti e mutilati, sarete a posto…

Sì, totalmente deprivati del vostro amor proprio, sbattuti a svolgere un lavoro davvero glorificante. Soprattutto la gastrite provocatavi da farmaci che hanno distrutto il vostro metabolismo, vi hanno fatto ingrassare e vi hanno mummificati nell’ebetudine di massa.

E canterete, come tutti, assieme ai Negramaro che hanno stuprato Modugno…

Meraviglioso
Ma come non ti accorgi

Di quanto il mondo sia Meraviglioso 

Perfino il tuo dolore 

Potrà guarire poi 

Meraviglioso
Ma guarda intorno a te 


Che doni ti hanno fatto

Ti hanno inventato il mare 

Tu dici non ho niente 

Ti sembra niente il sole? 

La vita 

L’amore 

Eh sì, Muccino definisce comunque Pasolini un grande scrittore ma dubito che abbia mai letto qualche suo libro. Perché l’Italia è questa. Tutti conoscono Proust, Roth e Dostoevskij…

E allora il Cinema di Pasolini, dogmatico, giustamente scarno ed essenziale, brutale e sincero, spietato, diventa povero perché lui non aveva bisogno di emozionare, leccando, di spettacolarizzare la vita, usando dolly, piani-sequenza e monologhi imbonitori.

Eh sì.

 

Questa è una grande canzone!

 

E questa rimane una testa, appunto, di cazzo.10631091_10202382553668044_6121674787773137868_o

 

di Stefano Falotico

Nostalgie calcistiche, forse solo nostalgie, forse solo questione di balistiche e di ballisti, beviamoci un Suntory o l’Uliveto per le olive


18 Jan

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Io ho sempre amato questa traduzione poco purista di Cesare Pavese… uno dei miei libri preferiti in assoluto, ho bisogno di leggerlo almeno tre volte l’anno. Per ricordarmi della natura limpida della mia balena bianca.

Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie funebri e di andare dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in strada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare. Non c’è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l’altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l’oceano.

Sì, la vita è una questione di incipit. Come si suol dire, chi ben comincia è a metà dell’opera?

Mah, mica tanto. Io cominciai benissimo. Un campione in erba, come potete appurare da queste foto.

Un enfant prodige, talmente enfant che fui scambiato poi per Elephant Man. E ho detto tutto.

Ecco, lo vedete bene quell’uomo lungagnone alla sinistra? Anleri, sì, di cognome fa o forse faceva Anleri. Non so se campa ancora.

Era ben conscio del mio talento immane, roba che Lionel Messi è solo uno sfacciato fortunato. Ma mi metteva sempre in panchina.

Perché voleva spronarmi a dare di più. Faceva un po’ come Burgess Meredith di Rocky, cioè lo stronzo.

Soltanto al prestigioso torneo di Ca’ Bassa, entroterra di San Lazzaro, qui in provincia di Bologna, mi schierò titolare.

Dopo pochi minuti di gara, avvenne qualcosa che forse avete visto in Holly e Benji.

Era un campo da sette, no, non da calcetto. Quello si chiama, appunto, Calcio a 5.

Un campo a sette è leggermente più piccolo di quello regolamentare di Serie A. cioè a undici.

Credo che giocassi come 7, fra l’altro, ala fluidificante, molto ficcante.

Infatti, mi ero allungato la palla, era già nei piedi del difensore alle calcagna, avvantaggiato nella corsa. Al che, di punto in bianco, sapendo che quest’ultimo sarebbe arrivato prima di me sul pallone, rubandomi la sfera, mi girarono le balls e tirai fuori i coglioni.

Fu un colpo di sensazionale balloon, come dicono in dialetto bolognese, da lasciar stupefatta tutta la curva.

Balloon, in inglese, significa mongolfiera ma i giornalisti calcistici, ironicamente, lo usano per definire appunto il gioco del pallone. Da cui la famosa trasmissione locale, Il pallone gonfiato. Quello che sei tu quando prendi per i fondelli il prossimo e invece dovresti aver le palle per ficcartele in cul’.

Senti che rima! Baloon e in cul’. Ah ah.

Balloon è anche la nuvoletta dei fumetti. E io, indubbiamente, son un personaggio fumettistico. Roba che Iron Man mi fa un baffo anche se, più che supereroe, sono soltanto rimasto un Travis Bickle, un anti-eroe. Cioè, un eroe suo malgrado da casino della madonna!

Potrei essere anche Giorgione del mitico Bomber con Bud Spencer. E lo stesso Spencer de Lo chiamavano Bulldozer.

Sì, quando m’incazzo come un napoletano verace, divento pure Piedone l’africano.

Ed essendo molto pigro, be’ sì, Bud di Io sto con gli ippopotami, in confronto a me, Tarzan ante litteram, amante dei richiami delle foresta da Jack London, è un lord inglese.

Ma torniamo sull’argomento.

Ecco, consapevole che mai avrei preso possesso della palla, sfuggitami dai piedi, mi lanciai in una scivolata allucinante. Da Ibrahimovic “pulcino”.

Il difensore rimase scioccato, anche il portiere. Con la punta del piede, sì, una puntata micidiale, la palla, così violentemente colpita dal sottoscritto, compì una traiettoria imprendibile e s’infilò nell’angolino.

Un colpo imparabile.  La follia, in tutta follia, andò in visibilio.

Vincemmo, ovviamente, il torneo.

Di altri miei colpi, soprattutto di testa, nel senso di follie pazzesche e imprevedibili, la mia vita è sempre stata piena. Credo lo sarà ancora. Soprattutto perché m’ingelosisco facilmente e, se una tipa, di cui sono follemente innamorato, mi dà un calciò nelle palline e invece ciuccia l’uccellino di un coglione, mi sta sul cazzo. E l’escandescenza va a nozze. Comunque, mica dovevo sposarmela. Quando i calciatori, intervistati a fine partita, dopo averla persa, dicono: – Ah, dovevamo avere più attributi…

Raccontano un sacco di balle. La vita, e non ci sono cazzi che tengano, non è solo questione di “durezza”. Ma di colpi di culo.

Guardate Full Metal Jacket e capirete che, essere educati al maschilismo fascista, rende gli uomini solo delle bestie. I puri si ammazzano e le merde se ne fottono.

Ah, le donne non sono il mio campo da gioco. Diciamocelo. Per insaccarle alle donne, bisogna essere presidente della Juventus. Coi soldi, puoi farti tutte le leopardate donne del mondo. Anche se Agnelli è uno zebrato. Con pochi soldi, al massimo puoi fare Leopardi. E giocare, anziché alla cavallina, alla tua pecorina di “autogoal”.

Insomma, potevo diventare come Cristiano Ronaldo. Il fatto è che non sono manco più un cristiano.

Da tempo, non credo in Cristo, sono agnostico. Forse del tutto ateo.

Ma sappiate questo. So che spesso lo pigliate in quel posto e non riuscite a digerire il mal di pancia.

A differenza di Bill Murray di Lost in Translation, perché bere un Suntory quando potete scolarvi una bottiglia di acqua Uliveto? Stimola la diuresi e, stando alle proprietà nutrizionali del calcio, ve lo rende anche più duro.

Insomma, diciamocela. Dei ballisti han detto un mucchio di frottole sul mio conto. Anche sui miei coiti.

Vi è piaciuta questa rovesciata?

A proposito. Quando inizia il nuovo programma di Michele Santoro?

 


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Lost in Translation #billmurray #suntory #whisky #relax #relaxing_time

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di Stefano Falotico

Ronaldo è un buon Cristiano sotto la doccia? Chiellini lo sa perché, essendo pelato, non ha bisogno del suo shampoo…


07 Oct

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Sì, col tempo son diventato un uomo più caldo, affettivamente più coinvolto, diciamo, nelle dinamiche termodinamiche col prossimo. Soprattutto con la prossima mia a cui porgo sempre l’altra guancia.

Accalorato da tanto scaldarle, come un plaid, do calore all’azione di tutto cuore. Con fascino alla Sean Connery. Sì, perché ogni plaid che si rispetti è scozzese, con “frange” come la capigliatura di Chiellini che, soffrendo gravemente di alopecia androgenetica, ha il bulbo capelluto a chiazze.

Sì, di notte con le donne son macho di macchie come quelle lasciate sulle lenzuola di Basic Instinct. Io, a differenza di Sharon Stone, non rendo le amanti maciullate ma posseggo un corpo rovente che sa miscelare la giusta temperatura “maculata”. Maculato significa appunto chiazzato, sicuramente ben drizzato, più e più volte schizzato, e le mie amanti mi cospargono di pesti, di lividi dovuti a succhiate esagerate che prosciugano tutto il flusso sanguigno, creando ematomi degni del rosso morbillo.

Sì, io mi son sempre chiesto questo… Ecco, quando un calciatore va a giocare in un’altra squadra, si presuppone che debba anche stare, come infatti avviene, nello spogliatoio con i suoi compagni di squadra. E, dopo duri allenamenti e partite come quella di ieri con l’Udinese, ove il sudore di una serata fredda, misto alle calorie perse e anche sperperate in novanta minuti all’ultimo sangue, si mischia alla pelle arrossata dalla figa, no, dalla fatica, si presume che il buon Ronaldo si spogli e sotto la doccia mostri il suo bel “Cristiano”. Sì, tutto ignudo senza foglie di fico e privo di boxer, con l’intero apparato genitale gingillante in bella vista.

Sì, io ho giocato a Calcio. Dagli otto anni in su. Dai Pulcini agli Allievi sino agli Juniores. Quando ero bambino, il “problema” di esporre le mie grazie e la mia merce alla mercé dei mie compagni non si poneva. Appunto, eravamo bambini e avevamo solo degl’innocenti pisellini, piccoli e carini. Glabri senza che la pubertà potesse, in maniera pilifera, accrescerli in begli arnesi, si spera, con le donne tesi.

Ma, durante l’adolescenza, fu un problema non da poco mostrar il proprio affare… a tutti quei coglioni della mia squadra. Partivano le battutine e anche gli apprezzamenti pesanti da omuncoli con le palline!

Ad esempio, uno della mia squadra era indubbiamente molto dotato. Di cognome faceva Ferrara. Sì, deve essere una dote del cognome Ferrara quella del cazzo grosso. Anche la famosa pornostar Manuel Ferrara, appunto, ha un ottimo “Ferrarino” che fa su e giù di pistoni, no, pistolone.

E allora noi guardavamo un po’ inquietati questo Ferrara che, con enorme nonchalance, si denudava e lasciava che il suo coso abnorme ciondolasse fluttuante sotto le gocce perlacee della doccia. Rinfrescante nei mesi estivi, di acqua rizzante, no, frizzante, di quella piccante nei mesi invernali quando, di membra intirizzite, lasciavamo che la doccia refrigerasse i nostri membri poco rizzi, spompati da tante corse campestri. Eravamo selvaggi, appunto cavallerizzi. Da cui il top della profumeria mondiale per le parti intime, il bagnoschiuma Pino Silvestre. Di vero olio essenziale balsamico… come si suol dire, un puro balsamo per i nostri salamini… Ecco, i giornalisti non conoscono le dimensioni di Ronaldo. Ma, sotto la doccia, come mamma l’ha fatto (eh sì, sai quante milf si è fatto?), è un buon Cristiano?

È insomma Cristiano uno che potrebbe soddisfare l’attrice di Fermo posta Tinto Brass, Cristina Rinaldi? O invece non potrebbe rimediare neppure quella di Faccione? Nadia Rinaldi. Ma a Cristiano non interessa né la grandezza né la lunghezza. Se non la grossezza del conto in banca.

E con un conto in banca tanto tosto, guadagnato solo con la “potenza” di prender a calci una palla, appunto, si capisce il fallo, no, fatto per cui è invidiato da Chiellini Giorgio ma vien… invece molto amato da Rodriguez Georgina.

Che cazzo frega, appunto, a Georgina di tutto il resto? Basta che Cristiano le compri i gioielli di famiglia… O no? Cristiano è un vero duro, mica un “coglione” che, per arrivare a fine mese, deve farsi il culo.

E tu sei riuscito a fare il grande salto?

Ce l’hai fatta?01340602 ronaldo_03

 

di Stefano Falotico

Caro Modric, capita a tutti di sbagliare un rigore, nazisti, non siate rigorosi, nasce sempre uno che non puoi soffocare


02 Jul

36486263_10211592834599311_1297307267032416256_n Stallone Fuga per la vittoria

 

Ora, partiamo col dire che si scrive sé stesso con l’accento. In quasi tutti i libri troverete l’uso comune se stesso. Ma è sbagliato. Potete controllare.

Io son sempre stato esigente, ed è stato questo a fregarmi spesso nella vita.

Quindi, ragazzi, quando compirete, dico compirete un tema scolastico e la vostra insegnante di Italiano vi segnerà come errore sé stesso, ditele che la Laurea se l’è presa con la raccolta punti.

No, non potete compire con me, volevo dire competere. Io sono un perfezionista e quanto mi dà fastidio che su quel sito di Cinema compaiano ancora dei refusi sul mio post di Van Damme, perché vanno corretti subito e spero che il mio “capo” ritorni presto dalle vacanze e aggiusti questi spazi vacanti…

Eh sì, io odio sbagliare, soprattutto quando mi accorgo che non avevo nessuna pecca, ma furono gli altri a peccare su di me. Sì, peccarono, non furono affatto impeccabili e di me travisarono tutto.

Comunque, stamattina alle ore esatte otto e ventisette, ecco che svolto dalla mia solita vita, no via, e adocchio una ragazza sui trenta, mulatta, di cosce esagerate, tonica, con dei pantaloncini da starci attenti, nonostante il “semaforo rosso” degli ormoni estivi…

Non l’avevo mai vista prima. Da dove è spuntata ’sta gnocca micidiale? Ora, dovrò lavorarci e studiare l’approccio migliore. Innanzitutto, le dirò che vorrei donarle un’abbronzatura ancora più nera, rovente, probabilmente andando incontro a una figura di merda bruciante.

Come quella rimediata ieri dalla Spagna. Sì, eliminati dai padroni di casa russi.

– Caro capitano Iniesta, vada a mangiarsi una Fiesta, su.

– Ma che fiesta vuole che mangi? Mi prende per il culo? È l’ultimo mondiale che posso giocare. Fra quattro anni sarò in pantofole.

– Sì, però le merendine omonime ci saranno sempre. È dagli anni sessanta che vanno forte. E oggi Ferrero, il figlio, è l’uomo più ricco d’Italia, lo sa?

– Che c’entrano le merendine?

– Le Fiesta, capisc’, che non sono le Ford. Come dice Wikipedia, pan di spagna leggermente imbevuto di liquore curaçao.

– Ripeto, mi prende per il culo?

– No, per i fornelli. Volevo dire fondelli. E il cioccolato “dolce” è pure fondente.

– Io la denuncio!

– Sì, beccati questo panzerotto in pancia. Comunque vi siete evitati Luka Modrić.

– Cioè?

– Se vincevate, avreste incontrato la Croazia ai quarti.

– E quindi?

– Mah, secondo me è meglio andarci piano con un croato. Anche se sbaglia un rigore. I croati so’ forti. Pensi che invece qui da noi abbiamo le donnette che preparano la carbonara e la grande festa di Luca Carboni. Ho detto tutto…

– Chi è Carboni?

– Un bolognese autoreferenziale. Dopo essersi drogato per tutta l’adolescenza, cantava… Luca si buca ancora. Quindi, ha fatto i soldi grazie alle sceme drogate che l’ascoltavano e ha urlato che aveva il fisico bestiale. Ma cosa te lo dico a fare? E noi, coglioni, che ce ne andiamo al mare…

Tutti vogliono la bomba nucleare… io no, non sono Kim Jong-un… sono più un tipo da Jung. Sì, sono un sognatore. Ho sempre sognato un mondo migliore, ma la gente si fa le foto su Instagram e intanto i bambini muoiono di fame.

Comunque, io tifavo per la Danimarca. Quella faccia di cazzo di Davor Šuker, in tribuna, non è che sia simpaticissimo. Mi dà l’idea di essere un suca-minchia.

Molto meglio la famiglia Schmeichel. È stato commovente vedere il grande Peter che tifava sfrenatamente per il figlioletto Kasper.

Ora, ci sono vari Casper nella vita. Il “fantasmino” come me, e anche Van Dien, quello di Starship Troopers, miei edonisti.

Io preferisco, comunque, essere Stallone di Fuga per la vittoria. I nazisti hanno fischiato contro di me un rigore che non c’era. No, secondo me il fallo non c’era. Ma hanno fischiato “punizione”. Un abuso, più che un falso arbitro, un arbitrio.

Ma io ho parato ogni porcata. Sono un fanatico della Marsigliese!

 

Mi spiace. Cari bambini da Villaggio dei dannati, avete trovato un dannato e basta.

Insomma, la mia vita è stata una “rovesciata” alla Pelé che dà lezione ai “maestrini” come Caine. Con tanto di lavagna…

Quando gioco io non ci sono regole. Prendo la palla, anche le vostre palle, e zigzago per il campo.

It’s easy.

 

Applauso, e che sia scrosciante.

 

 

 

di Stefano Falotico

 

Notti magiche, il nuovo film del Virzì con Giannini e Roncato, cari centravanti di sfondamento!


18 Oct

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Io faccio il magheggio, mentre gli scemi se le fanno magicamente nel parcheggio. Eppur son tope da parchetto, io sono moralmente oltre, e non son loro parco.

La “mitica” canzone della Nannini “in combutta” col Bennato, dal motivetto orecchiabile, hit di Italia 90, quando la nostra Nazionale fu beffata dall’Argentina di Maradona ai rigori dopo una papera mostruosa di Zenga. Ripercorriamo questo ritornello e voi, donne, cantate a squarciagola nel “fuorigioco” di vostro marito che mette a segno le sue palle con un’amante da cartellino rosso. Sì, prendetela di gola.

Notti magiche

Inseguendo un goal

Sotto il cielo

Di un’estate italiana

E negli occhi tuoi

Voglia di vincere

Un’estate

Un’avventura in più

Sì, voglia di vincere, da non confondere con la stronzatona con Michael J. Fox, vera cagata colossale sull’essere uomini lupi. Uomini, siate licantropi quando mangiate, la classica fame da lupo, e voi, donne, aspettate il lupus in fabula, come ben sapeva Juliette Lewis di fronte al De Niro di Cape Fear.

All’epoca, giocavo nella Scuola Calcio Bologna, e il campo di allenamento era situato in Via Valeriani, ove a quanto pare abitava anche Andrea Roncato, perché spesso lo incrociavo da quelle parti. Insomma, l’attoricchio di film davvero “culturali” come Mezzo destro, mezzo sinistro, uno con la s di socmel che spuntava fuori a ogni giro di gnoccona.

L’Italia, diciamoci il vero, dovrebbe vergognarsi di poter “annoverare” questo Roncato fra la categoria attoriale. Comunque, è meglio di Sammarchi Gigi, uno che vidi al cinema, sì, era fra gli spettatori di Con Air col Cage. Cinema Medica Palace, e lui si affiancava a una stangona dalle gambe storte, dissimulando la sua “fama” dietro baffetti da sparviero come si vede nelle sue pellicole.

Ebbene, quel mediocre di Virzì, che viene salutato come un genio solo qua da noi, mentre dalle altre parti del mondo non se lo cagano e rimane un Ovosodo, ha iniziato le riprese di Notti magichenoir sui generis con due cavalli di razza come Giannini Giancarlo ed Herlitzka Roberto, uno che, nonostante fosse già vecchio vent’anni fa, fu nel corpo dell’anima di Raffaella Ponzo, godendo del suo immane culo prima di girare Buongiorno, notte.

Insomma, avrei da raccontarvene sulla mia vita strampalata e anche “strappalacrime”, ma so che mi fareste fare solo la panchina.

Adesso, vi saluto, un gelato allo yogurt e ai frutti di bosco mi aspetta. E, leccando, alle volte si scioglie e altre volte diventa duro. Leccate bene, donne.

Che c’entra il parcheggio? Nel parcheggio, so che tu vai a zoccole. Zoccolone!

Ah ah! Eh sì, come diceva Andrea, ci dai di “martellino” e ti piace la peluche.

di Stefano Falotico

In memoria di Don Rickles, il Falotico, uomo deniriano-scorsesiano, esperto di Calcio, possibilmente di Cinema, tranne della Coppola, specialista nelle provocazioni


25 Sep

Beguiled, The

Ebbene, godetevi questa “postuma” clip del Don che dialoga al vetriolo con De Niro e Scorsese. Ficcatevela, e dopo bevete un tè dandomi del tu, perché anch’io come Rickles provoco, alle volte inusitatamente insulto con far “aggressivo”, moderandomi in lampi ridenti di teschio ambulante su cazzate irriverenti e dunque amabili sputate dalla mia bocca poco logorroica ma secca come un orgasmo che tu non avrai mai, perché sai solo schiumar di rabbia con un’amante che non ti attizza. So che vi vien grossa la bile a sentirmi, ma uditemi e leggetemi, voi del volgo che ignorate le messe in scena di Sofia Coppola e l’accusate di nepotismo. Codesta, di una bruttezza imparagonabile, ha firmato un film ingannevole, L’inganno, che Mereghetti definisce accademico e semplice, sorvolando sulla fotografia estetizzante ma assegnandogli comunque due lodevoli due stellette a mezzo. Al che, invoglio una discussione su Facebook e si “accalcano” i commenti, alcuni mi prendono di mira e io, pur non essendo schivo ma esponendomi apertamente, anche di mentalità apertissima, non mi schivo e neppur li schifo. Sostenendo le loro ire nell’alimentarle con le mie battutine. Sì, sono un battutista, qualcuno direbbe battutaro, ma non conosce l’italiano ed è solo un cazzaro. Battutaro non esiste nella nostra lingua, ma usatela con far tagliente e acido per solleticare le incazzature altrui. Non frenatela, scioglietela nella saliva e inserite dentro anche le vostre “olive”. Questa sì che è una cazzata, ma è anche un cazzone che sa far godere. Ah ah.

Ebbene, alcuni dicono che la Coppola abbia firmato un remake di classe, con un cast perfetto e una scenografia degna dell’Oscar. Altri la criticano perché di troppa beltà si può morire, lo sa bene Nicole Kidman che è tutta rifatta. Ma Farrell vuole farsela nel film? Era meglio Eastwood? Don Siegel spingeva sull’ambiguità, la Coppola esagera in inquadrature sofisticate, troppo costruite, troppo artefatte e se il film di Siegel si basava sul non detto… quello della Coppola si basa sulle espressioni di Colin.

Ma ora parliamo di Calcio. Ieri si è sostenuta la sesta giornata di serie A, che invero si è giocata anche Sabato di anticipi. Ho posticipato le mie considerazioni al lunedì. Federico Chiesa, uno stronzo come pochi, ha firmato la rete più “coppoliana”, con una parabola discendente di ascesa verso gli applausi del Franchi. Federico non sarà poi il fenomeno che dicono, ma sono franco, il suo goal è più “godibile” della faccia di Sofia. Il Bologna ha vinto allo scadere grazie al baby Okwonkwo, calciatore nigeriano che non ha problemi d’integrazione, per la rabbia di Salvini che vorrebbe che il Bologna non si salvasse. Il Crotone batte il Benevento, per una sfida fra terroni disperati, l’Inter passa col Genoa col solito culo e la Juventus si dimostra la squadra da battere, nonostante il Barcelona l’abbia ridimensionata in Champions. Buffon la dovrebbe smettere di fare il buffone con Ilaria e pensare a “tirarlo” meno e a ritirarsi, mentre Vincenzino Montella ha le ore contate come un film di Dennis Hopper con Jodie Foster.

Questo è quanto, stasera mangerò cappelletti a cena. Voi date a vostra moglie o alla vostra compagna una cappella. Se siete credenti, quella della Chiesa, se siete “porcelli” quella di “quello”. Che è l’amante. Ah ah. E poi confessatevi per avergli fatto le corna con una che tifa per il Napoli.

di Stefano Falotico, un uomo che non potete ingannare ma solo dargli ciò che è del suo Clint.

 

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