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THE IRISHMAN, la Critica approva entusiasta ma io, da Principe Antonio de Curtis, in arte Totò, stronco gli uomini senza spirito… critico


28 Sep

The Irishman scorsese cast

E nel loro popò, ohibò, gliele suono, sentenzio e li stigmatizzo. Puntando loro il dito e assegnando alla loro esistenza un voto assolutamente insufficiente.

Posso permettermelo, in quanto so ironizzare su me stesso. Io sono un recensore che scrive anche romanzi erotici senza censura, io dinanzi ai loro pregiudizi non abiuro e li aborro.

Da loro già troppe fregature presi ma ora, con eloquio e mimica facciale degna d’un attore teatrale che recita monologhi ficcanti da David Mamet, corrosivi, taglienti, abrasivi e un po’ cattivi, da drammaturgo di me stesso, butto in commedia una mia vita che, indubbiamente, meritava l’Oscar ma comunque non finirà come quella di Ray Liotta di Quei bravi ragazzi.

Sì, vedo molta gente che delinque, poi si redime. Chiedendo perfino la protezione dei testimoni del loro matrimonio.

Sì, qual è il passato remoto della terza persona singolare del verbo delinquere di LEI che si fa dare del voi come esigono i Don?

Lei delinqué, delinquette, nel presente ancora delinque. Insomma è e sarà impunemente un delinquente eternamente. Inutile che provi a coniugare nel potrei, poveretto, lei è un criminale senza tempo. Senza tempie.

La finisca di darmi del deficiente.

Io invece le donne illanguidisco poiché so giocar di lingua. Da cui il gerundio illanguidendo. Di forma transitiva in lei attivo e lei con me passiva. Io illanguidisco, tu m’illanguidisci e, condividendo, compenetrando i nostri mali, assieme venendo la vita va guarendo, forse anche guaendo in quanto tu mula e io mugolo.

Eh sì, miei mongoli.

Dunque, do il voto in pagella e questi impostori che ebbero l’ardire di giudicare le scene della mia vita con troppa fretta poiché loro girano solo con le sceme.

Eh sì, ficco nel dizionario dei film delle pellicole trash da non vedere mai più.

No, non sono rivedibili. Li riformiamo subito. Anzi, questo dizionario formattiamo e li cancelliamo.

La seduta è tolta.

Adesso, andiamo a berci un altro caffè. Ovviamente macchiato caldo.

Perché ricordate…

Se date retta a chi si crede Marlon Brando ma in verità è Silvio Orlando, non avrete né Jolanda né un viso da Gioconda.

E su questa stronzata vi lascio, ammiccando.

di Stefano Falotico

 

Mickey Rourke è passato da Orchidea selvaggia a essere un orco selvatico


23 Apr

otis wild orchid

Chris Walken è più maudit del Rourke?

Su tale questione dannata, anzi, annale, si potrebbe discutere per ore.

Entrambi hanno recitato varie volte assieme. Grandi in Homeboy, pure in Man on Fire.

Walken ha sempre posseduto un fascino strepitoso ma, indubbiamente, a livello di sensualità, Mickey Rourke è imbattibile.

Sì, onestamente, quando lo vedo nei suoi cult, sono travolto dal feroce, atavico dubbio di essere omosessuale.

Dubbio che scompare all’istante quando il suo volto, gonfio e rozzissimo, mi appare però in Orchidea selvaggia.

Un film indecente. No, non perché contenga una scena di sesso al limite della censura (in tv viene sforbiciata), semplicemente perché Zalman King è uno dei registi più impresentabili della storia.

Ragazzi, se Zalman King è diventato ricco e voi credete che non ce la farete mai, non demordete.

Girare i suoi softcore da quattro soldi, con tanto di riprese d’onde marine su effetto blu patinato tendente al flou, miscelato alla peggiore imitazione della fotografia opaca di Robert Richardson, poi mischiata allo stilema anni novanta della pubblicità pseudo Chanel, roba talmente superata da far gridare allo scandalo, altro che l’amplesso abbastanza ridicolo del film stesso, saprebbe farlo meglio un neonato.

Sì, in Wild Orchid, che aveva fatto il signor Mickey al viso? Ha delle gote che paiono quelle di Marlon Brando ne Il padrino.

Ecco, se Mickey imita Brando in Rusty il selvaggio, ci sta. È quasi meglio del Brandone.

Se invece, come in questo filmato, al min 4 e 12, finge di scervellarsi su sigaretta Marlboro e giubbotto di pelle d’ordinanza, è penoso.

Io adoro Mickey Rourke. Mi piace da impazzire.

Ma non sono omosessuale, ci tengo a ribadirlo.

Anche perché quando invece compare Carré Otis ho la certezza matematica, abbastanza visibile e virile, e se qualcuno mi vedesse in quel momento lo constaterebbe inconfutabilmente, di essere uno degli uomini più eterosessuali della storia. Sì, si può toccare con mano. Ma solo le donne possono, anzi, devono farlo. Giù le mani invece tutti gli altri!

Comunque, anche la sua faccia al minuto 3, non scherza. Parlo ora nuovamente di Mickey.

Sembra quella di un mugnaio messicano punto da troppe zanzare sulle guancine dopo che ha preso troppo sole. Ah, è colpa solo della lampada. Dite? Scusate, non c’è Mickey in C’era una volta in Messico? Ah ah.

Sì, Orchidea selvaggia, film abominevole da cancellare subito. Cosiddetto film così sporco sotto tutti i punti di vista tanto da macchiare un’intera carriera.

Sì, Mickey all’epoca era veramente innamorato di burro, no, di brutto di Carré. Si narra anche che, anni dopo, quando lei lo lasciò, si sia tagliato il mignolo di una mano, non so se quello della destra o della sinistra, e che gliel’abbiano ricucita al pronto soccorso.

Anzi, secondo me, diciamocela platealmente. È stata la Otis a rovinarlo. In quel periodo, Mickey era diventato un demente. Un imbambolato.

Non pago di aver abboccato alle grazie di Carré come neanche uno che non la vedeva da dieci anni, ha girato anni dopo pure il seguito con Angie Everhart.

E dire che Zalman King, a vederlo in questa foto con Jacqueline Bisset, pare una persona seria.

king wild orchid

Invece, ribadisco, a guardare Mickey in quest’altra foto, è esattamente come ho detto io.

Uno scemo.

rourke wild orchid

Occhio da cento gocce di Valium da rincoglionito per colpa di quella…

 

di Stefano Falotico

La nuova legge sul copyright, che vi piaccia o no, è giusta


27 Mar

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A proposito, spesso è scritto che vi piaccia o meno. La forma italianamente corretta è che vi piaccia o no ma è alquanto usuale il modo di dire, accettato, che vi piaccia o meno.

Detto questo, che vi piaccia o non vi piaccia, sebbene abbia sollevato proteste infervorate da parte di tantissime persone che, d’ora in poi, perlomeno a brevissimo, ovvero quando sarà applicata, vedranno censurati molti loro video, ad esempio, su YouTube, nessuno è al di sopra della legge!

Video nei quali, in maniera impropria e senz’autorizzazione, avevano caricato materiale protetto, appunto, dai diritti d’autore. Rubacchiando. Siete dei rapinatori, ah ah!

Parlo di YouTube perché sarà la piattaforma, sinceramente, più presa di mira in cui, a differenza di Wikipedia che, pur solidarizzando con gli youtubers stessi, non verrà intaccata da questo provvedimento se non in minima parte irrisoria, in questi anni chiunque ha riversato filmati, estratti, citazioni e quant’altro in modo spesso, onestamente, illegale.

Piratando appunto il copyright e aggirando le limitazioni che, invero, già, erano presenti su YouTube, inserendo, che ne so, soltanto clip di pochi secondi di un film per non farsi “beccare”.

A me, nel mio piccolo canale di nicchia, è successo qualche volta di assistere alla rimozione di alcuni video.

L’ultima volta è successa quando ho fatto allusioni piuttosto pesanti su Harvey Weinstein. Andando oltre il lecito. E, a prescindere dalla libertà d’espressione, debbo ammettere che avevo un po’ esagerato e quel mio video poteva urtare la sensibilità di molte persone.

Un’altra volta, invece, caricai l’intera colonna sonora di Superman, firmata da John Williams. Dopo neanche dieci minuti dalla pubblicazione del video, il rilevamento algoritmico di YouTube non mi cancellò il video e la galleria d’immagini che avevo usato, bensì mi rimosse semplicemente la musica.

A quel punto, quel mio video non aveva senso. E lo tolsi io stesso.

Un’altra volta inserii maniera birbante la famosa scena scabrosa di Ken Park in cui James Bullard, be’, sapete cosa fa a Maeve Quinlan.

Poi, un altro paio di volte mi rimossero un video che mostrava il magnifico fondoschiena di Polly Walker e un altro, più “normale”, in cui avevo inserito venti secondi di un film. Non mi ricordo di che film si trattasse ma era un chiaro spoiler.

 

Ecco, onestamente, tutte limitazioni giuste. Perché YouTube è disponibile a tutti e dunque ritengo corretto essere stato sabotato quando sul sesso mi son spinto oltre il comune pudore oppure ho, appunto, caricato materiale che uno, sì, può certamente vedere ma dopo essersi opportunamente comprato il dvd.

Altrimenti, le case di produzione non guadagnano nulla se noi tutti caricassimo liberamente interi film.

Detto ciò, non entrerei nel panico, amici youtubers.

Ieri sera, ad esempio, il mitico Federico Frusciante s’appellato ai suoi ammiratori, chiedendo delucidazioni in merito. Preoccupato che possano eliminargli tantissimi video, obbligandolo dunque quanto prima a un corposo backup.

Rassicuriamo Frusciante. Ha poco da allarmarsi. Nei suoi video non inserisce spezzoni di film e, ultimamente, neanche locandine. Credo che non sarà minata assolutamente la sua parlantina, eh eh, e la sua toscana prosa espositiva molto ruspante. E, purché non offenda e dia della meretrice a un’attrice pubblicamente, nessuno potrà fargli rimostranze. Anche perché, ripeto, questo non andava fatto neanche prima.

Forse, cancelleranno molti miei video nei quali ho messo filmati che a qualche distributore cinematografico potrebbero far girare quelli.

Ma ci sta. Non me ne dolgo.

È giusto, ribadisco.

Prendiamo ad esempio la copertina del mio ultimo libro, Il diavolo è un giocattolaio.

La bellissima donna che mostra la sua splendida bellezza nella mia cover è una donna a cui ho fatto firmare una sacrosanta liberatoria. Ove è espressamente scritto che lei mi concede la sua immagine, dietro concordati termini personalmente pattuiti e retribuiti, al fine che possa utilizzare la stessa soltanto per pubblicizzare il mio libro. E, se dovesse veder postata questa sua immagine dal sottoscritto altrove, a scopo di lucro, lei potrebbe denunciarmi.

Funziona così.

Sì, la legge sul copyright è giusta. Lo so, può far arrabbiare.

Ma provate a immaginare questo. Parlo anche per me. Che succederebbe se vedessi, un giorno, di punto in bianco, qualcuno che ha preso un mio libro, bello o brutto che sia, e ne ha ricavato un film orribile che ha distorto tutta la mia poetica e costui si fosse arricchito, senza darmi una lira, come si diceva un tempo, sfruttando la mia roba per farsi la villa al mare?

Invero, lo ridico per l’ennesima volta, questo ciò accadeva.

Quindi, youtubers, calmatevi. Non succederà granché.

Potete parlare di quello che volete, dove e come volete nei limiti dell’educazione.

Ed è sempre stato così.

Perciò, cos’è tutta quest’agitazione?

 

 

E ricordate: vi è solo un uomo che può gigioneggiare senza che gli sceriffi possano dire qualcosa. Si scherza, eh.

 


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È dura #joker #joaquinphoenix #vita

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      di Stefano Falotico

Ogni uomo ha i suoi demoni


15 Sep

Angel Heart

 

Sì, ho rivisto due volte, negli scorsi giorni, Angel Heart.

Film che rielaborai perfino in un mio libro, Cuore angelico tenere tenebre sanguigne.

Sto rileggendo il pdf di suddetto mio libro, pubblicato qualche anno fa. No, non mi piace. E qui sono come Kubrick che, a proposito di Paura e desiderio o forse de Il bacio dell’assassino (non ricordo con esattezza, perdonatemi, e al momento non ho voglia di controllare su Google, ah ah), l’auto-definì una mezza schifezza e sostenne che era la pellicola di un esaltato giovincello che ancora della vita vera sapeva ben poco. Un progetto tanto ambizioso, moralmente nobile quanto pretenzioso e privo, sostanzialmente, d’ispirazione coerente.

No, l’ispirazione non mi mancò, affatto, ma il libro è troppo astruso, ci son virgolette ogni due tre parole, e ciò sfiancherebbe anche il lettore più paziente e introspettivo. È un’opera che, comunque, se volete leggere, trovate su IBS.it. C’è qualche errore di editing, ma poca roba.

E ripubblicarlo non vale la pena. È così, e prendete quei piccoli refusi come licenze poetiche, diciamo, ah ah.

Torniamo ad Angel Heart, non perdiamoci in digressioni troppo bibliograficamente inutili.

È un grande film, ribadisco. Credo che la prima volta che lo vidi, sì, avrò avuto undici anni. Ed ero ancora suggestionato dalle lezioni di catechismo. Pensavo che, se avessi alzato la gonna della maestra, sarei stato arso all’inferno. Il mio animo puro e ingenuo, come solo l’animo di un bambino può essere, rimase particolarmente impressionato da Robert De Niro. Che, soltanto in seguito, divenne il mio attore preferito.

Ora, sebbene ancora infante, nonostante mancasse pochissimo alla pubertà, il suo Diavolo mi spaventò quanto Freddy Krueger, uno dei miei babau terribili di quel tempo. Sì, non prendevo sonno la notte e immaginavo che Freddy, da dietro l’attaccapanni, che sta proprio nell’angolo del corridoio e che, dalla postazione del mio letto, è visibilissimo quando la porta della mia camera è aperta, spuntasse tutto lurido e fradicio. E, mentre i miei genitori se la ronfavano di brutto, potesse strappare coi suoi artigli il mio cappottino giallo da bimbo Georgie di It, e poi si avventasse sul mio pigiamino, stracciandomi il ventre col sol potere del mignolo metallizzato.

Sì, sarò per questo che ho sempre guardato con diffidenza i metallari. Ah ah. Sì, chi ascoltava i Metallica e gli Iron Maiden, con quelle magliette tutte sbrindellate, mi dava l’impressione di essere un ragazzo bruciato come il Krueger. No, mi sbagliavo. Ma non tanto…

Sì, mi sentivo spaventato e indifeso come Georgie. Ma state tranquilli. Molti adolescenti della mia generazione impazzivano per la voce melodica da Mulino Bianco e da fatina magrolina della cantante Giorgia e per Michael George, soprattutto se erano tendenti all’omosessualità. C’era anche chi, oltre a George Michael, sognava di averlo lungo e d’insaccare le palle come quel negrone di Michael Jordan. Ho detto tutto. Erano obesi e alti un metro e venti.

Di mio, mi ricordo che mi lasciò di stucco la scena del film Il volpone, in cui quel marpione di Villaggio strappava le mutandine di Eleonora Giorgi. Una scena che, se vedi appena puberale, non t’infonde grande fiducia nel genere umano. Sì, in quel film Villaggio si finge moribondo, in fin di vita, per potersela godere come un matto. E così il suo migliore amico (Enrico Maria Salerno), che spera di accaparrarsi l’eredità di questa vecchia volpe malefica, una volta crepata, desidera che la moglie, la Giorgi appunto (che all’epoca aveva il suo perché), regali il suo splendido corpo al finto poveretto. Ma il volpone arzillone, comunque, non riesce a scoparsela. E alla fine rimane completamente inculato. Soffocato.

Va be’, detto questo, torniamo ad Angel Heart. L’unica pecca che posso muovere nei riguardi di questo film è la scena di sesso delirante e satanica fra un impazzito Mickey Rourke e Lisa Bonet. Che è praticamente uno stupro. E che trovo sinceramente un po’ disgustosa, esagerata. Comprendo altresì bene la ragione per la quale, nei passaggi televisivi, tutt’ora la censurino. Peraltro, stona assolutamente col climax elegantissimo della tensione armonicamente noir respirata sino a quel punto.

Scusate, mi sono perso. Stavo parlando di De Niro. Che c’entra questa squallida, animalesca scopata?

Ecco dicevo… sebbene piccolissimo, capii immediatamente che il suo personaggio, Louis Cyphre, insomma, era l’angelo ripudiato da tuo Signore del cazzo dal Paradiso. L’omofonia tra Louis Cyphre e Lucifero, anche se non conoscevo ancora l’inglese, mi parve istantaneamente evidente. Quindi, avevo intuito che De Niro altri non era che Satana in persona.

Ma, soprattutto nella scena finale, quando De Niro, con le gambe accavallate come un maiale, i capelli lunghissimi e il bastone appuntito, ridacchia dinanzi a Rourke, mi lasciò di sasso. Agghiacciante.

Adesso, naturalmente, non mi fa paura per niente, anzi, la trovo ridicola. Ma ci sta. Che cosa volevate? Che non mi spaventassi? Sarei stato un mostro. Sì, Michael Myers di Halloween.

Io ho una teoria su Myers. Myers, a mio avviso, non si può neanche definire, a conti fatti, un mostro. Il mostro è stato quello di Firenze (che, sempre secondo me, non era Pacciani, un contadino disgraziato che al massimo guardava i film con Edwige Fenech), Myers non è un mostro. Per nulla. Non è neppure, a ben vedere, uno psicopatico. Lo psicopatico, ed estendo un po’ genericamente tale definizione al cosiddetto serial killer, è sadico e prova godimento a sgozzare e trucidare le sue vittime. Questo suo insano, osceno godimento appartiene al quadro clinico della sua patologia.

Myers è proprio una creatura demoniaca. Un pazzo totale e scriteriato. Non ha alcuna coscienza umana. Ammazza tanto per. Gli tira il culo. Ma non è affatto consapevole neppure di avere ucciso qualcuno. Piglia il coltello e va in giro di notte come le streghe con le scarpe tutte rotte. Appunto, di lama appuntita.

Myers è un degenerato. Un mai nato. Un abominio.

Di mio, spero di non incontrare nessuno come lui. Anche se, posso confidarvelo, quello del quinto piano non me la racconta giusta. Non salgo mai con costui in ascensore. Perché potrebbe decollarmi? No, perché credo che sia frocio.

Angel Heart (leggetevi la mia recensione) è bello, bellissimo.

Invece, per quanto riguarda Freddy Krueger, ecco, perché continuate a scrivere Freddy Mercury? Ma quali ipsilon e i greche di tua sorella! È Freddie, lo volete scrivere bene o vi devo insegnare tutto? Adesso, imbecille, metti su Innuendo e cantiamo di qua e di là. Non va bene se la cantiamo qui? Vuoi che la cantiamo lì? Ok, tu intanto suona il violino. Guarda la tua donna che forme arrotondate e gustose da violoncello che ha, deve acco(r)darsi al mio l’uccello. Sì, quel LA va rivisto col diapason. Ecco la nota ficcante! Che gola profonda, che gemiti deliziosi. Musica celestiale. Invero un po’ carnale.

Lei, piuttosto, solo perché ha visto Showtime, la smetta di dire che De Niro non è mai valso un cazzo. Lo riguardi in Angel Heart. Che classe, che sguardo, che carisma!

Intanto, il mio caporedattore mi ha permesso di correggere la recensione di Quei bravi ragazzi. Non solo quella.

Tutto a posto.

Sarà un’altra notte in bianco. Ma, per fortuna, nel ripostiglio ci sono le scatolette di tonno. Sì, salate, salatissime, da leccare come leccheresti la donna dei tuoi sogni.

Per farla breve, potevo essere un playboy come Mickey Rourke ma m’innamorai di De Niro. Subii un’immensa fascinazione nei suoi confronti, e persi molto in fascino. Sebbene, come Angel, un po’ mi sdoppiai.

Sono comunque ancora in tempo per non arrostire.

Vedete voi, piuttosto, d’infornare le patate.

Vi conosco, eh.

Non mi fottete. Voi trombate la vostra donna ma, in autobus, ad altre donnine, pure brutte, mamma mia che pessimi gusti che avete, fate la mano morta…

Toccate, miei toccati.

Eppur alle volte ancor mi tocco.

 

E sgattaiolo…

 

di Stefano Falotico

Il mor(t)alismo triste-mente odierno


26 Nov

Su Face, a differenza di Twitter, immagini ritraenti nudi maschili, pensa te il sessismo femminista, non si possono inserire. Così come, prendete nota, a me cancellarono su YouTube il video in cui Polly Walker, nel film di Greenaway, Otto donne e 1/2, esibisce il suo fantastico arse, detto anche gran culo, perché nei profili, non YouPorn, pensa te, bensì Tubo, appunto, è proibito immettere, io direi (o)mettere, eh eh, immagini o filmati di belle donne leggermente discinte. Oserei dire, in modo osé, un accipicchia che moralismo tristo.

R.T.I. Mediaset vs il mio YouTube, che facce di merde


06 May

YouTube funziona come la vita reale in fondo, quella dei 15 minuti alla Andy Warhol.
Se esageri di esibizionismo, ti fottono col copyright, rivendicando che ora sei famoso e quindi devi rispettare e tutelare la tua immagine. Invero, mi son creato un altro account perché quei figli di zoccola di Mediaset mi han segnalato per aver inserito il videotributo di De Niro ad Amici, peraltro in forma Videodrome, cioè io che riprendo dalla tv la registrazione del programma suddetto, dei sudditi di Berlusconi. E, per questo mio oltraggio, son stato impossibilitato a caricare, per 6 mesi, dopo di che scaderà la multa del periodo probatorio, video dalla durata superiore appunto ai 15 minuti. Infastidito, irritato, contatto YouTube e rispondono gentilmente che devo chiedere, avendo cancellato il video e dunque non sussistendo più il reato, capirai che roba, a chi ha fatto la segnalazione, di ritirarla. Scrivo una mail allo stronzo, lui la legge, come da appurata e provata conferma di lettura, e mi risponde un secco no. Non gli va di ritirare un beneamato cazzo. Mi scrive inoltre che mi devo arrangiare!
Ecco perché mi son creato un nuovo account. Così, posso aumentare i limiti della società fascista. E, se mi chiudono quello, ne aprirò un altro e un altro ancora fino ad aprir loro il culo.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)