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La questione Sean Penn: davvero un grande attore e regista, un nobiluomo o un seduttore ignobile, un incallito e irriducibile tombeur de femmes stimabile o un vivente bluff sesquipedale?


06 May

Sean Penn Leila GeorgePartiamo col dire questo, cioè molti uomini pensano di vivere sulla Luna e non si accorgono invece di essere terra terra.

Sean Penn. Parafrasando il grande Totò, questo nome non m’è nuovo. Per dirla invece alla Falotico, anzi à la Falò che fa molto Totò le Mokò, quest’uomo a volte mi pare un uovo strapazzato soltanto da delle galline spennacchiate però mica tanto. Min.. ia! Vecchie o giovani non importa, quel che importa è che fanno, anzi facciano buon brodo.

Comunque, Sean girò molti film sbagliati, insomma robaccia come la peggiore brodaglia. L’importante è far un caldo brodino quando la minestra è riscaldata, cioè preparare per cena qualcosa di sostanzioso ed egualmente sfizioso anche se le penne all’arrabbiata del pranzo sono andate a male in modo ammuffito e puzzoso. Se proprio, nel frigorifero soprattutto dei vostri fegati amari e cellofanati, non troverete niente di meglio del dado Star, beveteci sopra e un uovo al tegamino riscaldatevi. Condendo la cattiva digestione con l’Amaro… Averna, il gusto pieno della sfiga, ah ah.

Sean Penn ha fame, no, ha sempre avuto fama di essere stato amante di molte femme fatale. Dell’aver cioè brasato, no, nasato, no, basato molto del suo successo, in passato di verdura, no in passato e basta, sul suo carisma derivatogli dall’essere stato lo storico compagno di Madonna, donna all’epoca venerata e idolatrata alla pari del mistero di Fatima ancora non rivelato, giacché personalmente bruttina l’ho sempre considerata, oggettivamente è bassina, secondo me anche musicalmente assai piccolina. Quindi, mai mi capacitai di come Madonna potesse piacere a molti maschi che per lei s’accalorarono non soltanto sugli spalti degli stadi da lei riempiti, dicevo… Loro la vedevano e urlavano po… o dio!

Insomma, io presi delle antidepressive compresse mentre questi qua non abbisognavano di tirarsi su poiché a loro bastò, come calmante naturale e al contempo euforizzante, la signora Ciccone? Poveri cog… ni infami!

Sì, giammai compresi la forza seduttiva d’una donna per cui gli uomini s’accalcarono sulle tribune pienamente da loro gremite, sognando di conquistare realmente, prima o poi, il suo cuore di ex dello stadio, no, Stato, no, Sean mondiale, vivamente e non più virtualmente ghermendola e a loro volta seducendola, nella privata vita loro disastrata, in modo plateale da totali sfigati inauditi e mai visti. Da nessuno e nessuna ca… ati.

Detto ciò, acclarato qui quanto appena dettovi e riferitovi, vale a dire ancora che Madonna mai mi piacque veramente, passiamo a Sean Penn. Tanto Madonna, nonostante sia adesso abbastanza âgée, ha pur sempre potere… di pagare un dentista a peso d’oro per rifarle gli incisivi d’argento. Ma è lei che gli rifila la porcella, no, la parcella. Quindi, passano gli anni per tutti, anche per lei. Che comunque, intanto, i giovani si ripassa.

Sean Penn, a dircela tutta, non è mai stato un grande attore. Sto bestemmiando come gli uomini o pseudo tali sopra brevemente e lapidariamente descrittivi, i quali divennero blasfemi in quanto imprecarono contro la Vergine santissima?

Un latin lover, Sean, sì. Ciò è indubbio. Penso davvero che non sia un grande attore. Anzi, tutt’altro. Lo reputo pessimo. Tanti anni fa lo adorai e piacque effettivamente molto anche a me. Probabilmente però stavo in quel periodo attraversando attimi decisamente confusionari di profondo ed esistenziale malessere incommensurabile.

In Milk è straordinario, lo riconosco. Io non sono però omosessuale e devo altresì dichiarare, sempre alla maniera di Totò, che mi piace tutto di Leila George, tranne una cosa. Quale? Il marito.

No, non siate maligni, mie malelingue. Non sono invidioso di Sean Penn. Perché dovrei esserlo? Nell’anno in cui Sean vinse l’Oscar per Milk, infatti tifai per Mickey Rourke di The Wrestler.

Dunque, non mi pare che sia geloso del successo, non solo di questo, degli uomini. Posso garantirvi che, dati alla mano dal sito whodatedwho.com, le ex di Mickey Rourke erano molto più belle di quelle di Sean. Pensate, a me non sono mai piaciute neppure Charlize Theron e Scarlett Johansson. La prima la ritengo una stangona magrolina, la seconda una chiatta, secondo me, perfino rifatta come Carré Otis.

L’attuale moglie di Penn è molto bella, sì, Leila George. È abbastanza evidente che lo sia. Ha trentun anni meno di lui, indossa scarpe col tacco 40 cm ma non penso che Leila abbia sposato Sean per soldi. Sono entrambi ricchi sfondati. Però può darsi che, nel caso Sean dovesse schiattare a breve, colpito semmai da un infarto micidiale durante un suo segretissimo tour de force musicale con Leila, sapete benissimo di cosa, a Leila non dispiacerà affatto incassare la sua eredità assai danarosa. Nel frattempo, aspettando febbrilmente che ciò accada quanto prima, Leila non può comunque dire di passarsela male.

Sean ha ancora una forte presenza scenica, una possanza fisica invidiabile per uno della sua età ed è, non scordiamolo mai, un due volte premio Oscar amato da tutto il jet set hollywoodiano.

Fu amico intimo di Charles Bukowski, è ancora amicone di Robert De Niro e Jack Nicholson, ha esordito con un capolavoro registico, ovvero Lupo solitario, a soli trent’anni.

È pappa e ciccia con Bruce Springsteen, ha recitato da dio assieme ad Al Pacino in Carlito’s Way a soli 33 primavere. Mica insomma un povero cristo. Ora, a parte gli scherzi, le commedie giovanili e adolescenziali interpretate da Sean, a eccezione di Bad Boys, non sono onestamente un granché. Sono spassose, ilari, divertenti. Questo sì, ovviamente. Le sue prove in Mystic River di Clint Eastwood, in Accordi e disaccordi di Woody Allen, in This Must Be the Place del nostro Paolo Sorrentino, sono egregie e da distinto signore della recitazione. Per il resto, tralasciando gli stupendi 3 giorni per la veritàLa promessa e Into the Wild, ammetto vergognosamente di non aver mai visto interamente la pellicola Il tuo ultimo sguardo. Al primo sguardo mi parve infatti una porcata. Poi, lessi le critiche bassissime che essa ricevette e mi convinsi di spingere sul tasto forward del lettore dvd soltanto per tastare, no, constatare se una delle tante ex di Sean, la già eccitante, no, succitata Theron, si fosse mostrata come dio natura la concepì e creò. Per la Madonna, è veramente più bella di Brigitte Nielsen dei tempi dorati in cui Brigitte tradì Sylvester Stallone con Sean Penn. Dio bono!

Ecco, se fossi stato però in Sean Penn, mi sarei sentito umiliato ad aver sposato Robin Wright Penn. Teniamolo infatti sempre a mente. Fu la donna ambita, per tutta una vita, da Forrest Gump.

Che significa? Era solo una battona, no, una battuta. Dai, suvvia. Comunque, nel film Disastro a Hollywood, l’ex signora Penn chiese il divorzio a De Niro. Nella vita reale, lo chiese a Sean. Che cosa gli chiese? Be’, ripeto, il divorzio. Ah, ma allora siete maliziosi. Siete dei poveri mascalzoni. Non sapete neanche preparare il mascarpone. E ho detto tutto. Vi vedo molto in zona Sean Penn da U-Turn e Mi chiamo Sam. Nel film di Oliver Stone, Penn andò a letto, anzi fra i cespugli con Jennifer Lopez. Nel secondo, Michelle Pfeiffer combatté assieme a lui affinché la legge gli riconoscesse giustamente il diritto di paternità. Sì, Michelle Pfeiffer pare essere stata l’unica attrice di Hollywood a non essere stata con Sean.

Forse vide Sean in The Game. Sean Penn è il fratello che avrei sempre voluto avere. Sono figlio unico e credo fermamente che rimarrò tale, avendo entrambi i miei genitori superato i settanta…

In The Game, Sean Penn è povero in canna ma trovò i soldi per regalare un gioco da favola allo stronzo fratello più ricco di Rockefeller. Pagandogli pure Deborah Kara Unger! Fra questo Sean e Jim Carrey di Dark Crimes, non saprei scegliere quale sia lo Scemo & più scemo.

Sì, avete mai visto Dark Crimes? È la storia di uno che pensa di aver fottuto tutti, compresa Charlotte Gainsbourg.

In effetti, in questa pellicola (solo in questa?), la Gainsbourg interpreta la Madonna di turno. Nella vita vera, attualmente il suo ruolo è stato ricoperto da Leila George.

Povero Sean. E dire che, per girare The Gunman, passò tre mesi in palestra, tirando su pesi per otto ore al giorno. Ma gli scelsero come compagna Jasmine Trinca. Forse la donna più antipatica e racchia del Cinema mondiale. No, Leila George non fa per Sean. Donna troppo glamour. Io vedrei benissimo Sean Penn con Frances McDormand di This Must Be the Place.

Sì, donna più ironica alla Joel Coen, donna da Robert Smith dei Cure, donna adatta a un pagliaccio glam.

Donna con le palle, perfettamente appaiabile a un tipo Joker.

Poco ma sicuro.

Dunque, donne modelle che aspirate a diventare attrici da tre premi Oscar, smettetela subito di farvi i selfie. Il Cinema non è soltanto una questione di Playboy…

Per essere dei grandi attori e dei grandi registi come Sean Penn, non basta essere, femminilmente parlando, le Leila George di turno.

A me poi fanno ridere quelli che non sono cresciuti mai. Vanno da un amico e, credendo di fargli un complimento, gli dicono: – Sai, assomigli a Sean Penn.

La risposta dell’amico interpellato, dunque, è questa:

– Sì, è vero. Tu invece assomigli a Keanu Reeves.

– Mi prendi per il culo?

– No, sei atletico e slanciato, grintoso e figo come John Wick.

– Sì, ma non ho i soldi di Keanu Reeves.

– E che ti frega? Pensa alla salute.

– Sto bene in salute ma nella mia vita sognavo di arrivare su Marte.

– Guarda, lascia perdere. Nella serie televisiva The First, la prima missione spaziale andò a farsi fottere. La seconda stagione, invece, fu sospesa. Dunque, rimani coi piedi per terra.

Su questa freddura vi lascio.

Uomini e donne terragni che vi credete di un altro pianeta, la verità è che tutti voi desideraste, fin dalla nascita, essere dei marziani.

Fidatevi, gli uomini e le donne della Terra sono meglio, appunto. Anche perché, onestamente, su Marte non esiste nessun figo della Madonna.

Se non mi credete, vi lascio Jasmine Trinca.Leila+George+Audi+Celebrates+71st+Emmys+s6wR3BYYm4Fx

 

di Stefano Falotico

Provocazione di un cinefilo al deodorante, no, provocante: evviva Miami Vice, basta con le lagne di Paul Thomas Anderson e di quel rimbambito di Woody Allen


25 Mar

farrell miami vice

Ora, quando m’impegno e sono volenteroso, memore di essere un falotico, no, ancora un fanatico di quel tamarro di Jean-Claude Van Damme, che comunque definirei superbo dalle acrobatiche movenze assai eleganti in Senza esclusione di colpiKickboxer e Double Impact, muscolosamente molto amante di Mia Sara in Timecop, giustamente ricambiato da lei di amplesso avvinghiante in quanto Van Damme di brutto spingeva… in modo penetrante, oserei dire caliente gemellato non a suo fratello omozigote in uno degli eccitanti film sovreccitati, no, succitati… scusate, mi sono perso. Riprendiamo il filo di discorso o di Arianna? No, sfiliamo del tutto quello di Charlize Theron nella celeberrima, vecchia pubblicità famosa del Martini.

Dicevo, mi fate andare in bestia, zotici come Colin Farrell in Daredevil.

Ebbene, in forma e stato di grazia, sono Daniel Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani, più basso di 20 cm. Forse, però, più lungo di centimetri da un’altra parte. Questa è una battuta da ca(g)ne?

Fa… o sta che Daniel è un beniamino di Paul Thomas Anderson. Per cui girò Il petroliere e Il filo nascosto. Cioè quello della Theron?

Sì, dobbiamo essere sinceri, gli unici film notevoli durati nel tempo di Anderson e di Woody Allen sono rispettivamente Boogie Nights e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) al regista di Manhattan.

Anche perché non credo che Woody, con tutta la stima possibile per il suo essere sinceramente un tipo/topo che, al massimo, rimediò una bella tipa, no, una topona come Diane Keaton quando lei fu una dormigliona, sarà mai un Colin Farrell di Miami Vice con Gong Li. Per quanto riguarda un’altra sua ex famosa, vale a dire Mia Farrow, lasciate perdere. L’unico che la volle fu quel cornuto del diavolo in Rosemary’s Baby. Va detta senza peli sulla lingua. Polanski è un genio, Tarantino è or un cretino. Sì, s’è ammosciato in maniera horror. Comunque, se dovessi scegliere fra la Sharon Tate defunta, rinata bella come un tempo grazie a un miracolo divino, e la Sharon Stone dei tempi d’oro, la vedo dura. Diciamo che mi diventa duro. Sì, non posso mentire. Le scelgo entrambe. Per questa mia “scandalosa” e… ne, sì, esternazione e Bermuda Triangle, ah ah, vorreste sbattermi… in carcere come Charles Manson? Sì, lo so, non fatemene una colpa. Questo mio scritto è una mezza cazzata, una boiata. Però, diciamocela. Michael Mann spinge di più.

La dovremmo finire di essere dei sofisti come Allen. Ché, non essendo dotato di sex appeal, deve scrivere e dirigere un film per potergliela fare. Altrimenti, hai voglia a sognarsela di Midnight in Paris.

Esistono poche verità nel mondo, cioè queste due:

  1. Tutti i film del mondo più belli sono opinabili. Dunque a me. Anderson e Woody Allen appaiono meno attraenti di Pamela Anderson prima che arrivasse ai livelli di puttanesimo di Jennifer Lopez.
  2. Se non ti piace Jennifer Lopez, sei omosessuale.

 

Sinceramente, non ne vedo altre oltre alla mia lei. Non c’è mai due senza tre? Non ci provare… Assieme, io e lei guardiamo tutti i film di Mann, di Anderson e di Woody Allen. Se non vi sta bene e siete invidiosi, vi obbligherò a rivederli. Anzi, vi giudicherò rivedibili. Ci rivedremo. Intanto, non la vedrete, fidatevi. Secondo me, non avete capito niente del Cinema, della musica e anche di qualcos’altro. Insomma, vi vedo pallosi. Se non vi sta bene e non capite di essere pazzi, vi faccio strapazzare da Will Smith di Alì. Comunque, a parte gli scherzi, riguardatevi. Abbiate cura di voi. Non vi auguro però di avere culo perché tanto sarebbe un augurio inutile. Io vado dritto al sodo, non mi perdo in convenevoli del cavolo…

di Stefano Falotico

Sean Penn e Robert De Niro sono nati nello stesso giorno, io sono simile a loro: (non) è bellissimo


30 Dec

birthday sean penn de niro

sean penn fisicoEcco, debbo esservi sincero. Questa triste e assai tetra, davvero poco lieta, situazione pandemica sta onestamente sfiancando tutti in modo inconsueto. Costretti come siamo a sigillarci nelle notti nostre più sepolcrali, fin troppo emotivamente mansuete.

Alcuni allentano lo stress, ovvero la tensione nervosa, dandosi a buone letture, altri riguardano le loro istantanee Polaroid, altri rivedono vecchi film anche bruttini. Come il remake di una pellicola con Humphrey Bogart, ovvero Non siamo angeli di Neil Jordan.

In cui è ravvisabile un De Niro oltremodo smorfioso e caricato. Mentre Sean Penn recita la parte ambigua del monaco falsamente castigato.

Ruolo che poco gli si addice poiché il suo fisico non è certamente quello del Dalai Lama tibetano.

Nella serie televisiva The First, Penn gigioneggiò esageratamente, esponendo spesso e volentieri il suo corpo scultoreo e il suo petto tornito, sì, il suo torso da dio greco. Da palestrato col fascino del man che è stato con Madonna. Non la vergine Maria… quando si dice, il sex appeal dell’uomo torvo e torbido.

Sean Penn è sempre piaciuto alle donne e, nel suo carnet da latin lover col naso lombrosiano da Lupo solitario, può annoverare rare bellezze femminili delle più fenomenali.

Pare che sia stato anche con Naomi Campbell. Alla pari di De Niro.

De Niro e Sean Penn, tanti anni fa, avrebbero dovuto girare assieme un altro film, vale a dire The Yards di James Gray. Però cambiò il casting. Loro, nel frattempo, si scambiarono non so cosa…

Sean Penn, inizialmente, doveva dirigere De Niro in The Comedian.

Sean Penn, cari compari, compare anche in Disastro a Hollywood.

Ecco, se mi guardo indietro, devo constatare che trascorsi dei momenti monotematici, anzi, mono-espressivi. Assomigliai non poco al Penn di I Am Sam.

La mia espressione, no, depressione abissale, soventemente insanabile ed irrimediabile, mi chiuse in un semi-mutismo a sua volta afflitto da aritmia cardiaca, affettiva e passionale, da melanconia e lucida follia, da pura ipocondria, oppure da innocente atimia costernante.

Litigai, così come Penn, con molte persone. Penn litigò con Woody Allen sul set di Accordi e disaccordi. Mentre con Oliver Stone, per U-Turn, entrò notevolmente in disaccordo, arrivando quasi alle mani.

Un tipo difficile, Sean, irascibile, rissaiolo, “fumantino”, facilmente suscettibile e permaloso, decisamente stronzino… Amante non solo, fra le altre, di Charlize Theron, bensì anche di Bruce Springsteen. Inoltre, è da sempre un tabagista irredimibile, sì, un fumatore incallito. Io riesco a essere sia Tim Robbins che Sean Penn di Mystic River. Poiché sono più trasformista di De Niro.

Insomma, in passato, non è che la mia vita fu propriamente bellissima. Ma quest’anno, in fin dei conti, non è stato così orribile. Ho pubblicato Speculare ipnosi, ho incontrato una donna magnifica (forse è la stessa della copertina?), son uscito con La leggenda dei lucenti temerari e, nell’anno a venire, sarà distribuito sulle maggiori catene librarie online il mio romanzo Bologna insanguinata.

Dunque, se volete essermi cattivi e dirmi che sono meno affascinante di Penn e De Niro, è meglio che vi rivolgiate a qualche strega. La strega è brutta e dunque le sue fatture, congetture e iettature contro di me non funzioneranno. Per forza, non la degnerei nemmeno di una mia firma, ah ah.

Se invece volte dire che Penn e De Niro sono miliardari e io no, mi sarete amici. Perché è la verità.

Dunque, buon anno a tutti. Ho detto buon anno, sì, con 133954728_2376186909194591_6581902384770873816_n 134479841_304477534334834_7040091283352059866_ndue n.

 

du Stefano Falotico

WE'RE NO ANGELS, from left: Robert De Niro, Sean Penn, 1989, © Paramount

WE’RE NO ANGELS, from left: Robert De Niro, Sean Penn, 1989, © Paramount

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Racconto di Natale da Paul Auster, da Dead Poets Society o da Smoke: Keanu Reeves è da venerare come la Madonna, mitico in Constantine e in John Wick, io mi propongo per la parte dell’Uomo Tigre


17 Dec

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Be’, chi non conosce il Tigre? Chi, Vittorio Gassman?

In effetti, ne I soliti ignoti, Vittorio fu un pugile un po’ suonato, anche semi-analfabeta. Forse handicappato, ritardato, disoccupato? E Totò lo apostrofò e redarguì con la leggendaria, super epica:

– Sei stato in Cina?

 

A essere sinceri, Totò è un grande. Sì, uso il tempo presente poiché de Curtis è immortale. Fucimin? Ah ah. Era molto colto, malgrado le origini umili e nonostante, a prescindere… da ciò, si auto-denominasse Principe.

Be’, sicuramente fu Dante Cruciani nel capolavoro succitato di Mario Monicelli, probabilmente però non fu erudito come Dante Alighieri…

A proposito, si può dire ma però? Certo, è rafforzativo. Anche se… senza se e senza ma forse sei un vorrei ma non posso? Ti caghi addosso o è la solita storia della volpe e l’uva?

I ragazzi timidi sono paragonabili agli struzzi? Mentre i bulli agli stronzi?

Si può dire invece a me mi piace? No, ma Gigi Proietti disse: sì, non si può dire ma a me mi piace…

Sì, una calligrafia da uomo, diciamo, non molto acculturato, quella di Gassman/Giuseppe Baiocchi, detto Er Pantera.

Insomma, questo Vittorio fu un mattatore, fu il tigre e pure una pantera?

Molte donne sono oche, altre solo sciocche. Quasi tutti gli uomini sono degli animali. Di mio, adoro ancora la serie tv Manimal…

Di mio, me medesimo di persona, inoltre credo di scrivere bene quando m’impegno, quando non leggo Diario di una schiappa per (non) prendermi per il culo da solo e quando so di essere più intelligente del furbo Marcello D’Orta che “scrisse” Io speriamo che me la cavo.

Pearl Harbor, no, peraltro non voglio scendere a una prosa gergale da ragazzini che, alla mia epoca, giocavano agli “sparatutto”. Roba come Duke Nukem 3D, Doom e altri videogames per pc, forse per piccini. Sì, anch’io ne fui patito. Poi patii e basta. Il mio cervello, comunque, non è ancora partito. Neanche qualcos’altro.

Mi spararono addosso, fortunatamente a salve. Salve, buondì, buonanotte! Anche se impiegai vent’anni abbondanti per ricucirmi le ferite. Rambo non fu un impiegato comunale ma impiegò assai meno tempo per fare il bracciante? No, per cucirsi il braccio. Dovetti abbisognare di molte letture di filosofia orientale per sublimare il patimento abissale e carnale scagliatomi contro, per curarmi da un mio evidente, incontrovertibile disagio sociale abbastanza inspiegabile e madornale. Guardate, fu un calvario approfondire tutti i libri concettualmente ascetici di Banana Yoshimoto, non farmi fregare dalle carinerie di Osho, continuare a reputare Kundun di Martin Scorsese una pellicola sbagliata, amando invece Mishima, soprattutto quello delle sceneggiatore di Taxi Driver.

Sì, malavitosi e nerd odiosi, villani adulti bavosi ed attentatori ignominiosi, affamati a morte della mia anima più pura e intonsa della neve a Natale, eh già, provarono a sporcarmi in maniera vergognosa. Accusandomi addirittura di essere la protagonista di Hardcore. Roba da mattti. Mi beccai pure la patente di disadattato quando in verità fui amante solo del libro De måske egnede.

Uhm, film sopravvalutato anche First Reformed sempre di Paul Schrader. Meglio Il ladro di bambini di Gianni Amelio. Meglio Lamerica o Così ridevano? Anche Il ladro di orchidee di Spike Jonze.

Se Dio esiste, deve sostituire suo figlio, che siede alla sua destra, con Spike. Her è un film paradisiaco.

Spike stette con Sofia Coppola. Il giardino delle vergini suicide è un bel film, Kirsten Dunst è da suicidio, anzi da infarto ma credo che sia più bella la pellicola La vergine dei sicari di Barbet Schroeder.

È anche più bello Mickey Rourke di Barfly, malgrado sia appesantito, rispetto a quello di The Wrestler in cui è palestrato ma pure invecchiato. O no? Ah ah.

Detto questo, guardi questo filmone di Aronosfky ed è meglio, fidatevi, del virtual sex sparato sopra… un vecchio dvd con Jill Kelly.

Jill era magnifica. Non solo nei porno. He Got Game docet.

Comunque, non può piovere per sempre disse Brandon Lee ne Il corvo. Ora, Jill ha la sua età e usa non solo l’ombrello, utilizza le mutandone da tardona. Cioè, non è più una milf. Ah ah.

A James Deen di The Canyons, continuo a preferire James Dean di Gioventù bruciata.

Invece, a Liz Taylor de Il gigante, preferisco Kendra Lust.

Ultimamente, direi che mi sono riallenato parecchio. Possiedo infatti un cuore zen, pugnace, inarrendevole, combattivo e al contempo riflessivo, dotato innatamente di una ferrea disciplina auto-regolatrice delle mie emozioni spesso rabbiose. Seppi soffrire infatti con zelante “abnegazione”, tenendo tutto dentro a mo’ di Rocky Balboa, giudicato troppo presto un cocone così come Tommy Morrison nel quinto capitolo dedicato al marito di Adriana/Talia Shire. Però, a forza di contemplare l’apollinea perfezione del mio essermi reincarnato… in Keanu Reeves, omone forse bisex di sicuro con grossi ormoni, uomo scultoreo il cui carisma fa rima con perdizione, no, perfezione, persi di vista Charlize Theron de L’avvocato del diavolo. E saltai pure la colazione…

Per di più m’inflissi pene… corporali non certamente eccitanti alla pari della Theron nel vecchio spot del Martini, veramente tanta roba… storica.

Sì, Charlize è sudafricana. Insomma, una terrona. E io, ammirando la sua bellezza da extraterrestre, no, forse mirandogliela da Incontri ravvicinati della terza t… pa, non poco in passato, avendo origini meridionali, vissi all’equatore anche quando, nella mia città, la temperatura scese di tantissimi gradi. Persi quasi la vista e ora mi manca mezzo grado all’occhio sinistro.

Comunque, non date retta agli oculisti. Aveva ragione Checco Zalone… io ci vedo (quasi) perfettamente.

So inquadrare la vita, non solo questa, da cecchino infallibile. In quei momenti tostissimi come l’attività dei fachiri più stacanovisti, no, facchini, fui molto provato e feci la figura del tacchino. Il giorno del Ringraziamento! Sì, provai molto calore ma persi qualche caloria. Insomma, mi diedi da fare. Un lavoro durissimo, sapete. Bisogna esperirlo da uomini che non devono chiedere mai al fine di poter un giorno esseri orgogliosi davanti allo specchio dopo una rasatura con le lamette della Gillette. Massimo Giletti non mi è mai stato simpatico e non vado matto per il gilet.

Vogliamo dircela tutta? Senza balle? Ero un cesso o solo sul divano me la tiravo di brutto? Non lo so. Fatto, sì, ho detto fatto… sta che i genitori hanno un’unica fissa. Desiderano per i figli una sana occupazione, ovvero il posto fisso. Non vi fissate, andate crocifissi. Di mio, posso dirvi che non ero sistemato ma per le feste combinato. Ripeto, mi facevo il culo, anche solo onanisticamente, e vi garantisco che era un lavoro stabile e duraturo…

Rimasi spesso (s)teso ma ugualmente ebbi molto freddo, quasi morendo morto di quella… o solo assiderato, oserei dire allupato. Non molto, di spirito vitale, slanciato. Rasato, sì, depilato metaforicamente più della piattezza degli 0° Fahrenheit. Temperatura allineabile, non so se a livello del mare o del male, alla mia autostima raffreddatasi più di colui che, nell’incipit di Basic Instinct, viene morto ammazzato e assai trucidato di tritaghiaccio dopo essere stato da Stone Sharon (?) cavalcato.

Vissi in modo stoico da vero eroe. Più che altro di autoerotismo veramente sfigato…

Che poi anche questa panzana degli sfigati e dei dogmi inerenti l’essere tali, ecco, appartengono alla “cultura” adolescenziale. L’adolescente medio ragiona così, essendo malato di mente. Sì, nel cervello, non solo…

se uno vuole apparire figo è uno sfigato.

Ecco, in Constantine, Keanu Reeves è fighissimo. Anche in John Wick. Avreste il coraggio di dirgli in faccia che non vale una beneamata min… ia? Non credo, eh. In John Wick, Keanu viene definito Baba Jaga. Ha una forza incredibile, specialmente interiore. Mah, forse praticò molto yoga oppure meditazione trascendentale. Piccolo Buddha docet.

Constantine assomiglia molto a Dylan Dog. Mentre Rupert Everett, in Dellamorte Dellamore di Michele Soavi e non di Tiziano Sclavi, non sembrò tanto “gaio” con Anna Falchi. O no? Sì, dovrei indagare sull’effettiva omosessualità di Everett a mo’ del suo inquisitore Bernardo Gui nella versione televisiva firmata da Giacomo Battiato ne Il nome della rosa.

Sì, sono un indagatore dell’incubo. Anche dell’intimo. Ma non sono un babau come Freddy Krueger di Nightmare.

Ragazzi, fidatevi, furono attimi davvero duri in cui mi diedi alla contemplazione e dunque nutrii una spiccata propensione verso l’elevazione. Non so se solo spirituale…

Ora, oggi come oggi vanno di moda i cinecomic.

Praticamente, per il piccolo o grande schermo, hanno trasposto i maggiori supereroi di sempre.

Ne manca però uno alla cappella, no, all’appello. Appello, ho detto appello. Cioè il protagonista di questa sigla indimenticabile:

Solitamente, sotto Natale mi auto-regalavo un Pandoro.

Quest’anno, ho regalato alla mia lei un anello di Pandora.

Sì, per tutta la vita mi presi la patente di Fantozzi.

La mia lei mi vide e mi chiese senza peli sulla lingua:

– Ne sei sicuro?

 

Voi, adesso, ne siete sicuri? Ah sì? Siete scuri o sbiancati? Allora vi meritate i falsi buonismi di John Lennon. Comunque, John Lennon era un genio. Anche Ken il guerriero. Pure Tyler Rake. O no?

Diciamo che più che assomigliare a Keanu Reeves, sono Al Pacino de L’avvocato del diavolo. Forse.

Dunque, a ogni ieratico, no, esaltato dico questo:

devi mantenere un profilo basso, innocuo, sembrare insignificante, uno stronzetto, emarginato, costantemente nella merda… 

 

 

di Stefano Falotico

OSCAR ISAAC, protagonista del nuovo film di Paul Schrader, è più giovane di me di qualche mese ma io sembro un ventenne da Oscar, lui invece pare da Armageddon Time


18 Jun

oscar isaac

Subito la freddura nel titolo. Tanto per scaldarci, ah ah.

Sì, Oscar Isaac va forte presso i grandi registi. Ma non è ancora stato candidato all’Oscar. È del ‘79 come me ma sembra vecchio quasi quanto Paul Schrader. Mentre io conservo un fascino ambiguo ed inquietante da Willem Dafoe (co-protagonista di The Card Counter con Isaac di Paul…) de L’ultima tentazione di Cristo, miscelato all’essere ammaliante in quanto non tanto sono un ricco possidente oramai dissipatosi, cioè sputtanatosi totalmente in un’esistenza depravatamente poco integrale moralmente, bensì solamente possedente un neo diametralmente opposto, cioè sull’altra guancia, rispetto a quello di De Niro di Taxi Driver.

Presto, Isaac e De Niro reciteranno assieme nella nuova fatica di James Gray, ovvero Armageddon Time.

Sul sito lascimmiapensa.com, qualche pseudo-giornalista insipiente o forse poco dotato di Occidentali’s Karma da Francesco Gabbani, orridamente, dunque erroneamente scrisse mostruosamente che Armageddon Time sarà il sequel di Ad Astra.

Invero, i siti di cinematografiche news americane/i scrissero soltanto che Armageddon Time sarà la pellicola followup del regista di Little Odessa.

Guardate, l’autore di quest’articolo, cazzo, potrà pure scoparsi due più fighe di Gwyneth Paltrow e di Vinessa Shaw di Two Lovers ma, secondo me, farà la fine di Joaquin Phoenix nel Joker se continuerà a vergare… certe puttane, no, puttanate.

https://www.lascimmiapensa.com/2020/06/17/ad-astra-sequel-armageddon-time-robert-de-niro-cate-blanchett/

Allora, tale Matteo Furina mi querelerà? Macché. Tanto lo sa che non è solo farina della sua sacca scrotale, no, sacco a pelo assieme forse a quell’ex burina di Giorgia Surina, ribattezzata da me l’eterna teen girl molto suina. Vale a dire una che all’apparenza sembrò e sembra una suorina, invero mostrò sempre le sue coscine.

Comunque, fu e rimane una brava ragazza, molto buona. Sì, non è una di quelle bone di culo, gambe e tette ma oscene di faccia per cui, schifandoti per l’appunto in viso, devi mettervi sopra un cuscino.

Credo di aver visto tutti i film dei fratelli Coen. La gente falsa e cattiva m’identifica in un essere fantozziano alla A Serious Man. Di mio, posso dirvi che la mia lei sa che, con me, non è più frigida come Julianne Moore di Boogie Nights? No, del Grande Lebowski.

Io e la mia lei siamo assolutamente “pazzi”… d’amore.

Isaac non è la prima volta che recita/i con Dafoe. A proposito, Paul Gauguin e Vincent van Gogh se lo diedero nel culo sulla soglia dell’eternità? Mah, forse lo saprà Julian Schnabel. Un pittore à la Basquiat con velleità artistiche della minchia. Sì, è un panzone che affresca la sua donna sicuramente meglio del protagonista de Lo scafandro e la farfalla.

Ora, a parte gli schizzi. No, gli scherzi. In passato, sia Isaac di A proposito di Davis che Javier Bardem di Prima che sia notte mi assomigliarono non poco.

Guardate, ragazzi, passai dei momenti di malinconia da Mare dentro più agghiaccianti di Bardem di Non è un paese per vecchi. I ragazzi della mia età guardarono Beautiful, di mio non riuscii neanche a identificarmi nel Bardem di Biutiful.

Poiché la mia vita fu così brutta che nemmeno Charlize Theron de L’ultimo sguardo sarebbe stata capace di spronarmi a una “missionaria” da ormonale caldo equatoriale con lei, sudafricana che stette assieme a The Gunman. Sì, Sean Penn, uno dei più grandi puttanieri del mondo.

Per la Madonna!

Ecco, Sean Penn è un grandissimo attore, due volte premio Oscar. Ma per essere arrivato… deve aver leccato il culo non solo della Ciccone. Si sa…

In Mystic River, comunque, fotté il suo miglior amico, un Lupo solitario. In Milk sicuramente non leccò nessuna figa.

La mia lei come fa a stare con un tipo come me?

Semplicemente perché non credette mai alla diagnosi psichiatrica a buon mercato effettuatami da un certo Isacco.

Ce la vogliamo dire senza se e senza ma?

La “cantante” Alessandra Amoroso, più che una donna solare, incitante alla joie de vivre, mi pare una disperata irrecuperabile.

Chi asserisce che The Irishman sia un film mediocre, eh sì, è meglio che fra 2 min. si butti giù dalla finestra.

Significa che ha vissuto poco, non è un uomo vissuto, non sbagliò mai in vita sua, non si vergognò e neppure adesso prova sensi di colpa per una telefonata terrificante poiché è troppo giovane, troppo bambagione, è solo un povero coglione.

E C’era una volta a… Hollywood non è un capolavoro, è il film di un Tarantino in tal caso davvero cazzone.

I capolavori di Tarantino sono altri.

Se tu, per questa mia affermazione, mi consideri un cretino, mi sa che farai la fine di Sebastian Maniscalco, alias Joe Gallo.

Sono più “Crazy” di te. Fanculo a mammata!

Non s’era capito?

Sì, hai veramente rotto il cazzo.

Finisco, dicendo questo:

Oscar Isaac è un bravo attore ma io non voglio essere un attore.

Voglio essere io. Infatti, sono più giovane sia di lui che di De Niro da giovanissimo. E ho detto tutto…

Oh, se vi sentite già morti dentro, posso consigliarvi una bara. Voi avete la panza piena. Non fatemi la fine di Domenick Lombardozzi, miei “troiazzi”, e di Action Bronson. E voi donne… Finitela di fare le sante come Anna Paquin. Sapeste benissimo che vostro padre fu una merda. Ma non lo denunciaste alla polizia poiché vi garantì un posto fisso. Siate sincere. Fate come Stephanie Kurtzuba. In The Wolf of Wall Street, la “diede” a Jordan Belfort/DiCaprio pur di non finire sul lastrico. In The Irishman, fu stufa di fare la cameriera.

Come ben disse Totò, la serva serve…104706589_2988904677831980_7477066196485844003_n

 

di Stefano Falotico

Quali film vedeste durante la quarantena? Spero finalmente il vostro, anche il mio: avere la mia età e non rendersene conto


28 Mar

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Sì, forse ebbe ragione John Lennon. Quando disse che la gente la dovrebbe finire di guardare film, ammirando le storie altrui. Dovrebbe, più che altro, occuparsi delle sue stories su Instagram.

Poiché pure queste sono magnificazioni di esistenze spesso insulse che compensano il vuoto interiore in selfie autocelebrativi in cui molte donne mostrano solo i posteriori.

Nel mio nuovissimo libro, La vertigine del lieve crepuscolo, svetta il fondoschiena di una donna molto bella ma, ovviamente, il progetto è a più ampio raggio e profuma d’artistico puro.

Detto ciò, nella mia vita anteriore, parecchie volte lo presi in quel posto. Mi pare doveroso e san(t)o sentenziarlo e affermarlo a scanso di equivoci. Poiché, onestamente, non posso rinnegare che vi fu un periodo nel quale rischiai esistenzialmente di annegare. Affogando nell’abisso della mia depressione annale. Ho scritto annale, non azzardatevi a togliere una n poiché a nuoto, con la n di nautico, rimasi miracolosamente a galla e, sebbene m’ammainai, cantando anche La Mer, giammai del tutto mi rammaricai.

Fluttuai a fatica nelle profondità più nere del mare nero di Battisti ma risplendetti malgrado molte patenti da inetto ricevetti.

Mi diedero spesso del poveretto ma, sinceramente, fui solo provato.

Detto questo, allento subito la tensione con una battuta che mette l’acquolina in bocca.

Pura “faloticata” in stile Woody Allen poiché io so sdrammatizzare ogni calarmi le brache. Se invece una bella donna si toglie la gonna, è tutto un (de)col(l)are.

Io so tirare su il morale dopo tante more, no, male. No, mare. Spingendo sul pedalò in una vita riaccesasi di memorabile falò.charlize theron

In questi passati giorni assai cupi in cui tutti noi sprofondammo spaventati, rividi molti film da me dimenticati e visionai film giammai da me dapprima considerati.

Così come io, rendendomi invisibile, fui soventemente malvisto e accecato dalla sordità di chi non volle starmi a sentire, di conseguenza sottovalutandomi, molte pellicole da me sottostimate io riapprezzai.

Sì, riabilitai e rivalutai sotto una nuova prospettiva.

Ho ancora l’occhio vispo sebbene non abbia mai imparato a guidare una vespa e La vispa Teresa credo che sia una poesiola per campagnole.

Manca la rima baciata col resto del pezzo ma molte monelle non indossano nemmeno i due pezzi…

Sì, passai un calvario, per colpa dello stress inaudito rischiai di diventare calvo ma io amo Italo Calvino e non sarò mai né un Visconte dimezzato né un mezzadro.

Mi do delle arie nonostante non è che si possa uscire molto e, con la mascherina sul viso, stiamo soffocando più di Darth Vader di Star Wars.

Sì, ma io sono forse Batman e, se un uomo viene picchiato da dei bulli soltanto perché è asmatico, io con tali impostori non sarò empatico. Schizzeranno botte ematiche.

A volte faccio il Joker ma finisce lì.

Riguardate Blade Runner. E giudicate giustamente La ragazza nella nebbia. Ridimensionandolo subito. Non è dai colpi di scena a iosa che un film possa considerarsi capolavoro.

E non è da una vita che, per molto tempo, non fu rosea che si giudica una sposa.

Sì, soltanto l’anno scorso credo di aver preso coscienza della mia reale età anagrafica. Ma non mi rispecchia nella maniera più totale.

Poiché girovagai, come Spider di Cronenberg, fra ricordi e frattaglie mnemoniche che riesumai dal mio stesso credermi già cadavere. Quindi, reputarmi steso.

Furono Strange Days alla Kathryn Bigelow, amici. Giorni nei quali capii di essere anche Ralph Fiennes/Lenny Nero.

Devo esservi tremendamente sincero. Spudoratamente spellandomi, eh sì, devo dichiarare la verità.

Il tempo è fuggevole e credo che uno dei compiti primari del Cinema sia rimembrarlo ed elucubrarvi in merito secondo la nostra visione. Spezzettandolo in frammenti, segmentandolo.

Sì, non lo confidai a nessuno ma, nel 2003 circa, dopo essere stato praticamente miracolato, prim’ancora di sverginarmi (verbo che aborro, peraltro, come direbbe Mughini), incontrando una ragazza che forse incontrò me, passai alcune notti a gironzolare in un parchetto dalle parti di casa mia. Situato, per l’esattezza, in via Agucchi. Al centro di esso, si staglia prominente un gazebo.

In quelle nottate nelle quali forse qualcuno mi scambiò per un poco di buono o per uno spacciatore, ricordai tutto. E fui perfino chiaroveggente, probabilmente, come Chris Walken de La zona morta.

Sì, dopo la mia sorta di coma letargico da Risvegli di Penny Marshall, rinascendo, riacquisii un dono.

Non m’interessa se mi prendiate per ciarlatano o buffone, non sono certamente uno stregone. Ma troppe cose non si spiegano nella mia storia e, sicuramente, dev’esservi stato qualche angelo o un furbo, malevolo, bastardo demonio.

Il diavolo probabilmente come il titolo omonimo di un grande film di Bresson.

Sì, l’apatia, la rinuncia alla vita, la spiritualità metafisica. Che è cosa ben diversa dall’essere tacciati facilmente per sfigati o azzoppati. Anche se Walken, nel suddetto film di Cronny, zoppo lo è, eh eh.

Mica però è quello di New Rose Hotel, eh eh.

Un antico, comunissimo proverbio sostiene, secondo me in maniera erronea, che chi cammina/i con uno zoppo, impara/i a zoppicare.

Voglio qui smentirlo completamente.

Come vi dissi, i miei ultimi anni, bando alle ciance, non furono affatto Una passeggiata perfetta. Il titolo del mio primissimi libro edito dalla Joker Edizioni di Novi Ligure. Vedete che fui involontariamente profetico?

Conobbi un sacco di gente cosiddetta storta.

Perfino una ragazza, prima di quella citatavi sopra che con me s’eccitò, conosciuta per caso. Andammo a vedere assieme Kill Bill vol. 1.

Alla fine della proiezione, mi chiese se avessi voluto accompagnarla a casa.

L’accompagnai, mettendo su un cd dei Chemical Brothers.

Lei, entrati che fummo nella sua abitazione, mi disse non tanto innocentemente che i suoi genitori stavano dormendo.

Mi domandò, con estrema gentilezza e qualche vampata bollente, se desiderassi un caffè.

Con enorme incoscienza le risposi che l’avrei voluto macchiato caldo.

Lei scoppiò a ridere. Poi aggiunse:

– In effetti, qui fa caldo, sta venendo già su…

 

Bene, lei me la servì, no, me lo servì ardente e lo succhiai al dente…

Finito che ebbi di berlo, la salutai, dicendole:

– S’è fatto tardi. Devo tornare a casa per dormire.

 

Lei, distrutta, mi urlò:

– Credo che tu stia schizzando, no, scherzando! Non farmi scherzi da prete! Dai, su, vieni qui.

 

Me ne andai, invece, lasciandola riscaldata nonostante non è vero che lì fosse caldo, faceva molto freddo.

Questa fu la mia prima, imbarazzante figura del cazzo che feci.

Mi rifeci e, come detto, un’altra ragazza mi fece. Non so come avvenne ma venne.

Comunque, non fatemi parlare di cazzate. Torniamo a fare i seri.

Sì, non è vero che, frequentando gli storti, si diventa storpi.

Conobbi, recentemente, molta gente fuori di testa. Gente che giudicata precipitevolissimevolmente come valente niente, quindi semi-invalida nel cervello, passa tutte le ore delle sue giornate a rimpiangere sul latte versato.

Ma riconobbi nelle loro apparenti debolezze, sì, un non so che di umanamente stupefacente.

E forse credo che sia giusto che io continui ad amare il Cinema. Poiché, un po’ come Frank Sheeran/De Niro di The Irishman, il segreto deve rimanere chiuso in me.

Ora, Alessio Boni è un bravo attore. Fra gli interpreti de La meglio gioventù e di Quando sei nato non puoi più nasconderti. È anche bello.

Ma, tornando a The Irishman, sì, non è il film che noi tutti aspettammo da una vita. E forse ci deluse.

Ma lo sto rivedendo di continuo. De Niro avrebbe meritato la candidatura agli Oscar.

Ed è un film che mi rievoca nostalgie lontane che credetti, per sempre, fossero terminate.

Invece la vita, nel bene o nel male, va avanti. E questo è quanto.

Anzi no. Ripeto, non piangete sul latte versato. Rimpiangete, semmai, il caffè macchiato caldo lasciato raffreddare, lasciato fermentare solamente in ebollizione.

E ho detto tutto, ah ah.

 

di Stefano Falotico

JOKER: è meglio Giancarlo Giannini o il figlio Adriano, meglio Celentano o Al Pacino de L’avvocato del diavolo? Io mi sdoppio, doppio, faccio la tripletta!


12 Oct

Basta con gli sgambetti. Anche con gli sgabelli. Ove le telegiornaliste scosciano e io le osservo indubbiamente in maniera apolitica. Non m’importa che siano di Destra o di Sinistra, io opto per il Centro radicalmente.

Poiché le donne sono per me sempre di “attualità”. Ah ah.

Attualmente, adoro Tiziana Panella ma non so chi sia fra lei e Charlize Theron la più bella.

Con me le donne ridono come la Gioconda poiché il mio viso è ambiguamente sensuale come la Mona Lisa. Ah ah.

Morì il grande cantante Mango, autore dell’immortale Come Monna Lisa (sì, con due n, n di Napoli e n di non ho voglia, stasera, ah ah) e da poche ore se n’è andato Robert Forster, strepitoso attore-caratterista con la sordina.

Che peccato! Attore pacato la cui morte sta passando inosservata. Attore sofisticato con una faccia anonima da impiegato, invero, Robert in Jackie Brown fregò la nomination all’Oscar come non protagonista al Robert oggettivamente più camaleontico di lui, Bob De Niro.

Comunque, a De Niro non andò malissimo. Sebbene simulata, la scena della sodomizzazione a Bridget Fonda è estasiante quasi quanto la prova bellissima di Forster in Twin Peaks – Il ritorno.

Una prova, come si suol dire, che viene… subito al sodo, senza troppi fronzoli, una prova che spinge.

Anche troppo precipitosamente.

Ah ah.

Non so ancora se andrò alla Festa del Cinema di Roma. Attendo risposta dall’ufficio stampa ma siamo al weekend e questo sabato sera, onestamente, non è stato molto figo come Keanu Reeves.

Sì, Keanu è un mio idolo. Guardatelo in Matrix e nella saga di John Wick.

È uno di quei pochissimi attori che riescono a mettermi il dubbio se io sia bisex.

Sono eterosessuale convinto. Anche se molte donne, quasi tutte a dire il vero, nei miei confronti non è che ne siano proprio convintissime.

Ah ah.

Che gigione che sono. Sono maestro del gigionismo più delizioso e squisito come la performance di Al Pacino ne L’avvocato del diavolo.

Sì, sono come Al. Gesticolo forsennatamente, non sono di statura altissimo ma il mio carisma è indubbio, travolgente.

Spesso, come Al/Milton, m’infervoro, m’arrabbio, brucio d’ire infernali poiché il mio peccato preferito è la vanità.

Sì, sono il falò delle vanità. Ah ah.

Gironzolo di qua e di là, dispensando saggezze in quantità. Sono un uomo ardimentoso, focoso, qualche volta pure libidinoso. Poi ritorno pudico e nervoso, schizzinoso ed estremamente permaloso. In passato, dei deficienti mi considerarono perfino pericoloso. Poiché non amo Tiziano Ferro e le melensaggini false di questa società all’apparenza felice, invero sbandata, traviata, oserei dire debosciata.

Chiara Ferragni indice e istituisce un’universitaria facoltà per laureandi Influencer.

Mah, di mio, è da un anno che non prendo l’influenza. E da nessuno, d’ora in poi, voglio più venir influenzato.

Le critiche impietose a Joker del Wall Street Journal, del New York Times e de Il Fatto Quotidiano non sono attendibili né fattibili.

Sono critiche tristi e criminose come quelle che il sottoscritto ricevette in tempi (non) sospetti.

Quando fui accusato di soffrire perfino della sindrome di Asperger.

Di mio, mi piacciono gli asparagi.

Molta gente mi urlò… sparati!

Queste persone, infide e malevole, debbono stare lontane dai miei paraggi.

A proposito di Roma…

No, non mi piace Virginia Raggi poiché sono nato di segno zodiacale Vergine ma, ripeto, con me le donne sono raggianti.

Quindi, le anoressiche mi stressano e le persone con la puzza sotto il naso m’angosciano.

Non criticatemi più poiché io sono il migliore critico del mondo, non solo di Cinema, ah ah.

Le vostre critiche sono banali, scontate, vetuste, annacquate come i vostri cervelli malandati, per non dire qualcos’altro, sono critiche pretestuose che non fanno testo dinanzi alla mia testa.

Qui lo attesto. Non ho grandi attestati poiché non ho bisogno di attestare il mio sapere sconfinato.

Ma, se mi fate incazzare, no, non sono violento e non vi prenderò a testate ma, col solo potere del mio pagliaccio geniale, berrò comodamente un altro caffè con tanto di gambe accavallate.

Ah ah.

Se volete sapere come si diventa un genius come il Falotico, non ve lo dico, anche perché non lo so neppure io. Ah ah.

Miei baccalà, ora devo pernottare l’albergo…

Chissà, in quelle capitoline notti bianche, che succederà.

Ah ah.

No, non dobbiamo andare in giro ad ammazzare come fa Joker.

Ma dobbiamo ammettere, a malincuore, che non viviamo certamente in tempi molto simpatici ed empatici.

La gente è egoista.

Come no?

Mi piace una ragazza:

– Ciao, posso conoscerti?

– Per quale motivo?

– Per conoscerti.

– Il motivo sarebbe conoscermi?

– Sì, è grave?

– No, quindi ti piaccio?

– Un po’ sì.

– Bene, allora seguimi sulla mia pagina ufficiale Instagram.

 

Adocchio un tipo stimolante, culturalmente interessante:

– Ciao, come ti chiami? Sai che sei davvero molto in gamba? Potremmo diventare amici.

– Ho già i miei amici.

– Ah sì? Scusa, allora. Non voglio disturbarti. Se hai già i tuoi fidati amici, non mi permetterei mai. Posso solo sapere chi sono i tuoi amici?

– Gente che non mi tradirà mai.

– Cioè?

– Be’, Martin Scorsese, Clint Eastwood, Al Pacino, Robert De Niro. Loro non mi deludono mai.

– Ah, capisco…

 

Vi credete tutti divi di Hollywood.

E invece scambiate Robert Forster per Jodie Foster e pensate che De Niro sia l’interprete di Scarface.

Ho detto tutto…

THE DEVIL'S ADVOCATE, Charlize Theron, Keanu Reeves, 1997, (c) Warner Brothers

THE DEVIL’S ADVOCATE, Charlize Theron, Keanu Reeves, 1997, (c) Warner Brothers

 

di Stefano Falotico

Il problema stronzo dell’editoria, del Cinema indipendente, anche dell’uomo autarchico e analisi sui Golden Globe


07 Jan

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Bene, partiamo molto in souplesse. Dai Golden Globe. Che non ho visto e chissà se guarderò le clip su YouTube.

Da anni, oramai, la mia vita non è più orientata all’ammirazione verso i divi del Cinema e, sinceramente, ho cose personali più serie da portare avanti. In giornata, ad esempio, dovrei finalmente ricevere l’impaginato in PDF del mio nuovo libro, a cui devo dare il visto si stampi. In Kindle ed eBook è già in vendita da circa un mese ma il cartaceo, come detto, non è ancora pronto. I file definitivi li avevo ricevuti, invero, sabato scorso ma vi è stato un errore di trascrizione nella sinossi e vanno cambiati i font del dorso che devono essere identici a quelli della cover.

Sono preciso e meticoloso al pari di Mahershala Ali in Green Book. Mahershala, uomo di alta finezza, da me ribattezzato oramai il maresciallo. Perché, al di là dell’assonanza impressionante col suo nome, maresciallo gli calza a pennello. Come un maresciallo, infatti, Ali è uomo tutto d’un pezzo, granitico, adoratore della sua elegante divisa da true detective. Uomo serissimo ma anche autoironico, un po’ alla Falotico.

Ebbene, adesso state esagerando. Dopo averlo snobbato per un tempo immemorabile, or bombardate di premi Jeff Bridges. E gli avete assegnato pure il premio alla carriera. Lo so, nonostante gli abbiate appioppato l’Oscar per Crazy Heart, voi a Hollywood volete ancora discolparvi per averlo sottovalutato sempre. Solo in tempi recenti, avete compreso che il suo “alieno” di Starman è una sua prova recitativa strepitosa e vi vergognate di non avergli dato niente, nemmeno una nomination, per il suo epocale Lebowski.

Ma adesso, Jeff Bridges, osannato in maniera paradossalmente eccessiva, si sta prendendo troppo sul serio e oramai non si sgancia più dalla sua barbetta incolta e il look trasandato da grinta…

Si è incarnato, fin alla morte, nel Drugo. Che tristezza. Sei molto più di un’icona, caro Jeff, cambia registro, non sei una figurina. E, a forza di riproporti uguale all’etichetta che ti hanno rifilato, fidati, non ci fai un gran figurone.

Come sempre, alla cerimonia dei Golden, c’erano delle ottime figone, stangone elegantissime ma mi dovete spiegare che ci trovate di così attraente in Charlize Theron.

Non è così bella come dite. Secondo me le puzzano i piedi e ostenta perennemente una faccia da frustrata.

I premi comunque son tutti sbagliati. Senz’eccezione alcuna.

Rami Malek? Bravo ragazzo, per l’amor di dio. Ma che c’entra con Freddie Mercury? Ah, capisco, non è la sua un’adesione carnale al ruolo ma una versione sui generis mimetica. Ok, bella stronzata.

Christian Bale ha vinto per Vice? Credo che non vincerà l’Oscar. Segnatevela perché, se dovessi essere smentito, me le suonerete. Sì, pretendo di esser picchiato a sangue. Impiccatemi anche!

Alfonso ha vinto per Roma? Che brutto abbaglio. Il film più sopravvalutato dell’anno e forse di tutti i tempi.

Gli unici due premi giusti sono quelli andati a Glenn Close, indiscutibilmente già vincitrice dell’Oscar, e quello, appunto, al maresciallo…

 

Rido spesso da matti quando mi sento dire che, essendo un selfpublisher, essendolo orgogliosamente dal 2014, non sarei uno scrittore a tutti gli effetti, bensì un dilettante. Ah ah. Perché il mio libro non porta il marchio pseudo-autorevole-autoriale di una casa editrice a “5 stelle?”. Che poi potrebbe essere patrocinata dall’alberghiere truffaldino Al Pacino di Ocean’s Thirteen?

Dovremmo sfatare molti beceri, vetusti e retrivi luoghi comuni sulla Letteratura, in senso generale sull’Arte tutta. Anche sul Cinema e sugli uomini. Miei caporali!

Per colpa della nostra cultura vecchia e istituzionalmente scolastica, lo so, molti di voi son erroneamente convinti che solo un attestato possa essere, con tanto di certificazione ciclostilata, francobollata e laurea annessa, un lasciapassare obbligatorio verso l’assoluta, inconfutabile bravura e grandezza. Il vero, irrefutabile, aureo riconoscimento della nostra anima vergata, sacrificata per un bene supremo, pubblicata davvero?

Dovreste smetterla. Conosco un sacco di gente veramente talentuosa che si auto-pubblica e promuove da sé. Forse più onesta, forse solamente più narcisista, forse semplicemente non vuole più farsi ingannare da false promesse giammai mantenute, da glorie effimere, da pezzi di carta spesso menzogneri.

Oh, quanta gente pubblica per Mondadori ma siete ben coscienti, spero, che tanti di questi libri son soltanto ricettari di personaggi televisivi, di Parodi e parodie, senza un briciolo di sale in zucca. Di politicanti da strapazzo, di ochette che ci raccontano delle loro erotiche avventure private per alzare le vendite del lettore incuriosito, del bieco gossiparo di massa per far lievitare anche qualcos’altro a quello voyeuristico che adora spiare la denudazione, sovente insincera e romanzata, della ricca malfamata così tanto puttanesca e di amori materialistici affamata.

Non mi sono mai piaciute le biografie, neppure quelle di Marlon Brando e De Niro. Sono libri destinati ai fan libidinosi, libri che enfatizzano accadimenti piuttosto banali di lor vite private morbose che poco m’interessano. A me non può fregar di meno se Brando aveva una tresca bisessuale o se De Niro, davvero, quella notte maledetta era assieme a John Belushi quando quest’ultimo morì di overdose. Io li ammiro per le loro interpretazioni. Così come ammirai molto Kevin Spacey e, sinceramente, se sia stato o meno con dei minorenni son affari sporchi che non mi competono. Non sono il moralista giudice dei suoi cazzi.

Mezzanotte nel giardino del bene e del male dovrebbe esservi di lezione. Ché non avete imparato, guardoni! Dove sta la verità? La verità non esiste. Siamo tutti colpevoli, in fondo. Ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio.

Le biografie sono caricate, false, agiografiche e perfino calligrafiche di commerciale calligrafia.

Non mi piace che svendiate un talento invendibile. Ché, pur di vendere, raccontate fandonie sul suo conto, anche su quello in banca.

Non son del vostro branco, io seguo la via autarchica, in quanto padrone delle mie emozioni non sputtanate per due soldi in più. Annegherò nelle mie branchie ma non soffocherò nella vostra Branca… Menta. Evviva la mia fresca mente. Via da me, uomini dal cattivo alito, non possedete il mio epico afflato.

Detto ciò, io pubblico non solo da solo. Innanzitutto, mi avvalgo di un personale correttore di bozze eccelso e bravissimo, pressoché infallibile. Ci tuffiamo, io e lui, in analisi profondissime del testo e, se vi vorrete gentilmente recare su Amazon, dei miei libri potrete leggere gli impeccabili estratti.

Il refuso è bestia nera ma io son bestione che lo smacchia e mi detergo nella pulizia formale anche riccamente contenutistica. No, non mi contengo, vulcanico creo dalla creta della mia anima e, subacqueo nel liquido mio cuore magmatico, plasmo opere di sapida eru(di)zione!

Col tempo, allenandomi con la voce, son divenuto maestro delle poliglotte dizioni più sopraffine, oggi sono in una grotta e domani la fronte aggrotto, oh mia donna, per render rosee le tue gote e dar fiato a ogni tuo libero rutto, dopo che dei nostri amori eruttammo con le pelli rotte. E potrei scrivere io stesso un dizionario della Lingua italiana da me risciacquata al bacio mio e tuo in Arno ma anche a Salerno, nel marmo del mio cervello mobile e nell’inferno del mio esser a volte incerto, forse infermo o soltanto nel mio duro inverno.

Ah ah.

La Newton Compton non accetta manoscritti di sconosciuti anche se lo sconosciuto potrebbe essere il nuovo Shakespeare. Perché al giorno d’oggi Shakespeare la gente sa chi è stato ma non ha mai letto un suo libro, citandolo di frasi imparate a memoria. Essere o non essere? La gente preferisce non leggere e vivere leggera. Capirai… La gente non è, io sono oggi e domani ho solo sonno. Ma son sommo e dimmi, qual è, somaro, la summa dei miei libri? Sintetizzali. Non t’importa? A te frega solo della scosciata Monica Somma. Insomma, non hai tutti i torti. Quella è semi-analfabeta, legge il gobbo ma, secondo me, ha delle ottime cosce per farsela al galoppo.

Sì, quella ispira… tira ma non so se sa stirare. In fondo, è sol una donnetta che non sa neanche preparare le uova strapazzate ma tutti vogliono strapazzarla, usando però il preservativo perché altrimenti potrebbero fertilizzarla negli ovuli. Che uomini!

Eppure, ho recentissimamente pubblicato un mio racconto per Historica Edizioni e presto proporrò un altro mio esistenziale resoconto a una casa editrice prestigiosa.

Perché sono come Tarantino, oggi va bene l’indie, Weinstein, per colpa dei falli del suo fallo, fallisce e allora mi do alla major. A costo di esser fallace.

Non amo le maggiorate e guardo quelle molto più che maggiorenni. Codeste mi scambiano per un minorato eppur vi dico che sono un genius prelibato molto dotato. Da leccare e gustare di armoniche p(r)ose. Son l’uomo fattosi poesia e così sia.

Quando uno o una crede di aver capito qualcosa di me, io lo fuorvio e inculo, anche me stesso, fra un cazzeggio e bermi una birra a Reggio. Scoreggio anche se mi va e benedico l’ignoranza e le vostre panze che non reggo.

Leggo, rileggo, mi critico e faccio della cinematografica Critica. Son oggi bellissimo e domani un cesso.

Ma giammai cago stronzate. Anche quando ho la diarrea, la mia merda è profumata.

Forse.

Leggetemi meglio. Capirete molto di me. E, quando capirete qualcosa, io sarò immortale eppur già morto. Ma saremo morti tutti e i libri non esisteranno più. Il mondo sarà defunto.

Così è, così sia fatto, così sia scritto.

Adesso, devo andare a cagare. Come chiunque eppur non sono uno qualunque. Dunque… Non voglio venir insignito di niente, non voglio però essere insignificante ma i miei libri hanno svariati significa(n)ti. Ecco, questo è il nostro ipocrita globo. E dell’oro non so che farmene.

Finisco con questa: mia cugina mi ha chiesto cosa deve fare per pubblicare un libro. Le ho detto di lasciar stare. Lei mi ha risposto: – Guarda che non sono più la scema di venti anni fa.

Io: – Infatti, sei più scema di prima e più vecchia.

Ah ah.

TRUE GRIT

 

di Stefano Falotico

The First con Sean Penn m’induce a riflettere sulla natura scimmiesca dell’umanità


18 Jul

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– Ciao, hai poi letto il libro che ti ho regalato? Cosa ne pensi della storia d’amore che ho scritto?

– Sì, piacevole, mi ha messo voglia di leccarti di più la figa.

– Ehi! Sei impazzito? Che sono queste porcate? Non siamo fidanzati, come ti permetti?

– Scusa. Tu perché avresti scritto un libro sull’amore, fantomatico, immaginato, poetizzato, romanticizzato? Se non perché brami, in cuor tuo, una scopata galoppante come Dio comanda? Io credo che, nel tuo denudare le tue emozioni, impudicamente snocciolate, volevi aprirti al prossimo. Fargli sentire il tuo cuore. Quindi, il succo è quello. E mi par giusto e doveroso che adesso me lo succhi. Tu l’hai scritto perché ti senti incompresa, con tutto un tuo vissuto interiore spasmodico che sta cercando di esternarsi al prossimo e soprattutto all’altro sesso. Sbaglio? Altrimenti che senso avrebbe scrivere una storia d’amore smancerosa e piena di ruffianerie, carina e sciocchina, stronzina e leccaculo?

– Abbiamo una concezione della Letteratura diversa.

– No, proprio della vita. Che piacere si può introiettare nello spiattellare i propri femminili, pruriginosi stati d’animo al lettore, se non per il fine, che io reputo comunque dignitosissimo, di rivelare il proprio cuore e anche la sessualità spesso taciuta, per reprimende e pudori indotti dalle convenzioni sociali, per aderire al costume repressivo di massa, moralista e infingardo, puttanesco nella sua ipocrisia che tanto predica l’amore e poi, come fai tu, ha paura dell’amore vero, se non quello di sperare che qualcuno, attratta dalle tue interiorità bellamente, semmai anche finemente esposte, possa dirti… sì, mi è piaciuto, mi ha stimolato, adesso apri le gambe, sdraiati e lasciami fare…?

– Ma che maiale! Basta, con te non parlo più. Hai travisato tutto.

– No, qui hai travisato tu. E ti dirò di più Sei una traviata! Uè bella, prima che ti dia una sberla che ti farà ruzzolare giù dalle scale, abbi rispetto della tua sessualità e assecondala con voluttà. Scusa, prima la enunci con totale sfacciataggine, la sbatti proprio in faccia, prostituisci la tua anima per vendere, e poi ti scandalizzi e rabbrividisci se uno ti dice la verità? Cioè che il libro è eccitante, tu sei una bella figliuola e gradirei un po’ di reciproca “comprensione?”. Sentimi, troia, adesso hai rotto il cazzo. Non mi far più leggere questa robaccia melensa che sembra un libro cantato da Giorgia, e vedi di andar a dar via il culo a qualche figlio di puttana che incontrerai nella tua vita zuccherosa e frustrata. Via dalle palle! Rotta nell’ano!

Sì, ero in macchina stamattina e, mentre su un cartellone pubblicitario campeggiava la moto della Ducati, in radio passava una delle canzoni più imbecilli della storia.

Cancellerò il passato per non tornare indietro

Mentre riguardo in uno specchio i segni di chi ero

È il tempo del risveglio, risalgo dal profondo

E credo nelle lacrime che sciolgono le maschere

Credo nella luce delle idee

Che il vento non può spegnere

Io credo in questa vita, credo in me

Io credo in una vita, credo in te


Io credo in questa vita, credo in me

Ma basta, la dovremmo finire con questa merda. Che poi anche gli uomini più rudi, ed è sano che lo siano, belli cafoni e cazzoni, s’innamorano di queste oche, che poi si riveleranno delle orche, e regalano loro dei fiori. Ma che vogliono queste qui? Prima, le loro emozioni deflorano, poi sbandierano le loro frustrazioni in qualche foro, sì, le più impegnate “attivamente” sono conduttrici di programmi politici e tribune elettorali, le più “fallite” vanno a raccogliere la mattina fragole e lamponi per far la marmellata, e non vogliono che la “pagnotta” entri nel forno?

Sì, l’umanità è stata rovinata dal genere femminile. Hanno femminilizzato tutto.

Invece, prendete Sean Penn. Guardate che faccia da scimmia che ha! A voi non pare una scimmia? A me sì. Una scimmia in giacca che interpreta una serie televisiva su un astronauta “marziano”.

E che guarda le stelle, ripensando a quando girò La sottile linea rossa di quell’altro trasognante “idiot” di Terrence Malick.

E poi, fra una stella e l’altra, anche di Hollywood, fra una Scarlett Johansson che gli ha dato tutta la sua “black widow” e una Charlize Theron con lui più “sudafricana di sempre”, caldissima e rovente, Sean Penn torna nella sua casa, mangia una banana, solleva i pesi, e pensa… va be’, ho scopato quasi tutte le zoccole di Hollywood e “dintorni”, in primis quella vacca di Madonna, ho vinto due Oscar, interpretando prima un uomo a cui hanno macellato la figlia che spara al suo miglior amico, che non c’entra un cazzo, poi incarnando un frocio, tutto ciò che io non sono, e per questa mia falsissima adesione al ruolo ho ottenuto il plauso dell’Academy, perché metà dei “membri” sono dell’altra sponda e hanno simpatizzato per me, quindi me la son tirata da ecologista che ha aiutato i terremotati, assurgendo a “intellettuale sociale”, ora interpreto uno che vuole andare su Marte. Tanto questa vita terrena e terragna me la son fottuta tutta e, dopo tante biondine peperine, more amorose e rosse in calore, pianterò le radici sul Pianeta Rosso, trascendendo e ammirando l’universo.

Ho detto tutto…

Per voi, invece, prevedo un’altra giornata coi piedi piantati per Terra. Quindi, un lavoro sfiancante, qualche psicologo che vi racconta balle per consolarvi, un po’ di musica rock così vi sentirete meno scemi e più “fighi”, e la solita vostra “pregevole” ammirazione dei lati b su Instagram.

Che vita “straordinaria” che avete.

Io sono il vero The First, un uomo che ha sempre vissuto come cazzo gli pareva, e ha superato ogni confine delle vostre piccolezze.

Se non ti sto bene, vai a frequentare quella mignotta di tua sorella.

– Guarda che l’accoppiamento tra fratelli e sorelle, figli dello stesso sangue, può partorire un bambino con malattie genetiche.

– Ah sì? Perché quest’umanità schifosa, invece, di tanto perfetto cos’ha partorito?

Senti, ti racconterò una storia.

C’erano una volta le scimmie, poi alcune scimmie acquisirono maggiore coscienza e accesero il fuoco. Ma erano ancora inconsapevoli che quello o quella dell’altro sesso, che gli stava accanto, potesse essere suo fratello o sua sorella. Il concetto di famiglia non ce l’avevano. Così, le scimmie, già in pubertà, appena vedevano un bel culo, si piombavano addosso. Dall’unione animalesca nascevano altre scimmie.

Dopo moltissime generazioni, le scimmie si annoiarono e cominciarono a riflettere sul senso della vita. Al che posarono gli occhi al cielo, sperando in un mondo migliore, più equo ed equilibrato, paradisiaco insomma. E pensarono male, secondo me, di crearsi un Dio. Un essere immaginario superiore che stava sopra di loro e li guardava, giudicandoli. Sentendosi giudicati, cominciarono a “evolversi” e nacque involontariamente l’educazione civica.

Fine della storia.

Ma concluderei con un’altra frecciata devastante.

Su Facebook, impazza la signorina Marietta.

Una che, durante l’adolescenza, veniva sfottuta a sangue, perché era racchia e passava il tempo a sublimare le sue “carenze” sessuali col Cinema metafisico di Tarkovskij e studiando tutta la filosofia di Aristotele.

Marietta, dopo tanti studi serissimi, ha trovato un lavoro da ricercatrice astronomica, per cui guadagna quaranta milioni di Euro al mese. Da quando svolge questo lavoro, si cura di più, va in palestra e adesso è una gran bella gnocca.

Così, dopo il lavoro, torna a casa, si fotografa in lingerie, controlla tutti i Mi Piace che ha ricevuto, e visiona quale sia il maschio più appetibile che le ha messo mi piace. Insomma, fa una selezione “accurata”.

Se quel maschio è uno con lo yacht, lo contatta in chat, le dice dove abita, e quello se la tromba.

In cambio dell’inculata, Marietta, oltre ai soldoni che già ha, riceve altri “favori”.

E ha sempre il sorriso sulla bocca, dalla mattina alla sera.

Bisogna aggiungere altro per dire che quest’umanità fa schifo?

 

di Stefano Falotico

Il tuo ultimo sguardo di Sean Penn, un film che non merita nemmeno la prima “face”


26 May

vert The Last Face

Uscirà a fine Giugno questa boiata pazzesca, distrutta allo scorso Festival di Cannes, un polpettone melò d’indubbia “forza” retorica, che segna una macchia indelebile nella carriera registica di Sean Penn, uno che fino a questa cagata non aveva, personalmente parlando, mai sbagliato una pellicola. Il film non l’ho ancora visto e credo non lo vedrò mai ma, a fidarsi dei giudizi di Metacritic, dovremmo starne tutti alla larga, un film disastroso secondo pareri importanti, un vero buco nell’acqua, con un Jean Reno a quanto pare oltre ogni soglia del ridicolo, per una storia di banalità assortite che sembra uno spot allungato dell’8 per mille. La Theron si è “colata” nel personaggio con abnegazione e sen(s)o stoico senza vergogna e Penn ha fatto naufragare in tal frittatona anche il grande Bardem, “bardandolo” di un ruolo spaventosamente banale, per una trama di ralenti, riprese zoomanti e un’atmosfera ipocrita come poche.

Insomma, Penn, rimani un umanitario senza ammorbarci con la tua “umanità”.

 

di Stefano Falotico

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